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Channel: Cronaca – Cronache della Campania
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Uccisero il cognato del boss pentito Pasquale Galasso: ordinanza per i due killer

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I Carabinieri del Nucleo Investigativo di Torre Annunziata hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. del Tribunale di Napoli su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia nei confronti di Pasqualino Garofalo, 58enne di Eboli e Carmine Izzo, 47enne di Boscoreale, entrambi già detenuti, ritenuti mandanti ed esecutori di un efferato omicidio di camorra, quello di Fortunato Marano commesso a Poggiomarino il 29 Dicembre del 2001.
Le indagini si sono avvalse delle dichiarazioni di collaboratori di giustizia nonché correi degli arrestati che si sono autoaccusati di aver partecipato sia alla fase preparatoria dell’omicidio -studiando le abitudini della vittima e monitorandone i movimenti il giorno designato- che a quella esecutiva.
Gli investigatori hanno accertato, in particolare, che la mattina dell’omicidio, intorno alle ore 11:00, la vittima aveva raggiunto il mercato di Poggiomarino alla guida della sua Audi A2 per acquistare frutta e verdura: nel frattempo però era controllata a distanza dagli arrestati. Mentre risaliva a bordo della propria auto, infatti, era stata raggiunta dal commando -composto dai 2 arrestati- che gli aveva esploso a distanza ravvicinata un colpo di arma da fuoco in pieno viso.
Le attività investigative hanno permesso di accertare anche che l’omicidio di Fortunato Marano era stato pianificato da Pasqualino Garofalo -capo dell’omonimo clan operante a Poggiomarino- come vendetta trasversale per punire la collaborazione con la giustizia del capo clan Pasquale Galasso le cui dichiarazioni avevano coinvolto anche Garofalo e suo fratello Ciro nonché per affermare il proprio potere camorristico su Poggiomarino.
La vittima, cognato di Galasso, aveva rifiutato il piano di protezione continuando a vivere a Poggiomarino.
L’omicidio del 29 dicembre 2001 si collocava in una fase estremamente violenta caratterizzata da numerosi episodi di intimidazione con gesti eclatanti rivolti soprattutto a ex esponenti della N.C.O nonché verso “pentiti eccellenti” come il Galasso.

Cronache della Campania@2018


Napoli, recuperato il ‘kit’ per le stese nel territorio del clan Sequino

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Napoli.Un berretto imbottito per evitare le schegge dei colpi di pistola, ma anche giubbotti antiproiettile e cartucce: è quanto hanno trovato i carabinieri in via Sana Maria Antesecula, alla Sanità zona di affari del clan camorristico dei Sequino. Materiale che, secondo i militari, serviva per mettere in atto una ‘stesa’. Lunedì scorso il clan Sequino è stato colpito  duramente da un blitz che ha portato in carcere oltre 20 persone tra cui gli attuali reggenti della cosca vista la detenzione dei due fratelli Salvatore e Nicola Sequino. I carabinieri della stazione Stella hanno perquisito un condominio: in una mansarda di libero accesso e di uso comune, nascosto tra ciarpame, mobili vecchi e polvere, hanno trovato un berretto antischegge chiuso in una busta e 2 giubbetti antiproiettile tenuti in un’altra busta. Il berretto in origine era un normale cappellino da baseball ma e’ stato modificato imbottendolo con sacchettini di sabbia per renderlo resistente a schegge causate da eventuali colpi di arma. Trovate anche 12 cartucce cartucce calibro 9×21 e 8 calibro 7,65.

Cronache della Campania@2018

Alunna molestata a scuola dal bidello: arrivano i carabinieri

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Caserta. Mattinata di caos quella di ieri all’Istituto Mattei di Caserta. Una ragazza 14enne avrebbe confessato alla madre di aver subito avances e molestie sessuali da un bidello della scuola. La donna avrebbe quindi deciso di recarsi a scuola per capire chi fosse l’autore delle molestie. Il suo arrivo, tra urla e accuse, ha però scatenato il caos. Si è reso necessario l’intervento dei Carabinieri per cercare di riportare ordine. Al momento non ci sarebbero indagati, né una denuncia formale. La 14enne si è riservata dal presentare ufficialmente querela. Da una prima ricostruzione, sembra che un bidello della scuola abbia mostrato particolare interesse, non solo a parole, nei confronti della ragazza, che ha deciso di raccontare tutto alla madre. Ora si cercherà di ricostruire la situazione, accertando eventuali responsabilità.

