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Channel: Cronaca – Cronache della Campania
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Irruzione dei Centri sociali nella scuola di formazione della Lega a Napoli

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Momenti di tensione all’hotel Ramada di Napoli dove una cinquantina di attivisti dei centri sociali e’ entrata nell’albergo dove era in corso la riunione della scuola di formazione della Lega per dirigenti della Campania e del Sud. Le porte della sala sono state chiuse e i manifestanti, bloccati sulla terrazza dell’albergo, hanno esposto striscioni, tra cui quello ‘Leghista terrone vergogna del Meridione’ o un Salvini immortalato con alcuni prodotti gastronomici, ed urlato slogan.  “A Napoli – hanno detto i giovani dei centri sociali – non c’e’ spazio per chi ha costruito la sua carriera politica prima con l’odio per i meridionali e poi per gli immigrati. Non dimentichiamo gli slogan ‘colerosi terremotati'”. Sul posto e’ arrivata la polizia in assetto antisommossa prima che la manifestazione si concludesse. “Per noi – sottolinea il centro sociale Insurgencia – e’ inaccettabile che, dopo anni di insulti ai meridionali, il partito che ha costruito la propria carriera sull’odio, provi a ripulirsi la faccia e a raccattare i voti dei napoletani”.
“Ci chiediamo se il sindaco di Napoli condannerà l’ingiustificabile attacco dei centri sociali contro la scuola di formazione politica della Lega dove partecipavano ragazze e ragazzi per bene che desideravano semplicemente parlare di politica. Aspettiamo una sua risposta: l’assenza di una precisa presa di distanza del primo cittadino da quei soggetti che adottano azioni intimidatorie nei confronti di chi la pensa in maniera differente, sarebbe la conferma che ormai De Magistris è un sindaco contro la legalità”. Lo dichiara in una nota Gianluca Cantalamessa, deputato della Lega, coordinatore regionale Lega Campania, denunciando le minacce dei centri sociali alle ragazze e ragazzi che hanno partecipato alla seconda lezione della Scuola di Formazione della Lega tenutasi oggi a Napoli. “Serve una condanna netta – chiarisce – da parte di un sindaco che già si è schierato dalla parte di immigrati clandestini, di abusivi, di chi occupa senza titolo gli immobili e ancora di chi attacca le forze dell’ordine trascurando le vere problematiche che vivono tanti napoletani, dal Vomero a Chiaia, dal Vasto alle periferie dimenticate. Quest’amministrazione trascura i cittadini normali e perbene: Napoli merita di più. Se migliaia e migliaia di napoletani si stanno avvicinando al progetto di Matteo Salvini è anche perché la gente pretende sicurezza e legalità. Dovrebbe essere la normalità per la terza città italiana, invece questo sindaco spalleggia chi è contro la legge, senza tutelare chi la pensa diversamente da lui. Esprimo piena solidarietà alle ragazze e ai ragazzi, vittime di un vile attacco intimidatorio da parte di centri sociali”.

Cronache della Campania@2018


Pozzuoli, scontro tra auto sulla Provinciale muore 22enne di Monterusciello

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Un giovane di 22 anni e’ morto in un incidente stradale, verificatosi sulla provinciale Pozzuoli-Quarto, nei presi della galleria di Monte Corvara,Il giovane residente nel megaquartiere flegreo di Monterusciello, alla guida di una Fiat Punto, si e’ scontrato frontalmente con una Skoda proveniente dalla direzione opposta. L’impatto violento, tale da coinvolgere una terza vettura che sopravveniva, ha richiesto l’intervento dei vigili del fuoco per estrarre il corpo ormai della vittima. Ferito solo lievemente il guidatore dell’altra vettura, soccorso dal 118 e ricoverato presso il Pronto Soccorso dell’ospedale civile di Pozzuoli. Sul posto sono intervenuti gli agenti della polizia municipale di Pozzuoli che hanno avviato le indagini. Ricostruita la dinamica dell’incidente grazie alle registrazioni della videosorveglianza di un distributore di carburante poco distante dal luogo dell’incidente. La ‘municipale’ ha effettuato i test alcolemici sulle persone coinvolte. Chiusa al traffico la galleria di Monte Corvara per facilitare i rilievi e la rimozione dei veicoli coinvolti.

Cronache della Campania@2018

Cadavere con il volto sfigurato scoperto alla periferia di Marcianise

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Trovato un morto con il viso sfigurato sul posto il 118 e i carabinieri. E’ accaduto nel pomeriggio a Marcianise. Un uomo, morto non si sa ancora da quanto tempo, è stato  ritrovato in via Luigi Fuccia, nei pressi del canile. A fare la tragica scoperta è stato un passante. Si aspetta l’arrivo della Polizia Scientifica e del magistrato di turno. Il volto del cadavere è sfigurato. Sul posto anche un ambulanza.

