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San Giorgio, la Procura spiega perché i tre devono tornare in carcere

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La Procura di Napoli ha presentato ricorso in Cassazione contro la scarcerazione dei tre presunti violentatori della Circumvesuviana di San Giorgio a Cremano. Il pm Cristina Curatoli hanno messo nero su bianco elementi che vanno presi in considerazione per poter riarrestare i due 18enni e il 19enne rimessi in libertà dal Riesame, perché 3 diversi collegi hanno ritenuto non credibili le dichiarazioni della ragazza vittima degli abusi compiuti in un ascensore della stazione il 5 marzo scorso. Secondo la procura, le patologie di cui soffre la 25enne hanno condizionato la sua reazione; lei ha provato anche a difendersi, mordendo i tre così come emerge dal racconto di uno dei ragazzi arrestati. Inoltre, sempre secondo l’accusa, due dei tre ragazzi si sono più volte contraddetti nel loro racconto rispetto al primo incontro con la ragazza avvenuto a febbraio scorso: uno dei due sostiene di aver fatto sesso con la 24enne di Portici nella sua cameretta. Una circostanza che serviva a sminuire quanto poi avvenuto in stazione. Altro punto oggetto del ricorso sono le immagini del sistema di videosorveglianza della stazione, dove si vede uno degli indagati tenere la stretta la spalla della vittima e spingerla nell’ascensore. Anche questo aspetto per la Procura è sintomo della violenza subita.Secondo quanto si e’ appreso la circostanza del morso, di cui parla l’indagato, fa riferimento al primo rapporto sessuale. Per gli inquirenti un’altra discrepanza emerge, ancora una volta, dagli interrogatori sostenuti dagli indagati di fronte al pm, in carcere. La circostanza fa riferimento all’incontro che la 24enne ha con due degli indagati 15 giorni prima delle presunte violenze in ascensore. In quell’occasione la 24enne viene seguita fino a casa. Durante il tragitto più volte i due cercano un approccio e la giovane viene anche palpeggiata. Ma poi davanti l’abitazione, i due desistono. Uno dei giovani, solo uno, riferisce agli inquirenti che in quell’occasione, invece, la ragazza li avrebbe fatti entrare – entrambi – in casa dove, nella sua stanzetta, hanno dei rapporti sessuali. Di questa circostanza l’altro ragazzo non parla, invece. E per gli investigatori anche questo minerebbe l’affidabilità dei racconti resi dagli indagati. Intanto prosegue l’analisi dei dati memorizzati sui cellulari degli indagati dove, pero’, risulterebbero essere state eseguite delle cancellazioni. La Polizia di San Giorgio a Cremano, inoltre, sta indagando su una scritta (“Autodifesa transfemminista. Sorella noi ti crediamo. Voi tre i primi della lista”, ndr) su un muro della stazione Circumvesuviana di San Giorgio a Cremano dove e’ avvenuta la presunta violenza sessuale sulla 24enne.

Cronache della Campania@2018


Mazzata per il clan Mazzarella: oltre 200 anni di reclusione. TUTTE LE CONDANNE

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Napoli. Una mazzata per il clan Mazzarella sponda San Giovanni a Teduccio, quella guidata da Franco o’ parente e Salvatore Donadeo o’ puzzolente, quella della faida con i Rinaldi del rione Villa e dell’alleanza con i D’Amico “gennarella” di via Nuova Villa che ora sono diventati i nuovi padroni del quartiere. Oltre 200 anni di carcere sono stati inflitti ai 17 componenti del gruppo che finirono in manette lo scorso anno che hanno deciso di farsi processare con il rito abbreviato. Il gup Maria Laura Ciollaro ha condannato a 20 anni di carcere Salvatore Donadeo, Marco Esposito Montefusco e Gianluca Fummo a 16 anni, Vincenzo Cozzolino a 14 anni; Giuseppe Cozzolino, Rosario Guadagnuolo, Marco Bernardo e Pasquale Troise a 12 anni; Mariano Bonavolta, 10 anni e 8 mesi; a 10 anni di carcere invece Francesco Mazzarella “’o parente”, Luigi Bonavolta, Luigi Gitano, Salvatore Novellino, Vincenzo Santaniello e Antonio Scognamiglio; a otto anni di carcere Francesco Barattolo e Gennaro Limatola. E infine Arcangelo Cimminiello a 5 anni e 4 mesi

