Quantcast
Channel: Cronaca – Cronache della Campania
Viewing all 51823 articles
Browse latest View live

Villa Literno: caccia all’auto pirata che investito e ucciso il profugo nigeriano

$
0
0

viadelledune

Un profugo nigeriano di 27 anni richiedente asilo politico è morto in un incidente stradale avvenuto stamani a Villa Literno . L’uomo era a bordo di una Fiat Punto guidata da una persona che, dopo l’incidente, è fuggita ed è ora ricercata dai Carabinieri. L’incidente – si apprende dai Carabinieri – è avvenuto in via delle Dune, in un tratto rettilineo. Per cause in corso di accertamento, il conducente ha perso il controllo dell’auto che è andata a finire contro il guard rail causando la morte del profugo. L’auto era priva di copertura assicurativa ed è stata posta sotto sequestro dai Carabinieri. Viveva fino a pochi giorni fa in una comunità di Lodi in Lombardia il nigeriano di 27 anni deceduto questa mattina nell’incidente stradale avvenuto sulla strada che collega i comuni casertani di Villa Literno e Castel Volturno. Proprio a Lodi il nigeriano aveva fatto domanda di asilo politico ed era in attesa della risposta; lì era conosciuto e aveva anche dei parenti. Poi – hanno accertato i carabinieri di Casal di Principe – il giovane è andato a Castel Volturno, dove esiste una folta comunità nigeriana e dove forse aveva parenti o amici, tra cui – ipotizzano gli investigatori – l’uomo che conduceva l’auto a bordo della quale è deceduto. L’uomo è tuttora ricercato.

 


Castellammare: morto il 19enne coinvolto nell’incidente in via don Minzoni

$
0
0

incidente

E’ morto in serata all’ospedale di Caserta dove era ricoverato il 19enne di Castellammare, Francesco Scarpato rimasto coinvolto nel primo pomeriggio di oggi in un terribile incidente stradale in via don Minzoni. Il 19 enne era in sella alla sua moto insieme con un amico  quando per cause ancora in via di accertamento si è schiantato contro un negozio. Trasportato all’ospedale San Leonardo in gravissime condizioni, poi intorno alle 19 è stato portato all’ospedale di Caserta dove però purtroppo il suo cuore ha cessato di battere poco dopo le 21. Le condizioni del suo amico fortunatamente non sono preoccupanti, ha riportato numerose fratture. Ora sarà l’inchiesta dei carabinieri a stabilire l’esatta dinamica dell’incidente.

Napoli: 15enne accoltellato sul lungomare mentre passeggiava con un amico

$
0
0

Polizia-Stradale-9

Un ragazzo di 15 anni è giunto ieri sera nell’ospedale Loreto Mare di Napoli con un ferita da taglio una gamba: ai medici e alla Polizia di Stato ha riferito di essere stato colpito da una coltellata inferta da sconosciuti mentre passeggiava con un amico lungo via Chiatamone, nei pressi del lungomare. La vittima ha riferito di essere stato colpito senza ragione: un gruppetto di giovani gli si è avvicinato con la scusa di chiedere delle informazioni e poi, all’improvviso, uno dei ragazzi ha sferrato la coltellata. Il giovane è stato soccorso dal 118, portato in ospedale, medicato e dimesso con una prognosi di 10 giorni. Sull’accaduto sono in corso indagini della Polizia.

Usura ai danni degli imprenditori: arrestati sei strozzini del clan Belforte di Marcianise

$
0
0

Guardia-di-finanza

Da decenni stringevano nella morsa dell’usura imprenditori del Casertano. La Guardia di Finanza di Marcianise, nell’ambito di indagini della Dda di Napoli, ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 6 persone (4 in carcere e 2 ai domiciliari) gravemente indiziati di far parte del clan camorristico Belforte e dei reati di usura, estorsione, riciclaggio, abusivismo finanziario, trasferimento fraudolento di valori, con l’aggravante del metodo mafioso.  Nelle indagini risultano coinvolte 9 persone. Secondo quanto ricostruito nell’ordinanza, le pressioni esercitate sulle vittime, soggette a gravi e frequenti atti di intimidazione, le ponevano in una condizione di paura e totale soggezione. A causa del timore di subire gravi ritorsioni, gli imprenditori, a fronte dei prestiti ricevuti, dovevano corrispondere interessi elevatissimi, fatto che li ha portati in situazioni di grave dissesto finanziario e quasi al fallimento. In alcuni casi gli interessi hanno superato la soglia del 120%.  Il Tribunale ha disposto, oltre alle 6 custodie cautelari, anche il sequestro preventivo nei confronti degli indagati, di appartenenti al loro nucleo familiare e di prestanome, di immobili, disponibilità finanziarie, quote societarie e beni mobili per un valore di circa 5 milioni di euro.