 Gustavo Gentile

Cronache della Campania@2018

La tragedia di Cardito, i vicini: ‘Abbiamo sentito le grida’. Folla in lacrime sotto la casa dei bimbi

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Una folla di curiosi si e’ radunata in via Marconi a Cardito dove all’interno di un’abitazione, posta in un vecchio stabile, e’ stato ritrovato morto un bambino di 7 anni. In tanti in lacrime si chiedono cosa sia potuto accadere. Dolore e stupore anche per la notizia del ferimento della sorellina ricoverata all’ospedale pediatrico Santobono di Napoli. Nell’abitazione ci sono ancora gli agenti della Squadra Mobile e del locale commissariato per i rilievi. Le cause di quanto accaduto sono ancora da chiarire. Qualcuno riferisce di avere udito delle grida poco prima che scattasse l’allarme.-La bimba di 8 anni – secondo quanto si apprende da fonti dell’ospedale pediatrico Santobono di Napoli – non ha traumi agli organi interni e la Tac al cranio non ha evidenziato problemi particolari. Ma ha il volto completamente tumefatto e tra i medici c’e’ chi dice di essersi trovato di fronte a una situazione forse senza precedenti. Illesa un’altra sorellina di 4 anni. La polizia, fa sapere la Questura di Napoli, è intervenuta dopo una segnalazione di una lite in famiglia arrivata ai carabinieri ma la dinamica dei fatti è ancora da accertare. In casa c’erano la madre dei bambini e il suo compagno. Poliziotti e magistrato stanno ascoltando la madre dei piccoli, una 30enne napoletana, e il compagno di quest’ultima, Tony Sessoubti Badre, 24 anni, nato in Italia da genitori tunisini. Il bambino morto e’ stato trovato dagli agenti adagiato su un divano nell’appartamento di via Marconi dove e’ avvenuto il fatto e sulle cause del decesso non c’e’ ancora certezza. Ascoltata anche la piccola ricoverata al Santobono di Napoli. La donna aveva avuto i figli dal compagno precedente. Sia la donna che l’uomo sono stati portati prima in commissariato e poi negli uffici della Squadra Mobile di Napoli in Questura.Sul luogo della tragedia di Cardito  si e’ recato anche il sindaco Giuseppe Cirillo. Per coordinare le indagini e’ arrivato il sostituto procuratore della Repubblica di Napoli Nord.

Cronache della Campania@2018

Tragedia di Cardito, la bimba ricoverata al Santobono con trauma facciale e contusioni da percosse

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Alle 15,30 di oggi e’ giunta al pronto soccorso dell’ospedale Santobono di Napoli la piccola, 7 anni, “affetta da trauma cranio-facciale e contusioni multiple per il corpo da percosse”. E’ scritto nel bollettino dell’ospedale pediatrico Santobono di Napoli dove e’ ricoverata la sorella del bimbo trovato morto in casa a Cardito. “Allo stato la piccola – e’ scritto – non e’ in pericolo di vita, e’ ricoverata nel reparto di degenza di Neurochirugia. La piccola e’ vigile e cosciente, non ha deficit motori e le indagini praticate non hanno evidenziato lesioni d’organo. Tuttavia, le condizioni cliniche e psicologiche impongono un continuo monitoraggio delle funzioni vitali da parte del personale di reparto”. Domani mattina verra’ emesso un nuovo bollettino medico. “Sono sconvolto, non si puo’ morire cosi'”. Lo ha detto il sindaco di Cardito , Giuseppe Cirillo, lasciando l’abitazione di via Marconi, 70 dove nel pomeriggio di oggi e’ morto un bimbo di 7 anni in circostanze ancora tutte da chiarire. “Queste cose le vedi in tv ma quando capitano sulla tua pelle non riesci a capacitartene”, ha aggiunto il sindaco precisando che la famiglia non era seguita dai servizi sociali perche’ fino a questo momento non c’erano stati mai problemi. Il sindaco ha detto di conoscere la famiglia dell’uomo che, benche’ di origini straniere, era da tempo residente a Cardito. “La mamma dei bimbi non la conoscevo perche’ veniva da un altro paese della zona”, ha proseguito il sindaco. “Ora lasciamo lavorare gli inquirenti ma provo tanto dolore per quanto accaduto”, ha concluso allontanandosi con gli occhi lucidi.

Cronache della Campania@2018

Napoli, ubriachi irrompono in chiesa durante la messa: ‘Dateci i soldi’

