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Channel: Cronaca – Cronache della Campania
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Carcere di Poggioreale come un call center: trovati 6 smartphone nelle celle

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“Le celle del Padiglione Avellino del carcere di Poggioreale come call-center. Nell’arco di 24 ore nel Padiglione Avellino che ospita i detenuti ad Alta Sicurezza, appartenenti alla criminalita’ organizzata, sono stati rinvenuti ben sei apparecchi telefonici cellulari smartphone. Gli apparecchi cellulari detenuti illecitamente sono stati scoperti nelle condotte degli impianti idrici delle celle”. Lo rende noto Emilio Fattorello, segretario nazionale per la Campania del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe. Il Sappe, poi, denuncia una “grave situazione in ordine all’ingresso in carcere di soldi destinati ai detenuti”. “Ci riferiamo ai dati dei colloqui giornalieri, quando i familiari posso versare soldi ai detenuti, che complessivamente determinano un flusso economico di 100.000 euro settimanali: senza tracciabilita’, versati sui conti correnti interni, a soggetti a cui lo Stato paga il gratuito patrocinio da familiari che risultano per lo piu’ nullatenenti”, spiega. E poi aggiunge: “Il personale del Corpo in servizio a Poggioreale, ancora una volta, si distingue per l’alto senso del dovere e capacita’ professionali. Donne e uomini in divisa che ogni giorno operano tra mille difficolta’ e rischi nell’Istituto piu’ affollato d’Italia che al momento conta circa 2200 detenuti rispetto ai 1300 previsti. L’organico della Polizia Penitenziaria falcidiato da una assurda legge Madia e’ stato ridotto di circa 200 unita’ e dal presente organico sono fuori sede in altri servizi 170 unita’, numeri che non consentono neanche un regolare piano ferie. Basti osservare che il reparto colloqui garantisce in media lo svolgimento di 350 colloqui ed il controllo e filtro anche di 1500 familiari che fanno ingresso ed il tutto con sempre meno unita’ di Poliziotti impiegate. Questi eroi silenziosi ed invisibili garantiscono tutti i giorni la legalita’ ed il recupero dei rei ma cio’ sembra non interessare. Al contrario siamo spesso oggetto di campagne mediatiche che non fanno giustizia dell’operato vero del Corpo altro che la legenda metropolitana della” cella zero”.  Sul ritrovamento dei telefoni cellulari nelle celle di Poggioreale è intervenuto anche Donato Capece, segretario generale del Sappe, che esprime solidarieta’ e parole di apprezzamento per gli Agenti di Poggioreale: “Ogni giorno giungono notizie di aggressioni a donne e uomini del Corpo in servizio negli Istituti penitenziari del Paese, sempre piu’ contusi, feriti, umiliati e vittime di violenze da parte di una parte di popolazione detenuta che non ha alcuna remora a scagliarsi contro chi in carcere rappresenta lo Stato. E quotidiani sono i ritrovamenti di telefoni cellulari o droga in carcere. Sono oggettivi i numeri riferiti alle colluttazioni ed ai ferimenti nelle carceri italiane, riferiti all’anno 2017: le colluttazioni sono state 7.446 ed i ferimenti 1.175. Ossia, statisticamente 20 colluttazioni e 3 ferimenti al giorno! Non fanno statistica ma sono reali le aggressioni verbali di quei detenuti che inveiscono, offendono e poi scagliano contro i poliziotti penitenziari le proprie feci, l’urina o la candeggina.

Cronache della Campania@2018


Salerno, scoperti lavoratori in nero in ristoranti e negozi di abbigliamento

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Salerno. Più della metà dei lavoratori, 12 su 22, in nero. I Finanzieri del Comando Provinciale di Salerno hanno effettuato alcuni controlli presso imprese locali attive nel settore della ristorazione e del commercio al dettaglio di abbigliamento. Al termine degli accertamenti, i militari hanno scoperto che 12 lavoratori erano completamente ”in nero”, intenti a prestare la propria attività lavorativa in assenza di garanzie previdenziali e assistenziali. Per le aziende è scattata una maxi sanzione.

