Quantcast
Channel: Cronaca – Cronache della Campania
Viewing all 52496 articles
Browse latest View live

‘Tre o quattro mesi e siamo fuori’, le intercettazioni choc degli assassini del vigilante Della Corte

$
0
0

Un atteggiamento deprecabile, quello dei tre assassini di Francesco Della Corte. “Ridono”, sottolinea più di una volta uno degli inquirenti, convinti che la legge non pssa punirli. Si sorridono, si danno coraggio l’un l’altro. “Ora vediamo il giudice cosa vuole fare, lo sfogo di legge, tre o quattro mesi e siamo fuori…”.
Hanno ridotto in fin di vita un uomo di cinquantuno anni, colpito alle spalle senza motivi mentre svolgeva il proprio lavoro di metronotte. Luigi C., Ciro U., Kevin A. hanno da poco confessato messi alle strette dalle indagini dei poliziotti di Scampia e di Chiaiano e dalle immagini dell video che li ritrae mentre scappano dopo l’aggressione. Di lì a qualche ora Francesco Della Corte morirà in un lettino di ospedale dopo un paio di settimane di coma, ma il rischio di aver ammazzato un uomo non sembra turbare più di tanto il gruppetto di Chiaiano. Ci sono anche altri ragazzi assieme ai reo confessi che si mostrano divertiti per quella esperienza da sospettati.
La famiglia, come riporta Il Mattino, del povero vigilante, difesa dall’avvocato Marco Epifania, si costituirà parte civile in vista della prima udienza fissata il 23 gennaio dinanzi al Tribunale dei Minori. Per gli inquirenti si è trattato di un omicidio a scopo di rapina (la pistola), ma il movente economico non viene sostenuto dai tre piccoli assassini. Spiega Luigi C., uno dei primi a confessare: “Erano le tre di notte, trovammo la cornetteria chiusa, avevo degli spinelli, forse preso dall’euforia decidemmo di aggredire il vigilante che ogni notte passava all’esterno della metropolitana”. Assieme a Kevin (in posizione defilata) ha inizio l’aggressione a colpi di piedi di tavolino trovati nei rifiuti. Un’aggressione che finisce solo quando i tre si rendono conto che a terra quell’uomo rantola come se stesse “russando”, tanto da spaventare gli stessi assassini che a questo punto tagliano la corda. Dopo essere stato interrogato Ciro U. se la prende con gli amici: “Io ho detto che gioco a pallone, se dici qualcosa ti schiatto la testa”. Difeso dal penalista Antonino Rendina, il ragazzo in un secondo momento ammetterà di aver fatto parte del gruppo, senza impugnare però un’arma e senza partecipare all’aggressione. Agli atti c’è anche una dichiarazione di un dirigente della Chiaiano Brothers, che definisce Ciro come uno dei “pilastri” della squadra, sempre presente negli allenamenti e sempre pronto ad aiutare il prossimo. Intercettato anche Luigi C. (difeso dal penalista Mario Covelli), che entra nella stanzetta in modo spavaldo e si mostra preoccupato solo quando Kevin A. (difeso dall’avvocato Antonella Franzese) gli racconta di aver visto il video: “Mi ha preso di faccia, poi venivate tu e Ciro”.

Cronache della Campania@2018


Napoli, faceva le rapine di scooter: finisce in carcere il figlio del boss Antonio De Luca Bossa

$
0
0

Napoli. I Carabinieri del Nucleo Radiomobile del Reparto Operativo hanno eseguito un’Ordinanza di Custodia Cautelare in Carcere emessa dal GIP di Napoli a carico di Emmanuel De Luca Bossa, 19 anni, di Napoli, già noto alle forze dell’ordine e figlio di Antonio, il capo dell’omonimo clan camorristico attualmente detenuto.
Nel corso di indagini d’iniziativa dei carabinieri è stata accertata la responsabilità del giovane che armato pistola e insieme a un complice in via d’identificazione il 24 agosto aveva rapinato il ciclomotore a un passante sul corso Garibaldi e il 12 settembre aveva tentato di rapinare il ciclomotore ad altra persona che stava transitando su via delle Repubbliche Marinare. L’arrestato è stato rinchiusi nella Casa Circondariale di Poggioreale.

