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Channel: Cronaca – Cronache della Campania
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Napoli, al concerto con droga e coltello: denunciato 16enne del Casertano

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Napoli. Gli agenti del Commissariato San Paolo hanno denunciato in stato di libertà un giovane di 16 anni per possesso ingiustificato di oggetti atti ad offendere e sanzionato amministrativamente per violazione della legge sulle sostanze stupefacenti.
Sabato sera in via Barbagallo nel corso di mirati servizi predisposti in occasione di un concerto a cui si accingevano a partecipare numerosissimi giovani, il cane antidroga della Polizia di Stato ha focalizzato il suo fiuto su uno di loro: il 16enne. Quest’ultimo è stato trovato in possesso non solo di circa 6 grammi di marijuana ma anche di due coltelli a serramanico: uno della lunghezza totale di 21 cm l’altro di 20. Il giovane proveniente dal casertano è stato pertanto denunciato ed affidato ai genitori.

Cronache della Campania@2018


90enne aggredito a Napoli dopo falso incidente

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Un uomo di 90 anni e’ stato prima vittima di uno speronamento, e poi aggredito da un malintenzionato che lo ha preso a schiaffi nel tentativo di estorcergli una somma di denaro. E’ accaduto a Napoli, e la vittima ha denunciato l’accaduto ai carabinieri. Ieri mattina intorno alle 11 l’uomo era alla guida della sua vettura in via Agnano Astroni, in direzione Bagnoli, quando e’ stato colpito da un’altra auto sbucata all’improvviso da una stradina laterale. L’anziano ha inseguito la vettura per qualche centinaio di metri, poi ha desistito: ma ad un semaforo rosso un uomo gli ha aperto la portiera dell’auto, infilandosi dentro e pretendendo cinquecento euro come risarcimento per l’incidente. Il malvivente ha anche afferrato e gettato a terra il cellulare dell’anziano, per impedirgli di chiedere soccorso; al diniego dell’uomo, l’ha insultato e schiaffeggiato per poi allontanarsi dopo avergli sputato addosso.

Cronache della Campania@2018

Il Tar annulla la nomina del pm Falcone a procuratore aggiunto di Napoli

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E’ stata annullata la nomina di Raffaelle Falcone a Procuratore aggiunto del Tribunale di Napoli. L’ha deciso il Tar del Lazio con una sentenza con la quale ha accolto un ricorso proposto da Giancarlo Novelli, altro candidato all’importante incarico semidirettivo. Il 31 gennaio dello scorso anno il Plenum del Csm, all’esito della comparazione tra diversi aspiranti, delibero’ di conferire a Falcone l’incarico di Procuratore aggiunto di Napoli, preferendolo a Novelli che poi impugno’ la delibera di conferimento al Tar del Lazio. In sostanza, Novelli ha lamentato violazione di legge ed eccesso di potere, difetto di istruttoria e di motivazione “per non avere l’organo di autogoverno considerato e valutato – ne da’ conto il Tar in sentenza – determinate emergenze della carriera del controinteressato, che risultavano, invece, rilevanti al fine di definirne compiutamente il profilo professionale”. I giudici amministrativi nella loro decisione hanno considerato come la natura discrezionale del provvedimento con cui il Csm provvede al conferimento degli uffici semidirettivi e direttivi, “non esclude la sottoposizione dei suoi atti a uno scrutinio di legittimita’”. In particolare “e’ indiscutibile il dato per cui il giudizio complessivo non puo’ prescindere dalla oggettiva significativita’ e rilevanza dei dati sui quali la valutazione si basa, ne’ da un’analisi, comunque completa, dei dati curriculari dei concorrenti, diversamente traducendosi il necessario tratto di sinteticita’ in una sostanziale omissione argomentativa. La sintesi, infatti, deve essere tale da consentire comunque di apprezzare l’avvenuta valutazione delle piu’ importanti risultanze istruttorie, specie nei casi in cui i curricula dei contendenti in comparazione non appaiano apprezzabilmente diversi, cosi’ che, pur nella brevita’ delle argomentazioni, sia consentito all’interprete cogliere le reali ragioni dell’operato giudizio di prevalenza”. L’effetto e’ che “proprio la particolare enfasi conferita dalla delibera gravata alle peculiari doti di auto ed eterorganizzazione e dell’elevata produttivita’, imponevano un’analisi assolutamente completa dei dati concernenti il rispetto dei termini di deposito dei provvedimenti e del rispetto di altri doveri comportamentali aventi fonte nella normativa secondaria del medesimo Consiglio superiore”; ne deriva “la sussistenza di un vizio procedimentale, sintomatico di un cattivo uso del potere discrezionale, che in alcun modo incide sul merito del giudizio di prevalenza posto alla base della delibera di attribuzione, la cognizione del quale e’ sottratta al giudice amministrativo”

Cronache della Campania@2018

Un chilo corallo in valigia come souvenir delle Maldive: fermata a Capodichino

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Un chilo di corallo come souvenir delle Maldive. Lo ha trasportato in areo fino a Napoli una 35enne di origine turca, K.B.B., fermata dai finanzieri all’aeroporto di Capodichino. La donna aveva nel suo bagaglio un esemplare di corallo appartenente alla specie heliopora coerulea, protetta dalla convenzione di Washington. La donna, che nel capoluogo campano era arrivata via Istanbul, e’ stata controllata mentre cercava di guadagnare frettolosamente l’uscita. Il corallo e’ sotto sequestro e la donna rischia una sanzione pecuniaria da un minimo di 3mila euro a un massimo di 15mila euro.

