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Channel: Cronaca – Cronache della Campania
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Napoli, rimosse dai volontari della Legalità le scritte contro il pm e la Digos

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I volontari dell’associazione Legalita’ e Territorio hanno coperto la scritta ingiuriosa rivolta da ignoti alla Digos e al magistrato antimafia della Procura della Repubblica di Napoli Catello Maresca che da mesi campeggiava in via Marina a Napoli. I volontari sono entrati in azione nel pomeriggio di ieri ed hanno sostituito la frase di insulti con l’hashtag “# io sto con Catello e con la Digos”.  Hanno deciso di scendere in campo, dalla parte di chi lavora per far rispettare le leggi. Via quelle scritte offensive contro Catello Maresca, punta di diamante della Procura di Napoli dopo una vita spesa nel pool antimafia e attualmente in forza al pool reati contro la pubblica amministrazione.Una scritta offensiva contro magistrato e forze di polizia giudiziaria (la Digos) ritenuti responsabili di aver condotto una indagine su uno dei filoni anarchici a Napoli.

Cronache della Campania@2018


Napoli, infermiere picchiato al Cardarelli per difendere una dottoressa: denunciato un uomo del rione Sanità

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Ancora un caso di violenza al Cardarelli e precisamente nell’unità operativa di Chirurgia plastica e centro ustioni. Intorno le dieci de mattino, dal centro trapianti di fegato, arriva un paziente già trapiantato, residente nel quartiere Sanità. Di turno c’è la dottoressa.
“Aveva una piccola neoformazione sul naso – spiega la dottoressa Sandra Ruitz che era di turno  – lesioni molto frequenti in questi pazienti che sono costretti ad assumere farmaci immunosoppressori per evitare il rigetto. Dopo averlo visitato e rassicurato sulla possibilità di effettuare l’intervento in anestesia locale gli ho chiesto di recarsi in cardiologia  per un elettrocardiogramma. Dopo circa un’ora il paziente è tornato munito del tracciato. Gli ho spiegato che in base all’organizzazione informatizzata interna ci sarebbe stato da attendere qualche giorno. Al massimo una settimana o due. Gli ho anche detto che avrei fatto il possibile per accorciare quell’attesa. Ma lui ha prima protestato poi ha urlato “vi ammazzo tutti” dirigendosi verso di me con cattive intenzioni. A quel punto, per fortuna, è intervenuto un mio collega medico che lo ha bloccato e accompagnato fuori dalla stanza. Nel corridoio si è prima steso a terra, poi quando il collega gli ha detto che se non la smetteva lo avrebbe denunciato, si è rialzato ed è di nuovo venuto verso di me, ancor più minaccioso, minacciando di ammazzarmi. Il caposala Antonio Gagliardo è accorso e lo ha bloccato fisicamente. Lui si è divincolato sferrando calci e pugni. Quindi, insieme alla moglie credo, si è dileguato lasciando il reparto”.
Subito dopo l’episodio sono state allertate le forze dell’ordine e la direzione sanitaria. Sia la dottoressa Ruitz, sia il caposala, hanno sporto denuncia e si sono fatti refertare in pronto soccorso riportando un giorno di prognosi l’una e tre giorni l’altro. “Siamo stanchi – ha dichiarato la dottoressa – è diventato uno stillicidio” . L’associazione Nessuno Tocchi Ippocrate, a tal proposito propone che “l’aggressore sconti parte della pena come volontario soccorritore a bordo delle ambulanze del 118. Questa gente deve vivere il nostro panico quando ci dirigiamo su un codice rosso, tastare il polso alla vita che facciamo, all’assurdo di essere schiaffeggiati mentre corriamo in loro soccorso”.

