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Channel: Cronaca – Cronache della Campania
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Accusato di stalking dalla ex moglie può far visita al figlioletto: la decisione del giudice di Nocera Inferiore. I familiari della donna: “‘E’ un’aberrazione”

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Roccapiemonte. Denunciato per stalking nei confronti della ex moglie, potrà far visita al figlio. Lo ha stabilito il giudice del tribunale di Nocera Inferiore che ha concesso al padre di un bimbo di 4 anni il diritto di visita nei confronti del piccolo e, soprattutto, “il diritto ad esercitare il ruolo di padre in maniera piena e paritaria, al pari, dunque, del diritto della madre a svolgere, parimenti, il proprio ruolo”. Dunque, secondo il giudice non esistono motivi per i quali l’uomo non possa incontrare il figlio al di fuori del contesto dei Servizi Sociali, contesto che, sarebbe “riduttivo e, per certi aspetti, fortemente limitativo del pieno sviluppo della personalita’ del minore”. Il giudice invita i genitori a intraprendere “percorso di mediazione familiare”, nel supremo interesse del figlio e della sua serenità che “non potrà che dipendere dal comportamento maturo e responsabile di entrambi i genitori”. Quella degli ex coniugi M.A. e T.L. di Roccapiemonte, nel Salernitano, è una vicenda giudiziaria che va avanti, da circa tre anni, a suon di querele da entrambe le parti. La famiglia di lei, in un comunicato diramato alla stampa stamattina, scrive che “è incredibile che la presunta vittima di stalking debba incontrare il suo presunto carnefice, da sola e senza testimoni, per disposizione di un giudice” e parla di “aberrazione che individua responsabilità ben precise, non eludibili nel caso accada qualcosa”. A questo risponde l’interessato sui social sostenendo che “si è innocenti fino all’ultimo grado di giudizio ed io e la signora L. siamo sottoposti a procedimenti penali, io per stalking e lei per quanto citato prima” cioè ‘mancata esecuzione dolosa del provvedimento di un giudice con condotta perdurante in materia di diritto di visita’.

Cronache della Campania@2018


Nocera Inferiore, non rispettava gli obblighi pregiudicato finisce ai domiciliari

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Nocera Inferiore. Pregiudicato con obbligo di dimora non firma in commissariato e finisce ai domiciliari. Oggi pomeriggio, gli agenti del Commissariato di Nocera Inferiore hanno arrestato un noto pregiudicato, per un aggravamento della misura cautelare.
I. A., trentasettenne originario di Nocera Inferiore, pluripregiudicato per reati connessi allo spaccio di sostanze stupefacenti, furto, ricettazione ed altro, già destinatario dell’obbligo di dimora, l’8 settembre scorso, era stato sorpreso dagli Agenti mentre rubava all’interno di autovetture in sosta, nel centro di Nocera Inferiore.
Nell’occasione, I.A. fu arrestato e, a seguito di udienza di convalida, sottoposto alla misura cautelare dell’obbligo di presentazione, due volte al giorno, al Commissariato per la firma. Ciò nonostante, il pregiudicato violava, la prescrizione imposta dal giudice non presentandosi, negli orari previsti.
A seguito delle dettagliate segnalazioni del Commissariato di Pubblica Sicurezza, è stata aggravata la misura nei suoi confronti.
Gli agenti del Commissariato, hanno rintracciato il pregiudicato in Nocera inferiore e lo hanno messo agli arresti domiciliari presso la propria abitazione.