Cronache della Campania@2018

Slot machine illegali in un bar di Battipaglia: sanzoni per 100mila euro al titolare

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Battipaglia. La Guardia di Finanza di Eboli ha scoperto e sequestrato 5 slot machine illegali in un bar di Battipaglia. Gli apparecchi erano privi dei necessari nulla osta di distribuzione e messa in esercizio e non collegati alla rete statale di raccolta del gioco. Il responsabile del bar è sanzionato per più di 100mila euro. E’ il secondo sequestro in breve tempo: nei giorni scorsi infatti le fiamme gialle di Eboli, in collaborazione col personale dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Salerno, avevano scoperto e sequestrato 7 slot abusive presso bar e circoli ricreativi, comminando ai responsabili sanzioni amministrative per circa 120 mila euro.

Cronache della Campania@2018

Calamità, esercitazioni ad Apice in provincia di Benevento

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Benevento. Si è conclusa oggi ad Apice, in provincia di Benevento una vasta esercitazione di Protezione civile organizzata dalla Regione Campania e finalizzata a testare la capacità di risposta della Colonna Mobile Regionale, ossia le modalità di intervento in caso di necessità. Il test, che ha visto in campo ben 47 organizzazioni di volontariato, tra Associazioni ed enti, ha impegnato le unità cinofile e 60 mezzi di protezione civile . Tra le azioni compiute dagli oltre 500 volontari in campo, la rimozione di alcune ostruzioni in alveo fiume. In tre giorni sono stati testate alcune attività di soccorso legate a singoli scenari di evento: ricerca dispersi in superficie e tra le macerie, attività di antincendio boschivo, attività gruppi idrogeologici per eventi alluvionali, recupero e salvataggio di un ferito con manovre elicotteristiche, recupero e trasporto feriti, salvataggio con teleferica. L’intervento di soccorso in superficie, in particolare, è stato reso possibile grazie all’ausilio di un elicottero della Polizia di Stato. All’esercitazione di questa mattina ha preso parte il direttore generale della Protezione civile regionale, Massimo Pinto che ha ringraziato il Comune di Apice per la collaborazione e il supporto logistico prestato e tutte le istituzioni che hanno partecipato : Carabinieri, Aeronautica militare, Asl servizio veterinario, Polizia di Stato.

Cronache della Campania@2018

Rapina madre e zia, arrestato un minore a Montesarchio

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Benevento. Rapina madre e zia e per questo un minorenne di Montesarchio è stato arrestato dai carabinieri e trasferito presso il centro di prima accoglienza dei Colli Aminei di Napoli. Il ragazzo, che è uno studente, per futili motivi ha aggredito la madre per impossessarsi della sua borsa. Dopo essersi allontanato ha raggiunto la vicina abitazione della zia contro la quale si è scagliato con violenza facendosi consegnare il portafoglio con la somma di 150 euro. Scattato l’allarme, il giovane è stato rintracciato dai nel centro della città di Montesarchio. Le due donne, invece, hanno dovuto far ricorso alle cure dei medici della guardia medica per alcune escoriazioni causate dall’aggressione del giovane.

Cronache della Campania@2018

Napoli, aveva litigato in discoteca il giovane ucciso a Coroglio: è caccia all’assassino

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E’ stato ucciso dopo una lite in discoteca. Agostino Di Fiore, 28 anni ,questo il nome del giovane ammazzato all’alba in via Coroglio a Napoli, ha avuto in nottata un diverbio, sembra per futili motivi, con alcuni sconosciuti, all’interno di un locale della zona. E’ volata qualche parola di troppo, qualche minaccia ma sembrava che la questione avesse avuto fine. Purtroppo non e’ stato cosi’. All’alba il giovane e’ uscito e si e’ messo alla guida della sua auto. In via Coroglio pero’ ha incontrato le persone con le quali poco prima aveva avuto il diverbio. Sembra che siano volate parole grosse e minacce e sia stato esploso qualche colpo in aria. La vittima ha tentato una manovra disperata, forse di investire l’aggressore, ma e’ finito con la sua auto contro il muro di un’abitazione. A questo punto uno del gruppo ha estratto una pistola facendo fuoco per quattro volte. Un proiettile lo ha raggiunto al torace: secondo una prima ricostruzione e’ stato quello fatale. L’assassino, quindi, si sarebbe allontanato. A quanto si apprende, gli investigatori gia’ sono sulle tracce dell’omicida.