Cronache della Campania@2018

‘Costrinsero’ un imprenditore al suicidio: arrestati due usurai di Villaricca

$
0
0

Nell’ambito di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Napoli Nord, personale del Commissariato di PS di Giugliano-Villaricca ha dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal GIP del Tribunale di Napoli Nord, nei confronti di due persone -di anni 58 e 55, entrambi residenti in Villaricca -per i reati di usura ed estorsione aggravata.
Le indagini hanno avuto inizio sul finire del mese di luglio 2018 a seguito del ritrovamento del cadavere di un imprenditore di Giugliano in Campania con indosso una lettera nella quale rappresentava di avere compiuto il gesto estremo del suicidio perché non più in grado di reggere il peso del debito usurario contratto unitamente al proprio fratello.
L’attività investigativa -condotta attraverso accertamenti bancari, perquisizioni, dalle dichiarazioni rese dalle persone informate sui fatti nonché acquisizione di tabulati telefonici e di immagini riprese da telecamere di video sorveglianza -ha consentito di ricostruire la vicenda delle vittime che, trovandosi in difficoltà economiche per il cattivo andamento della loro attività imprenditoriale, si erano rivolte ad una delle due persone oggi raggiunte dal provvedimento cautelare ricevendo in prestito, nel corso del tempo, una somma complessiva pari a circa 50.000,00 euro con interessi mensili nella misura del 5% circa del capitale prestato sino a quando gli imprenditori non fossero stati in grado di restituire, in un’unica soluzione, l’intero capitale ricevuto. In tal modo, nel periodo compreso tra l’anno 2014 ed il luglio 2018, le vittime avevano già corrisposto, a solo titolo di interessi, una somma di circa euro 100.000,00. L’altra persona destinataria della odierna misura cautelare, già appartenente alle Forze dell’Ordine e attualmente in congedo, partecipava -secondo l’ipotesi accusatoria avvalorata dal GIP -a tutti gli incontri con le vittime dalle quali riceveva, periodicamente presso la propria abitazione, le somme a titolo di interesse, minacciandole -in caso di ritardo nei pagamenti -di gravi azioni ritorsive. Nei confronti della persona che materialmente concedeva il prestito usurario, legata alla moglie dell’imprenditore deceduto da vincolo di parentela, il GIP emetteva, in riferimento all’evento suicidario, ordinanza di custodia cautelare in carcere anche per il reato di morte come conseguenza di altro delitto.

Cronache della Campania@2018

Arrestate le tre ‘vedette’ dei contrabbandieri dei palazzi Cirio di Mondragone

$
0
0

I militari della Compagnia di Mondragone sono riusciti a rintracciare i 3 indagati che non erano stati reperiti all’atto dell’esecuzione dell’ordinanza con cui il G.I.P. di Napoli la scorsa settimana ha disposto 13 misure cautelari personali (7 custodie in carcere e 6 arresti domiciliari) nei confronti degli appartenenti ad un gruppo criminale che gestiva le piazze di vendita di sigarette di contrabbando in Mondragone.
Nel dettaglio si sono presentati presso la caserma della Guardia di Finanza C.S. classe 1975, fornitore storico dell’organizzazione residente in Giugliano in Campania (NA), L.G. classe 1975 e M.V. classe 1971, entrambi venditori al dettaglio e “vedette” al soldo dei contrabbandieri della famiglia Di Rosa operante nei palazzi Cirio di Mondragone.
Tutti e tre i soggetti sono stati quindi posti agli arresti domiciliari, ultimando così l’esecuzione del provvedimento restrittivo delegata dalla Direzione Distrettuale Antimafia partenopea.

Cronache della Campania@2018

Inchiesta fondi Aias: chiesto il rinvio a giudizio per moglie e figlie di Ciriaco De Mita

$
0
0

I fondi destinati alla gestione dei centri di assistenza agli spastici utilizzati per spese personali o per l’acquisto e la ristrutturazione di immobili. Le indagini preliminari sulla gestione dei centri Aias di Avellino, Nusco e Calitri, e dell’associazione Noi con Loro sono concluse e la procura della Repubblica di Avellino ha chiesto il rinvio a giudizio per Anna Maria Scarinzi, moglie di Ciriaco De Mita, per le figlie Simona e Floriana De Mita e per altre 7 persone. Tutti sono accusati a vario titolo di peculato, riciclaggio, malversazione ai danni dello stato e truffa aggravata e dovranno comparire di fronte al gup del tribunale di Avellino il prossimo 6 marzo. I fatti riguardano gli ultimi anni di gestione dei centri di assistenza, per i quali si sono registrati ammanchi per oltre 6 milioni di euro, irregolarita’ nell’accreditamento presso il servizio sanitario nazionale e l’affidamento di consulenze da parte di ditte esterne per mascherare quelli che i pm ritengono ‘stipendi’ alla figlie dell’ex presidente del Consiglio. Nei giorni scorsi il tribunale del Riesame ha dissequestrato le sedi dell’Aias di Nusco e Calitri, ma non e’ stato ancora risolto il nodo degli stipendi arretrati per circa 40 dipendenti, che vantano dodici mensilita’ mai corrisposte.