Cronache della Campania@2018

Il figlio arrestato nel blitz e lui muore d’infarto

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Pietro Volpe, novantadue anni, è morto per un arresto cardiaco alle otto del mattino di mercoledì, dopo aver saputo dell’arresto di suo figlio Francesco, funzionario dell’Ufficio Ragioneria del comune di San Mauro Cilento. Notte insonne, quella del blitz, anche per la figlia di dieci anni del vicesindaco Fernando Marrocco, che ha avuto una crisi respiratoria ed è stata ricoverata all’ospedale San Luca di Vallo della Lucania.
Il blitz ha portato all’arresto, oltre che dei funzionari Francesco Volpe e Angelo Cilento, anche dei consiglieri comunali Pasquale Volpe e Fabrizio Cusatis, del sindaco di San Mauro Cilento Carlo Pisacane, del vicesindaco Fernando Marrocco, dell’assessore Angelo Di Maria, del segretario comunale Claudio Auricchio e di Alfonso Palmieri, amministratore delegato di una ditta di trasporti operante nel settore della raccolta dei rifiuti. Una clamorosa retata nella quale la magistratura ha delineato un quadro accusatorio che parla di corruzione e gestione familistica della cosa pubblica da parte di amministratori e funzionari di San Mauro Cilento.
In paese parlano del sindaco come una persona brava, umile e sempre disponibile: “Saranno stati superficiali – commenta una signora – ma non hanno fatto male a nessuno”. La comunità locale sta cercando di organizzare una manifestazione di piazza per far sentire il proprio sostegno al sindaco Pisacane e agli altri amministratori e funzionari coinvolti nella vicenda giudiziaria.

Cronache della Campania@2018

Poggiormarino, bomba dei signori del racket contro agenzia immobiliare

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carabinieri arresto

Poggiomarino. Si indaga a tutto campo sull’ordigno rudimentale esploso davanti all’agenzia immobiliare Giugliano la scorsa notte. Ad accorgersi del raid notturno sono stati gli stessi proprietari dell’agenzia che in mattinata hanno allertato i carabinieri. Sulla vicenda indagano i militari della compagnia di Torre Annunziata. Sono state recuperate le immagini del sistema di videosorveglianza presente in zona. Gli investigatori seguono diverse piste ma ora si stanno concentrando soprattutto sulla ricostruzione della dinamica. Chi ha lanciato la bomba ha utilizzato un’auto. È il particolare emerso dalla visione delle immagini. I titolari hanno spiegato ai carabinieri di non aver mai ricevuto minacce anche se i militari tengono conto di un particolare. L’agenzia è infatti di proprietà di parenti alla lontana del boss Antonio Giugliano, capo del clan locale, attualmente detenuto. I titolari dell’agenzia non hanno avuto mai problemi con la giustizia e non sono mai stati coinvolti nelle attività del parente. Nelle prossime ore saranno ascoltati i gestori dell’agenzia immobiliare e si continuerà a passare a setaccio le immagini delle telecamere alla ricerca di qualche dettaglio utile.

Cronache della Campania@2018

‘Ti sei dimenticato che è fine mese e devi pagare?’, i nuovi ras di Pianura chiedevano il pizzo a tutti

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“Ti sei dimenticato….? Di fine mese? Vabbè, facciamo il 7, però ci devi dare tutto. Ora mi devi dare di più perché l’altra volta hai messo in mezzo una donna…”. a parlare è Antonio Bellofiore detto 38 per la sua passione per revolver calibro 38, una delle nuove leve del clan Pesce -Marfella di Pianura, fratello di Giovanni condannato due settimane  fa a 8 anni di carcere nel maxi processo contro la cosca che ha visto infliggere oltre due secoli di carcere ai clan di Pianura. Il 27enne che ora era al vertice dell’organizzazione criminale insieme con PIetro Sorretino detto Bebè è stato arrestato ieri insieme con altri cinque affiliati. In tempo di magra avevano imposto il pizzo perfino  quelli che vendevano le sigarette di contrabbando agli angoli delle strade, nelle case , nei bar e nei circoli privati. ma anche ai negozi di abbigliamento chiedendo vestiti e soldi in cambio di ‘protezione’ e per le ‘famiglie dei carcerati’. Con lui sono finiti in carcere anche Pietro Riano, detto o’ pompiere nato a Napoli il 23 agosto del 1985; Carmine Guadagno, detto o’ cerrano, nato a Napoli l’undici aprile del 1980 (tutti hanno precedenti penali); per Pietro Sorrentino, nato a Napoli il 21 aprile del 1970. Finiscono invece ai domiciliari l’incensurato Giorgio Sorrentino, (figlio del ras Giorgio) nato a Napoli il 10 marzo del 1992, Michele Ortone, nato a Napoli il 25 gennaio del 2000, anche in questo caso con precedenti penali. Una delle vittime del racket era stato convocato presso Bellofiore. “Tu sei un bravo ragazzo, non ti dovevi scomodare fino a qua. Però a fine mese mi devi dare un regalo per Natale e Capodanno”, gli venne detto. Il nuovo gruppo , come spiegato dagli investigatori aveva “imposto la loro presenza criminale sul territorio di Pianura attraverso numerose estorsioni perpetrate, senza distinzione alcuna, nei confronti di attività commerciali, lecite e illecite”.Nell’inchiesta figura anche il nome di una settima persona che risulta latitante.

