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Channel: Cronaca – Cronache della Campania
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Giugliano, oltre un chilo e mezzo di eroina nascosta in strada nel ‘bidone dell’umido’. LE FOTO

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Ieri sera gli agenti della Polizia di Stato del Commissariato di P.S. Giugliano hanno rinvenuto e sequestrato Kg. 1, 57 di sostanza stupefacente, risultata essere eroina.
Una incessante attività del controllo del territorio unita ed una sempre attenta osservazione del territorio, finalizzata alla prevenzione ed alla repressione dei reati in genere ma con particolare riguardo al fenomeno dello spaccio di sostanza stupefacente, ha consentito, ai poliziotti di infliggere un colpo duro ai locali spacciatori. Transitando nella via San Luca di quel comune hanno notato un cassonetto adibito alla raccolta differenziata dell’umido, sul ciglio della strada , con il coperchio aperto, pur non essendo quella la sera della raccolta “dell’umido”.
Avvicinatisi al cassonetto hanno scoperto il contenuto, uno zainetto scuro con all’interno un panetto di sostanza giallastra, avvolta in una pellicola trasparente, con la scritta “11 EROIN”.I relativi esami tecnici, condotti dalla Polizia scientifica hanno confermato che la sostanza rinvenuta, positiva al test colorimentrico, fosse sostanza derivata dall’oppio.
I poliziotti hanno, altresì, posto in essere un immediato servizio investigativo al fine di addivenire al proprietario dello stupefacente, assumendo a sommarie informazioni testimoniali anche il legittimo assegnatario del bidoncino usato da deposito che, ha dichiarato di aver l’abitudine di lasciarlo sempre in strada.Lo stupefacente rinvenuto è stato sequestrato e posto a disposizione dell’autorità giudiziaria competente; ulteriori indagini sono in corso al fine di individuare il responsabile della detenzione illecita.

Cronache della Campania@2018


Turista violentata nella discoteca di Sorrento: sconto di pena e libertà per i due casertani

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Sconto di pena in Appello e ritorno in libertà per l’ex calciatore e un giovane rampollo della Caserta bene  che nel 2015 dopo una notte brava trascorsa in una discoteca di Sorrento violentarono una turista americana do 25 anni. Oggi, La quarta sezione della Corte di appello di Napoli  ha dimezzato la pena per Riccardo Capece e Francesco Franchini. In primo grado, il tribunale di Torre Annunziata aveva condannato Capece a 3 anni e 4 mesi e Franchini a 4 anni e 4 mesi. Oggi la Corte di Appello ha condannato Capece a 2 anni e Franchini a 2 anni e 9 mesi. I due, all’epoca poco piu’ che ventenni, dopo essere stati identificati finirono prima in carcere e poi ai domiciliari. In un primo momento i due negarono l’accaduto, riferendo invece di un rapporto consenziente; durante il processo, invece, Capece ha ammesso le proprie responsabilita’ tirando in ballo anche l’amico. Franchini che è un calciatore, giocava, fino al momento del suo arresto, nel Gladiator,  la squadra di  calcio di Santa Maria Capua Vetere che milita nel campionato dell’Eccellenza Campania,  mentre il secondo, è il figlio di un noto ristoratore casertano. La sentenza in primo grado era stata emessa dal gup Emma Aufieri del Tribunale di Torre Annunziata. Il processo si era svolto con il rito abbreviato per cui i due imputati usufruirono di un abbondante sconto di pena. Sia Franchini sia Capece erano presenti in aula al momento della lettura della sentenza così come la vittima, la newyorkese 25enne Jenna. La squallida vicenda avvenne all’interno di una toilette di una discoteca di Sorrento nella notte tra il 27 e 28 luglio scorsi. Il giorno dopo la  bravata i due si fecero anche un selfie con il segno della vittoria mentre bevevano un drink sulla terrazza di uno stabilimento balneare di Nerano. Riccardo è figlio del titolare di una nota catena di ristoranti. Francesco, che ha giocato da centrocampista per il Sora e il Gladiator. E proprio in Ciociaria era stato protagonista di una vicenda simile. I due furono rintracciati grazie alla descrizione della vittima e grazie alle riprese delle telecamere di sorveglianza del locale.  Franchini fu incastrato dal tatuaggio che gli copre quasi per intero il braccio destro.

