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Channel: Cronaca – Cronache della Campania
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Restano in carcere i tre baby orchi di Castellammare: firmata l’ordinanza cautelare

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Confermata la misura detentiva per i tre baby orchi di Castellammare. Il gip del Tribunale per i Minori di Napoli, ha accolto la richiesta del fermo disposto nei giorni scorsi dalla pm Pavani e ha firmato un’ordinanza cautelare per i tre accusati di violenza sessuale e per uno dei tre c’è anche l’accusa del tentativo di estorsione nei confronti di una ragazzina di 12 anni di Gragnano. I tre oggi sono stati interrogati, alla presenza dei loro avvocati (Gennaro Somma e Antonio De Martino) e hanno risposto a tutte le domande del magistrato. Una vicenda squallida che vede come protagonisti tre ragazzini tra i 14 e 16 anni legati da vincoli di parentela familiare e di affiliazione con il potente clan D’Alessandro di Scanzano. La vittima era stata fidanzata con il 14enne  che l’aveva prima violentata da solo costringendola anche a fumare uno spinello, poi l’aveva picchiata, umiliata, minacciata e ricatta più volte. Fino a quando nel marzo scorso ( la storia tra i due era cominciata di ottobre del 2017) la ragazzina  di soli 12 anni decise di interrompere la relazione. Un mese dopo cominciò a frequentare un amico del suo ex fidanzatino che con una scusa la attirò in una trappola. Le disse che l’avrebbe accompagnata a casa a Gragnano con il suo scooter e invece la portò nelle Terme di Stabia abbandonate a Scanzano dove in una stanza c’erano ad aspettarli anche il suo ex fidanzato e un altro amico che la violentarono in gruppo filmandola. Alla fine del rapporto di gruppo dopo aver derisa la minacciarono anche. Lo squallido stupro di gruppo era stato filmato dai tre baby orchi. Una quindicina di giorni dopo la ragazzina riuscì a vincere le sue angosce e le sue paure e raccontò tutto ai genitori che si presentarono alla polizia per denunciare lo stupro. Oggi per i tre dopo il fermo della scorso settimana è arrivata l’ordinanza di arresto e intanto la famiglia della ragazzina attraverso il suo legale ha già fatto sapere che andrà via dalla zona.

Cronache della Campania@2018


Napoli, pregiudicato di 19 anni accoltellato a Pianura: è in fin di vita

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Napoli. Un giovane di 19 anni, Gennaro Matuozzo, gia’ noto alle forze dell’ordine, e’ giunto in fin di vita nell’ospedale San Paolo di Napoli: sul petto gli sono state riscontrate due coltellate ricevute, secondo quanto lui stesso ha riferito ai medici con un filo di voce, durante un tentativo di rapina. Il giovane e’ stato soccorso e trasportato nell’ospedale di Fuorigrotta da un ragazzo che lo ha caricato in auto in via Vicinale Trencia. I sanitari – che lo hanno subito classificato con codice rosso – ne hanno subito disposto il trasferimento nell’ospedale Cardarelli. Secondo i primi accertamenti il giovane e’ gia’ noto alle forze dell’ordine per vicende di droga. Sono in corso accertamenti da parte della Polizia di Stato.

 

Cronache della Campania@2018

Napoli, ruba un furgone e schianta contro un muro: arrestato

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E’ stato bloccato e arrestato dopo essere finito contro un muro con il furgone che poco prima aveva rubato: a Napoli gli agenti dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico, insieme con i colleghi del Reparto Prevenzione Crimine Lombardia, hanno arrestato un uomo di 30 anni, Emanuele Todisco, con precedenti di polizia, con le accuse di furto aggravato, violenza, minaccia e resistenza e oltraggio a Pubblico Ufficiale. Todisco e’ stato anche denunciato per danneggiamento. Il trentenne ha rubato il furgone, che trasportava generi alimentari, in Corso Novara, mentre il conducente effettuando delle consegne in un negozio. Grazie al sistema satellitare il furgone e’ stato rintracciato e intercettato dalla Polizia in piazza Medaglie d’Oro, nel quartiere Vomero mentre si dirigeva in via Mezinger. Ne e’ scaturito un inseguimento a folle velocita’ terminato nel centro di Napoli, in vico Mondragone, dove, dopo aver divelto dei paletti di ferro che delimitavano il passaggio pedonale, ha perso il controllo dell’autocarro finendo contro il muro di uno stabile. Il trentenne, braccato dai poliziotti, ha cercato di divincolarsi sferrando calci, pugni e minacciando di morte gli agenti. L’uomo e’ stato comunque arrestato e, su disposizione dell’Autorita’ Giudiziaria, messo ai domiciliari in attesa del giudizio, con rito direttissimo, che si terra’ domani mattina.