(nella foto da sinistra Pietro Sorrentino, Antonio Bellofiore, Pietro Raiano, Giorgio Sorrentino, Carmine Guadano)

Cronache della Campania@2018

Confermato in Appello il sequestro di 5,5 milioni di euro a monsignor Nunzio Scarano

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La Corte di Appello di Salerno – Sezione della Misure di Prevenzione ha confermato integralmente il decreto di applicazione della misura di prevenzione patrimoniale, emesso a gennaio 2017, dal Tribunale di Salerno nei confronti del monsignore Nunzio Scarano, rigettando il ricorso presentato dallo stesso.
La Corte di Appello ha ritenuto, infatti, comprovata la pericolosità sociale del prelato, avuto riguardo ai vari procedimenti penali a suo carico ed al tenore di vita sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati, confermando la confisca ed il vincolo cautelare nei confronti del patrimonio di 5,5 milioni di euro in precedenza sequestrato.
Tale ultimo decreto costituisce quindi un’ulteriore conferma delle determinazioni a cui la Procura della Repubblica di Salerno era pervenuta a conclusione dei complessi accertamenti delegati alla Guardia di Finanza di Salerno e che avevano già portato a chiedere ed ottenere misure cautelari personali (nella forma della custodia cautelare degli arresti domiciliari) e reali (nella forma del sequestro preventivo per equivalente) nei confronti di Nunzio Scarano.
Le indagini, svolte dai finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria su delega di questa Procura della Repubblica, hanno consentito di accertare non solo l’evidente sproporzione tra le fonti economiche e i corrispondenti impieghi posti in essere dal monsignor Scarano, ma anche di analizzare e qualificare, attraverso la dettagliata disamina delle numerose operazioni sia finanziarie, sia immobiliari, l’origine e la natura delle provviste utilizzate dal prelato.
A tal fine decisiva è risultata la attività di collaborazione internazionale avviata e perfezionata da questa Procura con la corrispondente Autorità Giudiziaria elvetica, attraverso il ricorso all’istituto della rogatoria, che ha consentito di acquisire documentazione bancaria, il cui esame è risultato determinante non solo per la certa riconducibilità delle società off-shore – dalle quali deriva la quasi totalità delle sproporzionate disponibilità finanziarie di cui lo Scarano ha potuto disporre – ma anche per la qualificazione delle cospicue risorse finanziarie accertate come “redditi non dichiarati” e, pertanto, illecite.

Cronache della Campania@2018

Castellammare, stupro di gruppo alla 12enne: fermati tre del branco

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Castellammare. Tre minorenni sono stati fermati dalla Polizia per lo stupro di una dodicenne avvenuto ad aprile a Castellammare di Stabia. I fermi, ordinati dalla procura presso il tribunale dei minori di Napoli, giungono dopo le indagini degli agenti della Squadra mobile partenopea e del commissariato di Castellammare. La violenza era stata denunciata dalla stessa vittima, dopo un mese di silenzio. Le indagini si sono svolte in un clima di massimo riserbo, caratterizzato dal susseguirsi di voci non confermate, come quella – poi smentita – secondo cui la dodicenne sarebbe rimasta incinta in seguito allo stupro. Dai pochissimi elementi filtrati si sa che la giovane avrebbe deciso di denunciare gli abusi dopo un mese di silenzio perche’ convinta da insegnanti e genitori: docenti e familiari, preoccupati per le sue condizioni emotive visibilmente alterate, erano riusciti dopo molte insistenze a farsi raccontare l’accaduto. La 12enne ha spiegato di aver accettato un invito a uscire in motorino da parte di un ragazzo piu’ grande, invito trasformatosi in una trappola quando l’accompagnatore ha condotto la vittima in un luogo appartato, in campagna, dove sarebbero avvenuti gli abusi anche da parte di altri due adolescenti giunti nel frattempo.

