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Camorra, omicidio di Aversa: o’ minorenne attirato in una trappola

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Si stava facendo strada tra le fila del clan Schiavone, dopo esservi entrato giovanissimo, Nicola Picone, detto o’ minorenne il 26enne ucciso con sei colpi di pistola nella notte tra giovedì e venerdì ad Aversa. Ucciso con un’esecuzione che sembrerebbe portare la firma della camorra casertana: non è stato finito con un colpo alla testa, ma massacrato da una pioggia di proiettili, come spesso accaduto alle vittime dei clan. Per questo la pista principale seguita dagli inquirenti della Dda di Napoli e dai carabinieri del Reparto Operativo di Caserta e’ proprio quella della camorra. Picone, noto come “o minorenne”, vista la giovane eta’ in cui ha iniziato a far parte del clan, ultimamente era finito nei guai per stalking, ma in passato era stato arrestato per estorsione con il metodo mafioso, e tra i reati contestatigli c’era anche l’associazione camorristica. E’ probabile che giovedì notte abbia incontrato il suo assassino; non si è trattato però di un agguato, al massimo di un tranello in cui è stato attirato per poi essere ucciso. La situazione è monitorata con attenzione, visti anche i contrasti interni al clan Schiavone, dovuti alla decisione di Nicola Schiavone, primogenito del capoclan Francesco Sandokan Schiavone, di collaborare con la giustizia.

Cronache della Campania@2018


Il pentito dei Gionta: “La camorra di Torre non tollera la pedofilia, Tamarisco e Chierchia dovevano morire”

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Torre Annunziata. “Tamarisco mi disse che ‘a bossa soja mandava cinquecento euro al mese ad Alfredo Gallo per evitare che parlasse e mettesse nei guai non solo loro ma a tutti quanti”. Giuseppe Pellegrino, pentito e ex affiliato al clan Falanga di Torre del Greco conferma agli inquirenti che Francesco Tamarisco, il boss dei Nardiello, arrestato ieri perchè accusato di essere il mandante dell’omicidio di Matilde Sorrentino, ha sostenuto economicamente il killer di ‘mamma coraggio’. In virtù di questo vitalizio sia nella mala oplontina che tra gli investigatori si fa largo l’idea che ‘Ciccio ‘o nardiello’ abbia ordinato il delitto per vendicarsi. Ma proprio Francesco Tamarisco, secondo il pentito Michele Palumbo, alias munnezza, doveva morire a sua volta, questa volta la decisione di eliminare il boss e altre persone coinvolte nei casi di pedofilia al rione Poverelli, fu presa direttamente dal clan Gionta. E Palumbo racconta:”Noi ‘Gionta’ e i ‘Gallo Cavalieri’ avevamo deciso e pianificato, in seguito alla vicenda della “pedoflia “, un preciso piano omicidiario, che prevedeva che noi dovevamo occuparci di eliminare fisicamente Francesco Tamarisco e “Ciruzziello “Chierchia, mentre i “Gallo Cavalieri” dovevano provvedere, come poi fecero, ad uccidere due dei “pedofili” Pasquale Sansone e Ciro Falanga, ndr) che erano stati accusati e fatti arrestare dalla mamma coraggio”. Poi specifica: “Quando poi la Sorrentino, in seguito, venne uccisa, noi Gionta decidemmo di uccidere pure Gallo Alfredo, non appena se ne fosse avuta l’occasione. Il delitto di pedofilia e, quello conseguente e infame, dell’assassinio della donna, che aveva avuto il coraggio di denunciare gli abusi sessuali subiti dal figlio minore, non erano in alcun modo tollerati dalla “camorra” di Torre Annunziata”. Palumbo è certo che Matilde Sorrentino, la madre coraggio, che aveva denunciato i pedofili del suo rione che abusavano del figlio dei altri ragazzini, era stata uccisa per volere dei Tamarisco e di Ciruzziello Chierchia, a confermarglielo Pasquale Gionta che in quel periodo frequentava assiduamente il killer Alfredo Gallo. “Pasquale Gionta – dice Palumbo – ci venne a riferire che l’omicidio della Sorrentino era stato voluto e disposto, appunto, dai Tamarisco e da ‘Ciruzziello’ Chierchia, proprio per la vicenda del loro coinvolgimento nella indagine sulla pedofilia ai danni dei bambini, e che lo avevano commissionato a Gallo Alfredo, ricompensandolo in denaro”.

Rosaria Federico

@riproduzione riservata

Cronache della Campania@2018

Napoli, traffico di ‘bionde’: torna libero Luca Caprio o’ barbiere

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E’ tornato in libertà Luca Caprio, alias o’ barbiere, 42 anni, di Napoli, accusato di essere un fornitore dell’organizzazione di contrabbandieri sgominata tre giorni fa dalla Guardia di Finanza e gestita dai fratelli Di Rosa nei palazzi Cirio di Mondragone. Caprio da ieri sera è libero.Assistito dall’avvocato Michele Salomone, ha ottenuto la revoca della misura cautelare degli arresti domiciliari. A comunicarlo è lo stesso avvocato dell’uomo. L’operazione della Guardia di Finanza di Napoli, sotto il coordinamento della Dda di Napoli aveva portato all’arresto di sette persone e di altri tre(compreso Caprio) agli arresti domiciliari facendo scoprire un ingente traffico di sigarette di contrabbando tra il litorale Domizio e la provincia Nord di Napoli.

