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Carcere e diritti dei detenuti sul palco di Forcella: nella Biblioteca “Annalisa Durante” sabato 23 febbraio debutta il “Capocella”

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Il mondo carcerario arriva a Forcella e lo fa attraverso il palcoscenico. L’appuntamento è per sabato 23 febbraio, a partire dalle ore 10.30, a Piazza Forcella, in via Vicaria Vecchia 23. Nella struttura dove ha sede la Biblioteca «Annalisa Durante» si svolgerà lo spettacolo «Il Capocella», tratto dal romanzo di Vincenzo Russo, autore della drammaturgia del testo, la cui regia è affidata a Costantino Punzo. L’arte dunque come spunto di riflessione sul carcere. Intorno al tema dei detenuti e dei loro diritti discuteranno, prima della messinscena, rappresentanti delle istituzioni e dell’associazionismo: il deputato Paolo Siani; il consigliere regionale Gianluca Daniele; l’assessore alla Cultura del Comune di Napoli Gaetano Daniele; il sindaco di San Giorgio a Cremano Giorgio Zinno; il responsabile dell’Osservatorio Carcere dell’Unione Camere Penali Italiane Riccardo Polidoro; la direttrice del carcere di Poggioreale Maria Luisa Palma; Il direttore del carcere minorile di Nitida Gianluca Guida; il direttore della Pastorale carceraria don Franco Esposito; il presidente dell’associazione «Annalisa Durante» Giuseppe Perna; il presidente dell’associazione «Gioco di squadra» onlus Carmela Esposito; l’attivista per i diritti dei detenuti Pietro Ioia.
Interpreti dello spettacolo: Peppe Carosella, Flavio D’Alma, Emanuele Iovino (che è anche assistente alla regia), Carlo Paoletti, Melania Pellino, Francesco Rivieccio. Scenografia di Ilaria Lieto con il supporto di Ciro Punzo, ricerche musicali di Gaetano Riccio, tecnico luci e audio Simone Somma. «È un onore per me che tanti seri e bravi professionisti si siano interessati al romanzo. Il nostro principale obiettivo è di emozionare e invitare al dialogo su un tema così importante», dichiara Russo.

LA STORIA
La storia racconta le sfortunate vicende criminali di Claudio, costretto a delinquere in seguito a un’adolescenza difficile e a un impossibile inserimento nel mondo del lavoro, fino al momento in cui la sua vita s’interseca a quella di Teodoro, un Capocella, termine con il quale si è soliti definire, in gergo carcerario, il detenuto con più anzianità detentiva in quella cella. Claudio e Teodoro però sono anche accomunati dalla consapevolezza di essere due persone in realtà estranee al malaffare, finite nel carcere di Poggioreale solo a causa di particolari circostanze fortuite. Anche per questo, tra i due nel tempo nasce un sincero rapporto di amicizia e affetto, per cui il Capocella sarà in grado di cambiare in meglio la vita di Claudio.

Cronache della Campania@2018


Nuova stazione di Scampia, scale mobili ancora ferme e illuminazione esterna assente

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“Nonostante la nuova stazione di Scampia sia stata inaugurata da un paio di mesi non sono state ancora attivate le scale mobili. I viaggiatori sono costretti a muoversi attraverso le scalinate. Abbiamo sollecitato l’Eav per attivarle quanto prima”. Lo riferiscono il consigliere regionale dei Verdi Francesco Emilio Borrelli e il consigliere comunale del Sole che Ride Marco Gaudini. “Allo stesso modo abbiamo reso noto al Comune di Napoli che lo spiazzo esterno alla stazione è ancora privo di illuminazione. Questo lo rende pericoloso per i viaggiatori durante le ore notturne. L’assenza di luci, infatti, potrebbe portare i passanti ad inciampare. Attendiamo che venga attivata l’illuminazione così come la vicina fermata dell’Anm che, nonostante le indicazioni della segnaletica orizzontale, non è ancora operativa. Chi arriva in metro e deve prendere l’autobus, infatti, è costretto a servirsi dell’altra fermata, distante un centinaio di metri”, concludono Borrelli e Gaudini.

Cronache della Campania@2018

Napoli, vergogna in via Duomo, la strada dei musei ridotta ad una discarica a cielo aperto

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“Le condizioni in cui versa via Duomo sono indegne e vergognose. La strada dei musei, percorsa ogni giorno da migliaia di turisti e napoletani, è ridotta ad una discarica a cielo aperto”. Lo denunciano il consigliere regionale dei Verdi Francesco Emilio Borrelli, il consigliere comunale del Sole che Ride Marco Gaudini e il responsabile ambiente del Sole che Ride Enzo Vasquez. “Al di là dello scempio dei rifiuti ammassati in prossimità dei cassonetti stracolmi – affermano Borrelli e Vasquez -, restiamo sconcertati dinanzi alle condizioni dei marciapiedi, occupati da materassi, spazzatura e addirittura resti di mobilio. Comprendiamo le difficoltà dei mezzi di raccolta ad accedere all’area a causa del restringimento dovuto alla presenza di un cantiere ma non è accettabile che una strada sia lasciata in queste condizioni. Abbiamo allertato l’Asia per risolvere la situazione. I cassonetti devono essere svuotati e la spazzatura in strada deve essere eliminata così da restituire decoro ad uno dei luoghi più suggestivi del centro storico”.