Cronache della Campania@2018

Napoli, il Sappe: ‘A Poggioreale detenzione assicurata con umanità e professionalità, respingiamo le accuse sui decessi’

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“Il carcere di Poggioreale a Napoli, come altre strutture detentive, ha oggettive difficoltà strutturali che meriterebbero urgenti interventi di manutenzione da parte dell’Amministrazione Penitenziaria. Ma, e va detto con forza, questo non pregiudica le condizioni di sicurezza dell’Istituto e la dignità della detenzione dei ristretti. A Poggioreale, le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria svolgono quotidianamente il servizio con professionalità, zelo, abnegazione e soprattutto umanità in un contesto assai complicato”. Lo dichiara Emilio Fattorello, segretario nazionale per la Campania del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe, la prima e più rappresentativa organizzazione dei Baschi Azzurri, commentando talune ricostruzioni sul recente decesso di un detenuto a Poggioreale.
Fattorello aggiunge: “Purtroppo ogni morte in carcere è una sconfitta per tutti, si muore di infarto con occlusione totale di una arteria in pochi secondi, si muore con infarto acuto ovunque : in casa, in strada, alla guida, dormendo, praticando sport, in ospedale ed anche in carcere. Disquisire sui tempi di soccorso come in questo caso da parte di Ioia è solo sciacallaggio gratuito e si specula su un dramma umano che è la morte di un giovane uomo. Ciò non giustifica comunque avere un Poggioreale con 2400 detenuti chi permette ciò è responsabile di illegalità e sono tante le Autorità coinvolte. Mi risulta per esempio che l’assistenza sanitaria è mirata e calibrata per 1500 detenuti capienza tollerabile e non certo per 2400.La denuncia del SAPPE in merito è continua e costante”.
Donato Capece, segretario generale del SAPPE, commenta: “L’impegno del primo Sindacato della Polizia Penitenziaria, il SAPPE, è sempre stato ed è quello di rendere il carcere una “casa di vetro”, cioè un luogo trasparente dove la società civile può e deve vederci “chiaro”, perché nulla abbiamo da nascondere ed anzi questo permetterà di far apprezzare il prezioso e fondamentale – ma ancora sconosciuto – lavoro svolto quotidianamente, lo ripeto, con professionalità, abnegazione e umanità dalle donne e dagli uomini della Polizia Penitenziaria. La prima fondamentale e imprescindibile considerazione che il SAPPE intende fare è che ai detenuti delle carceri italiane e campane sono assicurate e garantite ogni tipo di tutela e garanzie, a cominciare dai diritti relati all’integrità fisica, alla salute mentale, alla tutela dei rapporti familiari e sociali, all’integrità morale e culturale. Diritti per l’esercizio dei quali sono impegnati tutti gli operatori penitenziari, la Magistratura ed in particolare quella di Sorveglianza, l’Avvocatura, le Associazioni di volontariato, i parlamentari ed i consiglieri regionali (che hanno libero accesso alle carceri), le cooperative, le comunità e tutte le realtà, che operano nel e sul territorio, legate alle marginalità. Particolarmente preziosa, in questo contesto, è anche l’opera svolta quotidianamente dalle donne e dagli uomini della Polizia Penitenziaria. Donne e uomini in divisa che rappresentano ogni giorno lo Stato nel difficile contesto penitenziario, nella prima linea delle sezioni detentive, con professionalità, senso del dovere, spirito di abnegazione e, soprattutto, umanità. Per tutto questo, respingiamo al mittente le gravi illazioni sulla morte recente di un detenuto a Poggioreale, rispetto alle quali mi auguro che anche l’Amministrazione Penitenziaria adotti adeguati provvedimenti per tutelare l’onorabilità della Polizia Penitenziaria ”.

Il primo Sindacato dei Baschi Azzurri torna a evidenziare che “la Polizia Penitenziaria che lavora nel carcere di Poggioreale è formata da persone che nonostante l’insostenibile, pericoloso e stressante lavoro credono nella propria professione, che hanno valori radicati e un forte senso d’identità e d’orgoglio, e che ogni giorno in carcere fanno tutto quanto è nelle loro umane possibilità per gestire gli eventi critici che si verificano ogni giorno”.

Cronache della Campania@2018

Sentenza Squecco, Battaglini: «Ha vinto il coraggio di denunciare»

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«Denunciare conviene. Lo dimostra la sentenza di condanna confermata in Cassazione, partita proprio dalla denuncia di una vittima che si è rivolta all’Associazione Sos Impresa Salerno».

Tommaso Battaglini, presidente di SOS Impresa Salerno, sottolinea così il pronunciamento della Corte di Cassazione nei confronti dell’imprenditore capaccese Roberto Squecco, condannato ad 1 anno e 10 mesi poiché ritenuto «organico all’associazione camorristica guidata da Giovanni Marandino» e perché «le minacce con cui tentò di farsi consegnare da un altro imprenditore del settore funebre la somma di 70mila euro non furono un esercizio arbitrario delle proprie ragioni ma una tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso, perché la modalità fu violenta e perché quei soldi non erano il frutto di un rapporto lecito ma di un prestito usurario».

«Sos impresa Salerno ha affiancato e assistito fin dal principio la vittima che denunciò Squecco e gli altri imputati nei cui confronti le cui condanne sono state confermate dalla Cassazione. La nostra associazione si è poi costituita parte civile nel relativo processo penale, seguendo la vicenda nel primo e nel secondo grado, fino al giudizio di legittimità in Cassazione, la quale non solo ha riconosciuto la responsabilità di Squecco e degli altri associati che hanno scelto di essere giudicati con il rito abbreviato, ma ha anche confermato il diritto dell’associazione al risarcimento e alla liquidazione delle spese legali sostenute, con il rinvio alla Corte d’appello di Napoli per la quantificazione delle stesse. È chiaro che l’aspetto risarcitorio e la condanna degli imputati al risarcimento del danno e alle spese nei confronti dell’Ente – spiega ancora il presidente Battaglini – acquistano un significato soprattutto simbolico, perché sono la misura dell’impegno sul campo da parte dell’associazione al fianco delle vittime, che hanno maturato il coraggio di denunciare nel momento in cui non si sono sentite più sole. Questo è un messaggio importante – prosegue presidente dell’associazione antiracket salernitana – e cerchiamo di trasmetterlo ogni giorno attraverso occasioni di incontro, di formazione e di informazione, affinché le vittime di usura ed estorsione sappiano che denunciare è un atto di coraggio che non compiono da sole».