Le indagini che ha portato al loro arresto e quindi alla richiesta di processo sono scaturite dall’omicidio, avvenuto il 26 agosto del 2012, di Di Pede Vincenzo, affiliato al clan Formicola e  hanno consentito non solo di individuare gli autori dell’omicidio in Raffaele Russo e  Rosario Guadagnuolo , affiliati al clan Mazzarella, già condannati in primo grado, ma anche di dimostrare l’attuale operatività del clan Mazzarella al cui vertice spicca la figura di Francesco Mazzarella, soprannominato ‘o parente che, anche non si è mai esposto in prima persona nelle azioni violente, ha assunto il ruolo di capo indiscusso, in virtù anche dell’investitura che gli deriva dall’appartenenza alla famiglia Mazzarella.
Le investigazioni hanno, inoltre, accertato che l’omicidio Di Pede ha determinato una spaccatura tra il clan Mazzarella e il clan Formicola, un tempo alleati e la nascita di una nuova alleanza tra il clan Formicola e il clan Rinaldi.
Dal mutamento degli assetti criminali sono scaturiti alcuni episodi di violenza avvenuti negli anni 2014 e 2015, consistiti in atti di ritorsione e in reciproci agguati, chiaramente riconducibili alla faida tra i Mazzarella e i Rinaldi/ Formicola, in considerazione delle vittime attinte, dei luoghi in cui si sono verificati e delle modalità operative.
Dalle indagini svolte negli ultimi mesi è emerso, invece, che l’annoso scontro tra i Rinaldi/Formicola e i Mazzarella si è acuito a causa degli arresti eseguiti nel novembre 2017 nei confronti di numerosi esponenti del clan De Micco, operante nel quartiere di Ponticelli, che hanno comportato un mutamento degli assetti criminali e la formazione di nuove alleanze nel tentativo di conquistare un territorio fino a quel momento appannaggio dei De Micco. In tale ottica si spiegherebbero le azioni di fuoco e gli attentati dinamitardi commessi nell’ultimo periodo, consistenti in esplosione di colpi d’arma da fuoco contro le abitazioni di affiliati alle fazioni in lotta.
L’8 dicembre dello scorso anno in via Sorrento sono stati esplosi numerosi colpi d’arma da fuoco contro l’abitazione di Grassia Sergio, personaggio di spicco del clan Rinaldi.
La notte del 22/12/2017 in via Ferrante Imparato è deceduto Perna Antonio, ritenuto affiliato al clan Mazzarella, a seguito della deflagrazione di un ordigno che la stessa vittima stava piazzando insieme alla compagna, rimasta anch’essa ferita, nei pressi dell’abitazione di una famiglia dedita allo spaccio di sostanza stupefacente.
Il 31 dicembre del 2017 da una perquisizione effettuata nell’abitazione di Gitano Luigi, affiliato al clan Mazzarella sono state rinvenute 182 munizioni di vario calibro, un silenziatore ed un impianto di video sorveglianza, oltre che uno sgabello nei pressi della finestra, a dimostrazione che al momento dell’intervento della Volante l’uomo era in compagnia di altre persone poi scappate.
Lo stesso giorno è stato ferito a causa dell’esplosione di colpi d’arma da fuoco un bambino di 12 anni, che si trovava in zona San Giovanni a casa di parenti per festeggiare il Capodanno. Da una prima ricostruzione risulta che ad esplodere i colpi siano stati 4 soggetti, con volto travisato, che avrebbero indirizzato gli stessi all’indirizzo dell’abitazione del citato Grassia Sergio.
Il 14/1/2018 l’abitazione di Donadeo Maurizio, affiliato al clan Mazzarella, è stata oggetto dell’esplosione di colpi d’arma da fuoco.
Episodi che rappresentano la chiara dimostrazione dello scontro in atto nella zona di San Giovanni a Teduccio tra il gruppo dei Mazzarella insieme ai D’Amico da una parte, e, dall’altra i Rinaldi-Reale-Silenzio-Formicola.
La richiesta di processo riguarda Mazzarella Francesco, Salvatore Donadeo, Francesco Barattolo, Arcangelo Cimminiello,  Giuseppe Cozzolino, Vincenzo Cozzino, Bonavolta Luigi, Bonavolta Mariano, Esposito Montefusco Marco, Fummo Gianluca, Gitano Luigi, Guadagnuolo Rosario, Limatola Gennaro, Novellino Salvatore, Santaniello Vincenzo, Scognamiglio Antonio, Troise Pasquale.

(nella foto da sinistra Franco Mazzarella, Pasquale Troise, Arcangelo Cimminiello, Salvatore Donadeo,Vincenzo Cozzolino Vincenzo Santaniello, Mariano Bonavolta, Luigi Bonavolta)

Cronache della Campania@2018

Giro di baby squillo nell’Agro Nocerino: si allarga l’inchiesta

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Pagani. Sarebbe vera la vicenda legata a un giro di ragazze minorenni che si prostituivano tra Pagani e Sant’Egidio del Monte Albino. Stando alla consulenza della procura acquisita dal tribunale di Nocera Inferiore dopo le verifiche dei carabinieri, risulterebbero attendibili e veritiere le testimonianze delle ragazze minorenni, oggi parti offese nel processo. Le minorenni offrivano le loro prestazioni attraverso annunci sul web. Tra gli imputati ci sarebbe un 56enne di Pagani accusato di sfruttamento della prostituzione..