Cronache della Campania@2018

Boscoreale, assolto il rampollo della famiglia Padovani

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Boscoreale. Assolto il rampollo della famiglia Padovani, nipote del ras Carlo, considerato il signore della droga dell’area vesuviana e socio di affari di Franco Casillo alias a’ vurzella. Secondo il questore la sussistenza di una pluralità di condanne nei confronti del Padovani Umberto, risultato coinvolto in fatti di droga appariva, di per sé, elemento idoneo e sufficiente per desumerne un elevato livello di pericolosità sociale tale da esigere, quantomeno, un formale richiamo da parte dell’autorità di pubblica sicurezza a tenere una condotta di vita conforme a legge. Il giovane, dal canto suo, incurante di rispettare la legge e gli obblighi disposti dal questore, circolava tranquillamente in auto senza aver mai conseguito la patente di guida e di fatto trasgredendo le regole del codice della strada. Il rampollo della famiglia Padovani era stato fermato e denunciato dalle forze dell’ordine perché alla guida di un auto sebbene non avesse mai conseguito la patente di guida e fosse sottoposto alla misura di prevenzione per la sua pericolosità sociale.
Ritenuto dagli inquirenti un soggetto altamente pericoloso perché abituale pusher, tra i più attivi, gli avevano assicurato negli ultimi anni la massima attenzione investigativa ovvero quella che si riserva solitamente ai sorvegliati speciali. Innumerevoli le denunce riportate dal Padovani Umberto e decine e decine i processi ancora pendenti.
Al processo relativo al maxi blitz del rione popolare del Piano Napoli di Boscoreale, tristemente famoso per essere la Scampia del vesuviano, il PM aveva chiesto la condanna più alta per lui, invocando una pena di sette anni di reclusione perché il giovane era considerato al vertice dello spaccio organizzato.
In quell’occasione, il pregiudicato era uscito quasi indenne con una minima pena di un anno e otto mesi e pena sospesa. Questa volta il Padovani era stato portato al cospetto del giudice per violazione degli obblighi delle misure di prevenzione. Difeso dall’avvocato Gennaro De Gennaro, il giovane ha scelto di essere giudicato col rito abbreviato ovvero sulla base delle accuse che gli venivano elevate dagli agenti operanti.Il PM aveva chiesto una condanna di otto mesi di reclusione in quanto il Padovani si comportava secondo le sue regole come se vivesse nell’anarchia di una giungla e violando gli obblighi delle misure di prevenzione. Ed anche perché aveva una decina di carichi pendenti alle spalle per violazione degli obblighi delle misure di prevenzione. Sebbene gravato da una pluralità di denunce per la stessa fattispecie delittuosa ed in una circostanza era stato finanche condannato, il giudicante ha condiviso la prospettazione del suo avvocato ed ha assolto il pericoloso pregiudicato che secondo il giudice non ha violato le misure di prevenzione sebbene fosse alla guida di un auto senza patente.

Cronache della Campania@2018

Camorra a Napoli, le preoccupazioni del capo della Dia: ‘I giovani delle stese di oggi sono i futuri camorristi di domani’

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Napoli.Il fenomeno delle ‘stese’ a Napoli nasce dalla “necessita’ dei ragazzi di usare la violenza per imporsi all’interno del gruppo”. E’ una situazione che va “guardata con attenzione” e che “mi preoccupa”, perche’ “quelli che riusciranno a imporsi saranno probabilmente i veri leader di domani”. E’ la riflessione del direttore della Dia, Giuseppe Governale, che e’ intervenuto a Napoli all’incontro organizzato dall’universita’ Federico II sul tema dell’esperienza investigativa nel contrasto alla criminalita’ organizzata e dell’educazione alla legalita’. Soffermandosi sulla situazione di Napoli, dove “i grossi boss sono in galera”, il capo della Direzione investigativa antimafia definisce i raid armati con spari in aria come qualcosa che “sembra improvviso e spontaneo” e che denota “una modernita’ e una moda di un’espressione criminale”. Per imporsi le nuove generazioni “hanno bisogna di esprimere la loro vitalita’ – argomenta – e, in microculture come quelle della citta’, un modo credibile per farlo e’ quello della violenza”. In questo modo puntano a “essere compresi dal gruppo e a svolgere un’azione di leadership”. Questa ‘accademia’, come la definisce Governale, “portera’ a evidenziare nel medio-lungo termine coloro che sono piu’ crudeli e piu’ capaci di imporsi”. Diventa dunque importante lavorare affinche’ “questi ragazzi non vengano visti come un punto di riferimento”. In quest’ottica la militarizzazione del territorio “non e’ una panacea – ragiona Governale – e’ solo l’antibiotico. Poi pero’ bisogna vaccinarsi per evitare di prendere l’influenza, ovvero far crescere dentro di se’ quello scudo, quell’anticorpo che ognuno deve avere in modo da resistere alle tentazioni”.  Governale poi si è soffermato sul fenomeno in generale delle mafie. “Le mafie non sono state distrutte finora perche’ non sono semplici organizzazioni criminali, ma strutture con senso di appartenenza e spirito di coesione”, ha spiegato. E poi ha aggiunto: “I mafiosi hanno il sentiment di una subcultura – spiega – voi dovete avere il sentimento di far parte di una squadra, lo Stato, che e’ fatto da ciascuno di noi”. Per Governale, infatti, “la classe dirigente nazionale mostra qualche lacuna”. “Non parlo di lacune culturali o professionali – chiarisce – ma c’e’ una difficolta’ delle classi dirigenti a individuare quel minimo comun denominatore che li leghi come squadra, quel senso dello Stato, di appartenenza, quello spirito di coesione che fa le compagini forti”. Il generale di Divisione dei carabinieri sostiene che, in questa battaglia, “la legalita’ non e’ sufficiente. Non basta che un esponente delle istituzioni dica di non aver commesso reati. Il suo comportamento deve essere tale da diventare un esempio. Il popolo ha bisogno di esempi, questo la mafia lo sa, tanto da aver creato una subcultura”.