Cronache della Campania@2018

Vomero: nuovi cestini stradali. Mancano ancora le panchine

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” Dopo l’installazione in via Scarlatti, oggi i nuovi cestini stradali per la raccolta dei rifiuti, dotati di posacenere, sono stati installati anche in via Luca Giordano, sempre al Vomero “. A darne notizia è Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari, che da tempo si batte per il miglioramento dell’arredo urbano nei quartieri del Vomero e dell’Arenella, a partire proprio dai tratti pedonalizzati di via Scarlatti e di via Luca Giordano.”Si tratta di cestini, utilizzati anche come veicolo pubblicitario e dotati di un codice QR, che consente, utilizzando uno smartphone con relativa applicazione, di collegarsi a pagine pubblicitarie, dove possono leggersi notizie storiche della strada dove è posizionato il contenitore – sottolinea Capodanno -. Ci auguriamo solo che, a differenza di quanto accaduto in passato, i nuovi cestini siano sottoposti alle normali attività di manutenzione e all’immediato svuotamento non appena ricolmi “. “Uno degli obiettivi dei nuovi cestini – aggiunge Capodanno – è certamente quello di combattere la cattiva abitudine, che purtroppo persiste, di buttare le cicche delle sigarette a terra. Difatti, nonostante l’entrata in vigore, dal 2 febbraio del 2016, della legge 28 dicembre 2015, n. 221, contenente disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell’uso eccessivo di risorse naturali, la quale all’art. 40 stabilisce che ogni Comune deve provvedere a “installare nelle strade, nei parchi e nei luoghi di alta aggregazione sociale appositi raccoglitori per la raccolta dei mozziconi dei prodotti da fumo”, mentre tocca a produttori e ministero dell’Ambiente attuare campagne di informazione per “sensibilizzare i consumatori sulle conseguenze nocive per l’ambiente derivanti dall’abbandono dei mozziconi”, al Vomero nulla fino ad oggi al riguardo è cambiato. Di conseguenza carreggiate e marciapiedi continuano a essere invasi da mozziconi di sigarette “.

Eppure – puntualizza Capodanno – la legge in questione prevede multe fino a 300 euro per chi getta le cicche di sigarette per terra. Ma non sappiamo, in quanto non risulta che siano stati pubblicizzati i relativi dati, se fino a oggi, a distanza di oltre tre anni dall’entrata in vigore della legge, siano state elevate contravvenzioni ai trasgressori e in che misura e quantità. L’unica certezza, come si può facilmente riscontrare de visu, è che la situazione, per quanto riguarda la presenza delle cicche, non è per nulla cambiata, rispetto a quando tale normativa non era ancora in vigore “.

on l’occasione Capodanno rinnova l’invito all’amministrazione comunale di estendere il posizionamento dei nuovi cestini anche nelle altre strade e piazze dell’area collinare nonché a ripristinare le numerose panchine che, tempo addietro, scomparvero in alcune strade del Vomero, con particolare riferimento al tratto pedonalizzato di via Scarlatti, come testimoniato dai ferri d’ancoraggio, ancora presenti sulla pavimentazione.

Cronache della Campania@2018

Scafati, l’avvocato annuncia di voler rinunciare alla difesa e l’ex sindaco Aliberti minaccia il suicidio via social

