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Channel: Cronaca – Cronache della Campania
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Chiede aiuto alla scorta di un magistrato, ignorato, ha aggredito gli occupanti: condannato marocchino

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Napoli. Si è scagliato contro la vettura di scorta di un magistrato, danneggiandola, e poi ha aggredito con calci e pugni l’autista e l’ufficiale di scorta, successivamente costretti a ricorrere alle cure mediche: è successo nella serata di domenica scorsa nei pressi del Corso Garibaldi, a Napoli. Un marocchino di 27 anni, Kamil el Medhi, e’ stato arrestato e poi condannato a quattro mesi di reclusione. Ai giudici ha spiegato di essere stato aggredito da un gruppo di extracomunitari e di avere chiesto aiuto alla vettura, identificata come appartenente alle forze dell’ordine per via del lampeggiante. La vettura di scorta del magistrato però non poteva fermarsi e soccorrerlo. Il marocchino, fortemente irritato per essere stato ignorato, ha prima raggiunto la vettura, rimasta incolonnata nel traffico, e poi l’ha vandalizzata, saltando ripetutamente sul cofano. Infine ha aggredito gli agenti, scesi dall’auto per bloccarlo.

Cronache della Campania@2018


Potenziati i controlli nella stazione di Napoli, arresti e denunce della polizia

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Napoli. Intensificati i controlli alla stazione centrale di Napoli, metal detector e nastri tendiflex per controllare passeggeri e visitatori. Utilizzando nastri tendiflex e  desk della Polizia Ferroviaria, sono stati creati cinque varchi di accesso attraverso i quali gli utenti passano sotto lo sguardo dei poliziotti, che controllano così de visu tutte le persone in ingresso, e individuano con maggiore facilità i sospetti e controllarli, anche mediante l’uso dei metal detector in dotazione. Nella Stazione di Napoli Centrale questi servizi sono stati realizzati con il concorso degli uomini della questura di Napoli: Unità Cinofile e Unità Operativa Pronto Intervento (Uopi) e dei militari impegnati nell’operazione “Strade Sicure”. Analoghe modalità di controllo sono state predisposte nelle stazioni di Salerno, Caserta ed Aversa dove le pattuglie, collocate nei punti di accesso degli scali, sempre con l’ausilio dei  tendiflex e dei metal detector, hanno potuto controllare visivamente tutte le persone in ingresso e i relativi bagagli. Sono state identificate 1367 persone, controllati 335 bagagli. Una persona è stata arrestata per minaccia, resistenza e lesioni a pubblico ufficiale. Inoltre sono state denunciate 3 persone, due per la vendita di merce contraffatta e uno per resistenza a pubblico ufficiale, due i fotosegnalamenti, 2 i sequestri penali e 8 sequestri amministrativi, 10 le sanzioni amministrative. In particolare stamane, nella stazione di Napoli Centrale, R.G., quarantasettenne pluripregiudicato napoletano, ha aggredito un dipendente di Protezione Aziendale della società Trenitalia, in servizio a bordo di un treno. L’uomo  annovera numerosi precedenti di polizia per sette diversi episodi di minaccia e resistenza a pubblico ufficiale, di cui due compiuti nei confronti della medesima vittima odierna,  perché ostacolavano la sua attività di venditore abusivo che esercita sui treni che circolano in questa regione. Alla richiesta di scendere dal treno rivoltagli dall’operatore di Protezione Aziendale perché era privo di titolo di viaggio, prima gli ha lanciato una busta di plastica e poi lo ha colpito violentemente al volto con una testata, procurandogli lesioni personali giudicate guaribili in dieci giorni. Continuando a minacciarlo ripetutamente di ulteriori ritorsioni fisiche e personali, è sceso dal convoglio in partenza ed ha tentato di allontanarsi dalla stazione. Il fuggitivo non ha però potuto sottrarsi all’attenzione degli agenti della Polizia Ferroviaria che presenziavano uno dei cinque varchi di ingresso, che lo hanno bloccato ed arrestato. L’uomo è agli arresti domiciliari in attesa del rito direttissimo, che si terrà domani. Sempre nel corso dei controlli straordinari nella stazione di Napoli centrale, sabato, M.N.  e D.F., senegalesi di anni 30 e 35, sono stati  fermati con delle grosse borse all’interno delle quali occultavano borse e abbigliamento con marchio contraffatto di note marche tra cui Moschino, Louis Vuitton, Gucci. I due sono stati denunciati per il reato di ricettazione e la merce sottoposta a sequestro penale.

Cronache della Campania@2018

Terrorismo, il cellulare del gambiano arrestato sarà analizzato da un perito e dal Ros di Napoli

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Napoli. Un consulente della Procura di Napoli analizzerà il cellulare sequestrato al presunto terrorista gambiano arrestato mercoledì scorso. Ad effettuare la consulenza tecnica insieme al perito ci saranno gli uomini del reparto indagini telematiche del Ros. Il cellulare sequestrato a Sillah Osman, arrestato con l’accusa di essere un terrorista dell’Isis potrebbe contenere informazioni decisive sulla sua attività. Nelle prossime ore gli inquirenti napoletani torneranno nel carcere dov’è detenuto per un altro interrogatorio. Gli investigatori, inoltre, stanno anche cercando di accertare se gli altri componenti il gruppo di cui facevano parte Sillah e Alagie Touray – l’altro gambiano di 21 anni, fermato davanti alla moschea di Licola, nel napoletano, lo scorso 20 aprile, da Ros e Digos – siano giunti in Italia dopo l’addestramento dell’Isis, in una zona desertica della Libia.