Cronache della Campania@2018

Castellammare, panico in villa:uomo minaccia ragazzi con una accetta

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Castellammare di Stabia. Panico in villa comunale, un uomo ha iniziato ad inveire contro i passanti nei pressi di un noto bar del Lungomare. Il fatto è accaduto poco dopo le 20.30 nei pressi della banchina “Zi Catiello”. Un uomo, in compagnia di una donna, ha iniziato ad urlare ed inveire contro un gruppo di ragazzi. Ha estratto un’accetta da una borsa ed ha inveito contro di loro, terrorizzando tutti i molti presenti. L’uomo ha anche colpito le panchine in pietra lavica posizionate lungo il percorso, a sedare gli animi ci ha pensato la donna che era in sua compagnia facendolo allontanare.

Cronache della Campania@2018

Napoli, agguato al rione Traiano: 38enne in fin di vita

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Napoli. Sparatoria al Rione Traiano intorno alle 23: un uomo è rimasto gravemente ferito e sta lottando tra la vita e la morte. Si tratta di un 38enne napoletano, A.R.,  che è stato trasportato  in gravissime condizioni all’ospedale San Paolo con una ferita da colpo d’arma da fuoco al torace. L’uomo è stato accompagnato  in ospedale da un familiare e i medici, viste le sue condizioni, hanno deciso di portarlo in sala operatoria per cercare di frenare l’emorragia interna. Il proiettile ha creato danni alla milza e ad altri organi. L’uomo ha perso molto sangue. Il ferimento sarebbe accaduto nel vicino Rione Traiano. Le forze dell’ordine stanno cercando di ricostruire quanto accaduto e dove.

Cronache della Campania@2018

Napoli, morto nella notte l’uomo ferito nell’agguato al Rione Traiano

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E’ morto nella notte nonostante il disperato tentativo dei medici dell’ospedale san Paolo di Fuorigrotta di salvargli la vita il 38 enne Angelo Ranieri che era rimasto ferito in un agguato poco dopo le 23 di ieri sera al Rione Traiano. L”agguato secondo quanto raccontato alle forze dell’ordine da un familiare  che lo ha accompagnato in ospedale, sarebbe avvenuto al Rione Traiano. La vittima era originaria del quartiere dove si era trasferita  dopo aver lasciato la sua casa nel centro storico di Napoli. Abitava a casa di alcuni parenti. Quando è arrivato in ospedale le sue condizioni erano già disperate. I medici hanno cercato di bloccare l’emorragia interna causata dal proiettile entrato dal torace e che aveva centrato anche la milza. Aveva perso molto sangue. Ma Ranieri è morto in sala operatoria. Le forze dell’ordine stanno cercando di ricostruire l’accaduto interrogando i familiari e soprattutto colui che lo ha accompagnato in ospedale.

Cronache della Campania@2018

Angri, 10 anni di carcere per i banditi della Uno bianca

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Rapinarono una pompa di benzina ad Angri a bordo di una Fiat Uno bianca. Per quella rapina sono stati condannati a cinque anni di carcere ciascuno. Gli imputati sono il 52enne Alfonso Pepe e il 41enne Raffaele Cirota. La sentenza, emessa dopo il rito abbreviato, porta la firma del gup Valiante. Secondo quanto stabilito dagli inquirenti l’esecutore della rapina fu Cirota, il complice Pepe faceva da palo. Il titolare della pompa di benzina fu minacciato con una pistola e si vide costretto a consegnare 1200 euro, l’equivalente dell’incasso giornaliero. I due hanno risposto anche di ricettazione perché l’auto sulla quale viaggiavano risultava rubata. Il colpo risale allo scorso 27 dicembre. Il cerchio intorno ai due si è chiuso dopo la perquisizione domiciliare, che ha permesso di trovare diverse quantità di denaro nelle disponibilità di entrambi, la visione delle immagini di videosorveglianza e la comparazione degli indumenti indossati. Entrambi restano sospettati di essere gli autori di un’altra serie di colpi avvenuti nello stesso periodo.