Cronache della Campania@2018

Controlli straordinari della polizia a Salerno: 400 persone identificate

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Nell’ambito dei servizi di controllo del territorio, intensificati dal Questore della Provincia di Salerno, in questo fine settimana sono stati effettuati servizi straordinari di controllo del territorio che hanno visto impegnati 55 equipaggi e 119 agenti dell’Ufficio Prevenzione Generale e del Reparto Prevenzione Crimine Basilicata con i seguenti risultati operativi:
Veicoli controllati: 189 Persone controllate: 403
Persone denunciate: 5 di cui 3 per inosservanza al Divieto di Ritorno nel Comune di Salerno, 1 per resistenza a Pubblico Ufficiale, 1 per minacce gravi e danneggiamento.
Contravvenzioni al CdS: 14
Stupefacente sequestrato: GR 25 grammi di marijuana Esercizi Pubblici controllati: 2
Posti di controllo : 42

Cronache della Campania@2018

Napoli, controlli antidroga nella Movida: arrestati tre migranti pusher

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Napoli. I carabinieri hanno arrestato 3 spacciatori di cui un minore e identificate centinaia di persone durante un servizio dei militari della compagnia Napoli-centro, del nucleo radiomobile di Napoli e del reggimento Campania. In piazza Bellini i carabinieri hanno arrestati per spaccio due 22enni, del Gambia e del Senegal, e un 16enne gambiano, tutti fermati dopo che avevano ceduto delle dosi di stupefacente ai clienti anche loro bloccati e segnalati alla prefettura. Agli spacciatori sono stati sequestrati altri 4 involucri di marijuana 7 stecchette di hashish. i maggiorenni sono in attesa del giudizio direttissimo mentre il minore è stato accompagnato presso il centro di prima accoglienza ai Colli Aminei. Controlli anche alla circolazione stradale con 80 contravvenzioni elevate per lo più per guida senza casco, guida senza patente e mancanza di assicurazione; 14 i ciclomotori e motocicli sottoposti a fermo o sequestro amministrativo. Identificati dai militari circa 550 soggetti tra cui più di 100 minori. Inoltre, sono stati sanzionati otto parcheggiatori abusivi nella zona dei “Baretti” di Chiaia.

Cronache della Campania@2018


Con le valigie cariche di sigarette di contrabbando: fermato al porto di Salerno

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I Finanzieri del Gruppo di Salerno, a seguito di appostamenti effettuati nelle immediate pertinenze dell’area portuale di Salerno, notavano un individuo agire con fare sospetto durante le operazioni di carico del bagaglio di un’autovettura con borsoni scaricati da una nave cargo appena approdata in banchina. Insospettiti dalla circostanza, i militari procedevano ad un controllo dell’autovettura e dei relativi occupanti all’uscita del varco portuale. All’apertura del bagagliaio venivano rinvenute due valigie contenenti TLE privo di contrassegno di Stato, per un quantitativo complessivo di 100 stecche, pari a 20 kg, che veniva sottoposto a sequestro per contrabbando. Ora i militari continuano le indagini per risalire ai fornitori.

Cronache della Campania@2018

Melito maxi rissa con coltelli e bastoni tra migranti: 5 arrestati

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Melito. I carabinieri della locale tenenza sono intervenuti in via Mazzini dopo una segnalazione per rissa e quando sono arrivati sul posto hanno trovato cinque persone con ferite da arma da taglio o da morsi, a terra un coltello sequestrato e tracce di sangue. I 5 arrestati per rissa e in attesa del giudizio con rito direttissimo sono Richard Sarfu, 34enne del Ghana, che non avrebbe restituito 1500 euro alla ex ragazza, Joy Sunday, 23enne di origine nigeriana che si è presentata sotto casa sua con l’attuale ragazzo, Samuel Okhibia, 26enne, anche lui nigeriano, con una coppia di amici e connazionali, Ese Ighovo, 23enne e Joy Aigbekaen, 20enne, tutti di Saviano, incensurati ma irregolari sul territorio nazionale.