Cronache della Campania@2018

Campania, al via l’operazione Mare Sicuro per tutelare bagnanti e ambiente

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Napoli. Parte anche quest’anno l’operazione “Mare Sicuro” della Direzione Marittima della Campania, sotto il coordinamento dell’ammiraglio Arturo Faraone. Obiettivi: tutelare l’incolumità dei bagnanti, la difesa dell’ambiente marino e la sicurezza di quanti andranno per mare. Sino al 16 settembre saranno impiegati ogni giorno oltre 100 uomini e donne e circa 50 mezzi navali della Direzione Marittima, lungo tutti i 500 chilometri di costa della Campania. E’ prevista infatti la presenza dei militari della Capitaneria di Porto – Guardia Costiera nei periodi di maggior afflusso lungo tutte le coste della regione, con particolare attenzione ai siti considerati “sensibili” a causa della maggior affluenza turistico balneare. “L’impegno rafforzato mira così ad assicurare rapidi interventi di soccorso in favore di bagnanti, diportisti e subacquei ed a garantire controlli più intensi su tutte le attività svolte in mare, per prevenire condotte illecite, pericolose per le persone, per il patrimonio ambientale, per l’ecosistema marino e per le risorse ittiche”, ha spiegato la Direzione marittima. La Guardia Costiera ha deciso di scendere in campo non solo con l’attività operativa a salvaguardia della vita umana in mare, ma anche con una forte attività di sensibilizzazione: testimonial della campagna in Campania è Davide Tizzano, pluricampione olimpico di canottaggio.

Cronache della Campania@2018

Il terrorista preso a Napoli: “Nel campo Isis c’era un europeo fedelissimo dell’emiro”

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Napoli. C’era pure un foreign fighter, un giovane europeo, nel campo di addestramento libico dell’Isis dove i due gambiani arrestati tra Napoli e provincia si sono preparati compiere attentati in Occidente. A rivelarlo, durante un interrogatorio, è Alagie Touray, il ventunenne fermato il 20 aprile scorso davanti a una moschea di Licola, nel Napoletano, in un blitz antiterrosimo di Ros e Digos. Grazie alle sue informazioni, inoltre, mercoledì scorso è stato bloccato a Napoli un altro “soldato” di Daesh, Sillah Osman, che come lui aveva completato il percorso di radicalizzazione nel Mo’askar (così Touray chiama il campo di addestramento dell’Isis, ndr) “E’ stato l’unico soggetto che ho conosciuto che proveniva dall’Europa – dice Touray, registratosi nel campo di addestramento con il nome di Abu Jafar, riferendosi al giovane europeo – perchè tutti gli altri venivano dal continente africano”. Il gambiano lo definisce “molto zelante, si impegnava molto nelle attività di addestramento” tanto da essere “legato all’emiro che indossava il caftano”. Il giovane, riferisce ancora Touray, fece con lui e con Sillah, il giuramento collettivo. Del gruppo faceva parte anche un altro giovane “fra i più zelanti e vicini all’emiro” che “era stato incoraggiato all’addestramento dalla madre e che aveva avuto un fratello kamikaze, che si era fatto esplodere”. I più zelanti, quelli più vicini all’emiro, che viaggiava a bordo di una macchina del colore della sabbia per mimetizzarsi nel deserto, erano complessivamente sette.

Cronache della Campania@2018

Lo chef maliano ferito a Napoli: ‘Salvini venga al mio ristorante’

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“Salvini venga a mangiare nel mio ristorante, e’ un luogo dove possiamo incontrarci, senza parlare non si puo’ fare niente”. Konate Bouyagui, il giovane chef maliano ferito da due sconosciuti nel centro di Napoli con un fucile ad aria compressa, ha alle spalle una storia di integrazione riuscita e vorrebbe raccontarla al ministro dell’Interno. Oggi l’ha illustrata nel corso della riunione della direzione nazionale di Legacoop: titolare di protezione internazionale ha parlato del suo arrivo in Italia, della sua esperienza lavorativa ma anche del “grande spavento” che porta con se’ dalla notte dell’aggressione e di quella che definisce un “campagna sull’immigrazione in tv che fa paura”. Per questo invita pubblicamente Salvini alla sua tavola: “se vuoi conoscere una persona devi sederti con lui a parlare -dice- Se Salvini viene gli preparo un antipasto somalo, ‘Sambusi’ ripieno di verdure o carne macinata, e poi un bel piatto di riso con verdure perche’ secondo me deve fare un po’ di dieta…> Konate ha 21 anni e la passione per la cucina. Arrivato in Italia nel 2014 come minore straniero non accompagnato, e’ prima passato per uno Spraar, poi, dopo aver imparato la lingua e fatto formazione, ha avviato con altri quattro giovani migranti – provenienti anche da Egitto, Armenia e Turchia – una start up cooperativa di ‘catering multietnico’ supportata da un fondo di Legacoop. “Mettiamo tante culture insieme, organizziamo eventi, corsi di cucina, pranzi e matrimoni – spiega – Cuciniamo anche a domicilio. In ogni piatto troviamo l’equilibrio tra le esigenze dei clienti e la ricetta originaria”. Nel 2017 il cuoco originario del Mali e’ stato ospite della nota trasmissione MasterChef e ha aperto il ‘suo’ primo ristorante insieme alla cooperativa Tobili’: un piccolo locale a Chiana che si chiama Kikana. Il giovane chef parla a voce bassa ed e’ quasi sempre sorridente, si oscura in volto solo quando viene rievocata la notte degli spari. Mostra la benda che gli copre la ferita sull’addome ma poi afferma sollevato: “Grazie a Dio sto bene…queste cose non devono continuare. Io ho paura dall’inizio di questa ‘campagna’, da quando guardo la tv e si parla solo di immigrazione come se in Italia fosse l’unico problema. Sono troppo spaventato”. “A Napoli – racconta – mi sono trovato bene fino a quando e’ successo questo fatto, ho tantissimi amici anche italiani. Come e dove vedo il mio futuro? A questa domanda non ho ancora trovato risposta, prima mi devo riprendere da questa ferita”. Nonostante l’aggressione subita, avvenuta a pochi giorni da quella di un altro migrante ferito a Caserta da sconosciuti che, su un’auto, gridavano “Salvini, Salvini”, non pensa che gli italiani siano razzisti. Accanto a lui, ad esempio, oggi c’e’ Mauro Lusetti, presidente Legacoop. “Un socio fondatore di una nostra cooperativa e’ stato oggetto di un attentato, per caso non e’ stato ferito in modo grave. A lui vogliamo manifestare tutta la nostra vicinanza: esiste un’altra Italia, che non e’ quella del rancore, ma che mantiene una visione solidale. Oggi il messaggio di speranza e’ che Konate Bouyagui resti in Italia e sviluppi la sua attività”.