Cronache della Campania@2018

‘Siamo stati noi, ci dispiace’, confessano ma non chiedono scusa i tre baby orchi di Castellammare

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Un primo passo avanti. Una prima ammissione delle proprie responsabilità sperando nell’attenuazione della misura cautelare al Tribunale del Riesame tra un paio di settimane quando sarà discusso il ricorso presentato dai loro avvocati. I tre baby orchi di Castellammare hanno dato una prima parziale confessione. “Siamo stati noi, ci dispiace. E’ tutto vero, siamo noi quelli dei video”. Ma non hanno mai pronunciato la parola “scusa”. nessuno dei tre. Sono comparsi uno dopo l’altro davanti al gip Pietro Avallone, del Tribunale per i minori che al termine degli interrogatori ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere per i tre ragazzi di Castellammare. Sono tutti accusati di aver violentato una 12enne di Gragnano Gragnano ex fidanzatina del 14enne che è anche accusato di tentata estorsione per aver chiesto 200 euro per non pubblicare i video dei loro rapporti e le foto nude che aveva fatto tra ottobre del 2017 a marzo 2018 quando i due ragazzini erano stati insieme. Con lui anche due 15enni imparentati tra di loro, uno dei quali con un cognome pesante e imparentato con un boss del clan D’Alessandro di Scanzano. Anche il primo ragazzino è figlio di un personaggio legato alla cosca. I tre, amici per la pelle, secondo le accuse della ragazzina e grazie alla ricostruzione fatta dalla polizia di Castellammare che ha condotto le indagini sotto il coordinamento della pm Fabrizia Pavani del Tribunale per i minori, nel mese di aprile avevano violentato e filmato in gruppo la ragazzina in una stanza delle Terme di Stabia abbandonate. La ragazzina che aveva avuto una relazione con il 14 enne (in età punibile solo da gennaio di quest’anno) ora attraverso i suoi legali, dopo il clamore mediatico della vicenda, ha fatto sapere attraverso il suo legale di voler andare via insieme dalla famiglia e di trasferirsi al Nord. C’è da dimenticare questa squallida storia che le ha tolto l’innocenza nella maniera più brutale.

 

Cronache della Campania@2018


Uccise una prostituta a Pagani: condannato a 20 anni di carcere

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Carmine Ferrante, il giovane muratore originario di Vietri sul Mare finito in carcere con l’accusa di avere ucciso la prostituta bulgara Nikolova Temenuzhka, non ha avuto alcuno sconto di pena: venti anni, come è stata pronunciata la sentenza ieri dai giudici della Corte d’Assise d’appello del tribunale di Salerno.
A incastrare Ferrante, attualmente indagato anche per l’omicidio della diciannovenne bulgara Mariana Tudor Szekeres, la giovanissima prostituta rinvenuta senza vita il 15 maggio 2016 in un terreno incolto tra via San Leonardo e via Dei Carrari, sono stati in particolare alcuni oggetti appartenuti alla vittima e rinvenuti nell’auto del muratore. Un paio di orecchini e il bracciale trovati dagli inquirenti all’interno della Citroen C2 di Ferrante hanno rappresentato la prova madre a carico dell’uomo, sposato e padre di tre figli.
Secondo la ricostruzione effettuata dalla Procura l’uomo – la sera del 12 agosto – avvicinò la giovane prostituta sulla Statale 18, nei pressi del centro commerciale Pegaso, allontanandosi poi con lei lungo la stradina adiacente al cavalcavia del cimitero. Secondo gli inquirenti fu l’ultimo cliente che ebbe contatti con la ragazza. Lo confermò anche un’altra prostituta, la stessa che il giorno dopo denunciò la scomparsa dell’amica ai carabinieri. Anche lei aveva avuto in precedenza un contatto con quello stesso cliente, che si aggirava spesso nella zona del Pegaso, sempre con la stessa auto. È stata proprio lei ad aiutare i militari fornendo la descrizione dell’auto del cliente che aveva caricato la bulgara la sera dell’omicidio. Non fu difficile, a quel punto, per i militari individuare l’auto e ricostruire il tragitto che aveva effettuato la sera del 12 agosto, visionando i filmati dei sistemi di videosorveglianza privati e comunali presenti nella zona: dalla Statale 18 fino alla stradina isolata nei pressi del cimitero, dove la Citroen C2 è rimasta per circa mezz’ora. In quei trenta minuti l’assassino avrebbe consumato un rapporto sessuale con la bulgara per poi ucciderla e scaricarla in un campo incolto poco distante.

