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Appalti, politica e camorra: arrestato l’ex sindaco di Grazzanise con sei impreditori e il responsabile dell’ufficio tecnico

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Grazzanise. Associazione per delinquere di tipo mafioso, concorso esterno in associazione mafiosa, turbata libertà degli incanti, falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale, intestazione fittizia di beni e reati in materia di armi, tutti con l’aggravante del metodo mafioso. Sono queste le accuse contestate, a seconda delle singole posizioni, ad 8 persone arrestate (di cui 6 in carcere e 2 agli arresti domiciliari) nelle prime ore del mattino nella provincia di Caserta dai carabinieri della compagnia di Santa Maria Capua Vetere, in esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare. Tra gli arrestati figura anche Enrico parente, ex sindaco di Grazzanise e medico, già coinvolto nell’inchiesta per la latitanza del boss Michele Zagaria. Gli accertamenti hanno portato al coinvolgimento sia dell’ex sindaco che dell’attuale responsabile dell’ufficio tecnico del comune di Grazzanise oltre ad alcuni imprenditori casertani. Il provvedimento restrittivo è stato deciso dal gip del tribunale di Napoli su richiesta della Direzione distrettuale antimafia. Le indagini hanno consentito di acclarare per gli anni 2008 e 2009, le infiltrazioni della criminalità organizzata nel comune di Grazzanise ed i rapporti intrattenuti, dall’allora primo cittadino, con soggetti legati al clan “dei Casalesi”. Nel mirino degli inquirenti i lavori per la realizzazione del collettore fognario, che sarebbero andati a ditte collegate al clan camorristico. Prima dell’arresto di stamani Parente era già stato coinvolto in inchieste della Dda partenopea in quanto accusato di essersi recato nel 2009 in Austria per visitare il boss Michele Zagaria durante la latitanza; per questo fu anche condannato a due anni di carcere per favoreggiamento aggravato. Tra gli imprenditori arrestati oggi figura poi Alessandro Zagaria, già finito in carcere la scorsa settimana perché coinvolto nell’altra inchiesta antimafia sul vicino Comune di Santa Maria Capua Vetere, per la quale è stato arrestato l’ex sindaco Biagio Di Muro ed è stato indagato l’ormai ex presidente del Pd campano nonché consigliere regionale Stefano Graziano.
Enrico Parente, è accusato di concorso esterno in associazione a delinquere di stampo mafioso; l’imprenditore Alessandro Zagaria, già coinvolto nell’inchiesta sull’ex sindaco di Santa Maria Capua Vetere Biagio Di Muro e il consigliere regionale Stefano Graziano; e l’attuale responsabile dell’ufficio tecnico di Grazzanuse Maurizio Malena, ai domiciliari. L’ex sindaco di Grazzanise nel 2013 e’ stato già condannato in primo grado per aver favorito la latitanza del boss Michele Zagaria.Parente, medico, fu condannato a due anni per favoreggiamento. Secondo la ricostruzione che fecero gli investigatori, 24 gennaio 2009 Parente, a bordo della sua Alfa 166, partì da Grazzanise per raggiungere Innsbruck, in Austria, per curare il capoclan all’epoca latitante, inserito nell’elenco dei trenta ricercati più pericolosi d’Italia. Il viaggio doveva rimanere segreto ma gli inquirenti lo intercettarono perchè pochi giorni prima qualcuno aveva sparato colpi d’arma da fuoco contro la sua auto e così i suoi telefoni erano stati messi sotto controllo. Parente, espressione di centrodestra, è stato sindaco di Grazzanise per due mandati consecutivi.
Negli anni 2008-2009 il Comune di Grazzanise, secondo la Dda della Procura di Napoli, era ”pesantemente infiltrato” dal clan dei Casalesi, tanto che numerose gare d’appalto, tra cui la più importante relativa ai lavori per la realizzazione del collettore fognario, del valore di tre milioni di euro, fu aggiudicata ad imprenditori facenti riferimento al clan allora guidato da Nicola Schiavone, figlio del capoclan Francesco “Sandokan” Schiavone. Questo è quanto emerge dall’ultima inchiesta della Dda di Napoli su intrecci tra camorra, politica ed enti locali, che oggi si è abbattuta sul comune casertano con l’arresto di Parente, finito in carcere con altre cinque persone, tra cui gli imprenditori Francesco e Nicola Madonna, fratelli, e Alessandro Zagaria, che si sarebbero aggiudicati la gara. Il Gip del Tribunale di Napoli ha poi disposto i domiciliari per l’attuale responsabile dell’ufficio tecnico del Comune di Grazzanise Maurizio Malena e per l’imprenditore Carlo Noviello. L’ente fu anche sciolto per infiltrazioni camorristiche nel 2013 (si è tornati al voto nel 2015, ndr) dopo che emersero i legami tra Parente e il boss Michele Zagaria; l’indagine odierna trae spunto proprio da quell’inchiesta, ed è stata alimentata dalle fondamentali dichiarazioni di importanti collaboratori di giustizia del gruppo Schiavone come Roberto Vargas e dagli accertamenti compiuti dalla Commissione d’Accesso inviata dalla prefettura che, analizzando gli atti della gare d’appalto, ha scoperto numerose irregolarità e condotte illecite.


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