Cronache della Campania@2018

Camorra&Politica, Nicola Schiavone: ‘Non guardavamo ai partiti, ma solo a chi vinceva’

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Insospettabili ed assoldabili: così dovevano essere i candidati sindaci nell’agro aversano. E’ quanto emerge dalle dichiarazioni che Nicola Schiavone, figlio del capoclan dei Casalesi Francesco Sandokan, ha reso ai magistrati antimafia dopo la sua decisione di collaborare con la giustizia. Ed emerge uno spaccato che, in parte, era facilmente immaginabile, cioè la ‘presenza costante’ del gruppo criminale anche nelle scelte politiche. Ma, soprattutto, viene fuori un ‘lavoro certosino’ per far candidare a sindaco persone che dovevano essere al di sopra di ogni sospetto delle forze dell’ordine, ma al tempo stesso pronte ad accontentare le richieste che proveniva dai boss.
“Guardavo l’affidabilità di quella persona, la serietà nei nostri confronti, il fatto che non fosse attenzionato dalla magistratura, il profilo anche psicologico e l’appartenenza della famiglia di provenienza”. Erano queste le basi di partenza del ragionamento di Nicola Schiavone e dei suoi sodali per scegliere i candidati a sindaco, che dovevano ottenere il “nulla osta” per la candidatura, mentre l’ultima parola sulle liste (Schiavone fa riferimento alle elezioni 2004 e 2007 a Casale che lo hanno visto protagonista) “io dovevo avere l’ultima parola sulla base degli stessi criteri di prima”.
E nei verbali spunta anche il nome di Nicola Cosentino, ex sottosegretario del governo Berlusconi e per anni leader indiscusso di Forza Italia e Pdl in provincia di Caserta e poi in Campania. Stando al racconto del neo collaboratore sarebbe stato in alcuni casi proprio Cosentino a dare “indicazioni” sui candidati insieme ad un’altra persona che, per il momento, resta ancora “un’incognita” essendo “omissata” nei verbali. Ma il dato che emerge è che il clan non faceva distinzione di partito o ideologia. “Chiunque di loro avesse vinto doveva far riferimento a noi del clan” ha spiegato il figlio del capoclan.

 Gustavo Gentile

Cronache della Campania@2018

Si allarga l’indagine sul ‘dottor morte’: i Nas studiano le cartelle cliniche dei suoi pazienti deceduti

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Salerno. L’indagine sul ‘dottor morte’ Alessandro Marra si allarga. Secondo la procura di Salerno il caso della morte ‘indotta’ del 28enne di Battipaglia, Carmine  Giannattasio potrebbe non essere l’unico. Anche la sparizione di diversi medicinali dalla farmacia dell’hospice ‘Giardino dei Girasoli’ di Eboli specializzata in medicina del dolore e cure palliative potrebbe far pensare ad un uso non sempre legale dello stesso medicinale. Il medico di Roccapiemonte che da due giorni si trova agli arresti domiciliari sentito in fase d’indagine il medico (assistito dall’avvocato Michele Tedesco) si era avvalso della facoltà di non rispondere. Agli inizi della prossima settimana dovrebbe essere sentito dal gip Ubaldo Perrotta per l’interrogatorio di garanzia. Tutto ciò mentre la procura sta valutando l’ipotesi di ricorrere al Riesame contro il rigetto della misura di custodia cautelare in carcere da parte del giudice per le indagini preliminari.
Infatti ci sono altri accertamenti in corso per capire se quello di Giannattasio possa essere l’unico caso di eutanasia o ce ne siano altri. All’attenzione dei militari del Nucleo antisofisticazione di Salerno al momento ci sono le cartelle cliniche dei pazienti deceduti negli ultimi anni e che erano in cura all’hospice di Eboli. Soprattutto quelli che sono stati seguiti dal dottore Marra. L’unico che era in grado di fare una cosa del genere come si evince dall’inchiesta e dalle intercettazioni contenute nell’ordinanza.  Non a caso il gip del tribunale di Salerno, Ubaldo Perrotta, nell’ordinanza applicativa della misura cautelare indica “la necessità di arginare la pericolosità del medico che, perfettamente inserito in quell’ambiente, si rendeva quotidianamente protagonista di numerose irregolarità e gravi reati”. Scrive ancora il giudice, “utilizzava i farmaci della struttura presso cui presta servizio come fossero i suoi, cedendoli a terzi, al di fuori di ogni procedura ed appropriandosi di quelli che i pazienti avrebbero dovuto riconsegnare”. E quindi sentenzia “una misura non custodiale parrebbe francamente non proporzionata alla gravità dei fatti e non idonea ad arginare una persona così spregiudicata”. L’inchiesta della Procura di Salerno è iniziata a settembre dello scorso anno a seguito della denuncia di un’infermiera che prestava servizio nella struttura sanitaria. Fu lei ad accorgersi dell’ammanco di quattro fiale di morfina, segnalando l’anomalia agli inquirenti. Di qui le indagini che, allargandosi a macchia d’olio, hanno portato i carabinieri del Nas a scoperchiare un sistema che portava medici e infermieri anche ad assentarsi per lunghissime ore dai turni di lavoro. Sono complessivamente 17 gli indagati oltre a Marra ci sono altre tre medici, tre infermieri, tre operatrici tecniche e un agente tecnico che hanno ricevuto la misura cautelare della sospensione dal servizio per 12 mesi.