 

Cronache della Campania@2018

Napoli, arrestato rapina Rolex 17enne: la polizia restituisce il costoso orologio alla malcapitata turista

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Napoli. V.B., 17enne napoletano, sabato scorso è stato sottoposto a fermo di PG dagli uomini del “falchi” della Squadra Mobile partenopea, poiché gravemente indiziato di rapina aggravata e di lesioni personali, in concorso con altra persona in fase d’identificazione. I poliziotti nel pomeriggio di giovedì, impegnati nella repressione dei reati prefatori, transitando in Largo Regina Coeli, sono stati avvicinati da una coppia di turisti maceratesi, perché la donna, di 70anni, era stata appena rapinata da un giovane dell’orologio Rolex indossato. I poliziotti hanno accertato che la donna, mentre percorreva a piedi via Pisanelli in compagnia del marito, giunta nei pressi di Largo Regina Coeli, veniva aggredita da un giovane, che, afferrandole con violenza il braccio sinistro, le strappava dal polso l’orologio di acciaio marca Rolex.La donna ha raccontato ai poliziotti che durante la passeggiata nelle stradine del centro storico aveva notato più volte quel giovane, che le aveva dato l’impressione di seguirla. La coppia, insospettita dal giovane, allo scopo di “seminarlo”, era entrata in un bar, dal quale ne usciva poco dopo accertandosi che non li seguisse più.

La donna, rasserenatasi, proseguiva il giro turistico fino ad arrivare proprio al Largo Regina Coeli, dove il rapinatore l’aggrediva. La turista veniva dunque condotta presso un ospedale cittadino, dove veniva medicata con una prognosi di cinque giorni.Gli agenti, raccolte le dettagliate descrizioni fornite dalla vittima e dal marito, hanno ricostruito l’intero tragitto fatto dalla coppia da Via duomo a largo Regina Coeli, accertando che il giovane rapinatore, unitamente ad un complice e in sella a uno scooter, aveva seguito passo passo la vittima, per poi entrare in azione non appena la stessa aveva abbassato la guardia.Le articolate indagini dei poliziotti hanno consentito di intercettare e bloccare il minore nel tardo pomeriggio di sabato in piazzetta S. Arcangelo a Baiano mentre si trovava  in sella del ciclomotore, Honda SH, utilizzato per commettere la rapina.Il giovane è stato sottoposto a fermo di Polizia giudiziaria, convalidato ieri mattina dall’A.G., che ha disposto l’accompagnamento del minore presso il Centro di Prima Accoglienza – Area Custodita di Napoli – Colli Aminei.Determinante la collaborazione della vittima, che ha riconosciuto nel minore il suo aggressore ed ha aggiunto che, nel controllare le foto fatte dal marito il giorno prima, lo stesso aveva immortalato anche il minore pochi minuti prima della rapina.In sede di convalida del fermo l’orologio e’ stato restituito alla turista dalla mamma del minore, che e’ intervenuta in udienza portando con se’ l’orologio rapinato. La signora è stata altresì contattata telefonicamente dal Questore di Napoli, Antonio De Iesu, che ha espresso solidarietà all’anziana turista maceratese, rincuorata e compiaciuta del lavoro della Polizia di Stato. La donna è stata invitata a tornare presto in visita Napoli.

Cronache della Campania@2018

Travestito da donna rapinava le prostitute: condannato a tre anni di carcere

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Tre anni di carcere e seicento euro di multa per Gianluca Vitagliano, che, travestito con lingerie da donna, si appartava con le prostitute tra la zona industriale e la litoranea di Salerno. I giudici della Corte di appello hanno confermato l’assoluzione per l’accusa di tentato omicidio e hanno condannato l’imputato per rapina e violenza.
I fatti risalgono al giugno del 2016 quando Vitagliano, a bordo della sua auto, aveva raggiunto via Wenner (nella zona industriale di Salerno) per incontrare una prostituta di origini bulgare con la quale aveva già avuto precedenti incontri. Abbigliato con un baby-doll nero e collant e con in tasca soli venti euro, chiese alla donna di consumare un rapporto sessuale. La prostituta non si meravigliò dei capi intimi femminili indossati dal cliente in quanto era già accaduto in precedenza ma fino ad allora il camionista non aveva mai avuto comportamenti violenti. Alla richiesta, però, di consumare un rapporto per soli 20 euro, la prostituta si rifiutò. Vitagliano tentò di convincerla a fargli uno sconto, poi, acconsentendo a una contro proposta della donna, la condusse lungo un vialetto dove assalì la donna mettendosi a cavalcioni su di lei e strattonandola in modo violento. L’arrivo di un’automobile indusse il camionista a scappare portando via la borsa e un paio di stivali che appartenevano alla prostituta. Quest’ultima denunciò il fatto agli agenti della Squadra Mobile che, nel giro di poche ore, assicurarono il responsabile alla giustizia, attualmente ai domiciliari.