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Napoli. Due persone, un italiano ed un migrante africano, hanno fatto irruzione nella chiesa di San Ferdinando, nella centralissima Piazza Trieste e Trento, a Napoli, pochi minuti prima dell’inizio della Messa delle 18 seminando scompiglio tra i fedeli. L’italiano, di statura imponente ed in stato di alterazioni psichica, ha gridato ripetutamente “la Chiesa e’ dei poveri, dateci delle monete”. Alcuni dei presenti hanno cercato di fermarlo, ma lui si e’ diretto verso l’ altare continuando a gridare. Alcuni fedeli sono usciti dalla chiesa, tra insulti e minacce del migrante che aveva compreso le loro intenzioni, per chiedere aiuto. Intanto, per rabbonire l’uomo e consentire l’ inizio della Messa, qualcuno dei presenti gli ha porto delle monete. A questo punto i due si sono allontanati rapidamente prima dell’arrivo di una pattuglia della Polizia Municipale e di una pattuglia dei Carabinieri in direzione della vicina Galleria Umberto I. “Non e’ la prima volta che la Messa viene disturbata da ubriachi, drogati e questuanti molto aggressivi entrano in chiesa durante le celebrazioni”, racconta uno dei presenti. “La Galleria Umberto I e’ un luogo di raccolta di barboni, alcuni dei quali sono spesso ubriachi. Nessuno interviene, forse si aspetta che accada qualcosa di grave”.

Cronache della Campania@2018

Cardito, il bimbo ucciso a colpi di scopa: il racconto choc della sorellina ai medici del Santobono

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Sarebbe stato colpito con una scopa alla testa il bambino di 7 anni trovato morto nell’appartamento di Cardito dove viveva con la madre 30enne e il compagno 24enne di lei, la sorellina di 8 anni, anche lei rimasta ferita, e un’altra bimba di 4, fortunatamente illesa. Anche la piccola ricoverata al Santobono è stata aggredita con la scopa. La bambina  non sa ancora che il fratellino è deceduto. Agli agenti di polizia ha raccontato che il compagno della mamma si sarebbe accanito contro di lei e il fratellino con una scopa, a più riprese e non in un unico momento di follia, tra ieri notte e questa mattina, per poi uscire di casa e fare ritorno più tardi. La madre avrebbe spiegato agli inquirenti di non essere presente al momento delle aggressioni. L’uomo al momento è in stato di fermo. Si tratta di Tony Sessoubti Badre, 24 anni, nato in Italia da genitori tunisini e da anni vivono a Cardito. Lei invece è una donna di 31 anni di Sorrento separata dal marito pure lui di Sorrento e con il quale ha avuto i due figli (quello ucciso e la bambina ferita). Una terza bimba figlia dell’unione tra la donna e il giovane tunisino che ha quattro anni non è stata colpita dalla furia dell’uomo. La piccola rimasta ferita ha comunicato con i medici dell’ospedale pediatrico Santobono di Napoli riferendo anche informazioni che serviranno a ricostruire la dinamica dell’episodio, la bimba di 7 anni ricoverata per contusioni da percosse e il cui fratellino è stato trovato morto nella loro abitazione a Cardito. La bimba è arrivata in codice rosso al pronto soccorso del Santobono con un trauma cranio-facciale e contusioni multiple da percosse in più parti del corpo. Ora le sue condizioni sono migliorate ed è ricoverata in Neurochirurgia. La bimba, ignara di quanto avvenuto al fratello, sarà ora presa in carico da un team di psicologi che la seguiranno nel corso della degenza.
Agli occhi dei soccorritori si e’ presentata una scena straziante. Il bimbo di 7 anni aveva il volto tumefatto. La sorellina, di un anno piu’ grande, poco distante, anche lei ferita con evidenti segni di percosse. Nella stessa abitazione una terza bimba di 4, rimasta per fortuna illesa. Ad allertare i Carabinieri e’ stata una telefonata fatta da qualcuno che avrebbe sentito le urla dei bambini. E cosi’ le indagini si sono subito indirizzate sulla pista della lite in famiglia.. Una famiglia tranquilla, cosi’ dicono i vicini, che fino ad oggi non aveva mai fatto parlare di se’. Qualcuno pero’ sussurra che tra loro due ci sarebbe stato nella giornata di ieri qualche screzio: ma cose di poco conto, viene riferito. All’interno dell’appartamento sono andati avanti per tutto il pomeriggio i rilievi della Polizia scientifica. Le indagini, coordinate dalla Procura di Napoli Nord, puntano a ricostruire quanto e’ accaduto e per questo gli agenti stanno ascoltando negli uffici del locale commissariato di Polizia sia la donna che l’uomo che di professione fa l’ambulante ed e’ conosciuto a Cardito. Gli inquirenti vogliono ricostruire cosa abbia fatto quest’ultimo nella mattinata. La donna, distrutta dal dolore, si dispera e non riesce a capire il perche’ di quanto successo. Alle 18.30 circa la donna è stata portata dagli agenti di polizia in commissariato ad Afragola per essere ascoltata sulla sua versione dei fatti. Alcune donne presenti in strada e residenti vicino al palazzo hanno offeso pesantemente la 30enne nel breve tratto tra l’abitazione dove si è consumata la tragedia e la Fiat Punto grigia in cui è stata fatta salire. “Nella giornata della memoria, quando tutti quanti noi dovevamo riflettere sulle atrocità perpetrate dal genere umano nel secolo scorso, la serenità della nostra comunità è stata squarciata da una notizia a dir poco sconvolgente. La vita di un bambino carditese è stata interrotta questo pomeriggio per un motivo sicuramente futile rispetto all’importanza di una vita umana, a maggior ragione al cospetto di quella di un bambino”. Così il sindaco di Cardito, Giuseppe Cirillo, commentando quanto accaduto in un’abitazione di via Marconi. Un’altra bimba, di 4 anni, è rimasta fortunatamente illesa. “Da domani – fa sapere Cirillo – mi metterò al lavoro e insieme all’amministrazione tutta attiveremo tutte le misure che la legge ci consente. Insieme al settore Politiche sociali agiremo affinché i due bambini superstiti non si sentano soli e abbandonati”.