Cronache della Campania@2018

Napoli, senza biglietto in treno, aggredisce i poliziotti: arrestato migrante

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Napoli. Il personale di Trenitalia addetto alla verifica dei titoli di viaggio ha richiesto l’intervento della Polizia Ferroviaria a bordo del treno regionale 2388 in partenza dalla stazione di Napoli Centrale e diretto a Roma, a causa di un viaggiatore privo di biglietto che si rifiutava di regolarizzare la sua posizione.
Alla richiesta degli agenti intervenuti di fornire un documento di riconoscimento lo straniero ha immediatamente ed inspiegabilmente mostrato segni di nervosismo e si è scagliato con violenza contro di loro, colpendoli con spintoni e calci. Con grande difficoltà i poliziotti lo hanno bloccato e condotto in ufficio, dove l’uomo ha continuato a colpirli. I due agenti sono dovuti pertanto ricorrere alle cure mediche avendo riportato entrambi traumi contusivi con prognosi di sette giorni. M.F. nigeriano, pregiudicato, classe 1996, è stato arrestato per violenza, resistenza a Pubblico Ufficiale e lesioni aggravate. Giudicato con rito direttissimo è stato condannato a 10 mesi con la sospensione condizionale della pena.

Cronache della Campania@2018

Si schianta con la moto, grave 17enne della provincia di Caserta

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Capodrise. Un ragazzo di 17 anni è stato ricoverato in ospedale a Caserta dopo un incidente  stradale in cui è rimasto coinvolto nella notte. Lo schianto è avvenuto in via Renella a Capodrise, nei pressi dell’ex Carrefour. Il minorenne era in sella ad un scooter quando per cause ancora in via di accertamenti ha perso il controllo, sbattendo violentemente al suolo. Sono stati alcuni automobilisti in transito ad allertare il 118 che lo ha accompagnato al Pronto soccorso dell’azienda ospedaliera di Caserta dove è stato trattenuto per accertamenti. Poi i medici stessi ne hanno disposto il trasferimento all’ospedale Cardarelli di Napoli“.

Gustavo Gentile

Cronache della Campania@2018

Spara contro il vecchio datore di lavoro e lo ferisce: arrestato 46enne

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Spara contro il vecchio datore di lavoro e lo ferisce: arrestato 46enne. Questa notte i Carabinieri della Stazione di Castello di Cisterna e del locale Nucleo Operativo e Radiomobile sono intervenuti d’urgenza sul corso Vittorio Emanuele, ove era stato segnalato il ferimento di un uomo a colpi d’arma da fuoco. Sul posto hanno accertato che Paolo Prospero, un 46enne del luogo già noto alle forze dell’ordine, mentre si trovava nei pressi di una enoteca aveva sparato un colpo di pistola contro il suo vecchio datore di lavoro, un 52enne anch’egli già noto alle forze dell’ordine, procurandogli una ferita di striscio al fianco sinistro medicata sul posto da personale del 118.
Subito dopo lo sparo Prospero si è allontanato alla guida della sua vettura raggiungendo casa, dove i militari dell’Arma lo hanno trovato e  arrestato per tentato omicidio.
L’arma, nascosta dal 46enne subito dopo lo sparo, non è stata ancora trovata e proseguono le ricerche. Proseguono anche le indagini per appurare il movente del tentato omicidio, verosimilmente dovuto a vecchi e mai sopiti rancori tra vittima e aggressore nati nell’ambito lavorativo, più di 10 anni orsono. L’arrestato è stato rinchiuso a Poggioreale.

Cronache della Campania@2018


Napoli, prendevano gli ordini via telefono e poi consegnavano la droga ai giovani nei bar di via Mezzocannone: arrestati

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Questa notte gli agenti della Polizia di Stato del commissariato San Ferdinando hanno arrestato Pasquale Esposito, Antonio Guida e Marco Ferrara, pregiudicati napoletani rispettivamente di 30,31 e 43 anni per il reato di spaccio di sostanza stupefacente.I poliziotti, a seguito di un’attività diretta alla prevenzione e contrasto allo spaccio di sostanze stupefacenti, hanno notato un giovane, in sella a uno scooter, che con fare sospetto imboccava via Mezzocannone.

Gli agenti hanno seguito l’uomo e hanno notato che il 31enne, avvicinava 2 ragazzi , scambiando con uno di essi qualcosa , per poi riprendere lo scooter e ripartire.Il 31enne si è poi diretto al vico Cangiano al Mercato, in uno stabile e dopo aver preso qualcosa è ripartito.I poliziotti hanno fermato il giovane ed a seguito di un controllo hanno rinvenuto due involucri in cellophane contenenti 0,56 grammi di cocaina.Gli agenti hanno fatto irruzione all’interno dello stabile in Vico Cangiano al mercato.All’interno dell’abitazione c’erano 2 persone, il 30enne e il 43enne.Gli agenti hanno rinvenuto 0,35 grammi di cocaina e la somma di 715 euro in banconote di vario taglio, provento dell’attività di spaccio.Gli agenti hanno accertato che lo spacciatore, si riforniva della droga prendendola all’interno dello stabile dopo di che consegnava le dosi di cocaina previo accordi telefonici, raggiungendo il luogo concordato per la consegna.La sostanza stupefacente e la somma di denaro rinvenuta sono state sequestrate. Esposito, Guida e Ferrara sono stati arrestati e condotti presso la casa circondariale di Poggioreale.