Cronache della Campania@2018

Napoli, 20enne di san Pietro a Patierno accoltellato per difendere lo scooter

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Tentano di rapinargli lo scooter, ma finisce male: un ragazzo di 20 anni, Ciro E., nella notte tra lunedì e ieri sera è arrivato al pronto soccorso dell’Ospedale San Giovanni Bosco con una ferita alla coscia. Il giovane è stato accoltellato mentre si trovava sul suo scooter e al personale medico ha riferito di essere stato avvicinato da due persone, le quali avrebbero provato a rubargli la moto. La prognosi è di sette giorni.

Cronache della Campania@2018

Camorra: tangenti ed estorsioni, arrestato ex assessore Ferentino

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I Carabinieri della Compagnia di Tivoli stanno eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari, emessa dal gip del Tribunale di Roma su richiesta della Dda, a carico dell’ex assessore allo Sport ed al Turismo del Comune di Ferentino (Frosinone). La misura e’ corollario delle indagini che il 7 marzo scorso hanno portato all’arresto di 5 persone, tra cui un consigliere comunale di Ferentino, indiziate di estorsione aggravata dal metodo mafioso, per aver chiesto una tangente a un imprenditore di Tivoli che si era aggiudicato la gara di ampliamento del cimitero comunale di Ferentino. L’ex assessore comunale secondo gli investigatori si sarebbe accordato con il consigliere per la divisione della tangente e avrebbe avallato la decisione di rivolgersi ad esponenti della criminalita’ organizzata per indurre l’imprenditore a cedere all’estorsione

Cronache della Campania@2018

Camorra, detenevano bombe per eliminare i Mazzarella: ordinanza per Ciro Contini e due complici

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In data 17 aprile 2019 la Squadra Mobile di Napoli ha proceduto  a dare esecuzione alla ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip di Napoli nei confronti di:

–      CONTINI CIRO, nato a Napoli il 24.12.1988, detenuto per altro

–       MATTARELLO STEFANO, nato a Napoli il 19.09.1994, già detenuto per questo procedimento

–      SARNATARO GIUSEPPE, nato a Napoli il 01.10.1975

all’esito di indagini coordinate dalla DDA di Napoli.

L’ordinanza compendia le ulteriori attività investigative sviluppate a seguito dell’arresto di DE VIVO VINCENZO, DI MAURO MICHELE e MATTARELLO STEFANO trovati in possesso di varie armi in precedenza impiegate in un raid contro soggetti appartenenti all’avverso Clan Mazzarella.

Veniva, altresì, eseguita una perquisizione presso il garage di MATTARELLO STEFANO, utilizzato come rifugio del resto del commando che era riuscito a dileguarsi, procedendo così al sequestro di  due ordigni esplosivi e, quindi, all’arresto del predetto.

Sulla base delle operazioni tecniche dei colloqui in carcere, oltre che dalle videoriprese estrapolate dal sistema di videosorveglianza installato presso il garage, è stata contestata l’aggravante di cui all’art. 416 bis 1 c.p., essendo stato ritenuto che le armi fossero detenute per il Clan Contini e che fossero da ricondurre anche a CONTINI CIRO, che aveva preso parte al raid, dandosi, poi, alla fuga.

Quest’ultimo è attualmente detenuto per la detenzione di ulteriori armi oltre che in quanto destinatario di ordinanza di custodia cautelare nell’ambito di una più grossa operazione avente ad oggetto il Clan Sibillo, di cui lo stesso ha fatto parte prima di ritornare alla sua “famiglia” di origine.

Nel corso dei colloqui in carcere è stato, ancora, possibile registrare il coinvolgimento di SARNATARO GIUSEPPE, zio di MATTARELLO STEFANO, nella detenzione di ulteriori armi da fuoco.

