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Channel: Cronaca – Cronache della Campania
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Napoli, presi i componenti della banda del buco: ‘i signori delle fogne’

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Questa mattina, nell’ambito dell’attività istituzionale di repressione dei reati predatori, personale della Squadra Mobile, Sezione Antirapina, ha dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare, emessa in data 24.6.2019 dal G.I.P. presso il Tribunale di Napoli, su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di PANACCIO Gennaro, di 55 anni, CASO Ciro, di anni 39,CACCAVALLO Antonio, di anni 35, LUCENTE Rosario, di anni 58,PRINNO Salvatore, di anni 36,D’AMBROSIO Ciro, di anni 62, TROISE Salvatore, di anni 45, RAIOLA Franco, di anni 37 e RICCI Benedetto di anni 77, tutti con precedenti penali, ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di una serie di reati contro il patrimonio con la tecnica del buco, rapina aggravata, furto aggravato, porto e detenzione di armi comuni da sparo.
Il 22 giugno ultimo scorso gli stessi soggetti sono stati destinatari di un provvedimento di fermo emesso dalla Procura della Repubblica.L’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli, Settima Sezione, ha avuto inizio a seguito di un tentativo di rapina commesso, il 27 febbraio 2019, in danno di un ufficio postale di questo Corso Vittorio Emanuele, con la cd.”tecnica del buco”.

Nell’occasione sono stati acquisiti importanti elementi investigativi che hanno consentito di individuare alcuni soggetti dediti stabilmente alla commissione di rapine in danno di istituti bancari ed attività commerciali, con la citata tecnica.All’esito di un’intensa attività investigativa, è stata quindi accertata l’esistenza di una strutturata ed importante organizzazione criminale all’interno della quale sono stati individuati i ruoli ed i compiti assegnati ai vari sodali. Il citato gruppo criminale era organizzato e diretto da LUCENTE Rosario e da PANACCIO Gennaro, che avevano il compito di individuare gli obiettivi da colpire e gestire la fase operativa delle singole azioni criminali, impartendo disposizioni ed assegnando compiti ai diversi associati. Fondamentali sono state anche le figure criminali di PRINNO Salvatore, CASO Ciro, esecutori materiali degli eventi delittuosi. Gli altri soggetti invece avevano mansioni secondarie, ma pur sempre propedeutiche all’esecuzione dei diversi reati (scavatori dei cunicoli, “pali”, procacciatori di base logistiche). A tal riguardo importante, nonostante l’età, era il ruolo di RICCI Benedetto, soggetto molto esperto nell’esecuzione delle rapine con la cd. “tecnica del buco”, che aveva il ruolo di individuare gli obiettivi da colpire ed osservare, in occasione sia dei lavori propedeutici, che dell’esecuzione delle rapine, l’eventuale arrivo delle Forze dell’Ordine.

Ai citati soggetti vengono contestati i seguenti episodi criminali:tentata rapina commessa in data 27 febbraio 2019, consistita nell’eseguire lavori di scavo del sottosuolo in prossimità dell’ufficio postale sito in questo Corso Vittorio Emanuele, fino a giungere ad una distanza di poche decine di centimetri dai locali e nell’eseguire sopralluoghi finalizzati a verificare la presenza di eventuali telecamere di sorveglianza ovvero di altri ostacoli alla fuga, atti diretti in modo non equivoco ad impossessarsi, con minaccia e violenza, anche con l’uso di armi, del denaro e degli altri valori custoditi all’interno del predetto ufficio postale;furto commesso in data 12 aprile 2019 in pregiudizio dell’esercizio commerciale di tabacchi sito in questa piazza Nicola Amore laddove, dopo avere eseguito lavori di scavo nel sottosuolo, si sono introdotti all’interno, impossessandosi della cassaforte a muro contenente valori bollati ed effetti cambiari in bianco del Poligrafico dello Stato;tentata rapina commessa in data 15 maggio 2019 ai danni dell’Ufficio Postale sito in questa via Bellini, laddove erano stati eseguiti lavori di scavo nel sottosuolo in prossimità del predetto ufficio postale attestanti il compimento di atti diretti in modo non equivoco ad impossessarsi, con minaccia e violenza, anche con l’uso di armi, del denaro e degli altri valori custoditi all’interno del predetto ufficio postale;rapina consumata il 4 giugno 2019 in danno di un ufficio postale di questa via Pontano, dove, mediante minaccia, consistita nel puntare una pistola all’indirizzo dei dipendenti e nell’intimare alla direttrice di aprire la cassaforte, si impossessavano della somma di 30.000,00 euro circa, allontanandosi poi attraverso un foro praticato nel pavimento;rapina consumata l’11 giugno 2019 in danno della gioielleria “Trucchi” sita in questa via Santa Caterina a Chiaia laddove mediante minaccia, consistita nell’immobilizzare un dipendente dell’esercizio commerciale e nel puntare al suo indirizzo una pistola e mediante minaccia, consistita nel puntare la pistola all’indirizzo degli agenti di Polizia successivamente intervenuti, si impossessavano di numerosi orologi di valore ed oggetti preziosi custoditi all’interno della cassaforte, del valore di oltre 800.000,00 euro.

In questi due ultimi episodi è stata contestata agli indagati, in concorso tra loro, la detenzione e il porto di armi comuni da sparo. L’11 giugno scorso, poche ore dopo la rapina consumata in danno della gioielleria Trucchi, presso un appartamento sito nel quartiere Ponticelli, all’esito di un rocambolesco inseguimento sui tetti degli stabili del cd. “Lotto 0”, è stata rinvenuta parte della refurtiva asportata dai rapinatori.