 Gustavo Gentile

Cronache della Campania@2018

Napoli, aveva finto l’amore e poi l’aveva costretta a prostituirsi: arrestato 35enne di Mugnano

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Napoli. Gli agenti del Commissariato Ponticelli hanno arrestato L.T., di 35 anni, responsabile dei reati di maltrattamenti in famiglia, estorsione e sfruttamento della prostituzione. La relazione aveva origine da una chat tra il T. ed una giovane donna, con la quale è iniziata una relazione sentimentale. Una relazione tranquilla nei primi tempi, che si è trasformata ben presto in un incubo. La donna infatti ha cominciato a subire violenze fisiche, verbali e richieste di denaro sempre più onerose da parte dell’uomo. Non soddisfacendo la necessità di denaro, il T. si è registrato su un sito online che gli consentiva di programmare incontri tra la vittima e persone sconosciute, il cui compenso veniva sempre trattenuto dal malfattore. Stanotte i poliziotti hanno arrestato l’uomo in un appartamento di Mugnano. Nell’occasione hanno sequestrato un coltello a serramanico con il quale spesso minacciava la compagna. Ma pochi minuti prima gli agenti erano intervenuti in via Metamorfosi, dove hanno rintracciato la vittima, la quale presentava diversi segni di violenza sul corpo provocati dal 35enne, che ancora una volta aveva chiesto denaro.

Cronache della Campania@2018

Napoli, ristoratore aveva reagito alla rapina, picchiato e accoltellato: preso uno dei banditi

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Napoli. Gli agenti della VI Sezione Criminalità Diffusa della Squadra Mobile hanno eseguito un’Ordinanza di Custodia Cautelare agli arresti domiciliari emessa dall’Ufficio del GIP del Tribunale di Napoli nei confronti di Antonio Macor, di 34 anni. Nella notte di settembre del 2017 a Piazza Carità una Volante aveva notato una persona sanguinante al volto, che poco prima era stata vittima di una tentata rapina. In particolare due uomini armati si erano avvicinati in sella ad uno scooter alla vittima tentando di rapinarla dell’incasso del suo ristorante. Alla sua reazione, l’uomo veniva colpito ripetutamente alla testa con il calcio della pistola e con un coltelo al polpaccio della gamba destra. Le immediate indagini degli agenti della Squadra Mobile, sostenute in particolar modo dall’analisi delle immagini del sistema di videosorveglianza, hanno consentito all’Autorità Giudiziaria di emettere il provvedimento restrittivo che è stato notificato al napoletano. Macor è indagato per i reati in concorso di tentata rapina, lesioni aggravate, detenzione illegale di armi.

Cronache della Campania@2018

Sorpreso a Scampia con 400 dosi di eroina e cocaina: preso 37enne

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Ieri pomeriggio gli agenti della Polizia di Stato del Commissariato Scampia hanno arrestato, Signoriello Giuseppe 37enne napoletano, per reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.Durante un servizio di appostamento e successivo pedinamento in viale della Resistenza lotto N, i poliziotti hanno bloccato il 37enne in un vano ascensore con 400 dosi di droga e rispettivamente del peso complessivo di 89,80 grammi di eroina e 50,30 di cocaina. Signoriello Giuseppe è stato arrestato e condotto presso la Casa Circondariale di Poggioreale.