Cronache della Campania@2018

Castellammare, morto il pentito Francesco Belviso, accusatore dell’imprenditore Greco

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Castellammare. E’ morto in una località protetta a causa di una grave malattia il pentito di camorra Francesco Belviso, cognata di Teresa Martone, vedova del defunto padrino Michele D’Alessandro e padre di Salvatore il primo collaboratore di”famiglia” della potente cosca di Scanzano. Francesco Belviso detto Ciccio o’ mister per i suoi trascorsi giovanili calcistici e di allenatore di calcio era stato uno dei grandi accusatori della camorra stabiese. Grazie alle sue dichiarazioni si era fatto luce su molti episodi delittuosi della camorra stabiese. Le sue dichiarazioni hanno anche contribuito a fare arrestare il noto imprenditore stabiese Adolfo Greco nell’ambito dell’inchiesta Olimpo soprattuto in merito al mega affare della Cirio.

Cronache della Campania@2018


Cardito: ‘È stato Tony, l’amico di mamma ci picchia sempre’, Noemi ha inchiodato l’orco

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“È stato Tony, l’amico di mamma ci picchia sempre”. La piccola Noemi, 8 anni, ha parlato con i medici e una psicologa dell’ospedale Santobono di Napoli dove è ricoverata da ieri pomeriggio. Ha ripetuto: “Ci ha picchiati Tony, ha cominciato da ieri, a me e al mio fratellino. Poi è andato via”. Le sue condizioni non sono gravi: ha lesioni in tutto il corpo ma ha reagito bene, almeno all’apparenza alla tragedia. Non sa ancora che il suo fratellino Giuseppe è morto. I medici in giornata dirameranno un nuovo bollettino medico. L’amico della mamma, Tony Sessoubti Badre, 24 anni, nato in Italia da genitori tunisini, che abitano a Crispano, è stato portato in carcere in nottata dopo diverse ore di interrogatorio davanti agli agenti della squadra mobile di Napoli e al magistrato. Paola Izzo, della Procura di Napoli Nord diretta da Francesco Greco. E’ accusato di omicidio volontario aggravato. Anche  la donna, madre dei tre bambini,  Valentina Caso, 30 anni, originaria della costiera sorrentina, è stata interrogata a lungo. I due hanno fornito versioni contrastanti in un primo momento. Poi davanti alle evidenze dei fatti e soprattutto grazie al racconto della piccola Noemi sono stati costretti ad ammettere. Valentina in un primo momento aveva detto di non essere presente in casa al momento della brutale aggressione da parte di Tony e quando sarebbe arrivata in casa il suo compagno le avrebbe detto che i bimbi erano caduto per le scale. Poi ha ammesso: “Tony sembrava un diavolo. Ho cercato di fermarlo, ma non ci sono riuscita”. E così Tony dopo aver cerato di convincere gli investigatori che si sarebbe trattato di un incidente e incalzato dalle domande ha spiegato in modo confuso: “forse l’ho colpito con un calcio, una mazza di legno…non so bene”. In nottata è stato trasferito in carcere in attesa della convalida che dovrebbe avvenire al massimo entro domani. Tony aveva dei piccoli precedenti penali per reati contro il patrimonio ma soprattutto aveva problemi di alcolismo che potrebbero aver determinato quei suoi momenti di follia. Anche i suoi genitori, entrambi tunisini li avevano avuti. La madre tra il 2010 e il 2013, è stata in cura e grazie all’aiuto del comune è guarita. E anche suo padre aveva problemi con l’alcol: è morto senza riuscire a imbarcarsi per l’Africa come avrebbe voluto.
Il provvedimento di fermo nei confronti del giovan italo-tunisino é stato firmato alle 5.22 di questa mattina dopo un interrogatorio lunghissimo. Tony Essobdi Bedra, 24 anni, nato ad Acerra da padre tunisino e madre italiana, non ha chiarito dinamica e movente di questa violenza domestica, così come, secondo quanto si è appreso, nemmeno da Valentina Caso, la madre trentenne delle due piccole vittime, sono arrivati elementi tali da permettere una ricostruzione di un pomeriggio di violenze, culminato con l’allarme dei vicini per una lite in famiglia che ha portato una volante del commissariato di Afragola ad arrivare nell’appartamento e a scoprire il corpo del bambino riverso sul divano. Personale del 118 ha poi portato la sorellina ferita all’ospedale pediatrico, dove e’ stata sottoposta a tac non ha mostrato lesioni agli organi interni. Proprio dalla bimba sono arrivati i primi elementi per per portare il 24enne e la sua compagna in questura. Essobdi Bedra ha piccoli precedenti di polizia per per scippo e droga. La coppia viveva a Cardito con i due figli che la donna aveva avuto da una precedente relazione e un figlio di 4 anni, illeso. L’uono avrebbe ucciso il figlio della compagna e ferito la figlia picchiandoli con una scopa e prendendoli a pugni. Saranno gli esami autoptico e accertamenti della Scientifica a fornire ulteriori elementi di indagine.