Castellammare piange il 19enne morto nell’incidente stradale. Centinaia di messaggi su Facebook

$
0
0

francesco scarpato due

Centinaia di messaggi stanno invadendo la bacheca facebook di Francesco Scarpato il 19enne di Castellammare morto ieri sera all’ospedale di Caserta dopo un terribile incidente stradale nel pomeriggio in via Annunziatella. Nell’impatto è rimasto ferito in maniera non grave anche un amico Salvatore G. che ora si trova ricoverato all’ospedale San Leonardo di Castellammare ma solo con qualche contusione. Le forze dell’ordine che stanno conducendo le indagini hanno sequestrato la moto su disposizione della magistratura. Ora bisognerà chiarire la dinamica dell’incidente  mortale. Dovrà essere l’amico Salvatore a ricostruire quanto accaduto domenica pomeriggio. I due erano in sella alla potente Yamaha Tdm 900. Alla guida vi era Salvatore che forse per l’eccessiva velocità e per un momento di distrazione ha perso il controllo. I due sono rovinati violentemente a terra e Francesco ha avuto la peggio. Le sue condizioni sono apparse subito gravi. Il giovane è stato portato al San Leonardo di Castellammare e poi trasferito d’urgenza a quello di Caserta dove in serata poi è morto. Francesco aveva da poco lasciato gli studi all’istituto alberghiero di Castellammare e frequentava dei corsi di formazione per trovare un lavoro.  “Mi manchi tanto cor mij” scirve su Facebook la sua amica Enza . “Buon viaggio vita mia.. sei l’angelo piu bello insieme a nostra zia! ORA SIETE VOI LA NOSTRA FORZA! VI AMO”. Ha postato invece la cugina di Francesco. E ancora un altro amico che ha il suo stesso nome di battesimo dice “Ho pregato tanto per te ma nn c’è stato niente da fare. Ci stavamo aiutando a vicende nel cammino della vita mi davi forza e coraggio ma ormai non ci sei più. Fin ieri sera abbiamo parlato dei nostri sogni ma ormai tutto e perdutNon ti dimenticherò mai eri la forza mia”.

Napoli: assalto al portavalori a Secondigliano. Ferito vigilante. Banditi in fuga

$
0
0

assalto-turate-portavalori-2

Conflitto a fuoco alle 10.30 in via Sant’Andrea ad Avellino, nel quartiere Secondigliano di Napoli, tra vigilanti e quattro rapinatori che hanno preso d’assalto un’auto che trasportata denaro. Un vigilante è stato ricoverato nell’ospedale Cardarelli con una ferita alla testa provocata da proiettile.
Secondo la prima dinamica ricostruita dalle forze dell’ordine, la pallottola  ha colpito prima il lunotto della vettura e, di striscio, la guardia giurata. Mentre i rapinatori, entrati in azione con due vetture, sono riusciti a mettere a segno il colpo e ora sono in fuga.

Regali in cambio di aggiustamenti di processi: indagato un giudice di Salerno. Coinvolti avvocati e la commissione tributaria

$
0
0

NAPOLI, 05/01/2009 VICENDA ROMEO : SI RECA IN PROCURA ITALO BOCCHINO. IL PARLAMENTARE DI AN » INDAGATO IN SEGUITO AD ALCUNE INTERCETTAZIONI TELEFONICHE. FOTO AGN/INFOPHOTO

La polizia giudiziaria della Procura di Napoli ha effettuato stamattina un blitz nella casa di un giudice salernitano. L’inchiesta, coordinata dal pool coordinato dal procuratore aggiunto Alfonso d’Avino,punta a verificare l’esistenza di un gruppo di potere organizzato per condizionare lo svolgimento di processi in cambio di regali e altre utilità. Coinvolti anche alcuni avvocati. Sono state effettuate perquisizioni anche nella commissione tributaria di Salerno.