Cronache della Campania@2018

Dal carcere duro alla libertà: scarcerato il nipote ‘prediletto’ di Zagaria

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Dal carcere duro nel penitenziario di Bancali, in provincia di Sassari, alla libertà piena. È stato questo il percorso di Filippo Capaldo, nipote prediletto dello zio Michele Zagaria. La Corte d’Appello ha accolto l’istanza presentata dai difensori, gli avvocati Nando Letizia e Giuseppe Stellato, ed ha riconosciuto la continuazione tra due condanne per camorra oltre al beneficio della ‘fungibilità’ della pena, con lo scomputo di un periodo di 20 mesi di detenzione sofferti ingiustamente, per fatti dai quali venne assolto. Per questo motivo i giudici della seconda sezione della Corte Partenopea hanno ridotto la pena nei confronti di Capaldo di 4 anni consentendogli, in questo modo, di lasciare il carcere per aver già espiato la condanna. Capaldo è tornato in libertà in serata.

 

 Gustavo Gentile

Cronache della Campania@2018

Arrestato l’uomo che sparò per errore al baby calciatore il giorno della vigilia di Natale del 2017 a Parete

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E’ stato arrestato un 35enne per il ferimento del baby calciatore Luigi Pellegrino, il ragazzo di 14 anni di Parete in provincia di Caserta che la vigilia di Natale dell’anno scorso fu colpito alla testa da un proiettile vagante mentre passeggiava con gli amici nel centro di Parete, nel Casertano. L’uomo, residente a Parete, e’ finito in manette nell’ambito dell’indagine dei carabinieri del reparto territoriale di Aversa coordinata dalla Procura di Napoli Nord. La scena, in pieno pomeriggio, era stata ripresa da una telecamera di videosorveglianza e il ragazzo rimase in coma per circa un mese, e solo dopo una lunga riabilitazione e’ tornato a una vita normale. L’uomo arrestato deve rispondere di tentato omicidio e lesioni personali gravissime, nonche’ detenzione illegale di armi comuni da sparo. Le indagini, partite proprio dalle immagini di videosorveglianza, si sono avvalse anche di una complessa consulenza balistica e hanno mostrato che quel giorno il colpo era partito all’interno di un terreno agricolo gestito dall’uomo, che aveva sparato tre volte con una pistola semiautomatica legalmente detenuta; uno dei proiettili aveva colpito un’auto in transito senza ferire nessuno, e gli altri due erano stati esplosi verso l’alto in direzione del centro abitato. Uno di questi aveva colpito il quattordicenne alla testa, ferendolo alla regione parietale destra.

Cronache della Campania@2018

Appalti truccati all’Asl Napoli 1: tutti i nomi sotto indagine

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Sale a 29 il numero degli indagati in relazione agli appalti dell’Asl Na 1, oltre alle quattro società spuntano nomi di medici e manager della sanità pubblica che si aggiungono alla lista di imprenditori. Anche Maurizio Scoppa, ex generale dei carabinieri e già commissario dell’Azienda Sanitaria Locale Napoli uno, viene coinvolto nell’ultimo filone investigativo inerente agli appalti per le forniture negli ospedali di competenza. A conclusione delle indagini la Procura ipotizza un coinvolgimento su più livelli tanto da dover ampliare il raggio d’azione dell’indagine. Non c’è solo la vicenda di Loredana Di Vico, la dirigente del servizio acquisizione beni che appaltava in favore di Vincenzo Dell’Accio con cui pare abbia avuto anche una relazione.
Sul caso Scoppa, c’è una prima ipotesi legata ad un appalto per la fornitura di materiale urologico che risale al dicembre del 2011 da parte anche della Euromed sas di Claudia Dell’Accio, sorella di Vincenzo.
Sotto la lente di ingrandimento è finito un documento firmato da Loredana Di Vico con il quale si disponeva il subentro della Vicamed Srl alla Euromed dal Gennaio 2012 “in assenza di presupposti normativi”. Nei confronti di Scoppa, inoltre, c’è al vaglio degli inquirenti un’altra vicenda che riguarda una fornitura di apparecchiature paramedicali per l’ospedale Ascalesi. Su questa vicenda si attende la versione della difesa.
Sulla dirigente Di Vico sono stati decisive le indagini della guardia di Finanza messe in campo negli ultimi mesi che hanno messo a setaccio tutti i documenti emanati dalla Dirigente, passate a setaccio centinaia di intercettazioni. La Dirigente si è difesa sostenendo l’interrogatorio di garanzia nel corso del quale ha ripetuti che non sarebbe mai stato favorito il compagno né le società a lui riconducibili, anche se dalle indagini concluse emerge che sarebbero stati adottati stratagemmi per rendere favorevoli alcune procedure. Oltre al Commissario Scoppa e i Dell’Accio risultano indagati Francesco Alfonso Bottino (ex manager dell’ospedale Sant’Anna di Caserta, coinvolto in una precedente inchiesta napoletana), il medico Domenico Ovaiolo, Nicola Tufarelli, Ernesto Esposito, Daniele Baldi, il medico del Loreto mare Maurizio Postiglione, la dirigente Asl Angela Maddalena, il medico Giuseppe Tortoriello, Gaetano Iorio, Giovanni Ruggiero, Vincenzo Fe Vincenzo, Antonio Ippolito, Corrado Ursumando, Lorenzo Rocco, Salvatore Bellofiore, Antonio Carotenuto, Luca Russo, Luigi Moramarco, Maria Bianchi, Antonio Pace, Francesco Carafa. Tutti innocenti fino a prova contraria, infatti le persone coinvolte potranno dimostrare di aver agito correttamente durante il processo.