Cronache della Campania@2018

Napoli: aggredisce operatore su treno, arrestato venditore ambulante

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Un operatore di protezione aziendale di Trenitalia è stato aggredito da un 47enne pregiudicato a bordo di un treno che ha tentato la fuga nella stazione di Napoli Centrale ma è stato bloccato dalla Polizia ferroviaria. Il fatto è accaduto stamattina. Il 47enne R.G. annovera precedenti di polizia per 7 diversi episodi di minaccia e resistenza a pubblico ufficiale, di cui 2 compiuti nei confronti della stessa vittima di oggi, perché ostacolavano la sua attività di venditore abusivo che esercita in modalità itinerante sui treni che circolano in Campania. Alla richiesta dell’operatore di protezione aziendale di scendere dal treno in quanto privo di titolo di viaggio, il 47enne gli ha lanciato una busta di plastica e poi lo ha colpito violentemente al volto con una testata, procurandogli lesioni personali giudicate guaribili in 10 giorni. Continuando a minacciarlo ripetutamente di ulteriori ritorsioni fisiche e personali, il 47enne è sceso dal convoglio in partenza e ha tentato di allontanarsi dalla stazione, venendo però bloccato dagli agenti della Polizia ferroviaria che lo hanno arrestato per minaccia, resistenza e lesioni a pubblico ufficiale. L’uomo è stato posto agli arresti domiciliari in attesa del rito direttissimo che si terrà domani.

Cronache della Campania@2018

Guardia Costiera, al via operazione “Mare sicuro 2018”

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Anche quest’anno, come ormai è tradizione, la Guardia Costiera dà il via alla complessa operazione “Mare Sicuro” che vedrà impegnata la Direzione Marittima della Campania, sotto il coordinamento del Contrammiraglio Arturo FARAONE, a tutela dell’incolumità dei bagnanti, a difesa dell’ambiente marino ed a garanzia della sicurezza di quanti andranno per mare.
Proprio la stagione estiva, infatti, rappresenta il momento di massimo utilizzo del mare e delle coste ad opera della collettività ed il personale delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera è chiamato ad assolvere il delicato compito di supervisore discreto, ma sempre presente, per garantire lo svolgimento sereno e sicuro delle attività balneari da parte dell’utenza del mare e, nel caso occorra, di severo tutore dell’ordine nei confronti dei comportamenti pericolosi ed illeciti.
Sono questi i concetti chiave dell’operazione “Mare Sicuro 2018” che sino al 16 settembre p.v. vedrà impiegati ogni giorno oltre 100 uomini e donne e circa 50 mezzi navali della Direzione Marittima, lungo tutti i 500 chilometri di costa della Campania. E’ prevista infatti la presenza dei militari della Capitaneria di Porto – Guardia Costiera nei periodi di maggior afflusso lungo tutte le coste della regione, con particolare attenzione ai siti considerati “sensibili” a causa della maggior affluenza turistico balneare, che avranno il compito di:
Ø vigilanza delle zone di mare riservate in via esclusiva alla balneazione, assicurando siano rispettate dalle unità da diporto e moto d’acqua per evitare che le stesse non arrechino pericoli e disturbo ai bagnanti;
Ø verifica degli apprestamenti di sicurezza degli stabilimenti balneari (pattino di salvataggio, presenza del bagnino, dotazioni di primo soccorso, ecc.) nonché dei corridoi di lancio e delle boe delimitanti le acque riservate alla balneazione
Ø verifica posizionamento, a cura delle Amministrazioni/Enti competenti, di cartelli monitori sulle spiagge libere, in particolare in quelle altamente frequentate, indicanti eventuali limitazioni alla balneazione sicura;
Ø verifica e vigilanza sullo stato di efficienza e di sicurezza dei traghetti e dei mezzi veloci adibiti al trasporto dei passeggeri che effettuano collegamenti marittimi con le isole del golfo e le località di maggior pregio turistico;
Ø tutela dell’ambiente marino e costiero: uno degli obiettivi prioritari da perseguire, sia per la ricchezza del patrimonio naturalistico della regione Campania, sia per i rilevanti interessi sociali ed economici coinvolti nell’utilizzo delle relative risorse.
Un’operazione quindi condotta nel segno della “trasversalità”, quale sintesi del lavoro e dello sforzo che il Corpo delle Capitanerie di porto – Guardia Costiera compie nell’ambito delle proprie funzioni e dei compiti legati agli usi civili e produttivi del mare, tra i quali – in primis – la salvaguardia della vita umana in mare, ma anche alla sicurezza della navigazione, alla tutela dell’ambiente marino e costiero, ai controlli sull’intera filiera della pesca.
L’impegno rafforzato mira così ad assicurare rapidi interventi di soccorso in favore di bagnanti, diportisti e subacquei ed a garantire controlli più intensi su tutte le attività svolte in mare, per prevenire condotte illecite, pericolose per le persone, per il patrimonio ambientale, per l’ecosistema marino e per le risorse ittiche.