Cronache della Campania@2018

Incidente mortale sul raccordo Salerno-Avellino: c’è un indagato

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È spuntata l’accusa di omicidio stradale e c’è ora un indagato per l’incidente mortale avvenuto nella serata di domenica sul raccordo autostradale Salerno-Avellino. In quell’inferno di lamiere e sangue ha perso la vita Mario Landi, solo 17 anni, di Fisciano, una 61enne, che vedendo di passaggio il sinistro stradale è morta d’infarto, ed altri cinque giovani, di cui due in condizioni gravi, che viaggiavano insieme a Mario.Continua, nel frattempo, la lotta dei medici per mantenere in via i feriti gravi. V.M., 15enne di Baronissi, è il più grave, Secondo le ricostruzioni sarebbe stato sbalzato fuori dall’abitacolo in seguito al tremendo impatto con il guardrail, finendo nella vegetazione del viadotto sottostante.
Non è il solo però: una 24enne di origini bulgare rimane anche lei in rianimazione, con un trauma cranico ed una contusione polmonare. Al momento è in coma farmacologico, per consentire al corpo di riprendersi. Non sembrerebbe, secondo le ultime informazioni rilasciate dai camici bianchi, in pericolo di vita. Un 19enne si trova nel reparto maxillo-facciale per un forte trauma al volto, ed altri due giovani appena maggiorenni si trovano nel reparto di chirurgia polmonare. Un bilancio tremendo di quella che è stata una tragedia su un tratto di strada già noto per sinistri stradali. Nel frattempo per domani è prevista l’autopsia sul corpo del giovane Mario Landi.

Cronache della Campania@2018

Castellammare, minacciò un carabiniere: a processo uomo del clan

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Castellammare. Dopo un controllo ad alcuni locali sul lungomare, Ettore Spagnuolo 47enne pregiudicato, avrebbe minacciato e insultato un carabiniere per aver sanzionato alcuni dei suoi parenti. Un’accusa che costa il processo a Spagnuolo ritenuto vicino al clan D’Alessandro. I fatti risalgono al 14 giugno dello scorso anno. Nel mirino delle forze dell’ordine ci furono i presunti abusi delle attività commerciali: dai camerieri assunti senza contratto all’occupazione del suolo pubblico e gli chalet costruiti a pochi metri dal molo. Durante questi controlli anche un locale gestito da alcuni familiari del ras di Scanzano finisce nel mirino della finanza. Spagnuolo viene dunque denuciato a piede libero per minacce e oltraggio a pubblico ufficiale.
“Ho capito dove vuoi arrivare, tu non sei nessuno, se vuoi parlare con me levati la divisa da dosso e ne parliamo”, queste le parole di Spagnuolo contro il maresciallo che si leggono nel capo d’imputazione. Le indagini sono state condotte dal sostituto procuratore Rosa Annunziata. Per questa vicenda, Spagnuolo dovrà presentarsi, nelle vesti di imputato, davanti al giudice monocratico del tribunale di Torre Annunziata, Riccardo Sena. L’udienza è fissata a metà settembre.

Cronache della Campania@2018


Furti al cimitero di Salerno: rubati vasi in ottone e rame

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Cittadini costretti a riporre i fiori portati sulla tomba dei loro cari in delle lattine di plastica a causa dei continui furti dei portafiori in rame. Gli ammanchi all’interno del pio luogo salernitano sono all’ordine del giorno. Ignori continuano ad agire indisturbato facendo crescere la rabbia di quanti, con cadenza quotidiana, sono costretti a fare i conti con le tombe dei propri cari deturpate. Gli ultimi furti di vasi in rame sono stati segnalati nella mattinata di ieri. Sono state numerose, nel corso delle settimane le segnalazioni che sono state inoltrate all’autorità competenti, ma nonostante ciò i ladri di portafiori continuano ad agire indisturbati. Non è un caso che l’attenzione si riversa su tali oggetti visto il valore di mercato che hanno gli oggetti in rame e in ottone. Quasi sicuramente, tali oggetti una volta trafugati, successivamente, vengono rivenduti. Non si esclude neppure che si possa trattare di furti su commissione. Intanto cresce lo sdegno tra i cittadini.

Cronache della Campania@2018

In giro per Ercolano armato di revolver: arrestato 35enne

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Durante un servizio per il controllo del territorio i carabinieri della tenenza di Ercolano hanno fermato per controlli in vico San Vito il 35enne Alberto Indelli, di Ercolano, già noto alle forze dell’ordine: si intratteneva nei pressi della sua auto in atteggiamento sospetto, soprattutto quando ha intuito che di li a poco sarebbe stato controllato. Perquisito, è stato trovato in possesso di un revolver carico e senza matricola. Arrestato per detenzione illegale di arma da fuoco, è stato rinchiuso in carcere.