Suquestrato in Calabria l’impero di Annunziata. L’imprenditore di San Giuseppe Vesuviano era il prestanome del boss Piromalli

$
0
0

annunziata

Assestato un duro colpo al patrimonio di un impreditore contiguo alla cosca di ‘Ndrangheta “Piromalli”, operante sul territorio della provincia di Reggio Calabria. La Guardia di finanza ha sequestrato beni per circa 215 milioni di euro riconducibili all’imprenditore Alfonso Annunziata, indicato come “punto di riferimento fondamentale” per le attivita’ economiche del clan “Piromalli”. Il provvedimento di sequestro, emesso dalla Sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria, e’ stato eseguito dalle Fiamme Gialle del locale Comando provinciale, del Nucleo Speciale Polizia Valutaria e dello Scico di Roma, in Calabria e in Campania. Sotto sequestro sono finite 6 imprese, 85 unita’ immobiliari, 42 rapporti finanziari personali e aziendali nonche’ denaro contante per quasi 700 mila euro, il tutto per un valore stimato pari a circa 215 milioni di euro. C’è anche il più grande parco commerciale della Calabria tra i beni sequestrati stamani dalla Guardia di Finanza ad un imprenditore ritenuto contiguo alla cosca Piromalli di Gioia Tauro e ritenuto il “cuore imprenditoriale” della cosca stessa. Si tratta del Parco “Annunziata” dell’imprenditore Alfonso Annunziata, di San Giuseppe Vesuviano ma trasferitosi a Gioia Tauro alla fine degli anni ’80. Il centro era già stato sequestrato nel marzo dello scorso anno nell’operazione “Bucefalo” condotta contro la cosca Piromalli. Allora si trattava di un sequestro penale, mentre in questo caso il provvedimento – emesso dal Tribunale di Reggio Calabria su richiesta della Procura della Repubblica – rientra tra le misure di prevenzione. L’attività è attualmente in amministrazione giudiziaria e, secondo gli investigatori, è “un esempio virtuoso nella gestione dei beni sequestrati”. In occasione dell’operazione “Bucefalo”, Annunziata è stato arrestato per associazione mafiosa. Il processo che lo vede imputato si sta celebrando davanti ai giudici del Tribunale di Palmi. Secondo quanto aveva scritto il gip di REGGIO CALABRIA nell’ordinanza di custodia cautelare, Annunziata “non è un imprenditore vittima, non è stato e non è costretto a favorire la cosca Piromalli. Al contrario, è un soggetto storicamente legato ai componenti di vertice della famiglia ed è, dunque, un soggetto intraneo che si presta da oltre 20 anni volontariamente e consapevolmente al perseguimento degli scopi imprenditoriali ed economici della cosca. Annunziata, in definitiva, è da ritenere partecipe della cosca Piromalli, rappresentandone il ‘cuore imprenditoriale'”. L’esistenza di un indissolubile rapporto di cointeressenza economico-criminale tra Annunziata ed i Piromalli, che risalirebbe sin dalla prima metà degli anni ’80, secondo l’accusa, avrebbe trovato riscontro nelle dichiarazioni di diversi collaboratori di giustizia oltre che nelle indagini, svolte anche mediante intercettazioni telefoniche e ambientali. Significa in tal senso, per gli investigatori, è una conversazione in cui Annunziata, parlando in auto con la moglie mentre transita davanti a un terreno in cui si trova una villa di proprietà dei Piromalli, racconta di quando si era più volte recato a trovare “Peppe il vecchio”, il boss Giuseppe Piromalli, quando quest’ultimo all’epoca latitante – era ricercato nel luglio 1979 ed è stato arrestato nel 1984 – si trovava in una baracca a giocare a carte con altri amici.


Arriva al Csm al vicenda del giudice salernitano che aggiustava i processi in cambio di regali