Cronache della Campania@2018

Napoletana di 24 anni muore dopo una serata in discoteca: aperta un’inchiesta

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Una ragazza di 24 anni e’ morta a casa di amici per un malore nella notte tra venerdi’ e sabato a Guastalla, nella Bassa reggiana, dopo una serata trascorsa in discoteca. La giovane – Annunziata Colurciello il suo nome – era originaria di Napoli, ma residente in provincia di Novara, anche se si era da poco trasferita nel Mantovano dove lavorava come barista. La vicenda e’ ancora poco chiara e le circostanze del decesso restano un giallo da risolvere per la Procura di Reggio Emilia che sul caso ha aperto un’inchiesta. Il magistrato disporra’ l’autopsia per accertare le cause della morte della ragazza e soprattutto per capire se abbia ingerito qualcosa di letale. Secondo le prime ricostruzioni, dopo aver ballato in un locale, Nunzia – come la chiamavano tutti – stava tornando a casa con gli amici in auto. Gia’ prima avrebbe confidato loro di sentirsi poco bene, poi durante il tragitto le sue condizioni sarebbero peggiorate. La comitiva a quel punto si e’ fermata nell’abitazione di una conoscente per consentirle di dormire e per poi riportarla a casa la mattina successiva. Alle prime luci dell’alba pero’, alle 5.30, Nunzia ha accusato un malore che si e’ rivelato fatale. Gli amici hanno lanciato l’allarme al 118, ma ogni tentativo di rianimarla e’ risultato vano. Sul posto sono arrivati anche i carabinieri della compagnia di Guastalla che ora hanno il compito di fare luce sull’accaduto e di raccogliere le testimonianze per ricostruire le cause della morte.

Cronache della Campania@2018

Torre del Greco, finiscono in carcere due esponenti del clan Falanga

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Torre del Greco, i carabinieri arrestano uomo e donna per associazione di tipo mafioso.
I militari della compagnia di Torre del Greco hanno dato esecuzione a 2 ordini di carcerazione emessi dalla Procura di Napoli a carico di altrettanti soggetti ritenuti ex affiliati al clan camorristico dei “Falanga”, operante nel controllo degli affari illeciti a Torre del Greco. Arrestata in città Anna De Blasio, 70 anni, del luogo, già nota alle forze dell’ordine: dovrà scontare 2 anni, 10 mesi e 12 giorni di reclusione per associazione di tipo mafioso.
Arrestato invece in una comunità di Salerno, con l’ausilio dei colleghi del posto, un 62enne di Portici già noto alle forze dell’ordine: deve espiare 7 anni e mezzo di reclusione per associazione di tipo mafioso. Gi arrestati sono stati rinchiusi nelle case circondariali di Santa Maria Capua a Vetere e di Fuorni, come disposto dall’autorità giudiziaria

Cronache della Campania@2018

Borelli: ‘E’ inaccettabile la richiesta dei dipendenti Eav di lavorare di meno e guadagnare lo stesso’

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“La richiesta dei dipendenti dell’officina di manutenzione dei treni della Circumvesuviana di lavorare due ore giornaliere in meno a parita’ di salario e’ semplicemente inaccettabile. Come pubblicato dal Mattino, il bieco tentativo di far diventare la normalita’ una riduzione dell’orario di lavoro legata esclusivamente ai lavori di rimozione amianto dal tetto della stessa officina oramai terminata e’ sintomo di scarso attaccamento al lavoro e del disinteresse totale per le esigenze dei viaggiatori”. Lo ha dichiarato il consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli. “Un comportamento che svilisce anche le battaglie degli altri lavoratori che subiscono davvero i devastanti effetti dell’amianto. L’avallo dei sindacati a questa pretesa e’ un fatto grave che lede l’immagine stessa di chi deve difendere i diritti dei lavoratori e non curare in maniera corporativista interessi che non hanno alcun fondamento giuridico e che finiscono con il penalizzare oltremodo l’utenza. Mi auguro che questo sciagurato braccio di ferro con la dirigenza Eav termini al piu’ presto. Diversamente chiedero’ al presidente De Gregorio di adottare provvedimenti durissimi. I passeggeri della Circum sopportano gia’ tanti disagi. Peggiorare le condizioni di viaggio per i capricci di pochi furbetti e’ inammissibile”, conclude Borrelli.

Cronache della Campania@2018

Scoperto nascondiglio per latitanti nell’edificio demolito e il sindaco attacca i ‘dissidenti’

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Marcianise. Un nascondiglio per ricercati nel centro polifunzionale demolito la settimana scorsa a Parco Primavera. La scoperta è stata fatta durante un’ispezione precedente all’abbattimento ed è stata sottolineata ieri dal sindaco Antonello Velardi dopo un post giunto dopo alcune polemiche sulla sistemazione degli sloggiati.
Velardi::“Voglio dire che il centro polifunzionale è davvero un luogo simbolico di Marcianise, un luogo la cui storia incrocia la storia della città.” scrive il sindaco “Una storia che è stata anche criminale, grazie alle coperture della politica ovvero di una certa politica affaristica. Un’intercapedine fungeva da nascondiglio e un pannello in legno con un collegato meccanismo di scivolamento fungeva da copertura del nascondiglio. L’intercapedine era in uno degli appartamenti del centro polifunzionale occupati abusivamente, gli investigatori ritengono che sia servito a nascondere qualche latitante. Prima dell’abbattimento è stato fotografato e segnalato all’autorità giudiziaria.” Poi l’attacco al gruppo ormai completamente fuoriuscito dalla maggioranza dopo l’ultima dichiarazione in consiglio di Giovanni Vallosco: “Pubblico le foto in modo che i soloni di Terra di Idee abbiano, appunto, un’idea più chiara per le loro campagne presunte umanitarie”.