Cronache della Campania@2018

San Giorgio, il 30 aprile l’analisi degli indumenti e del Dna: cancellata la scritta contro i tre ragazzi

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Si terrà il prossimo 30 aprile, nell’ufficio del Gabinetto interregionale della polizia scientifica di Napoli l’analisi dei reperti (tra cui gli indumenti e le tracce di DNA) sequestrati nell’ambito delle indagini sul presunto stupro subito da una 24enne di Portici nel vano ascensore della stazione della Circumvesuviana di San Giorgio a Cremano ad opera di tre ragazzi indagati per violenza sessuale di gruppo. L’avvocato della 24enne, Maurizio Capozzo, ha designato come consulente scientifico il generale dei carabinieri Luciano Garofano, ex comandante del Ris di Parma. E’ stata intato cancellata la scritta su un muro della stazione della Circumvesuviana e rivolta ai tre giovani accusati di aver commesso la violenza sessuale ai danni della ragazza, poi rimessi in libertà dal Tribunale del Riesame di Napoli. La scritta ‘Autodifesa transfemminista. Sorella noi ti crediamo. Voi tre i primi della lista’, sulla quale la Polizia di Stato del locale Commissariato ha aperto una indagine, è stata ricoperta con pittura bianca da personale dell’ufficio Segnaletica del Comune. E proprio in un vano ascensore della Circumvesuviana, la sera del 5 marzo, sarebbe avvenuta la presunta violenza.

Cronache della Campania@2018

Faida flegrea del 2008: ordinanza per tre affiliati ai clan Longobardi-Beneduce

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I carabinieri di Pozzuoli, su delega della di Direzione distrettuale antimafia, hanno eseguito tre ordinanze di custodia cautelare in carcere, emesse dal tribunale del capoluogo campano, per tre omicidi e reati in materia di armi, avvenuti nel 2008 a Pozzuoli e vicino Quarto, nei confronti di due presunti affiliati al clan Longobardi-Beneduce, Antonio Luongo e Procolo Pagliuca, e di un ex affiliato al clan Sarno, Mario Morgese. Si tratta di omicidi, spiega la procura di Napoli, avvenuti nel periodo in cui si era consolidata una solida alleanza tra alcuni esponenti apicali del clan Longobardi-Beneduce, quali i membri della famiglia Pagliuca, referente di Gennaro Longobardi, con esponenti del clan Sarno che in quel periodo stava stendendo la propria egemonia su altri territori, in contrapposizione con il clan Beneduce. Nell’ambito degli accordi presi tra i due gruppi, prosegue la procura, vi era quello di fornire un supporto per gli agguati da compiere nei confronti di esponenti della fazione opposta: tra questi si inseriscono l’omicidio di Gennaro Perillo, storico esponente del clan flegreo, avvenuto nel febbraio 2008 e il duplice omicidio di Michele Iacuaniello e Gennaro Di Bonito, fedelissimi di Gaetano Beneduce, avvenuto in data 26 giugno 2008. In relazione al duplice omicidio di Michele Iacuaniello e Gennaro Di Bonito, prosegue la procura, era già stata emessa una prima misura cautelare nell’ottobre 2017 a carico di Salvatore Pagliuca, Luca Palumbo e Mario Morgese, questi ultimi due appartenenti al clan Sarno, la cui posizione è attualmente il vaglio del gup avendo fatto richiesta di essere giudicati con le forme del rito abbreviato. Le recenti dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia hanno consentito l’emissione del provvedimento cautelare nei confronti di Antonio Luongo come presunto esecutore materiale che, armato di mitraglietta, aveva colpito a morte con numerosi colpi le due vittime in pieno giorno, all’altezza dell’uscita ‘Monteruscello Nord’ – bivio per Quarto. Nei confronti di Antonio Luongo e di Procolo Pagliuca, figlio di Salvatore Pagliuca attualmente in esecuzione di pena per associazione camorristica e associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, è stata emessa un’ordinanza anche per un’altro omicidio: quello di Gennaro Perillo, affiliato alla criminalità puteolana, ucciso nel 2008. Questo delitto, avvenuto sempre in pieno giorno nella Villa Comunale del rione Toiano, costituì il primo episodio sangue effetto dei nuovi assetti criminali formatesi nel 2007-2008.

Cronache della Campania@2018

Tragedia sfiorata in una scuola del Vesuviano: crolla parete, bambini feriti

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Sant’Anastasia. Tragedia sfiorata in mattinata nella scuola elementare sul corso Umberto I a sant’Anastasia. Una parete è crollata in una classe e ha ferito alcuni bambini in maniera non grave fortunatamente. Anche una maestra è rimasta ferita lievemente.La parete crollata alla scuola elementare Tenente De Rosa a Sant’Ananstasia ha preso in pieno una insegnante di sostegno che in quel momento era impegnata con un bimbo disabile. La donna è stata colpita alla spalla e alla testa e, poiché é incinta al quarto mese, si é recata dal proprio ginecologo. I cinque alunni coinvolti nel crollo sono stati medicati sul posto dal personale del 118. Alla scuola sono accorsi il sindaco di Sant’Anastasia, Lello Abete, e l’assessore alla pubblica istruzione Bruno Beneduce. Sul posto ambulanze, vigili del fuoco, e carabinieri. Momenti di panico e di confusione comprensibili all’arrivo dei genitori quando si è diffusa la notizia. I tecnici dei vigili del fuoco hanno avviato le verifiche statiche sull’edificio. Le festività pasquali consentiranno di lavorare con tranquillità e decidere come procedere.