$
0
0

sede-consiglio-superiore-227830

Sul caso del giudice salernitano Mario Pagano, originario di Roccapiemonte, indagato dalla procura di Napoli per una serie di reati, a cominciare dall’associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, potrebbe presto intervenire il Csm. Il consigliere laico di Forza Italia Pierantonio Zanettin ha infatti chiesto al Comitato di presidenza l’apertura di una pratica in Prima Commissione per “valutare se sussistano profili di incompatibilità ambientale o funzionale sotto il profilo dell’appannamento dell’immagine di terzietà e imparzialità” per il magistrato coinvolto nell’indagine. Se il vertice di Palazzo dei marescialli darà il via libera alla richiesta la Commissione incaricata dovrà in sostanza accertare se vi sono i presupposti per un trasferimento d’ufficio del giudice sotto inchiesta. Il magistrato indagato dalla Procura di Napoli era in servizio alla sezione Civile del Tribunale di Salerno mentre adesso è presidente di Sezione a Potenza. Cinque i capi di imputazione contestati dai pm Celeste Carrano e Ida Frongillo, coordinanti dal procuratore aggiunto Alfonso D’Avino. Associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, abuso d’ufficio, millantato credito, traffico di influenze illecite e accesso abusivo nel sistema informatico. Secondo le ipotesi che questa mattina hanno portato all’emissione di decreti di perquisizioni anche nei confronti di avvocati ed imprenditori salernitani, il magistrato avrebbe ‘aggiustato’ processi in corso davanti ad uffici giudiziari del tribunale di Salerno e presso le commissioni tributarie regionali. Tutto sarebbe partito dopo alcune intercettazioni telefoniche nelle quali si faceva riferimento a raccomandazioni fornite da lui.

Marcianise: sequestrati anche beni per 5 milioni di euro ai 6 strozzini del clan Belforte arrestati

$
0
0

arresti clan belforte

 Nel corso della notte, nell’ambito di indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, nell’ambito della cosi’ detta operazione “DYNASTY”, la Compagnia della Guardia di Finanza di Marcianise ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 6 soggetti, 4 in carcere e 2 ai domiciliari, gravemente indiziati di aver partecipato, a vario titolo, all’associazione per delinquere di tipo camorristico denominata “clan Belforte” o “Mazzacane”, ponendo in essere, in modo continuativo, fatti di usura, estorsione, riciclaggio, abusivismo finanziario, trasferimento fraudolento di valori, con l’aggravante dell’utilizzazione del metodo mafioso. Dalle indagini e’ emersa un’attivita’ usuraia perpetrata in modo sistematico e quotidiano attraverso continue richieste di denaro in danno delle numerose vittime. Le vittime subivano pressioni e frequenti atti di intimidazione. A causa del timore di subire gravi ritorsioni, gli imprenditori, a fronte dei prestiti ricevuti, dovevano corrispondere interessi elevatissimi in una spirale perversa che li ha portati in una situazione di grave dissesto finanziario e sul ciglio del fallimento. Le vittime, seppur inizialmente reticenti perche’ costrette al silenzio, a seguito delle indagini svolte dalla Fiamme Gialle, poste di fronte ai fatti, hanno confessato di essere da decenni vittime degli appartenenti al clan camorristico. Sulla base dei dati raccolti, e’ stato quindi dettagliatamente ricostruito il “giro d’affari” della consorteria criminosa e, attraverso un puntuale esame della documentazione bancaria, sono stati determinati gli interessi usurai applicati, che, in alcuni casi, hanno superato la soglia del 120%. L’ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. del Tribunale di Napoli ricostruisce le vicissitudini criminali del clan “Belforte”, operante in Marcianise e nei paesi limitrofi. Le dichiarazioni rese dai collaboratori di giustizia, oggetto di plurimi provvedimenti giudiziari, sono conformi nel ritenere che i “Mazzacane” gestiscono le estorsioni ai danni di imprenditori e commercianti locali, controllano il traffico di stupefacenti, si infiltrano nelle attivita’ imprenditoriali, o costituiscono vere e proprie societa’ con imprenditori compiacenti agevolati nella concessione di appalti, ovvero concedono prestiti agli imprenditori in difficolta’ in cambio di interessi usurari (oltre al pagamento delle tangenti). Sulla base della comprovata appartenenza al gruppo criminale, il Tribunale partenopeo, oltre alle 6 custodie cautelari, ha disposto il sequestro preventivo nei confronti degli indagati, di appartenenti al loro nucleo familiare e di prestanome, di immobili, disponibilita’ finanziarie, quote societarie e beni mobili per un valore di circa 5.000.000 euro. Ai fini della confisca, sono stati quindi complessivamente sottoposti a vincolo cautelare 14 immobili (tra cui due villette con piscina), 7 autovetture di pregio, quote di partecipazione in 4 societa’ di capitali e n. 13 rapporti bancari. E’ opportuno rimarcare che, grazie agli strumenti normativi della confisca speciale o allargata e di quella per equivalente, e’ possibile aggredire i patrimoni illeciti e privare gli autori del reato dei mezzi e del capitali necessari per perpetrare le proprie attivita’ criminali.