Cronache della Campania@2018

Traffico e produzione di banconote false, sgominata banda italo-francese

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 Produzione e traffico di banconote false sull’asse Italia-Francia. Carabinieri e Interpol sgominano una banda composta da soggetti di entrambe le nazionalità che operava con base nel Casertano.
Sono ventidue le persone arrestate nell’ambito della maxioperazione cooordinata dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere, diretta da Maria Antonietta Troncone, e dai magistrati francesi dei distretti di Nancy e Nanterre.  I provvedimenti, eseguiti lo scorso giovedì, sono stati spiccati in parte dal gip di Santa Maria Capua Vetere e in parte dal giudice istruttore del tribunale penale di Nancy.

Cronache della Campania@2018

Ruba un autocarro dell’Enel e fugge in autostrada: inseguito e arrestato dalla polizia

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Nella decorsa notte, gli agenti della Polizia di Stato dell’Ufficio Prevenzione Generale – Sezione Volanti hanno tratto in arresto D.N.E., pregiudicato di anni 34, originario della provincia di Salerno, nella flagranza del reato di rapina impropria di un autocarro contenente un gruppo elettrogeno, di proprietà della società Enel Distribuzione. Gli operatori in servizio di controllo del territorio, raccolte le indicazioni della Sala Operativa della Questura che aveva segnalato un autocarro inseguito da personale di un istituto di vigilanza privata, intercettava il veicolo quando aveva già imboccato a forte velocità la rampa d’immissione al raccordo autostradale Salerno-Avellino. Ne nasceva un inseguimento nel corso del quale l’autista dell’autocarro rubato, tentava ripetutamente di speronare i due equipaggi di volante intervenuti, allo scopo di mandarli fuori strada. Nonostante il tentativo posto in essere per un lungo tratto del raccordo autostradale, gli agenti delle volanti con appropriate manovre, salvaguardando la sicurezza degli altri veicoli in transito, costringevano il conducente dell’autocarro a fermarsi lungo la corsia d’emergenza dell’autostrada all’altezza del comune di Baronissi, riuscendo così a bloccarne la corsa. Fondamentale, per la ricostruzione dei fatti, si rivelava la testimonianza di una guardia particolare giurata, che inizialmente aveva visto l’autocarro abbattere la recinzione del piazzale dove era parcheggiato, dopodiché la stessa guardia giurata si era prodigato a inseguirlo, comunicandone gli spostamenti alla Sala Operativa della Questura, sebbene durante l’inseguimento l’uomo alla guida dell’autocarro avesse tentato più volte di mandarlo fuori strada. Pertanto, dopo le formalità di rito, il trentaquattrenne veniva tratto in arresto e posto a disposizione dell’Autorità Giudiziaria in regime di arresti domiciliari.

Cronache della Campania@2018

Napoli, omicidio a Secondigliano: uomo trovato massacrato in auto

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l corpo senza vita di un uomo e’ stato ritrovato a Secondigliano, in via Altair, in una Smart. Sul posto la polizia. Sul corpo della vittima segni di colpi d’arma da fuoco.

 

Cronache della Campania@2018

Napoli, agguato in una sala scommesse a San Giovanni a Teduccio: 2 feriti

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Due uomini feriti a Napoli. Nel quartiere di San Giovanni a Teduccio, area Est del capoluogo attraversata da fibrillazioni tra i clan Mazzarella e Rinaldi, in una sala scommesse seco do una prima ricostruzione e’ entrato un uomo con casco integrale che ha sparato all’altezza degli arti ai feriti; colpiti due incensurati, uno di 47 anni e uno di 28 anni. Entrambi sono ricoverati all’ospedale Loreto mare. Indaga la polizia.

Cronache della Campania@2018

Crollo nella Metro di Roma: sono 24 i tifosi russi feriti, 7 in gravi condizioni. IL VIDEO CHOC