La Guardia Costiera ha deciso di scendere in campo non solo con l’attività operativa a salvaguardia della vita umana in mare, ma anche con una forte attività di sensibilizzazione verso tutti coloro che vivranno a contatto con il mare. Testimonial d’eccezione della Direzione Marittima della Campania è Davide TIZZANO, pluricampione olimpico di canottaggio e personaggio amato dal pubblico, che ha aderito con entusiasmo all’iniziativa, sostenendo gli uomini e le donne della Guardia Costiera nella promozione di messaggi sulla sicurezza in mare e la tutela dell’ambiente marino e costiero. L’obiettivo è quello di promuovere la “cultura del mare” e di trasmettere a tutti gli utenti una “cultura dell’autocontrollo”, che si traduce in un maggiore senso di responsabilità e, quindi, sicurezza. Una campagna ricca di importanti consigli utili che ci accompagnerà per tutta l’estate sui profili social Facebook, Twitter, Instagram della Guardia Costiera e sul sito istituzionale.
Anche quest’anno sarà promossa inoltre l’iniziativa del “Bollino blu” che, con l’introduzione e la previsione all’interno del nuovo codice della nautica da diporto, permetterà ai diportisti di vivere il mare evitando una duplicazione dei controlli in materia di sicurezza della navigazione e, quindi, più serenamente.
Nel ricordare che il “Numero 1530” per l’emergenza in mare è sempre attivo sul territorio nazionale gratuitamente per il cittadino, si ribadisce che un’estate serena e felice nasce dal rispetto di poche ma essenziali regole sintetizzate nella brochure allegata.

Cronache della Campania@2018


Napoli, nuovo boom di accessi al Cardarelli

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Un fine settimana ed un inizio settimana particolarmente intensi al pronto soccorso del Cardarelli di Napoli, dove gli accessi hanno superato il valore medio delle ultime settimane (200) e ieri si sono attestati a quota 275 (154 codici verdi, 93 gialli, 27 rossi, 1 nero), con grande concentrazione di politraumi maggiori e 40 arrivi in ambulanza. “Fortunatamente – fa sapere la direzione generale dell’Azienda sanitaria napoletana – i protocolli definiti assieme alla direzione sanitaria e con il supporto di tutti i responsabili delle diverse strutture ci hanno consentito di governare l’emergenza”. “Stiamo avendo l’ennesima conferma che il Cardarelli ha voltato pagina e che, prevedendo ogni possibile scenario, riesce a tamponare anche giornate di super afflusso come le ultime che stiamo vivendo”. L’attivazione automatica dei protocolli definiti per le situazioni d’emergenza, e la gestione del superaccesso, “ha consentito di non interrompere mai la continuità assistenziale, né tantomeno l’attività chirurgica d’emergenza e programmata. E’ stato portato avanti un lavoro certosino – sottolinea la struttura – volto a valutare ogni singolo caso, per definire quali pazienti trasferire una volta ottenute le disponibilità. Governando l’emergenza abbiamo potuto trasferire decine di pazienti già nelle prime ore di oggi pomeriggio (in totale 40 dall’area di emergenza all’area di degenza specialistica) garantendo la sicurezza ed evitando qualsiasi rischio per la salute dei pazienti”. Il Cardarelli “non è e non sarà mai un ospedale che rimanda indietro i pazienti. Non possiamo sapere quali emergenze ci troveremo a fronteggiare domani, ma sappiamo che saremo in grado di governarle”, conclude la struttura, segnalando comunque il fenomeno dei ricoveri impropri. Una percentuale pari al 62%, che genera l’affollamento del Pronto Soccorso, “con gravissime ripercussioni sui tempi di attesa e sui tempi di trattamento complessivo”.

Cronache della Campania@2018

Arresto convalidato per il 73 enne borseggiatore della Circum: sottoposto a obbligo firma

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Il giudice ha convalidato l’arresto per Gennaro Landolfi il 73enne che, questa mattina, su un treno della Circumvesuviana insieme con due complici in via di identificazione, ha rubato il portafogli a un turista argentino suo coetaneo e, in attesa del processo, ne ha disposto l’obbligo di firma. Tutto ha avuto inizio alle 11 su un vagone del treno partito da Napoli e diretto a Sorrento nel quale viaggiava una coppia di turisti argentini. Durante la corsa, nei pressi della stazione di ‘San Giorgio a Cremano’ il 73enne, napoletano con precedenti per reati contro il patrimonio, insieme con un complice, ha sfilato il portafogli dalle tasche posteriori del pantalone al turista argentino, dopo essersi posizionati dietro di lui; nel frattempo un terzo complice si e’ posto davanti alla porta del vagone per rallentare l’uscita dei passeggeri. Grazie alla prontezza di riflessi, il turista argentino e’ riuscito a bloccare la mano di uno dei due, spingendolo fuori dal vagone alla fermata della stazione di ‘San Giorgio a Cremano’. E qui uno degli addetti alla vigilanza, sentendo trambusto, ha dato l’allarme al 112. Sul posto sono subito giunti i carabinieri della locale stazione e hanno arrestato il 73enne. Al momento proseguono le ricerche per identificare i due complici, uno dei quali e’ riuscito a rubare il portafogli con 300 euro e documenti.