Giugliano: violenza sessuale di gruppo ai danni di una 28enne dell’ Est. Arrestati in due

$
0
0

violenza-sessuale1-500x330

Due uomini di 43 e 25 anni accusati di violenza sessuale di gruppo e atti persecutori ai danni di una donna di 28 anni dell’Est europeo sono stati arrestati dai carabinieri di Giugliano in Campania. Nel corso di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Napoli Nord, i militari dell’arma hanno accertato che i due, entrambi di Giugliano, tra il dicembre del 2015 e i primi di gennaio 2016 avrebbero costretto la donna a subire atti sessuali, minacce, violenze fisiche e psicologiche e comportamenti persecutori (con pedinamenti, appostamenti, controlli, comunicazioni e molestie telefoniche) che hanno provocato nella vittima stati d’ansia e paura tali da indurla a modificare le sue abitudini quotidiane. Il provvedimento restrittivo agli arresti domiciliari è stato emesso dal gip del Tribunale di Napoli Nord.

 

 

 

 

 

 

Napoli, rapina con sparatoria al portavalori: bottino 26, 850 euro. E’ caccia ai banditi

$
0
0

assalto portavalori 2

Si è protratto per chilometri l’inseguimento tra la Fiat Panda portavalori dell’istituto di vigilanza Cosmpol e i rapinatori, a bordo di due vetture ora attivamente ricercate, terminato in via Sant’Andrea Avellino, nel quartiere di Secondigliano a Napoli, con l’assalto, la rapina e il ferimento di un vigilante. L’auto dell’istituto di vigilanza e la sua scorta, infatti, sono state intercettate dalle due auto dei banditi sulla rotonda di Secondigliano, all’angolo di via Flavio Gioia, parecchi chilometri prima del luogo dove poi è scattato il raid. Complessivamente i malviventi hanno rapinato 26.580 euro. Numerosi i colpi di pistola e fucile esplosi, verosimilmente anche durante l’inseguimento. Le due vetture dell’istituto di vigilanza sono state colpite su entrambi i lati. Secondo quanto si è appreso il vigilante ferito viaggiava, da solo nella vettura dove erano stati sistemati i soldi. Altro vigilante, anche lui da solo, era a bordo dell’altra Panda e svolgeva mansione di scorta.

 

 

Caivano: poliziotto eroe salva bimba di sette mesi che stava soffocando

$
0
0

bimba-muore-seimesi-nido

Poliziotto eroe salva la vita ad una bimba di appena sette mesi, che stava soffocando nel passeggino. E’ accaduto nella tarda mattina a caivano. L’agente di polizia era libero dal servizio e il fato ha voluto che si trovasse a transitare in via Rosselli proprio mentre la mamma della bimba, che spingeva il passeggino e stava tornando a casa, si è accorta che la piccola stava soffocando ed era diventata cianotica. La donna ha iniziato ad urlare e a chiedere aiuto. Le si avvicinato il poliziotto che presta servizio presso il Reparto di Prevenzione Crimini Campania. L’uomo con una mossa rapida ha sollevato la piccola, mettendola prima a testa in giù e poi premendo con una “ delicata” forza sul plesso solare e la schiena della piccolina, liberando così le vie aree o da un corpo estraneo che la piccola aveva inghiotto. La piccolina, come avviene in casi del genere, dopo un paio di colpi di tosse, ha ripreso colore e conoscenza, come se nulla fosse accaduto. Il poliziotto si è allontanato dopo i ringraziamenti della donna lasciando la piccola alle coccole della mamma ancora impaurita.