Cronache della Campania@2018

Naufraghi lasciati in mare dalla Capitaneria di Porto di Salerno: credevano a uno scherzo. In due a processo

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Archiviazione degli indagati secondo la Procura di Salerno, per i due militari della Capitaneria di porto, già destinatari di provvedimenti disciplinari. I dueerano finiti sotto indagine per omissione di soccorso nei confronti di tre persone che avevano trascorso la nottata su di un gommone a largo di Capo d’Orso, dopo che l’imbarcazione a bordo della quale si trovavano era colata a picco. Il sostituto procuratore Giovanni Paternoster l’ha chiesta al termine delle indagini preliminari per tre volte e per altrettante è stata accolta opposizione, la collega Francesca Fittipaldi lo ha chiesto in sede di apertura del dibattimento ma in questo caso è stato il presidente del collegio della prima penale a rigettare la richiesta. I fatti risalgono al giugno del 2011 e i reati rischiano di essere prescritti a fine 2019. Per questo motivo, su sollecitazione della difesa di parte civile, l’avvocato Ciro Bianco, ha chiesto di velocizzare i tempi. A chiedere giustizia, come riporta Il Mattino, è però soltanto uno dei tre naufraghi, il proprietario della barca affondata, che ha intrapreso anche un’azione civile per lesioni, considerata la prognosi di sette giorni riconosciutagli dai sanitari per ipotermia. Anche questo procedimento è ancora aperto presso la sezione civile del tribunale di Salerno. Una delle tre vittime è un architetto di Castel San Giorgio che ha raccontato di una giornata da incubo segnata dall’incidente ma anche dall’impossibilità di comunicare con la terraferma perché il suo operatore telefonico, in quella zona, non prendeva. L’architetto era uscito in barca con due amici. Appena si rende conto che sta imbarcando acqua, con il cellulare chiama la Capitaneria di porto ma, non essendoci linea, l’unico numero che riesce a selezionare è il 112. Parla con i carabinieri, spiega la disavventura che gli è capitata e questi si prendono l’incarico di avvisare la sala operativa della guardia costiera di Salerno. Ai colleghi di turno in quel momento, era tarda mattinata, i carabinieri girano non soltanto le informazione prese ma anche il numero di cellulare del malcapitato diportista ma gli uomini della Capitaneria non riescono a mettersi in contatto con i naufraghi perché la zona non aveva copertura telefonica, consideerando la  la richiesta di soccorso come uno scherzo. Nel frattempo la barca cola a picco e i tre trovano riparo su un gommoncino sul quale trascorreranno l’intera notte. Non vedendo arrivare i soccorritori, l’architetto tenta di attirare l’attenzione con dei razzi segnaletici senza ottenere risultati. Nella prima serata dello stesso giorno, a chiedere aiuto è anche la moglie del professionista non vedendolo rincasare. Contatta la Guardia Costiera ma i militari in servizio, diversi a quelli della mattina, non trovano alcuna segnalazione. La mattina successiva la donna, disperata, richiama e si rivolge ad altri militari che si mettono a lavoro e rintracciano la cella sulla quale si è agganciato il numero di telefono dell’architetto. Ricostruiscono la vicenda, attraverso anche l’aiuto dei carabinieri che – invece – hanno la telefonata registrata. Di qui i soccorsi ma l’architetto e i suoi amici erano già stati tratti in salvo da un elicottero della guardia di finanza.