Cronache della Campania@2018

Napoli, nascondeva droga e pistola in camera da letto: in carcere donna di 52 anni

$
0
0

Napoli. Altri controlli straordinari per il contrasto all’illegalità diffusa dei Carabinieri delle Compagnie cittadine, del Nucleo Radiomobile e del Reggimento “Campania”.
Arrestate 3 persone: una donna per detenzione di arma da fuoco e di cocaina, l’altra per scippo a una turista cinese, l’ultima in esecuzione a un Ordine di Custodia Cautelare disposto dalla magistratura dopo indagini dell’Arma.
I Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Centro effettuando perquisizione nella casa in via delle Grazie di Concetta Lonato, hanno rinvenuto occultati nella camera da letto della signora 20 grammi di cocaina e una pistola semiautomatica calibro 9 con tanto di silenziatore.
Mentre continuano le indagini per accertare il perché di droga e dell’arma a casa della donna, una 52enne incensurata, la stessa è stata tratta in arresto e sottoposta ai domiciliari come disposto dell’autorità giudiziaria.

Cronache della Campania@2018

Rubavano carte d’identità in bianco dal comuni del Napoletano: arrestati in tre

$
0
0

Questa mattina i carabinieri della Compagnia di Nola hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari emessa a carico di Elena Casaburi, 42 anni, e di custodia in carcere a carico dei fratelli Antonio e Rosario Criscuolo, 40 e 46 anni. Gli indagati sono ritenuti responsabili a vario titolo e in concorso di furto e di tentato furto aggravato di carte d’identità in bianco ai danni di vari enti comunali. Le indagini sono cominciate dopo il furto di un centinaio di carte d’identità in bianco consumato nel maggio 2017 nel Comune di Nola e sono state sviluppate attraverso l’acquisizione e relativa visione di numerosi filmati delle telecamere pubbliche e private localizzate lungo tutte le possibili vie di fuga dei responsabili, l’analisi di tabulati telefonici, l’attività tecnica e i servizi di osservazione e pedinamento. A conclusione dell’attività investigativa si è delineato un grave quadro indiziario a carico delle persone indagate, sia in relazione al suddetto furto che in relazione ad analoghe condotte illecite connesse nei Comuni di San Giuseppe Vesuviano, Teverola e Marano di Napoli.

Cronache della Campania@2018

Napoli, minorenne ucciso dal carabiniere al rione Traiano: oggi il fratello è morto dal ‘dolore’

$
0
0

“E’ morto di crepacuore Tommaso, per il dolore che si e’ rinnovato dopo la sentenza che la scorsa settimana ha ridotto la pena al carabiniere che ha ucciso il fratello Davide, con un colpo di pistola. Addio Tommy, adesso potrai stringere tuo fratello”. Ad annunciare la morte di Tommaso Bifulco, 36 anni, fratello di Davide Bifolco, il ragazzo di 17 anni rimasto ucciso da un colpo di pistola esploso per errore da un carabiniere nel settembre del 2014 e’ Gianluca lo zio dei due ragazzi. La scorsa settimana la Corte d’Appello di Napoli ha ridotto la pena emessa in primo grado nei confronti di Giovanni Macchiarolo da 4 anni e 4 mesi in primo grado pena a 2 anni. “Non mangiava e non dormiva da 7 giorni, – dice ancora Gianluca – Tommaso era quello che piu’ si e’ battuto per affermare che il suo fratello Davide non era stato ucciso per errore, ma volontariamente. Tommaso non ci poteva pensare, non riuscivo a digerirla proprio quella sentenza lui, che per un tentato furto alle dovuto 5 anni e 4 mesi”, ha detto ancora Gianluca. “Si e’ consumato ha avuto un infarto stamattina nulla hanno potuto i sanitari del Cardarelli. Un’altra tragedia che si e’ abbattuta sulla nostra famiglia”, ha concluso.

