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Channel: Cronaca – Cronache della Campania
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Napoli, preso il rapinatore ‘incubo’ delle donne di Capodimonte

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Napoli. I Carabinieri della Compagnia Vomero hanno arrestato per 3 rapine aggravate Sosero Gennaro Sosero, un 50enne del vico Chiesa già noto alle forze dell’ordine, raggiunto da un’Ordinanza di Custodia Cautelare in Carcere emessa dal GIP di Napoli.
Le risultanze investigative dell’Arma che hanno portato all’emissione del provvedimento restrittivo partono dall’acquisizione di immagini registrate da sistemi di videosorveglianza. I militari hanno accertato che in sella a uno scooter aveva avvicinato auto in sosta con a bordo donne e dopo averle affiancate, paventando il possesso di un arma che non avrebbe esitato a usare o brandendo un coltello a serramanico, aveva costretto le vittime a consegnare gli oggetti di valore in possesso: gioielli, fedi nuziali, denaro contante e telefonini. Accertata la sua responsabilità in ordine a 3 distinte rapine consumate a Capodimonte nel mese di maggio ai danno di altrettante donne.
L’arrestato è stato rinchiuso a Poggioreale.

 

Cronache della Campania@2018


Aiutarono alcuni migranti legati all’Isis: chiuse le indagini per padre e figlia di Sarno e un complice

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La procura di Nocera Inferiore ha concluso le indagini sulle tre persone che avrebbero fornito vitto e alloggio a un algerino, E Haded Rachid, ritenuto facente parte di una cellula terroristica e conoscente di Khaled Babouri che il 6 agosto di due anni fa ferì con un machete – in nome dell’Isis – due poliziotti a Charleroi in Belgio. Ora verrà richiesto di processo.
Le tre persone indagate sono padre e figlia (52 anni lui, 25 lei) di Sarno e un marocchino di 24 anni, ex fidanzato della ragazza sarnese. I fatti contestati vanno dal 5 al 15 dicembre 2016 quando tutti e tre, accusati di assistenza agli associati, avrebbero offerto rifugio a un nordafricano che avrebbe avuto contatti con altri suoi connazionali in Belgio, tutti inquadrati in una cellula terroristica.
Nella lista di nomi e contatti poi identificati e ricollegati al terrorista, spuntò quello di un algerino, che sarebbe stato in un appartamento a Sarno per almeno una decina di giorni.  El Hadef Rachid, noto come Rasheed, avrebbe avuto un ruolo importante all’interno della cellula, partecipando, o comunque rientrando in un’associazione che si proponeva il compimento di atti di violenza con finalità di terrorismo internazionale. Durante l’interrogatorio i tre si sono difensi dalle accuse avanzate A indagini concluse, ora però rischiano il processo. La vicenda si colloca in una inchiesta più ampia nelle mani della Dda di Salerno: Sarno è oramai da anni territorio sensibile alle indagini degli inquirenti, in materia di terrorismo.

Cronache della Campania@2018

Trasportava bombe artigianali in auto: arrestato 64enne di Minori

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Il suo comportamento nervoso ha insospettito i carabinieri. Cosi’, i militari dell’Arma di Amalfi, ieri pomeriggio a Minori, piccolo comune costiero del Salernitano, hanno fermato un uomo di 64 anni nei pressi del cimitero. Durante la perquisizione della sua auto, scoperto un bombe di fattura artigianale. Nell’abitacolo, infatti, c’erano 5 ordigni esplosivi per un peso totale di 2,2 chili e un coltello a serramanico. Nel suo appartamento, inoltre, sono state trovate 2 pistole lanciarazzi calibro 6 senza matricola, oltre bossoli di fucile e materiale per il confezionamento di esplosivi, tra cui micce, accenditori elettrici e spolette. Armi e ordigni erano detenuti illecitamente e sono stati sequestrati. P.S., queste le iniziali del 64enne residente a Tramonti, e’ stato denunciato per detenzione di materiale esplodente e porto abusivo di armi. Attendera’ l’udienza di convalida, prevista lunedi’ nel tribunale di Salerno, ai domiciliari.

Cronache della Campania@2018

Napoli, arrivano i carabinieri e lancia dalla finestra un busta con due pistole

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Napoli.Salvatore Maglione, un 49enne incensurato dei Camaldoli, è stato arrestato per detenzione illegale di armi e munizioni dai Carabinieri della Compagnia Vomero. Alla vista dei militari che si apprestavano a perquisire la sua casa ha tentato di chiudere la porta d’ingresso in faccia ai militari ed è corso dentro alla camera da letto ad afferrare una busta per lanciarla dalla finestra. I militari che stavano in strada a ispezionare il perimetro della sua abitazione per scongiurare eventuali tentativi di fuga l’hanno recuperata. Conteneva 2 armi da fuoco cariche e con matricola abrasa: un revolver e una semiautomatica. sulle pistole saranno effettuati accertamenti balistici per verificare l’eventuale utilizzo in fatti di sangue e/o intimidazione. L’arrestato è stato rinchiuso in carcere.

Cronache della Campania@2018

Irrompono in casa, la legano, la picchiano e in 4 portano via poche decine di euro: è caccia all’uomo

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Hanno fatto irruzione nell’abitazione alla periferia di Lioni pensando che la casa fosse momentaneamente disabitata e invece si sono trovati di fronte una donna. In quattro, con il volto coperto da un passamontagna hanno immobilizzato una donna di 50 anni. L’hanno legata e imbavagliata, minacciandola e picchiandola per costringerla a rivelare loro dove nascondesse denaro e oggetti di valore. Ma la donna non aveva una grande disponibilita’, come i rapinatori, che questa mattina hanno scassinato la sua porta, immaginavano. Soltanto poche decine di euro in contanti sono riusciti a portare via alla cinquantenne, che hanno lasciato in preda al panico, fuggendo senza lasciare tracce. La vittima e’ riuscita poi a liberarsi e a chiedere aiuto ai carabinieri del comando provinciale di Avellino, che hanno raggiunto la villetta in pochi minuti. Le indagini sono state avviate ma dei rapinatori ancora nessuna traccia.

Cronache della Campania@2018

Cacciato di casa perché gay, costretto a vivere in un sottoscala: morso dai topi finisce in ospedale

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Cacciato di casa perche’ omosessuale, costretto a vivere in condizioni disumane in un sottoscala, finisce in ospedale dopo essere stato morso dai topi. E’ la vicenda accaduta a Monte di Procida e denunciata dall’Arcigay, che si e’ messa in contatto con il sindaco del piccolo comune flegreo il quale ha assicurato il proprio intervento per trovare una sistemazione dignitosa all’uomo, di 40 anni.