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Salerno, omicidio stradale: l’attore Domenico Diele condannato a 7 anni e 8 mesi

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Domenico Diele, l’attore 32enne di origini romane, e’ stato condannato a 7 anni e 8 mesi per la morte della 48enne salernitana Ilaria Dilillo avvenuta all’alba del 24 giugno dello scorso anno nel tratto salernitano dell’autostrada A2 del Mediterraneo. La decisione e’ del giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Salerno, Piero Indinnimeo, al termine del rito abbreviato. L’imputato, oggi, non era presente in aula. Il pm della procura salernitana, Elena Cosentino, nell’udienza dello scorso 20 febbraio, aveva richiesto che il noto interprete di fiction fosse condannato a otto anni di reclusione per omicidio stradale aggravato. Diele era stato arrestato dopo l’incidente e poi posto ai domiciliari con il braccialetto elettronico nella sua casa di Roma. Poi rimesso definitivamente in libertà in attesa della sentenza nel mese di dicembre scorso. Ora è arrivata la sentenza di primo grado.

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Scafati, finanziere infedele sospeso per sei mesi

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Scafati. Finanziere infedele sospeso per sei mesi dal servizio. Su disposizione della Procura della Repubblica, le Fiamme Gialle di Scafati hanno eseguito un’ordinanza di applicazione della misura cautelare interdittiva della sospensione dall’esercizio di pubblico servizio di un appartenente al Corpo della Guardia di Finanza per la durata di sei mesi. L’uomo in servizio nell’agro nocerino, secondo quanto è emerso dalle indagini, aveva avvertito il titolare di un noto esercizio commerciale della zona, dell’imminente arrivo dei colleghi per dei controlli. Accusato di rivelazione del segreto di ufficio è stato sospeso per sei mesi. La misura cautelare è stata firmata dal gip del Tribunale di Nocera Inferiore.

Cronache della Campania@2018

Napoli, sfila il portafogli a un turista in piazza Garibaldi: preso giovane algerino

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Gli agenti del commissariato di Polizia Vicaria Mercato hanno arrestato per il reato di furto aggravato Nacer BOUDRAA 24enne algerino, in Italia senza fissa dimora. I poliziotti, poco dopo le 15.00, impegnati un mirati controlli predisposti per la prevenzione ed il contrasto alla criminalità diffusa in Piazza Garibaldi e nelle zone limitrofe, hanno notato l’extracomunitario mentre borseggiava un turista. Gli agenti hanno notato il giovane nordafricano, avvicinare da tergo due giovani e con mossa fulminea apriva la cerniera dello zaino di uno dei due e infilando la mano all’interno dello stesso ne estraeva un portafogli. All’immediato intervento dei poliziotti, il ladro lasciava cadere in terra il portafoglio, prontamente recuperato. Il borseggiatore è stato arrestato e stamani sarà giudicato con rito direttissimo. Alla vittima, un turista argentino 25enne, che non si era accorta di nulla fino all’intervento degli agenti, è stato restituito il portafoglio. Dai controlli effettuati, l’uomo è stato già arrestato per lo stesso reato ai danni sempre di un turista lo scorso 13 aprile e condannato ad anni 1 e mesi 4 con pena sospesa, oltre ad avere precedenti per rissa nel mese di gennaio di quest’anno. Inoltre risulta che l’extracomunitario ha fatto richiesta di protezione internazionale nel settembre del 2017 in Svizzera.

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Napoletani scomparsi in Messico: individuati i responsabili