Cronache della Campania@2019


La Corte di Assise, no alla richiesta di proscioglimento per ex Ad Eternit

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La Seconda Corte di Assise di NAPOLI ha respinto la richiesta di proscioglimento motivata avanzata lo scorso 31 maggio dall’avvocato Astolfo Di Amato, difensore dell’imprenditore svizzero Stephan Schmidheiny, imputato a NAPOLI per l’omicidio volontario di otto persone (sei dipendenti dello stabilimento Eternit di Bagnoli e due loro familiari). Le motivazioni della decisione sono state lette all’inizio dell’udienza dal presidente Alfonso Barbarano che ha poi aperto la fase dibattimentale con le richieste dei mezzi istruttori. Soddisfazione e’ stata espressa dagli avvocati delle associazioni ‘Osservatorio nazionale amianto’ e ‘Mai piu’ Amianto’, Flora Abate e Elena Bruno.

Cronache della Campania@2019

L’acqua di Ateneo: buona da bere, mercoledì nell’aula Magna di San Giovanni si presenta Uninaquam

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Mercoledì 26 giugno 2019, alle 10.30, nell’aula Magna del Complesso Universitario di San Giovanni a Teduccio, in corso Protopisani, alla presenza degli organi di controllo territorialmente competenti, ARPAC e ASL, Gaetano Manfredi, Rettore della Federico II, presenterà il progetto Uninaquam.
Il progetto, partito nel 2016, prevedeva il censimento delle strutture dell’Ateneo seguito da un monitoraggio capillare negli ultimi due anni della qualità dell’acqua di rete erogata al pubblico (studenti e dipendenti) secondo quanto previsto dalla legislazione in materia di acque destinate al consumo umano (DLgs 31/01 e ss.mm.ii.).
I risultati positivi ottenuti dalle attività di autocontrollo e la conformità dell’acqua erogata alle leggi vigenti hanno suggerito di implementare punti di distribuzione agli utenti negli spazi di maggiore frequentazione in collaborazione con ABC Napoli.

L’iniziativa è in linea con il protocollo d’intesa stipulato con Marevivo, Conisma e CRUI a cui l’Ateneo ha aderito per sensibilizzare ed educare alla tutela dell’ambiente e per favorire l’eliminazione della plastica monouso negli atenei, poiché tale intento non può prescindere da un miglioramento della qualità dell’acqua distribuita attraverso la rete, sia nell’immaginario collettivo, sia soprattutto nella reale verifica della sua qualità e da una più facile e igienica accessibilità.

Cronache della Campania@2019

Ancora disagi legati ai ritardi nella raccolta dei rifiuti a Napoli e provincia, a Pomigliano assegnato l’appalto per il sito di compostaggio

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“Continuano a pervenirci decine di segnalazioni circa i disagi che i cittadini sono costretti a fronteggiare a causa dei ritardi negati alla raccolta dei rifiuti. I cumuli sono presenti in svariati punti del capoluogo, come ad esempio a Ponticelli, dove si registrano forti criticità in prossimità del Palavesuvio che a breve ospiterà le gare delle Universiadi. Tra l’altro iniziano a registrarsi i primi atti vandalici come i roghi e i ribaltamenti dei cassonetti. La crisi, secondo quanto ci è stato segnalato, si sta rivelando problematica anche per coloro che si occupano della raccolta. In prossimità degli Stir sono presenti code interminabili di mezzi della nettezza urbana. Gli autisti sono costretti a restare per ore sotto il sole, tra cattivi odori, insetti e ratti. La nostra attività di monitoraggio prosegue senza sosta nelle sedi istituzionali. Nel frattempo accogliamo con soddisfazione la notizia dell’assegnazione del bando per la realizzazione del sito di compostaggio a Pomigliano. Vigileremo con la massima attenzione sul progetto e sui tempi di realizzazione. Tutto dovrà essere a norma e, soprattutto, non dovranno esserci emissioni moleste per residenti”. Lo affermano il consigliere regionale dei Verdi Francesco Emilio Borrelli e il portavoce del Sole che Ride in Campania Vincenzo Peretti. “Per quanto ci riguarda – aggiungono Borrelli e Peretti – bisogna continuare nel solco del piano di rifiuti del 2015. Ribadiamo il nostro ‘no’ a nuovi inceneritori e discariche, il ciclo dei rifiuti in Campania deve essere caratterizzato dall’aumento della raccolta differenziata e dalla realizzazione degli impianti di biocompostaggio”.

Cronache della Campania@2019

Napoli, scippava donne ultraottantenni nel quartiere Posillipo: in manette 24enne

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Scippava donne ultraottantenni nel quartiere Posillipo di Napoli: almeno sette i furti contestati a Carmine Giordano, un 24enne  del quartiere Stella e già detenuto in carcere. Reati perpetrati tra novembre e dicembre 2018. Ordinanza di custodia cautelare bis per il giovane che era stato arrestato per una rapina avvenuta il 19 gennaio scorso, ma che è stato riconosciuto dagli inquirenti quale responsabile di altri sei furti con strappo.