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Ventiquattro feriti portati in ospedale, di cui 7 in codice rosso, per uno di loro si e’ resa necessaria la semi amputazione di un piede. E’ il pesante bilancio di una serata di paura sotto la metro di Roma, con la parte finale di una scala mobile della stazione Repubblica della linea A che ha ceduto di schianto al passaggio di un gruppo di circa 50 persone, tutti tifosi del Cska Mosca, nella capitale per assistere al match di Champions League tra l’As Roma e la squadra russa. Saranno i video del sistema di sorveglianza Atac interno alla stazione Repubblica a chiarire meglio agli inquirenti la dinamica di quanto accaduto. Alcuni testimoni parlano di tifosi che avrebbero iniziato a saltare, in preda all’euforia data dall’alcol, sulle scale mobili prima del cedimento degli ultimi scalini prima della banchina. Altri, russi, smentiscono questa tesi. Un ragazzo, visibilmente alticcio, mentre arrivavano i soccorsi si limitava a ripetere “no jump”, ovvero che “non abbiamo saltato”. Mentre dei testimoni avrebbero riferito che la scala ha iniziato ad accelerare prima dello schianto. Di fatto, dopo il cedimento, i tifosi si sono montati sopra a vicenda rimanendo incastrati tra le lamiere, per questo i feriti piu’ gravi hanno soprattutto lesioni agli arti inferiori. I tifosi russi si erano radunati a meta’ pomeriggio nei bar attorno a via Nazionale per bere qualcosa prima di recarsi allo stadio Olimpico, cosi’ come avevano gia’ fatto nel settembre 2014, riferiscono alcuni di loro, in occasione di una partita di Europa League sempre tra Cska e Roma. La Procura di Roma ha aperto un fascicolo per lesioni personali gravissime, il pm gia’ in serata ha svolto i primi atti istruttori all’interno della stazione. La fermata Repubblica della Metro A e’ stata posta sotto sequestro per proseguire gli accertamenti nei prossimi giorni. La scala crollata aveva meno di 10 anni, riferiscono fonti Atac, in media questo tipo di impianto, ha una durata di 30. La sindaca Virginia Raggi si e’ recata gi’a’ in serata sul posto, prima di entrare nella stazione della metro ha riferito “sembra che alcuni testimoni abbiano visto persone saltare e ballare sulla scala”, dopo aver incontrato i soccorritori si e’ limitata a dire che “gli inquirenti stabiliranno le cause del crollo”. Anche l’Atac ha disposto un’indagine interna su quanto accaduto.

Cronache della Campania@2018

Napoli, la sparatoria alla sala giochi di San Giovanni: un attacco ai Formicola-Silenzio

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Due uomini feriti a Napoli. Nel quartiere di San Giovanni a Teduccio, area Est del capoluogo attraversata da fibrillazioni tra i clan Mazzarella e Rinaldi, in una sala scommesse secondo una prima ricostruzione e’ entrato un uomo con casco integrale che ha sparato all’altezza degli arti ai feriti; colpiti due incensurati, uno di 47 anni e uno di 28 anni. Entrambi sono ricoverati all’ospedale Loreto mare. Indaga la polizia. La sparatoria è avvenuta un’agenzia di scommesse di via Ammiraglio Aubrey. I feriti, entrambi centrati agli arti inferiori, sono il 27enne Antonio Giustiniani e il 47enne Giovanni Ranavolo, entrambi incensurati. la zona dove è avvenuta la sparatoria in serata poco dopo le 20, è sotto l’influenza dei clan Formicola Silenzio che controllano gli affari illeciti del Bronx di via Alveo Artificiale ex Taverna del ferro. Gli investigatori non escludono che la sparatoria sia una risposta alle recenti stese che ha visto coinvolti il cartello dei Rinaldi-reale-Silenzio da una parte e i Mazzarella-D’Amico dall’altra.

Cronache della Campania@2018


Napoli, ucciso un ras del clan Licciardi: è di nuovo guerra a Secondigliano?

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L’omicidio di Francesco Climeni, uno dei pezzi da ‘novanta’ del clan Licciardi della Masseria Cardone, trovato crivellato di proiettili nella sua Smart on via Altair apre scenari inquietanti anche per gli investigatori. L’agguato in cui e’ stato ucciso l’uomo  é avvenuto in una strada che porta a un parco pubblico; si trova nel cuore del territorio controllato fino ai primi anni 2000 dal clan Di Lauro, che con il tempo si sono indeboliti dopo arresti e condanne, e dopo la scissione degli Amato-Pagano, che diede vita alla cosiddetta prima faida di Secondigliano con piu’ di 80 morti in pochi mesi. Il corpo senza vita era in una Smart e ad avvisare la polizia é stato un passante che ha visto il cadavere.Francesco Climeni, pregiudicato di 55 anni, in passato legato al clan Licciardi della Masseria Cardone, uno dei piu’ potenti dell’area Nord di Napoli e a capo della cosiddetta Alleanza di Secondigliano. Potrebbe trattarsi di una punizione per uno sgarro nell’ambito di traffici di droga che nella zona sono il maggior introito per tutte le cosche che controllano l’area. In particolare per gli Amato, i Pagano, la Vanella Grassi, gli Abete-Abbinante e i Di Lauro. La zona tra Secondigliano e Scampia é ancora un’area tra le più fruttuose per quanto riguarda il traffico di sostanze stupefacenti.