Cronache della Campania@2018

Tenta di portare hashish al figlio in carcere: arrestata 59enne napoletana

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Un tentativo di introdurre droga all’interno del carcere di Fuorni, attraverso uno stratagemma, è stato sventato dagli agenti della Polizia di Stato appartenenti al
Commissariato di Pubblica Sicurezza di Battipaglia, con la collaborazione di personale dellaPolizia Penitenziaria in servizio presso la struttura carceraria “Antonio Caputo”. I poliziotti della Squadra Investigativa del Commissariato di Battipaglia, nel corso di specifiche attività info-investigative, sono venuti a conoscenza da fonte fiduciaria che una donna cinquantanovenne residente a Napoli si sarebbe recata presso l’Istituto di pena per consegnare al figlio, detenuto, sostanza stupefacente del tipo hashish nel corso di un colloquio. In considerazione di ciò, i poliziotti hanno posto in essere una mirata operazione di Polizia Giudiziaria avvalendosi della collaborazione del personale della Polizia Penitenziaria che ha fornito un prezioso supporto all’atto dell’intervento operativo. Infatti, la donna, una volta giunta al corpo di guardia del carcere di Fuorni, ha consegnato la richiesta di accesso all’istituto penitenziario ed è entrata, scortata dalla Polizia Penitenziaria, per sostenere il previsto colloquio col figlio presso la sala conversazioni. A questo punto presso l’area esterna dedicata alla accettazione dei colloqui, prima di fare ingresso alle sale, sono sopraggiunti gli ufficiali e gli agenti del Commissariato di Battipaglia che hanno bloccato la donna. Quest’ultima, è stata, quindi, sottoposta a perquisizione personale da parte di Agenti di Polizia Giudiziaria di sesso femminile che hanno trovato circa 50 grammi di hashish, suddivisi in 5 pezzi avvolti ognuno in carta cellophane trasparente, occultati in un palloncino in gomma che aveva accuratamente introdotto nelle parti intime. Dopo le formalità di rito, la donna, tale R.P., è stata arrestata per il reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e, su disposizione del P.M. di turno, collocata presso una casa famiglia, in attesa del rito direttissimo.

Cronache della Campania@2018

Napoli, chirurgo del Cardarelli colpito al volto dal marito di una paziente

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Napoli. E’ l’aggressione numero 41 del 2018 quella ai danni di un medico cardiologo del Cardarelli  come registra l’associazione “Nessuno Tocchi Ippocrate”.  Si è verificata stamane ad opera del marito di una paziente che ha colpito al volto il dottore, refertato al pronto soccorso con una prognosi di quindici giorni.  Secondo quanto riporta la pagina facebook dell’associazione, l’uomo ha prima strattonato il medico, che a tutela della salute della signora aveva chiesto ulteriori accertamenti, poi è passato alle vie di fatto. A soccorrere il medici e a portarlo con un’ambulanza in pronto soccorso sono stati gli stessi colleghi del reparto. “Ho fatto solo il mio dovere prescrivendo un esame che la paziente eseguiva regolarmente per controllo fino a pochi anni fa e che le avevo consigliato di rieseguire, senza nessuna necessità o carattere di urgenza – ha detto il medico – ho ricevuto la solidarietà del manager Verdoliva che mi a contattato ed espresso la sua vicinanza e questo mi fa coraggio nel denunciare e nel continuare a lavorare nonostante questa ondata di violenza”. Con un messaggio a tutti i dipendenti, il direttore generale Ciro Verdoliva ha stigmatizzato quanto accaduto. “Ancora una volta – scrive – un nostro medico è stato vittima di una violenta aggressione. Stamane il marito di una paziente lo ha colpito al volto con un pugno, il dottor D’Isanto è stato refertato in pronto soccorso dove ha ricevuto una prognosi di 15 giorni. L’ho sentito da poco per esprimergli la solidarietà dell’ospedale. Tuttavia, temo che questa solidarietà ormai stia diventando un terribile appuntamento, quasi giornaliero, e veramente non è accettabile”.