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“Dai fascicoli delle indagini condotte dalla Procura messicana sulla scomparsa dei tre napoletani in Messico, emergono fatti chiari e trasparenti: i responsabili ora hanno dei nomi e dei cognomi e anche la vicenda e’ stata ricostruita perfettamente. La verita’ e’ a portata di mano”. Lo ha annunciato, all’ agenzia di stampa Ansa, l’avvocato Claudio Falleti, legale delle famiglie dei tre napoletani di cui non si hanno ormai piu’ notizie dal 31 gennaio scorso. Proprio la scorsa settimana l’avvocato Falleti aveva polemizzato con il governo italiano per il silenzio che era calato sulla vicenda. “Abbiamo sentito gridare molte volte ‘viva gli italiani’ ma evidentemente i Russo e i Cimmino non lo sono per le nostre istituzioni. La stessa preghiera che abbiamo rivolto a quello uscente: aiutateci a sapere che fine hanno fatto i nostri concittadini”. Di Raffaele e Antonio Russo e di Vincenzo Cimmino, non si hanno piu’ notizie dallo scorso 31 gennaio. “Adesso la politica si assuma le proprie responsabilita’ per tutelare i propri cittadini. E’ una storia triste quella dei Russo e dei Cimmino –  aveva ricordato l’avvocato – Scomparsi il 31 gennaio nel Paese centroamericano e dei quali non si hanno piu’ notizie. Una vicenda iniziata in piena campagna elettorale, quando nessun rappresentante del nostro Stato aveva abbastanza tempo per occuparsene seriamente. Poi ci sono state le elezioni e adesso il Governo”. “Dopo la promessa – aveva spiegato Falleti – gia’ disattesa dallo staff del presidente Fico (ancora attendiamo un appuntamento), chiediamo ai ministri incaricati della questione di occuparsene veramente”.
Domani pomeriggio, a Montecitorio, fa sapere ancora l’avvocato Falleti, il presidente della Camera, Roberto Fico ricevera’ il legale una delegazione dei congiunti delle famiglie Russo e Cimmino composta dal figlio e dalla cognata di Raffaele Russo e dalla moglie di Vincenzo Cimmino. “Vogliamo che lo Stato ci dia quella forza in piu’ per chiudere il cerchio”, ha spiegato Falleti, “dai responsabili di quella sparizione, che sono stati individuati, vogliamo sapere dove sono i nostri connazionali. Non deve trascorrere altro tempo inutilmente, ormai sono passati quattro mesi. La campagna elettorale e’ finita. C’e’ un governo e la politica ora non ha piu’ scuse. Tutti gli attori di questa vicenda hanno nomi e cognomi e, quindi, e’ il momento di assumersi tutti le proprie responsabilita’. Arriviamo tutti per fare finalmente luce su questa vicenda”. Falleti annuncia anche di essere in procinto di chiedere un incontro anche con i ministri dell’Interno, degli Esteri, e del Sud.

Cronache della Campania@2018

In giro per Ischia di notte a rubare auto: arrestati in 4, due sono minorenni

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Gli agenti della Polizia di Stato del Commissariato Ischia hanno arrestato Cristian Adelin Ghita, di 18 anni e F.D.A., di 17 anni, e poco dopo Nicolas La Rocca, di 18 anni e M.F. di 17 anni, responsabili in concorso del reato furto aggravato. Stanotte, poco dopo le 03.00, i poliziotti sono stati allertati dalla centrale operativa del commissariato che era stata appena rubata un’autovettura Fiat 600 da un box in via Nuova dei Contri.Poco dopo, gli agenti hanno intercettato l’auto rubata in una delle strade adiacenti, con a bordo F.D.A., di 17 anni, alla guida e Cristian Adelin Ghita di fianco entrambi arrestati. I poliziotti hanno notato che l’auto rubata era seguita a breve distanza da un’altra autovettura, una Fiat 500, prontamente bloccata. A bordo di quest’ultima gli agenti hanno identificato altri due giovani Nicolas La Rocca, di 18 anni alla guida e M.F. di 17 anni di fianco, amici dei due arrestati.

Dai controlli effettuati i poliziotti hanno scoperto che anche quest’auto, la Fiat 500, era stata appena rubata da via Acquedotto, e la proprietaria non si era ancora accorta del furto. Entrambe le autovetture sono state restituite alle proprietarie, mentre i quattro giovani sono stati, due diciassettenni sono stati accompagnati presso il Centro di prima accoglienza dei Colli Aminei mentre i due maggiorenni sono in attesa del giudizio direttissimo di stamane.