“Arcigay Napoli–si legge sulla pagina dell’associazione- dopo aver accuratamente verificato una serie di segnalazioni pervenute negli ultimi giorni denuncia con dolore e indignazione le inumane condizioni di vita in cui da alcune settimane si trova a vivere Sergio, un uomo di Monte di Procida, che dopo anni di violenza omofoba è stato infine cacciato brutalmente di casa dal fratello perché gay.Già costretto a confrontarsi quotidianamente con un’invalidità al 100% (conseguenza di un incidente sul luogo di lavoro), l’uomo vive dal 2 ottobre in un sottoscala lurido, utilizzando un bidone come wc e lavandosi nottetempo in una fontana vicina al sottoscala. Sergio – essendo in condizioni d’assoluta indigenza – ha inoltre notevoli problemi relativi all’alimentazione, problemi a cui talora fa fronte ricorrendo alla generosità di qualche assistente sociale e di qualche amico.

Il Comitato Arcigay Antinoo di Napoli, ritenendo inaccettabile e disumano lo stato di degrado in cui l’uomo suo malgrado versa – abbandonato sia dalla famiglia che dalla comunità di Monte di Procida – chiede che sia trovata una soluzione quanto più celere possibile per consentirgli di poter vivere nella maniera più dignitosa possibile

“Ho incontrato il Sindaco e i Servizi Sociali di Monte di Procida– dichiara Antonello Sannino, presidente di Arcigay Napoli che ha raggiunto Sergio all’ospedale di Boscotrecase dove è ricoverato per una emorragia dovuta ai ripetuti morsi di topi – che mi hanno assicurato un rapido intervento. Queste situazioni di degrado che appartengono più al Medioevo che al 2018 sono inaccettabili. Ci auguriamo che l’Amministrazione intervenga fattivamente e che la comunità di Monte di Procida si indigni ridando dignità alla vita di Sergio. La tempestività e l’efficienza con cui le istituzioni e la società tutta daranno risposte concrete alla tragedia di Sergio saranno cartina di tornasole della civiltà e dell’umanità di una comunità che non piò restare indifferente davanti a questa sconvolgente storia di violenza e omofobia”

Cronache della Campania@2018

Napoli, sorpreso a spacciare al Vasto: processato e condannato a due anni di domiciliari

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Napoli. Gli agenti della Polizia di Stato del Commissariato Vicaria Mercato, hanno arrestato Roberto Strazzullo, 39enne napoletano pregiudicato, per il reato di detenzione e spaccio di sostanza stupefacente. Una mirata attività info-investigativa tesa alla repressione del dilagante fenomeno di spaccio di sostanze stupefacenti e nell’ottica della prevenzione e repressione dei reati in genere, hanno concesso ai poliziotti di porre fine ad una cosiddetta. “Piazza di spaccio”. L’attenzione degli agenti è stata catturata da un uomo di corporatura robusta , che sostava dinnanzi ad un portone di via Bologna, il quale dopo aver parlato con un giovane, si allontanava ed entrava nello stabile, dal quale ne usciva pochi secondi dopo, consegnando al giovane un pacchetto ricevendo in  cambio un foglio che riponeva nella tasca destra dei pantaloni. L’immediata consapevolezza della consumazione del reato ha indotto i poliziotti a fermare entrambi gli individui.

Colui che aveva ricevuto il pacchetto, un giovane 35enne, ha consegnato agli agenti il pacchetto ricevuto che conteneva tre involucri termosaldati contenenti sostanza bianca che al narcotest è risultata essere cocaina per un peso di gr. 075.Il giovane avventore ha dichiarato di averla appena comprata dal “Roberto” e di averla pagata 50.00 euro.
Difatti nella tasca dei pantaloni lo Strazzullo aveva una banconota da 50 euro. Nel mentre i poliziotti proseguivano con le operazioni di rito, un 43enne si è avvicinato non accorgendosi della presenza della polizia, probabilmente scambiandoli per “avventori” , e magari con l’intento di compiere qualche acquisto. Sottoposto a controllo è stato trovato in possesso di due stecchette di sostanza marrone, risultata essere hashish per un peso di gr. 2.86.
Per entrambi gli avventori gli agenti procedevano alla sanzione amministrativa ed al sequestro dello stupefacente rinvenuto. Anche la banconota è stata sequestrata e posta a disposizione dell’autorità giudiziaria.

Roberto Strazzullo è stato arrestato ed associato alle camere di sicurezza della Questura per essere poi sottoposto al giudizio, presso il Tribunale di Napoli, con rito direttissimo, nella mattinata odierna, nel corso del quale giudizio, lo stesso è stato condannato alla pena di anni due di reclusione, in regime degli arresti domiciliari.

Cronache della Campania@2018

Pentito ‘inattendibile’ ma la Cassazione conferma la condanna per gli uomini di Setola

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Ucciso dai sicari del clan, il pentito ‘inattendibile’ non salva gli affiliati di Setola.
La Cassazione conferma le condanne nonostante i dubbi sulle parole del collaboratore
Non ci sono le basi per accogliere i ricorsi e per questo diventa definitive le condanne a carico di due uomini considerati vicini al killer stragista dei Casalesi Giuseppe Setola. E’ quanto ha messo nero su bianco la Corte di Cassazione nel respingere i ricorsi di Salvatore Santoro, 31 anni di Aversa, e Giovanni Bartolucci, 38 anni di San Marcellino.
I due erano stati coinvolti nell’inchiesta sugli omicidi dell’albanese Doda Ramis, avvenuto il 21 agosto a San Marcellino, insieme con Giuseppe Guerra, poi divenuto collaboratore di giustizia (e infatti non ricorrente in Cassazione e condannato a 15 anni di carcere). In Appello i due ricorrenti erano stati condannati a 30 anni (Santoro) e 16 anni (Bartolucci). In particolare per Bartolucci era stata esclusa la partecipazione all’omicidio di Doda, ma è stata confermata la partecipazione all’organizzazione criminale. E proprio sulla “inaffidabilità” delle dichiarazioni del pentito Guerra si è giocata la partita in Cassazione, visto che già la Corte d’Appello aveva ritenuto non credibile il pentito sotto alcuni profili.
Gli ermellini hanno certificato il ruolo di Santoro che “era giunto all’appartamento di Trentola Ducenta dopo il giro di ispezione ed aveva riferito della presenza di Doda al bar; poco dopo il gruppo di fuoco era partito con Santoro che faceva, col proprio motoveicolo, da apripista al fine di accertare che non fossero presenti forze dell’ordine”. Mentre su Bartolucci, chiariscono: “La sentenza giustifica la valutazione frazionata delle dichiarazioni di Giuseppe Guerra, ritenuto inattendibile quanto all’accusa a Bartolucci di aver partecipato all’omicidio di Doda con riferimento alle dichiarazioni relative alla partecipazione del ricorrente al clan camorristico, e fornisce una spiegazione alla dichiarazione di Spagnuolo di non avere mai conosciuto Bartolucci prima del suo arresto, facendo leva sulla prassi di Setola di utilizzare, durante la latitanza, persone di sua estrema fiducia, che spesso non erano conosciute dagli associati”.