Gustavo Gentile

Cronache della Campania@2018

Maxi rissa tra napoletani e migranti in una discoteca di Senigallia: tre feriti, uno è grave

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Un 26enne napoletano e’ stato accoltellato all’addome durante una colluttazione che e’ scoppiata nella notte nel parcheggio della discoteca Mega’ sull’Arceviese a Senigallia poco dopo le 3. Per motivi ancora da chiarire un gruppo di sette operai edili di una ditta di Napoli, secondo quanto riferito dagli stessi dopo il trasporto in ospedale del loro amico, sarebbe stato aggredito da alcuni ragazzi di origine straniera. Ad avere la peggio il 26enne, poi sottoposto a intervento chirurgico a Senigallia e ricoverato nel reparto di Rianimazione: non sarebbe in pericolo di vita. Feriti, ma in modo piu’ lievi, altri due operai. Nessuna traccia dell’altro gruppetto di presunti aggressori. Sull’episodio indagano i carabinieri guidati dal capi. Cleto Bucci.

Cronache della Campania@2018

Maltempo: anche a Napoli domani chiuse tutte le scuole

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La Sala Operativa della Protezione Civile della Regione Campania ha diramato allerta meteo dalle ore 22.00 del 21 ottobre alle ore 22 del 22 ottobre 2018, di livello di criticita’ arancione con rovesci anche di notevole intensita’. Per tale situazione la Protezione Civile del Comune di Napoli ha provveduto ad adottare le procedure stabilite in siffatte circostanze di allerta meteo. Tuttavia in considerazione del fatto che l’allerta diramata e’ di livello arancione per precipitazioni diffuse con rovesci e temporali di moderata o forte intensita’ e raffiche di vento nei temporali, in carenza di ulteriori notizie da parte della protezione civile regionale sulla evoluzione della situazione complessiva, il Sindaco di Napoli, in via precauzionale, ha provveduto a disporre la chiusura per la sola giornata di domani per tutte le scuole cittadine di ogni ordine e grado.

Cronache della Campania@2018


Inchiesta sulla morte di Nunzia, l’autopsia farà luce sul decesso della 24enne napoletana

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Sarà l’autopsia a chiarire le cause dell’improvvisa morte della ragazza di 24 anni anni di origini napoletane morta la notte scorsa a Guastalla in provincia di Reggio Emilia. A Saviano, suo paese natale e dove vive ancora gran parte della sua famiglia, si piange la morte di Annunziata Colurciello, che tutti chiamavano Nunzia. Una bellissima ragazza, solare, come il suo sorriso. Era residente in provincia di Novara, anche se si era da poco trasferita nel Mantovano dove lavorava come barista. La vicenda e’ ancora poco chiara e le circostanze del decesso restano un giallo da risolvere per la Procura di Reggio Emilia che sul caso ha aperto un’inchiesta. Il magistrato disporra’ l’autopsia per accertare le cause della morte della ragazza e soprattutto per capire se abbia ingerito qualcosa di letale. Secondo le prime ricostruzioni, dopo aver ballato in un locale, Nunzia – come la chiamavano tutti – stava tornando a casa con gli amici in auto. Gia’ prima avrebbe confidato loro di sentirsi poco bene, poi durante il tragitto le sue condizioni sarebbero peggiorate. La comitiva a quel punto si e’ fermata nell’abitazione di una conoscente per consentirle di dormire e per poi riportarla a casa la mattina successiva. Alle prime luci del giorno pero’, alle 5.30, Nunzia ha accusato un malore che si e’ rivelato fatale. Gli amici hanno lanciato l’allarme al 118, ma ogni tentativo di rianimarla e’ risultato vano. Sul posto sono arrivati anche i carabinieri della compagnia di Guastalla che ora hanno il compito di fare luce sull’accaduto e di raccogliere le testimonianze per ricostruire le cause della morte. I militari hanno anche prelevato i filmati delle telecamere del locale dove Nunzia aveva ballato con i suoi amici. E stanno interrogando  i titolari e i dipendenti. Si sta cercando di capire se qualcuno abbia dato qualcosa di illegale alla ragazza che l’abbia poi portato alla morte.

Cronache della Campania@2018

Don Barone, due pentiti inguaiano il “prete sciupafemmine”

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Un prete “sciupafemmine” a cui piaceva la bella vita tra auto di lusso, telefonini alla moda e le belle donne. Questo il profilo che tratteggiano i collaboratori di giustizia Nicola Panaro e Francesco Barbato di don Michele Barone, il sacerdote del Tempio di Casapesenna finito sotto processo con l’accusa di violenza sessuale, nei confronti di due ragazze, e di maltrattamenti e lesioni durante pratiche esorcistiche ai danni di una ragazzina di 13 anni di Maddaloni.
E’ la Dda che sta scavando sui rapporti tra il prete e la criminalità organizzata, rapporti anche familiari con il cugino omonimo di don Barone affiliato alla fazione Zagaria e oggi collaboratore di giustizia. Ma se Barbato si limita a rivelare che don Barone aveva “la nomea di sciupafemmine”, è Panaro a rivelare alcuni aspetti di don Michele Barone, usato anche per trasmettere i messaggi dall’esterno del carcere.
Un rapporto – quello tra il sacerdote e Panaro – che è proseguito anche dopo al punto che quando Panaro venne scarcerato nel 2002 fu don Michele a celebrare le sue nozze. Per Panaro don Michele era “disponibile” con gli affiliati in carcere dove era vicecappellano. Servizi per cui “problemi non se n’è mai posti anche perchè a lui certe cose piacevano”.
E le cose che piacevano erano “regali, telefonini ultima uscita” ma anche “le auto e le donne”, rivela Panaro ai magistrati della Dda. “Era un prete che non doveva, a mio parere” ma che probabilmente “è stato indotto a fare una scelta che non era la sua”. Insomma la vocazione era sbagliata.