Cronache della Campania@2018


Napoli, acquista una pistola per minacciare l’ex moglie: arrestato

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Napoli. I Carabinieri della Stazione del quartiere di Marianella hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip di Napoli a carico di un 35enne incensurato di Piscinola gravemente indiziato di maltrattamenti in famiglia, minacce, lesioni e porto abusivo di arma da fuoco. Separato da due anni dalla moglie, l’uomo aveva iniziato a essere violento ed a minacciarla di morte; la donna si è decisa a denunciarlo solo l’8 novembre, un giovedì pomeriggio, quando era andata a riprendere i bambini dal catechismo e l’uomo si è presentato all’uscita e l’ha minacciata puntandole contro una pistola. L’indagato, titolare di porto d’armi per uso sportivo, deteneva regolarmente due pistole (una delle quali non è stata rinvenuta), un fucile e munizioni, materiale che dopo la separazione aveva trasferito a casa dei genitori. Suo padre, per prudenza, aveva chiuso le armi in una cassaforte nascondendo la chiavi ma lui aveva aggirato la difficoltà andando ad acquistare un’arma nuova in armeria mezz’ora prima di minacciare la ex. È stato dopo quell’episodio che la donna ha deciso di recarsi in caserma e raccontare tutto ai Carabinieri. I militari hanno così perquisito l’abitazione in cui l’uomo viveva e sequestrato le pistole, il fucile e le cartucce deferendo il 35enne per avere omesso di denunciare la variazione del luogo di detenzione delle armi. A seguito di richiesta di misura cautelare avanzata dalla settima sezione della Procura della Repubblica di Napoli, il Gip ha emesso la misura cautelare della custodia in carcere cui è stata data immediata esecuzione.

Cronache della Campania@2018

False assunzioni e truffe all’Inps: 65 indagati tra imprenditori, commercialisti e lavoratori

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Accuse a vario titolo che vanno dall’associazione a delinquere fino alla truffa, oltre sessanta capi d’accusa per sessantacinque indagati nell’ambito dell’inchiesta su false assunzioni e truffe ad Inps e Agenzia delle Entrate, una truffa ribattezzata “Leonardo” dagli investigatori.
Tutte le persone coinvolte sono tra Nocera Inferiore, Angri, Pagani, Sant’Antonio Abate e Scafati. Le posizioni ritenute dagli investigatori al vertice sono quelle dei commercialisti Domenico Desiderio e Arcangelo Battimeli, l’antiquario Ottavio Carusti, l’angrese Sabato Abagnale e i commercianti Aurelio Salierno di Scafati e Vincenzo Carusti. Il giudice per le indagini preliminari firmò circa 40 misure di sequestro dei beni per un valore complessivo di circa 7 milioni di euro. La procura di Nocera ha ricostruito il sistema criminale che prevedeva la costituzione fittizia di una serie di rapporti di lavoro verso delle società non funzionanti per conseguire, una volta maturate, le prestazioni previdenziali. Gli investigatori ritengono la mente di tutto il sistema Ottavio Carusti, definita appunto “collante del sistema delinquenziale”. Carusti fu associato ad una serie di soggetti per costituire società vuote intestate a prestanome per assumere e poi licenziare lavoratori che avessero maturato i requisiti per ottenere disoccupazione, permessi per malattia e maternità. Il danno per l’Inps stimato è di circa due milioni di euro. Sarebbe stata truffata anche l’Agenzia delle Entrata che versava crediti di imposta richiesti da buona parte dei soggetti. Le società creare avevano la funzione di assumere lavoratori ma anche di emettere fatture per operazioni inesistenti ma imponibili e così allo stesso tempo si truffava sia l’Inps che Agenzia delle Entrate. A raccontare il sistema fu lo stesso antiquario Carusti che dopo l’attività di antiquario si occupava di generi alimentari. Era lui infatti a cercare persone disponibili ad intestarsi fittiziamente le aziende a patto di dividere i soldi dell’Inps, inoltre l’uomo fece anche i nomi dei commercialisti a quali si rivolse per delle consulenze.

Cronache della Campania@2018

Napoli, reagisce alla rapina dello scooter: ferito ai Quartieri Spagnoli

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Un ferito a Napoli per aver reagito alla rapina di uno scooter. Il fatto e’ accaduto a Napoli alle 4 di questa mattina. La vittima e’ un giovane con piccoli precedenti per furto e reati di droga, e si e’ presentato da solo all’ospedale Pellegrini, poco lontano da vico San Liborio, dove era stato aggredito da un uomo a piedi vestito di nero e con il volto coperto, che, armato di pistola, pretendeva di impossessarsi del mezzo. A un cenno di reazione del giovane, il rapinatore ha sparato alle gambe. Il proiettile e’ entrato e uscito, provocando pero’ una frattura. La polizia, che indaga sul caso, nel luogo indicato dalla vittima ha trovato un bossolo calibro 7,65 e tracce ematiche.