Era stato condannato in primo grado per associazione camorristica la aveva potuto lasciare il carcere per decorrenza dei termini della custodia cautelare. Sarebbe trascorso troppo tempo tra il primo e il secondo grado di giudizio. Il 20 giugno del 2012, la quarta sezione penale del tribunale di Napoli aveva emesso la sentenza di condanna a otto anni di reclusione per associazione camorristica. Ma le Le motivazioni della sentenza di condanna  erano state depositate a dicembre 2012, dopo la richiesta di proroga del termine iniziale di 90 giorni chiesta dal collegio in considerazione della complessità del procedimento. Poi si è dovuta attendere la trasmissione degli atti alla Corte d’Appello. E così su richiesta degli avvocati  Climeni era potuto tornare in libertà. ma  Questa sera insieme alla sua libertà è finita anche la sua vitta sotto i colpi di sei proiettili.

Cronache della Campania@2018

Torre Annunziata, non fu lui a sparare contro lo zio: assolto e scarcerato il figlio del boss

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Torre Annunziata. Assolti il figlio del boss e il complice. Non ci sono le prove che furono loro a fare fuoco e a ferire Vittorio Nappi e  a tentare di uccidere Salvatore Iovane la sera del 27 gennaio del 2017. Raffaele Gallo “Pisiello” figlio del boss Francesco proprietario di “Casa Savastano” al rione Penniniello di Torre Annunziata dove sono è stata girata la prima serie della fiction Gomorra e il suo complice Vincenzo Falanga da ieri sera dopo l’assoluzione e dopo circa due anni di carcere sono tornati in libertà. I giudici del collegio del tribunale di Torre Annunziata (presidente Fernanda Iannone, a latere Silvia Paladino e Luisa Crasta), hanno emesso la sentenza di assoluzione nel pomeriggio di ieri accogliendo così le tesi dei difensori Ciro Ottobre, Raffaella Farricelli, Giuseppe De Luca e Roberto Cuomo. Non esiste la prova diretta che furono loro a fare fuoco. Per i due il pm aveva chiesto 13 anni di carcere. Secondo l’accusa la sera del 27 gennaio del 2017 tentarono di uccidere Salvatore Iovane, zio materno di Gallo ma ridussero in fin di vita l’incensurato Vittorio Nappi che si trovava con lui. Il motivo dell’agguato era una vendetta nei confronti della famiglia della mamma che aveva lasciato il padre in carcere e aveva intrecciato una relazione con il figlio dello spietato killer dei Gionta, Umberto Onda, acerrimo rivale del suo ex marito.

Cronache della Campania@2018

Il pentito Schiavone: ‘I Casalesi volevano appropriarsi dei terreni della Curia di Aversa’

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I Casalesi volevano espropriare i fondi agricoli della Curia di Aversa. Fecero una riunione con i coloni chiedendo di rinunciare ad ogni diritto sui lotti di terreno per poi fare il passaggio successivo: ovvero chiedere alla Curia l’esproprio. E’ quanto riporta l’edizione odierna de “il Mattino”. Erano già stati presi contatti con l’episcopio per realizzare tutto al fine di gestire progetti finanziati con i soldi pubblici.
A raccontare tutto è il boss pentito Nicola Schiavone figlio del boss Francesco, da agosto ha deciso di parlare di appalti e affari dei Casalesi. “Stavamo – dice – facendo un affare a Villa di Briano, a proposito di un fondo di proprietà della Curia, per il quale stavamo avanzando anche un’offerta. L’idea era di lottizzare il terreno, che in parte sarebbe rimasto ai coloni, per poi farlo inserire nel piano regolatore”. Un’operazione complessa perché vedeva in prima fase la rinuncia dei coloni, un problema però superabile, e poi i contatti con la Curia.
“L’operazione – dichiara ai giudici – era complessa, in quanto innanzitutto era necessaria la rinuncia dei coloni, che essendo nostri amici l’avrebbero concessa a noi e non ad altri, anche perché i fondi erano da loro occupati da almeno 50-60 anni. E a noi la rinuncia arrivò, fu avanzata anche l’offerta alla Curia sulla scorta di un’indicazione fatta dall’ingegnere omissis…”.
Da sottolineare l’estraneità della Curia alle vicende criminali della zona. Il pian però saltò per una questione puramente territoriale perché la zona di Villa di Briano era di competenza del boss Antonio Iovine.