Cronache della Campania@2018

Droga e due cellulari scoperti nelle celle del carcere di Avellino

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Il Segretario Nazionale del Sindacato Autonomo Polizia penitenziaria per la Regione Campania Emilio Fattorello rende noto che nelle ultime ore sono stati rinvenuti all’interno della Casa Circondariale di Avellino altri due telefoni ed un discreto quantitativo di sostanze stupefacenti. I due cellulari vengono rinvenuti a poca distanza di tempo dal sequestro di altri 5 avvenuto nei giorni scorsi. Anche questi due apparecchi funzionanti sono stati trovati negli spazi detentivi in uso alla popolazione detenuta, la scoperta è sempre grazie alla professionalità messa in campo dalla Polizia penitenziaria sempre attenta e pronta ad interrompere traffici illeciti tra l’esterno e l’interno della Struttura penitenziaria avellinese. Sono ben 10 i telefoni rinvenuti e sequestrati dall’inizio dell’anno ad oggi, i numeri dimostrano l’entità di tale traffico che diviene un valido strumento in mano alla criminalità per mantenere comunicazioni e contatti con l’esterno nonostante lo stato detentivo.
azione della Polizia penitenziaria in servizio ad Avellino è costante tanto che nella giornata dell’altro ieri un attento collega addetto al controllo dei pacchi in entrata destinati ai detenuti è riuscito ad intercettare e scoprire un discreto quantitativo di droga. La sostanza stupefacente all’interno di un pacco postale era abilmente occultata nella fodera del vestiario. La quantità della sostanza era di 150 grammi di hashish e circa 8 grammi di cocaina. Sia per i telefonini che per la droga sono in corso più approfondite indagini sotto il diretto controllo dell’Autorità giudiziaria competente. Ormai i rinvenimenti e i sequestri di oggetti non consentiti sono all’ordine del giorno le vie di ingresso sono tante ma le risorse umane e strumentali diminuiscono sempre più. L’Istituto penitenziario di Avellino che conta oltre 600 utenti di varia tipologia custodiale : alta sicurezza, tossicodipendenti, extracomunitari, una Sezione femminile ed una Sezione distaccata ICAM di Lauro per detenute madri con prole a stento riesce a contenere detta popolazione detenuta ed a garantire le prescrizioni degli Ordinamenti ed i dettami Costituzionali ch regolano l’Esecuzione penale detentiva. Tra l’altro l’organico, nei diversi ruoli, fissato a seguito dei tagli della Legge Madia risulta essere di 297 unità. Sottraendo da questa pianta organica le 50 unità del Nucleo Traduzione e Piantonamenti, le 34 unità dell’ICAM, calcolando la carenza attuale di 50 unità restano presenti 160 unità suddivise in turni H24 per fronteggiare tutte le esigenze operative. Occorre precisare al fine di comprendere la criticità quotidiana, che prima del 2017 la pianta organica nel carcere di Avellino riguardante la Polizia penitenziaria risultava essere di 345 unità con una popolazione detenuta inferiore a quella attuale e senza la gestione della Sezione distaccata di Lauro che è stata assunta irresponsabilmente senza alcuna integrazione di Personale. I tagli degli organici subiti, il blocco negli ultimi tre anni del turn-over per la sostituzione dei pensionati, l’attuale sovraffollamento raggiunto hanno fatto si che la situazione gestionale delle risorse umane precipitasse presso la Casa Circondariale di Avellino ove non si programmano i servizi, ove si ricorre al lavoro straordinario senza del tutto retribuirlo, ove si accantona il congedo ordinario degli anni precedenti senza fruirlo, ove si raddoppiano i posti di servizio con turni estenuanti, ove i detenuti grazie una politica scellerata di apertura delle celle compiono eventi critici e la fanno da padrone. Le criticità e l’emergenza denunciate dal SAPPE saranno oggetto di una dettagliata informativa diretta al Ministro della Giustizia Avv. Alfonso Bonafede, al Sottosegretario alla Giustizia Avv. Jacopo Morrone ed ai vertici del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria tramite il Segretario Generale Dott. Donato Capece. Ancora una volta il plauso del SAPPE va a i colleghi che operano tra mille difficoltà “ IN PRIMA LINEA” e resistono raggiungendo nello stesso tempo ottimi risultati nell’esecuzione dei propri compiti istituzionali come ad Avellino.