Cronache della Campania@2018


Giudici di pace corrotti, il processo di Roma trasferito a Nocera Inferiore

$
0
0

Torre Annunziata. Approderà a Nocera Inferiore, il processo a carico di 27 indagati accusati a vario titolo di corruzione e finiti nella maxi inchiesta che ha portato in carcere il giudice di pace e avvocato scafatese Antonio Iannello. Il tribunale del Riesame di Roma che ha valutato le istanze di libertà di alcuni degli indagati, non ultimo quella di Iannello (sulla quale la decisione è riservata) ha rigettato i ricorsi degli avvocati difensori ed ha accolto l’eccezione di competenza territoriale trasferendo gli atti dalla Procura di Roma a quella di Nocera Inferiore. In prima istanza, il fascicolo era stato spostato a Salerno, ma i giudici accortisi dell’errore materiale hanno rimesso l’inchiesta a Nocera Inferiore. Tutti gli episodi di corruzione e favoreggiamento, infatti, sono avvenuti a Scafati in via Zara, nello studio di Antonio Iannello dove i finanzieri della Compagnia di Torre Annunziata che hanno seguito le indagini avevano installato una telecamera e una microspia. Erano finiti in carcere e ai domiciliari, dunque, giudici di pace, consulenti tecnici e due carabinieri con le accuse di corruzione, favoreggiamento e violazione del segreto d’ufficio. Le combine su consulenze tecniche affidate dal giudice a Ctu compiacenti e disposti a pagare una percentuale di 250 euro ad incarico e su processi che riguardavano sinistri stradali in danno delle compagnie assicurative, saranno valutate dai pm della Procura retta dal Procuratore Antonio Centore. In ogni caso il giudice per le indagini preliminari dovrà riemettere formalmente l’ordinanza a carico degli indagati altrimenti perderà efficacia. Non è escluso che la prossima settimana possa avvenire il passaggio formale con un nuovo giro di interrogatori e nuovi ricorsi, eventualmente, al tribunale del Riesame competente, cioè quello di Salerno.

Rosaria Federico

Cronache della Campania@2018

Pupetta Maresca: ‘La camorra è l’alibi della politica’

$
0
0

Castellammare di Stabia. “La Camorra è l’alibi della politica”. A dirlo è Pupetta Maresca, Lady Camorra che, a meno di un anno parla ai media di criminalità, giovani e politica. Dichiarazioni pesanti che si inseriscono nel dibattito pubblico tanto da far intervenire, oltre alla politica stessa, anche l’Arcivescovo di Sorrento – Castellammare di Stabia, Monsignor Francesco Alfano. Il Vescovo Alfano commenta le parole di Pupetta Maresca la quale sostiene che i giovani si avvicinino al mondo della criminalità organizzata perché non c’è lavoro, non ci sono prospettive. “La maggior parte delle persone che delinquono – dice – andrebbero a lavorare. Con le Terme fallite – prosegue – i negozi e le fabbriche che hanno chiuso un giovane purtroppo viene indirizzato verso la strada sbagliata”. Non la pensa così il Vescovo che ha risposto a Lady Camorra dicendo che “la Camorra non si combatte solo con il lavoro che non può rappresentare una giustificazione. Ci sono dei valori come la cultura e l’educazione che devono spingere le persone a non delinquere. Certo che – dice Alfano – il lavoro dovrebbe essere al primo punto nell’agenda della politica”. Intanto, sempre la scorsa settimana, il deputato Federico Conte ha presentato un’interrogazione parlamentare a risposta scritta indirizzata al Ministro dell’Interno Matteo Salvini per indagare sulle presunte ingerenze della Camorra a Palazzo Farnese. Anche Tonino Scala, consigliere comunale di Liberi e Uguali, durante il primo consiglio comunale aveva chiesto al sindaco Cimmino, che nulla ha a che fare con quella storia, di richiedere la commissione d’accesso in via preventiva per comprendere ciò che era accaduto. Il tutto al fine di fare chiarezza sulla vicenda che ha visto il sindaco Pannullo riferire in commissione antimafia nei giorni seguenti allo scioglimento anticipato del Consiglio Comunale a seguito di dimissioni contestuali della maggioranza dei consiglieri seduti a Palazzo Farnese. L’ex primo cittadino, dopo un’audizione in Commissione Antimafia “le cui attenzioni sulla città risalgono ad interrogazioni del 2005” – come sostiene l’ex fascia tricolore, e alla Dda di Napoli ritorna a parlare in un’intervista rilasciata ai colleghi di Stylo24.it. “Ritengo – dice – che sia doveroso far luce fino in fondo sui rapporti tra politica e criminalità organizzata nella nostra città, anche alla luce della interrogazione dell’onorevole Conte che ha ripreso le mie denunce e dichiarazioni alla Dda ed in Commissione Antimafia. Spesso tutto si è ridotto a qualche titolo di stampa, grazie a giornalisti coraggiosi, senza poi che ci fosse un prosieguo. Le attenzioni dell’Antimafia risalgono ad interrogazioni del 2005, si sono succeduti diversi scioglimenti alcuni dei quali hanno la stessa matrice, ed oggi coprire tutto con un nulla di fatto e con il lento trascorrere del tempo, penso sia profondamente immorale. Le mie denunce sono lì, con nomi, cognomi, fatti e circostanze. Che si faccia al più presto luce. Io la mia parte l’ho fatta senza paracadute, senza pensare alle conseguenze che avrebbe poi comportato anche la prematura fine del mio mandato. Agli autorevoli appelli di chi ci ha sollecitato a denunciare senza se e senza ma abbiamo risposto, adesso è ora che anche chi ha il dovere, non solo di ufficio, di indagare, dia le sue risposte non certo ad un ex sindaco ma ad una comunità che da anni attende di conoscere la verità”.