Cronache della Campania@2018

Napoli, sabato tutti in piazza per aiutare il piccolo Alessandro

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Sabato, dalle ore 9.00 alle ore 19.00, in piazza Trieste e Trento ci sarà uno staff di medici dell’Admo (Associazione donatori di midollo osseo) preposto ad effettuare il test di compatibilità per la donazione del midollo osseo al piccolo Alessandro Maria. Si tratta di un semplice tampone salivare ma bisogna essere di età compresa tra i diciotto e i trentacinque anni, pesare più di cinquanta chili ed essere in buona salute. Tutte le informazioni necessarie sono raccolte nella pagina Facebook dedicata al piccolo dove, tra l’altro, è possibile mettersi in contatto anche con i volontari dell’associazione. Chi non potrà recarsi in piazza Trieste e Trento, ma vorrà ugualmente sottoporsi agli esami può rivolgersi tutti i giorni al Secondo Policlinico di Napoli (via Pansini 5, edificio 9). Per ulteriori informazioni è possibile telefonare allo 081 746 25 33 oppure allo 081 746 25 31. Alessandro Maria ha un anno e mezzo ed è nato allla trentesima settimana di gravidanza. I medici lo avevano dato per spacciato ma invece il piccolo resiste e pare che e cose comincino ad andare meglio fino a quando la situazione si complica non poco. I genitori de piccolo hanno scritto una lettera accorata, un appello che in poche ore ha fatto il giro del paese, da Verona, città natale del padre del piccolo, a Napoli, dove invece è nata la mamma. Una gara di solidarietà che si concluderà sabato.

“Dare il midollo oggi è davvero semplice e non è più necessario l’intervento in sala operatoria. Le cellule staminali si possono donare con un semplice prelievo di sangue, con la stessa siringa che si usa quando si va a donare il sangue, con l’unica differenza che mentre i gruppi sanguigni sono quattro, che combinati ai 2Rh positivo e negativo danno un totale di otto tipologie di sangue, le combinazioni di midollo osseo sono oltre 9 miliardi” – si legge nella lettera appello. Il bambino è affetto da linfoistiocitosi emofagocitica, più conosciuta in medicina come Hlh, una malattia genetica rarissima che colpisce solo lo 0,002 per cento dei neonati e che non lascia speranze di vita senza il trapianto del midollo osseo con un donatore compatibile in tempi rapidissimi. La famiglia di Alessandro vive a Londra da prima della sua nascita, avvenuta a sette mesi di gravidanza “con tutti i problemi che ne sono venuti, a cominciare da quelli respiratori per via dei polmoni che non si erano del tutto sviluppati. E poi non aveva piastrine e soffriva di emorragie interne”, racconta il papà di  Alessandro.

Dopo due mesi in ospedale le cose erano migliorate e il bambno può fare finalmente ritorno a casa con i soi genitori ma una volta in Sardegna per le vacanze estive, il piccolo comincia ad avere febbre alta: “Inizialmente i medici pensavano a una banale influenza estiva, purtroppo non era così. Decidemmo di tornare subito a Londra per cercare di capire che cosa gli stesse accadendo: dopo quasi due settimane con la febbre a quaranta e una serie infinita di esami in ben tre ospedali, finalmente i medici capirono che cosa avesse Alessandro. Una malattia mortale se non viene identificata e curata nel primo mese di vita. È un miracolo che Alessandro sia vivo”, continua il papà di Alessandro. Il bamino al momento viene curato con un farmaco sperimentale, l’unico in tutta l’Inghilterra ad assumerlo. Purtroppo però la proteina contenuta nel farmaco viene facimente metabolizzata dal corpo, quindi, secondo i medici, in breve tempo il faraco perderà il suo effetto. “Abbiamo circa cinque settimane per trovare una persona che abbia il midollo compatibile con il suo e procedere al trapianto. La nostra compatibilità con lui è del cinquanta per cento, troppo bassa per garantirne il risultato. Contiamo molto sui donatori che sabato andranno in piazza per provare il tampone, è l’unica possibilità che abbiamo di salvare nostro figlio. Voglio rassicurare tutti: se dovesse venire fuori un donatore compatibile, per dare il suo midollo dovrà sottoporsi solo ed esclusivamente a un prelievo di sangue, nulla di più. Non abbiate paura”, conclude.