Cronache della Campania@2018

Napoli, ordinanza in carcere per il ‘figlio d’arte’ Raffaele Stolder: era con Nunzio Giuliano a Torino quando fu investito

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Ha ricevuto in carcere una nuova ordinanza cautelare Raffaele Stolder, 33 anni di Forcella, ‘figlio d’arte’. Era insieme a Nunzio Giuliano quando la mattina del 16 novembre scorso in giro per Torino, per rapinare Rolex-secondo le accuse della polizia- quando furono intercettati e costretti a fuggire. nella fuga Nunzio Giuliano si schiantò contro un’auto della polizia e poi travolto da una seconda auto civetta. Il giovane, figlio del pentito Guglielmo e nipote del celebre ‘Lovegino o’ rre di Forcella’, mori in ospedale a Torino la notte del 30 dicembre. Non si era mai ripreso dal coma in cui era caduto in conseguenze delle gravi ferite riportate. La famiglia di Nunzio Giuliano ha presentato una denuncia sostenendo che il loro congiunto sia stato investito volontariamente da uno dei poliziotti che lo inseguiva. L’inchiesta è ancora in corso. E nel frattempo la magistratura torinese ha notificato in carcere a Raffaele Stolder, 33 anni ‘figlio d’arte’ una nuova ordinanza cautelare. Secondo le accuse rapinava i passanti torinesi per rubare orologi di lusso e rivenderli. il gip del Tribunale di Torino gli ha fatto notificare nel carcere di Poggioreale, dove è detenuto per una serie di rapine in Svizzera, la nuova ordinanza. L’uomo, con alle spalle una lunga lista di precedenti penali, è accusato di aver messo a segno, nel maggio 2018 a Torino, undici rapine di Rolex e furti con strappo. Il ladro lavorava in coppia con Nunzio Giuliano. Nell’incidente che poi causò la morte di Giuliano era rimasto coinvolto anche Stolder, che però era riuscito a fuggire e a tornare a Napoli. Al vaglio dell’autorità giudiziaria la posizione di un uomo che avrebbe fornito una casa e un garage ai due malviventi in zona San Paolo.

Cronache della Campania@2018


Ferì con una pistola un ristoratore per togliergli l’incasso: arrestato napoletano 34enne

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Napoli. Tentò di rapinare un ristoratore e lo colpì al volto con il calcio della pistola: arrestato il bandito. E’ Antonio Macor, napoletano di 34 anni, l’uomo che a settembre ferì gravemente un uomo per rapinarlo. Gli agenti della VI Sezione Criminalità Diffusa della Squadra Mobile hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari emessa dall’Ufficio del Gip del Tribunale di Napoli nei suoi confronti. Nella notte di settembre del 2017 a Piazza Carità una volante aveva notato una persona sanguinante al volto, che poco prima era stata vittima di una tentata rapina. In particolare, due uomini armati si erano avvicinati in sella ad uno scooter alla vittima tentando di rapinarla dell’incasso del suo ristorante. Alla sua reazione, l’uomo fu colpito ripetutamente alla testa con il calcio della pistola e con un coltello al polpaccio della gamba destra. Le immediate indagini degli agenti della Squadra Mobile, sostenute in particolar modo dall’analisi delle immagini del sistema di videosorveglianza, hanno consentito all’Autorità Giudiziaria di emettere il provvedimento restrittivo che è stato notificato oggi. Macor è indagato per i reati in concorso di tentata rapina, lesioni aggravate, detenzione illegale di armi.

Cronache della Campania@2018

Spaccio a Scampia, arrestato Signoriello: era nell’ascensore con 400 dosi di eroina e cocaina

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Napoli. Ieri pomeriggio gli agenti della Polizia di Stato del Commissariato Scampia hanno arrestato, Giuseppe Signoriello 37enne napoletano, per reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Durante un servizio di appostamento e successivo pedinamento in viale della Resistenza lotto N, i poliziotti hanno bloccato il 37enne in un vano ascensore con 400 dosi di droga e rispettivamente del peso complessivo di 89,80 grammi di eroina e 50,30 di cocaina. Giuseppe Signoriello è stato arrestato e trasferito Poggioreale.