Cronache della Campania@2018

Istituti per il recupero dei minori in odore di camorra: sequestrati pc e documenti ‘interessanti’ dopo le perquisizioni

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Istituti per il recupero dei minori in odore di camorra: sequestrati pc e documenti ‘interessanti’ dopo le perquisizioni. Adesso è tutto nelle mani della Dda il materiale sequestrato nei giorni scorsi durante le perquisizioni effettuate a Casagiove, Santa Maria Capua Vetere e Casapesenna nell’ambito dell’inchiesta per concorso esterno in associazione mafiosa e riciclaggio che ha messo nel mirino le cooperative che gestiscono i ragazzini che commettono reati e che, per tale motivo, vengono allontanati dalle famiglie“. Quello che adesso la Dda dovrà verificare è un elemento: come sia possibile che persone legate al clan dei Casalesi da rapporti familiari possano aver potuto gestire istituti per ragazzini minorenni per conto del ministero.

Gustavo Gentile

Cronache della Campania@2018

Salerno, trovata con 9 chilogrammi di droga in casa: arrestata 29enne del centro storico

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L’intensificazione dei servizi di prevenzione e repressione disposti dal Questore di Salerno, tesi al contrasto del traffico di stupefacenti in città, hanno portato all’arresto in flagranza di P.C., di anni 29, abitante nel centro storico del comune capoluogo. L’attività, che ha portato all’arresto della donna, è frutto delle operazioni di controllo e monitoraggio dei poliziotti della Squadra Mobile, estese a tutti i quartieri cittadini, ed in particolare a quelli ove il fenomeno dello spaccio di stupefacenti desta maggiore preoccupazione. Proprio in virtù di suddette attività, segnatamente di quelle svolte nella zona del centro storico, ad esito di una perquisizione locale eseguita nei confronti della persona poi arrestata, il personale della Polizia di Stato della Squadra Mobile della Questura di Salerno poneva in sequestro stupefacente del tipo hashish suddiviso in 9 distinte confezioni per un peso complessivo di circa 9 chilogrammi e due diverse confezioni di marijuana per un peso complessivo superiore al mezzo chilo. L’ingente quantitativo di sostanza stupefacente posta in sequestro, dava dunque conto dell’illecita attività posta in essere da P.C. che veniva arrestata e rinchiusa nel carcere di Fuorni.

Cronache della Campania@2018

Bambino morto a Cardito, sarà lutto cittadino il giorno dei funerali

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Cardito. “Proclamero’ il lutto cittadino nel giorno dei funerali e tutta la comunita’ di Cardito sara’ la famiglia dei due fratellini della vittima”. Lo ha detto il sindaco di Cardito, Giuseppe Cirillo, che anche questa mattina si e’ recato nello stabile dove un bimbo di 7 anni e’ morto per le percosse subite. Per la morte e’ stato fermato nella notte scorsa dalla polizia un giovane di 24 anni, cittadino italiano figlio di un marocchino, compagno della mamma della vittima. La data dei funerali non e’ stata ancora fissata. Il sindaco e’ ancora sconvolto: “Conosco il ragazzo fermato e la sua famiglia. Sono persone tranquille”. Ma d’ora in poi “la nostra attenzione sara’ per gli altri due bimbi. Insieme al Settore Politiche sociali agiremo affinché i due bambini superstiti non si sentano soli e abbandonati. Con la speranza che tale vicenda possa presto divetare solo un tristissimo ricordo, cercheremo di andare avanti con un dolore in più nel cuore. Che la terra ti sia lieve piccolo mio”.

Cronache della Campania@2018

Cardito, Don Maurizio Patriciello: “Sono sconvolto, è orrore allo stato puro”

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Siamo sconvolti, è orrore allo stato puro”. Così don Maurizio Patriciello, parroco del Parco verde di Caivano (Napoli), descrive i propri sentimenti commentando la notizia dell’omicidio del bimbo di 7 anni avvenuto nel vicino comune di Cardito, in via Marconi, a soli 3 km dalla sua parrocchia. Don Patriciello spiega di conoscere la madre di Tony, il 24enne figlio di padre tunisino e madre italiana sottoposto a fermo per omicidio volontario aggravato. Parlando con l’Adnkronos, padre Maurizio mette subito in guardia sulla “nazionalità” del fermato: “Ha il cognome tunisino – spiega – ma è italianissimo. Suo padre era tunisino ma è scomparso da tanti anni. Purtroppo sono bastati il suo nome e cognome per allertare subito un certo tipo di persone, ho letto anche su Facebook commenti spiacevoli. Ma d’altra parte, quando il male ci fa così male, si resta sbigottiti”. Don Maurizio Patriciello si dice “sconvolto” dalla notizia: “Conosco la mamma e il fratellino piccolo del ragazzo, è una famiglia povera con problemi economici. Un mio confratello a Crispano si è preso cura di loro, li ha aiutati. Il fratello piccolo è un bambino splendido, educato buono. Quando arrivano notizie del genere si resta sgomenti, ci sono tante domande che restano inevase. Resta il mistero grande del male”, conclude.