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I napoletani scomparsi in Messico sono stati consegnati al boss col dente di platino

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Antonio Russo e Vincenzo Cimmino, due dei tre italiani scomparsi lo scorso anno in Messico, furono prelevati da alcuni poliziotti in prossimita’ di un distributore e condotti in una localita’ di montagna dove ad attenderli c’era il vice capo della polizia di Jalisco, Hilario Farias Mejia, e don Angel, personaggio del posto piuttosto noto, ritenuto legato alla malavita locale, che viene descritto in maniera precisa dai poliziotti: “era a bordo di un Suv rosso senza targa, ben vestito e con un dente di platino”. Emergono altri particolati, dalle 22 pagine dei verbali dell’inchiesta sulla sparizione in Messico di Raffaele e Antonio Russo, e Vincenzo Cimmino, di cui non si hanno piu’ notizie dallo scorso 31 gennaio.  I due cugini stavano cercando Raffaele Russo, padre di Antonio e zio di Vincenzo, sparito nel nulla qualche ora prima. E’ grazie a un messaggio whatsapp di Antonio, inviato al fratello Francesco, che ora si sta battendo come un leone per avere notizie dei suoi congiunti, che si e’ venuti a conoscenza del coinvolgimento di agenti della polizia locale almeno nelle sparizioni di Antonio e Vincenzo. Secondo quanto emerge dai verbali degli interrogatori dei quattro agenti arrestati, tre dei quali rinviati a giudizio, una volta arrivati all’appuntamento don Angel avrebbe anche fatto capire di sapere dove si trovasse Raffaele. Agli agenti infatti dice: “ora li prendiamo, li portiamo dov’e’ l’altro italiano”. Appare quindi centrale nella vicenda della scomparsa dei tre napoletani il ruolo svolto dai vertici della polizia ma anche di don Angel. Al momento, pero’, risultano ricercati i vertici della polizia di Jalisco, tra cui Farias, ma nessuna misura cautelare e’ stata emessa nei confronti di don Angel.

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Salerno, la condanna a Diele, la famiglia di Ilaria: ‘Ora più sereni’

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Salerno. “Oggi possiamo dire che, a distanza di un anno, abbiamo la sentenza di primo grado. Quindi per una famiglia significa avere fiducia nella giustizia”. Commenta cosi’ l’avvocato della famiglia Dilillo, Michele Tedesco, la sentenza con la quale l’attore Domenico Diele e’ stato condannato, con rito abbreviato, a 7 anni e 8 mesi di reclusione per omicidio stradale aggravato. “La sentenza – spiega Tedesco definendo “serio” il provvedimento del giudice – ha stabilito un principio: (Diele, ndr) era in stato di alterazione psicofisica quando ha ucciso la povera Ilaria”. Nei momenti immediatamente successivi alla lettura del dispositivo nell’aula al secondo piano del palazzo di giustizia di Salerno, Tedesco ha parlato con fratello e padre della vittima i quali, secondo il legale, si sono detti “contenti”. E, del padre, ha confidato che “la sera va a dormire nel letto di Ilaria”. Nessun commento, invece, da parte di uno degli avvocati di Diele, Ivan Nigro, che ha preferito non rilasciare dichiarazioni alla stampa. Intanto, al di fuori del tribunale di corso Garibaldi, si attende l’arrivo delle amiche della 48enne che, sin dal momento dell’incidente, non hanno mai smesso di chiedere “giustizia per Ilaria”.

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Ucciso per errore dalla camorra: per i giudici è giusto non riconoscere il vitalizio alla famiglia