Cronache della Campania@2018

Afragola, rubano energia elettrica per le proprie aziende: arrestati due imprenditori

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Hanno risparmiato migliaia di euro evitando di pagare l’energia elettrica delle proprie attività commerciali, rubandola. Due gli imprenditori di Afragola, titolari di un panificio e di un’autocarrozzeria, arrestati dai finanzieri del Comando provinciale di Napoli. I due sono ritenuti responsabili di furto aggravato ai danni dell’Enel. Le Fiamme Gialle hanno riscontrato la presenza di un grosso magnete sulla parte superiore dei contatori che alimentano le imprese. E’ stato così scoperto, con l’intervento del personale specializzato dell’Enel, che il panificio, pur avendo regolarmente utilizzato macchinari e strumentazioni utili all’operatività dell’azienda, aveva realizzato un risparmio di spesa del 72% pari a circa 31mila euro negli ultimi cinque anni. L’autocarrozzeria, invece, aveva risparmiato circa 40mila euro negli ultimi due anni. Gli imprenditori sono finiti agli arresti domiciliari e giudicati per direttissima dal tribunale di Napoli Nord e condannati: sei mesi di reclusione sono stati inflitti al titolare del panificio e otto per il responsabile dell’autocarrozzeria.

Cronache della Campania@2018


Presa la baby gang che terrorizzava Mugnano

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Una rapina compiuta e altre due tentate, bullismo verso un coetaneo, lancio di pietre con un’immigrata. Sono diversi gli episodi contestati a una banda di giovanissimi – due appena maggiorenni, gli altri di 14, 15 e 16 anni – nei confronti dei quali i carabinieri della stazione di Mugnano di Napoli hanno eseguito ordinanze emesse dalla procura minorile e da quella di Napoli Nord. I cinque, sono stati incastrati dalle immagini della video sorveglianza pubblica, sono accusati di rapina aggravata e di stalking: avevano lanciato anche delle pietre contro una donna straniera e vessato in continuazione un loro coetaneo. I maggiorenni sono finiti uno in carcere e l’altro ai domiciliari, per i minorenni e’ stato disposto il collocamento in comunita’. I cinque sono ritenuti responsabili anche di una serie di atti vessatori nei confronti di un uomo, frequentemente minacciato e ingiuriato senza alcun motivo.

Cronache della Campania@2018

Scafati, ‘Highlander’ Sangermano scampa per la terza volta a un agguato: si indaga nel mondo della droga