Cronache della Campania@2018

‘Assentarsi da lavoro era una prassi, l’ho fatto in buona fede…’, si difende uno dei medici interdetti dell’Hospice di Eboli

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Sa di avere sbagliato il medico legale Antonio Magrini, sottoposto a misura interdittiva nell’ambito dell’operazione di polizia giudiziaria che ha smantellato l’unità operativa di “Medicina del dolore e cure palliative” nonchè la “Medicina legale” dell’Asl distretto 64 di Eboli. “Assentarsi da lavoro era una prassi… non è giusto ciò che ho fatto ma l’ho fatto in buona fede”, dichiara il medico al gip Ubaldo Perrotta e al sostituto procuratore Elena Guarino.
Non si sono presentati, invece, gli altri due medici legali Luigi Mastrangelo e Giovanni Zotti, accusati di truffa allo Stato perché assenteisti e hanno chiesto ai propri legali il rinvio  dell’interrogatorio di garanzia. Slitta a giovedì, come riporta Il Mattino,anche l’interrogatorio del medico Alessandro Marra, l’unico sottoposto agli arresti domiciliari in quanto, a lui, viene contestato anche di aver praticato l’eutanasia ad un ragazzo di ventotto anni. Nei prossimi giorni si terranno gli interrogatori degli infermieri, anche loro sospesi dal servizio per un anno.
Le contestazioni a carico del medico dell’hospice ‘Giardino dei Girasoli’, Alessandro Marra sono di concorso formale in truffa aggravata e falsità ideologica, peculato, abuso d’ufficio e omicidio. Per tutti gli altri sottoposti a misure interdittive di truffa aggravata, per gli infermieri anche di peculato. Diciotto gli indagati, undici quelli destinatari di misure restrittive.

Cronache della Campania@2018

Napoli, Anm: informazioni real time bloccate e sui social si scatena l’ironia

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Napoli “Non possiamo fornire informazioni in real time. Restiamo a vostra disposizione per altri tipi di informazione”. E’ il post che i social media dell’ Azienda Napoletana Mobilità hanno pubblicato questa mattina su Facebook. Evidentemente dei problemi tecnici hanno impossibilitato per qualche ora, Carmine e Paolo i due social media di turno questa mattina, a comunicare lo stato dei trasporti in real time. Il post ha ricevuto numerosi commenti molto ironici scaturiti dall’affermazione “Restiamo a vostra disposizione per altri tipi di informazione” . Ed è chiaro che i due si riferivano ad altre news in generale ma gli utenti si sono davvero divertiti. “Ve le do io le info in tempo reale: tutto normale- scrive Caterina – gli autobus passano al ritmo di uno ogni 3 ore come al solito. Aggiungo notizia meteo: piovono bestemmie”. “Perfetto…. quindi – scrive Luigi – mi sapete dire se nella pasta e patate ci vuole il parmigiano? Grazie mille”. “Per altri tipi di informazione? – scrive Giuseppe in vista della partita di Champions del Napoli a Parigi – Ma secondo voi, stasera metto Goal o No goal?” Dopo circa tre ore è tornato tutto alla normalità e le comunicazioni si sono riattivate.

Cronache della Campania@2018

Napoli, Anm: informazioni real time bloccate e sui social si scatena l’ironia

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Napoli “Non possiamo fornire informazioni in real time. Restiamo a vostra disposizione per altri tipi di informazione”. E’ il post che i social media dell’ Azienda Napoletana Mobilità hanno pubblicato questa mattina su Facebook. Evidentemente dei problemi tecnici hanno impossibilitato per qualche ora, Carmine e Paolo i due social media di turno questa mattina, a comunicare lo stato dei trasporti in real time. Il post ha ricevuto numerosi commenti molto ironici scaturiti dall’affermazione “Restiamo a vostra disposizione per altri tipi di informazione” . Ed è chiaro che i due si riferivano ad altre news in generale ma gli utenti si sono davvero divertiti. “Ve le do io le info in tempo reale: tutto normale- scrive Caterina – gli autobus passano al ritmo di uno ogni 3 ore come al solito. Aggiungo notizia meteo: piovono bestemmie”. “Perfetto…. quindi – scrive Luigi – mi sapete dire se nella pasta e patate ci vuole il parmigiano? Grazie mille”. “Per altri tipi di informazione? – scrive Giuseppe in vista della partita di Champions del Napoli a Parigi – Ma secondo voi, stasera metto Goal o No goal?” Dopo circa tre ore è tornato tutto alla normalità e le comunicazioni si sono riattivate.