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Ha annunciato il suicidio su Facebook postando la foto delle medicine che avrebbe preso ed è stato trasportato in ospedale dai familiari. Non è in pericolo di vita, Pasquale Aliberti, l’ex sindaco di Scafati sotto processo per scambio di voto politico-mafioso che oggi pomeriggio, poco dopo la fine dell’udienza del processo che si sta celebrando a suo carico al Tribunale di Nocera, ha pubblicato un post ‘plateale’ nel quale ha annunciato: ‘L’unica soluzione è farla finita’. Secondo quanto accertato dai carabinieri del Reparto Territoriale di Nocera Inferiore, Aliberti è stato trasportato all’ospedale Umberto I di Nocera Inferiore dai familiari per aver ingerito una dose non terapeutica di farmaci, le sue condizioni non sono preoccupanti, i medici lo hanno tenuto in osservazione e hanno avviato l’iter per fornirgli un supporto psicologico attraverso l’Asl. Lo scorso anno vi era stato un analogo episodio quando era detenuto agli arresti domiciliari a Roccaraso, allora – secondo quanto riscontrato dagli inquirenti – Aliberti avrebbe usato quel ‘malessere’ per cercare una via d’uscita al regime degli arresti domiciliari. Oggi pomeriggio, a ‘scatenare’ il plateale post che in poco tempo è stato visto da amici e familiari, è stata l’udienza che si è celebrata in mattinata al Tribunale di Nocera Inferiore. Tant’è che nel suo post Aliberti accenna proprio ad un episodio accaduto durante il processo: protagonista il suo avvocato, Silverio Sica.
In aula c’erano altri due testi dell’accusa: Domenico Gramazio di cui è stata acquisita la deposizione e Filippo Sansone, ex amministratore delegato di Scafati Sviluppo, la società che avrebbe dovuto reindustrializzare l’area ex Copmes, sentito in merito ad una deposizione resa dinanzi al pm della Dda Vincenzo Montemurro nel maggio del 2017. Nel corso del controesame di Sansone l’avvocato difensore di Pasquale Aliberti, Silverio Sica, ha espressamente paventato l’eventualità che il testimone fu sottoposto, durante quell’interrogatorio, a pressioni da parte del pm. Secondo la difesa ci fu cambio di atteggiamento tra la prima parte dell’interrogatorio e la seconda, iniziata dopo 10 minuti di pausa. Il difensore di Aliberti ha espressamente sostenuto che la procura fece pressioni sul testimone. Sansone fu interrogato dal sostituto procuratore Vincenzo Montemurro, lo stesso che ha condotto oggi l’interrogatorio del teste. Il dubbio, paventato dall’avvocato Sica, sulla regolarità della condotta del magistrato ha spinto il pm, alla fine dell’udienza a chiedere la trasmissione degli atti al suo ufficio per valutare ipotesi di reato nei confronti del legale.
Nel corso delle precedenti udienze, la pubblica accusa aveva chiesto altre trasmissioni di atti al suo ufficio, sempre per valutare la condotta dello stesso avvocato che aveva fatto pesanti affermazioni e messo in dubbio la veridicità delle dichiarazioni di alcuni dei testimoni dell’accusa rese in udienza dinanzi ai giudici del Tribunale di Nocera Inferiore.
E oggi la situazione si è ripetuta. A fine udienza, l’avvocato Sica ha messo a verbale una sua dichiarazione sostenendo che le richieste di trasmissione degli atti della Procura ledono l’esercizio di difesa e dunque ha paventato l’ipotesi di voler lasciare la difesa dell’imputato Aliberti.
Questo episodio ha dato il ‘la’ al post pubblicato da Aliberti qualche ora dopo nel quale, esprimendo solidarietà al suo avvocato, ha ribadito la sua innocenza e lanciando messaggi neanche troppo velati ha chiesto che i suoi familiari lo aiutino a far emergere la verità. Aliberti fa intendere di essere un perseguitato. Sostiene di essere ‘crollato’ e affida il compito di far emergere la verità ai suoi familiari. Insomma un vero e proprio post di ‘addio’ accompagnato dalla foto di tre flaconcini di due tipi di medicinali per curare l’insonnia. Il messaggio sui social ha allarmato i familiari che lo hanno accompagnato in ospedale dove i medici non hanno ritenuto che il paziente fosse in pericolo di vita e lo hanno tenuto per qualche ora sotto osservazione.
Aliberti, fino a qualche mese fa ai domiciliari a Praia a Mare, nella sua casa di vacanza è libero con restrizioni: divieto di dimora a Scafati e nei comuni limitrofi. Attualmente domiciliato a Nocera Superiore, nonostante il processo in corso e il provvedimento di incandidabilità, Aliberti continua a fare esternazioni e commenti politici sui social, uno dei suoi mezzi di comunicazione preferito. Scafati è a pochi mesi dalle elezioni dopo il commissariamento per lo scioglimento decretato dal ministero per infiltrazioni malavitose, partiti e movimenti cercano di trovare un aspirante sindaco che possa riportare questa città alla normalità dopo l’amministrazione Aliberti finita nel mirino dell’antimafia per i suoi legami ‘pericolosi’ e malavitosi e dopo un periodo di commissariamento straordinario che certamente non è riuscito a riportare ordine e serenità in una città già martoriata.
A scandire la campagna elettorale che si apprestano ad affrontare i politici locali sarà anche il processo all’ex sindaco Aliberti, imputato per scambio di voto politico mafioso, insieme alla moglie e consigliere regionale Monica Paolino, al fratello Nello Maurizio, all’ex consigliere comunale Roberto Barchiesi, all’ex vice presidente dell’Acse Ciro Petrucci, allo staffista dell’ex primo cittadino, Giovanni Cozzolino e ad Andrea Ridosso, fratello di Luigi ritenuto uno dei capi dell’omonimo clan. L’episodio di oggi pomeriggio, ha fatto passare in secondo piano il processo e la testimonianza di Filippo Sansone, uno dei testi più insidiosi per il ruolo avuto nell’amministrazione Aliberti e per le sue conoscenze con Ciro Petrucci e gli esponenti del clan Ridosso, in particolare Luigi Ridosso, che si rivolsero a lui per chiedergli una consulenza per la creazione di una società di comodo con la quale avrebbero dovuto partecipare ad appalti pubblici. Sansone, indagato in un procedimento connesso, era assistito in aula dal suo avvocato di fiducia Paride Annunziata.
La prossima udienza è fissata per il 20 marzo saranno sentiti l’ex presidente del Consiglio Pasquale Coppola, già convocato per oggi ma giustificato per ragioni di salute, e i due collaboratori di giustizia Pasquale e Alfonso Loreto, padre e figlio.

Cronache della Campania@2018

Promette posti di lavoro negli ospedali, truffatrice smascherata da ‘Striscia’

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Promette posti di lavoro negli ospedali, truffatrice smascherata da ‘Striscia la Notizia’. Promesse di assunzione a destra e a manca come operatori di mensa negli ospedali casertani dietro la richiesta di soldi, 93 euro, per un certificato Hccp risultato poi falso. Una truffa ‘virale’ messa in atto da una signora smascherata da ‘Striscia la notizia’ in un bar del litorale domizio, a Castel Volturno.
Il servizio di Luca Abete evidenzia infatti la vastità del raggiro, con 300-400 persone che si sono fidato della signora dietro la promessa di essere assunte tra l’ospedale ‘Moscati’ di Aversa e la clinica ‘Pinetra Grande’ di Castel Volturno.

 Gustavo Gentile

Cronache della Campania@2018

Il clan Sequino aveva anche un suo sito di scommesse on line. Il pizzo e gli spari contro il Punto Snai

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“Pasquale Amodio membro del clan Sequino, addetto alla gestione delle scommesse on-line. Faccio presente che Pasquale Amodio realizzò un sito clandestino di scommesse sulle partite di calcio e su altri eventi sportivi che veniva imposto alle varie agenzie di scommesse esistenti nella Sanità. Se ricordo bene, il Commissariato San Carlo Arena ha svolto degli accertamenti su tale sito clandestino”. E’ l’11 giugno dello scorso anno quando il neo pentito Pasquale Pandolfi elemento di spicco del clan Vastarella, scampato due volte alla morte spiega ai magistrati della Dda  parte dei segreti dei clan del rione Sanità. E spiega come il clan Sequino, ai quali i Vastarella erano stati alleati fino all’agosto del 2016, imponevano il pizzo alle agenzie di scommesse  del quartiere. In molti casi gli affiliati effettuavano delle giocate a debito fino a 700 euro e se perdevano naturalmente non pagavano, se vincevano invece non solo incassavano la vincita ma non lasciavano in cassa neanche la parte della cifra giocata. Anche Gianni Gianni Sequino per un certo periodo aveva gestito una agenzia di scommesse poi era stata chiusa dai carabinieri. Nell’inchiesta sul clan che l’altro giorno ha portato in carcere 24 tra capi e affiliati dei clan Sequino, Vastarella e Savarese figura anche un troncone dedicato appunto al pizzo sulle agenzie di scommesse e che ha determinato una seconda ordinanza cautelare che ha colpito Pasquale Amodio, Gennaro Passaretti detto “Genny ’o cecato”, Giovanni Sequino “Gianni Gianni”, Alexander Babalyan, detto “’o polacco” per le sue origini; Pasquale Cunzi, “Lino”; Ciro Esposito “’o macall”; Nunzio Giuliano; Enrico La Salvia detto “Zepechegno”; Salvatore Pellecchia, “Dudù”. Il gruppo oltre ad imporre le giocate a debito e l’utilizzo del sito on line realizzato da Amodio chiedeva il pizzo di 500 euro ogni mese a tutti. Fino a quando qualcuno non si è ribellato. E c’è stato anche chi ha ricevuto la ‘sgradita visita’ dei pistoleri del clan che ha fatto fuoco contro le saracinesche come dimostra il video allegato e che è stato consegnato ai carabinieri che hanno effettuato le indagini.