 

Cronache della Campania@2019

Napoli, ruba portafogli a una turista in un albergo: arrestato mentre faceva shopping

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Napoli. Gli agenti della Polizia di Stato dell’Ufficio Prevenzione Generale – Sezione
Volanti hanno arrestato in flagranza di reato un uomo responsabile di furto di
un portafogli ed indebito utilizzo di carta di credito. Nel pomeriggio di ieri, 24
giugno alle ore 16.30 circa, gli operatori si portavano presso una struttura
ricettiva cittadina, per una segnalazione di furto di portafogli ai danni di una
donna ospite. La vittima dichiarava che poco prima, mentre si trovava al bar
dell’albergo, veniva derubata del proprio portafogli, che aveva
momentaneamente appoggiato sul bancone del bar. Nel contempo, un’ altra
pattuglia veniva inviata in corso Vittorio Emanuele, presso un esercizio
commerciale, in quanto era stato segnalato l’utilizzo indebito delle stesse carte
di pagamento asportate poco prima alla donna presso l’albergo e sul posto gli
agenti acquisivano da alcuni testimoni la descrizione dell’uomo che aveva
indebitamente utilizzato le carte. In quei frangenti, proprio in corso Vittorio
Emanuele, transitava libero dal servizio, un agente appartenente alla Sezione
Volanti, che avendo sentito poco prima la nota radio del fatto, con la
descrizione fisica del responsabile, lo riconosceva mentre usciva da un
negozio. Avvertita prontamente la pattuglia di zona e tenendo sempre d’occhio
il soggetto, questo veniva fermato poco dopo con alcune buste di vari negozi e
identificato per D.E.A. di anni 37, con precedenti specifici. La successiva
perquisizione personale permetteva di rinvenire indosso allo stesso un porta
tessere, contenente i documenti identificativi e le due carte di pagamento
intestate alla vittima. Dagli scontrini fiscali rinvenuti nella disponibilità
dell’uomo fermato, si accertava che aveva acquistato calzature nonché calze ed
indumenti intimi per un valore complessivo di circa 250 euro. La merce
acquistata illecitamente veniva restituita ai titolari dei rispettivi esercizi
commerciali. Dopo le formalità di rito, su disposizione dell’Autorità
Giudiziaria l’arrestato veniva accompagnato presso la sua abitazione agli
arresti domiciliari in attesa del giudizio di convalida.

Cronache della Campania@2019

Percepiva il Reddito di cittadinanza e faceva rapine in Costiera Amalfitana insieme a tre complici: arrestati

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I carabinieri del reparto territoriale di Nocera Inferiore hanno arrestato quattro persone di Angri e Pagani con l’accusa di tentata rapina e ricettazione e ad uno di loro e’ stata anche sequestrata la card elettronica per l’erogazione del reddito di cittadinanza. L’operazione si inserisce all’interno di un contesto investigativo riguardante rapine a commercianti ed imprenditori, coordinato dalla Procura della Repubblica di Nocera Inferiore e condotto dai militari della sezione operativa nocerina e dalla stazione di San Valentino Torio. I quattro, di eta’ compresa tra i 41 e i 60 anni, tutti già noti alle forze dell’ordine per fatti analoghi, avevano pianificato – secondo l’accusa – una rapina da compiere ieri dopo una serie di precedenti sopralluoghi. Ad essere rapinato doveva essere un commerciante che si sarebbe dovuto recare ad un istituto di credito per versare del contante. Il repentino intervento dei militari ha consentito di bloccare i quattro, due basisti e due materiali esecutori, prima che entrassero in azione. E’ stata recuperata anche una pistola scacciacani priva di tappo rosso e un motoveicolo risultato rubato a Vietri sul Mare.

Cronache della Campania@2019

Whirlpool, nessuna chiusura e nessun disimpegno da Napoli: ora si passa alla fase operativa

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“Nessuna chiusura, nessun disimpegno e la piena occupazione dei lavoratori coinvolti in questa vicenda: questi sono i capisaldi che abbiamo ottenuto e sui quali possiamo ricostruire. Oggi abbiamo avuto delle conferme importanti che fanno segnare uno step decisivo per la situazione del sito di Napoli”. Così il ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro, Luigi di Maio al termine del tavolo al Mise. “Era fondamentale averle direttamente dalle figuri apicali della multinazionale con cui, da oggi in avanti, seguirà un dialogo – che coinvolga tutte le parti sociali – per garantire un futuro certo ai lavoratori”, sottolinea Di Maio.
“L’azienda è fortemente impegnata a trovare una soluzione, in collaborazione con il Ministero dello Sviluppo Economico e le organizzazioni sindacali, in grado di assicurare la continuità industriale e preservare i livelli occupazionali, cosi’ da garantire un futuro sostenibile per i nostri dipendenti. In linea con questo impegno, ho chiesto oggi al Ministro Luigi Di Maio di aprire un tavolo di negoziazione con tutte le parti interessate per iniziare a discutere una soluzione a beneficio dei 412 lavoratori di Napoli”: lo dice in una nota Gilles Morel, Presidente di Whirlpool EMEA e Vice Presidente Esecutivo di Whirlpool Corporation spiegando che viene “confermato il ruolo strategico dell’Italia”. Per quanto riguarda il sito di Napoli, – spiega la nota – “nonostante gli investimenti effettuati negli ultimi anni, pari a circa 100 milioni di euro, le prolungate difficolta’ registrate si sono aggravate a causa delle circostanze macroeconomiche globali”. Nel corso dell’incontro odierno presso il Ministero dello Sviluppo Economico, alla presenza del Ministro Luigi Di Maio e delle organizzazioni sindacali, – spiega l’azienda – Whirlpool EMEA ha presentato lo stato di attuazione del Piano Industriale Italia 2019-2021. “Whirlpool EMEA (Europa, Medio Oriente e Africa) è ad un momento di svolta, ecco perché la nostra competitività industriale è fondamentale. L’Italia è e rimarrà un Paese strategico, sia dal punto di vista industriale che commerciale e, per questo motivo, negli ultimi anni abbiamo investito circa 600 milioni di euro e ci siamo impegnati a continuare a investire 250 milioni di euro in linea con il nostro Piano Industriale 2019-2021. Inoltre, abbiamo riconfermato oggi le linee guida strategiche del Piano Industriale firmato lo scorso ottobre e il previsto trasferimento della produzione di lavatrici e lavasciuga da incasso dalla Polonia a Comunanza” – ha commentato Gilles Morel, Presidente di Whirlpool EMEA e Vice Presidente Esecutivo di Whirlpool Corporation. In questo senso, sono stati ribaditi per i siti di Cassinetta di Biandronno – VA (polo EMEA per i prodotti da incasso per le categorie freddo e cottura), Melano – AN (hub regionale per i piani cottura) e Siena (produzione di congelatori orizzontali) i volumi produttivi e occupazionali secondo quanto previsto dal Piano Industriale. Confermato altresì il trasferimento a Comunanza (AP) della produzione delle lavatrici e lavasciuga da incasso dalla Polonia, grazie al quale il sito beneficerà di un incremento dei volumi che porterà la produzione totale a oltre 800 mila unità.