Cronache della Campania@2018

Investì e uccise il presunto rivale in amore: torna a fare il pizzaiolo nonostante la condanna

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Antonio Acampora potrà rifarsi una vita e tornare al suo lavoro. Il pizzaiolo 47enne di Agerola, condannato un mese fa a dieci anni di carcere per omicidio volontario, ha ottenuto il beneficio degli arresti domiciliari in Friuli. L’uomo è andato a casa di alcuni parenti ed ha ottenuto, di sera, un permesso speciale per tornare a lavoro. Sarà in una pizzeria in provincia di Udine e “potrà seguire un vero percorso di recupero e potrà provare a farsi una vita” dice il suo avvocato. Acampora, incensurato fino a quel momento, si è sempre dimostrato collaborativo con la giustizia anche se formalmente non ha mai confessato l’omicidio ma non si è mai sottratto agli accertamenti degli inquirenti. Le prove a suo carico sono apparse, fin dai primi instanti, schiaccianti. L’incidente avvenne il 25 ottobre di due anni fa. Il 47enne incrociò il suo presunto rivale in amore in strada ad Agerola. Da tempo Acampora pensava che il geometra comunale avesse una relazione con la sua ex compagna e che ci fosse lui dietro la fine della relazione tra i due. Così pigiò il piede sull’acceleratore della sua auto investendo il geometra che morì dopo una folle corsa all’ospedale San Leonardo di Castellammare. Una perizia tecnica ha confermato che ci fu un aumento di velocità: Acampora accelerò volontariamente. Il 47enne fu subito fermato dalla Procura di Torre Annunziata grazie alle indagini lampo dei Carabinieri di Agerola e della Compagnia di Castellammare. I militari dalle immagini di videosorveglianza capirono che non si trattò di un incidente stradale. Da quel momento il 47enne è rimasto in carcere ad attendere lo svolgimento del processo, ora per lui una buona notizia: potrà tornare, almeno per qualche ora, tornare a svolgere il suo lavoro.

Cronache della Campania@2018

La camorra ricattò il sindaco grillino di Quarto: in 25 a processo

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Quarto. Un terremoto politico senza precedenti nel primo comune, all’epoca dei fatti, guidato dal Movimento 5 Stelle. Sembrava destinata ad essere dimenticata l’inchiesta che nel 2015 coinvolse un consigliere comunale dei 5 stelle accusato di voto di scambio a favore del clan Polverino e di aver minacciato il sindaco Capuozzo. Ieri il PM della Dda Woodcock ha firmato 25 avvisi di conclusione delle indagini nei confronti di altrettanti indagati. Tra questi ci sono sei componenti della famiglia Cesarano, alcuni presunti prestanome e c’è Giovanni De Robbio, mister 855 preferenze, che secondo l’accusa avrebbe fatto da ponte tra l’amministrazione comunale e i Cesarano, nota famiglia di imprenditori attivi nel campo delle onoranze funebri e ritenuta una costola del clan da anni attivo tra Quarto, Marano e Calvizzano. L’accusa nei confronti di Alfonso Cesarano e di altri indagati è quella di aver condizionato l’esito delle elezioni e garantirsi la presenza nella macchina comunale di persone di fiducia con l’intento di mettere le mani su settori strategici del comune, tra cui urbanistica e servizi cimiteriali. Per riuscire nell’intento sarebbe servito un insospettabile quale Giovanni De Robbio, uomo di fiducia dei Cesarano, che avrebbe conquistato la fiducia di Luigi Di Maio e Roberto Fico e di farsi eleggere tra i banchi del consiglio comunale. In più occasioni anche durante lo svolgimento del consiglio comunale De Robbio aveva avuto atteggiamenti intimidatori nei confronti del primo cittadino. “Ho percepito fino in fondo la sua intimidazione, ed ero davvero esasperata” – dice la Capuozzo. De Robbio non ha ricevuto incarichi di maggioranza. Alcuni giorni dopo un plico anonimo contenente la documentazione riguardante la pratica di condono del sottotetto della casa del sindaco finì nelle mani di consiglieri ed assessori. La notizia diventò di pubblico dominio generando una vera e propria crisi politica con le dimissioni di consiglieri e assessori. Rosa Capuozzo fu espulsa dal Movimento e poté andare avanti solo con un alleanza trasversale con i consiglieri di opposizione.

Cronache della Campania@2018

Il pizzo del clan Rega: ‘Devi pagare 200 euro a settimana altrimenti vai via di qua’