Rosaria Federico
3.continua

Cronache della Campania@2018

Camorra a Napoli, nella relazione della Dia le preoccupazioni sull’area Orientalie sul centro città

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A Napoli, in particolare nei quartieri orientali e del centro, si sono registrate tensioni e derive scissionistiche interne ai gruppi, scaturiti dall’arresto di esponenti di vertice ed dal conseguente deficit di leadership che hanno alimentato la conflittualità tra i capi emergenti, in competizione per il controllo delle piazze di spaccio e del racket estorsivo.

Area Centrale – quartieri Avvocata, San Lorenzo/Vicaria, Vasto Arenaccia, San Carlo Arena/Stella, Mercato/Pendino, Poggioreale, Montecalvario, Chiaia/San Ferdinando/ Posillipo

Una situazione di fermento è in atto, da tempo, nei quartieri Forcella – Maddalena – Duchesca, di notevole inte- resse criminale per i traffici di droga, le estorsioni, la contraffazione commerciale ed il contrabbando. Nell’area, storicamente sotto l’egemonia del clan MAZZARELLA, originario del quartiere San Giovanni a Teduccio, è in atto, dal marzo 2013, una vera e propria guerra di camorra tra il suddetto gruppo e formazioni in continua evolu- zione. Gli scontri hanno provocato numerosi omicidi, pericolosissimi conflitti a fuoco tra i vicoli di Forcella e scorribande di giovani armati, autori di numerose “stese”. Ai MAZZARELLA si è opposto, infatti, il cartello for- mato dalle famiglie GIULIANO-SIBILLO-AMIRANTE-BRUNETTI, appoggiato dal clan RINALDI, originario dello stesso quartiere dei MAZZARELLA ed interessato a scalzare quest’ultimo gruppo dalla zona. Il cartello, noto come la c.d. “paranza dei bambini”, è attualmente in difficoltà operativa367, con conseguente vantaggio per il clanMAZZARELLA368. Le difficoltà sono dovute all’esecuzione di misure cautelari, ad omicidi di affiliati, ma anche a contrasti tra gli stessi gruppi che lo compongono (i SIBILLO avrebbero stretto accordi con il clan CONTINI, mentre i GIULIANO sarebbero appoggiati dai RINALDI) e a divisioni che hanno interessato la stessa famigliaGIULIANO, egemone a Forcella fino all’adesione al programma di collaborazione con la giustizia intrapreso da alcuni elementi di vertice369. I GIULIANO si sarebbero ulteriormente spaccati. Da tale divisione avrebbe tratto vantaggio il sodalizio VICORITO-DE MARTINO, dedito alla gestione dello spaccio di stupefacenti nella zona del Borgo Sant’Antonio370. Quest’ultimo gruppo sarebbe composto da ex affiliati agli stessi GIULIANO, collegato ope- rativamente ad una delle due fazioni dei GIULIANO, al gruppo CONTINI ed al sodalizio RICCI-SALTALAMAC- CHIA e contrapposto al clan MAZZARELLA.

Si è registrato un tentativo di ripresa del sodalizio FERRAIUOLO, legato da vincoli di parentela con gli AMI- RANTE: i FERRAIUOLO, in declino dopo il pentimento di uno degli elementi di vertice, potrebbero attualmente contare sulla guida del fratello, scarcerato a marzo 2018, che si sarebbe avvicinato alla famiglia MAZZARELLA, guadagnandosi il controllo della zona della Maddalena. Alle tensioni tra i FERRAIUOLO ed il gruppo VICO- RITO-DE MARTINO371 sarebbe da ricondurre il ferimento, del 6 giugno, di un affiliato al clan FERRAIUOLO.

Nella zona Mercato e nelle “Case Nuove” è operativo il gruppo CALDARELLI (che per anni ha rappresentato nell’area anche gli interessi criminali della famiglia MAZZARELLA), risultato attivo, tra l’altro, nel settore della contraffazione e distribuzione di capi di abbigliamento attraverso le “bancarelle” della Maddalena. Determinato a spodestare anche da questa zona i MAZZARELLA, il clan RINALDI ha cercato l’appoggio del gruppo CALDA- RELLI ed il clima di scontro che si registra tanto in quest’area, quanto a Forcella, è reso evidente da una serie di sparatorie ed attentati che hanno coinvolto affiliati ai gruppi RINALDI, MAZZARELLA e CARDARELLI. L’e- voluzione dei fatti più recenti fa ritenere che il clan CALDARELLI stia rivedendo la sua posizione, riavvicinandosi al vecchio alleato373.

Nell’area che comprende i quartieri Vasto, Arenaccia, Ferrovia, il rione Amicizia, il rione Luzzatti, borgo Sant’An- tonio Abate ed il rione Sant’Alfonso, la gestione delle attività illecite è sotto il controllo del clan CONTINI, da sempre legato alle famiglie LICCIARDI e MALLARDO ed in contrasto con il gruppo MAZZARELLA. Il sodalizio, grazie alla presenza sul territorio di esponenti di rango e di un gran numero di affiliati, è riuscito a mantenere il predominio criminale sull’area di influenza, nonostante il lungo stato di detenzione del capo clan.