 

Cronache della Campania@2018

Napoli, fermati 207 parcheggiatori abusivi in un mese

$
0
0

Napoli. Nel primo mese di operatività dei controlli mirati sul territorio i Carabinieri hanno fermato e identificato per controlli 10.616 persone, 3.396 delle quali già note alle forze dell’Ordine. Tra i controllati 454 minori trovati su strada in atteggiamento sospetto o in luoghi e orari non consueti per minorenni. Sequestrati 7 coltelli e 3 tirapugni. Segnalati al Prefetto 47 assuntori con il sequestro di 33 grammi di cocaina, 10 di eroina, 122 di hashish e 71 di marijuana. Arrestate 16 persone e 106 denunciate in stato di libertà. Contravvenzionati 207 parcheggiatori abusivi, a 120 di questi i militari hanno notificato l’ordine di allontanamento.
Tra i casi particolari di “resistenza” quello di un soggetto che davanti all’Ospedale Monaldi è stato “beccato” due volte a distanza di poche ore della stessa mattinata, quello di 2 fratelli che allontanati da piazza Matteotti e via Battisti vi erano tornati il giorno dopo e infine i 15 “recidivi” che esercitavano nei pressi dell’Ospedale San Gennaro, del Loreto Mare e del San Giovanni Bosco ritrovati sul posto nelle canoniche 48 ore.
Contestate 2.176 infrazioni al Codice della Strada, tra le quali 562 per circolazione in mancanza di copertura assicurativa e 178 per guida senza casco. 546 veicoli sottoposti a fermo o a sequestro amministrativo.

Cronache della Campania@2018

Napoli, dottoressa morta di tbc: commissione Asl al lavoro

$
0
0

E’ al lavoro la Commissione di indagine che dovra’ fare luce sulle cause che hanno portato alla morte di una dottoressa per tubercolosi addominale nell’ospedale San Paolo di NAPOLI. E’ stato il direttore generale della Asl NAPOLI 1, Mario Forlenza, a volere l’istituzione di una commissione per fare luce sull’accaduto. La dottoressa era in servizio nel reparto di Medicina d’urgenza dell’ospedale, fino allo scorso mese di agosto. La Commissione dovra’ accertare se siano stati rispettati i protocolli previsti da attivare in situazioni simili.

Cronache della Campania@2018

Napoli, litiga con l’autista del bus e sfonda la porta anteriore con un martello

$
0
0

A causa di un diverbio per motivi di viabilita’ ha prima aggredito – verbalmente e fisicamente – il conducente di un bus dell’Anm (Azienda Napoletana Mobilita’) e poi, con un martello di ferro, sfondato la porta anteriore del mezzo, mandando in frantumi il vetro. E’ successo nel pomeriggio a Napoli, nei pressi dell’Universita’ Monte Sant’Angelo. L’autista ha dovuto farsi medicare delle escoriazioni al collo e al volto: per lui la prognosi dei sanitari e’ di sette giorni. L’aggressione ha scatenato il panico tra i viaggiatori a bordo, una quindicina in tutto. E’ stato proprio grazie al loro intervento pero’ che l’autista non ha subito conseguenze più serie. L’uomo, infatti, ha aggredito prima verbalmente e poi fisicamente il conducente prendendolo a pugni. I passeggeri sono riusciti ad allontanare l’aggressore che, in preda alla rabbia, e’ tornato all’attacco: ha preso un martello di ferro dal bagagliaio della sua vettura e lo ha lanciato contro la porta anteriore del bus della linea 180 mandando in frantumi il vetro. Le forze dell’ordine, intervenute dopo l’allarme lanciato dai presenti, hanno fermato l’aggressore, un uomo di circa 60 anni. “Ancora una volta e per futili motivi gli operatori di esercizio restano vittime di violenza – dichiara Adolfo Vallini dell’esecutivo provinciale USB – un’aggressione efferata che solo grazie all’intervento dei passeggeri non si e’ tramutata in tragedia. Si continua a lavorare in un clima di forte tensione, con livelli altissimi di stress e senza adeguate misure di prevenzione”.