 Gustavo Gentile

Cronache della Campania@2018


Il grande cuore di Napoli: migliaia in fila per aiutare il piccolo Alex

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I napoletani hanno risposto in massa all’appello della famiglia di Alessandro Maria Montresor, nato a Londra, da padre veneto e madre napoletana: un anno e mezzo appena e affetto da una rara malattia genetica, la linfoistiocitosi emofagocitica, a cui necessita urgentemente un trapianto di midollo, che si dovrebbe fare entro circa 5 settimane, a rischio della vita. Dopo l’accorato appello dei genitori lanciato su Fb, Napoli ha risposto questa mattina, con con migliaia di persone, in maggior misura universitari e giovani. I primi aspiranti donatori hanno iniziato a raggiungere piazza del Plebiscito poco dopo le 8 per sottoporsi al test del sangue che serve per accertare la compatibilità con il Dna di Alessandro. Una fila che è continua a crescere tagliando in due la piazza. da Palazzo Reale al colonnato della Basilica di San Francesco da Paola. Sul posto anche il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, che a sua volta ha lanciato un appello alla città, unendosi all’iniziativa “Napoli Aiuta Alessandro”. Importante è stata la presenza dell’Admo, associazione donatori midollo osseo, che ha organizzato un primo evento a Milano giovedì scorso, dove hanno risposto in 500. Si sono vissuti momenti di difficoltà quando sono iniziati a scarseggiare i tamponi per il test. Aziende private napoletane del settore medico e farmaceutico, sollecitate con un nuovo appello, hanno quindi inviato circa 1500 tamponi salivari allo stand dell’Admo. La raccolta proseguirà domani a Caserta e lunedì 29 a Portici, martedì 30 ancora a Napoli, all’Università Federico II.

Cronache della Campania@2018

Napoli, faceva shopping senza pagare: arrestata e condannata la sorella di Genny a’ carogna

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Avevano un sistema collaudato. Uno entrava e l’altro usciva. Chi era dentro al negozio toglieva l’antitaccheggio al capo d’abbigliamento da trafugare, e il complice lo recuperava e lo caricava in un’auto in sosta. Facevano shopping ma senza pagare. Quattro arresti a Napoli; tre sono donne, e una di loro si chiama Filomena De Tommaso, ha 43 anni, vive di Forcella ed e’ la sorella di Gennaro, detto ‘Genny ‘a carogna”, famifgerato ex capoultras. Ad ammanettarla gli agenti della polizia del commissariato Poggioreale. Oltre a lei in carcere anche Pietro Perez 34enne, Antonella Raimo, 44 anni e Teresa Esposito, 48 anni, tutte di Forcella. Nel primo pomeriggio di ieri, i poliziotti, sono intervenuti presso uno store d’abbigliamento di via Nuova Poggioreale, angolo Corso Malta, dove le guardie giurate avevano segnalato i quattro intenti a trafugare merce per poi nasconderla all’interno di una autovettura. Gli agenti hanno accertato che poco prima la banda aveva asportato 43 capi dal valore di 776 euro. Processati per direttissima Perez ha avuto l’obbligo di firma e una multa di 200 euro. Le donne sono state condannate a un anno di reclusione e portate agli arresti domiciliari.

Cronache della Campania@2018

Napoli, rissa nella notte a Forcella: grave un migrante

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Napoli. Verso in gravi condizioni all’ospedale Loreto Mare con ferite da arma da taglio all’addome un giovane extracomunitario che sarebbe rimasto coinvolto in una rissa nella notte a Forcella. Il giovane che era cosciente al momento del suo arrivo in ospedale ha raccontato di essere stato aggredito da sconosciuti mentre si trovava in via Egiziaca a Forcella. E’ stato accompagnato da un ambulanza del 118 avvertita da alcuni passanti che probabilmente hanno assistito alla scena. Il giovane ha riportato ferite agli organi interni per cui è stato necessario operarlo di urgenza. I medici non hanno sciolto la prognosi e per cui le sue condizioni rimangono gravi. La polizia arrivata in ospedale perchè chiamata dai medici sta vagliando la sua versione dei fatti. Si cerca di capire se le immagini delle telecamere di sorveglianza pubblica e privata nella zona possano aiutare a fare luce sull’ennesimo fatto di sangue.

 

Cronache della Campania@2018

Dodici camorristi in scena nel carcere di Secondigliano in uno spettacolo contro la camorra

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Nel carcere di Secondigliano è andata in scena una rappresentazione teatrale “IO NON CI CASCO”, scritta e interpretata da 20 detenuti del circuito dell’alta sicurezza, alcuni ergastolani, tutti con l’accusa di associazione camorristica. L’Opera teatrale, con la collaborazione dell’Associazione P.E.R.SUD, ha denunciato il percorso malavitoso e come hanno dichiarato dal palco i detenuti: ”Ha l’intento di inviare un messaggio di legalità che arrivi sopratutto ai più giovani per invitarli a rapportarsi alla società in cui vivono con un senso civico ed il valore della legalità, abbandonando ogni progetto di violenza e di illegalità. Io non ci casco più è la convinzione dalla quale vogliamo ripartire“.
La rappresentazione è stata promossa sia da Samuele Ciambriello, garante campano delle persone private della libertà personale, che da Giulia Russo, direttrice del carcere di Secondigliano. All’incontro erano tra gli altri presenti il procuratore aggiunto Nunzio Fragliasso, il magistrato di sorveglianza Maria Picardi, il comandante Antimo Cicala, la vice direttrice di Secondigliano Claudia Nannola, la senatrice Valeria Valente, la deputata Gilda Sportiello, il consigliere regionale Gianluca Daniele e Roberta Gaeta, assessore a Napoli per le politiche sociali.