Numerose indagini hanno attestato gli stretti legami tra il sodalizio ed alcuni imprenditori, che si sono prestati ad intestarsi beni e attività economiche, in realtà riconducibili al sodalizio CONTINI. Al riguardo, l’operazione “Black  Bet”, condotta dalla DIA di Napoli, ha coinvolto 3 fratelli imprenditori (attivi nella commercializzazione di giocattoli, nel settore delle scommesse e nell’attività di ristorazione), le mogli di due di loro ed un prestanome, accusati di intestazione fittizia di beni, aggravata dall’agevolazione dei clan CONTINI e SARNO377. Contestual- mente, è stato eseguito il sequestro di magazzini, negozi e ristoranti a Napoli e nel casertano.

Non si sottraggono a dinamiche di tensione i Quartieri Spagnoli, dove si sono verificati alcuni episodi di esplo- sione di colpi d’arma da fuoco contro le saracinesche di attività commerciali. Nell’area sono presenti numerosiclan, alcuni dei quali in difficoltà operative a causa dello stato di detenzione di affiliati di spicco, come nel caso del gruppo TERRACCIANO.

Nella zona, altri sodalizi avrebbero invece avuto nuova linfa, come lo storico clan MARIANO, che a seguito delle recenti scarcerazioni (da ultimo quella del capo clan, tornato in libertà il 17 aprile 2018) potrebbe mirare a propositi di riorganizzazione del gruppo.

Anche il cartello RICCI-SALTALAMACCHIA-ESPOSITO, in conflitto con i MARIANO per il controllo dello spac- cio di droga e delle estorsioni378, avrebbe arruolato nuove leve, tra cui i componenti della famiglia FARELLI, inde- bolita dagli arresti effettuati il 30 gennaio 2018379. Dall’indagine è emerso che quest’ultimo gruppo, gestito dadonne di mafia, controllava un vasto sistema di usura, che avrebbe prodotto un giro di affari di circa 20.000 euro al mese. I FARELLI, giovandosi del vuoto di potere creatosi nel corso degli anni nei Quartieri Spagnoli e in ac- cordo con il sodalizio ELIA, aveva assunto il controllo di quattro piazze di spaccio (ai Quartieri Spagnoli e al Pal- lonetto di Santa Lucia), utilizzate giorno e notte per la vendita di cocaina.

Nell’ambito del citato cartello, il gruppo SALTALAMACCHIA, al quale si sono affiliati esuli del clan GIULIANO in disaccordo con la gestione del loro capo, ha stretto accordi con i SIBILLO della zona dei Decumani ed i BRU- NETTI della zona del Vasto, rivelando mire espansionistiche nelle limitrofe aree del Cavone, della Pignaseccca, del rione Montesanto e della zona Porto380, controllate da gruppi locali.

Nella c.d. “zona delle Chianche” risultano operativi i gruppi MASIELLO (famiglia storicamente intranea al clan MARIANO) – MAZZANTI.
Nel territorio del Cavone, la presenza dei vertici del gruppo LEPRE381 rappresenta un ostacolo ai tentativi di insediamento da parte del clan SALTALAMACCHIA.

Nell’area compresa tra Piazza Mazzini, via Salvator Rosa ed in parte di Corso Vittorio Emanuele, la gestione delle attività illecite, prevalentemente spaccio di stupefacenti ed estorsioni, è appannaggio della famiglia FER- RIGNO383, collegata all’asse SALTALAMACCHIA-SIBILLO-BRUNETTI.

Gli scenari criminali nel quartiere Sanità appaiono significativamente trasformati anche a seguito dalla faida, av- viata nel 2017, tra i gruppi, in passato alleati, VASTARELLA (egemone nella zona delle Fontanelle) e SEQUINO (stanziato in via Santa Maria Antesaecula). Gli arresti del 3 marzo 2018, di esponenti del sodalizio VASTARELLA, tra cui il capo clan384, hanno ulteriormente destabilizzato gli equilibri, facendo registrare l’attuale supremazia dei SEQUINO, legati all’altra storica famiglia della zona dei SAVARESE. Gli arresti hanno indebolito anche il clanGENIDONI-SPINA-ESPOSITO, in passato scontratosi con i VASTARELLA.

Nella zona c.d. dei Miracoli è operativo anche il gruppo MAURO, collegato ai VASTARELLA. Per quanto attiene alla citata famiglia SAVARESE, insediata nella zona dei Cristallini e legata anche ai GENIDONI-SPINA-ESPOSITO, seppur non si registrino particolari episodi che ne documentino l’operatività, non può ritenersi esclusa dalle di- namiche criminali, potendo contare sulla presenza di elementi apicali sul territorio.

A San Ferdinando operano i sodalizi PICCIRILLO/FRIZZIERO e CIRELLA (zona di Mergellina-Torretta), STRAZ- ZULLO (vicoli della Riviera di Chiaia), INNOCENTI (salita Vetriera). Nel mese di maggio 2018, uno dei capi delclan FRIZZIERO è stato scarcerato; il successivo mese di aprile un altro esponente di spicco della famiglia, latitante, è stato, invece, localizzato e tratto in arresto. I gruppi in questione, legati al clan CALONE di Posillipo, sono dediti prevalentemente ad attività di spaccio di stupefacenti, in particolare cocaina, ed alle estorsioni.

L’area di Chiaia è stata teatro di numerosi episodi riferibili a scontri tra gruppi di giovani, alcuni dei quali pro- venienti dalle periferie del capoluogo, che si consumano a ridosso dei luoghi del divertimento notturno, indicativi di una violenza metropolitana diffusa.