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“Nun e capit nient. Ca a cumannam nuje, ci devi pagare. Devi dare almeno 200 euro a settimana a Tommaso ’o chirichiello”, per le famiglie dei carcerati. Altrimenti ve n’ata je da Brusciano”. E poi dalle parole erano passati ai fatti, quando nell’ottobre del 2017, la vittima, un fioraio ambulante, che aveva saltato la rata del pizzo settimanale fu massacrato in strada con calci e pugni dagli emissari del boss Tommaso Rega. C’e’ anche questo nell’operazione antiracket dei Carabinieri a Brusciano. La misura di custodia cautelare in carcere emessa dal gip di Napoli oltre al boss Tommaso Rega è stata notificata in carcere a Nicola Vallefuoco, 32enne, figlio del più noto Francesco, considerato dagli investigatori capo del temibile clan Vallefuoco legato ai casalesi e operante in Emilia Romagna fino al suo smantellamento e al 28enne Giovanni Rega, nipote del boss e detto o ‘chirichiello. In manette ieri mattina invece sono finiti  Tommaso Di Maio, alias “Vallanzasca”, 48enne di Brusciano, considerato dagli inquirenti braccio destro del boss; Vincenzo Turboli, alias “’o sabttell”, 38enne di Brusciano, in base all’ipotesi accusatoria considerato uomo di fiducia del capo e infine il 43enne Maurizio Castellano, un gregario. Gli arrestati  devono rispondere, a vario titolo, di tentata estorsione, estorsioni e lesioni personali, reati aggravati da metodo e finalita’ mafiose. Nel corso di indagini, i militari dell’Arma avrebbero raccolto elementi di responsabilita’ a carico degli indagati sulle richieste estorsive da anni avanzate dalla cosca a imprenditori e commercianti della zona, e ricostruito movente e modalita’ dell’aggressione a una delle vittime.Commercianti e piccoli imprenditori, per lo più di Brusciano ma anche residenti nei Comuni vicini: una serie di vittime da taglieggiare con visite periodiche a domicilio o in azienda, richieste di denaro con minacce a volte velate e altre volte molto più dirette, tirate fuori quando si trattava di far scucire i soldi del pizzo anche ai più riottosi. E a quelli che proprio non volevano saperne di pagare, poteva capitare di venire picchiato con estrema violenza: un modo per convincerli ad assuefarsi al sistema imposto dal clan. Ma il fioraio non era certo l’unica vittima dei signori del racket di Brusciano. Anche un familiare di un amministratore comunale dei dintorni, era finito nelle grinfie del clan, stavolta al cantiere si erano recati Turboli e Castellano per ricordare all’imprenditore che se voleva continuare a lavorare in pace, doveva pagare. Ma la vittima storica, un vero e proprio “bancomat” per gli estorsori sempre in base all’ipotesi accusatoria – era un imprenditore di Marigliano, titolare di diverse sale slot e altre attività, che per anni era stato costretto a versare nelle casse del clan (e anche in quelle di clan avversi) centinaia di migliaia di euro. Di ben 500 euro, una delle ultime mazzette che sarebbero state consegnate dall’uomo nelle mani di Di Maio e Giovanni Rega. Fino a quando, esausto, non ha deciso di denunciare tutto ai carabinieri. A maggio dello scorso anno già erano finiti in carcere quattro esponenti del gruppo Capasso-Castaldo di Marigliano ovvero Giovanni Castaldo detto ‘o luongo e Rosario Castaldo; Luigi e Salvatore Esposito, zio e nipote, l’uno detto o’sciamarro e l’altro o’ sciamarriello. Ma ci sono anche le dichiarazioni di alcuni pentiti he hanno fatto luce sullo scenario di camorra a Brusciano e dintorni e che hanno raccontato dello scontrocon  il gruppo “scissionista” della cosca. Scontro nato dal controllo delle piazze di spaccio ma anche dalla divisione dei proventi del racket nella zona tanto da portare appunto questi “scissionisti” a cercare di spodestare Rega. A dicembre 2016, ci fu infatti un agguato in pieno centro e in pieno giorno diede il via alla faida. Un commando di killer fece fuoco da un’auto in corsa contro Vincenzo Turboli, secondo gli investigatori uomo di fiducia del presunto boss, che però rimase quasi illeso. Seguirono numerose stese, sparatorie e bombe, due delle quali destinate all’indirizzo del presunto boss e di suo fratello Giancarlo. Colpi d’arma da fuoco furono esplosi anche contro l’abitazione di Tommaso Di Maio, i killer – sempre in base all’ipotesi accusatoria – avrebbero sparato dalle finestre nell’abitazione in cui si trovava anche la figlia piccola di “Vallanzasca”. In una delle ultime sparatorie, i killer, il cui obiettivo era anche stavolta Turboli che si trovava nei pressi di un sale e tabacchi, ferirono gravemente un innocente. Nicola Vallefuoco fu arrestato per una pena sospesa per rapina lesioni ed altro. E ora gli arresti di ieri mattina hanno messo la parola fine per il momento al dominio del clan Rega.

Cronache della Campania@2018

Uccise il correntista al quale aveva rubato i soldi: fine pena mai per l’ex direttore delle poste

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Uccise il correntista al quale aveva rubato i soldi: fine pena mai per l’ex direttore delle poste di Massa di vallo a Vallo della Lucania in provincia di Salerno. La conferma è arrivata nella giornata di ieri dalla Corte di Cassazione che ha reso definitiva la condanna all’ergastolo per Pasquale Cammarosano  accusato di aver ucciso Carmine Novelli, un correntista del piccolo ufficio postale. Una vicenda lunghissima questa che dura da quando il corpo di Novelli fu ritrovato nel Marzo 2001 in un sacco sul ciglio della strada. Le indagini, però, per anni sono rimaste senza un colpevole. Tutto cambia nel 2009 quando Cammarosano fu arrestato per gli ammanchi sui conti correnti del piccolo ufficio postale di Massa. Le denunce presentante dai correntisti fecero scattare le indagini nell’ ufficio postale di cui cliente era anche Carmine Novelli. Dai controlli si scoprì che gli ammacchi erano di quasi un milione di euro. Le due inchieste si sono poi incrociate e le indagini della scientifica ritrovarono le impronte digitali dell’ ex direttore sul sacco in cui era stato rinchiuso il cadavere. Si aprì, quindi, nel 2010 il procedimento per omicidio. Su quelle impronte, durante il processo, si è aperto un giallo, perché i sacchi non sono più stati trovati e gli avvocati di Cammarosano hanno lamentato di non aver potuto eseguire i loro riscontri. La vicenda suscitò scalpore. Cammarosano era considerato da tutti persona onesta e perbene. Nessun contribuente avrebbe messo in dubbio la sua onestà.