E proprio l’usura e l’estorsione figurano come i reati di maggiore connivenza tra i sodalizi criminali, secondo l’analisi su scala provinciale declinata in occasione dell’inaugurazione dell’Anno Giudiziario.
«Proprio per questo è necessario che la collaborazione tra le Procure salernitane ed Sos Impresa Salerno, ente regolarmente iscritto nell’elenco prefettizio delle associazioni antiracket e antiusura, si intensifichi ancora di più, per garantire la vicinanza dello Stato e delle istituzioni alle vittime che decidono di denunciare i propri aguzzini. Nei processi nei quali Sos Impresa si è costituita parte civile al fianco delle persone offese dal reato – conclude Battaglini – abbiamo registrato negli anni un più efficace contrasto all’usura e all’estorsione, con un impianto accusatorio iniziale che ha trovato definitiva conferma dinanzi all Suprea Corte. E questo grazie ad una partecipazione attiva, consapevole e tenace delle vittime le quali hanno bisogno di non sentirsi sole nel lungo e spesso tortuoso cammino rappresentato dal processo penale».

Cronache della Campania@2018

Napoli, migrante scippa un telefonino in via Mezzocannone: inseguito e arrestato, aggredisce la polizia

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Napoli. Gli agenti dell’Ufficio Prevenzione Generale hanno arrestato Jaof Bakhby, 30enne del Gambia, responsabile dei reati di rapina impropria e resistenza a Pubblico Ufficiale.
Ieri sera in via Mezzocannone i poliziotti, in servizio di controllo del territorio nel centro storico, hanno notato l’uomo che, approfittando della distrazione di una donna intenta a parlare al telefono, l’ha prima spintonata per poi strapparle lo stesso cellulare che aveva tra le mani. Gli agenti hanno subito inseguito lo scippatore raggiungendolo in via Sedile di Porto. Il 30enne, fermato dopo una colluttazione, aveva ancora indosso il telefono cellulare scippato. Stamane è in attesa del giudizio direttissimo. Il telefonino invece è stato restituito alla vittima.

Cronache della Campania@2018

Napoli, i vigili sequestrano un distributore di alcolici nella zona degli Orefici

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L’Unità Operativa Tutela Emergenze Sociali e Minori della Polizia Municipale di Napoli nell’ambito del contrasto al consumo di sostanze proibite da parte di minorenni ha posto in sequestro penale un distributore automatico di bibite che erogava liberamente e a tutte le ore, bevande alcooliche quali vino, prosecco e birre di varie marche in assenza di alcun controllo sull’età degli acquirenti. Gli agenti hanno effettuato un intervento in zona Orefici all’interno di un locale aperto al pubblico dove erano installati diversi distributori ad erogazione automatica e senza che vi fosse alcun addetto al controllo degli avventori. Durante l’accesso gli agenti hanno notato che uno degli apparecchi, rifornito di numerose bibite alcooliche, erogava queste ultime senza necessità di inserire la tessera sanitaria per stabilire l’età degli acquirenti quindi l’acquisto era potenzialmente consentito anche a minori. Gli agenti della Municipale hanno avviato le indagini per rintracciare il titolare dell’attività, residente in provincia, che è stato rintracciato solo dopo qualche ora. Al soggetto, risultato in regola con la documentazione amministrativa, è stata contestata la violazione dell’articolo 689 del Codice Penale che sanziona chi somministra, in un luogo pubblico o aperto al pubblico, bevande alcooliche a un minore di anni sedici attraverso distributori automatici che non consentano la rilevazione dei dati anagrafici dell’utilizzatore mediante sistemi di lettura ottica dei documenti. Il distributore è stato posto in sequestro ed è stata inviata informativa di reato alla Procura della Repubblica. L’apertura, sempre più diffusa, di tali locali con apertura per tutte le 24 ore e l’installazione di distributori con alcoolici prevede l’obbligo d’inserimento di un sistema che verifichi attraverso la lettura dei documenti l’età degli acquirenti o, in mancanza, è richiesta la presenza di un addetto. Il contrasto alla facile accessibilità da parte di minorenni alle bevande alcoliche e la prevenzione delle conseguenze sulla salute a seguito del loro consumo costituiscono uno dei principali ambiti delle attività demandate all’Unità Operativa Tutela Emergenze Sociali e Minori a contrasto di tale pregiudizievole abitudine che vede coinvolti sempre più ragazzini, ragion per cui le attività di controllo proseguiranno ad oltranza.

Cronache della Campania@2018


Napoli, migrante minaccia una donna e chiede 5 euro per farla entrare nel garage: arrestato

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Napoli.Gli agenti della Polizia di Stato dell’Ufficio di Prevenzione Generale, ieri sera hanno arrestato Rahani Otman, magrebino 45enne, responsabile di tentata estorsione.
Gli agenti, su disposizione della locale sala operativa sono andati in via Lanzieri, dove una donna chiedeva aiuto perché un cittadino extracomunitario la stava minacciando.
La donna , prontamente raggiunta dai poliziotti ha raccontato che, verso le ore 19.30, mentre rientrava in casa è andata nella via Lanzieri dove ha un garage di sua proprietà.
Nell’attesa che la porta del box, azionata dal telecomando si aprisse, ha visto pararsi dinnanzi la macchina l’uomo che in un italiano “stentato” le ha intimato di consegnargli cinque euro, altrimenti non le avrebbe concesso di entrare in garage.
Scesa dall’auto per farlo desistere dall’insano tentativo di estorsione, la donna è stata strattonata, aggredita e minacciata, e l’uomo ha ribadito, che se non lo avesse pagato non sarebbe entrata in garage.
La signora è riuscita ad allontanarsi ed a chiamare il 113 per essere aiutata . Giunta la Polizia la donna li ha informati dell’accaduto indicando l’uomo responsabile degli atti fermo a poca distanza dall’auto ed ha, altresì, dichiarato che lo stesso soggetto aveva più volte richiesto soldi per farla accedere al suo garage e che, talvolta, l’aveva minacciata con una bottiglia rotta. I poliziotti sono riusciti a fermare il magrebino e con la formalizzazione della denuncia da parte della vittima ad arrestare l’uomo che è stato condotto, previa informazione all’autorità giudiziaria, presso la casa circondariale di Napoli Poggioreale.