 

Ecco il comitato d’affari che aggiustava i processi nei Tribunali di Salerno e Nocera. I nomi dei 10 indagati

$
0
0

tribunale-di-salerno161

 Un comitato di affari che operava all’interno del Palazzo di Giustizia di Salerno. Una storia di interferenze, raccomandazioni, processi pilotati e computer violati per accedere a informazioni riservate. E’ lo scenario investigativo disegnato dall’ inchiesta che ha portato oggi all’esecuzione di dieci perquisizioni, nei confronti, in particolare, di un giudice, nonché di avvocati, cancellieri e di un funzionario della Provincia, per una serie di reati che vanno dall’associazione per delinquere alla corruzione in atti giudiziari, abuso di ufficio, traffico di influenze, millantato credito, rivelazione di segreto di ufficio e accesso abusivo in un sistema informatico. Un ruolo centrale sarebbe stato rivestito, secondo l’ipotesi accusatoria al vaglio della procura di Napoli, dal giudice Mario Pagano, 56 anni, che è stato in servizio nella sezione civile del Tribunale di Salerno prima di trasferirsi al Tribunale di Potenza. In particolare, Pagano avrebbe raccolto informazioni sulle cause che gli venivano ”segnalate” da esponenti del presunto sodalizio allo scopo di pilotare i fascicoli ed assegnarli a giudici ”compiacenti” o da contattare per ”condizionarne la decisione”. Cause soprattutto civili e controversie tributarie (Pagano ha fatto anche parte della commissione tributaria di Salerno). L’inchiesta è stata avviata dai pm Celeste Carrano e Ida Frongillo della procura di Napoli – competente ad indagare sui magistrati del distretto di Salerno – coordinati dal procuratore aggiunto Alfonso D’Avino. Per verificare la fondatezza di una serie di elementi acquisiti da intercettazioni telefoniche, i pm hanno incaricato la squadra mobile di Napoli di eseguire una serie di perquisizioni. Tutto nasce da una telefonata tra un avvocato, Roberto Lambiase, e un suo amico, ascoltata dagli inquirenti della procura di Nocera Inferiore. Lambiase (indagato per corruzione in atti giudiziari in concorso con il magistrato) sosteneva di aver corrotto, consegnandogli un orologio Rolex, il giudice Pagano per ottenere lo spostamento di una udienza riguardante una causa di fallimento, e perché venisse respinto un ricorso della controparte. L’avvocato, nel corso della stessa conversazione, avrebbe affermato che Pagano era solito ”vendere” le sentenze. Verità o millanterie? E’ il nodo che stanno tentando di sciogliere gli inquirenti della procura partenopea che nel frattempo hanno acquisito una serie di elementi tali da far ipotizzare l’esistenza di un ”comitato di affari”. Di cui farebbero parte, oltre a Pagano indicato come promotore, anche gli avvocati Augusta Villani (che è anche Got, giudice onorario a Salerno), Nicola Montone, funzionario presso l’ufficio recupero crediti del Gip del Tribunale di Salerno e cognato del giudice, Michele Livrieri, assistente giudiziario addetto alla cancelleria degli Affari civili, gli avvocati Giovanni Pagano e Gerarda Torino, il tributarista Gerarda Torino, e Renato Coppola, dipendente della Provincia di Salerno e considerato il ”factotum” di Pagano. Indagato per concorso in rivelazione di segreto e accesso in sistema informatico anche un imprenditore, Giacomo Sessa, che avrebbe ottenuto informazioni riservate su una causa in cui era coinvolto.

NapolI: in auto con 12 chilogrammi di hascisc. Manette per Anita Ira e i suoi complici

$
0
0

firenze_undici_chili_hashish_casa_2016_02_05_

Circa dodici chilogrammi di hascisc sono stati sequestrati dalla polizia nel corso di una operazione che ha portato all’arresto di tre persone. Gli agenti della sezione narcotici della Squadra mobile della questura di Napolinel pomeriggio di ieri lungo il tratto autostradale dell’A3, all’altezza dello svincolo di Barra, hanno bloccato una vettura a bordo della quale hanno rinvenuto circa 11 chilogrammi di hascisc. Successivamente in casa di uno dei fermati gli agenti hanno ritrovato altri 500 grammi di stupefacente. Al termine dell’operazione l’arresto è scattato per Pasquale Lappone, di anni 35; Palma Dell’Aversana, di 32 anni, e per Anita Ira, di anni 26 Quest’ultima non era nella macchina dove è stata trovata la droga ma alla guida di una altra macchina. Per gli investigatori avrebbe fatto da ‘staffetta’ agli altri due.