Cronache della Campania@2018

Concorsi truccati, anche un maresciallo di Castellammare indagato nell’inchiesta. LE INTERCETTAZIONI

$
0
0

Molti sapevano, pur non essendo gli autori materiali, di questo algoritmo capace di far superare brillantemente le prove durante i concorsi per l’ingresso nelle forze armate. I dettagli emergono nell’ordinanza firmata dal giudice Linda Comella. E’ il caso del maresciallo dell’esercito di Castellammare di Stabia, Efisio Fiorenza che aveva mediato per la cessione della formula ad un 26enne di Capua, in provincia di Caserta, impegnato in un concorso per agente di polizia penitenziaria il 12 aprile 2016 ottenendo il punteggio di 48,91 per cultura generale e 7,500 per inglese insieme ad un altro giovane, A cedere il materiale fu – secondo gli investigatori – proprio il maresciallo Fiorenza. Il 26enne di Capua ed un altro giovane aspirante agente di polizia penitenziaria raccontano a Fiorenza di aver trascorso la notte precedente al concorso “a casa di un generale” ad esercitarsi con un sistema simile alla formula utilizzata per il concorso VFP4. Il generale avrebbe rassicurato dicendo “non ti preoccupare, è sicura”. Ed infatti così è stato. Dalle intercettazioni telefoniche non è emersa la consegna di danaro quale corrispettivo della cessione della formula. Si è trattato di un piacere fatto da Rocco D’Amelia al maresciallo senza percepire danaro così come si evince dalle intercettazioni telefoniche in cui si intuisce che Rocco D’Amelia ha fatto una cortesia senza percepire danaro parlando di “foraggio”. D’Amelia, parlando con il maresciallo Fiorenza, chiede se il ragazzo che ha beneficiato della formula grazie non al denaro ma “foraggiata” abbia stupito l’aspirante agente penitenziario. Racconta a D’Amelia che la madre del ragazzo è rimasta contenta “Lei è rimasta contentissima” poi le ha anche detto che “ho fatto un piacere giusto perché siete voi… perché è una compagna di mia sorella”. Fiorenza aveva avuto rapporti diretti con la madre del giovane alla quale aveva proposto l’acquisto dell’algoritmo da Rocco D’Amelia. “Vieni qua ti devo parlare. Gli spiegai tutto. Quella non ci poteva credere. Poi, giustamente, non ci riusciva a credere, a capire bene cioè…poi alla fine gli feci cedere, gli feci vedere, gli spiegai come poteva…come funzionava sta…sta regola”. Poi la discussione sul compenso, in virtù della “raccomandazione” del maresciallo Fiorenza. Il militare aveva rassicurato D’Amelia dicendo “guarda, questo è un amico per cui mi ha chiesto…è un foraggio che dovresti dare”. Prima ha detto: “ Vedi come va e poi vieni qua ci prendiamo un caffè e ci facciamo un regalo”. Il contenuto del loro dialogo – secondo la Procura – è inequivocabile, essendo esplicito il riferimento all’algoritmo ideato per il superamento della prova concorsuale.

 Emilio D’Averio

@riproduzione riservata

Cronache della Campania@2018

Giugliano, la moglie del boss è in fin di vita: ‘Fatemi rivedere mio marito’