Cronache della Campania@2018

Pozzuoli. Minaccia di morte l’ex moglie: arrestato

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Pozzuoli. E’ andato a casa della ex moglie e l’ha minaccia di morte. Arrestato dai carabinieri, l’uomo aveva anche due proiettili e uno sfollagente. In manette un 29enne di Pozzuoli, gia’ noto alle forze dell’ordine, resosi responsabile di atti persecutori aggravati e di detenzione illegale di munizioni per arma da fuoco. Sotto l’influenza dell’alcol l’uomo ha scaraventato una bottiglia verso la finestra dell’abitazione della ex moglie, una 26enne del luogo, per poi minacciarla di morte.

Cronache della Campania@2018

Investito e ridotto in fin di vita dopo una lite al bar: arrestati due giovani

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In data odierna, all’esito di una indagine diretta dalla Procura della Repubblica di Santa
Maria Capua Vetere, i Carabinieri della Stazione di Marcianise hanno dato esecuzione
all’ordinanza applicativa della misura della custodia cautelare in carcere, emessa dal GIP del
Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, nei confronti di dine persone indagate, R.G. (ci. 74) e
R.G. (ci. 99), ritenuti responsabili del reato concorso in tentato omicidio. L’attività d’indagine trae origine da un incidente stradale, apparentemente accidentale, avvenuto a Capodrise in via Retella, che ha visto coinvolto un giovane, B.F.J., a bordo di un motociclo. Sin dagli accertamenti effettuati nell’immediatezza e dalle prime risultanze investigative emergevano alcune anomalie nella dinamica del sinistro, in conseguenza del quale il giovane conducente riportava lesioni molto gravi, tanto da versare per qualche giorno in stato di coma farmacologico. Ebbene, risvegliatosi dal coma, il ragazzo riferiva ai congiunti prima ed ai militari operanti poi, che la dinamica del sinistro stradale che lo aveva visto coinvolto era tutt’altro che accidentale, essendo, per contro, riconducibile ad un’azione dolosa degli indagati, con i quali, poco prima aveva avuto una lite in Caserta, in seguito alla quale i predetti, a bordo di un’autovettura, speronavano il motoveicolo a bordo del quale viaggiava la persona offesa.
In particolare, la vittima riferiva che nella serata tra il 20 ed il 21 Ottobre 2018 si trovava
insieme ad alcuni suoi amici per trascorrere la serata in Piazza Dante del Comune di Caserta,
luogo solitamente molto affollato e ritrovo dei giovani casertani. Mentre stava consumando una bevanda in un bar, la sua attenzione veniva attirata da una rissa innescatasi poco distante da lui, durante la quale uno dei suoi amici era stato ferito con un pugno al volto da uno degli indagati. Il giovane prendendo le sue difese si scagliava contro l’aggressore del suo amico e colpendolo al capo con una bottiglia. Accortosi tuttavia di essere in minoranza, in quanto in loco era presente anche l’altro indagato, padre del primo, che aveva assunto fin da subito un contegno minaccioso e vendicativo nei confronti del ragazzo, si dava alla ruga a bordo del suo motociclo per timore di azioni ritorsive. Ebbene, la versione dei fatti riferita dal ragazzo, appena si era svegliato dal coma, è stata riscontrata dalle ulteriori risultanze investigative emerse grazie ali’espletamento di diverse attività di indagine, consistite nell’escussione di numerose persone informate sui fatti, nell’acquisizione delle immagini riprese dai sistemi di videosorveglianza installati nei pressi dei luoghi in cui si sono verificati i fatti per cui si procede, nonché nelle attività di intercettazione ambientale. Previa richiesta della Procura della Repubblica, l’Ufficio GIP presso questo Tribunale applicava, quindi, ad entrambi gli indagati la misura cautelare della custodia in carcere in ordine al delitto di tentato omicidio, avendo riconosciuto la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza – avendo gli stessi, dapprima, inseguito a forte velocità la vittima che viaggiava a bordo del motoveicolo, intimandogli più volte di fermarsi per “fare i conti”, per poi speronarlo e facendolo così rovinare a terra, dove lo lasciavano riverso in gravi condizioni, senza prestargli soccorso -, nonché alla sussistenza di esigenze cautelari.