Cronache della Campania@2018


Concorsi truccati, nelle intercettazioni emergono i bluff del ‘nero’: ‘Quello ci fa passare i guai’

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Concorsi truccati, nelle intercettazioni emergono i bluff del ‘nero’: “Quello ci fa passare i guai”. Ne parlano a telefono due indagati. Ha truffato decine di aspiranti concorrenti.
Nella cricca dei “concorsi truccati” c’è anche chi fa pacchi e questo fa innervosire, e non poco, chi, invece, cerca di “mantenere” le promesse fatte agli aspiranti concorrenti ai quali venivano offerte “facilitazioni” a caro prezzo (dai 2mila ai 5mila euro).
E’ quanto emerge dagli atti dell’ordinanza cautelare che ha portato all’arresto di 15 persone nei giorni scorsi, tra cui il dipendente del Ministero della Difesa Giuseppe Zarrillo di Capodrise. E proprio quest’ultimo, al telefono con un altro indagato, Sabato Vacchiano, commenta l’operato del ‘Nero’, che resta ancora senza un nome reale, che avrebbe truffato decine di persone.
“Lo vanno cercando tutti, io sono quattro giorni che aspetto che mi chiama. Gliel’ho detto al fratello poliziotto”. Questo “Nero” agirebbe nella zona di Aversa e nell’agro aversano, ma avrebbe truffato anche delle persone a Napoli. “Mo ultimamente pure la polizia, chissà quanti ne ha truffati” commenta Zarrillo.
“Ha fatto il ladro – aggiunge – dice che ci sono i test, però quelli falsi. Neanche in Caserma sta andando” fatto che fa ipotizzare si tratti di un altro esponente delle forze armate.

Gustavo Gentile

Cronache della Campania@2018

Napoli, Climeni attirato in una trappola: dal cellulare gli sviluppi investigativi

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Napoli. Gli investigatori hanno già una pista ben precisa da seguire per dare una spiegazione all’omicidio avvenuto nella serata di ieri di Francesco Climeni, 55 anni, detto ‘recchiolone’ e legato al clan Licciardi. Il pregiudicato, assassinato mentre si trovava all’interno della sua Smart in via Altair a Secondigliano, aveva un appuntamento con qualcuno. E’ stato un appuntamento con la morte invece. Era una trappola. Ora gli investigatori hanno setacciato tutto il suo traffico telefonico, le chat, i messaggi per individuare i contatti e soprattutto capire con chi aveva appuntamento nella serata di ieri. Per il momento c’è il massimo riserbo ma la pista sembra quella giusta. Climeni potrebbe essere stato vittima di una epurazione interna al clan Licciardi della Masseria Cardone o rimasto coinvolto nella nuova faida scoppiata tra Miano-Piscinola-Chiano- e la setssa Secondigliano che vede contrapposti i Nappello, i reduci dei Lo Russo e gli Stabile. Un omicidio il suo che apre scenari pericolosi e inquietanti visto il suo curriculum criminale.

Di Francesco Climeni, come ricorda Il Roma, parlò l’ex pentito Antonio De Carlo, ma poi ritrattò tutte le dichiarazioni. “In relazione a Francesco Climeni, detto “recchiolone”, posso dire che ha commesso insieme a Ciro Stabile l’omicidio di Giovanni Schisano, ordinato da Gae-tano Stabile, il quale era sicuro che Schisano fosse coinvolto nella morte del fratello Tommaso. Io ho assistito all’omicidio insieme a Raffele Contiello (poi ucciso previa tortura nei cosiddetti Sette Palazzi, rinvenuto nel cofano di una macchina nei pressi della sua abitazione) giacché dopo aver appreso dell’organizzazione dell’omicidio, andammo a vedere se e come si realizzava, posizionandoci a bordo di una macchina a breve distanza dal luogo dell’omicidio. Ho assistito anche ai preparativi che Francesco Climeni e Ciro Stabile stavano facendo nella Cupa Spinelli, dopo essere scesi dall’appartamento di Gaetano Stabile, in un luogo, dove quest’ultimo aveva fatto apporre dei cancelli per chiudere una zona porticata”. De Carlo successivamente fece anche altre dichiarazioni su Climeni. “Francesco faceva parte del clan Stabile, anzi io e lui abbiamo seguito lo stesso percorso: dapprima affiliati agli Stabile, poi al clan di Costantino Sarno, infine al clan Licciardi. Climeni Francesco passò con i Sarno allorché il clan Stabile era pressoché finito e con i Licciardi quando anche il clan di Costantino Sarno finì”.