$
0
0

Giugliano. Non sa quanto tempo ancora le rimane da vivere e nonostante sia a un’ora e mezza di auto di distanza dal marito camorrista non può vederlo. Lei è malata e lui non può lasciare la città dove è al soggiorno obbligato. E’ la storia di Teresa Felace e del marito Vincenzo D’Alterio, detto o’ malato noto pregiudicato del clan Mallardo, condannato a 12 anni di carcere e con obbligo di soggiorno in un comune della Calabria. La donna ha chiesto di rivedere il marito prima di morire. Il tribunale sorveglianza, come riporta Il Mattino, fino a questo momento le ha negato questa possibilità:”Mi fanno morire senza rivederlo? Questa è umanità? Mi rivolgo tribunale di sorveglianza: mettetevi una mano sulla coscienza.Chi ha sbagliato deve pagare – ha spiegato la donna – ma fatemelo rivedere per l’ultima volta. Siamo distanti solo un’ora e mezza. Vorrei vederlo prima di morire. Sono malata e ho un ultimo desiderio”. Vincenzo D’Alterio è in attesa della sentenza definitiva da parte della Cassazione. Nello stesso processo Teresa Felace, fu ssolto mentre il figlio Giuseppe è stato condannato a 10 anni, la figlia Giovanna a due anni e 8 mesi mentre il marito di quest’ultima, Marco Carella, è stato condannato a  8 anni e 10 mesi. Tutti accusati insieme con un’altra mezza dozzina di imputati di associazione camorristica ed estorsioni.

 

Cronache della Campania@2018


Napoli, smantellata la ‘banda del buco’: 12 arresti, c’è anche un dipendente del Comune

$
0
0

I carabinieri di Napoli hanno smantellato una “banda del buco” di 12 uomini aiutati da un dipendente del comune e da una guardia giurata, specializzata in furti e rapine in banche e gioiellerie. Dopo le indagini coordinate dalla procura di Napoli, il Gip ha accusato la banda di associazione a delinquere, detenzione e porto illegali di armi, rapina, furto aggravato e ricettazione, reati di cui i soggetti rispondono a vario titolo. Sei i colpi accertati tra Napoli e provincia – tutti sventati dai carabinieri – che avrebbero potuto fruttare centinaia di migliaia di euro. L’indagine partì proprio da una tentata rapina alla gioielleria “Bulgari” nella lussuosa via dei Mille nel gennaio 2017 e ha portato i carabinieri a identificare i malviventi ed a chiarirne le mansioni.  Erano, infatti, tutti specializzati: prima studiavano a tavolino le difese passive degli obiettivi, poi gli specialisti dei sopralluoghi entravano e li “mappavano” per individuare le via d’accesso e di fuga e prendere le misure dei buchi da realizzare; era quindi il turno degli “scavatori”, conoscitori della rete fognaria di Napoli, che si occupavano della realizzazione del buco mentre i “pali”, radiotrasmittente alla mano, li facevano lavorare tranquilli controllando i movimenti in superficie. Alla fine, dopo attività di scavo durate anche mesi, i malfattori uscivano dalle fogne con tute integrali e stivaloni di gomma quindi, con volto coperto e armati di pistole, assalivano gli impiegati di banca o i commessi delle gioiellerie costringendoli ad aprire caveau e cassette di sicurezza. per muoversi meglio, inoltre, si sono avvalsi di una guardia giurata e di un dipendente del “servizio fognature” del comune di Napoli. Delle 12 persone: 9 sono state arrestate e finite in carcere, 3 ai domiciliari.

Cronache della Campania@2018

Napoli, la Dia sequestra l’azienda bufalina dei Casalesi

$
0
0

La Direzione Investigativa Antimafia di Napoli sta eseguendo un provvedimento di sequestro beni, emesso dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere – Sezione Misure di Prevenzione, su proposta del Procuratore della Repubblica di Napoli. Il valore dei beni in sequestro è stimato in oltre 350 mila euro. I beni sottoposti a sequestro sono riconducibili a MORRONE Giuseppe di Castel Volturno , titolare dell’omonima impresa individuale attiva nel settore dell’allevamento di bufale e produzione di latte crudo, già destinatario di provvedimento di applicazione della sorveglianza speciale di P.S. con obbligo di soggiorno nel comune di residenza per la durata di anni due e mesi sei.

MORRONE Giuseppe, figlio del defunto Pasquale, “storico” esponente del clan “dei casalesi”, gruppo Bidognetti, dalle attività investigative eseguite nel tempo è risultato appartenere al citato sodalizio criminale per il quale ha gestito le estorsioni imposte agli operatori commerciali e imprenditori della zona; secondo le dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, con particolare riferimento all’installazione di apparecchi per il videopoker.Nell’anno 2013, il Tribunale di Napoli, all’esito di due procedimenti, lo condannava, rispettivamente, alla pena di anni sei e mesi otto di reclusione per traffico di stupefacenti aggravato ed alla pena di anni sette e mesi otto di reclusione per la partecipazione al clan “dei casalesi”, traffico di stupefacenti ed estorsione.I cespiti raggiunti dal provvedimento di sequestro sono i seguenti:

1. Beni aziendali della ditta individuale “MORRONE GIUSEPPE”, con sede in Castel Volturno (CE) attiva nel settore di “allevamento bufalini e produzione latte crudo”.