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Scafati.E’ una sorta di “Highlander” il pregiudicato Raffaele Sangermano di Scafati detto ‘rafaele o’ ragn russ’: scampato in mattinata a un agguato. E’ il terzo e il secondo in poco più di un mese. Il pregiudicato, che ha precedenti per droga si trovava nei pressi di un bar (di proprietà del genero) in via Poggiomarino nella zona di San Pietro alla periferia di Scafati quando sono arrivati due sicari in sella a una moto. Avevano il volto parzialmente coperto e quello seduto sul sellino posteriore pistola in pugno si è alzato sui pedalini e ha cominciato a fare fuoco contro Sangermano. Ma l’obiettivo dei sicari si è accorto dell’arrivo e si è messo al riparo schivando i proiettili. Quando i carabinieri sono arrivati sul posto ne hanno repertato sei. Segno che l’agguato doveva essere più che un avvertimento. Sangermano è scampato a una vera e propria esecuzione.  Rafel o’ ragn russo è un personaggio noto a Scafati e il mese scorso fu lasciato agonizzante nella zona di via Loporto dove suo fratello gestisce una autofficina. Fu picchiato violentemente. Con spranghe e bastoni ma riuscì a cavarsela. Cosa che era capitata nella stessa zona anche nel 2013 quando gli esplosero contro alcuni colpi di pistola mentre era in auto. Rimase ferito alla spalla destra e nonostante il colpo si mise all’inseguimento del killer ma poi dovette desistere perché la ferita alla spalla cominciava a dargli fastidio. Sangermano è stato storicamente legato al clan Matrone e da sempre considerato un personaggio di rispetto nel mondo dello spaccio che gestisce in autonomia. Il pregiudicato è stato già interrogato dai carabinieri ai quali non ha saputo (o voluto) dare spiegazioni sul perché di tanto accanimento contro di lui negli ultimi tempi. le indagini sono affidate ai carabinieri del reparto territoriale di Nocera Inferiore che stanno anche prendendo visione dei filmati delle telecamere pubbliche e private nella zona e stanno controllando i contatti telefonici e i rapporti di frequentazione di Sangermano.

Cronache della Campania@2018

Aggressioni al 118, Borrelli(Verdi): “Contro violenza controlli e repressioni”

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“Contro la violenza cieca di questi ultimi tempi nei confronti del personale sanitario bisogna agire su due piani, sul piano del potenziamento del servizio, per togliere ogni alibi ai violenti e sul piano dei controlli e della repressione”. Lo ha detto il consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli, componente della Commissione sanità, che “partendo dall’incredibile vicenda del Pellegrini con il sequestro di un’ambulanza da parte di un gruppo di ragazzi segnalato, per primi, dall’associazione Nessuno tocchi Ippocrate, sulla questione della sicurezza negli ospedali e per il personale delle ambulanze ha presentato un’interrogazione nel corso del question time per sapere quali iniziative la Regione ha intrapreso per evitare che ci siano altri episodi di aggressioni e violenze”. “Nella risposta del vice presidente Bonavitacola si ricorda che la Regione ha invitato i direttori generali delle Asl e delle Aziende ospedaliere a riporre la massima attenzione sulla questione” ha aggiunto Borrelli ricordando che “anche alla luce di queste sollecitazioni, il direttore generale dell’Asl Napoli 1, Mario Forlenza, ha predisposto l’acquisto di nuove ambulanze oltre all’adozione di misure di sicurezza come le telecamere a bordo e l’assunzione di altre guardie giurate per presidiare gli ospedali. L’attenzione verso la legalità della Regione è dimostrata anche dall’ingresso in giunta dell’ex Procuratore antimafia Franco Roberti con questa specifica delega”.

Cronache della Campania@2018

Salerno, controlli a tappeto della polizia in centro e nell’hinterland

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A Salerno nel corso della settimana sono proseguiti i servizi di controllo del territorio disposti dal questore di Salerno. Sono stati effettuati pattugliamenti mobili e 18 posti di controllo in diversi punti della città, nel corso dei quali sono state identificate 217 persone e fermati e controllati 94 autoveicoli. Attraverso il sistema di rilevamento automatizzati della targhe, sono stati inoltre controllati 350 veicoli.L’attività preventiva ha permesso di individuare ieri sera un’auto con a bordo tre giovani, che alla vista del posto di controllo della Polizia hanno cercato di disfarsi di alcune dosi di sostanza stupefacente avvolte nel cellophane, lanciandole dai finestrini. La mossa non è sfuggita agli agenti che oltre a bloccare immediatamente la macchina e hanno recuperato la sostanza che poi al narcotest è risultata essere hashish, per un peso complessivo di grammi 3,8.
Lo stupefacente è stato sequestrato e i tre giovani, tutti residenti a Nocera, sono stati segnalati in Prefettura come consumatori di droghe. I poliziotti hanno anche restituito al proprietario una moto che era stata rubata martedì pomeriggio. Sono state rilevate e contestate 6 contravvenzioni e sono state ritirate due patenti di guida, un veicolo inoltre è stato sottoposto a fermo amministrativo. I controlli sono stati estesi anche a 15 pregiudicati, agli arresti domiciliari, che sono state tutte trovate regolarmente nei rispettivi luoghi di detenzione.

