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Torre del Greco: al il via il processo per evasione fiscale agli armatori Bottiglieri

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rdb armatori

Torre del Greco. Sede all’estero per evadere il fisco: al via il processo per gli armatori torresi Bottiglieri, accusati di aver evaso 37 milioni di euro. Secondo l’accusa, la LuxDynamic aveva sede formale a Lussemburgo e fiscale in Italia per sfuggire ai controlli di Consob e Banca Italia per emettere obbligazioni sul mercato. Alla sbarra presso il tribunale di Torre Annunziata i soci della “Rizzo Bottiglieri De Carlini Armatori Spa” (RBD). Oltre ai soci della compagnia di armatori Giuseppe Mauro Rizzo, Roberto Rizzo, Ugo De Carlini, Orsola e Grazia Bottiglieri vi sono anche il legale di fiducia del gruppo, l’avvocato romano Vincenzo Ussani D’Escobar, il manager lussemburghese Federigo Cannizzaro di Belmontino e l’ex presidente di Confitarma Nicola Coccia, già finito nelle maglie della giustizia per il crac Dimaiolines.

Ieri mattina, l’avvio del processo e l’ammissione delle prove, tra i testimoni vi sarà anche l’ex presidente dell’associazione degli armatori Nicola Coccia che, finito sotto inchiesta, rivelò al pm Sergio Raimondi i meccanismi che consentivano alla società di via Olivella di evadere il fisco e sottrarre capitali dalle casse della società attraverso una holding lussemburghese. La “LuxDynamic S.A.” (controllante all’84% della Rbd Spa) avrebbe omesso di dichiarare utili per oltre 37 milioni di euro. Soldi distribuiti, maniera occulta ai cinque soci, attraverso il rimborso di un prestito obbligazionario emesso “con modalità anomale” e “privo di valide ragioni economiche”.

L’indagine portò al sequestro di 11 milioni e mezzo di euro tra danaro e beni situati a Roma, Milano, Capri, Ischia e Torre del Greco. La LuxDynamic era partecipata da cinque società tra cui Intesa San Paolo. Secondo il funzionario delle Entrate che ha testimoniato al processo a detenere una partecipazione diretta della società era Giuseppe Mauro Risso che sottoscriveva il doppio delle obbligazioni rispetto agli altri 4 soci. Nel mirino della Procura torrese finì un prestito emesso dalla “Luxdynamic S.A.”, con delibera del 29 dicembre 2008 e avallato dal consiglio di amministrazione e da Federigo Cannizzaro. Secondo il funzionario era un prestito senza remunerazione: emesso per la cifra pari a 37 milioni di euro, per il periodo 2009- 14, dopo meno di due anni “già risultava rimborsato per 9 milioni”. Secondo l’accusa esisteva un accordo tra chi versava soldi in “LuxDynamic” e chi li riceveva sempre tramite la società lussemburghese. Ad immettere liquidità sui conti “LuxDynamic” era la “Mozyr S.A.” domiciliata a Montevideo in Uruguay. Secondo l’accusa, “Mozyr” era della famiglia Bottiglieri: “chi versava il denaro indicava alla stessa emittente i soggetti ai quali intestare le obbligazioni”. In questo modo, i cinque soci di Rbd avrebbero ottenuto il rimborso del prestito secondo ripartizioni sempre uguali e ripetute nel tempo. Ad avallare questa ipotesi uno scambio epistolare tra i responsabili della Mozir e i legali della LuxDynamic.


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