Cronache della Campania@2019


Napoli, mancano tecnici radiologi all’ospedale del Mare e i pochi che ci sono annunciano lo sciopero

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Napoli. Minacciano lo sciopero i tecnici di radiologia dell’ospedale del Mare perché sono in numero ridottissimo e con l’arrivo delle ferie estive si rischia la paralisi del reparto. Sono solo in 16 al lavoro con 32 medici radiologi in servizio e quindi non riescono a coprire i turni di lavoro, ne a soddisfare le esigenze dei medici ne a soddisfare le prestazioni ambulatoriali. Hanno fatto anche una lettera al direttore dell’ospedale, Giuseppe Russo chiedendo ‘rinforzi’ ma si sono sentiti rispondere che non spetta a lui fare le assunzioni. Alla luce di ciò  i tecnici radiologici hanno annunciato uno sciopero per sollecitare i vertici dell’Asl Napoli 1 a prestare attenzione alla grave situazione e alla mancanza di personale.

Carlo Landolfi

Cronache della Campania@2019

Funerali a Pagani per la bimba morta: la mamma indagata per omicidio piange la sua morte

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Pagani. Si sono svolti questa mattina, in forma strettamente riservata, i funerali di Jolanda Passariello, la bimba di otto mesi deceduta durante la notte di sabato scorso all’ospedale “Umberto I” di Nocera Inferiore. Il papà, Giuseppe Passariello è attualmente in carcere con l’accusa di omicidio volontario e maltrattamenti mentre la mamma è indagata a piede libero con l’accusa di concorso in omicidio. I funerali si sono svolti nella cappella del cimitero di Pagani. La funzione religiosa è stata celebrata dal Vescovo di Nocera Inferiore, Giuseppe Giudice. Presenti anche i sindaci di Pagani, Alberico Gambino e di Sant’Egidio del Monte Albino, Nunzio Carpentieri.

Cronache della Campania@2019

Acerra, facevano rapine alle prostitute: presi due pregiudicati

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Stamattina, gli agenti della Polizia di Stato del Commissariato di Acerra – Sezione Investigativa hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP del Tribunale di Nola su richiesta della locale Procura nei confronti di due pregiudicati di Acerra, rispettivamente di 45 e 52 anni, gravemente indiziati di rapina aggravata. L’ordinanza è scaturita da una scrupolosa attività investigativa svolta dai poliziotti del Commissariato che ha permesso di individuare i due uomini quali presunti autori di una serie di rapine perpetrate in zona Calabricito di Acerra, un’area industriale e piuttosto isolata ai confini con il Comune di Maddaloni, dove sono solite sostare alcune prostitute.

In particolare gli agenti, sotto il costante coordinamento della Procura, hanno posto in essere attività investigative che hanno permesso di individuare alcuni veicoli sospetti e di risalire ai presunti autori delle rapine e di altri episodi analoghi occorsi nei mesi precedenti e durante le festività natalizie.Fondamentale è stata la collaborazione delle vittime. Il provvedimento restrittivo è stato eseguito in carcere, dove già gli indagati si trovavano ristretti per analogo reato

Cronache della Campania@2019

Napoletani scomparsi in Messico: da Roma arrivano ‘notizie incoraggianti’

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“Sebbene le indagini siano coperte dal massimo riserbo, ci hanno riferito che le notizie sono incoraggianti”. E’ quanto afferma, in un comunicato, Francesco Russo, figlio, fratello e cugino di Raffaele Russo, Antonio Russo e Vincenzo Cimmino, i tre napoletani scomparsi in Messico il 31 gennaio 2018. Le famiglie Russo e Cimmino, accompagnati dall’avvocato Luigi Ferrandino, si sono recate oggi a Roma dove hanno incontrato, alla Farnesina, il sottosegretario agli Esteri Ricardo Merlo. Il senatore, reduce da una missione, ha fornito loro informazioni circa lo stato delle indagini in corso presso la Procura General dello Stato di Jalisco (la località dove si sono perse le tracce dei tre connazionali, ndr) in riferimento al sequestro. “E’ ovvio – ha detto l’avvocato Ferrandino – che le indagini siano coperte dalla massima segretezza poichè essa e’ garanzia di risultati positivi. Diffondere notizie in merito all’attività investigativa significa danneggiare il lavoro degli inquirenti. Il mio augurio è che presto si possa avere un epilogo positivo, sembra vi siano speranze di trovarli ancora in vita”.