Cronache della Campania@2018

Lancia la cocaina dal balcone e si barrica in casa per due ore: 35enne arrestato nelle Iacp di Caivano

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Caivano. Gli agenti della Polizia di Stato del Commissariato Afragola hanno arrestato Giovanni Mostacciuolo di 35 anni, per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. I poliziotti hanno scoperto che l’uomo aveva organizzato in un appartamento di Caivano alla via Circumvallazione Ovest IACP un’attività di confezionamento di dosi di cocaina. Ieri verso le 14 gli agenti hanno visto arrivare il Mostacciuolo ed entrare nell’appartamento. Dopo alcuni minuti di osservazione, è scattato l’intervento nel corso del quale il 35enne si è subito disfatto di due borselli lanciati dalla finestra del balcone del bagno ma subito recuperati. Quindi l’uomo si è barricato in casa per circa due ore. I poliziotti per aprire il portone di casa hanno chiesto anche l’intervento dei Vigili del Fuoco. Ma alla fine l’uomo si è arreso ed è stato arrestato. Nei borselli i poliziotti hanno rinvenuto e sequestrato circa 320 grammi di cocaina, 3 bilancini, diversi accendini e materiale per il confezionamento della droga. Mostacciuolo è stato accompagnato presso la Casa Circondariale di Poggioreale.

Cronache della Campania@2018

San Giovanni a Teduccio, minacce dei clan verso chi protesta contro la camorra. I Verdi: ‘Inaccettabile’. Ieri sera nuova manifestazione di forza del clan D’Amico

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“Un gesto ingiustificabile che deve risuonare come un ennesimo campanello d’allarme dell’emergenza criminalità che sta investendo Napoli e la provincia”. Così il consigliere regionale dei Verdi Francesco Emilio Borrelli commenta l’episodio, riportato dal nostro sito due giorni fa, delle intimidazioni dei clan nei confronti di coloro che, a San Giovanni a Teduccio, hanno espresso il proprio dissenso nei confronti della camorra in seguito al recente attentato mortale presso il rione Villa. “Purtroppo i clan camorristici si sentono egemoni e padroni del territorio. Le promesse disattese del ministro Salvini che, a distanza di mesi, ancora non ha inviato rinforzi stanno dando margine ad una nuova offensiva criminale che sta assumendo contorni drammatici. La condizione vissuta dai residenti di San Giovanni a Teduccio è comune a molte delle periferie del nostro territorio dove microcriminalità e camorra continuano a spadroneggiare anche grazie al sottodimensionamento delle forze dell’ordine”. “Riguardo alla situazione della periferia Est di Napoli abbiamo deciso di proporre l’inserimento del rione Villa e delle altre aree sensibili al rischio criminalità di San Giovanni a Teduccio nel Piano regionale di Videosorveglianza. Dotare tali zone di un ausilio per il lavoro delle forze dell’ordine significa migliorare i livelli di sicurezza dei cittadini che, loro malgrado, sono costretti a fare i conti con questa emergenza”. Intanto le tante persone oneste e perbene che abitano al rione Villa e a San Giovanni a Teduccio ci segnalano che anche oggi, oltre a ieri non è cambiato niente. Ovvero trascorso l’entusiasmo delle passerelle dei politici non ci sono vigili urbani ne forze dell’ordine. Ieri sera intorno alle 19 si è registrata una nuova plateale esibizione di forza da parte di esponenti del clan D’Amico in sella a potenti moto. Le mamme hanno paura di far uscire i loro figli in strada a giocare nei giardinetti. “Dove sono le pattuglie promesse- dicono gli abitanti- e dove sono i vigili urbani? E’ assurdo, inaccettabile, siamo lasciati soli, eppure basta fare un giro in via Toledo o in altre zone del centro per rendersi conto della presenza delle forze dell’ordine? E noi? Dobbiamo morire da soli?”