Gustavo Gentile

Cronache della Campania@2018

Napoli, spari a Soccavo: ferito pusher 36enne

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Napoli. Si torna a sparare nella zona Ovest, dopo il ferimento dell’innocente Salvatore Visone avvenuto in via Leopardi a Fuori grotta due settimane fa. Questa volta il ferito è un pusher ritenuto vicino al clan Vigilia di Soccavo. Si tratta del 36enne Salvatore Paolillo L’uomo è stato raggiunto alle gambe da un colpo di pistola mentre si trovava in strada in via Cinthia. Nonostante la ferita è salito sullo scooter sul quale viaggiava ed è arrivato all’ospedale San Paolo dove si è fatta medicare la ferita. Alla polizia intervenuta poco dopo non ha saputo fornire indicazioni utili alle indagini. Paolillo, era tornato in libertà da poco dagli arresti domiciliari. Era stato arrestato a maggio perché beccato a spacciare hashish nonostante fosse ai domiciliari. Gli inquirenti lo ritengono vicini agli scissionisti del clan Vigilia di Soccavo.

 

Cronache della Campania@2018

Napoli, terzo caso di tbc tra medici al San Paolo: ora scatta l’allarme

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Napoli. Un altro caso di positività al test della tubercolosi all’ospedale San Paolo, il terzo compreso quello della dottoressa che è deceduta due giorni fa. Significa che altri due medici sono venuti a contatto con il batterio della tubercolosi sviluppando quindi anticorpi. Certo, non è detto che questi medici sono infetti a puntualizzarlo è Maria Triassi, direttore del dipartimento di Sanità Pubblica e Medicina preventiva della Federico II. “Ma non significa che siano infetti, il batterio circola e le persone sane e immunocompetenti sviluppano anticorpi. Ovviamente in un pronto soccorso è più alta la probabilità di venire a contatto con soggetti malati. In questi casi – aggiunge – si può sviluppare un’infezione silente in cui il batterio è controllato dal sistema immunitario, ovvero avviene la completa guarigione come nella maggioranza dei casi. Solo nella malattia asintomatica a silente, per concomitanti malattie o terapie immunosoppressorie e negli anni si può sviluppare una forma attiva. Questa, a sua volta diventa contagiosa solo nelle forme polmonari ma non in quelle extrapolmonari che pur gravi, come nel caso della dottoressa deceduta, non sono diffusive di bacilli”.
La positività al test del terzo caso non ha trovato ancora l’ufficialità, intanto i medici dell’ospedale San Paolo saranno sottoposti ad ulteriori accertamenti per escludere ogni eventuale malattia asintomatica. A tutto il personale medico risultato negativo ai test potrebbe essere consigliata la vaccinazione. “Quando si verifica un caso di tubercolosi – dice la dottoressa Triassi – si fa sempre la profilassi e la sorveglianza sanitaria. Nei casi negativi si consiglia il vaccino. Quest’ultima è consigliata a tutti i medici e agli studenti di medicina negativi al test. I medici che lavorano nei pronto soccorso dovrebbero fare sempre il vaccino e comunque attenersi a protocolli di igiene e profilassi, come l’uso di dispositivi individuali di protezione tra cui mascherine, guanti e copricapo, utili per limitare la diffusione anche di altre malattie. Come l’influenza, che tra poche settimane farà sentire la sua presenza nei nostri ospedali in concomitanza del picco epidemico stagionale”. Secondo i dati dell’Oms circa un terzo della popolazione mondiale è venuta a contatto con il batterio, tra tutti quelli esposti otto milioni si ammalano e il 25% circa di essi muore a causa della malattia. Ciò avviene, però, principalmente in paesi sottosviluppati. I sintomi comuni della tubercolosi sono principalmente la tosse cronica, dolore al petto, debolezza e stanchezza, perdita di appetito e di peso, febbre e sudorazione notturna.

Cronache della Campania@2018

Concorsi truccati: spunta ‘il nero’, fratello di un poliziotto che faceva i ‘pacchi’ alla cricca e che molti volevamo uccidere. LE INTERCETTAZIONI

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Nella cricca dei “concorsi truccati” c’è anche chi fa pacchi e questo fa innervosire, e non poco, chi, invece, cerca di “mantenere” le promesse fatte agli aspiranti concorrenti ai quali venivano offerte “facilitazioni” a caro prezzo (dai 2mila ai 5mila euro).
E’ quanto emerge dagli atti dell’ordinanza cautelare che ha portato all’arresto di 15 persone nei giorni scorsi, tra cui il dipendente del Ministero della Difesa Giuseppe Zarrillo di Capodrise. E proprio quest’ultimo, al telefono con un altro indagato, Sabato Vacchiano, commenta l’operato del ‘Nero’, che resta ancora senza un nome reale, che avrebbe truffato decine di persone.
“Lo vanno cercando tutti, io sono quattro giorni che aspetto che mi chiama. Gliel’ho detto al fratello poliziotto”. Questo “Nero” agirebbe nella zona di Aversa e nell’agro aversano, ma avrebbe truffato anche delle persone a Napoli. “Mo ultimamente pure la polizia, chissà quanti ne ha truffati” commenta Zarrillo.
“Ha fatto il ladro – aggiunge – dice che ci sono i test, però quelli falsi. Neanche in Caserma sta andando” fatto che fa ipotizzare si tratti di un altro esponente delle forze armate.