Nocera, tensione al processo contro Nobile Izzo il serial killer delle prostitute

$
0
0

combo nobile izzook

“Voglio guardare in faccia l’assassino di mia madre”: un grido si è levato dall’aula dove, ieri mattina si stava celebrando l’udienza preliminare, a carico di Nobile Izzo, il presunto assassino di Santina Rizzo e Maria Ambra, le due prostitute uccise il 13 febbraio 2010 e il 30 maggio 2014. A gridare una delle figlie di Maria Ambra, a conclusione dell’udienza preliminare nella quale si è deciso di rinviare per dare incarico ad un perito di valutare le condizioni di Nobile Izzo. Presente in aula il presunto serial killer, detenuto dallo scorso anno, assistito dall’avvocato Andrea Vagito. In aula anche i parenti, figli e nipoti delle due donne uccise a distanza di quattro anni. E quando il Gup Luigi Levita ha chiesto: “Cosa chiedono le parti civili?” dalla platea si è levato il grido “Giustizia”. In realtà, solo alcuni dei parenti si sono costituiti parte civile. In primis il figlio di Santina Rizzo, Luigi, assistito dall’avvocato Alessandro Laudisio e Fabio Carusone, e poi due dei nipoti di Maria Ambra. Il difensore di Nobile Izzo, il 53enne nocerino, ritenuto l’assassino seriale delle due donne ha chiesto al Gup di accedere al rito abbreviato, rito condizionato da una perizia psichiatrica sulla capacità di intendere e volere al momento della commissione del fatto, qualora sia stato lui a commettere gli omicidi. Nonostante le confuse ammissioni di Nobile Izzo, la difesa continua a mettere in dubbio che il tappezziere nocerino non sia responsabile dei due omicidi. Anche ieri mattina, il 53enne, è apparso confuso, quasi assente. Il Gup Levita ha accolto la richiesta della difesa ed ha disposto una perizia psichiatrica, incentrata sulla capacità di intendere e volere, dell’imputato, affidata al perito Corrado De Rosa. Nel corso delle indagini, coordinate dal pm Giuseppe Cacciapuoti, il medico psichiatra Tito De Marinis aveva concluso, nella perizia disposta dal difensore, che Nobile Izzo era totalmente incapace di intendere e volere al momento della commissione del fatto. Il processo è stato rinviato a maggio prossimo quando l’esperto nominato dal Tribunale dovrà depositare a relazione psichiatrica sull’imputato. L’uomo è accusato di omicidio volontario e vilipendio di cadavere, in tutte e due le occasioni dopo aver ucciso si è accanito sulle vittime. Entrambe le donne erano note per la loro attività di prostitute. Santina Rizzo, 63 anni e Maria Ambra, 74 anni, furono trucidate a distanza di 4 anni a Nocera Superiore. Una vicenda terribile.(ro.fe.)

Arrestato ad Avellino un corriere della droga di Calvizzano: aveva 51 chilogrammi di hascisc nascosti in auto

$
0
0

hascisc sequestrato

 I carabinieri della Compagnia di Avellino hanno sequestrato 51 kg di hashish e arrestato il “corriere”, un 35enne di Calvizzano. L’uomo è stato fermato alla guida di un pick up all’uscita del casello di Avellino ovest dell’autostrada A16 Napoli-Canosa. In un doppio fondo ricavato sotto il cassone dell’auto, erano stati nascosti 510 panetti di hashish da 100 grammi ognuno. Decisivo l’intervento di Pirat, un cane pastore tedesco in forza all’Unità cinofila dei carabinieri di Sarno (Salerno), che grazie al suo fiuto ha consentito ai militari di scoprire il carico, dal quale sarebbero state ricavate oltre 300 mila dosi per un valore tra gli 800 mila e 1 milione e mezzo di euro. L’uomo è stato trasferito nel carcere avellinese di Bellizzi.

Benevento: arrestato custode di una villa per ricevimenti. Nascondeva 600 grammi di cocaina

$
0
0

carabinieri

 Armi, droga e denaro sono stati sequestrati dai Carabinieri di Benevento che hanno arrestato in flagranza di reato un 50enne di Benevento per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, ricettazione e detenzione abusiva di armi comuni da sparo e materiale esplodente.Le indagini condotte dai militari dell’Arma e coordinate dalla procura di Benevento sono culminate nell’esecuzione di un decreto di perquisizione personale e locale in una lussuosa villa in via di Pace Vecchia a Benevento, adibita a struttura per ricevimenti, dove l’uomo presta mansioni di custode. Le perquisizioni, condotte anche con l’utilizzo di unità cinofile dei Carabinieri, hanno consentito di trovare e sequestrare 600 grammi di cocaina, materiale utilizzato per il confezionamento delle dosi di stupefacente, una pistola Beretta calibro 6.35 risultata rubata a Benevento nel 2007 con relativo munizionamento, una pistola Beretta calibro 7.65 su cui saranno eseguiti ulteriori accertamenti, 210 euro in banconote di vario taglio e una bomba carta. L’uomo è stato portato nel carcere di Secondigliano.