Nella zona del Pallonetto a Santa Lucia, dopo gli arresti che, nel 2017, hanno decapitato lo storico gruppo ELIA, ha acquisito nuovi spazi il clan MAZZARELLA, che vi opera tramite la famiglia DI MEGLIO.

Cronache della Campania@2018


Bimba abusata dai suoi familiari: sarà sentita dal magistrato

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Il sostituto procuratore Cosentino ha richiesto l’incidente probatorio a gip dopo che il Riesame ha confermato l’impianto accusatorio nell’ambito di un’inchiesta che vede una famiglia accusata di violenza sessuale nei confronti di una minore che all’età di cinque anni fu costretta a subire abusi. Gli episodi sono avvenuti in un piccolo comune del Salernitano. In totale le persone indagate nell’ambito del procedimento sono quattro. Il padre, la madre della piccola, il fratellastro con la moglie. Tutti sono accusati di violenza sessuale di gruppo nei confronti della bambina che oggi ha 10 anni. L’inchiesta ha portato all’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti del padre, un 60enne netturbino e gli altri tre indagati ai domiciliari. La minore sarebbe stata costretta a vivere in condizioni pessime, ad accudire la sorella minore e a subire abusi sessuali. A far scattare l’inchiesta la confidenza della bambina ad una vicina di casa. Ora, in caso di accoglimento della richiesta del sostituto procuratore, la bambina dovrà ripercorrere quei momenti bui. Le dichiarazioni saranno allegate agli atti del processo.

Cronache della Campania@2018

Barista ubriaco travolse e uccise anziano: definitiva la condanna a 6 anni di carcere

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La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso presentato dai legali di Biagio Annunziata, il barista 33enne di San Marzano sul Sarno colpevole di omicidio stradale. Gli ermellini rendono esecutiva e definitiva la condanna a sei anni e quattro mesi di reclusione per aver investito numerose persone provocando la morte di una. I fatti si verificarono la notte del 12 novembre del 2016 in via Napoli. Il 33enne stava facendo rientro a casa dopo aver lavorato in un bar a Nocera Inferiore. Con la sua auto travolse cinque persone tra cui due carabinieri sul posto per un intervento. Poco prima infatti due ragazzi avevano urtato una macchina in sosta e avevano chiamato i militari dell’arma per risalire al proprietario che era Giuseppe De Prisco, il 74enne scese in strada e mentre veniva identificato e verbalizzata la circostanza dai militari l’auto di Annunziata travolse tutti. Il 74enne morì sul colpo, il figlio Giovanni riportò danni permanenti, la moglie del 74enne alcune ferite, per uno dei due carabinieri, invece, fu necessario intervento chirurgico. Le indagini accertarono che il 33enne prima di mettersi alla guida aveva bevuto. Annunziata dichiarò agli inquirenti di non ricordare nulla e di non aver visto i militari che intimavano di rallentare. Dagli accertamenti è emerso che il 33ennne aveva un tasso alcolico di 2,33 g/l. Secondo i giudici Biagio Annunziata avrebbe dovuto prevedere che guidare in stato di ebrezza gli avrebbe comportato “l’esposizione a rischio di persone e beni”.

Cronache della Campania@2018

Operaio di Pompei morto in fabbrica: per la Doria ‘vale’ solo 350 euro. La famiglia: ‘Offerta vile’

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Morì in fabbrica schiacciato da una macchina da lavoro. Lo scorso 15 feb­braio ha preso il via dinanzi ai giudici del Tribunale di Nocera Inferiore (G.U. Caporale Gabriella) il procedi­mento penale che vede coinvolti, da un lato, gli eredi del giovane operaio Fabiano Mazzetti , dece­duto il 17 ottobre 2016 dopo essere stato schiacciato all’interno del “pallettizzatore” presente negli stabilimenti della società La Doria di Fi­sciano; dall’altro, i dirigenti della predetta società coinvolti a vario titolo per omissioni nell’esercizio delle loro mansioni. L’udienza è stata rinviata al fine di trovare un bonario accordo. La convenuta società e il suo amministratore Andrea Ferraioli, seppur dichiara­tisi non responsabili dell’evento, hanno espresso la volontà di tran­sigere la vertenza offrendo una somma a titolo di risarcimento pari a  350.000,00 euro; offerta non ritenuta congrua, anzi addirittura “vile” dai legali degli eredi del Mazzetti, in considerazione della gio­vane età della vittima, appena ventenne. Gli stessi legali hanno in­fatti quantificato in circa tre milioni di euro il risarcimento del danno parentale, tanatologico e catastrofale.

Cronache della Campania@2018

Sequestrati 1, 5 milioni di capi di abbigliamento falsi: 14 arresti tra Campania e Lazio

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I finanzieri del comando provinciale di Roma, coordinati dalla Procura della Repubblica – Direzione distrettuale antimafia, sin dalle prime ore della giornata hanno eseguito, nella Capitale e nelle province di Napoli, Pescara e Brescia, 14 misure restrittive della libertà personale nei confronti di un’associazione per delinquere finalizzata alla distribuzione e commercializzazione di capi ed accessori di abbigliamento contraffatti, mentre altri due soggetti destinatari di provvedimento sono attualmente all’estero. Il sodalizio criminale, organizzato in forma imprenditoriale, monitorato dai finanzieri del gruppo di Fiumicino, produceva tutte le “parti di prodotto” (etichette, bottoni, lampo, fibbie e pendagli) le quali venivano applicate sui capi ed accessori di abbigliamento che, una volta ultimati, erano venduti al dettaglio all’interno del cosiddetto “mercato parallelo” su gran parte del territorio nazionale in particolare in Lombardia, Campania, Abruzzo e Lazio. Gli articoli venivano contraffatti grazie all’utilizzo di macchinari professionali con all’interno matrici in grado di imprimere marchi con le stesse caratteristiche dei modelli originali, tanto da ingannare anche i consumatori dall’occhio più esperto. Le Fiamme gialle di Fiumicino hanno complessivamente sequestrato oltre 1.500.000 di pezzi tra capi di abbigliamento e materiale necessario per il confezionamento, 5 macchinari e plotter e 25 clichè in ferro riproducenti, tra gli altri, i marchi Gucci, Adidas, Nike, Louis Vuitton, Michael Kors, evitando cosi’ che l’illecita merce potesse invadere il mercato nero nazionale. Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Roma, hanno permesso di fare piena luce sui singoli ruoli dei soggetti impegnati nella filiera del falso, anche grazie ad indagini di natura tecnica, pedinamenti ed attività di osservazione. Gli articoli sequestrati, qualora immessi in commercio, avrebbero fruttato all’organizzazione oltre tre milioni di euro. In particolare, i promotori del gruppo criminale vendevano i capi d’abbigliamento ad un prezzo non inferiore ai 30 euro ciascuno, incrementando di gran lunga l’illecito utile dell’associazione. L’operazione, che ha visto la partecipazione di circa 50 finanzieri, si inserisce nel più ampio dispositivo operativo a contrasto della contraffazione marchi predisposto e coordinato dal comando provinciale di Roma. (Rer) NNNN