Emozionato il Garante Samuele Ciambriello che conosce da tempo molti di questi detenuti con i quali lui e i volontari della sua associazione La Mansarda hanno iniziato un percorso di ricostruzione di sè,del proprio passato e di nuovi orizzonti per il futuro.”Il carcere per molti serve per avere più sicurezza sociale, per rieducare il detenuto, abbassare la recidiva. Io credo che iniziative del genere, questi percorsi di dissociazione, non la finzione del si, che spesso il carcere richiede, insomma il trattamento, il riconoscere il diversamente libero,e al al di là del reato, come persona, come identità, da ascoltare e liberare, sono l’applicazione degli articoli della Costituzione sul carcere e sui diritti.“

Ciambriello poi fa pubblicamente un annuncio:”Queste persone , non pentite della legge, ma della Grazia e della Coscienza, che hanno il coraggio di rialzarsi, ammettere errori, mi hanno invitato, stimolato, a rendere noto i loro nomi e cognomi. Eccone alcuni di quelli che stanno facendo questo percorso e si sono oggi esibiti.Ecco i protagonisti dell’iniziativa: Bruno Taglialatela, Vincenzo Martinelli, Sergio Palumbo, Luca Sannino, Gaetano Milano, Marco Hudelka, Bartolomeo Festa, Giovanni Gallo, Nicola Loffredo, Luigi De Cristofaro, Cosimo Commisso, Erminio Crisci e Salvatore Calabria.

Cronache della Campania@2018

Napoli, immigrato ferito gravemente: fermato un senegalese

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Napoli. Uno straniero, privo di documenti e non ancora identificato, e’ stato ferito gravemente ieri sera a Napoli da un senegalese di 42 anni, irregolare e con precedenti, che e’ poi stato fermato da un agente della Polizia di Stato libero dal servizio. E’ accaduto nel centro di Napoli. La vittima, colpita con alcuni fendenti all’addome, e’ stata trovata esanime da una pattuglia della Ps nei pressi dell’ospedale Ascalesi. E’ stata sottoposta a intervento chirurgico ed e’ ora ricoverata con prognosi riservata. L’aggressore, che avrebbe agito durante una lite per futili motivi, e’ stato notato e bloccato dal poliziotto mentre camminava lungo via Duomo, armato dello stesso coltello da cucina usato poco prima per ferire l’altro straniero. Il senegalese ha precedenti per ricettazione, violazione delle leggi sull’immigrazione e possesso di documenti falsi.

Cronache della Campania@2018

In auto con la fidanzata, reagisce alla rapina: accoltellato

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Un 20enne e’ stato ferito, la scorsa notte, a colpi di arma da taglio nel tentativo di rapina della sua auto: l’episodio sul quale indaga la Polizia di Stato del commissariato di San Giorgio a Cremano e’ accaduto intorno alle 24.00 in via Enrico Russo, nel quartiere napoletano di Ponticelli al confine con il comune vesuviano. Da quanto si apprende, l’uomo era nella sua ‘Opel Corsa’ in compagnia della fidanzata quando due persone  in sella a uno scooter, con viso coperto da caschi e sotto minaccia di coltello gli hanno intimato di consegnare l’auto. Al suo diniego, ne e’ nata una colluttazione nel corso della quale e’ stato ferito ad una coscia. Medicato all’Ospedale del Mare di Napoli per due ferite lacero contuse alla coscia destra, e’ stato dimesso con prognosi di sette giorni. Successivamente l’uomo ha denunciato l’episodio alla Polizia di Stato del commissariato di San Giorgio a Cremano.

Cronache della Campania@2018

Lo ‘strano’ incendio alla Lea: lettera aperta al ministro Costa. L’INCHIESTA

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 COME ERA QUINDICI GIORNI FA

 