Cronache della Campania@2018

Napoli, lascia le chiavi dell’auto al parcheggiatore abusivo che gli ruba la vettura

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Napoli. Ha affidato le chiavi della sua auto ad un uomo ritenendolo un parcheggiatore abusivo. Ma al suo ritorno non ha trovato piu’ la vettura. Per il furto oggi gli agenti della polizia hanno arrestato il 49enne G.D.F. e lo hanno condotto ai domiciliari. I fatti sono avvenuti lo scorso 28 marzo quando una donna in via delle Noci allo Scudillo, non lontano dall’ingresso del policlinico universitario della zona collinare di Napoli, ha affidato le chiavi della sua macchina, ad un parcheggiatore. Al sua ritorno la sgradita sorpresa. Quindi si e’ presentata in commissariato ed ha denunciato l’accaduto. Oggi gli agenti hanno arrestato il presunto ladro.

Cronache della Campania@2018

Napoli, condannati per corruzione l’ex ufficiale della Finanza, Fabio Mendella e il commercialista De Riu

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Napoli. E’ caduta l’accusa di associazione a delinquere e l’ipotesi di concussione per induzione e’ stata derubricata in corruzione, ma il giudice della quarta sezione penale del tribunale di Napoli ha condannato a 4 anni l’ufficiale della Guardia di Finanza Fabio Mendella e il commercialista Pietro De Riu. I pm Vincenzo Piscitelli e Claudio Onorati della Procura di Napoli avevano chiesto sette anni di carcere. L’inchiesta era legata a presunte irregolarita’ nelle verifiche fiscali nei confronti dei fratelli imprenditori Francesco e Giovanni Pizzicato. Secondo l’accusa, l’ufficiale e il commercialista avrebbero ricevuto dai Pizzicato denaro e benefit per verifiche fiscali addomesticate, o del tutto omesse. Rate mensili da 15 mila a 30 mila euro, fino a un totale di un milione. Soldi versati a De Riu e nascosti “nelle confezioni di telefonini cellulari”. A raccontare la lunga serie di dazioni sono stati gli stessi Pizzicato, fratelli titolari di varie societa’ e di locali notturni napoletani, gia’ al centro di accertamenti per una frode fiscale internazionale, quando da Lituania e Bulgaria vengono segnalate in Procura alcune anomalie nei conti delle loro societa’. Nel giugno del 2014 l’arresto di Fabio Massimo Mendella, allora comandante provinciale di Livorno.

 

Cronache della Campania@2018

Napoli, fuggono all’alt dei Nibbio e si dileguano nella Pignasecca: agente resta ferito nell’inseguimento

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Non si fermano all’alt polizia, inseguimento a Napoli In due in sella a scooter, agente cade da moto e resta ferito. I poliziotti li hanno notati che sfrecciavano in sella ad uno scooter ed hanno imposto loro l’alt. Ma la persona che era alla guida del mezzo ha accelerato sfrecciando tra le auto inseguiti dalla pattuglia degli agenti in motocicletta. Il fatto e’ accaduto nel pomeriggio, in pieno centro a Napoli. Nel corso dell’inseguimento un agente e’ caduto dalla moto: ha riportato contusioni guaribili nel giro di qualche giorno. La vicenda ha avuto inizio in via Foria, non lontano dal Museo nazionale. I due agenti dei “Nibbio” in servizio di vigilanza hanno visto i due in sella allo scooter ed hanno detto loro di fermarsi. I due però hanno accelerato dirigendosi in piazza Dante e quindi introducendosi nel dedalo di vicoli della Pignasecca – zona sempre molto affollata – dove però sono riusciti a dileguarsi. Forse erano armati ma al momento non è stato ancora possibile stabilirlo con certezza. Nell’inseguimento un agente è caduto dalla moto ed e’ stato subito soccorso. Le ricerche dei due sono scattate in tutto il centro storico con numerose pattuglie fatte arrivare in zona.