Cronache della Campania@2018

Bimbo ucciso a Cardito, la sorellina è fuori pericolo e assistita da psicologi. Lutto cittadino per i funerali

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Cardito. E’ fuori pericolo ma assistita dagli psicologi, la bambina ferita ieri a Cardito dal compagno della mamma. Il fratellino Giuseppe è stato ucciso, mentre Tony Badre, 24enne è in stato di fermo con l’accusa di omicidio volontario e tentato omicidio. La piccola, di sette anni, si trova nel reparto di neurochirurgia dell’ospedale pediatrico Santobono di Napoli: la sua stanza è piantonata dalle forze dell’ordine, anche per tutelare la privacy della minore, che è assistita da due infermiere e da un team specializzato di psicologi. Al momento, secondo quanto riferito da fonti sanitarie, né alla madre né ad altri famigliari è stato possibile incontrarla. Per la bimba si è temuto il peggio ma, spiegano i medici, le ferite non hanno compromesso gli organi interni ed è fuori pericolo.
“E’ attualmente ricoverata nel reparto di neurochirurgia in stanza singola sotto sorveglianza della pubblica sicurezza – si legge in un bollettino medico dell’ospedale pediatrico Santobono Pausilipon -. La piccola è cosciente, in buone condizioni generali ed appare serena nel suo comportamento, supportata dal personale medico e paramedico”. Quanto alle ferite, ha riportato “contusioni e tumefazioni multiple al volto e al corpo”. Gli esami diagnostici “hanno escluso lesioni cerebrali e degli organi interni”, spiegano i medici, ed è stata instaurata una “terapia antibiotica”.
Il sindaco di Cardito Giuseppe Cirillo, stamane è stato all’ospedale Santobono di Napoli per verificare le condizioni della bimba di sette anni rimasta ferita. “La sorella più piccola, rimasta illesa, di questa famiglia devastata dalla tragedia di ieri è in una struttura assistenziale ed è stata visitata questa mattina dai nostri servizi sociali – ha detto il primo cittadino – stiamo mettendo in campo tutte le azioni per aiutare i bambini di questa famiglia”. Cirillo ha raccontato di conoscere Tony Badre, il compagno della madre dei bimbi arrestato dalle forze dell’ordine, perché “accompagnava qualche anno fa sua madre che aveva avuto degli incontri con i servizi sociali, per vicende poi risolte. Era una persona che aveva avuto dei problemi ma non c’erano segni che si potesse arrivare a tanto, io stesso lo incrociavo spesso in strada, non c’erano segnali anomali”. Cirillo ha preannunciato che nel giorno dei funerali del piccolo morto ieri sarà proclamato il lutto cittadino e che “metteremo in campo tutto quello – ha detto – che ci mette a disposizione la legge. Non si può morire cosi’. La madre? Non ho notizie, stamattina sono venuto con la nostra dirigente dei servizi sociali solo per capire se la bambina ferita sia in buone mani e ci siamo tranquillizzati, ma tutta la nostra comunità è scossa. Stamattina i cittadini mi fermavano in strada per offrire la loro disponibilità a stare vicini a questa famiglia”.
Stamane davanti all’ingresso dell’edificio dove si è consumata la tragedia qualcuno ha deposto un fascio di fiori in ricordo del bimbo morto. L’appartamento dove il piccolo viveva con i suoi fratellini, la mamma di 31 anni, ed il compagno di quest’ultima, è sotto sequestro perché gli investigatori dovranno tornare in quella casa. Secondo l’ipotesi formulata dagli investigatori, è stato il compagno della mamma, Tony Essoubti Badre, di 24 anni, compagno della mamma dei piccoli ha ucciso il bimbo di sei anni a mani nude. Lo ha picchiato con violenza fino a che ha smesso di respirare. Tony, che dalla scorsa notte è in stato di fermo per omicidio volontario è nato ad Acerra, figlio di un cittadino del Marocco e di una donna del posto. Ha vissuto sempre in zona svolgendo l’attività saltuaria di ambulante. “Non è un cattivo ragazzo, è molto educato – dicono alcuni anziani che sono dinanzi al bar a pochi passi dall’ingresso dell’edificio dove si è consumata la tragedia – lo vedevamo passare sempre velocemente. Salutava, qualche parola ed andava via”. Sul balcone dell’appartamento dove è avvenuta la tragedia, a pochi passi dal municipio di Cardito c’è la bicicletta del bambino ucciso e il passeggino della più piccola dei tre fratellini, che è rimasta illesa. I vicini di casa si affrettano a dire che se avessero notato qualcosa di strano sarebbero intervenuti subito: “I bambini sono tutti figli nostri e se avessimo visto qualcosa saremmo intervenuti”. La mamma dei tre bimbi è originaria della Penisola Sorrentina e si era trasferita a Cardito proprio per stare con Tony.