Cronache della Campania@2018

Napoli, nigeriano usa i soldi elle elemosine per pulire una strada a Fuorigrotta

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Ha preso i soldi delle elemosine, ha comprato paletta, scopa, guanti e buste per l’immondizia, e adesso sta ripulendo da erbacce e rifiuti le aiuole di via Giulio Cesare, nel quartiere Fuorigrotta di Napoli: Alfred, 39 anni, e’ un nigeriano che abita a Castel Volturno, nel Casertano. Ha deciso di fare qualcosa di buono per guadagnarsi qualche spicciolo. In Italia e’ arrivato nel 2008, a bordo di un barcone, approdato a Lampedusa. “E’ stato un viaggio terribile con altri come me”, dice abbassando lo sguardo. “Ma adesso ho casa a Castel Volturno – aggiunge con voce piu’ chiara – ogni mattina prendo il bus e vengo qui. Avevo visto che questa strada era sporca ed ho deciso di pulire”. Le prime aiuole, effettivamente, sembrano avere tutt’altro aspetto dopo il suo intervento ed Alfred e’ determinato a completare il lavoro. E’ partito nei pressi della chiesa di San Vitale ed vuole giungere fino a piazzale Tecchio. Ci impieghera’ qualche giorno almeno, il cammino e’ lungo. I passanti sembrano apprezzare il gesto e lasciano qualche moneta, dopo avergli rivolto qualche parola di conforto e un sorriso. “Ci sentivamo abbandonati – dice una coppia di anziani, lui pensionato, lei casalinga – neppure il Comune di Napoli fa quello che sta facendo lui. E’ una cosa buona”. Accanto ai ferri del mestiere ha anche messo tre cestini dove si puo’ lasciar cadere qualche spicciolo. In ognuno ha infilato anche un messaggio: “sono un povero straniero, senza lavoro. Adesso sono nella tua citta’, per cercare lavoro. Ho tre figli e una moglie. Che Dio ti benedica”. “Quando non si lavora si diventa deboli – dice Alfred con voce ferma – e quando sei debole puoi fare del male. Allora finisci nelle strade per la droga, per rubare. Ma se hai qualcosa da fare allora non lo fai il criminale. Per questo ho iniziato a pulire questa strada. E prego Dio che venga qualcuno che mi aiuti a lavorare, perche’ e’ questo quello che mi piace fare”.

Cronache della Campania@2018

Napoli, box auto in piazza degli Artisti: archiviata l’ inchiesta su de Magistris

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Secondo quanto rende noto il Comune di Napoli, e’ stata archiviata l’inchiesta sull’ipotesi di abuso di ufficio e di omissione di atti da parte del sindaco Luigi de Magistris e dell’assessore all’urbanistica Carmine Piscopo (difesi dagli avvocati Elena Lepre e Giuseppe Fusco), originata dalla denuncia del legale rappresentante della cooperativa Napoli 2000, titolare di una concessione rilasciata nel 2009 dall’allora commissario straordinario per il settore traffico e mobilita’ della citta’ di Napoli, per la realizzazione di circa 800 box auto nella zona di piazza degli Artisti. Per il Comune e’ stata “confermata, quindi, la correttezza dell’Amministrazione comunale nella vicenda dei box da realizzarsi in piazza degli Artisti, nell’area mercatale di via De Bustis e in via Tino da Camaino. Legittima e non censurabile e’ stata valutata dal pm Sergio Amato e dal gip Francesca Ferri l’attenzione massima posta sulla vicenda dall’Amministrazione, cosi’ come non e’ apparso ingiustificato e indebito il rigoroso impegno da parte dei Servizi interessati sull’osservanza delle procedure, il tutto nel rispetto delle sentenze emesse dal Tar e dal Consiglio di Stato”. Nella nota si ritiene “corretta, pertanto, la richiesta inoltrata alla Soprintendenza, di aggiornare il proprio parere, in considerazione del lasso di tempo trascorso (oltre cinque anni dalla precedente autorizzazione), come la richiesta al concessionario di avviare la verifica di assoggettabilita’ alla Valutazione di impatto ambientale, atteso il numero complessivo di posti auto previsto, circa 800. Il Comune si e’ fatto interprete delle forti preoccupazioni connesse alla realizzazione del parcheggio e ai possibili pregiudizi dell’opera sull’ampio tessuto urbano circostante, ma anche della concreta compatibilita’ del parcheggio con le strategie di mobilita’ sostenibile perseguite dalla stessa Amministrazione”, conclude la nota.