 

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Napoli: poliziotto libero dal servizio arresta minorenne per tentata rapina

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Napoli. Oggi pomeriggio, gli agenti della Polizia di Stato del commissariato “Decumani” hanno arrestato N.G. 16enne, nato in Romania, per il reato di tentata rapina. Questa mattina, un poliziotto libero dal servizio, mentre stava percorrendo via Benedetto Cairoli, angolo vai S. Antonio Abate, è stato subito allertato da un 30enne, ucraino, il quale gridava, indicando un uomo ed una donna di etnia rom, quali autori di un tentato furto presso la propria abitazione. L’agente, visto che i due fuggitivi si erano divisi, ha rincorso e poi bloccato, dopo una breve resistenza, il giovane ragazzo. Dal controllo effettuato dai poliziotti presso l’abitazione del cittadino ucraino, che al momento del tentato furto, stava riposando nella camera da letto, sono stati accertati chiari segni di effrazione e forzatura sulla porta d’ingresso. Il 16enne, su disposizione del Tribunale dei Minori, è stato accompagnato presso il centro di Prima accoglienza dei Colli Aminei.

 

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Castellammare, drogata e violentata a 12 anni: uno dei tre baby orchi è nipote di un boss

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Castellammare. Uno dei tre baby orchi stabiesi arrestati ieri dalla polizia per aver violentato in gruppo una ragazzina di 12 anni di Gragnano ha un cognome pesante: è parente di un boss di camorra, un altro è un suo lontano parente ma la sua famiglia non ha legami con la criminalità, il terzo, il vero protagonista della brutale storia, e tra l’altro quello che le maggiori responsabilità, è figlio di un affiliato. Insomma un quadro familiare raccapricciante. Ed è nelle grinfie dei dei tre bruti, tutti di 14 e 15 anni (uno ha compiuti 14 anni il mese scorso) che è caduta la giovanissima di Gragnano.  I tre da ieri sono in stato di fermo con le pesanti accuse di violenza sessuale per il terzo anche di estorsione. Il decreto è stato firmato dal pm Pavani della Procura per i minori di Napoli. Un quarto indagato è risultato estraneo ai fatti ed è uscito dalla vicenda. La dodicenne era stata fidanzata con il terzo. Secondo il racconto fatto alla polizia di Castellammare, che sta conducendo le indagini, la ragazzina aveva perso la sua innocenza nel dicembre del 2017. Lei all’epoca aveva solo 11 anni e lui appena 13. L’aveva portata sulla spiaggia e l’aveva costretta a fare sesso. “Mi vergognavo di quello che ho fatto. Perciò ho creduto che tutto quello che ne è seguito fosse colpa mia”. La loro è stata una storia d’amore che lei credeva bellissima e invece si é trasformata in un incubo.  Si era fatta fare anche delle foto nuda. La storia però ben presto è diventata diversa, molto, Lui la costringe a fumare una spinello, la violenta in continuazione e la picchia. E comincia  a minacciarla e a ricattarla. Le estorce 200 euro “altrimenti mando foto e filmati elle tue amiche di scuola”, le dice. Poi lei trova il coraggio di troncare quella storia d’amore diventata un incubo. Continua a frequentare la villa comunale di Castellammare. Si incontra con un amico del suo ex, è uno dei tre arrestati ieri. E’ quello col cognome pesante. Lui la invita a una festa, lei accetta: “Era carino, mi piaceva” dirà nel suo racconto alla polizia. Invece la porta alle Terme di Stabia abbandonate al degrado. “Mi ha spinto ad entrare, mi ha fatto male. Ho iniziato ad avere paura”. E’ li che è cominciato il suo incubo. All’interno trova g l’ex fidanzato e l’altro amico. L’hanno insultata, e poi hanno iniziato a violentarla a turno, mentre gli altri filmavano. Un incubo durato poco più di 10 minuti ma una eternità per lei. Prima di andare via, quello col cognome pesante la minaccia: “Veniamo a picchiarti fino a casa se ci denunci. Facciamo vedere i video a tutti”. La ragazzina va in depressione, tanto da dimenticarsi persino il giorno del suo compleanno. La madre si accorge che qualcosa non va. Lei crolla e racconta tutto ai genitori. Vanno alla polizia e spiegano l’accaduto. Partono le indagini, fino al fermo di ieri. Il resto è una storia giudiziaria ancora da scrivere. ;a forse sarebbe stato meglio non averla mai scritta.

