Nola. Mazzette a cimitero, i dipendenti comunali indagati si difendono dinanzi al Gip, Paola Borrelli. Respingono tutte le accuse, i quattro impiegati comunali indagati per truffa: Emiddio Sicondolfi, 57enne di Nola (custode del cimitero); Innocenzo Velotto, 63enne di Cicciano (dipendente comunale addetto al cimitero); Vincenzo Parisi, 57enne di Nola (dipendente comunale addetto al cimitero); Onofrio Aruta, 54enne di Nola (dipendente amministrativo del Comune di Nola – Ufficio Cimitero), sottoposti al divieto di dimora nella città di Nola e con obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria. «Non abbiamo preso mazzette – hanno detto gli accusati – i soldi che abbiamo intascato erano regalini dei parenti dei defunti per ricompensare il lavaggio delle ossa».
Secondo la Procura che ha coordinato un’indagine del Commissariato di Nola, invece, i dipendenti comunali avrebbero lucrato sui servizi offerti nel cimitero cittadino, chiedendo compensi extra a fronte di un servizio pubblico e gratuito. Anzi, gli utenti invece di versare la tassa per esumazioni, tumulazioni e inumazioni, nelle casse del Comune avrebbero pagato direttamente i dipendenti addetti ai servizi cimiteriali. La Procura di Nola contesta ad alcuni dei dipendenti pubblici coinvolti anche episodi di assenteismo. Ma i quattro indagati, interrogati dopo la notifica dell’ordinanza cautelare con divieto di dimora hanno respinto gli addebiti. Hanno sostenuto che i soldi intascati sarebbero stati solo ricompense percepite per servizi extra inerenti le esumazioni, nello specifico il lavaggio delle ossa, una pratica molto in uso in tutto il Sud, ma che di fatto non rientra a far parte del servizio stesso, anche perchè pulire le ossa dai resti, lavandole sotto l’acqua, oltretutto, non è una pratica autorizzata. Questo tipo di servizio deve essere effettuato da personale e ditte specializzate.