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Non viola la Costituzione la norma che vieta al Ministero dell’Interno di concedere il vitalizio ai familiari delle vittime della criminalita’ organizzata, qualora questi abbiano parenti o affini entro il quarto grado nei cui confronti e’ in corso un procedimento di prevenzione o penale per motivi di mafia. Lo afferma il giudice monocratico di Napoli Barbara Gargia, nell’ordinanza, contro cui verra’ proposto appello, con cui qualche giorno fa ha rigettato la richiesta di sollevare la questione di legittimita’ della norma (contenuta nell’articolo 2, comma 21, della Legge 94 del 2009) davanti alla Corte Costituzionale. A rivolgersi al giudice era stato lo scorso aprile l’avvocato Giovanni Zara, che difende i familiari di Paolo Coviello, ucciso insieme a Pasquale Pagano nel 1992 dai killer del clan dei Casalesi per un errore di persona; i due, e’ emerso dal processo in cui sono stati condannati definitivamente i sicari, furono scambiati per i bersagli prescelti, ovvero i camorristi Alfredo Zara e Domenico Frascogna. Il processo penale ha evidenziato come Coviello e Pagano fossero vittime assolutamente innocenti, non avevano cioe’ nulla a che fare con il clan, ma per il giudice partenopeo ha fatto bene il Ministero dell’Interno a rifiutare la concessione dell’elargizione richiesta dai figli di Coviello, Giuseppe ed Eufrasia, essendosi il Viminale “attenuto alle disposizioni normative in materia”. I Coviello infatti hanno parenti entro il quarto grado vicini al clan. La norma contestata non ha permesso ai familiari di molte vittime innocenti di avere il beneficio economico; tra i casi piu’ noti quello concernente Marisa Garofalo, sorella di Lea Garofalo, vittima della ‘ndrangheta – fu uccisa e il corpo bruciato – dopo aver testimoniato contro il marito e il cognato affiliati. L’avvocato Zara aveva indicato tra le norme della Costituzione violate gli articoli 3 (principio di eguaglianza), 27 (principio della responsabilita’ penale personale) e 97 (principio del buon andamento della Pubblica Amministrazione); punto centrale del ricorso era il principio secondo cui in certe piccole comunita’ del Sud, dove la criminalita’ organizzata e’ molto radicata, come Casal di Principe, Corleone, o molti comuni calabresi, le parentele non si possono scegliere ma non possono neanche rappresentare un ostacolo giuridico che impedisce a persone che mai hanno fatto parte del clan di ricevere il beneficio di legge, qualora restino vittima essi stessi o i loro familiari di eventi di sangue. Si creano cosi’ vittime di serie A e di serie B. Il giudice non e’ entrato nel merito di questa riflessione, ma ha semplicemente riconosciuto la legittimita’ della decisione del Viminale, basata sulla ratio della norma che vuole evitare che i soldi tornino ad ambienti vicini alla criminalita’; il magistrato ha peraltro riconosciuto che “e’ molto difficile, in concreto, raggiungere la prova positiva della predetta estraneita’ ad ambienti delinquenziali da parte delle vittime” proprio a causa della struttura “parafamiliare” che assumono le cosche in tali comunita’. Il giudice non ha ravvisato neanche profili di irragionevolezza nella scelta statale, trattandosi l’elargizione di un diritto soggettivo, con lo Stato libero di indicare requisiti per accedervi.

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Napoli: ausiliari del traffico aggrediti da parcheggiatori abusivi

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“Questa volta la violenza dei parcheggiatori abusivi dalle parole e’ passata ai fatti, ma quello che e’ successo a due ausiliari della sosta aggrediti in pieno centro a Napoli conferma che la maggioranza dei parcheggiatori abusivi e’ formata da persone violente e, spesso, pregiudicate e legate ai clan della camorra”. Lo ha detto il consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli, che, da tempo, sottolinea una nota, “ha avviato una battaglia senza quartiere contro chi impone il ‘pizzo’ a quanti vogliono parcheggiare l’auto o la moto aprendo anche la pagina facebook ‘Io odio i parcheggiatori abusivi’, insieme col consigliere comunale Marco Gaudini e con lo speaker Gianni Simioli de La radiazza di RadioMarte. L’obiettivo e’ quello di raccogliere denunce e segnalazioni, anche in forma anonima; si esprime “piena solidarieta’ ai due ausiliari del traffico aggrediti in via Oberdan da un parcheggiatore abusivo che poi e’ stato arrestato solo perche’ stavano facendo il loro dovere che e’ quello di multare le auto lasciate in sosta senza pagare quanto dovuto per stare sulle strisce blu”. “I due ausiliari, R.S. e G.V., che sono andato a incontrare in ospedale, sono stati assistiti al pronto soccorso del Loreto Mare dove sono andati per ricevere le cure del caso” ha aggiunto Borrelli ricordando che “ormai non passa giorno che non venga fermato da parcheggiatori abusivi o da persone solidali con loro che mi avvicinano per sottolinearmi quanto quello che stiamo facendo li faccia innervosire”. “Proprio in queste ore, Borrelli, sulla sua pagina facebook, ha pubblicato un video – rileva la nota – in cui si vede un parcheggiatore abusivo del lungomare di Napoli che domenica sera, spalleggiato da un’altra persona arrivata a bordo di uno scooter, che parla, con atteggiamento minaccioso, nei suoi riguardi, accusandolo di rovinare intere famiglie che si mantengono grazie al ‘mestiere’ di parcheggiatore abusivo”. “Questa volta addirittura hanno promesso che, alle prossime elezioni, si coalizzeranno in un vero e proprio partito dei parcheggiatori abusivi per andare contro la battaglia che stiamo portando avanti e difendere i loro diritti” ha aggiunto Borrelli per il quale “al di la’ di improbabili ‘discese in campo politico’ preoccupa la prepotenza di queste persone che si sentono in diritto di difendere pubblicamente quello che ritengono un loro diritto: impossessarsi di km di strade e spazi pubblici per imporre il ‘pizzo’ a quanti vogliono parcheggiare, bloccare il traffico e ridurre le carreggiate”. “Fortunatamente, oltre ai messaggi piu’ o meno minacciosi dei parcheggiatori abusivi, continuano ad arrivare anche messaggi di sostegno alla nostra battaglia” ha concluso Borrelli sottolineando che “sono questi messaggi a influenzarci e non le minacce, perche’ questi messaggi di solidarieta’ dimostrano che stiamo portando avanti una battaglia giusta”.

