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Channel: Cronaca – Cronache della Campania
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‘Nun t’accire pecchè mi fai pena’: è virale il video dell’aggressione alla ‘Boss delle cerimonie’. Ma è tutto vero?

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Aggredita, presa a schiaffi e insultata nel suo negozio: sta facendo il giro del web un video che vede come vittima Annalucia Bonavolta, conosciuta come la Boss delle Cerimonie. Ma potrebbe trattarsi solo di una trovata pubblicitaria e di un video ‘organizzato’. Nel filmato viene ripresa una signora (il cui volto non viene mai mostrato) che picchia con pesanti schiaffoni e offendere la signora Bonavolta ( che a sua volta non si vede perché si copre la faccia con le mani per ripararsi dai colpi).Dietro l’aggressione, così è stato fatto filtrare, ci sarebbe una vendetta da parte della donna perché la Bonavolta avrebbe fatto picchiare un ragazzo da 20 persone. Da qui sarebbe scattata la vendetta con l’aggressione violenta ai danni della signora Bonavolta. Il video sta avendo tantissime condivisioni sui social con commenti più disparati. C’è chi dà ragione alla signora Bonavolta e la difende e chi, invece dice che a sbagliato. Intanto il video in meno di 24 ore ga fatto decine di migliaia di visualizzazioni e condivisioni.

Cronache della Campania@2019


Detenuto di Scampia si laurea con 110 e lode in Scienze della Comunicazione all’Università di Pisa

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Si chiama Ciro De Gregorio, oggi ha 39 anni ed è in carcere già da nove anni. Originario di Scampia, è stato condannato ad oltre 14 anni di carcere per traffico di droga. E’ detenuto nel carcere di Livorno e l’altro giorno si è laureato con  110 e Lode all’Università di Pisa in Scienze dello Spettacolo e della Comunicazione. “Mio fratello è la testimonianza vivente di come nonostante gli errori e il carcere, si può sempre migliorare nella vita”, dice con orgoglio la sorella che ha assistito alla seduta di laurea insieme con molti familiari, gli educatori della polizia penitenziaria, ill direttore del carcere di Livorno, Carlo Mazzerbo, il garante dei detenuti Giovanni De Peppo, la relatrice Veronica Nieri, insieme ai docenti componenti della commissione di laurea. De Gregorio ha discusso la complessa tesi dal titolo “Nativi digitali e rete. Conseguenze e possibilità etiche dischiuse dai social network”. E’ stato premiato con il massimo dei voti e lode e con applauso finale.
“Questo risultato – ha spiegato il Garante dei detenuti Giovanni De Peppo – ha davvero un grande valore di riscatto per il detenuto che ha messo in gioco tutta la sua volontà e il suo impegno attraverso la cultura e lo studio. Si tratta di un grande traguardo per tutto il personale del carcere della nostra città: un’altra laurea che si concretizza nell’istituto grazie alle presenze dei tanti docenti del Vespucci e dell’Università che offrono occasioni di crescita culturale e di formazione, per generare cittadini migliori e assicurare alla comunità quella sicurezza che può nascere solo grazie all’integrazione sociale”.

Cronache della Campania@2019

Costringevano una donna a prostituirsi e le prendevano i soldi: ai domiciliari un uomo e una donna della provincia di Caserta

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Caserta. Sfruttamento della prostituzione: arrestati ai domiciliari un uomo e una donna della provincia di Caserta. I carabinieri della stazione di Gricignano di Aversa hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Napoli Nord nei confronti di un uomo di 44 anni residente a Caivano e una donna di 38 anni residente a Gricignano di Aversa. L’attività di indagine, espletata dal mese di maggio 2019, ha permesso di raccogliere indizi nei confronti di una donna costretta a prostituirsi nei comuni di Aversa e Castel Volturno sin dal 2016. In effetti, i militari hanno riscontro che i due indagati sfruttavano economicamente la donna obbligata a versare 150 euro al giorno, e quando la vittima non raggiungeva il badget imposto veniva picchiata.
Dalle indagini, basate su numerosi servizi di osservazione e pedinamenti, sono emersi indizi che hanno portato all’emissione dell’ordinanza cautelare per sfruttamento della prostituzione. I carabinieri hanno registrato i precisi momenti in cui la vittima consegnava i soldi dell’attività giornaliera.

Cronache della Campania@2019

Blitz contro l’Alleanza di Secondigliano, sfugge alla cattura la donna boss Maria Licciardi ‘a piccerella

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Napoli. Questa mattina le forze dell’ordine hanno bussato alla porta di casa sua alle prime luci dell’alba, ma Maria Licciardi non era nel suo appartamento. Risulta tutt’ora irreperibile per la notifica della maxi ordinanza che ha colpito il gruppo criminale da lei diretto. Maria Licciardi, sorella del boss di Vincenzo, è detta ‘a piccerella”, ed è considerata non solo a capo del clan che porta il suo cognome ma ai vertici della consorteria chiamata Alleanza di Secondigliano che raggruppa i Licciardi, i Mallardo, i Contini, i Bosti, i Rullo.
Contestualmente alle 126 misure cautelari emesse dal gip di Napoli nei confronti di esponenti di spicco dei clan che compongono il cartello malavitoso, sono stati sequestrati beni per 130 milioni di euro alle cosche. Ricostruiti anche gli organigrammi dei gruppi criminali e la loro influenza su strutture pubbliche.