Cronache della Campania@2018

E’ tornato in carcere il ras De Martino ferito a Ponticelli: caccia ai complici dell’agguato mancato a Cerrato

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È  già tornato in carcere Francesco De Martino, il ras del clan De Micco di Ponticelli, ferito l’altra sera con un colpo di pistola a un gluteo. L’uomo che era in permesso premio dal carcere di Secondigliano dove sta scontando una condanna per associazione camorristica, la mattina dell’agguato in cui è rimasto ferito era stato protagonista di un mancato agguato insieme con altri tre complici (tutti identificati e ricercati) ai dannii di Ciro Cerrato, 20enne ritenuto legato ai De Luca Bossa- Minichini. Solo la presenza della polizia che in quel momento lo stava  controllando aveva evitato l’agguato. Gli agenti avevano riconosciuto sia  De Martino sia Umberto Dello Iacolo che durante la fuga si erano tolti il cappuccio. Ma anche gli altri complici, tutti armati, cui uno con una mitraglietta. Il commando era stato denunciato in stato di irreperibilità per minacce e detenzione con porto di arma da fuoco in concorso. Inoltre per il padre di Antonio, presunto killer dei “Bodo” detenuto da novembre 2017, è stata messa nero su bianco l’ipotesi che sia pericoloso concedergli altri permessi per lasciare temporaneamente l’istituto penitenziario napoletano. I poliziotti stanno compiendo accertamenti a ritmo serrato per risalire agli autori del ferimento di Francesco De Martino. E’ chiaro il movente, la guerra di Ponticelli tra i “Bodo” e il raggruppamento anti De Micco, e in entrambi i casi un aiuto potrebbe arrivare da telecamere di video sorveglianza pubbliche e private. Anche il clan Casella sarebbe entrato nel maxi asse di malavita, con alleanze a San Giovanni a Teduccio e Barra, in contrasto con i De Micco“Bo- do”. E l’ultima novità investigativa  e l’alleanza, come ricostruisce Il Roma, sarebbe il frutto di un accordo a tutto campo che ha riunito sotto un’unica bandiera i De Luca Bossa e i Minichini di Ponticelli, i Rinaldi e i Reale di San Giovanni a Teduccio e gli Aprea di Barra.
L’ asse di malavita è andato allo scontro, a colpi di “stesa” e con un agguato terminato con un ferimento, con i Mazzarella-D’Amico (“Gennarella”) a San Giovanni e i De Micco a Ponticelli. In quest’ultimo quartiere la resistenza dei “Bodo”, ridotti ai minimi termini da un punto di vista numerico con due successive operazioni della polizia, sarebbe ricominciata secondo gli investigatori con la presenza in zona di France-co De Martino e Umberto Dello Iacolo (al padre del quale fu bruciata l’autovettura alcuni mesi fa). L’altro ieri i clan hanno di nuovo dato fuoco alle polveri e forse solo l’intervento degli investigatori di Ponticelli ha evitato il peggio.
In ballo a Ponticelli c’è il controllo del territorio. Proprio il clan De Micco ha impiantato il sistema su larga scala, imponendo non più l’acquisto della sostanza stupefacente da questo o quell’altro. Per essere lasciati tranquilli i trafficanti bastava che pagassero la quota stabilita, organizzando poi a piacimento la vendita nelle varie zone del quartiere. Unica eccezione il Conocal, dove il clan D’Amico operava attraverso propri pusher.

Cronache della Campania@2018


Arresto illegale di un migrante: tre carabinieri di Giugliano finiscono in carcere

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Giugliano. Tre carabinieri sono stati destinatari di un provvedimento restrittivo a Giuliano, nel Napoletano, per arresto illegale di un ghanese. I tre sono nel carcere militare di Santa Maria Capua Vetere. Secondo quanto si e’ appreso, i reati contestati sono quello di falsita’ materiale e ideologica, porto e determinazioni di armi clandestine. I militari impiegati a Giugliano sono accusati di aver fabbricato false prove per effettuare un arresto e ricevere degli encomi. L’indagine è della guardia di finanza di Aversa coordinata dalla Procura Napoli Nord. I magistrati e i finanzieri hanno raccolto prove e testimonianze che hanno condotto all’arresto dei tre carabinieri infedeli. Il gruppo sarebbe accusato anche della ricettazione di una pistola.

Cronache della Campania@2018

Rapinatore seriale arrestato dai carabinieri a Pagani

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La scorsa notte, i Carabinieri della Tenenza di Pagani hanno arrestato, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale di Nocera Inferiore, N.A., pluripregiudicato paganese di 47 anni.
I militari, a conclusione di un’approfondita attività investigativa, coordinata dalla Procura della Repubblica di Nocera Inferiore, hanno acquisito gravi indizi di colpevolezza nei confronti del predetto, il quale è ritenuto l’autore di ben quattro rapine commesse tra febbraio e maggio del corrente anno, ai danni di bar e sale slot del comune di Pagani.
Il rapinatore, che era solito agire da solo con il volto travisato, minacciava le proprie vittime con una pistola, facendosi consegnare l’incasso della giornata. In un’occasione, il malvivente si era anche scagliato violentemente contro un avventore di uno degli esercizi rapinati, colpendolo al capo con il calcio della pistola e provocandogli gravi lesioni.
Il 47enne è stato associato al carcere di Salerno e dovrà rispondere di rapine aggravate, porto illegale di armi da fuoco e lesioni personali aggravate.