COME ERA L’ALTRA SERA

COME E’ QUESTA MATTINA

La società L.E.A. e il rogo di Marcianise. Incominciamo da qui perché è il caso dell’ultima ora. Se si ha un po’ di dimestichezza basta andare sul sito ufficiale della società di smaltimento di rifiuti speciali, urbani, industriali riclassificazione materiali ecc.per rendersi conto che qualche cosa non quadra.
INNANZITUTTO UN SITO DI SOLO 4 PAGINE. La prima è la Home, 4 righe, la seconda è chi siamo e viene subito il bello. Dopo i soliti bla bla bla … si legge testualmente: Nata sulla base dell’esperienza acquisita (n.d.r. nata nel 2015 ha iniziato ad operare solo nel 2017,,,ecco grande esperienza acquisita?) maturando specifiche competenze nelle principali attività legate al settore dei servizi per l’ambiente, L.E.A. punta sulla specializzazione e qualità dei servizi offerti, costanti che la contraddistinguono (n.d.r. costanti: Che significa costanti che gli altri ritirano la munnezza quando gli pare?), in un mercato moderno e selettivo come quello dell’ambiente.
Poi vai su chi siamo e trovi scritto: L.E.A. è un’azienda fondata nel 2015 dalla volontà di tale Angelo Egisto.. (n.dr. scritto piccolo piccolo e facendo copia e incolla mi sono accorto che per renderla leggibile, quello fino ad ora scritto importandolo dal sito, ho dovuto correggere decine di orrori di ortografia, E va bene… chi si occupa di munnezza forse ha qualche carenza linguistica)
Bene restiamo sulla pagina chi siamo e trovi scritto no i nomi dell’amministratore, direttore generale, funzionari con specifici curriculum ma che è fondata su una idea di tale Angelo Egisto. Ti viene subito l’idea di un grande scienziato che con tecnologie avanzate abbia scoperto come classificare e smaltire rifiuti.
Poi vai ad approfondire sul nome è trovi: La che la Iavazzi altra azienda di smaltimento con regolari permessi autorizzazioni ambientali ha operato la voltura del fitto del ramo d’azienda e dei relativi permessi perché era stata colpita da interdizione antimafia e la L.E.A. nel 2017 fitta questo ramo d’azienda senza certificazione antimafia e che fa capo ad Angelo Egisto nipote del più noto imprenditore dei rifiuti Bruscino con sede a San Vitaliano, già in passato oggetto di interdizione antimafia.
A questo punto una persona normale si alzerebbe dalla sedia e manderebbe tutti a cacare ma siccome normale non siamo continuiamo a scrivere.
Bene, anzi molto male, adesso siccome la gestione dei rifiuti nella regione è soggetta a decreti emessi dallo stesso ente e cosa troviamo un bel decreto della Regione Campania che affida alla L.E.A. senza certificazione antimafia l’autorizzazione e l’appalto (cosa da pazzi è scritto nello stesso decreto).
A scanso di equivoci pubblichiamo il decreto tanto è una sola cartella.
Decreto Dirigenziale n. 39 del 12/07/2017 Dipartimento 50 – GIUNTA REGIONALE DELLA CAMPANIA Direzione Generale 6 – Direzione Generale per l’ambiente, la difesa del suolo e l’ecosistema U.O.D. 13 – Autorizzazioni ambientali e rifiuti Caserta Oggetto dell’Atto: DLGS 152/2006 ART 208 – DGR 386/2015 – DITTA L.E.A. SRL – IMPIANTO DI STOCCAGGIO E RECUPERO DI RIFIUTI PERICOLOSI E NON PERICOLOSI, UBICATO NEL COMUNE DI MARCIANISE (CE) ZONA ASI LOC CERASO – VOLTURA DELLE AUTORIZZAZIONI A SEGUITO DI AFFITTO DI RAMO D’AZIENDA fonte: http://burc.regione.campania.it n. 56 del 17 Luglio 2017 Pagina 1 di 2 IL DIRIGENTE Premesso che – l’art. 208 del D.Lgs. 3 aprile 2006 n.152 e ss.mm.ii. “Norme in materia ambientale” disciplina la procedura per l’approvazione dei progetti e le autorizzazioni per i nuovi impianti di smaltimento e di recupero rifiuti; – la Giunta Regionale con deliberazione n. 386/2016, pubblicata sul BURC n.50 del 25/07/2016, in attuazione del D. Lgs. 152/2006, ha dettagliato la procedura di approvazione dei progetti e l’autorizzazione alla realizzazione degli impianti di smaltimento e di recupero dei rifiuti da rilasciarsi ai sensi dell’art. 208 del precitato decreto; – con DD.n.113 del 05/07/2013 è stato approvato il Piano di Caratterizzazione, con prescrizioni, presentato dalla ditta ECOLOGIA IAVAZZI SRL per la realizzazione dell’impianto ubicato nel Comune di Marcianise zona ASI loc.Ceraso; – con D.D. n.42 del 20/01/2014, BURC n. 7 del 27/01/2014, è stata rilasciata, ai sensi dell’art. 208 del DLgs. 152/2006, a decorrere dal 20/01/2014, l’autorizzazione unica per l’approvazione del progetto e l’autorizzazione alla gestione di un impianto di stoccaggio e recupero di rifiuti pericolosi e non pericolosi, nonché ex art.269 co.2 alle emissioni in atmosfera, ubicato nel Comune di Marcianise (CE) zona ASI loc. Ceraso, su un’area di mq. 7.245 ca, censita al NCT del medesimo Comune al Foglio 24, P.lla 5237, cat. D1, in favore della ditta ECOLOGIA IAVAZZI P.IVA 04505431215, iscritta alla CCIAA di Caserta al n.260646 del REA a far data dal 07/10/2011, con sede legale in Marcianise (CE) zona ASI – loc. Ceraso, legalmente rappresentata dal sig. Iavazzi Francesco, nato a Caserta il 29/08/1967, C.F. VZZFNC67M29B963B; – con D.D. n.25 del 23/02/2015, BURC n.14 del 02/03/2015, è stata rilasciata, in favore della ditta in l’autorizzazione definitiva all’esercizio dell’impianto fino al 20/1/2024; – la ditta L.E.A. srl – P.Iva 02868390648, in possesso di certificazione ambientale ISO 9001:2008 e ISO 14001:2004, con sede legale in Avellino (AV) alla via Campane 30, legalmente rappresentata da Giordano Carmelo, nato a Polla (SA) il 27/06/1974, iscritta alla CCIAA di Avellino al n. REA 188855, ha depositato istanza acquisita al prot. reg. n.0383832 del 31/05/2017, finalizzata al rilascio della voltura, a seguito di affitto di azienda, delle autorizzazioni rilasciate alla ditta ECOLOGIA IAVAZZI SRL, allegando tutta la documentazione prevista dalla DGR. n.386/2016; Considerato che la ditta, in possesso di certificazione ambientale ISO 9001:2008 e ISO 14001:2004, a corredo dell’istanza ha depositato la polizza n.1082579 per un capitale garantito pari a E. 190.035/00, stipulata con la Elba Ass.ni spa con sede legale in Milano alla via mecenate 90 acquisita al prot. reg. n.0469380 del 07/07/2017, a copertura di eventuali danni all’ambiente che possano determinarsi nell’esercizio dell’attività con scadenza al 05/02/2026. Ritenuto di poter procedere alla voltura in favore della ditta L.E.A. SRL, a seguito di affitto di ramo d’azienda, dei provvedimenti autorizzativi rilasciati con D.D. n.113/2013, D.D. n.42/2014, D.D. n.25/2015 all’esercizio dell’attività di gestione di un impianto di stoccaggio e recupero di rifiuti pericolosi e non pericolosi, ubicato nel Comune di Marcianise (CE) zona ASI loc. Ceraso, censita al foglio 24, p.lla 5237 cat.D1. Dato atto che il presente provvedimento va inviato all’UDCP – Segreteria di Giunta – UOD V Bollettino Ufficiale – BURC, per adempiere agli obblighi di pubblicazione. Visti – il D.Lgs. n.152/2006 e smi; – la DGR n.386/2016; – la Legge n. 241/1990 e smi; Alla stregua dell’istruttoria compiuta dal Responsabile del Procedimento, avv. Giuseppe Miniero che ha proposto l’adozione del presente atto D E C R E T A 1. DI VOLTURARE a seguito di affitto di ramo d’azienda, i provvedimenti autorizzativi rilasciati ai sensi dell’art.208 e 269 comma 2 del DLgs. n.152/2006, con D.D. n.113/2013, D.D. n.42/2014, D.D. n.25/2015 all’esercizio dell’attività di gestione di un impianto di stoccaggio e recupero di rifiuti pericolosi e non pericolosi, ubicato nel Comune di Marcianise (CE) zona ASI loc. Ceraso, censita al foglio 24, p.lla 5237 cat.D1, in favore della ditta L.E.A. srl – P.Iva 02868390648 – con sede legale in fonte: http://burc.regione.campania.it n. 56 del 17 Luglio 2017 Pagina 2 di 2 Avellino (AV) alla via Campane 30, legalmente rappresentata da Giordano Carmelo, nato a Polla (SA) il 27/06/1974, fino al 20/01/2024. 2. DI PRENDERE ATTO della nomina del Responsabile Tecnico nella persona del dott.Marcello Monaco, nato a Napoli (NA) il 17/06/1973. 3. DI PRECISARE CHE: • l’autorizzazione è sempre subordinata all’esito dell’informativa antimafia della Prefettura competente, per cui una eventuale informazione positiva comporterà la cessazione immediata dell’efficacia dei provvedimenti di autorizzazione; • il presente provvedimento è soggetto a diffida, sospensione e successivamente a revoca nel caso non sia tempestivamente comunicato il cambio del Legale Rappresentante, del Direttore Tecnico e qualora risultino modifiche all’impianto non autorizzate, nonchè nei casi di rilevata pericolosità o dannosità dell’attività esercitata per la salute pubblica e per l’ambiente, nonché nei casi di inosservanza alle prescrizioni, fermo restando che la ditta è tenuta ad adeguarsi alle disposizioni, anche regionali, più restrittive che dovessero essere emanate, come previsto dall’art. 208, comma 13, del DLgs. 152/2006 e smi. 4. DI RICHIAMARE i precedenti Decreti Dirigenziali le cui condizioni e prescrizioni restano ferme ed invariate in capo alla responsabilità della ditta. 5. DI NOTIFICARE il presente provvedimento alla ditta L.E.A. SRL. 6. DI INVIARE copia, per quanto di rispettiva competenza: al Sindaco del Comune di Marcianise, all’ASL/CE UOPC di Marcianise, al Consorzio ASI di Caserta, all’ATO2 Napoli-Volturno, all’ARPAC Dipartimento Provinciale di Caserta, alla Provincia di Caserta. 7. DI INVIARE copia, ai sensi dell’art.212 del DLgs. n.152/2006, all’Albo Nazionale dei Gestori Ambientali – sezione regionale della Campania presso la Camera di Commercio di Napoli. 8. DI INVIARE copia, per opportuna conoscenza, alla Direzione Generale per l’Ambiente e l’Ecosistema della Regione Campania. 9. DI INVIARE copia del presente provvedimento alla UOD “Autorizzazioni di competenza della Regione” per l’aggiornamento della banca dati. 10. DI INVIARE copia del presente provvedimento, per via telematica, all’UDCP – Segreteria di Giunta – UOD V Bollettino Ufficiale – BURC, per adempiere agli obblighi di pubblicità. Avverso il presente provvedimento, ai sensi dell’art. 3, comma 4, della Legge 241/90, è ammesso ricorso giurisdizionale amministrativo al TAR della Campania o, in alternativa, al Capo dello Stato, rispettivamente entro 60 (sessanta) ed entro 120 (centoventi) giorni dalla data di notifica dell’atto medesimo. dr. Luca Scirman (f/to) fonte: http://burc.regione.campania.i