Cronache della Campania@2018


Napoli, aggredì e rapinò una coetanea: arrestato rapinatore minorenne

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Napoli. Gli agenti della polizia di Stato del Commissariato Arenella hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in IPM, nei confronti di un minore, resosi responsabile del reato di rapina, lo scorso mese di maggio, in danno di una coetanea, in concorso con due persone ancora da identificare. La giovane vittima nella denuncia presentata in compagnia del genitore, ha riferito che, mentre passeggiava in via Saverio Gatto, è stata avvicinata da tre coetanei i quali, dopo averla schiaffeggiata e tirata per i capelli, le hanno sottratto due telefoni cellulari che aveva con se e sono fuggiti verso la fermata della metropolitana dei Colli Aminei. I poliziotti hanno effettuato diversi controlli nelle vicine fermate della metropolitana collinare e presso la fermata di Piscinola, hanno rinvenuto alcuni cellulari tra i quali i due telefonini sottratti con violenza alla minore in via Saverio Gatto. Una immediata attività info investigativa, scaturiva dal rinvenimento dei cellulari e dalle dichiarazioni della vittima consentiva agli agenti di individuare uno dei responsabili, che è stato anche riconosciuto, dalla giovane vittima e senza alcun dubbio, quale autore della rapina.

Cronache della Campania@2018

Adescò e rapinò un uomo in una chat gay: ai domiciliari 34enne di Cardito

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I carabinieri della stazione di Cardito hanno fermato oggi pomeriggio e posto agli arresti domiciliari B.G. di 34 anni di Cardito. L’uomo è accusato di rapina a mano armata per essersi impossessato dell’autovettura e del cellulare di un uomo che in precedenza aveva adescato su una chat per incontri omosessuali. La vittima sarebbe stata minacciata con un coltello ed in seguito a questa minaccia avrebbe consegnato le chiavi dell’autovettura ed il proprio cellulare all’aggressore. Di qui la denuncia che ha portato al fermo dell’uomo. Il fermato, difeso dall’avvocato Sebastiano Caracciolo, dovrà comparire domani davanti al Gip del Tribunale di Napoli Nord per la convalida del fermo.

Cronache della Campania@2018

Napoli, Stazione Centrale più sicura con i nuovi desk della Polfer

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Napoli. Nell’ambito dell’intensificazione dei controlli finalizzati all’individuazione di soggetti che pongono in essere attività delittuose, nella Stazione di Napoli Centrale, nella giornata di ieri sono stati potenziati i controlli: nella filosofia di una stazione aperta e libera, ma più sicura, sono stati creati cinque varchi di accesso utilizzando nastri tendiflex e desk firmati “Polizia Ferroviaria” attraverso i quali far passare tutti gli utenti, così consentendo ai poliziotti, muniti anche di metal detector, di controllare de visu le persone in ingresso in stazione ed individuare con maggiore facilità eventuali sospetti.Tali servizi sono stati effettuati con il concorso degli uomini della Questura di Napoli: Unità Cinofile, Unità Operativa Pronto Intervento (Uopi) ed equipaggi del Reparto Prevenzione Crimine Campania.In particolare durante i controlli Dorian e Naike, i due cani delle unità cinofile, individuavano all’interno della galleria commerciale della stazione, D.I. italiano di anni 33, poi risultato in possesso di 15 grammi di hashish diviso in 5 dosi, che veniva pertanto denunciato per detenzione ai fini di spaccio.I dispositivi di servizio approntati hanno permesso di conseguire i seguenti risultati:

Nr. 554 persone identificate

Nr. 200 bagagli a seguito di viaggiatori controllati
Nr. 4 persone denunciate all’A.G. (di cui 1 per detenzione ai fini di spaccio,2 per violazione del f.v.o. e 1 per tentato furto)
Nr. 2 sequestri amministrativo di merce venduta abusivamente e 1 sequestro penale di sostanza stupefacente

Cronache della Campania@2018

I familiari di Mariarca Mennella. ‘Non vogliamo vedere in faccia quell’assassino’