E’ il mattino presto del 25 giugno del 2016 al telefono Zarrillo chiede a Sabatino per quali materie vale il messaggio che gli ha inviato ieri sera. Sabatino dice che vale per tutte tranne per matematica e per logica. Sabatino spiega la “formula” a Zarrillo mediante la quale i partecipanti supereranno ì test VFP4.! Sabatino dice che tutto è cambiato ieri sera per non permettergli di divulgare la formula. Poi Sabatino dice che chi g!i ha dato la formula ha detto di far sbagliare almeno una domanda ai partecipanti che la utilizzeranno, per esempio inglese. Sabatino dice di avere già l’incognita del giorno 28. Poi parlano del “Nero” che secondo Peppe sta prendendo soldi per i concorsi.
Ecco il testo integrale dell’intercettazione contenuta nelle 472 pagine dell’ordinanza cautelare firmata dal gip Linda Comella:

Giuseppe Zarrillo: perciò sto facendo, perché io dove ti posso far venire, non ci sono problemi, hai capito? Ragazzo, ma il NERO ha fatto un altro pacchetto a queHo che sta nella caserma di FUORiGROTTA
Sabato Vacchiano: davvero?
Giuseppe Zarrillo: alla faccia dei cazzo
Sabato Vacchiano:(ride)
Giuseppe Zarrillo: come ho capito io, l’ha fatto camminare storto (ride)
Sabato Vacchiano:(ride)
Giuseppe Zarrillo: gli devono tagliare le corna. ma questo è proprio imbroglione, ragazzo
Sabato Vacchiano: ma tu ancora non lo hai incontrato?
Giuseppe Zarrillo: no, comunque, ho incontrato il fratello
Sabato Vacchiano:  ai!ora?
Giuseppe Zarrillo: quello, il fratello sta nella Polizia, sta ad AVERSA, hai capito?
Sabato Vacchiano:  allora?
Giuseppe Zarrillo: fuori alle scuole, l’ho incontrato. dissi, fammi chiamare urgentemente. perché questo devi risolvere · problemi alla gente, ho detto ‘la gente vuole uccidere me’
Sabato Vacchiano:  bravo
Giuseppe Zarrillo: prima si mangia tutto e a me mi vogliono uccidere
Sabato Vacchiano:  eh
Giuseppe Zarrillo: hai capito?
Sabato Vacchiano:  e lui cosa ha detto?
Giuseppe Zarrillo:l ui mi ha telefonato, ha detto ‘ci vediamo tra un paio di giorni’, sono passati quattro giorni ancora mi deve dare l’informazione. però io rni sono registrato (fonetico) la telefonata (incomprensibile) la verità questo è troppo scemo sto ragazzo, questo ha fatto secondo me, ha fatto camminare start chissà a quanta gente (incomprensibile) purelie pietre, per gli imbrogli che ha fatto
Sabato Vacchiano:  eh quello (incomprensibile) tutto ; ma questo nè ha fatto poste, banche (incomprensibile),
Giuseppe Zarrillo:ma questo, ma questo non sta bene con la1 testa, ma non ha paura che qualcuno gli taglia la testa, questo e quell’altro
Sabato Vacchiano:  no. perché lui sempre tramite amici, hai capito
Giuseppe Zarrillo: eh?
Sabato Vacchiano:  tramite amici, eh
Giuseppe Zarrillo: vuole coinvolgere altri
Sabato Vacchiano:  eh
Giuseppe Zarrillo: hai capito
Sabato Vacchiano:  e poi dopo gli am1c1 passano i guai, gli amici passano i guai, hai capito?
Giuseppe Zarrillo: ma passano i guai fino ad un certo punto
Sabato Vacchiano:  nel senso che passano i guai, ci mettono loro la faccia
Giuseppe Zarrillo: la gente, !a gente addosso, questo è, hai capito, è un uomo di merda proprio, pure a PEPPE chissà quante gliene ha fatte a PEPPE, il Maresciallo là
Sabato Vacchiano:  pure
Giuseppe Zarrillo:eh, pure a quello, perché ci sono andati certi amici da lui. dice che questo lo conosci, non lo conosco ·, lui telefonò a me, io dissi come, ha detto ma dove sta questo e dissi indirizzo e tutto, ma ha truffato più gente (incomprensibile)
Sabato Vacchiano:  ma che fine fanno questi soldi?
Giuseppe Zarrillo: che?
Sabato Vacchiano:  che fine fanno questi soldi?
Giuseppe Zarrillo: sta a ROMA lo sa lui, lo sa lui, (incomprensibile)
Sabato Vacchiano:  ma questo è scemo?
Giuseppe Zarrillo: vabbuò, ma io non !o so, ma questo è scemo davvero
Sabato Vacchiano:  buò
Giuseppe Zarrillo: ma questo, io penso che lo uccidono, ma non si vergogna che qualcuno lo denuncia o altro
Sabato Vacchiano:  (incomprensibile) quello pensa, dice, se mi uccidono mi fanno un piacere
Giuseppe Zarrillo: bravo
Sabato Vacchiano: se lo uccidono gli fanno un piacere
Giuseppe Zarrillo: e secondo me lo uccidono
Sabato Vacchiano:  così è, fidati, poi chi deve avere qualcosa, uno lo vuole vedere morto, lo vuole vedere vivere maga · vuole recuperare, hai capito, quello l’ha studiata bene, non ti preoccupare quello l’ha studiata bene, se avanza qualcosa da qualcuno, uh, tu non vuoi che quello muore, vuole che quello vive
Giuseppe Zarrillo: bravo
Sabato Vacchiano:  per vedere se riesce a fare qualcosa, eh, eh, (ride) quello l’ha studiata bene