Cronache della Campania@2018

Napoli, dal Mibac 2 milioni di euro per riaprire il parco della Floridiana

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Il Parco della Floridiana, a Napoli, sara’ completamente ristrutturato e riaperto a spese del ministero dei Beni Culturali e poi affidato al Comune di Napoli che ne curera’ la manutenzione successiva. E’ questo il primo accordo stabilito nella sede del Mibac a Roma nel corso dell’incontro tra il ministro Alberto Bonisoli e il sindaco di Napoli Luigi de Magistris. Secondo quanto si apprende da fonti qualificate del Mibac, l’accordo e’ stato chiuso in un clima di grande cordialita’: il ministero finanziera’ i lavori di ristrutturazione del parco per due milioni di euro in modo da garantirne la completa riapertura al pubblico. Il Comune di Napoli, poi, si occupera’ della successiva manutenzione per evitare che torni nello stato di degrado che ha determinato negli ultimi anni la chiusura al pubblico di ampie parti del parco stesso. Alla riunione, iniziata intorno alle 12.30, sono presenti anche i rispettivi capi di gabinetto, per il Mibac Tiziana Coccoluto, per il Comune di Napoli Attilio Auricchio. L’incontro e’ ancora in corso, tra i temi che sono ora trattati c’e’ anche quello delle griglie di ventilazione della linea 6 della metropolitana di Napoli in Piazza del Plebiscito.

Cronache della Campania@2018

Salerno, chiude il quotidiano La Città: ‘Si certifica morte annunciata’

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“Oggi si é certificata una morte annunciata. Ci giungono voci e indiscrezioni relative all’apertura di un nuovo giornale. Se questa ipotesi dovesse prendere corpo i lettori devono sapere che non é un progetto che ci vede partecipi. Noi non ci siamo”. Così la giornalista Clemy De Maio, componente del cdr e segretario provinciale del Sucg, commenta la vicenda del quotidiano salernitano La Citta’. Questa mattina i dipendenti del giornale hanno incontrato la stampa negli spazi della Fondazione Menna per informare i lettori della cessazione delle pubblicazioni e dell’avvenuta firma al tavolo sindacale per la cassa integrazione straordinaria. L’incontro é stato preceduto da un intervento del presidente della Fondazione Claudio Tringali: “Abbiamo assistito a una vera e propria serrata da parte dell’azienda con i giornalisti che, senza alcun preavviso, hanno trovato le porte della redazione chiuse, perdendo così il lavoro con umiliazione e una totale mancanza di rispetto”. Clemy De Maio ha ricordato che “l’8 marzo questo giornale avrebbe compiuto 23 anni. In questo periodo siamo riusciti a diventare una comunità. Invece agli imprenditori Vito Di Canto e Giovanni Lombardi sono bastati poco piu’ di due anni per distruggerlo. Non e’ un caso”. “Siamo di fronte a un piano preordinato passato per l’esternalizzazione di settori, strategie suicide e mortificazioni”, ha aggiunto De Maio rivolgendo pesanti critiche al direttore amministrativo Pino Carriero e al direttore responsabile Antonio Manzo. “La società civile è sempre stata al fianco di questa dolorosa vertenza. Ma ci sono stati grandi assenti – ha stigmatizzato Vito Bentivenga del cdr – Mi riferisco a una parte del mondo delle imprese. Inoltre di questa vicenda é stata informata fin dall’inizio la Prefettura, compreso della chiusura e della messa in liquidazione della società. A fronte della perdita di 20 posti di lavoro ci si aspettava almeno la convocazione di un tavolo di trattative. Constatiamo con grande rammarico che questo non é avvenuto e non é un buon segnale per le altre vertenze del territorio”. Il sindacato Sucg, come ribadito dal segretario regionale Claudio Silvestri, “si opporrà in tutte le sedi al tentativo di riportare il giornale in edicola senza gli attuali dipendenti”. Silvestri ha poi rivolto un appello ad altri imprenditori affinché “possano rilevare la testata”.