Cronache della Campania@2018

Napoli, faida di Ponticelli: arrestati i complici del ras Francesco De Martino

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Napoli. Sono stati arrestati dalla polizia due dei complici di Francesco De Martino, il ras legato al clan De Micco di Ponticelli, detenuto in permesso premio che l’altra sera è rimasto ferito nel corso di un agguato in via Montale. Nella stessa strada poche ore prima i poliziotti del Commissariato Ponticelli erano all’interno del cortile dell’abitazione di Ciro Cerrato, un 20enne pregiudicato ritenuto legato al clan Minichini-De Luca Bossa che doveva essere sottoposto a controllo quando sono sopraggiunti alcuni scooter con in sella due uomini armati di pistole ed un mitra, travisati da bandane e cappellini. L’immediato intervento degli agenti ha impedito che il gruppo armato potesse portare a termine la sua azione verso l’obiettivo predestinato. Nell’inseguimento i quattro si erano tuttavia liberati dei cappellini che hanno consentito ai poliziotti di riconoscerli e di far scattare una denuncia in stato di irreperibilità per porto abusivo di armi e minacce.Ieri sera gli agenti hanno arrestato due dei quattro componenti della banda armata di lunedì. Si tratta di Umberto dello Iacolo e Carlo Esposito, rispettivamente di 22 e 24 anni, entrambi napoletani. Dovranno rispondere del reato di detenzione e porto abusivo di arma semi automatica con caricatore contenente 15 proiettili.I poliziotti hanno notato due giovani dapprima in sella a uno scooter con il quale si sono allontanati, facendo perdere momentaneamente le loro tracce.Ma gli uomini del Commissariato Ponticelli hanno continuato a perlustrare il rione Fiat, incrociando di nuovo i due giovani a bordo di una Lancia Y. A questo punto li hanno inseguiti e fermati.Nell’auto i poliziotti hanno rinvenuto, accanto allo sportello, una felpa e al suo interno una pistola modello Sig-Sauer priva di matricola e completa di caricatore di 15 cartucce cal 9. L’arma è stata sequestrata, mentre Esposito e Dello Iacono sono stati condotti presso la Casa Circondariale di Poggioreale. Da ieri mattina ma nel carcere di Secondigliano è invece rinchiuso Francesco De Martino, padre del pericoloso killer Antonio, che dopo l’estrazione del proiettile che lo avevano centrato al gluteo e dopo le cure dei medici di Villa Betania era tornato a casa. Ora la polizia è sulle tracce dell’ultimo componente del commando dell’agguato fallito a Cerrato e contestualmente continuano le indagini per risalire agli autori del ferimento di De Martino.

Cronache della Campania@2018

Napoli, rapina lo smartphone a un suo connazionale: arrestato giovane malese

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Ieri pomeriggio gli agenti della Polizia di Stato dell’U.P.G. hanno arrestato Keita Modi 23enne malese, per il reato di rapina impropria. I poliziotti, durante l’attività di controllo del territorio, Sono passati per Corso Umberto I intersezione con via del Lavinaio, e hanno notato un uomo di origine africana inseguito da un suo connazionale. Gli agenti sono scesi dall’auto di servizio dirigendosi verso il giovane africano che invocava l’aiuto della Polizia. I poliziotti hanno bloccato il 23enne malese accertando che poco prima aveva strappato il telefono cellulare alla sua vittima, iniziando a scappare in direzione di via del Lavinaio.
La vittima ha rincorso il suo rapinatore con il quale ha avuto una colluttazione. A seguito di un controllo, gli agenti hanno rinvenuto nella tasca posteriore sinistra dei jeans il telefono cellulare appartenente alla vittima. Keita è stato arrestato in attesa della celebrazione del rito per direttissima previsto per questa mattina.

Cronache della Campania@2018

Napoli, ladro nigeriano inseguito e arrestato lungo i binari della Metro

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Ieri sera gli agenti della Polizia di Stato del Commissariato San Ferdinando, insieme agli agenti del Commissariato Pianura e Dante, hanno arrestato Tony Okocy,25enne nigeriano, per il reato di rapina. I poliziotti sono stati allertati dalla Sala Operativa ,che aveva segnalato una rapina ai danni di una cittadina italiana.
Gli agenti hanno accertato che la vittima, mentre usciva dalla stazione della metropolitana Montesanto, era stata rapinata da un cittadino extracomunitario ,che, aggredendola da dietro, si è impossessato. del suo cellulare. I poliziotti, grazie anche alle informazioni assunte dalla vittima circa l’abbigliamento, si sono dati all’inseguimento del giovane extracomunitario che riusciva a salire a bordo del treno con direzione Campi flegrei. I poliziotti, grazie a strumenti elettronici che riuscivano a localizzare il cellulare e grazie anche alle descrizioni fornite dalla vittima, in Piazzale Tecchio hanno rintracciato il nigeriano il quale, alla vista della polizia ,si dava alla fuga in via Diocleziano, imboccando via Filippo Illuminato e scavalcando un muro di cinta che costeggia i binari della Cumana . Gli agenti, non perdendosi d’animo ,sono riusciti a raggiungere il 24enne all’interno di un garage e bloccandola nonostante opponesse resistenza. Il cellulare è stato restituito alla vittima, mentre Tony Okocy è stato arrestato.

Cronache della Campania@2018

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