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Il boss Michele Cuccaro ritratta: “Non uccisi il 14enne. Ho detto il falso”

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michele cuccaro

. “C’era un’infermiera che mi stava avvelenando, mi iniettava tossine e ho confessato cose non vere”. Il boss Michele Cuccaro ‘rinnega’ se stesso e le dichiarazioni sull’uccisione di Giovannino Gargiulo, ucciso nel febbraio del 1998 a soli 14 anni nel quartiere di San Giovanni a Teduccio. In una brevissima parentesi da collaboratore di giustizia, nel 2005, il boss – oggi detenuto in regime di 41 bis – rivelò di essere il mandante di quell’omicidio. Una ritorsione nei confronti di Costantino Gargiulo, affiliato al clan Mazzarella, e fratello della vittima indicato come uno dei killer di Salvatore Cuccaro, fratello del ras ucciso nel 1996. Ma Michele Cuccaro rinnega ogni cosa dinanzi ai giudici della Corte d’Assise di Napoli e quella che doveva essere una testimonianza di un ex collaboratore di giustizia si trasforma in un giallo. Almeno questo è quello che ha voluto far credere Michele Cuccaro per ritrattare le sue dichiarazioni. Il boss ha ‘addebitato’ la sua breve parentesi da pentito ad un’infermiera che nel carcere di Messina che tentava di ucciderlo somministrandogli delle tossine. Per sfuggire alla morte per mano dell’infermiera ‘assassina’ decise di collaborare con la giustizia e dovette raccontare dell’omicidio di Giovannino Gargiulo. “Raccontai quello perché all’epoca i Tg dissero che erano stati i Cuccaro quando pochi giorni arrestarono Andrea Andolfi e Vincenzo Amodio. E allora ho detto che era roba mia. L’ho collegato alla morte di mio fratello perché era verosimile”. Michele Cuccaro, insomma, ha negato tutto nonostante fosse incalzato dal pm Antonella Fratello. Il boss ha sostenuto di non sapere nulla della guerra scatenatasi proprio dopo la morte di Giovannino Gargiulo con i Formicola ed ha detto di essere un perseguitato dalla giustizia da oltre vent’anni. A supporto della sua tesi dell’intossicazione da tossine nel carcere di Messina nel 2005 la difesa ha chiesto di sentire quattro psichiatri che alla luce delle perizie fatte al boss in carcere dovranno testimoniare sulla sua capacità. Michele Cuccaro sta affrontando il processo per la morte di Giovanni Gargiulo ucciso il 18 febbraio del 1998 in via delle Repubbliche Marinare alla periferia orientale di Napoli. Giovannino, ultimo di sei figli e fratello di Costantino, affiliato al clan Vincenzo Mazzarella, fu ucciso come un boss. I killer gli puntarono una pistola calibro 7,65 alla nuca sparandogli tre colpi a bruciapelo mentre stava entrando nel supermercato A&O. Erano le 8,30 del mattino. Qualche giorno prima nella faida tra i Contini e i Mazzarella qualcuno aveva tentato di uccidere proprio Vincenzo Mazzarella davanti al carcere di Poggioreale. Giovannino Gargiulo faceva il parcheggiatore abusivo, ma grazie al fratello Costantino lavorava anche come stalliere nelle scuderie del clan Mazzarella che si trovavano proprio alle spalle del supermercato dove il ragazzino fu ucciso. Accudiva i cavalli utilizzati nelle corse clandestine.  


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