Cronache della Campania@2018

Cavallo di ritorno per la restituzione di un’auto ma si ritrova un poliziotto: arrestato 42enne di Frattamaggiore

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Gli agenti della Polizia di Stato del Commissariato Frattamaggiore hanno arrestato Massimiliano Ambrosio, di 42 anni, responsabile del reato di tentata estorsione. Il 42enne avrebbe dovuto riscuotere una somma di denaro per la restituzione di un’autovettura rubata poche ore prima. La vittima era stata contattata diverse volte da un anonimo interlocutore che la invitava a recarsi in via Rossini per la restituzione della sua macchina dietro il pagamento della somma di 600,00 euro. A questo punto un poliziotto si è sostituito alla vittima nel luogo fissato per l’incontro. Arrivato sul posto, mentre altri agenti erano opportunamente nascosti per attendere il momento dell’intervento, si è sentito chiamare dalla finestra di un appartamento da un uomo che lo invitava a salire. Ma Ambrosio ha deciso poi di scendere e, ignaro di trovarsi di fronte ad un poliziotto, gli ha chiesto se fosse il proprietario dell’autovettura da restituire dietro pagamento della somma di denaro. Questo è stato il momento dell’intervento ed il 42enne è stato bloccato in pochi attimi. Ambrosio è stato arrestato e condotto presso la Casa Circondariale di Poggioreale. Qualche ora dopo i poliziotti del Commissariato Afragola hanno invece rinvenuto abbandonata l’autovettura rubata, che hanno restituito alla vittima.

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Napoli. Droga pronta per essere venduta, arrestato pusher 26enne

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Napoli. Ieri sera gli agenti della Polizia di Stato del Commissariato san Carlo Arena, hanno arrestato Basile Francesco, 26enne napoletano, per il reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente nonché per possesso di munizioni. Un mirato servizio di controllo del territorio finalizzato alla prevenzione ed alla repressione dei reati in genere, ha concesso agli agenti di individuare una postazione di spaccio di sostanza stupefacente che spesso avveniva attraverso la finestra dell’abitazione; inoltre, nella disponibilità del Basile c’era anche un box adiacente la sua abitazione che, lo stesso poteva utilizzato per i fini illeciti. Allora i poliziotti hanno deciso di effettuare un approfondito controllo, nel rispetto delle vigenti normative , effettuando una perquisizione nell’abitazione dell’uomo e, sul davanzale della finestra, pronte per la vendita a potenziali clienti, hanno trovato 6 stecche di sostanza solida di colore marrone, avvolte singolarmente in carta di cellophane; in un foro nel muro adiacente la finestra, accessibile dall’interno della casa, hanno trovato altre 11 stecche di eguale fattezza e confezionamento. Sul tavolo della cucina banconote da 10 e 5 euro per un totale di 20.00 euro e, in un cassetto nel salone, hanno trovato un contenitore metallico, calamitato, con all’interno un’altra stecca di sostanza marrone ed una chiave. Con la chiave rinvenuta sono entrati nel box di pertinenza dell’uomo dove, nascosto in una piccola busta di plastica, stipata dietro la porta d’ingresso, c’erano 6 proiettili “Federal 38 Special”. La sostanza rinvenuta, all’esame tecnico è risultata essere Hashish per un peso complessivo di circa 76 grammi che, unitamente ai proiettili è stata sequestrata e posta a disposizione dell’autorità giudiziaria. L’uomo è stato arrestato e, come disposto dall’A.G., opportunamente e tempestivamente informata, sottoposto alla detenzione domiciliare in attesa del giudizio con rito per direttissima.

Cronache della Campania@2018

Santa Maria Capua Vetere, maltrattamenti ai danni della ex moglie in carcere un 57enne

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Santa Maria Capua Vetere. Maltrattamenti alla ex moglie: i Carabinieri della stazione di Santa Maria Capua Vetere hanno eseguito un’ordinanza coercitiva nei confronti di R. S. 57 anni di Santa Maria Capua Vede, accusato di maltrattamenti in famiglia. Il provvedimento cautelare è stato emesso a seguito di accertamenti svolti dalla polizia giudiziaria a seguito della denuncia sporta dalla moglie, non più convivente, dell’indagato, già destinatario di un ammonimento. La ricostruzione della vicenda ha permesso di appurare che il R.S., dall’aprile del 2017 ad oggi, ha assunto nei confronti della vittima, quotidiani atteggiamenti vessatori e violenti, finanche minacciandola ripetutamente di morte, comportamenti dovuti alla morbosa ed ossessiva gelosia manifestata nei suoi confronti.
Inoltre, è stato accertato che l’indagato, nel mese di agosto scorso, in preda ad un improvviso raptus di ira, scagliava all’indirizzo della propria moglie un posacenere, cagionandole inoltre lesioni personali giudicate guaribili in sette giorni.
Le indagini, dirette dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere, sono state esperite in tempi rapidissimi, mediante l’audizione serrata di una pluralità di fonti, decisive per l’accertamento dei fatti e l’individuazione dell’urgenza del presidio cautelare, coerentemente alla priorità attribuita da questa Procura e dall’Ufficio del Giudice delle Indagini preliminari – secondo le rispettive competenze – per l’azione di contrasto ai fenomeni di violenza domestica e di genere.
La richiesta di misura cautelare della custodia in carcere era stata trasmessa all’Ufficio Gip immediatamente dopo la raccolta delle testimonianze e, nella stessa serata del 27 novembre, il Gip ha emesso l’ordinanza, eseguita nella mattinata del 28 novembre.