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Quartieri spagnoli, droga pronta allo spaccio nella cassetta della posta: intensificati i controlli

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Questa notte, gli agenti della Polizia di Stato dell’ufficio prevenzione generale, del Commissariato Montecalvario e del Commissariato Dante, hanno preceduto al sequestro di 39 involucri di cocaina, dal peso complessivo di grammi 12,24 e 16 involucri di marijuana del peso complessivo di 1066,83. Le sostanze sono state rinvenute in un edificio tra via Taverna Penta e vico Colonne a Cariati, zona quartieri Spagnoli, in una busta nascosta in una all’interno della cassetta della posta. I poliziotti hanno intensificato i controlli nella zona tra i Quartieri Spagnoli e il quartiere Chiaia.

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Paura all’istituto Casanova, cadono calcinacci dal soffitto: ferito lievemente uno studente

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Napoli. Paura all’istituto professionale Casanova di Napoli, in pieno centro storico. Alcuni calcinacci sono caduti dallo stabile e uno studente, minorenne, che si trovava nel cortile della scuola, è stato colpito. Solo tanta paura per il giovane che ha riportato solo un bernoccolo. Dagli uffici, accertati i fatti, hanno provveduto immediatamente a chiamare i soccorsi e ad allertare il papà del ragazzo. Nello stesso istituto, qualche mese fa, durante una lezione un neon precipitò su di un banco sfiorando uno studente che fortunatamente ne uscì illeso.

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Pontecagnano, tragico incidente in via Mar Ionio: 30enne investito da un automobilista

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Pontecagnano. Investe un pedone e lo uccide: tragico incidente stradale, stanotte in via Mar Ionio a Pontecagnano. Un operaio di Montecorvino Pugliano ha investito un 30enne ucraino. L’uomo non si è accorto del pedone per la scarsa visibilità sulla strada, erano circa le 12,30. Dopo l’impatto il conducente della vettura, una Peugeot 206 si è fermato per prestare i primi soccorsi, ma Sergi Ursu, 30 anni, di origini ucraine è deceduto sul colpo. Sul posto è giunta un’ambulanza del 118 e i carabinieri della Compagnia di Battipaglia. L’automobilista è stato sottoposto ai test di rito che sono risultati negativi, il magistrato di turno ha disposto una perizia tecnica e l’esame autoptico sul corpo della vittima.

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Assolto Taglialatela, ex portiere del Napoli, era accusato di essere prestanome del clan Mallardo

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Napoli. Era accusato di essere un prestanome del clan Mallardo di Giugliano: è stato assolto dalla corte d’Appello di Napoli Pino Taglialatela, ex portiere del Napoli degli anni novanta. Batman, questo il suo soprannome quando giocava con la maglia azzurra era stato già assolto in primi grado dall’accusa di intestazione fittizia di beni e di associazione per delinquere di stampo mafioso. La Dda di Napoli presentò appello contro quell’assoluzione e chiedendo la condanna. Pino Taglialatela è stato difeso dai penalisti Luca Capasso e Monica Marolo che si dicono soddisfatti per il risultato. “E’ quello che ci aspettavamo e anche Pino è soddisfatto. In questo momento sta festeggiando la decisione della Corte d’Appello che ha messo finalmente la parola fine a una brutta vicenda che ha prodotto forti ripercussioni sulla sua vita, anche lavorativa, con la perdita di una serie di contatti”, spiegano. Nel 2012 il calciatore era stato iscritto nel registro degli indagati nell’ambito di una inchiesta che aveva portato in carcere cinque esponenti del clan Mallardo, una cosca ricca e con spiccate capacità imprenditoriali. Per il pubblico ministero Maria Cristina Ribera, Taglialatela era uno degli affiliati alla cosca, in grado anche di riciclare soldi di provenienza illecita con intestazioni fittizie di beni. Così al termine di una lunghissima requisitoria davanti alla quarta sezione penale del Tribunale di Napoli aveva chiesto in primo grado la condanna a 14 anni di carcere. Le indagini furono condotte dal Gico della Guardia di Finanza di Napoli che con una informativa depositata alla Dda aggravò la posizione dell’ex portiere del Napoli che era ritenuto ‘la testa di legno’ del capoclan.