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Napoli, fermato il presunto killer di Agostino Di Fiore

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I carabinieri hanno fermato un ragazzo accusato dell’omicidio di Agostino Di Fiore, il 28enne ucciso questa mattina alle 5 in via discesa Coroglio, nel quartiere di Bagnoli a Napoli. Il giovane, 20 anni da poco compiuti, e’ della zona di Santa Lucia ed e’ in stato di fermo perche’ sospettato di aver premuto il grilletto contro il giovane pregiudicato di Scampia con il quale aveva avuto una lite in discoteca.
C’e’ stata dapprima una lite in una discoteca di Bagnoli, a Napoli, scoppiata per futili motivi. Qualche parola di troppo e qualche spintone. Ma sembrava che la questione non dovesse aver seguito. Agostino Di Fiore, 28 anni, residente nel quartiere di Scampia, qualche ora dopo ha incontrato lungo la strada le persone con le quali aveva litigato nel locale. Sono volate di nuovo parole grosse, poi e’ comparsa una pistola. Quattro colpi, uno dietro l’altro, e per il 28enne non c’e’ stato scampo: e’ morto all’istante. Sono stati i carabinieri della Compagnia di Bagnoli a ricostruire, nel giro di qualche ora, quanto era accaduto. In serata hanno fermato un giovane, del quale non sono state fornite le generalita’, e sono al lavoro per accertare le responsabilita’. Nella notte tra domenica e lunedi’ Di Fiore e’ in discoteca. All’improvviso si imbatte con alcuni sconosciuti con i quali ha un diverbio. Alle cinque del mattino la vittima si mette da solo in macchina e procede per via Coroglio probabilmente per fare ritorno a casa. Lungo la strada pero’ ci sono anche le persone con le quali aveva litigato. La discussione riprende. Di Fiore tenta di dileguarsi. Dall’altro lato pero’ compare una pistola e qualcuno esplode un colpo di pistola in aria. Di Fiore accelera di nuovo trovandosi ancora una volta dinanzi a quegli sconosciuti che sono in sella a degli scooter. Ritenta una manovra azzardata con la sua vettura, ed e’ ad un passo dal travolgere uno dei mezzi ma finisce contro il muro di un’abitazione finendo cosi’ per essere bloccato. A questo punto l’assassino ha premuto quattro volte il dito sul grilletto di una pistola; quattro colpi esplosi a poca distanza che mandano in frantumi i vetri della macchina. Di Fiore viene colpito al torace: muore nel giro di pochi minuti. L’assassino si allontana velocemente. Sul posto giungono i carabinieri che in pochissimo tempo escludono la pista della rapina finita nel sangue perche’ nell’auto trovano il portafogli ed il telefonino. Quindi i militari si mettono al lavoro per ricostruire cosa abbia fatto nelle ore immediatamente precedenti. E cosi’ scoprono che era stato nel locale della zona, dove aveva avuto una lite. Si passano al setaccio anche le immagini di alcune telecamere che lungo la strada avrebbero potuto riprendere la scena.

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