Cronache della Campania@2019

Lo Stadio Collana è praticamente pronto per le Universiadi, ultimati il campo e la pista di atletica: mancano solo alcune rifiniture

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“Siamo molto soddisfatti dei lavori effettuati allo Stadio Collana in vista delle Universiadi. Grazie all’impegno economico della Regione Campania è stata realizzata la nuova pista di atletica, è stato rizollato il campo e sono stati rifatti gli spogliatoi. Gli interventi sono in via di ultimazione, l’impianto è praticamente pronto: mancano solo i dettagli. Gli atleti che prenderanno parte ai giochi universitari avranno a disposizione una struttura funzionale per gli allenamenti. Tenendo conto che abbiamo richiesto a gran voce l’inclusione del Collana tra gli impianti sportivi delle Universiadi non possiamo che compiacerci nel vedere un impianto rinnovato dopo anni e anni di deperimento delle strutture”. Lo affermano il consigliere regionale dei Verdi Francesco Emilio Borrelli e il consigliere del Sole che Ride alla V Municipalità Rino Nasti. “Al di là delle Universiadi – proseguono Borrelli e Nasti – il Collana dovrà diventare fruibile per gli sportivi dopo il 14 luglio. Nel rispetto delle norme di sicurezza relative ai cantieri per il rifacimento delle tribune e delle torri faro la pista di atletica dovrà essere a disposizione. Vigileremo inoltre sulla realizzazione dei lavori a carico della Giano, il soggetto affidatario della struttura, che dovranno essere effettuati celermente, in modo da avere un impianto completamente rinnovato e all’avanguardia”.

Cronache della Campania@2019

Napoli, il consiglio comunale affida all’Abc la gestione della falda di Bagnoli

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Il Consiglio comunale di Napoli ha approvato la delibera che prevede l’affidamento ad ABC (Acqua Bene Comune) dell’impianto di trattamento delle acque di falda di Bagnoli Coroglio. Il provvedimento e’ passato con appello nominale con 20 voti favorevoli e 1 astenuto. A illustrare la delibera e’ stato l’assessore all’Ambiente, Raffaele Del Giudice. La delibera prevede l’affidamento ad Abc per il periodo di proroga dell’Accordo di programma relativo alle funzioni di custodia giudiziaria dinamica disposta dal Tribunale di Napoli nelle aree ex Ilva ed ex Italsider che sono oggetto di sequestro giudiziario. “L’atto – ha spiegato che Del Giudice – ha una valenza ambientale particolarmente importante per l’impianto che consente la depurazione a terra e anche perché affida ad Abc la gestione dell’hub idrico di Bagnoli, senza alcun onere per il Comune”. Critiche le opposizioni secondo cui l’atto presenta – come detto dal consigliere del M5s Brambilla – “aspetti poco chiari che neanche le riunioni di commissione svolte sono riuscite a chiarire; in particolare, quello relativo al tipo di rapporto di lavoro che si avr° con i due lavoratori della ex Bagnolifutura e quello degli atti da adottare rispetto alla gestione di Abc dell’altro impianto di Bagnoli” Soddisfazione invece dalla maggioranza che con il consigliere di Agora’, Nino Simeone ha definito l’atto “un’operazione importante per completare il ciclo integrato delle acque sebbene – ha sottolineato – resta la domanda su cosa accadrà dopo il 31 dicembre 2019 ai lavoratori che attualmente sono addetti all’impianto”. Nella replica, l’assessore Del Giudice ha rivendicato il merito dell’amministrazione di non lasciare “congelati i due lavoratori riaprendo per loro, all’interno delle partecipate, la possibilita’ di una collocazione. Quanto ai lavoratori interinali, che non rientrano specificamente in questa delibera – ha proseguito – l’amministrazione ha intrapreso le necessarie iniziative affinche’ continuino il loro lavoro a salvaguardia della barriera idraulica”.

Cronache della Campania@2019

‘Ndrangheta in Emilia Romagna, sgominata la cosca Grande Aracri: il presidente del consiglio comunale di Piacenza favoriva il boss