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Lavori alla Torre Civica di Cerreto Sannita, arrestato per corruzione il responsabile dell’ufficio tecnico

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Cerreto Sannita. Corruzione per l’appalto dei lavori di restauro della Torre civica: arrestato l’ingegnere Letizio Napoletano, responsabile dell’Ufficio Tecnico Lavori Pubblici del Comune di Cerreto Sannita, in provincia di Benevento. La misura cautelare, emessa dal Gip del Tribunale di Napoli, su richiesta della Dda è stata eseguita dagli uomini del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli. Il professionista – per il quale sono stati disposti i domiciliari – è accusato di corruzione e di turbata libertà degli incanti in relazione all’appalto per i lavori di restauro della locale Torre Civica Medievale, nell’ambito del quale lo stesso ha rivestito la carica di presidente della commissione di gara. L’inchiesta è una costola della ‘Operazione The Queen’ che ha rilevato numerose irregolarità in svariate gare di appalto, di committenza pubblica, gestite da enti pubblici delle Province di Napoli, Caserta e Benevento, facendo emergere la sistematica operatività di ‘colletti bianchi’ in grado di incidere in maniera determinante sull’aggiudicazione di gare di appalto, in favore di imprese ‘predesignate’, alcune delle quali riconducibili a soggetti vicini alla criminalità organizzata. Contestualmente all’esecuzione della ordinanza di custodia cautelare gli uomini della Guardia di Finanza hanno eseguito 14 perquisizioni nei confronti di “nuovi” soggetti coinvolti, a vario titolo, nella vicenda.

Cronache della Campania@2018


Rottura della condotta nel Vesuviano, ancora disagi in 4 comuni: autobotti e fontanine per alleviare i disagi

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Napoli. Autobotti e fontanine per alleviare i disagi per la mancanza d’acqua in quattro comuni vesuviani a causa di sopraggiunti problemi tecnici avvenuti durante i lavori di riparazione della condotta regionale sulla tratta San Clemente-Cercola. La Gori, società che gestisce il Servizio idrico integrato dell’ambito distrettuale Sarnese-Vesuviano ha fatto sapere che il ripristino del servizio idrico dovrebbe avvenire entro domani alle 13. Al momento l’erogazione idrica manca sull’intero territorio di Pomigliano d’Arco e di Volla. Anche a Casalnuovo di Napoli si registra uno stop sull’intero territorio comunale ad esclusione di via Napoli e traverse, via San Marco e traverse, Corso Umberto e traverse, via Arcora (tratto compreso tra via Napoli e Piazza Mafalda). A Cercola sono interessate dalla mancanza d’acqua alcune strade: via Matilde Serao, via Aldo Moro, via Don Minzoni, via Nuova Caravita, viale Del Progresso, via Della Corte, via Caruso, via Toscanini, via Vittorio Emanuele, via Madonna Delle Grazie, via Giuseppe Verdi, via Tavernelle. Nella prima mattinata di domani – fa sapere la Gori – saranno eseguite le manovre di riapertura della condotta oggetto dei lavori ed il ripristino definitivo del servizio avverrà presumibilmente per le 13 di domani, venerdì 30 novembre. Nei quattro comuni la Gori ha attivato servizi di autobotte e fontanine per alleviare i disagi. Per aggiornamenti è possibile contattare il numero verde 800-218270.

Cronache della Campania@2018

Lavoro in nero e contratti irregolari, controlli nel Sannio: sospesa un’attività imprenditoriale

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Benevento. Contratti irregolari o inesistenti. E’ la situazione che emerge in controlli del Nucleo carabinieri del Lavoro di Benevento nel Sannio nei settori commercio, industria, macellazione, trasporti, alimentare. Una persona denunciata per violazione alla normativa antinfortunistica. Su un totale di 48 lavoratori individuati, poi, ben 16 sono risultati irregolari e 6 in ‘nero’. Per due aziende e’ stato adottato anche il provvedimento di sospensione attività imprenditoriale, per aver occupato 4 lavoratori senza alcun contratto. Contestate sanzioni amministrative per circa 32mila euro e ammende per 1.600 euro.

