“Non posso dire se siano emerse altre minacce. Posso dire che la procura ha avanzato quattro richieste di misure di protezione sulle quali si pronunceranno gli organi competenti”. Lo ha detto, rispondendo ai giornalisti il procuratore aggiunto e coordinatore della Dda di Napoli Giuseppe Borrelli, al termine dell’assemblea dei pm partenopei sulla questione sicurezza. Negli ultimi giorni erano emersi due casi di minacce, oltre il progetto dell’attentato al procuratore Colangelo. Il procuratore aggiunto Nunzio Fragliasso ha affermato che ”la procura non defletterà un attimo dall’azione incisiva di contrasto alla criminalità”. Alla domanda se vi siano altri pm che hanno subito minacce, Fragliasso ha risposto: ”Assolutamente sì: c’è una generalizzata esposizione al rischio di tutti i magistrati della procura”.”E’ stata espressa solidarietà al procuratore Colangelo vittima di un vile tentativo da parte delle organizzazioni criminali di colpirlo nella sua personale attività di organizzatore e nella sua posizione di simbolo dell’attività della procura della Repubblica”, ha spiegato ancora il procuratore aggiunto e coordinatore della Dda Giuseppe Borrelli – ”I magistrati della procura di Napoli – ha aggiunto – continueranno a fare il loro dovere nell’azione di contrasto alla criminalità organizzata. Nel solo mese di maggio sono state eseguite 260 ordinanze di custodia cautelare, dalla Dda di Napoli, sono stati colpiti tutti i clan camorristici operanti in città, nel Casertano e nel Nolano. Tutto questo nelle condizioni consolidate da molto tempo di notoria carenza di mezzi e di risorse, di personale amministrativo”. ”Quanto alle autovetture, che servono anche a trasportare i magistrati nei tribunali dove si svolgono le udienze – vi rendete conto non possono andarvi in motorino – posso dire che abbiamo un parco auto con 8 vetture non circolanti su un totale di 21 vetture. Solo di recente vi è stata l’assegnazione, che abbiamo visto con piacere, di cinque nuove vetture blindate. Prendiamo atto di questa rinnovata attenzione verso le esigenze del distretto di Napoli”. ”I sostituti – ha spiegato Borrelli – si sono rammaricati del fatto di aver dovuto operare negli ultimi tempi nelle condizioni in cui si sono trovati ad operare. Fermo restando che l’impegno dei magistrati è da considerarsi separato dalle questioni concernenti anche la sicurezza dei magistrati stessi, tuttavia i magistrati auspicano di poter svolgere la loro attività in condizioni di sicurezza. Ci sono state evidentemente, inutile nasconderselo,in passato delle criticità, queste criticità sembrano in via di superamento, ma non ancora superate. I magistrati hanno auspicato nel corso dell’assemblea un cambiamento nella sensibilità alle esigenze della sicurezza’
Solidarietà al procuratore Giovanni Colangelo e ai colleghi minacciati dalla criminalità, un invito a valutare i rischi che corrono i magistrati coinvolti ”in situazioni di potenziale pericolo”, e l’auspicio che le autorità di governo si facciano carico ”della situazione segnalata, superando un approccio burocratico al tema della sicurezza dei magistrati e, nel contempo, impegnandosi per stanziare nell’immediato i necessari fondi”. E’ quanto si esprime in un documento – inviato ai ministri dell’Interno e della Giustizia e al Csm – redatto dai magistrati della procura di Napoli al termine dell’assemblea sul tema della sicurezza convocata in seguito alla scoperta del piano per attentare alla vita del procuratore e alle notizie su minacce indirizzate dalla camorra ad alcuni pm che si occupano di criminalità organizzata. ”I magistrati della Procura della Repubblica di Napoli, nel ribadire compatti piena solidarietà al Procuratore Colangelo ed agli altri colleghi ancor più recentemente destinatari di notizie riguardanti progetti di attentati ai loro danni, intendono rappresentare alle Autorità in indirizzo – si legge nel documento – il problema della sicurezza e delle forme di tutela dei magistrati di questo Ufficio, già oggetto di ripetute segnalazioni ai competenti organi provinciali in tema di sicurezza pubblica, fin qui rimaste inevase”. ”Infatti, a seguito delle allarmanti notizie prima citate, nonché a causa dell’incremento degli omicidi e gravi delitti attribuibili negli ultimi mesi alle numerose associazioni camorristiche operanti nel distretto – scrivono i magistrati della procura -, emerge con chiarezza la sovraesposizione dell’intera Procura di Napoli impegnata a fronteggiare numerose e temibili organizzazioni criminali. Occorre, a nostro avviso, ribadire il principio che, per garantire un’efficace prevenzione dei rischi gravanti sui magistrati impegnati in indagini di criminalità organizzata, è necessario e urgente un effettivo monitoraggio dell’esposizione a rischio di coloro che, addetti alla trattazione di procedimenti di criminalità mafiosa o di grave allarme sociale, si trovano coinvolti in situazioni di potenziale pericolo oggettivamente deducibili da elementi informativi concreti, nonché dalla oggettiva sovraesposizione derivante dal costante impegno nei confronti delle organizzazioni criminali più temibili, impegno attestato dai significativi esiti dei processi nel distretto e dalle scomposte reazioni registrate in ambito criminale”. ”Non è, infatti possibile né appare conforme alla ratio della normativa vigente – affermano i pm – disporre interventi di tutela solo dopo la scoperta di progetti di attentati, in stadio più o meno avanzato, poiché tale impostazione appare legata a scoperte spesso casuali e perciò è da ritenersi inefficace. Né tantomeno è condivisibile l’adozione di forme di tutela ‘provvisorie’, cioè legate alla mera celebrazione di un determinato processo, proprio per la strategia di lungo periodo della gran parte delle organizzazioni di tipo mafioso. D’altra parte, l’impostazione qui condivisa di massima prevenzione dei rischi pare già trovare accoglimento nei sistemi di tutela dei colleghi della DNA e di altre DDA. Si auspica che le Autorità in indirizzo sapranno in concreto farsi carico della situazione segnalata, superando un approccio burocratico al tema della sicurezza dei magistrati e, nel contempo, impegnandosi per stanziare nell’immediato i necessari fondi”.