Cronache della Campania@2018


Napoli, Arturo, la madre commenta le motivazioni delle condanne: ‘Fu accoltellato perché una persona normale’

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Napoli. “E’ stato il fatto che avesse una casa, qualcuno che lo aspettava, e un progetto di studio da portare avanti, in una parola e’ stata la sua ‘insopportabile’ normalita’, a far scattare l’aggressione: la rabbia sociale e la frustrazione di cui questi quattro ragazzi sono portatori e’ veramente incredibile”. Cosi’, Marisa Iavarone, madre di Arturo, il ragazzo accoltellato il 18 dicembre del 2017 in via Foria, a Napoli, commenta le motivazioni con le quali i giudici del Tribunale dei Minori di Napoli hanno spiegato la sentenza emessa agli inizi dello scorso novembre a carico di tre giovanissimi imputati (per il quarto non si e’ proceduto in quanto non imputabile, ndr) a cui sono stati inflitti nove anni e tre mesi di reclusione. L’avvocato Elena Coccia, legale della signora Iavarone, ha ricordato che i giudici hanno voluto sottolineare che quel tragico giorno il branco era sceso in strada per accoltellare qualcuno: “E’ stato un gesto del tutto volontario e predeterminato, un gesto che avrebbe potuto determinare un esito ancora piu’ nefasto”. Anche l’avvocato Coccia, come Maria Iavarone, e’ madre di un ragazzo vittima di bullismo che, per fortuna, non ha avuto la stessa sorte di Arturo. “Le motivazioni della sentenza – aggiunge Marisa Iavarone – non mi lasciano per niente sorpresa. Anzi sono stata tra i primi, e da madre ne sono profondamente certa, a fornire queste spiegazioni. In quella breve interazione di ‘aggancio’ – spiega Iavarone – che Arturo ebbe con loro, mi ha sempre riferito che quei 4 ragazzi dopo il tentativo di portarselo da qualche parte, hanno cominciato ad insultarlo e ad inveire contro di lui. A quel punto Arturo ha provato a scrollarseli di dosso dicendo loro che doveva tornare a casa, che lo stavamo aspettando e che doveva tornare a studiare. Tre motivi insopportabili per quei quattro balordi, tre ragioni che restituivano loro la rappresentazione plastica di quanto Arturo fosse profondamente distante da loro: un ragazzo normale che aveva un luogo nel quale tornare qualcuno che lo attendeva ed un progetto di studio da realizzare”. “Questi tre motivi – secondo la madre di Arturo – hanno prodotto nella loro testa un black out di lucidita’ che ha dato l’innesco, il segnale della battaglia per scatenare l’inferno e l’inferno di li’ a pochi attimi sarebbe stato”. “Ringrazio in ogni caso la Procura per il lavoro attento di analisi svolto, per il rigore nella valutazione degli atti processuali costruito grazie al lavoro minuzioso degli inquirenti della questura di Napoli”, conclude Marisa Iavarone che, infine, rivolge un pensiero a quanto e’ avvenuto ieri a Cardito, in Provincia di Napoli: “Si puo’ morire di botte a sette anni? Puo’ la violenza cieca ed efferata non risparmiare neanche lo sguardo di un bambino che implora pieta’? Serve l’impegno di tutti contro ogni forma di violenza”.

Cronache della Campania@2018

Bimbo ucciso a Cardito, il primario del Santobono: ‘Raccapriccianti le ferite sulla sorella’

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“Lavoro in pronto soccorso pediatrico da trent’anni, pensavo di averle viste tutte ma quello che ho visto ieri e’ la scena piu’ raccapricciante a cui ho mai assistito”. Cosi’ Vincenzo Tipo, primario del Pronto occorso del Santobono di Napoli racconta ai giornalisti le cure alla bimba di 7 anni rimasta ferita nella tragedia familiare a Cardito, in cui e’ rimasto ucciso il suo fratellino. “La bambina – spiega Tipo – aveva il volto tumefatto ma soprattutto sangue sul cuoio capelluto, tutte ferite compatibili con l’ipotesi di percosse. In particolare – dice ancora il primario del Santobono – il sangue sulla testa ci ha fatto sospettare lesioni interne e quindi abbiamo sottoposto la bimba a tac e radiografie. In due ore abbiamo svolto tutte le analisi che ci hanno rassicurato sul fatto che si trattasse solo di ferite superficiali, che non avevano leso organi interni”. La bimba “era in stato di choc emotivo – continua il primario – non parlava e anche questo ci aveva preoccupato, invece si trattava solo di uno stato momentaneo”. Dopo le analisi la piccola e’ stata trasferita con una diagnosi di trauma cranico nel reparto di neurochirurgia, dove si trova tutt’ora, piantonata dalle forze dell’ordine. Al momento non risulta che parenti si siano presentati all’ospedale. “Ieri sera – spiega Tipo – si e’ presentata una sedicente zia della bimba, che e’ stata poi allontanata e interrogata dalla polizia”. Intanto  sono in miglioramento le condizioni della bambina ricoverata ieri in gravi condizioni nell’ospedale pediatrico Santobono dopo la tragedia familiare che ha visto l’uccisione del fratellino e il fermo per omicidio di Tony Sessoubdti Badre, 24 anni, compagno della madre dei piccoli. “La minore – si legge nel bollettino dell’ospedale – e’ attualmente ricoverata nel Reparto di Neurochirurgia in stanza singola sotto sorveglianza della Pubblica Sicurezza. La piccola e’ cosciente, in buone condizioni generali ed appare serena nel suo comportamento, supportata dal Personale Medico e Paramedico. Presenta contusioni e tumefazioni multiple al volto e al corpo. Gli esami diagnostici hanno escluso lesioni cerebrali e degli organi interni. E’ stata instaurata terapia antibiotica di copertura e le condizioni cliniche sono in miglioramento”.