Cronache della Campania@2018

Dubai, la Babilonia dei miliardari italiani e dei latitanti in fuga. Niente tasse, ville faraoniche e lusso sfrenato

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Dubai, la Babilonia dei miliardari italiani e dei latitanti in fuga. Niente tasse, ville faraoniche e lusso sfrenato. Sono otto i latitanti italiani “ufficiali”. A Dubai. Dai trafficanti di cocaina della camorra, Gaetano Schettino e Raffaele Imperiale, ad Andrea Nocera, nei guai per una bancarotta fraudolenta. Dal cognato dell’ex leader di An Gianfranco Finì, Giancarlo Tulliani, accusato di riciclaggio, all’imprenditore di un nobile casato, Alberico Cetti Serbelloni, accusato di una evasione fiscale da un miliardo di euro. Ma c’è anche l’ex parlamentare reggino Amedeo Matacena, condannato per collusioni con la ‘Ndrangheta.

Gustavo Gentile

Cronache della Campania@2018

Salerno, accoltella padre e figlio durante una lite: arrestato pregiudicato

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Nella serata di ieri 20 febbraio, gli agenti della Polizia di Stato della Squadra Mobile di Salerno – Sezione Criminalità Diffusa – “Falchi”, hanno arrestato D.N.C., trentaduenne pregiudicato salernitano, per tentato omicidio e lesioni aggravate nei confronti di due persone.
Nel transitare in viale Gramsci a Salerno, gli operatori notavano una violenta lite in atto. Prontamente intervenuti, provvedevano a bloccare rapidamente le persone coinvolte senza dargli la possibilità di sottrarsi al fermo, constatando che uno di questi sanguinava vistosamente dal petto. I primi accertamenti permettevano di acclarare che le persone ferite A.F. di anni 61 e A.D. di anni 32, rispettivamente padre e figlio, erano stati attinti da diversi fendenti sferrati dall’uomo con cui stavano avendo la lite. I successivi esami svolti presso il locale nosocomio permettevano di accertare che A.F. era stato attinto da sette fendenti, di cui uno al petto, uno alla nuca, uno alla coscia e quattro al torace mentre il figlio, invece, era stato attinto da un fendente al volto altezza orecchio sinistro e tre al torace. I predetti, in accettazione con codice giallo, venivano dimessi contro il parere dei sanitari con prognosi di giorni quindici. Pertanto, dopo gli accertamenti di rito, l’aggressore veniva dichiarato in stato di arresto per i reati sopra indicati e su disposizione dell’Autorità Giudiziaria veniva rinchiuso presso la casa circondariale di Salerno – Fuorni..

Cronache della Campania@2018

Napoli, false fatture sui lavori pubblici in città: sette arresti. I NOMI

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Il gip del Tribunale di Napoli su richiesta della Procura ha firmato sette ordinanze cautelari per frode fiscale e false fatturazioni in relazione ad alcune tranche dei lavori di via Marina a Napoli. L’indagine del nucleo di polizia economico finanziaria della Finanza ha permesso di smascherare una frode sui finanziamenti comunitari relativi all’appalto degli interventi dell’asse costiero della città. Il sistema faceva ottenere finanziamenti comunitari e nazionali per la realizzazione delle opere per le quali il Comune di Napoli che ha investito oltre 20 milioni di euro. Le società destinatarie dei fondi emettevano false fatturazioni che avevano come oggetto l’acquisto di materiale edile necessario alla realizzazione delle opere, peraltro ancora incompiute. Agli arresti domiciliari sono finiti Pasquale Ferrara, Mariano Ferrara, Umberto Ianniello, Vincenzo Ianniello, Vincenzo Boccanfuso, Gaetano Milano e Achille Prospero. Secondo quanto accertato dagli inquirenti, alcune società fornitrici emettevano fatture false alle ditte del consorzio che aveva ottenuto l’appalto. Queste aziende consorziate, a loro volta, fatturavano queste spese fasulle al Comune di Napoli che poi liquidava la società capogruppo Cesved.

Cronache della Campania@2018


Coca purissima, 113mila euro in contanti, preziosi e un revolver nascosti nel vano segreto in salotto: due arresti

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Nascondeva in casa 1,525 chili di cocaina di cui uno di coca pura, 113mila euro in contanti, due revolver rubati a Benevento e Caserta, entrambi carichi, un Rolex, un orologio con diamanti e gioielli d’oro. Era tutto nascosto a Castello di Cisterna nella parete del salotto di Francesco Corvino, detto “gne gne”, un 56enne già noto alle forze dell’ordine per reati in materia di droga nonché della compagna, una 36enne incensurata. Il vano segreto era stato realizzato nella parete del salotto; una parte di muro si apriva rimuovendo alcune piastrelle con una ventosa.  A suo interno i militari della Tenenza di Casalnuovo e della Stazione di Pomigliano d’ Arco hanno sequestrato la droga e le armi. Corvino, conosciuto come “gne’ gne'”, già denunciato in passato per reati in materia di droga, e la sua compagna, una donna di 36 anni, incensurata, sono stati arrestati per detenzione di droga a fini di spaccio, detenzione di armi e riciclaggio.