Incredibile questi non solo non comprano il ramo di azienda (segno di poca solidità aziendale) ma lo fittano (n.d.r a quanto?) che significa che le autorizzazioni al trattamento di rifiuti anche speciali e industriali oltre per i semplici urbani sono ancora intestati alla società Lavazzi colpita da interdizione antimafia questi permessi non sarebbero dovuti decadere non siamo tecnici, legali ne abbiamo compiti di autorità giudiziaria ma la cosa ci sembra molto ridicola e se davvero fosse così la normativa andrebbe a nostro parere comunque rivista soprattutto per chi tratta rifiuti.
Altro fatto che ci lascia stupiti è la certificazione antimafia che non c’è: non sappiamo se poi è stata rilasciata ma ancora una volta in caso di aziende che trattano rifiuti la cosa dovrebbe avvenire al momento della delibera ed essere in delibera se la legge non prevede questa a nostro parere è un altro buco legislativo.
Terza considerazione ottengono la delega in base ad una fidejussione assicurativa di 100 mila euro. Anche qui per coprire eventuali mancanze nella gestione dell’appalto non spendono una lira queste polizze assicurative costano sul mercato anche a mille euro e poi si scopre che non coprono niente. Ma anche se fosse in regola e ottemperasse agli impegni qual è il danno che questa società fino ad oggi ha arrecato? Quante persone tra Arpac, Guardia di Finanza, Polizia Municipale e Vigili del Fuoco e da oggi anche i Militari, quanto stà costando ed è costato allo Stato tutto questo.
Quanti soldi i vari Enti clienti hanno versato nelle loro casse.
Quale è il costo di ricaduta del danno ambientale
A proposito di danno ambientale Apac che avrebbe dovuto far sapere ieri che pericolo c’è per l’inquinamento ambientale ieri ha rinviato tutto a lunedì e centomila tra cittadini che vivono nella così detta zona rossa ricca di centri commerciali tra i più grandi della Campania sono a rischio?
Ma torniamo al sito. Sempre sulla seconda pagina: chi siamo (n.d.r. lo intuiamo ma per correttezza non lo diciamo)
“L.E.A. collabora con diverse aziende leader, al fine di ottimizzare e garantire le migliori soluzioni operative per la realizzazione di interventi globali, indispensabili alla valorizzazione del territorio e dell’ambiente”.
(n.d.r. non c’è il nome di una sola azienda)
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“L.E.A. è caratterizzata da una gestione aziendale attenta, che ha sempre avuto come presupposti lo sviluppo, l’aggiornamento e la qualificazione, soprattutto in merito alle richieste del mercato a livello nazionale e comunitario, nel totale rispetto delle normative di riferimento”.
(n.d.r. dopo la chiusura dell’impianto ad opera della Guardia di Finanza stendiamo un velo pietoso)
“L.E.A. si avvale di una squadra affiatata e con grandi capacità professionali, dalla fase di progettazione a quella di esecuzione, coordinando tutte le risorse per portare a termine, con perfezione, ogni incarico affidato”.
(n.d.r. di solito appare lo staff con le facce e i curricula non c’è n’è uno)