Cronache della Campania@2018


Baby ladri rubano rame all’Ipsia Petriccione di San Giovanni: arrestato un 19enne, denunciati due 14enni

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Napoli. Entrano in una scuola in disuso per depredarla dal rame: arrestati tre ragazzi, solo uno è maggiorenne. Domenica mattina gli agenti del Commissariato San Giovanni – Barra hanno arrestato Pasquale Lavoro, 19enne napoletano, per il reato di tentato furto pluriaggravato in concorso. I poliziotti, durante un servizio di controllo del territorio, hanno notato nei pressi dell’Istituto Scolastico IPSIA “Luigi Petriccione”, che nonostante il plesso fosse chiuso, poiché in disuso, le inferriate del perimetro esterno erano divelte. Gli agenti sono entrati e hanno subito scoperto tre ragazzi che tranciavano fili di rame e staccavano gli infissi in alluminio, mettendoli da parte, per poi asportarli successivamente. Il ragazzo, già noto alla Polizia, dirigeva le operazioni, impartendo ordini agli altri due quattordicenni che procedevano al furto. Il 19enne è stato arrestato, mentre i due minori sono stati denunciati per lo stesso reato e affidati ai rispettivi genitori.
Nella stessa giornata i poliziotti hanno sequestrato in via Ravello un coltello ed hanno denunciato un uomo di 39 anni per detenzione abusiva di armi, in quanto aveva indosso 5 cartucce cal. 9×21

Cronache della Campania@2018

Detenuti 4.0: un drone e un IPhone sequestrati nel carcere di Carinola

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Ancora una volta la Segreteria Nazionale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, per la regione Campania, nella persona del Seg. Naz. Emilio FATTORELLO, manifesta il proprio encomio ai colleghi in servizio presso la C.R. di Carinola che hanno neutralizzato e sequestrato un DRONE e successivamente hanno proceduto al rinvenimento di un iPhone funzionante. Nella mattinata di ieri gli uomini della Polizia Penitenziaria hanno individuato un DRONE atterrato nella zona dell’autoparco dei mezzi dell’Amministrazione, proveniente dall’esterno. Il tempestivo intervento ha impedito la ripresa del volo del DRONE e quindi si è proceduto al sequestro dello stesso per gli ulteriori adempimenti che il caso impone. Il DRONE sequestrato trasportava una videocamera, del fatto è stata inoltrata dettagliata informativa all’Autorità Giudiziaria competente. Inoltre si segnala che a distanza di poche ore dall’evento citato, durante la nottata tra ieri ed oggi altra brillante operazione della Polizia Penitenziaria ivi in servizio ha consentito il sequestro di un cellulare modello iPhone funzionante con relativo caricabatterie. Detto apparecchio è stato rinvenuto durante una minuziosa perquisizione straordinaria ai locali detentivi del Nuovo Padiglione, in orari notturni, abilmente occultato dietro un congelatore. Il SAPPE rimarca la professionalità del Personale della Polizia Penitenziaria in servizio presso la Casa di Reclusione di Carinola che nonostante le tante criticità, dovute alla carenza degli organici, all’aumento della popolazione detenuta, all’assenza di idonei strumenti di videosorveglianza e meccanizzazione, carenza di automezzi del Corpo destinati alle necessità dell’Istituto, riesce a garantire il prioritario compito istituzionale della tutela dell’ordine e sicurezza di un Istituto complesso come quello di Carinola ricadente in un territorio ad alto indice di criminalità organizzata. Personale che lavora con il ricorso al lavoro straordinario e che non ha garanzia e certezza di un piano ferie compatibile con le esigenze familiari o che vede limitare la fruizione dei diritti spettanti sanciti dalla normativa quali congedi ordinari, congedi straordinari per cure termali ed altro, etc. Il SAPPE in considerazione dell’assenza dell’Amministrazione Penitenziaria più volte sollecitata alla soluzione delle problematiche da sempre denunciate, porterà le questioni sollevate all’attenzione del Prefetto della Provincia di Caserta con la richiesta a breve di un incontro con la predetta Autorità di Governo.

Cronache della Campania@2018

Torre del Greco, serre in casa per coltivare la marjiuana: arrestato Acampora

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Torre del Greco. Aveva organizzato una coltivazione casalinga di marjiuana con serre e lampade per accelerare la crescita: arrestato dalla polizia. Ieri mattina gli agenti del Commissariato Torre del Greco hanno arrestato Ciro Acampora, 45 anni napoletano, già noto alle forze dell’ordine, accusato di coltivazione e detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente tipo marijuana. I poliziotti, durante una mirata attività investigativa, hanno scoperto una vera e propria coltivazione casalinga di piante di marijuana a casa del 45enne. Gli agenti hanno rinvenuto 11 piante di marijuana, 4 piante di marijuana essiccate, circa 612 grammi di sostanza stupefacente essiccata e pronta per essere messa sul mercato, 43 grammi circa di hashish, la somma di 820 euro in banconote di vario taglio. Inoltre, i poliziotti hanno trovato 2 box serra per la coltivazione corredate di lampade e sistema di aerazione, un estrattore per olii essenziali, numerosissime bustine a strappo di cellophane, due bilancini di precisione, un barattolo di vetro contenente una sostanza fertilizzante per la coltivazione appunto di sostanze stupefacenti e tutto l’occorrente per il taglio ed il confezionamento del prodotto finito. Tutto il materiale rinvenuto è stato sequestrato. L’uomo è stato arrestato e sarà processato per rito direttissimo al Tribunale di Torre Annunziata.