Cronache della Campania@2018

Napoli, troppo smog: domani stop alle auto dalle 9 alle 12,30 e dalle 14,30 alle 19,30

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Napoli. Troppo smog, il comune ordine lo stop alle auto.Domani stop alla circolazione veicolare sull’intero territorio cittadino dalle 9 alle 12,30 e dalle 14,30 alle 19,30. Lo prevede l’ordinanza sindacale emessa in considerazione dei bollettini quotidiani emessi dall’Agenzia per l’ambiente Arpa Campania della rete regionale di monitoraggio della qualità dell’aria che hanno indicato l’avvenuto superamento del limite per le Pm10 in due centraline. Esclusi dalle limitazioni la rete autostradale nei tratti ricadenti nel Comune di Napoli, il raccordo A1 Napoli-Roma, il raccordo A3 Napoli-Salerno, la strada regionale ex Ss 162 e il raccordo viale Fulco di Calabria. Restano valide le deroghe già previste in caso di stop per smog.

Cronache della Campania@2018

Truffe agli anziani: 17 colpi messi a segno a Roma, preso 40enne napoletano

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Si era trasferito in pianta stabile a Roma e dopo aver adocchiate gli anziani in strada spacciandosi per avvocato avrebbe commesso diverse truffe e alcuni furti in casa in diversi quartieri della Capitale, tra marzo e agosto. Per questo un 40enne é stato arrestato a Napoli dai carabinieri della stazione Quadraro e della Sezione di Polizia Giudiziaria presso il Tribunale di Roma. L’attività investigativa, coordinata dal pool antiviolenza, guidato dal Procuratore aggiunto Maria Monteleone, ha consentito di ricostruire tutti gli episodi. Dopo avere individuato le anziane vittime in strada fingeva di essere un avvocato incaricato della gestione di un risarcimento danni in favore di un loro congiunto, e che tuttavia, per sbloccare le procedure di liquidazione era necessario un preventivo versamento in contanti. Per rendere ancora più credibile la cosa veniva simulata una telefonata con un interlocutore che, fingendo di essere effettivamente il congiunto, convinceva gli anziani a dare il denaro al sedicente avvocato. L’uomo li accompagnava a casa dove oltre a farsi consegnare i soldi richiesti, rubava anche altro denaro lasciando alla vittima una busta che si rivelava poi vuota. In altri casi, le vittime sono state accompagnate fino alle banche o agli uffici postali per effettuare i prelievi. Sono 17 gli episodi finora accertati. Gli investigatori sono riusciti a risalire alla identità dell’uomo attraverso la descrizione fornita dalle vittime e la visione di filmati dei circuiti di video sorveglianza. L’arrestato si trova ora nel carcere di Napoli Poggioreale. Proprio per contrastare questo tipo di reati i carabinieri della compagnia Casilina stanno tenendo una serie di incontri con gli anziani dei quartieri della periferia sud-est della capitale, organizzati in collaborazione con i centri di aggregazione quali parrocchie e associazioni, fornendo informazioni utili e consigli su come evitare possibili truffe e raggiri.

Cronache della Campania@2018

Catturati a Londra due latitanti del clan Sequino del rione Sanità

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Catturati a Londra due latitanti del clan Sequino del rione Sanità. I carabinieri del nucleo investigativo del reparto operativo di Napoli, con il supporto della Quinta divisione si.re.ne del servizio cooperazione internazionale di polizia, hanno localizzato e tratto in arresto Sebastiano Capobianco, 26enne e Gennaro Esposito, 36enne, entrambi del rione Sanità e ritenuti affiliati al clan camorristico dei “Sequino”.
Nei loro confronti è stata data esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere per associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico e spaccio di stupefacenti con l’aggravante della finalità mafiosa, minaccia e ricettazione in forza della quale recentemente sono stati arrestati più di 30 affiliati al clan.
I 2 arrestati si trovano in un istituto penitenziario inglese in attesa della estradizione.

Cronache della Campania@2018

Scoperto con 10 chili di marijuana vicino all’Università di Fisciano: arrestato pregiudicato salernitano

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Nell’ambito di mirati servizi organizzati e ripetuti nel tempo per contrastare il traffico e lo spaccio di sostanze stupefacenti nella provincia salernitana, gli agenti della Polizia di Stato della Squadra Mobile – Sezione Antidroga, nella serata di ieri 20 febbraio, effettuavano un servizio di prevenzione e osservazione nella zona dell’Università degli Studi di Salerno a Fisciano. Verso le ore 18,30 gli investigatori intercettavano all’uscita autostradale di Fisciano un’autovettura con targa spagnola e con alla guida un soggetto, già noto agli investigatori come spacciatore di sostanze stupefacenti, il quale, non avvedutosi di essere pedinato dalla polizia, procedeva la marcia fino alla città di Fisciano, dove si fermava in una strada della zona residenziale, in prossimità di uno stabile per poi accedere a piedi nella zona sottostante l’edificio, all’interno di un garage di box condominiali. Gli operatori, allora, intervenivano nella suddetta area e trovavano il soggetto all’interno di un box, intento a frugare in un borsone in cordura di colore nero, dove erano celati 10 bustoni di cellophane trasparente contenenti quella che poi è risultata essere sostanza stupefacente di tipo marijuana, di diversa ed elevata qualità, per un peso complessivo di kg. 10,584. Dopo le formalità di rito, l’arrestato veniva associato presso la Casa Circondariale di Salerno – Fuorni, in attesa del giudizio di convalida, così come disposto dall’Autorità Giudiziaria.

Cronache della Campania@2018

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