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“Non vogliamo vedere in faccia quell’assassino”. I familiari di Maria Archetta Mennella – la 38enne originaria di Torre del Greco, accoltellata a morte dall’ex marito Antonio Ascione la notte del 23 luglio 2017 nell’abitazione di Musile di Piave, nel Veneziano, dove si era trasferita – tengono a precisare le ragioni per le quali hanno deciso di non presenziare all’udienza preliminare tenutasi ieri, lunedì 4 giugno 2018, in Tribunale a Venezia, in relazione alla richiesta di rinvio a giudizio del Pm nei confronti dell’omicida: il quale, com’è noto, attraverso il proprio difensore, ha chiesto e ottenuto il rito abbreviato. Una mancata partecipazione che non va in alcun modo interpretata come un disinteresse, tengono a chiarire i congiunti della vittima, che infatti hanno voluto lanciare un segnale forte costituendosi tutti quanti parte civile – compresi i due figli minorenni rappresentati dalla zia materna Assunta su autorizzazione del giudice tutelare – per il tramite del proprio penalista, l’Avv. Alberto Berardi, del Foro di Padova, con cui collabora nell’assistenza della famiglia Mennella anche Studio 3A, società specializzata a livello nazionale nella valutazione delle responsabilità in ogni tipologia di sinistro, a tutela dei diritti dei cittadini.
I Mennella sapevano che sarebbe stato in aula anche il killer, “e non volevamo in alcun modo vederlo e guardalo negli occhi”: una reazione più che comprensibile, considerato il crimine vile ed efferato commesso dal 44enne pizzaiolo di Torre del Greco, a cui viene contestato l’omicidio con diverse aggravanti (premeditazione, futili motivi, vincolo di parentela, contro persona incapace di difendersi, essendo avvenuta l’aggressione mentre Mariarca era a letto che dormiva), ma a anche il reato di minacce aggravate, avendo minacciato di morte l’ex moglie con un coltello pochi giorni prima del crimine. Non solo. Dietro c’è anche un’esigenza di tutela nei confronti dei figli minori di Maria Archetta, che si sta cercando di proteggere il più possibile da un processo che per loro sarebbe straziante, considerato che si discute dell’assassinio della loro mamma e che alla sbarra c’è il loro padre. “Abbiamo piena fiducia nel nostro legale e in Studio 3A” concludono i Mennella, ricordando infine anche il limite della distanza: Venezia, dove si celebra il processo, dista 800 km da dove risiedono i familiari di Mariarca, un viaggio lungo e costoso per una famiglia che non naviga certo nell’oro e che deve pensare anche al mantenimento dei due ragazzi rimasti di fatto orfani. La battaglia dei congiunti della vittima, con l’Avv. Berardi e Studio 3A, infatti, è tesa ad ottenere non solo una pena esemplare per l’imputato, e comunque commisurata alla estrema gravità del crimine commesso, ma anche un risarcimento che possa garantire ai due giovanissimi un futuro, la possibilità di continuare gli studi, una prospettiva di vita migliore di quella che hanno avuto finora.
Dott. Nicola De Rossi

Cronache della Campania@2018

Napoli, il giovane accoltellato a Pianura aveva litigato con un uomo del clan Pesce-Marfella

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Napoli. E’ ancora in gravi condizioni Gennaro Matuozzo il 19 enne, accoltellato due volte al petto ieri pomeriggio in via Trencia nel quartiere di Pianura. Il ferimento potrebbe essere collegato ad un litigio con un pregiudicato del clan Pesce-Marfella e ci sarebbero anche testimoni che lo confermano. Le coltellate hanno reciso una parte del polmone destro. Il giovane è stato accompagnato in ospedale da un amico, che ha detto di averlo visto pochi minuti prima in via Vicinale Trencia coperto di sangue e di averlo soccorso. Gli agenti del commissariato San Paolo della Polizia di Stato, che stanno conducendo le indagini hanno acquisito le registrazioni delle telecamere di sorveglianza di alcuni esercizi commerciali che si trovano nei paraggi, che potrebbero aver ripreso elementi preziosi o fornire indicazioni sul responsabile dell’aggressione e sulla via di fuga. Prima di perdere conoscenza il giovane ha detto  ai medici che si sarebbe trattato di un tentativo di rapina sfociato nel sangue; ha raccontato che, mentre stava percorrendo via Vicinale Trencia sul suo scooter, uno sconosciuto lo avrebbe bloccato e, mostrandogli un coltello, gli avrebbe ordinato di consegnare tutti gli oggetti di valore; al suo tentativo di reazione, il rapinatore lo avrebbe colpito subito al torace e poi sarebbe scappato. Il ragazzo avrebbe trovato la forza di trascinarsi verso i passanti per cercare aiuto, incrociando così l’amico; questo particolare troverebbe riscontro nel racconto dell’altro giovane, che avrebbe confermato di averlo visto in via Trencia, con le mani sanguinanti premute sul petto, e che gli avrebbe detto di essere stato accoltellato senza aggiungere altri particolari. Sul posto indicato dai due è stato trovato lo scooter della vittima e, poco distante, il portafogli; il rapinatore avrebbe quindi desistito dopo averlo ferito, fuggendo senza prendere nulla.

Cronache della Campania@2018

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