Cronache della Campania@2018

Napoli, de Magistris sposerà Tony Colombo e Tina Rispoli al Maschio Angioino, poi festa al Castello de La Sonrisa

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Il cantante Tony Colombo e Tina Rispoli hanno già da un po’ di settimane annunciato la data ufficiale del loro matrimonio, che si svolgerà il giorno 28 marzo presso il Grand Hotel La Sonrisa. Ma questa sarà solo la data culmine dei festeggiamenti, che inizieranno ufficialmente mercoledì 30 gennaio, giorno della promessa di matrimonio. Dopo il momento istituzionale della firma, Tony e Tina incontreranno presso il Golding di Sant’Antimo – a partire dalle ore 17 – fan, famigliari ed amici. Tra questi ultimi una parata di vip da tempo legati per stima ed affetto a Tony e Tina; hanno già confermato la loro presenza: Le Donatella, Gianni Sperti, Genny Maresca, Antonella Fiordelisi, Giacomo Urtis, Jack Vanore, Lorenzo Riccardi, Rosa Perrotta e Pietro Tartaglione, Emanuela Tittocchia e Mariano Catanzaro, Andrea Celentano e Raffaella Giudice, e tanti altri.

Intanto proseguono i preparativi del matrimonio, che sarà una grande festa a cui parteciperanno più di 300 invitati, tra cui molti nomi noti del mondo dello spettacolo. La cerimonia civile si svolgerà presso il Maschio Angioino e sarà officiata dal Sindaco di Napoli, Luigi De Magistris. Il Castello di Don Antonio Polese, il quale era molto legato al cantante, il 28 marzo sarà esclusivamente dedicato alla festa di matrimonio di Tony e Tina che hanno voluto trasformare la splendida location in una piccola Parigi. L’abito di Tina, che avrà uno strascico lungo più di 15 metri, è stato appositamente disegnato per lei dallo stilista partenopeo Ferdinand. La direzione artistica della festa è stata affidata al cantautore Luca Sepe e ad Antonio Manganiello, entrambi amici di Tony e speaker di Radio Kiss Kiss. La progettazione e l’organizzazione generale dell’evento è della wedding planner Emilia Gais di “Wem Eventi”, con la quale i due famosi sposi hanno progettato il logo del matrimonio, un vero e proprio “stemma” che caratterizzerà partecipazioni, menù, bomboniere. Più di 50 le persone attualmente a lavoro per fare in modo che questa festa sia la più bella di sempre sia per i novelli sposi che per le migliaia di fans che li seguono.

Cronache della Campania@2018

Napoli, dimezzata la condanna allo stilista francese fornitore della droga a Genny a’ carogna

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La direzione distrettuale antimafia di Napoli aveva chiesto di condannare il ritenuto trafficante internazionale di nazionalità francese Michael Triganò ad anni sedici di reclusione. Le accuse erano pesanti: associazione internazionale dedita al narcotraffico con grosse importazioni di stupefacente dall’Olanda avvenute tra il 2014 ed il 2015, destinate al gruppo napoletano facente capo ad Orabona Giovanni e a De Tommaso Gennaro, detto Genny “‘a carogna”, condannati ò’otto novembre dello scorso anno dal Giudice presso il Tribunale di Napoli – dott. Claudio Marcopido – ad anni venti il primo e ad anni diciotto il secondo; quest’ultimo noto alle cronache per aver con successo “mediato” con il capitano della squadra del Napoli, Marek Hamsik, durante le proteste verificatesi nella partita di calcio Napoli – Fiorentina dell’anno 2014, proteste della tifoseria partenopea scaturite a seguito dell’omicidio del tifoso del Napoli Ciro Esposito.
Triganò, con recenti trascorsi di stilista di moda, è stato ammesso ad essere giudicato separatamente con le forme del rito abbreviato dal Tribunale di Napoli – VI sezione penale in composizione collegiale – a seguito di una eccezione formulata dal suo difensore avv. Dario Vannetiello, accolta dal collegio giudicante.
L’ esito del processo ha registrato la assoluzione dall’episodio più grave di importazione di stupefacente afferente a venti chilogrammi, mentre per il residuo episodio di importazione è stata esclusa la aggravante della ingente quantità, oltre ad essere esclusa la aggravante della transnazionalità di cui era caratterizzata la compagine criminale.
All’esito dell’ accoglimento di larga parte delle questioni giuridiche sollevate dall’avvocato Vannetiello, è stata dimezzata la pena invocata dal Pubblico Ministero.
Infatti, seppur Triganò è stato riconosciuto responsabile del delitto di partecipazione alla associazione, nonché di un episodio di importazione di droga dall’ Olanda, la condanna inflitta in totale è stata di soli anni otto di reclusione, di gran lunga più bassa di quella richiesta dall’accusa nei confronti dello stilista/narcotrafficante che aveva svolto l’importante ruolo di procurare alla compagine lo stupefacente che veniva poi smerciato in città.
Ma la difesa è già al lavoro per sgretolare in appello le ipotesi accusatorie rimaste, consapevole di aver incrinato in maniera significativa la ricostruzione accusatoria avendo dimostrato la assenza di prove certe circa il coinvolgimento di Triganò nell’ episodio più preoccupante emerso nell’inchiesta, quello afferente alla importazione di venti chilogrammi di stupefacente da Amsterdam, luogo questo nel quale “Mike”, secondo gli inquirenti, aveva rapporti privilegiati.

Cronache della Campania@2018

Colpisce la moglie e il compagno della suocera con una livella: finisce in carcere 30enne di Cellole

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Cellule. Picchia la moglie e il compagno della suocera con una grossa livella per muratura, l’uomo è in prognosi riservata e l’aggressore è finito in carcere. I carabinieri della Stazione di Cellole hanno arrestato P. S., 30 anni, di Cellole in provincia di Caserta. L’uomo è stato sorpreso dai militari nel corso di una lite in famiglia mentre, oltre ad aggredire la moglie, dalla quale si stava separando, ha colpito violentemente al capo con una grossa livella per muratura, il compagno della suocera, che era intervenuto in soccorso della donna. La vittima è stata trasportata dai medici del  “118” presso l’ospedale “S. Rocco” di Sessa Aurunca, dove gli sono stati riscontati un trauma cranico commotivo e la frattura della porzione orbitale dello zigomatico. L’uomo è ricoverato in prognosi riservata. Nel corso delle immediate indagini, la moglie dell’aggressore, ha dichiarato di subire maltrattamenti, minacce, molestie e percosse dal febbraio del 2018. L’arrestato è stato accompagnato presso la casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere.