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Stroncato da un infarto in carcere pregiudicato del clan Orlando

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Era in carcere da 11 mesi circa perché ritenuto contiguo al clan Orlando-Polverino di Marano. Ieri è stato stroncato da un malore in carcere. Si tratta di Crescenzo Muoio,  55 anni di Villaricca: era detenuto nel carcere di Secondigliano. Probabile che sia stato colto da un infarto.  Quando i suoi compagni di cella hanno avvertito gli agenti penitenziari e il medico del penitenziario era orami troppo tardi. Muoio era già privo di vita. sarà adesso l’autopsia a stabilire le cause esatte della morte. Muoio era stato arrestato a luglio del 2017 in un secondo troncone del blitz che qualche mese prima aveva decapitato il clan Orando-Polverino-Nuvoletta di Marano egemone a Marano e comuni limitrofi. a  novembre era stato rinviato a giudizio, insieme con gli altri dieci presunti affiliati che avevano messo le mani sugli affari illeciti di Calvizzano, con legami anche con il mondo della politica locale.

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Napoli. Blitz nel quartiere delle stese: assedio a san Giovanni a Teduccio

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Napoli. Oltre cento gli uomini mobilitati dalla Questura ieri mattina nei quartieri che da mesi sono diventati teatro di una battaglia di camorra capace di mettere sotto assedio un’intera comunità cittadina. Per quasi otto ore l’intera zona di San Giovanni è stata messa sotto assedio dalla Polizia con posti di blocco ad ogni incrocio, strade e vialetti. Sono stati oltre 50 i pregiudicati schedati e controllati. Da una parte i Mazzarella, dall’altro i Rinaldi. Sono state perquisite le abitazioni, due i denunciati per contrabbando di sigarette. E’ stata scoperta una centrale dello spaccio con tanto di sistema di videsorveglianza per garantire la sicurezza dei pusher inquadrando tutti i lati d’accesso al cortile della palazzina in cui avveniva lo spaccio. Il blitz di ieri arriva dopo una serie di indagini condotte nella zona. Da mesi in questa zona è in corso uno scontro tra le due fazioni malavitose: i Mazzarella-D’Amico e i Rinaldi. Si spara a tutte le ore del giorno e della notte, il numero delle stese non si conta più.

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Tentò di uccidere il boss di Pagani: condannato a 10 anni di carcere

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Salerno. 10 anni e 4 mesi di reclusione è la condanna inflitta dal Tribunale di Salerno a Rosario Nacchia per il tentato omicidio di Nicola Fiore, all’epoca reggente del Clan Contaldo a Pagani. La sentenza va a ribaltare l’esito del primo grado del 2008 che aveva sancito l’assoluzione dell’imputato. Nello stesso filone d’indagine era stato condannato con rito ordinario il fratello Pietro considerato l’esecutore dell’atto criminale. La vicenda risale al 2000 nel periodo storico di una guerra tra due clan, quello dei Contaldo e Antonio Petrosino D’Auria. Nacchia inizialmente era stato assolto dopo il rito abbreviato. A cambiare le carte in tavola le dichiarazioni di Francesco Contaldo, il fratello di Sandro, che riferì di spari uditi quel giorno lungo la strada e di aver visto la compagna dell’imputato, Carmela, sul luogo del delitto. La vittima, Nicola Fiore, scampò a quell’attentato. Carmela Contaldo, in una testimonianza recente, smentì quanto riferito sul suo conto. Ai giudici ha riferito di non essere mai stata lì e di non essere titolare di alcuna attività in quel periodo. Secondo quel racconto la donna avrebbe aperto, dopo l’agguato, un negozio aggiungendo che Di Lorenzo nutriva di rancore nei suoi confronti. I giudici hanno optato per la condanna, ora bisognerà attendere le motivazioni.

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