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Giornata speciale per le detenute a Santa Maria Capua Vetere: pranzo con il garante Ciambriello

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Iniziativa del garante per i detenuti e del Rotary club Posillipo di Napoli: oggi pranzo con le recluse in regime di massima sicurezza del carcere di Santa Maria Capua Vetere. “Nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, le 64 detenute del reparto Senna di alta sicurezza oggi hanno vissuto una giornata speciale, grazie all’iniziativa del Garante e del Rotary club Posillipo di Napoli, che hanno vita ad una iniziativa conviviale che ha consentito alle detenute delle due sezioni di potersi incontrare, cucinare e mangiare insieme”. E’ quanto rende noto il Garante dei detenuti, Samuele Ciambriello. Hanno partecipato il presidente del Rotary club Posillipo Paolo Giugliano con una forte delegazione di rotariani, la vice direttrice Mariella Parenti, il comandante Gaetano Manganiello, l’educatrice di reparto Giovanna Tesoro e diversi rappresentanti della polizia penitenziaria. Presente il magistrato di sorveglianza Marco Puglia.

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Trattamento ‘inumano’ per il fratello del boss Zagaria: sconto di pena per ‘Bin Laden’

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Caserta. Trattamanto ‘inumano e degradante’ uscirà dal carcere 200 giorni prima, nel 2027. Lo sconto di pena è stato riconosciuto a Pasquale Zagaria, detto ‘bin Laden’ fratello del boss Michele, uno dei quattro capi della federazione mafiosa di Casal di Principe. Il magistrato di sorveglianza di Cuneo Stefania Bologna ha ridotto la pena di 210 giorni al detenuto per le condizioni ‘sofferte’ dal recluso nelle carceri italiane. La decisione fa tornare nuovamente d’attualità la condizione di detenzione negli istituti di pena italiani, più volte stigmatizzata dal Consiglio Europeo. Pasquale Zagaria, detto ‘Bin Laden’, è stato considerato dagli inquirenti la “mente economica” del clan dei Casalesi. Nei primi anni 2000, trasferì il cuore economico del clan del cemento a Parma, rilevando la ditta quasi in disgrazia di un noto costruttore parmigiano, Aldo Bazzini, sposandone la figliastra Francesca Linetti. In questo modo riuscì ad accaparrarsi gli appalti del Ministero per le Infrastrutture che furono affidati a ditte indicate dai Casalesi.
Attualmente Pasquale Zagaria è detenuto nel carcere di Sassari. L’istanza presentata dai suoi legali riguarda i periodi di detenzione trascorsi negli istituti penitenziari di Torino, L’Aquila (dove ora si trova il fratello Michele), Spoleto, Santa Maria Capua Vetere, Tolmezzo, Napoli Poggioreale, Napoli Secondigliano, Lecce, Nuoro e Cuneo. Pasquale Zagaria è in carcere dal 28 giugno del 2007 e la sua scarcerazione è prevista, al momento, per il 2027. Il magistrato di sorveglianza ha calcolato lo sconto di pena in relazione ai periodi di detenzione trascorsi a Poggioreale (17 giorni), Lecce (10 giorni), Nuoro (5 giorni), la parte più consistente, 178 giorni, di riduzione della pena, è stata calcolata per l’insufficiente riscaldamento della cella subito quand’era a Cuneo, dal 4 agosto 2010 al 23 giugno 2015, giorno in cui è stato trasferito a Sassari, dove si trova attualmente.