Cronache della Campania@2018

Rubano materiale elettrico e idraulico a Qualiano, denunciati due uomini e una donna

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I carabinieri della Stazione di Qualiano hanno denunciato per furto aggravato un incensurato 26enne di Secondigliano ed un 48enne di vico Miracoli (già noto alle forze dell’ordine) mentre per ricettazione e false dichiarazioni sulla propria identità una 41enne, anch’ella già nota alle forze dell’ordine, compagna del secondo uomo. I militari dell’Arma sono stati chiamati ad intervenire per un furto in un negozio di bricolage e articoli per la casa di via San Francesco a Patria e lì, nei pressi dell’uscita, hanno bloccato il 26enne che tentava di dileguarsi mentre il suo complice è riuscito a fuggire. Il 26enne è stato perquisito e trovato in possesso di materiale elettrico (prese, quadri) e idraulico (come fontane e tubi) ma anche di mascherine per prese elettriche e punte di trapano del valore complessivo di 800 euro. Nella sua auto, i carabinieri hanno rinvenuto la carta d’identità di un uomo poi identificato nel complice, che hanno riconosciuto nelle immagini della videosorveglianza del negozio. Nel giro di qualche minuto, mentre il 26enne era in caserma per gli accertamenti e le formalità, si è presentata al comando una donna, presentatasi con un nome falso, a riconsegnare il resto della merce rubata poco prima. I militari hanno preso in consegna la merce e, insospettiti, hanno verificato l’identità della donna: il nome fornito era falso e hanno scoperto che era la compagna del fuggitivo. E’ scattata quindi la perquisizione in casa della coppia dove i militari hanno rinvenuto altra merce rubata qualche giorno fa nello stesso negozio, del valore complessivo di circa 700 euro. Tutti e tre sono stati dunque denunciati e la merce è stata recuperata e restituita all’avente diritto.

Cronache della Campania@2018

Morto Massimo Rosi, architetto e urbanista, noto per la sceneggiatura de ‘Le mani sulla città’

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E’ morto a ottantanove anni Massimo Rosi, urbanista e architetto napoletano nonché autore del noto saggio “Napoli dentro e fuori le mura” e sceneggiatore, insieme al fratello del capolavoro “Le mani sulla città”. I funerali si sono tenuti questo pomeriggio nella Chiesa di Santa Teresa a Chiaia, in via Vittorio Colonna, a Napoli.
Profonda tristezza è stata espressa dall’assessore Gaetano Daniele che ha così commentato la scomparsa: “Viviamo con profonda tristezza insieme alla città la scomparsa di Massimo Rosi. Un intellettuale mai pago di ricerca sempre inquieto, mai conformista, mai subalterno a mode o convenienze, sempre animato da ansia di giustizia e da un’idea le di città capace di includere e offrire opportunità di vita. Un napoletano europeo, un meridionalista democratico,un utopista concreto. Passione e ragione alimentavano la sua insofferenza verso i ‘vizi’ tipici di un costume intellettuale incline agli stereotipi e all’autoindulgenza. Ci mancherà una persona così vitale e combattiva. Vogliamo lavorare con amici, colleghi e istituzioni per ricordarne la ricca umanità e i pensieri su Napoli”.

Cronache della Campania@2018


Bimba di 9 mesi muore durante il trasporto in elicottero al Santobono: aperta un’indagine

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Castel Volturno. Non ce l’ha fatto la bimba di 9 mesi, ricoverata verso le 12 di oggi all’ospedale di San Rocco di Sessa Aurunca. La piccola è stata trasportata all’ospedale sessano per un’insufficienza respiratoria, ma pare che durante il trasferimento in elicottero, la neonata sia andato in arresto cardiaco e quindi sia morta prima ancora di arrivare al Santobono di Napoli, successiva fermata vista la gravità della situazione.
Ciò che rende strana questa terribile vicenda riguarda il corpo della piccola. I sanitari del 118 arrivati sul posto hanno trovato la bambina completamente bagnata e la madre ha affermato di aver provato a far riprendere la figlia utilizzando dell’acqua. La versione della donna non convince gli inquirenti e all’ospedale, oltre i carabinieri, è giunto anche il magistrato incaricato dell’indagine.

Gustavo Gentile

Cronache della Campania@2018

Ex operaio Isochimica: ‘Sono malato e senza soldi per le cure, pronto a un gesto estremo’