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La ‘Ndrangheta è ancora ‘viva’ in Emilia Romagna: lo dimostra l’operazione ‘Grimilde’ che ha portato all’arresto di 16 presunti esponenti della cosca Grande Aracri di Cutro. Già l’indagine ‘Aemilia’ aveva portato alla luce la capacitaà della ‘Ndrangheta di infiltrarsi nel tessuto economico e sociale dell’Emilia, mostrando per la prima volta la potenza criminale della cosca Grande Aracri di Cutro. Stamane più di 300 agenti di polizia tra Parma, Reggio Emilia e Piacenza, coordinati dallo Sco (Servizio centrale operativo), hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti della cosca calabrese. Tra i destinatari delle misure di custodia cautelare chieste dalla pm della Dda di Bologna Beatrice Ronchi ed emesse dal Gip Alberto Ziroldi – 16, di cui 13 in carcere e 3 ai domiciliari, mentre gli indagati sono 76 – c’e’ anche il boss Francesco Grande Aracri (fratello del più noto Nicolino), oltre ai figli Salvatore e Paolo. Francesco Grande Aracri, già condannato per associazione mafiosa in passato, viveva a Brescello, in provincia di Reggio Emilia. Secondo gli investigatori lui e i figli erano a capo del gruppo criminale, i cui appartenenti sono responsabili a vario titolo di titolo di associazione di stampo mafioso, estorsione, tentata estorsione, trasferimento fraudolento di valori, intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, danneggiamento e truffa aggravata. In carcere è finito anche il presidente del Consiglio comunale di Piacenza, Giuseppe Caruso, di Fratelli d’Italia, che secondo il gip “ha un ruolo non secondario nella consorteria”. “Il coinvolgimento personale di Caruso risale a quando era dipendente dell’Agenzia delle Dogane di Piacenza – ha spiegato il procuratore capo di Bologna, Giuseppe Amato – non riguarda il suo ruolo politico”. Fdi, appena appresa la notizia, ha sollevato Caruso dai suoi incarichi. Caruso, per il Gip, avrebbe “messo stabilmente a disposizione le prerogative, i rapporti professionali e amicali e gli strumenti connessi al proprio lavoro di dipendente dell’ufficio delle Dogane di Piacenza per il perseguimento degli interessi” del sodalizio ‘ndranghetistico. “Perché io ho mille amicizie, da tutte le parti, bancari, oleifici, industriali – diceva il politico parlando con un’altro indagato mentre era intercettato nel 2015 – tutto quello che vuoi… quindi io so dove bussare…”. E ancora, mentre parlava con il fratello Albino, anche lui arrestato: “Io con Salvatore (Grande Aracri, ndr) gli parlo chiaro, gli dico… Salvato’, non la dobbiamo affogare sta azienda, dobbiamo cercare di pigliare la minna e succhiare o no?”. Il riferimento è alla ‘Riso Roncaia Spa’, azienda mantovana che si era rivolta all’organizzazione, finendo poi nelle sue grinfie e coinvolta in una presunta truffa su un finanziamento Agea.
Il caso di un’azienda del Mantovano la Riso Roncaia Spa è una delle tematiche al centro dell’indagine della Dda di Bologna. Una vicenda, ha ricostruito il gip, che si inquadra nella capacità della cellula emiliana “di condizionamento di un’impresa in situazione di difficoltà finanziaria”. Dagli atti dell’inchiesta si rileva che i Roncaia gravati da debiti avevano chiesto aiuto a Giuseppe Caruso (attuale presidente del consiglio comunale di Piacenza) e al fratello Albino. Da una conversazione telefonica del giugno 2015 tra Claudio Roncaia e Giuseppe Caruso emerge come quest’ultimo “attribuisse a sé e al proprio gruppo – scrive il gip – il merito sia della risoluzione della problematica Unicredit”, verso cui c’era un debito, (“hai visto come ci muoviamo?”) e sia “della posizione dei Roncaia divenuta favorevole all’interno dell’Unicredit grazie all’intervento determinante di un soggetto di spessore portato dai Caruso”. In seguito “si comprendeva – scrive il gip – che il personaggio intervenuto per risolvere le problematiche dei Roncaia era l’allora amministratore delegato di Unicredit, Ghizzoni”. Nell’ordinanza e’ citata un’altra intercettazione del dicembre 2015 in cui parla un dirigente della Riso Roncaia che “confermava – si legge nell’ordinanza – l’intervento del Ghizzoni per l’estinzione del debito”. “E’ stato Ghizzoni, ha fatto intervenire – questo il testo dell’intercettazione riportata negli atti – l’ufficio legale di Unicredit”. C’è però da dire che Federico Ghizzoni non risulta indagato e secondo gli investigatori è possibile che le persone intercettate coinvolte nell’inchiesta stessero millantando la sua conoscenza.
Giuseppe Caruso, il presidente del consiglio comunale di Piacenza arrestato, è un politico molto noto a Piacenza, dove da anni milita nella destra locale. Consigliere comunale d’opposizione dal 2002 al 2012 per Alleanza Nazionale prima e poi per il Popolo delle Libertà, è quindi entrato in Fratelli d’Italia. Presente a tutte le iniziative di partito, è uno dei volti più noti di Fratelli d’Italia e abita a Piacenza da più di 30 anni. Nel suo curriculum impieghi come consulente del lavoro, revisore dei conti, analista programmatore, infine dipendente dell’Amministrazione delle Dogane. Alle elezioni comunali del 2017, in cui poi vinse il centrodestra con l’attuale amministrazione Barbieri, ottenne 155 preferenze che gli permisero l’ingresso in consiglio comunale e di essere proposto da Fdi, che aveva ricevuto in giunta un solo assessore, come candidato alla presidenza del consiglio comunale. “Ribadiamo la totale estraneità dell’amministrazione e del Comune di Piacenza da questa vicenda, per cui non accettiamo alcun tipo di bassa speculazione politica, e valuteremo ogni azione a tutela del buon nome e della trasparenza dell’attività dell’Ente”. Così il sindaco Patrizia Barbieri interviene sull’arresto per ‘Ndrangheta del presidente del Consiglio comunale. “La notizia del coinvolgimento nell’indagine antimafia di Giuseppe Caruso, comunque non nell’ambito della sua attività politica o amministrativa, ma espressamente legata al suo ruolo di funzionario dell’Agenzia delle Dogane e alla sua attività professionale privata – dice il sindaco – ci ha lasciato sconcertati e profondamente scossi. Nell’esprimere il grande apprezzamento per l’operazione delle forze dell’ordine e massima fiducia nell’azione della magistratura, riaffermiamo la massima condanna per ogni tipo di mafia, che combattiamo e combatteremo sempre con il massimo impegno e con tutte le nostre forze”.