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Cava de’ Tirreni, controlli e prevenzione sul territorio: scattano multe e denunce

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Cava de’ Tirreni. Un’articolata attività di prevenzione e controllo del territorio è stata effettuata nella giornata di ieri dalla Polizia di Stato a Cava de’ Tirreni, in attuazione delle direttive impartite dal Questore di Salerno. Sono stati implementati i dispositivi di prevenzione da parte degli agenti del locale Commissariato di Pubblica Sicurezza, con mirati servizi finalizzati a contrastare principalmente i reati di tipo predatorio ed ulteriormente implementati nei prossimi giorni in concomitanza delle festività pasquali. L’attività eseguita dalla Sezione Volanti del Commissariato metelliano, con la realizzazione di 8 posti di controllo sulle principali arterie viarie della città, ha consentito di identificare 76 persone, di cui 17 con precedenti di polizia, nonché di controllare 48 veicoli. Elevate 2 contestazioni per guida di veicoli sprovvisti di assicurazione per responsabilità civile, entrambi sottoposti a sequestro amministrativo, 1 per circolazione di veicolo non sottoposto a revisione periodica ed, infine, 1 contestazione per guida senza patente, con relativo fermo amministrativo. In quest’ultimo caso, il conducente del veicolo, all’atto del controllo, risultava sprovvisto non solo della patente di guida ma anche di altro valido documento di riconoscimento, fornendo agli agenti generalità poi risultate false. L’espediente non ha però tratto in inganno i poliziotti che lo hanno condotto negli uffici del Commissariato, dove il giovane ha ammesso la sua reale identità. Terminati gli accertamenti lo stesso, è stato, denunciato per false attestazioni a pubblico ufficiale sulla propria identità personale. 
Sempre a Cava de’ Tirreni, i poliziotti hanno rintracciato un 43enne metelliano, colpito da  provvedimento di carcerazione, emesso il 12 aprile scorso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Nocera Inferiore, per un cumulo di pene concorrenti per l’espiazione di un periodo di reclusione di anni 1, mesi 5 e giorni 25, per reati in materia di stupefacenti. Eseguite le formalità di rito, l’uomo è stato trasferito alla casa circondariale di Salerno.

Cronache della Campania@2018

Napoli, Luca Materazzo revoca di nuovo l’avvocato. Il legale: ‘Umiliante, ma ho vinto un caffè’

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Ennesimo colpo di scena al processo per l’omicidio di Vittorio Materazzo, l’ingegnere assassinato con decine di coltellate, davanti la sua abitazione, in via Maria Cristina di Savoia a Napoli, il 28 novembre del 2016: l’unico imputato, Luca Materazzo, fratello della vittima, alla vigilia dell’udienza di domani, durante la quale avrebbero dovuto concludere i suoi avvocati Alessandro Motta e Concetta Chiricone, li ha entrambi revocati. Dall’inizio del processo, che va avanti da circa un anno, l’imputato ha revocato una quindicina di legali. L’imputato può ora nominare un nuovo avvocato, o farsene assegnare uno d’ufficio, il quale, per poter affrontare il procedimento, dovrà chiedere i cosiddetti “termini a difesa” (un rinvio), per acquisire la documentazione e preparasi all’atto finale che precede il verdetto (atteso per la metà di maggio).”Eravamo pronti, adesso siamo solo stanchi”. Così, Alessandro Motta, avvocato di Luca Materazzo, unico imputato nel processo per l’omicidio del fratello Vittorio, commenta la decisione del suo cliente di revocarlo, insieme con l’altro avvocato difensore Concetta Chiricone, presa alla vigilia dell’ultima udienza in programma domani nell’aula 115 del Tribunale di Napoli. “Non riusciamo a spiegarci questo gesto che classifichiamo come umiliante – sottolinea Motta – abbiamo trascorso questi ultimi giorni analizzando nei minimi particolari i verbali, abbiamo fatto studi sulle consulenze e consultato trattati di sulle comparazioni del Dna”. L’avvocato Motta, comunque, conferma che andrà comunque in Tribunale, domani: “Devo riscuotere un caffe’ che avevo scommesso tempo fa: in fondo me lo sentivo che il nostro cliente, alla fine, avrebbe preso questa decisione”.

Cronache della Campania@2018

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