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“Sono malato e non ho più i soldi per curarmi: sono pronto a un gesto estremo”. Lorenzo Preziosi, ex operaio della fabbrica Isochimica di Pianodardine, ad Avellino, questa mattina ha inscenato una protesta per lanciare un appello alle istituzioni per sbloccare la vicenda delle pensioni. Preziosi è malato di asbestosi e il Governo ancora non gli ha riconosciuto un minimo di pensione, ed è per questo motivo che minaccia azioni clamorose. “Faccio una sciocchezza, se il Governo non risolverà presto questo problema io sarò capace di tutto –  tenendo tra le mani un cappio come provocazione. Io vivo di stenti e non riesco a curarmi. Non ho i soldi neppure per il mio funerale”. Accanto a Preziosi c’erano gli altri ex operai della fabbrica dei veleni che portano avanti questa battaglia da ormai trent’anni. “Siamo stati abbandonati dalla politica – dicono – abbiamo lottato affinché il processo si celebrasse ad Avellino ma nessuno ci ha dato ascolto. L’altro giorno in udienza a Napoli, c’erano solo tre persone, un segnale che lascia spazio a tante riflessioni”. E poi lanciano un appello al ministro Luigi Di Maio affinché non abbandoni i parenti che ancora oggi chiedono giustizia per i loro congiunti che negli anni si sono ammalati di amianto. Dopo poche ore, l’appello è stato raccolto dalla deputata dei Cinque Stelle Maria Pallini che ha annunciato il via libera all’incontro a Roma con il ministro al Lavoro. La deputata irpina ha telefonato all’operaio e lo ha rasserenato.
“Ho voluto rassicurare il signor Preziosi sull’impegno mio e del ministro Di Maio sul caso che lo vede coinvolto insieme a circa 40 ex dipendenti. Sin dall’ingresso in Parlamento ho sempre profuso il massimo impegno e anche questa mattina mi sono adoperata per sbloccare la situazione, andando personalmente al Ministero del Lavoro e prendendo appuntamento con l’ufficio legislativo del nostro vicepremier”, precisa Pallini. “Abbiamo fissato un incontro, al quale prenderò parte, per giovedì 31 gennaio alle 17. Una delegazione dei lavoratori sarà ricevuta presso il Dicastero dal Ministro Di Maio e dai suoi collaboratori. Chiederò che sia presente anche un esponente dell’Inps per chiarire i termini della questione. Voglio solo rassicurare tutti rispetto all’impegno assunto tanti mesi fa per risolvere la questione da me molto sentita. Abbiamo già fatto dei piccoli, grandi passi. Continuerò a camminare su questa direzione per raggiungere il traguardo insieme a quanti stanno ancora lottando e soffrendo”, conclude la capogruppo M5S in Commissione Lavoro alla Camera dei Deputati.

Cronache della Campania@2018

Tragedia di Cardito, la bimba chiede gnocchi e cartoni animati. Tony il ‘diavolo’ oggi dovrà spiegare perché lo ha fatto

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Non appena si è ripresa dallo choc, la bimba ricoverata al Santobono in gravi condizioni dopo la brutale aggressione di Cardito ha chiesto ai medici un piatto di gnocchi e poi di poter vedere i suoi cartoni animati preferiti. La piccola è assistita da una équipe di psicologi e protetta e piantonata dalla polizia. Sulle sue condizioni il Santobono ha emanato una nota questa mattina. “La minore in oggetto – si legge nel testo – è attualmente ricoverata nel Reparto di Neurochirurgia in stanza singola sotto sorveglianza della Pubblica Sicurezza. La piccola è cosciente, in buone condizioni generali ed appare serena nel suo comportamento, supportata dal Personale Medico e Paramedico. Presenta contusioni e tumefazioni multiple al volto e al corpo. Gli esami diagnostici hanno escluso lesioni cerebrali e degli organi interni. E’ stata instaurata terapia antibiotica di copertura e le condizioni cliniche sono in miglioramento”. Tony Essoubti Badre, 24 anni, dalla scorsa notte e’ formalmente indiziato di omicidio volontario e tentativo di omicidio. Secondo gli investigatori della Procura di Napoli Nord  lui avrebbe picchiato, fino ad uccidere, nella giornata di domenica a Cardito, il figlio di 7 anni della sua compagna e ferito gravemente la sorellina della vittima, appena piu’ grande di un anno. Il fermo e’ scattato al termine di un lungo interrogatorio, andato avanti per ore negli uffici del commissariato di polizia ad Afragola. L’uomo ha detto che i due bambini erano caduti dalle scale. Prima di lui e’ stata ascoltata la mamma dei bimbi. La violenza e’ avvenuta all’interno di un modesto appartamento di un vecchio stabile del centro storico, non lontano dal palazzo comunale. Tony e’ un figlio di un cittadino marocchino e di una donna del posto, ed ha sempre vissuto in zona, svolgendo l’attivita’ di ambulante. Da qualche anno aveva un relazione sentimentale con la donna, proveniente dalla Penisola Sorrentina, piu’ grande di lui di sei anni. Gli investigatori ora lavorano per accertare cosa abbia scatenato la violenza cieca dell’uomo e se era possibile fermarlo. Lo dovrà fare davanti al gip stamane quando sarà interrogato alla presenza del legale. Dopo di cheL’unica certezza, in attesa dei previsti esami medico-legale, e’ che il piccolo di 7 anni e’ stato colpito duramente come la sua sorellina, tuttora ricoverata all’ospedale pediatrico “Santobono” di Napoli tanto da spingere Vincenzo Tipo, primario del pronto soccorso a dire: “Lavoro in pronto soccorso pediatrico da trent’anni, pensavo di averle viste tutte ma quello che ho visto ieri e’ la scena piu’ raccapricciante a cui ho mai assistito“. Lei e’ ricoverata in una stanza singola e non sa che suo fratello e’ morto. Medici ed infermieri fanno a gara per mostrarle vicinanza. Illesa una terza sorellina, di appena 4 anni. “La nostra attenzione sara’ riservata a questi due bimbi – ha detto il sindaco di Cardito, Giuseppe Cirillo – non li lasceremo soli. Da oggi tutta la comunita’ di Cardito sara’ la loro famiglia”. E nel giorno del funerale del piccolo (la data non e’ stata ancora fissata) sara’ proclamato il lutto cittadino. L’appartamento dove e’ avvenuta la tragedia e’ dall’altra notte sotto sequestro. Vuol dire che gli investigatori, coordinati dal sostituto procuratore Paola Izzo, dovranno tornare in quella casa per gli ulteriori rilievi. Intanto, dinanzi all’ingresso del palazzo dove abitava il piccolo nella mattinata di oggi qualcuno ha riposto un fascio di fiori. Sul balcone ci sono ancora una piccola bicicletta un passeggino e la biancheria stesa. I vicini di casa si affrettano a dire che se avessero notato qualcosa di strano sarebbero intervenuti subito: “I bambini sono tutti figli nostri e se avessimo visto qualcosa saremmo intervenuti”.