Cronache della Campania@2019


Bambini feriti al Pareo Park: i genitori annunciano una dura battaglia

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Napoli. E’ guerra aperta tra i genitori dei bimbi rimasti ustionati domenica nelle piscine del Pareo Park di Giugliano e i titolari della struttura. Su facebook è stato creato un gruppo che si chiama “Infezioni al Pareo park” dove ognuno sta postando le foto dei propri figli con le ferite ai piedi e in altre parti del corpo. In giornata alcuni sono stati visitati al centro ustioni del Santobono dove sono state diagnosticate “lesioni cutanee”. Alcuni bambini sono stati ricoverati anche con febbre e vomito. La situazione sembra peggiorare. Degli cento bambini ricoverati tra gli ospedali napoletani e quelli casertani molti a due giorni dall’infezione continuano ad avvertire malori e bruciori. Una cinquantina di famiglie già hanno presentato denuncia alle forze dell’ordine e ora si è in attesa dei risultati delle analisi dell’Arpac e poi delle decisioni del magistrato della Procura di Napoli Nord. Una cosa è certo: è un caso destinato afar parlare ancora a lungo.

Cronache della Campania@2019

Il pentito: ‘Cicciariello dopo ogni omicidio si lavava col Jack Daniel’s per cancellare le tracce di polvere da sparo’

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“Dopo ogni omicidio Cicciariello Russo si lavava con una bottiglia di Jack Daniel’s per cancellare la tracce di polvere da sparo.Dopo l’omicidio di Mirko Romano fui convocato a casa sua e vidi la bottiglia vuota  e capii che era stato lui e pensando che volesse uccidere anche me dissi ‘fai quello che devi fare e fallo presto. Ma lui mi rispose:”Non ti preoccupare abbiamo già fatto. Sta bene così”. E’ parte del racconto del pentito Fabio Vitagliano, ex componente del gruppo di fuoco del clan Amato Amato. Era amico si di Mirco Romano, il ragazzo delle famiglia bene dell’Arenella diventato spietato killer di camorra nella prima faida di Scampai e che ha ispirato il personaggio di “Vocabulà” nella terza e quarta serie di Gomorra. Romano fu ucciso il 3 dicembre del 2012 dal suo amico  Francesco Paolo Russo detto Cicciariello e con il quale avevano commesso alcuni omicidi. Oggi su richiesta della dda sono state notificate in carcere  ordinanze cautelari allo stesso Russo come esecutore materiale e a Mariano Riccio e Carmine Cerrato takendò all’epoca reggenti del clan Amato Pagano. Oltre al pentito Fabio Vitagliano agli atti dell’inchiesta ci sono anche le dichiarazioni dello stesso Cerrato (pentito da anni) il quale ha raccontato che la decisione di uccidere Romano fu presa da lui e da Riccio perché “gelosi” del carisma che il killer che parlava in italiano aveva verso molti affiliati, anche del pentito Gennaro Notturno detto o’sarracino. Domani Russo sarà interrogato in carcere alla presenza dei suoi difensori (Massimo Autieri e Claudio D’Avino) che proveranno a smontare le accuse, molte “de relato” mosse nei confronti del loro assistito.Secondo le accuse Romano fu eliminato dopo essere stato attirato in una trappola da Francesco Paolo Russo, un altro killer del clan, di cui si fidava. Il cadavere di Mirko Romano fu abbandonato in strada e fu trovato dai carabinieri la mattina del 3 Dicembre 2012.

(nella foto da sinistra il killer Francesco Paolo Russo detto cicciariello, la vittima Mirco Romano detto l’italiano, e i pentiti Fabio Vitagliano, Carmine Cerrato detto takendò e Gennaro Notturno detto o’ sarracino)

Cronache della Campania@2019

Napoli, duro colpo alla camorra: arrestati oltre 100 esponenti dell’Alleanza di Secondigliano

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Imponente operazione all’alba dei carabinieri del Ros e del comando provinciale di Napoli, con l’esecuzione su tutto il territorio nazionale di oltre cento provvedimenti cautelari emessi dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Napoli su richiesta della Procura della repubblica partenopea nei confronti di appartenenti ai clan Contini, Mallardo e Licciardi.L’attività di indagine è stata condotta anche con l’apporto investigativo della polizia di Stato e della Dia. Contestualmente, inoltre, la guardia di finanza ha sottoposto a sequestro l’ingente patrimonio illecitamente accumulato dai clan. Il procuratore capo Giovanni Melillo, con i vertici della polizia giudiziaria, terrà una conferenza in Procura a Napoli alle ore 11.00.