2. n. 4 immobili (1 fabbricato e 3 terreni) ubicati nel comune di Castel Volturno (CE).

Cronache della Campania@2018

Napoli, smantellata la piazza di spaccio del borgo: arrestati sei giovanissimi, ci sono anche due ragazze

$
0
0

Napoli. La finanza ha smantellato la piazza di spaccio del cosiddetto ‘Borgo’, facendo scattare le manette ai polsi di sei persone. I finanzieri del I Gruppo Napoli al termine di un’attività di servizio in materia di contrasto al traffico di stupefacenti ha arrestato 6 responsabili sorpresi a detenere per la vendita sostanze illegali. Sequestrati complessivamente circa 1,4 kg tra cocaina, hashish e marijuana, circa 4.000 euro in contanti, bustine ed occorrente per il confezionamento in dosi. I sei arresti tutti giovanissimi tra i 18 e i 30 anni tra cui due donne avevano messo in piedi in un lucroso traffico di droga tra i giovani che frequentano i locali tra il Corso Garibaldi e via Foria.

Cronache della Campania@2018

Aveva cinque chili di droga nascosti a casa, per 70mila dosi: arrestato 52enne

$
0
0

A Mondragone, i Carabinieri della Compagnia di Sessa Aurunca, coadiuvati dal nucleo cinofili carabinieri di Sarno, hanno arrestato , per traffico di sostanze stupefacenti Giacinto Bosco di 52 anni,
I militari dell’Arma, a seguito di una perquisizione domiciliare eseguita presso l’abitazione dell’uomo, hanno rinvenuto e sottoposto a sequestro kg. 3.8 di sostanza stupefacente tipo “eroina” e grammi 760 di “cocaina”, nonché la somma contante pari a 10.000,00 euro-
In particolare lo stupefacente, verosimilmente destinato a rifornire il mercato del litorale casertano, è stato rinvenuto murato all’interno dell’intercapedine di un tramezzo del balcone dell’abitazione. La droga sequestrata, di ottima purezza, corrisponde ad circa 70.000 dosi singole; l’attività di spaccio “per strada” avrebbe potuto fruttare più di 1.500.000 di euro. Il bosco all’atto del controllo ha tentato di darsi alla fuga strattonando i militari che sono, comunque, riusciti a bloccarlo. L’arrestato è stato rinchiuso presso la casa circondariale di Santa Maria capua Vetere.

 Gustavo Gentile

Cronache della Campania@2018

Giovane centrato da colpi di fucile, arrestato il nipote del boss

$
0
0

Santa Maria Capua Vetere -Cervino. Tentato omicidio: è questa l’accusa con la quale i militari dell’Arma hanno arrestato il 27enne Giuseppe Cortese, pregiudicato originario di Cervino (zona Messercola), nipote del defunto ras Angelo Cortese e ora residente a Santa Maria Capua Vetere.
Cortese stamani è stato rinchiuso in carcere su disposizione dell’autorità giudiziaria; i carabinieri hanno, infatti, eseguito un’ordinanza firmata dal gip Campanaro. Nella giornata di giovedì è stato fissato l’interrogatorio di garanzia davanti al pm Cozzolino che coordina le indagini sul fatto di sangue avvenuto di notte.
Nello scorso weekend in una zona periferica di campagna di Santa Maria Capua Vetere Cortese avrebbe esploso alcuni colpi di fucile colpendo un giovane, rimasto ferito. Dopo quest’episodio sono partite le indagini lampo dei carabinieri della Compagnia di Santa Maria Capua Vetere che hanno portato in poche ore al provvedimento restrittivo: per Cortese si sono spalancate le porte del carcere. Cortese non ha opposto resistenza all’arresto e, contestualmente all’esecuzione dell’ordinanza, gli uomini della Benemerita hanno perquisito sia la sua abitazione che quella del cognato. Nell’appartamento del 27enne sono state trovate diverse cartucce per fucile. Al momento tutte le ipotesi sono aperte, compresa quella che porta al mondo dello spaccio di stupefacenti. Cortese, in affidamento al Sert, ha infatti precedenti per droga e armi.

 Gustavo Gentile

Cronache della Campania@2018

Viewing all 52496 articles
Browse latest View live


<script src="https://jsc.adskeeper.com/r/s/rssing.com.1596347.js" async> </script>