Cronache della Campania@2018

Castellammare, ai domiciliari e poi ai servizi sociali il noto hacker Carmine Guerriero

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Castellammare. Torna a Moscarella, da sempre il suo quartier generale, Carmine Guerriero, considerato l’hacker più pericoloso ed abile d’Europa, nonché truffatore e falsario dotato di indiscutibili e superiori abilità tecniche. Arrestato nel dicembre del 2016 per associazione a delinquere finalizzata alla spendita di moneta falsa, utilizzo indebito di carte di credito e falsificazione di documenti: aveva messo in subbuglio la polizia di mezza Europa, che non era riuscita ad arrestarlo, mentre in Italia si era arrivati a lui solo a seguito di “ collaborazione”da parte di un soggetto terzo. Condannato a 5 anni di carcere per aver fatto girare in Europa, con l’aiuto di altri soggetti ( da qui l’imputazione di associazione a delinquere) milioni di euro falsi, nonché documenti e carte di credito, è stato detenuto per circa 9 mesi presso il carcere di Poggioreale e per un anno agli arresti domiciliari in Umbria. A seguito di richiesta del proprio difensore di fiducia, la penalista stabiese Olga Coda, è riuscito ad ottenere il trasferimento proprio a Moscarella, lì dove tutto era cominciato. E per lui, oggi, dopo nemmeno due anni, si prospetta la concreta possibilità di un rapido reinserimento con l’affidamento ai servizi sociali.

Cronache della Campania@2018

Associazione Nazionale Forense Salerno a sostegno degli avvocati

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Si è svolta nel week-end presso la Corte d’Appello di Salerno la cerimonia d’inaugurazione dell’Anno Giudiziario 2019. Diverse le Associazioni che hanno preso parte all’evento e che hanno fatto sentire il proprio pensiero, tra queste anche l’Associazione Nazionale Forense che ha puntato l’attenzione sulla figura dell’avvocato che nel recente passato è stata oggetto di alcune critiche: “Soltanto attraverso la reale collaborazione tra tutti gli operatori del diritto si potrà garantire un servizio efficiente e quindi dignità alle persone. Proprio seguendo questo iter è avvenuta la sottoscrizione del protocollo di udienza sia per la Corte di Appello che per il Tribunale civile, risultato di un lavoro di squadra fra le associazioni esistenti nel nostro Foro e l’imprescindibile dialogo con la Magistratura – ha detto nel suo intervento Francesca Di Renna segretario del Sindacato Forense di Salerno -. Sfortunatamente, però, in alcuni casi si tende ad accantonare le finalità principali della funzione dell’Avvocatura, tutelare quindi i diritti dei cittadini, preferendo uno sterile e inutile contrasto proprio come accaduto nel corso delle ultime elezioni del Consiglio degli Ordini in cui si è andato contro anche la sentenza della Suprema Corte. Ma nonostante questo l’Associazione Nazionale Forense, sede di Salerno, continuerà a impegnarsi con la passione di sempre per il miglioramento del sistema giustizia”.

Cronache della Campania@2018

Picchia madre, sorella e nonno. Arrestato trentunenne

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I Carabinieri della Stazione di Villaricca hanno arrestato un esagitato 31enne del posto già noto alle forze dell’ordine che ha maltrattato e aggredito la madre, la sorella e il nonno. A seguito di richiesta al 112 i militari dell’Arma sono intervenuti in via Siani ove era avvenuta una violenta lite domestica scoppiata per futili motivi e nel corso della quale il 31enne aveva aggredito la madre 58enne, la sorella 28enne e il nonno di 90 anni. Bloccato, è stato portato in caserma. I successivi approfondimenti hanno fatto emergere che non era nuovo a queste condotte violente e che negli ultimi mesi si era reso responsabile di vari episodi di maltrattamento nei confronti dei familiari. Le vittime sono ricorse a cure mediche all’ospedale di Giugliano. Sono state riscontrate “contusioni multiple e stato d’ansia” con prognosi di 7 giorni per la madre, 3 per la sorella e 5 per il nonno. L’arrestato attende il rito direttissimo.

Cronache della Campania@2018

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