Cronache della Campania@2019

Arrestato ex olimpionico di boxe: faceva il ‘picchiatore’ per i Casalesi per convincere gli imprenditori a pagare il pizzo

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La Direzione Investigativa Antimafia di Trieste ed il nucleo di Polizia Economico Finanziaria Trieste della Guardia di Finanza hanno eseguito stamani a Roma una misura di custodia cautelare in carcere a carico di O. B., rumeno 44 enne, residente nella capitale, accusato, insieme ad altri sette già in carcere dal 18 dicembre scorso, di aver commesso più estorsioni in Croazia, ma pianificate in Italia, in danno di imprenditori e professionisti, alcuni dei quali italiani operanti a Pola, in Croazia. Il 44enne, – dal fisico corpulento in quanto ex olimpico dei pesi massimi all’Olimpiadi di Atlanta del ’96, pregiudicato, mestiere prevalente ‘buttafuori’ – aveva il compito di intimidire con la sua minacciosa presenza fisica le vittime designate del gruppo criminale cui si vantava di appartenere, munito di delega a passare anche alle vie di fatto, ove necessario. Controllato più volte con personaggi apicali della famiglia Spada di Ostia, il 44enne è stato identificato dagli investigatori che hanno poi mostrato le sue foto in visione alle vittime. Il ‘Boxeur’, è stato riconosciuto da ben sei persone. O. B. ha avuto l’incarico di ‘convincere’, anche con plurime coercizioni fisiche, le vittime a rinunciare agli ingenti crediti, inducendole anche a cedere beni mobili ed immobili senza alcun corrispettivo nonché a fare consistenti prestiti che poi avrebbero dovuto confluire sul conto di società di un faccendiere di Portogruaro. I delitti perpetrati con metodo mafioso erano diretti a favorire gli interessi del famigerato clan camorristico dei ‘casalesi’, come accertato dagli investigatori, coordinati dal Procuratore della Repubblica di Trieste Carlo Mastelloni e dal sostituto procuratore della D.D.A. Massimo De Bortoli. Scandagliando gli ambienti della criminalità organizzata di stampo camorristico era emerso che F. G., di Portogruaro (Ve), attualmente in carcere, vestiti i panni abusivi di intermediario finanziario, aveva investito quasi 12 milioni di euro appartenenti però a gruppi criminali contigui ai casalesi, con la complicità e lo strumentale utilizzo di diverse società con sedi in Croazia, Slovenia, Gran Bretagna. Le autorità croate, lo scorso anno dopo le denunce di un professionista ed accogliendo le istanze di vari creditori, avevano pignorato i conti correnti delle aziende istriane facenti capo a F.G. disponendone il blocco finanziario, impedendogli di restituire quanto investito dai boss. L’acuirsi del dissesto finanziario di F.G. e le pressanti esigenze dei sodali campani di rientrare in possesso delle ingenti somme, inducevano i medesimi a mettere in atto condotte estorsive nei confronti di numerosi professionisti, italiani e croati. In questo contesto emergeva il ruolo iperattivo di soggetti riconducibili ad organizzazioni camorristiche i quali, in primis, assumevano la tutela di F.G. garantendogli una sorta di protezione da eventuali attività ritorsive dei creditori, esasperati per il mancato rientro dei capitali investiti, assicurando a F.G. la loro costante presenza nella sua abitazione e/o accompagnandolo in occasione dei suoi spostamenti. Numerosi gli episodi estorsivi emersi idonei ad evidenziare la determinazione a delinquere degli arrestati ma anche i consistenti interessi economici in gioco, pari a un giro di affari di decine di milioni di euro puntualmente ricostruito dagli uomini della Dia e della Gdf di Trieste.

Cronache della Campania@2019

La Cassazione annulla la condanna a 6 anni per l’imprenditore D’Angelo accusato di usura ed estorsione aggravata

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La VI sezione della Corte di Cassazione , accogliendo il ricorso proposto dall’avvocato Vittorio Fucci , ha annullato, con rinvio, la sentenza di condanna a 6 anni di reclusione nei confronti di Carlo D ‘Angelo, noto commerciante di Montesarchio, di 64 anni, imputato di usura e di estorsione aggravata in concorso con altro imputato di Montesarchio. Il Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione, nell’udienza celebratasi ieri, aveva chiesto l’ accoglimento del ricorso con conseguente annullamento della sentenza di condanna in favore di Carlo D’ Angelo, difeso dall’avvocato Vittorio Fucci, e l’inammissibilità del ricorso con conseguente conferma della condanna nei confronti dell’altro imputato , gravato dalla contestazione dei reati in concorso con il D’ Angelo. La Suprema Corte ha annullato la sentenza di condanna a 6 anni di reclusione di entrambi gli imputati, accusati in concorso dei reati di usura e di estorsione aggravata. Già precedentemente la difesa di Carlo D’ Angelo e di Colombo Pasquale, rappresenta dall’avvocato Vittorio Fucci, aveva colto l’ importante risultato della assoluzione del D’ Angelo dall‘aggravante del metodo camorristico, con la riduzione della pena, in Appello, da 9 a 6 anni di reclusione e l’assoluzione con formula piena, sempre in Appello, di Pasquale Colombo  che in primo grado era stato condannato a 9 anni di reclusione per usura ed estorsione aggravata in concorso con D’ Angelo e Maglione Antonio. Sempre in appello era stato assolto Benito Caputo, di Sant’ Agata De’ Goti, che in primo grado, aveva riportato una condanna a 13 anni di reclusione per associazione camorristica. Come si ricorderà la vicenda trattata dalla Suprema Corte di Cassazione riguardava la nota operazione “ La montagna “, che nel 2016 portò in carcere decine di persone con le accuse , a vario titolo , di associazione cammorristica e di estorsione ed usura aggravata anche dal metodo mafioso. Le indagini , che portarono alle diverse ordinanze di custodia cautelare in carcere e ai domiciliari, erano fondate su intercettazione telefoniche ed ambientali, su attività di appostamento dei carabinieri e su dichiarazione accusatorie delle vittime dei vari reati .

Cronache della Campania@2019

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