Cronache della Campania@2018

Vesuvio: 11 scosse di terremoto da stamane. La direttrice dell’Osservatorio: ‘Normale attività’

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Uno sciame sismico di 11 scosse tutte di bassa magnitudo sta interessando dall’alba di oggi la zona del cratere del Vesuvio. E’stato l’Osservatorio Vesuviano che ha rilevato gli eventi sismici con la prima scossa questa mattina alle ore 6,21 con una magnitudo 1.5 della scala Ritcher e a darne notizia. L’ultimo evento, in ordine di tempo, registrato dai sismografi dell’Ingv è stato alle ore 20,21 di stasera. La scossa di più alta magnitudo è stata rilevata, invece, alle ore 16,55 di quest’oggi ad una profondità di un chilometro e mezzo e di magnitudo 2.3 della scala Ritcher. Per Francesca Bianco, direttrice dell’Osservatorio Vesuviano: ‘Non c’è assolutamente nulla di cui allarmarsi. Si tratta di normale attività del Vulcano”

Cronache della Campania@2018

Il baby calciatore ferito mortalmente solo perché chi ha fatto fuoco voleva provare la pistola. IL VIDEO CHOC

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Ha un volto e un nome il responsabile del tragico ferimento di Luigi Pellegrino, il baby calciatore 14enne di Parete  colpito alla testa da un proiettile vagante il 24 dicembre del 2017 mentre era con amici sul corso principale del paese. Si chiama Vincenzo Russo, disoccupato di 35 anni, ed e’ stato arrestato dai carabinieri del Reparto Territoriale di Aversa, che lo hanno condotto in carcere su ordine del Gip del Tribunale di Napoli Nord per i reati di tentato omicidio e detenzione illegale d’arma da sparo. Un episodio senza un movente particolare: Russo voleva forse provare la pistola, una calibro 9×21 che non e’ stata mai trovata, in vista del capodanno o semplicemente per quel giorno. Dopo aver appreso la notizia, i genitori del giovane, che e’ tornato in famiglia dopo il coma e la lunga riabilitazione, sono andati dai carabinieri a complimentarsi per il lavoro svolto; hanno ringraziato anche la Procura diretta da Francesco Greco e il sostituto Vittoria Petronella, che dopo il fatto lavorarono intensamente per ricostruirne dinamica e individuare il responsabile. Russo, sposato con un figlio piccolo e qualche precedente penale di poco conto, nelle settimane successive all’episodio compariva gia’ tra i sospettati, in quanto era di sua pertinenza il terreno da cui si pensava fosse stato esploso il colpo di pistola che aveva ferito Luigi; furono trovati anche altri due proiettili dello stesso calibro, uno aveva colpito un furgone, l’altro era invece a terra sull’asfalto. Gli inquirenti, in mancanza degli esiti degli esami balistici, non avevano pero’ la certezza che i colpi fossero stati sparati proprio dal fondo di Russo; quest’ultimo, peraltro, non era neanche possessore legale di un’arma. Cosi’ gli accertamenti andarono per le lunghe; gli inquirenti si fecero intanto consegnare circa cinquanta pistole detenute legalmente da cittadini di Parete e del limitrofo comune di Lusciano, ma nessuna era compatibile con il proiettile rinvenuto nella testa di Luigi. C’era anche un video molto crudo dell’episodio, ripreso da una telecamera esterna di un bar presente proprio sul lato del marciapiede dove il ragazzo passeggiava con gli amici: si vede il giovane cadere faccia a terra dopo essere stato spinto da dietro come da una mano invisibile; era il proiettile che lo colpiva dopo aver sfiorato gli amici. Il cerchio su Russo si e’ chiuso solo con la conclusione della complessa consulenza balistica che ha accertato, ricostruendo la parabola seguita dal proiettile, che i colpi provenivano proprio dal fondo di Russo distante circa 300 metri dal corso principale del paese, dove Luigi fu ferito. “Non c’e’ stata omerta’ da parte dei miei concittadini – sottolinea il sindaco di Parete Gino Pellegrino – come poteva sembrare dopo l’episodio. Chi ha sparato era da solo e lo ha fatto da un terreno isolato rispetto al centro cittadino”.

Cronache della Campania@2018

Sgominata la banda criminale dei Rom del Cilento che commetteva furti in tutta Italia: 25 arresti

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Dalle prime ore di questa mattina, i carabinieri del R.O.S. e del Comando Provinciale di Salerno stanno eseguendo un provvedimento cautelare, emesso dal GIP di Salerno su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 25 soggetti indagati per associazione per delinquere finalizzata alla commissione di furti, utilizzo indebito di carte di credito e riciclaggio degli illeciti proventi nonché di minacce aggravate dal metodo mafioso.

Al centro delle investigazioni le attività criminali di appartenenti ad una comunità ROM che, da numerosi anni, vive ad Agropoli. L’indagine ha documentato come il gruppo fosse dedito all’esecuzione di furti con destrezza ai danni di gioiellerie poste su tutto il territorio nazionale, furti all’interno di autovetture e all’utilizzo indebito delle carte di credito asportate. Le investigazioni hanno accertato anche una serie di gravi minacce nei confronti sia di appartenenti alle Forze dell’Ordine sia di amministratori pubblici della cittadina cilentana. I particolari dell’operazione saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa che si terrà, alle ore 10.00 odierne, presso la Procura di Salerno.

Cronache della Campania@2018

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