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Cardito, la confessione choc di Tony: ‘L’ho picchiato perché aveva rotto il letto appena comprato’

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“È stato un momento di follia. Ho perso la testa quando mi sono accorto che i due bambini avevano rotto la sponda del letto matrimoniale, appena comprato con tanti sacrifici. Li ho presi a schiaffi e pugni, ma non ho usato la scopa: soltanto le mani”.  E’ la confessione choc di Tony ‘il diavolo’, il 24enne italo marocchino che domenica pomeriggio ha ucciso a botte Giuseppe un bimbo di sei anni figlio della sua compagna Valentina  Casa di 30 anni e feirto la sorellina Noemi di 7 anni mentre ha risparmiato l’altra bambina di 4 anni , sempre figlia di un primo matrimonio della donna. “Sono stato io a picchiarli, Vale era in un’altra stanza in quel momento. Ma non volevo e non credevo di fare così male a Giuseppe e Noemi. Tiriamo la carretta e ogni euro che entra in casa è un sospiro di sollievo. Davano fastidio, rompevano tutto, e non stavano al loro posto. Non c’ho visto più quando mi sono accorto del letto rotto”. Sta tutta qui la spiegazione assurda di una violenza inaudita che ha sconvolto la tranquilla domenica di Cardito e portato via la vita a un ragazzino di soli sei anni e segnato la vita della sorellina di sette. Tony Sessoubti Badre, figlio di padre italiano e madre magrebina, nato ad Acerra faceva il venditore ambulante. Aveva piccoli precedenti penali e come il padre (defunto qualche anno fa ) e la mamma aveva problemi di alcol. Ora è rinchiuso in carcere con l’accusa di omicidio volontario aggravato e tentato omicidio con un decreto di fermo che il pm Paola Izzo della Procura di Napoli Nord ha firmato all’alba di ieri davanti all’avvocato Michele Coronella, del foro di Santa Maria Capua Vetere che difende il 24enne. Ora si attende l’interrogatorio davanti al gip perla convalida del fermo e la probabile firma di un’ordinanza cautelare in carcere. Ma quello che sta emergenza in queste ore è una situazione familiare piuttosto turbolenta. Non sarebbe stata la prima volta che Tony metteva le mani addosso al piccolo Giuseppe, il figlio della sua convivente Valentina Casa. Quella dell’episodio non isolato è una voce ricorrente a Cardito. Intervistato dal Tg Studio aperto, Angelo, un conoscente di Tony, ha infatti dichiarato: “Sabato ho visto Tony un po’ agitato perché ha dato un calcio al bambino davanti a me. Mi disse non ti preoccupare, questo mi sta portando all’esasperazione. Gli ho detto, devo chiamare i carabinieri?”. E tra l’altro un insegnante della scuola elementare “Marco Polo” di Cardito sostiene di aver visto Giuseppe, che frequentava quella scuola, con lividi e un occhio nero. Per questo, sarebbe scattata la procedura prevista in circostanze di questo tipo: la convocazione della madre del bambino per chiedere spiegazioni, con la predisposizione di una piccola relazione da consegnare ai servizi sociali del Comune. A quel punto, Valentina Casa, la mamma di Giuseppe, avrebbe fatto trasferire il figlio alla scuola elementare “Salvatore Quasimodo” di Crispano dove vive la mamma di Tony insieme con gli altri suoi figli. La motivazione ufficiale sarebbe stata che, in quel modo, la madre del convivente avrebbe potuto accompagnare il bambino a scuola. Una vicenda che risalirebbe al periodo tra settembre e ottobre, pochi giorni dopo l’inizio dell’anno scolastico. E che ora alla luce di quanto accaduto domenica scorsa va riletta e rivista. Intanto Valentina si è trasferita a Massa Lubrense, suo paese di origine e dove vive la sua mamma, i suoi fratelli e sorelle e Fabrizio Dorice, il suo ex marito.

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Il grande gesto del calciatore salernitano: dona il rene al fratello per farlo vivere

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Giuseppe, per tutti Peppe Peluso, storico capitano dell’Alma Salerno (società di calcio a cinque), nel vedere suo fratello maggiore di cinque anni soffrire, ha deciso di donargli un rene. “Mio fratello stava male, era in dialisi ormai da due anni. Lo vedevo soffrire e ho preso una decisione necessaria, meditata. Gli ho detto eccomi, ci sono”. I due fratelli, lo scorso 18 dicembre, al Policlinico di Padova, si sono sottoposti all’intervento che se priva un po’ l’uno, aiuta sicuramente a vivere un po’ meglio l’altro. La donazione di un organo è un atto di grande generosità e altruismo e nella famiglia Peluso è uno stile di vita. Già nel 2003, come riporta Il Mattino,  a causa di una insufficienza renale, il papà Antonio ex cronista sportivo e oggi dirigente e direttore generale dell’Alma Salerno, donò un rene al figlio Michele.
Lo scorso 18 dicembre, invece è toccato al fratello Peppe che insieme a Michele si sono sottoposti all’intervento di espianto e trapianto presso il Policlinico di Padova sotto le cure dell’équipe del professore Rigotti. “Adesso vedo mio fratello sereno sospira Peppe, che da un paio d’anni è diventato anche papà”. Proprio come avviene in una squadra di calcio Giuseppe spiega il sentimento di unione che lega la sua famiglia: “Sono cresciuto in una famiglia di sani principi: valori forti, sempre tutti per uno e uno per tutti. Lo sport mi ha insegnato la lealtà, lo spirito di sacrificio, il rispetto. Nello sport ho ritrovato mio padre come guida ed esempio. A lui mi sono rivolto quando ho dovuto prendere la decisione più delicata, mica una passeggiata. Un trapianto è un trapianto, ma lui l’aveva fatto prima di me”.

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