Cronache della Campania@2018

Napoli, cade un neon durante le lezioni al Casanova, nessun studente ferito

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Napoli. Incidente senza conseguenze stamane nell’istituto professionale Casanova di Napoli: la parte esterna di una plafoniera si e’ staccata dal soffitto ed e’ caduta sul pavimento di un laboratorio di odontotecnica dove era in corso una lezione. Nessuno studente e’ rimasto ferito: le lezioni sono proseguite e la dirigenza scolastica ha fatto subito sostituire la plafoniera dalla societa’ che gestisce la manutenzione per conto della Citta’ metropolitana. L’episodio e’ stato rilanciato sui social da alcuni studenti che lamentano rischi per la sicurezza. Spiega il docente Francesco Corato, primo collaboratore della dirigente scolastica: “L’episodio si e’ verificato intorno alle 9.30 quando gli studenti erano gia’ in laboratorio, ma non ci sono state conseguenze. Siamo ospitati in un complesso monumentale di oltre 1500 metri quadrati: la maggior parte delle vecchie plafoniere e’ stata sostituita negli ultimi tempi, a cedere e’ stata una di quelle ancora non rimpiazzate. Chiederemo alla Citta’ metropolitana, da cui dipende la manutenzione, di accelerare la verifica sugli impianti di illuminazione piu’ vetusti”.

Cronache della Campania@2018

Sant’Antimo, sequestrati i beni a Antimo Femiano o’ presidente

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I Carabinieri del Nucleo Investigativo di Castello di Cisterna hanno dato esecuzione a un Decreto di Sequestro Beni emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Napoli concordando con risultanze investigative dell’Arma.
Sequestrati beni a carico di Antimo Femiano, un 62enne di Sant’Antimo chiamato “Morandi” o anche “Presidente”, attualmente detenuto per 416 bis e ritenuto essere un elemento di spicco del clan camorristico dei “Puca”, operante nel controllo degli affari al illeciti a Sant’Antimo e nei comuni limitrofi.
Finiti sotto sequestro 4 appartamenti e un garage, valore complessivo stimato in circa 1.000.000, beni che sono risultati ingiustificatamente posseduti dal citato Femiano in relazione ai redditi legittimi dichiarati. Al momento del sequestro di 3 delle unità abitative i militari dell’Arma vi hanno trovato altrettante famiglie, normalissime persone del posto che versavano mensilmente 3 o 400 euro di affitto, “a nero”, ai familiari di Femiano.

Cronache della Campania@2018

Scacco agli specialisti dei 50 euro falsi. Il traffico lungo l’asse Campania-Francia. I NOMI DEI 13 ITALIANI

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I carabinieri della compagnia di Capua unitamente a quelli del nucleo investigativo di Caserta hanno dato esecuzione a un provvedimento di custodia cautelare in carcere per 22 persone.
La maxioperazione coordinata dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere, guidata da Maria Antonietta Troncone e dai magistrati francesi dei distretti di Nancy e Naterre, ha permesso di sgominare una banda di falsari di banconote sull’asse Italia-Francia. Nel corso delle indagini sono stati sequestrati centomila euro in banconote di vario taglio contraffatte abilmente e facilmente passabili per autentiche. Il denaro, secondo l’accusa veniva smerciato sia in Italia che in Francia grazie a un patto esistente tra i due gruppi che agivano in sinergia da diverso tempo. Alcuni di loro sono nel giro da più di dieci anni. Specialisti del falso che, prima delle banconote, hanno sperimentato le loro abilità nella contraffazione in altri campi. Nel 2003 Fresegna fu arrestato perché gestiva una tipografia a Mugnano che si era trasformata in una vera e propria centrale di documenti di soggiorno falsi. Furono trovate 2.800 carte d’ identità false, sette banconote false da 50 euro, valori bollati contraffatti del Marocco. Verrillo, un anno fa, fu invece coinvolto a Olbia in un’operazione che sgominò una banda che usava documenti falsi per ottenere prestiti.
I destinatari della misura cautelare in Italia sono:
1) Enrico De Martino 59enne
2) Vincenzo De Martino 35enne
3) Raffaele Fresegna 58enne
4) Raffaele Galdi 48enne
5) Marco De Martino 30enne
6) Vincenzo Mastropasqua 53enne
7) Antonino Misiti 37enne
8) Maria Misiti 55enne
9) Giovanni Pettinati 25enne
10) Giorgio Piccolo 23enne
11) Romolo Todini 73enne
12) Pasquale Vazza 61enne
13)Tommaso Verrillo, 36enne

 

 Gustavo Gentile

Cronache della Campania@2018

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