Il sito che è l’immagine dell’Azienda poi dovrebbe avere una pagina dedicata ai clienti acquisiti: è per una questione di immagine. Enti, industrie, centri commerciali … noi che ci occupiamo anche di marketing i clienti si inseriscono per un fatto di prestigio per acquisirne sempre … non c’è n’è uno: omertà assoluta!
Poi terza pagina del sito: Come contattare l’azienda. Ti aspetti una segreteria, l’ufficio marketing, quello tecnico. Niente. Devi mandare una mail le tue credenziali e verrai contattato.
Per quello che siamo riusciti a capire un cliente certo era il Comune di Caserta perché quando a luglio ci fu la prima chiusura dell’impianto il Comune che dove pare conferiva parte dell’umido invitò i cittadini a recarsi presso i siti di stoccaggio territoriali per depositare i rifiuti proprio a causa di questo inconveniente della chiusura della “discarica”.
A questo punto da ignoranti non conosciamo la materia ma l’umido dovrebbe essere l’unico rifiuto che può essere conferito direttamente all’inceneritore di Acerra perché questo doppio passaggio?
Quarta pagina ed ultima pagina (n.d.r. la ciliegina sulla torta): un indirizzo e Google Maps senza un telefono se ti perdi rimani tra le montagne di Avellino anche perché il localizzatore Google inserito nella loro pagina non riesce a trovare questo indirizzo della sede legale, poi in pagina c’è contattaci perché così magari se non trovi la strada chiami finalmente un telefono: mail sito ti riporta alla terza pagina quella dove devi mandare una mail per essere poi richiamato-
A scanso di ulteriori equivoci pubblichiamo le 4 pagine del sito: sono andati in fumo tonnellate di rifiuti che ci vuole a far sparire un sito…


IL SEQUESTRO:
La guardia di finanza ha sequestrato l’impianto di stoccaggio perché la società “effettuava una gestione di rifiuti al di fuori dei limiti”
Il sindaco di Marcianise aveva proprio ragione. Oggi è stato sequestrato l’impianto di stoccaggio e recupero rifiuti della società Lea, nell’area Asi della città casertana. Per la Procura di Santa Maria Capua Vetere, “effettuava una gestione di rifiuti al di fuori dei limiti stabiliti dalla Regione Campania e causando gravi danni all’ambiente circostante”.
L’impianto sottoposto a sequestro, eseguito dai militari della Guardia di Finanza di Marcianise e da personale dell’Arpac di Caserta, è proprio quello contro il quale il primo cittadino, Antonello Veraldi, aveva messo in campo un’originale protesta. Alla fine di giugno, con sdraio e ombrellone, si era messo a presidiare, 24 ore su 24, l’ingresso dell’azienda per controllare i camion che venivano a scaricare.
Troppa puzza, troppe irregolarità. Così il sindaco, caporedattore centrale del Mattino, sotto scorta dopo gravi minacce, era riuscito a bloccare l’80% dei camion. Il 12 luglio, dopo ulteriori accertamenti dei vigili del fuoco e della Polizia municipale, aveva firmato un’ordinanza che stabiliva “la sospensione, con effetto immediato dell’attività e la conseguente chiusura al pubblico della ditta Lea”. Ora l’iniziativa della Procura conferma le accuse di Velardi e la correttezza delle sue decisioni.
Infatti il procuratore Maria Antonietta Troncone, fa riferimento proprio al sopralluogo effettuato nello scorso mese dì luglio dalla Polizia municipale che “aveva portato alla luce notevoli irregolarità nel management dell’impianto. All’interno erano stoccati rifiuti in quantità notevolmente superiori a quelle consentite e, ad aggravare ulteriormente la situazione, sono state individuate delle perdite di percolato, ovverosia il residuo dello smaltimento dei rifiuti umidi, che rischiavano di infiltrarsi all’interno del sottosuolo. Inoltre, ulteriori perdite di percolato sono state riscontrate durante alcuni trasporti da parte dei camion della società che sono stati intercettati e sequestrati”. Esattamente quanto deciso dal sindaco.
Malgrado questo, aggiunge il procuratore, “la società non ha provveduto a eliminare le irregolarità riscontrate e a smaltire gli enormi cumuli di rifiuti presenti” e perciò la Procura “ha ottenuto il vincolo cautelare all’intero capannone, con conseguente blocco dell’attività”.
L’accusa è smaltimento abusivo di rifiuti, e il sequestro, denuncia il magistrato, “si è reso necessario poiché la situazione attuale dell’impianto risulta essere di estremo pericolo atteso che il materiale accumulato all’interno del sito, non adeguatamente differenziato e smaltito, sarebbe potuto risultare altamente nocivo per l’atmosfera, per le falde acquifere e, di conseguenza, per la salute dei cittadini”. Ovviamente molto soddisfatto il sindaco.
“Avevamo ragione ad intervenire. Il nostro non era allarmismo ma preoccupazione per la salute dei cittadini e il rispetto della legalità. Buona amministrazione è anche questo, anche usare una sdraio e un ombrellone. Ringrazio la magistratura per il suo intervento che conferma la nostra azione. Ma non ci fermiamo. La storia non finisce qui: ne vedremo ancora delle belle. Inquinatori e”furbi” si devono preoccupare”.

E purtroppo non finisce qui perché c’è già una inchiesta aperta per violazione dei sigilli, danni ambientali gravissimi. Gli investigatori dovranno capire, e anche in tempi rapidi perché e come si è arrivati a tutto questo? Dove sono le collisioni?Chi ha consentito tutto ciò? Chi non ha controllato? Intanto Egisto si prepara a una nuova iniziativa imprenditoriale sempre nel settore dei rifiuti.

Gustavo Gentile

(Responsabile della redazione di Caserta)

Cronache della Campania@2018


Il pentito: ‘Al mercato ortofrutticolo decideva tutto il clan’

