A decretare il duplice omicidio, secondo gli investigatori, furono i vertici dei clan Birra-Iacomino di Ercolano (e l’ordine partì dal carcere) mentre il gruppo di fuoco fu fornito dal clan Lo Russo di Napoli. Sotto il fuoco dei killer finirono, l’11 marzo del 2003, all’esterno di una sala giochi di corso Resina a Ercolano Mario Ascione e Ciro Montella. Fu l’ennesimo fatto di sangue nella faida tra i clan Ascione-Papale da un lato e il clan Birra-Iacomino dall’altro. A 13 anni dai fatti, grazie anche al racconto di ben 14 collaboratori di giustizia, ora sono stati individuati presunti killer e mandanti. E il gip del tribunale di Napoli su richiesta della Dda ha emesso nove misure cautelari che hanno raggiunto nove persone già tutte detenute. Da quanto ricostruito, il duplice omicidio di Mario Ascione considerato dagli inquirenti reggente del clan (e fratello del capoclan Raffaele) e Ciro Montella, suo guardaspalle, fu compiuto in risposta all’assassinio di Giuseppe Infante, cognato del capoclan Giovanni Birra. Nel corso della sparatoria fu ferito gravemente anche un passante. Prima di compiere l’agguato i killer, è stato ricostruito, utilizzarono come base un lido balneare di Torre del Greco.
L’episodio, ricostruito in dettaglio grazie al convergente contributo dichiarativo di ben 14 collaboratori di giustizia ercolanesi e napoletani ed ai relativi plurimi riscontri, si iscrive nel contesto della feroce guerra di camorra (una delle più lunghe e sanguinose nel panorama criminale partenopeo) che ha visto per anni militarmente contrapposte le cosche degli “Ascione – Papale” e dei “Birra – Iacomino”. Le vittime, trucidate con numerosi colpi di pistola all’esterno di una sala giochi sul Corso Resina, erano infatti il reggente del clan “Ascione” (nonché fratello del capoclan ASCIONE Raffaele) ed il suo guardaspalle. L’omicidio costituiva una risposta eclatante all’assassinio di INFANTE Giuseppe, cognato del capoclan BIRRA Giovanni, del 28.06.2001 e sanciva, proprio in ragione del livello apicale delle vittime, la temporanea affermazione dei “Birra — Iacomino” nell’ambito della c.d. “terza faida di Ercolano”. L’azione di fuoco provocava anche il grave ferimento di un ignaro passante.
Secondo quanto ricostruito attraverso il racconto dei collaboratori di giustizia, l’omicidio fu:
- decretato dai vertici del clan “Birra — Iacomino”, dai penitenziari ove si trovavano ristretti, attraverso
messaggi veicolati all’esterno;
- eseguito, con il supporto logistico di affiliati al clan “Birra — Iacomino”, da un gruppo di fuoco fornito
dal clan “Lo Russo” di Napoli — Miano, storico alleato della consorteria ercolanese, per volere di LO RUSSO Carlo, attuale reggente del sodalizio, anch’egli raggiunto dall’odierno provvedimento. I killers utilizzarono come base d’appoggio un lido balneare di Torre del Greco, ove rimasero per varie ore in attesa della “battuta”.
L’arresto rappresenta l’ulteriore sviluppo delle indagini che hanno consentito di fare luce su 32 eventi omicidiari, tutti ascrivibili alla sanguinosa faida in atto sul territorio di Ercolano già dai primi anni ’90 ed in relazione ai quali, tra il 2014, il 2015 e l’anno in corso, sono state eseguite numerose misure cautelari emesse dal GIP di Napoli nei confronti di 108 tra mandanti ed esecutori.
GLI ARRESTATI SONO:
Clan Birra-Iacomino
- Giovanni Birra, classe ’63
- Stefano Zeno, classe ’66
- Lorenzo Fioto, classe ’52
- Ciro Uliano, classe ’67
- Enrico Viola, classe ’71
Clan Lo Russo
- Carlo Lo Russo, classe ’67
- Raffaele Perfetto, classe ’71
- Oscar Pecorelli, classe ’79
- Massimo Tipaldi, classe ’81