Giuseppe Zarrillo: è un uomo di merda però, ma non si fa trovare, a me sono otto mesi che non si fa vedere, ne h truffato gente che conosco, gli ho mandato, io gli ho mandato ma sempre a livello dì conoscenza, non è che io mi sono messo in mezzo o mi sono preso qualcosa io, che hai capito
Sabato Vacchiano:  uh
Giuseppe Zarrillo: perché da questo merda qua non ti puoi pigliare niente, perché questo merda ti fa trovare solo ne guai
uh
Giuseppe Zarrillo: hai capito che fa, ma è proprio scemo proprio, mò ultimamente pure per la Polizia, chiss quanti ne ha truffati
Sabato Vacchiano:  minchia, pure là, ha fatto un male servizio
Giuseppe Zarrillo: si, si, ha fatto il ladro (incomprensibile) dice che ci sono i test, però quelli falsi (incomprensibile) che ha combinato, (incomprensibile), gente che mi prende (incomprensibile) hai capito, dice ma questo io vedi ancora (incomprensibile) non si è fatto vedere più, nè per me, nè per loro, tu ha capito? Neanche in caserma sta andando
Sabato Vacchiano: (incomprensibile)
Giuseppe Zarrillo: sta a disposizione dell’ospedale militare di ROMA
Sabato Vacchiano: ah
Giuseppe Zarrillo: hai capito?
Sabato Vacchiano:  gli hanno fatto avere la convalescenza, la convalescenza
Giuseppe Zarrillo: eh, ma lo sai lui cosa sta combinando, sta combinando tutti casini, lo sai lui e che gli è mort (incomprensibile)
Sabato Vacchiano: non gli possono fa niente, te lo dico io, te lo dico io, no gli possono far niente
Giuseppe Zarrillo: eh, perciò, quello ne approfitta di questo, secondo me, hai capito, ha imbrogliato poste, banche
Sabato Vacchiano: ha messo insieme un milione di euro, ha messo insieme un milione di euro
Giuseppe Zarrillo:lo sa lui che cosa ha combinato
Sabato Vacchiano: (ride)
Giuseppe Zarrillo:poi la gente va dalla moglie, in questura, la gente
Sabato Vacchiano: davvero?
Giuseppe Zarrillo: eh, (incomprensibile) la moglie, in questura, la moglie e la sorella, un fratello sta al Commissariato d AVERSA, un altro fratello sta nell’Intendenza di Finanza, sono tutte persone che comunque
Sabato Vacchiano: che contano
Giuseppe Zarrillo: che contano (incomprensibile) contano, hai capito, un altro nel Comune di AVERSA, un altro · professore di scuola, tutte persone, lui è la pecora nera
Sabato Vacchiano: mannaggia la miseria, meno male che allora subito feci
Giuseppe Zarrillo: il fratello poliziotto fà, (incomprensibile) i seggi, fuori la scuola andò a pigliarlo (incomprensibile) diss· «fammi il piacere, fammi chiamare, perché io ne ho bisogno di questo cretino (fonetico), qua I gente viene da me» perché quelli sanno che era dirigente sindacale
Sabato Vacchiano: bravo
Giuseppe Zarrillo: sindacato nostro, è vengono da me, io cosa c’entro, hai capito
Sabato Vacchiano: uh
Giuseppe Zarrillo:hai capito, questo merda cosa ha fatto, ne ha approfittato, capito, del sindacato, e ha fatto credere che lui è un dirigente, un dottore della fica della mamma
Sabato Vacchiano: dottor TRIMARCHI (fonetico), dottor TRIMARCHI (ride)
Giuseppe Zarrillo: TRIMARCHI (incomprensibile)
Sabato Vacchiano: (ride)
Giuseppe Zarrillo: dottore (incomprensibile)
Sabato Vacchiano: mò, tu sei dottore veramente e ancora non l’ha scritto là sopra
Giuseppe Zarrillo:che cosa?
Sabato Vacchiano: tu sei dottore veramente e ancora non ha fatto la targhetta con la scritta dottore (ride)
Giuseppe Zarrillo: mò a novembre mi iscrivo, mi prendo gli altri due anni, a novembre mi iscrivo di nuovo, hai capito?
Sabato Vacchiano: uh
Giuseppe Zarrillo:ho parlato con, no, ho parlato con (incomprensibile} ad AVERSA, hai capito?
Sabato Vacchiano: uh
Giuseppe Zarrillo:mì faccio gli altri due anni, mi conviene, hai capito, per due anni, hai capito, è meglio che lo tengo sempre un pezzo di carta
Sabato Vacchiano: è certo, (incomprensibile) me la prendo pure io
Giuseppe Zarrillo: te la faccio prendere, a novembre ti puoi iscrivere pure tu
Sabato Vacchiano: io faccio quella veloce, veloce, poi ti spiego da vicino
Giuseppe Zarrillo:tu, tu, me che devi spiegare da vicino, te lo spiego io a te da vicino, non ti preoccupare, no dobbiamo andare da nessuna, non ti preoccupare
Sabato Vacchiano: poi vediamo (fonetico)
Giuseppe Zarrillo:se mi stai a sentire, io ti faccio, perché noi dobbiamo fare la sowenzìone con lo Stato, noi… t ipreoccupare, ci danno ii 50%, ce Il dà lo Stato, hai capito?
Sabato vacchiano: uh
Giuseppe zarrillo: e poi ti spiego, li spiego io, non ti preoccupare, se ti vuoi iscrivere (incomprensibile) ti iscrivi e te I prendi, e ti prendi quella là in Scienza, Educazione e Formazione, quella che si stanno prendendo tutti l militari, militari, poliziotti, Carabinieri, Polizia, tutti se la stanno pigliando, hai capito?”…

Gustavo Gentile

@riproduzione riservata

Cronache della Campania@2018

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