Afragola, aveva tentato di rapinare un’insegnante all’uscita di scuola: arrestato 36enne

$
0
0

carabinieri-1024x681

Aveva tentato di rapinare un’insegnante nel parcheggio della scuola, minacciandola di ucciderla se avesse strillato. Un 36enne originario di Afragola  è stato arrestato dai Carabinieri di Santa Maria a Vico (Caserta) in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare degli arresti domiciliari per il reato di rapina in concorso e lesioni. Secondo le indagini coordinate dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere, il 36enne aveva aggredito l’insegnante quando quest’ultima era entrata nella sua auto nel parcheggio della scuola “Vittorio Bachelet” di Santa Maria a Vico. Nel tentativo di portarle via la collana, l’uomo le aveva urlato: “Stai zitta, non strillare, se strilli ti ammazzo”. La donna era riuscita ad attirare l’attenzione dei dipendenti della scuola e degli alunni suonando il clacson, costringendo il rapinatore a scappare a bordo di un’auto guidata da un complice. L’insegnante, curata al pronto soccorso dell’ospedale di Maddaloni, è stata giudicata guaribile in 5 giorni per escoriazioni al collo. Il 36enne è stato sottoposto agli arresti domiciliari mentre il complice è stato deferito.

La mamma di Ciro Esposito: “L’ergastolo sia un monito”. Già migliaia di iscritti alla pagina Fb in cui viene chiesto il carcere a vita per De Santis

$
0
0

La mamma di Ciro Esposito, Antonella Leardi, alla presentazione di "Ciro vive", il libro dedicato al figlio morto lo scorso maggio a seguito degli incidenti verificatisi prima della finale di Coppa Italia tra Napoli e Fiorentina, 1 aprile 2015 a Roma.
ANSA/MASSIMO PERCOSSI

“La richiesta di ergastolo deve essere un monito, non è una questione di soddisfazione, io ho perso mio figlio e nessuno me lo ridarà ma chi esce per uccidere ci deve pensare due volte”. Così Antonella Leardi, madre di Ciro Esposito – il tifoso del Napoli ferito il 3 maggio 2014, poco prima della finale di Coppa Italia tra Fiorentina e Napoli, e morto dopo un’agonia di 53 giorni – ha commentato la richiesta di ergastolo avanzata oggi per l’ultrà giallorosso Daniele De Santis, accusato di avere ucciso il giovane napoletano. Intanto già conta migliaia di iscritti la pagina facebook (www.facebook.com/Vogliamo-lergastolo-per-De-Santis-144782187880 3521/?fref=ts) sulla quale viene chiesto l’ergastolo per Daniele De Santis, l’ultrà giallorosso accusato dell’omicidio di Ciro Esposito, ferito gravemente il 3 maggio 2014 poco prima della finale di Coppa Italia tra Fiorentina e NAPOLI e morto dopo un’agonia di 53 giorni. A renderlo noto, attraverso un comunicato, è l’assessore regionale della Campania Francesco Emilio Borrelli. Oggi, la Procura di Roma, ha chiesto proprio l’ergastolo per De Santis. “Non è possibile un’altra pena – continua Borrelli – se non quella per chi, prima, ha messo a rischio la vita di centinaia di persone, compresi bambini, e poi ha ucciso un ragazzo sceso per aiutare le famiglie prese di mira da De Santis”. Secondo il consigliere regionale dei Verdi, “la richiesta dell’ergastolo era inevitabile e i giudici dovranno confermare la richiesta del pubblico ministero per una persona che, anche oggi, ha dato segnali del suo atteggiamento spavaldo e di sfida definendo buffoni i magistrati”. “Se c’è un buffone in questa storia tristissima – conclude Borrelli – è lui, un assassino buffone che merita di restare in carcere fino alla fine dei suoi giorni”.

Viewing all 51823 articles
Browse latest View live


<script src="https://jsc.adskeeper.com/r/s/rssing.com.1596347.js" async> </script>