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Non si lavorava se non c’era il suo ok. Questo è quanto emerso dalle dichiarazioni di Felice Graziano in merito alle attività del clan Fezza-D’Auria-Petrosino all’interno del mercato ortofrutticolo di Pa­gani. Graziano faceva parte del clan egemone a Bracigliano, Mercato San Severino, Quin­dici e Sarno fino alla metà del 2000 e successivamente dive­nuto collaboratore di giusti­zia. E’ stato ascoltato nei giorni scorsi in merito all’in­dagine ‘Criniera’ sulle attività criminali all’interno del Mer­cato Ortofrutticolo di Nocera-Pagani.
L’uomo è stato ascoltato dalle forze dell’ordine in merito alle attività che la sua attività criminale svolgeva all’interno del mercato. Sopratutto Gra­ziano ha parlato dei rapporti economici e delle influenze che il suo clan aveva sui com­mercianti, sui trasporti su gomma e sulle vendite in tutta Italia attraverso i suoi contatti. ‘Al mercato lavo­rava solo chi dicevo io’. Que­sta una delle dichiarazioni emerse in videoconferenza, rispondendo alle domande dei legali. ‘Prendevamo la frutta e la mandavamo in tutta Italia, al mercato di Fondi, in Sicilia. A seconda del periodo. E io ho dato ordine che doveva ope­rare solo la società ‘La Paganese’. Ho estromesso Giovanni Ferraioli, lasciando­gli delle piccole cose, e lui mi dava soldi ogni sei mesi, ogni anno. Non era una tangente, mi faceva un regalo’. Inoltre, durante il processo, sono state registrate le deposizioni di Domenico Califano, pen­tito interno al clan paganese. Califano è stato ascoltato in merito agli affari dei video­poker, sul giro di droga e sul­l’organizzazione del gruppo capeggiato da Antonio Petro- sino D’Auria. In precedenza, nelle scorse udienze, erano stati acquisti atti per i pentiti di Sant’Egidio Vincenzo e Al­fonso Greco, padre e figlio, entrambi alla guida del gruppo di famiglia in mo­menti diversi, e Sandro Con- taldo, ex capocosca delle palazzine di Pagani, anch’egli diventato collaboratore di giustizia. Il processo intende ricostruire tutto il sistema di camorra fino al 2010 e oltre, soffermandosi anche sui pre­sunti rapporti tra organizza­zioni criminali e politica.  L’udienza è stata aggior­nata al prossimo 29 novem­bre.

Cronache della Campania@2018

L’attrice Loredana Simioli presenta al Cardarelli il video clip: ‘Io non ho vergogna’

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“Io non ho vergogna” e’ il titolo del videoclip in cui l’attrice Loredana Simioli racconta la sua personale esperienza di lotta contro il cancro. Loredana lo presentera’ domani, lunedi’ 29 ottobre alle ore 11.00, nell’Aula Mediterraneo dell’Ospedale Cardarelli. L’attrice ha diretto e realizzato il video clip all’interno del Cardarelli, nell’ambito della sua malattia purtroppo ancora in corso. L’obiettivo dell’attrice e’ quello di dare a tutti coloro che vivono la sua stessa esperienza un messaggio di speranza, di incoraggiamento a non arrendersi di fronte a una malattia cosi’ forte e difficile come quella del cancro e di non perdere mai la speranza e la gioia di vivere. Lo stile del video, le scelte artistiche, la leggerezza del racconto sono intenzionali, quasi a rappresentare una forza catartica che ribalti il gioco di potere tra malato e malattia; in cui il malato si prende gioco della malattia stessa perche’, anche se non guarisce, ne prende il controllo difendendo la bellezza della propria vita contro la forza distruttiva della patologia. Ecco allora l’ironia, i colori, la musica: il tutto orientato ad affermare la forza di vivere e della propria volonta’ su tutto il resto e sulla possibilita’, talvolta convinzione, di vincere e di guarire. La scelta della location e’ stata quasi obbligata per due ragioni: la prima perche’ il Cardarelli e’ la struttura che l’ha accolta e la sta accompagnando nel percorso di cura; in secondo luogo buona parte dei figuranti che hanno partecipato al video non fanno altro che interpretare cio’ che di fatto eseguono nella loro vita lavorativa ma con un pizzico di divertimento.

Cronache della Campania@2018

San Giuseppe, lanciano dalla finestra le buste con il ‘fumo’: finiscono ai domiciliari

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Sabato sera di controlli da parte dei carabinieri della compagnia di Torre Annunziata.
Due donne sono state arrestate per detenzione di stupefacente a fini di spaccio. La 24enne Carmela de Nicola e la 43enne Giuseppina Batti, entrambe già note alle forze dell’ordine, sono state “beccate” nell’abitazione della prima in possesso di 91 grammi di marijuana divisi in due buste; le due hanno provato a lanciare tutto dalla finestra ma sono finite ai domiciliari in attesa del giudizio direttissimo.
Tre i soggetti denunciati per guida in stato di ebbrezza. un 41enne di Trecase è stato sorpreso in centro alla guida della sua auto con un tasso superiore al grammo di alcol per litro di sangue; un 59enne di San Giuseppe Vesuviano e un 39enne di Ottaviano, invece, sono stati denunciati per essersi rifiutati di sottoporsi all’accertamento del tasso alcolemico tramite etilometro.

Cronache della Campania@2018

Napoli, operazione ‘Alto Impatto’ dei carabinieri al rione Villa e nel ‘Bronx’

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Napoli. Operazione ‘alto impatto’ da parte dei carabinieri della compagnia Poggioreale e del reggimento Campania nella notte a San Giovanni a Teduccio, periferia est di Napoli. Perquisite, tra il rione Villa e via dell’Alveo Artificiale, 13 abitazioni di soggetti ritenuti vicini alla criminalita’ locale. In via Taverna del Ferro, all’interno di una cantina la cui titolarita’ e’ in corso di accertamento, sono stati rinvenuti e sequestrati 511 involucri di marijuana del peso complessivo di circa 890 grammi, bilance elettriche, materiale per il confezionamento, una rivoltella rubata nel 2011 a Quindici in provincia di Avellino e cinque cartucce. Controllate nel corso del servizio 174 persone, 57 delle quali gia’ note alle forze dell’ordine, e sequestrati otto scooter.

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Napoli, tragedia nella notte a Scampia 17enne perde la vita nell’auto guidata da una parente

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Napoli. Tragedia nella notte a Scampia dove un giovane di 17 anni è morto in un incidente stradale avvenuto in via Ciccotti, poco dopo la mezzanotte. Il ragazzo era in auto con una parente di 28 anni e i due figli di lei, i 4 e 9 anni. Lui era al posto del passeggero lato guida. Improvvisamente nei pressi del rione Don Guanella, per cause in via di accertamento la donna ha perso il controllo della vettura, una Pand, che  è finita prima contro il marciapiede e poi si è schiantata contro il muro.Il 17enne è deceduto sul colpo. La giovane donna è stata trasportata in ambulanza al Cardarelli, dove è stata trattenuta per accertamenti ma le sue condizioni non sarebbero gravi; i due bambini sono stati portati al Santobono, dove è stato disposto il ricovero; per loro prognosi di 30 giorni. Stando ai primi accertamenti l’automobile procedeva ad alta velocità e una distrazione alla guida è stata fatale. Nessuno degli occupanti dell’auto indossava le cinture di sicurezza.

Cronache della Campania@2018

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