Cronache della Campania@2018

Spaccio hi tech 2.0. Cinque arresti e 8 minori indagati: c’è anche nipote del ras ucciso

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Santa Maria Capua Vetere. Un sistema di spaccio di droga 2.0, in cui le comunicazioni tra pusher avvengono tramite un sistema di messaggeria criptato e il pagamento del carico avviene in bitcoin. A scoprirlo sono stati i carabinieri della stazione di San Prisco, che hanno arrestato su ordine del Gip del Tribunale di Napoli cinque giovani di età compresa tra i 22 e i 28 anni – tre finiti in carcere, due ai domiciliari – indagando anche sei ragazzi minorenni all’epoca dei fatti (2015-2016), cui è stato notificato l’avviso di conclusione indagini emesso dalla Procura presso il Tribunale per i minorenni di Napoli.
Secondo la ricostruzione della Dda di Napoli che ha coordinato l’inchiesta, tutti i giovani facevano parte di un’organizzazione ben strutturata che vendeva hashish e marijuana a Santa Maria Capua Vetere, in cui gli assuntori erano giovani coetanei dei pusher. Lo spaccio avveniva fuori alle scuole e dove si incontravano le comitive di studenti. Ma soprattutto il gruppo sfruttava la tecnologia per rendere efficiente e sicuro il sistema di vendita.

I RUOLI E LA TRACCIA INVISIBILE AL NORD
Il promotore della banda, il 22enne Vladislav Stoica, hanno accertato i carabinieri di San Prisco e della Compagnia di Santa Maria Capua Vetere, comunicava con gli altri associati anche mediante un sistema informatico di messaggeria criptato noto come “Surespot”, e provvedeva in parte all’approvvigionamento dello stupefacente del gruppo attraverso il servizio postale, dopo aver preso accordo con i fornitori che venivano pagati con moneta virtuale, in bitcoin; un metodo che Stoica usava soprattutto per acquistare la marijuana, che spesso arrivava dal Nord Italia da fornitori non ancora individuati. I reati contestati a vario titolo sono l’associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti del tipo marijuana e hashish e la detenzione e spaccio di stupefacenti in concorso.

C’È ANCHE IL NIPOTE DEL RAS UCCISO
Cinque sono finiti in manette: destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere Vladislav Stoica, 22 anni; Davide Signore, 22 anni e Giuseppe Cortese, 29 anni. Ai domiciliari Francesco Triassi, 22 anni e Kevin Gravagno, 23 anni. Tra le figure chiave dell’inchiesta c’è Giuseppe Cortese, classe 1990, originario di Cervino ma da tempo residente a Santa Maria Capua Vetere: è il nipote del ras Angelo Cortese, detto “Marlon Brando”, ucciso nel 2006 dai sicari del clan Belforte. A Cortese junior la misura è stata eseguita in carcere in quanto è già detenuto per tentato omicidio e porto abusivo di armi: sparò contro il figlio dell’agricoltore nel cui terreno aveva appena fatto irruzione.

Gustavo Gentile

Queste le persone sottoposte a custodia cautelare:

Indagati destinatari della misura cautelare della custodia in carcere

1. STOICA Vladislav, cl’ 97;
2. SIGNORE Davide, cl’ 97;
3. CORTESE Giuseppe, cl’ 90.

Indagati destinatari della misura degli arresti domiciliari

4. TRIASSI Francesco, cl’ 97;
5. GRAVAGNO Kevin, cl’ 96.

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Soldi per passare i concorsi. Chiesti 3 anni per il dipendente del Ministero: ma il Giudice lo scarcera

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Millantava conoscenze nelle forze dell’ordine al punto da poter influenzare sull’esito dei concorsi. Per questo motivo è finito sotto processo Giuseppe Zarrillo, il dipendente del Ministero originario di Marcianise e residente a Capodrise, coinvolto nell’inchiesta sui concorsi truccati nelle forze armate.
Tre gli episodi di millantato credito contestati a Zarrillo dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere per i quali il pm Urbano ha invocato la condanna a 3 anni di reclusione. Si tratta di due episodi per un concorso in polizia ed uno nella polizia penitenziaria.
All’esito dell’udienza il gup Minio ha rinviato la sua decisione all’inizio di marzo. Contestualmente il giudice ha disposto la scarcerazione di Zarrillo che è stato ristretto agli arresti domiciliari.

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