Cronache della Campania@2019

Scompare da casa in provincia di Viterbo, 80enne ritrovato dopo 3 giorni in stato confusionale a Sala Consilina

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Sala Consilina. Aveva lasciato la sua abitazione a bordo di una Lancia Ypsilon e per tre giorni se n’erano perse le tracce: è stato ritrovato dalla polizia stradale nei pressi di Sala Consilina in stato confusionale e con l’auto in panne. Un’anziano 80enne residente a Montalto di Castro in provincia di Viterbo si era allontanato il 22 giugno scorso. I familiari avevano provato fin da subito, non vedendolo rientrare per ora di pranzo, a contattarlo sull’utenza cellulare, purtroppo con esito negativo. L’unico contatto telefonico rilevato era stata una telefonata ad una cugina residente nel paese di origine che, oltre a confermare la generica telefonata, non sapeva dove l’80enne si era diretto. Domenica 23 giugno la figlia non vedendolo rientrare aveva sporto denuncia di scomparsa al Comando Stazione Carabinieri di Montalto di Castro per la scomparsa del proprio congiunto. La donna aveva sostenuto di essere vivamente preoccupata poiché il padre non soffriva di malattie  psicofisiche e non assumeva alcun tipo di medicinale in grado di alterare le funzioni fondamentali del vivere quotidiano. I Carabinieri, dopo le attività di inserimento nella Banca Dati in uso alle Forze di Polizia della nota di rintraccio e l’attivazione del previsto protocollo d’intervento tramite la competente Prefettura, avevano iniziato le indagini per ritrovare lo scomparso.
Alle 4,05 di ieri mattina, il personale di una pattuglia della Polizia Stradale della Sottosezione di Sala Consilina ha trovato un’autovettura ferma sulla corsia di marcia al km 102+600 lungo la carreggiata sud dell’A/2 Autostrada del Mediterraneo. Immediatamente gli agenti hanno posto in condizioni di sicurezza l’autovettura in questione ed il suo conducente che è stato identificato: era proprio la persona scomparsa dalla provincia di Viterbo. Nelle fasi del controllo, l’anziano era in evidente stato confusionale non riuscendo ad avere l’esatta percezione del luogo ove si trovava. Dopo gli accertamenti di rito l’uomo è stato accompagnato, presso gli uffici della Sottosezione della Polizia Stradale di Sala Consilina per avvisare e rasserenare i congiunti nonché i militari dell’Arma dei Carabinieri. La figlia, avuta notizia del ritrovamento, è arrivata presso gli Uffici della Polstrada per abbracciare e riaccompagnare l’anziano padre a casa.

Cronache della Campania@2019

Camorra, ‘L’Alleanza di Secondigliano aveva le mani sulla città e aveva come base operativa l’ospedale san Giovanni Bosco’

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Un “cartello mafioso che controlla in maniera pervasiva le attività criminali dell’intera area metropolitana di Napoli”, una “camorra che ha le mani sulla città”. Così il procuratore di Napoli Giovanni Melillo ha definito l’Alleanza di Secondigliano, cartello criminale sul quale si sono concentrate le indagini della Dda di Napoli culminate in oltre 120 arresti. “Questo cartello mafioso – ha spiegato Melillo – controlla in maniera pervasiva il complesso delle attività criminali che si svolgono sul territorio, ha una struttura federativa, ciascun gruppo è dotato di ampi margini di autonomia organizzativa e operativa, ma al contempo esiste una funzione direttiva comune alla quale sono affidate le decisioni sulle questioni più importanti”. L’Alleanza di Secondigliano, ha aggiunto Melillo, “ricorre solo in casi estremi all’omicidio, esercita una pressione estorsiva asfissiante su ogni genere di attività commerciale, controlla direttamente o tramite prestanomi un numero impressionante di attività d’impresa nei settori più disparati. Abbiamo documentato il controllo mafioso della struttura sanitaria dell’ospedale San Giovanni Bosco di Napoli che era la sede sociale dell’organizzazione mafiosa. ‘Il clan Contini, in particolare, “controllava ogni aspetto – ha spiegato Melillo – del funzionamento dell’ospedale, a partire dalle forniture e perfino le relazioni sindacali passavano per l’intermediazione camorristica”. Il San Giovanni Bosco era divenuto una “base logistica indispensabile per il clan”, ha detto Melillo.
“Il controllo mafioso del funzionamento dell’ospedale San Giovanni Bosco si realizzava attraverso la partecipazione anche di sanitari, a volte indotta dalla paura e a volte dalla coincidenza di interessi. Era noto anche alle altre organizzazioni. Ci sono collaboratori di giustizia che hanno raccontato che gli altri clan, quando avevano bisogno di prestazioni illegali, non facevano altro che rivolgersi agli uomini del clan Contini. Le pagine del giudice descrivono un sistema allarmante, come allarmante è anche il quadro che emerge dalle indagini in corso. Dal punto di vista – ha sottolineato il procuratore di Napoli – i fatti relativi a questa misura cautelare si fermano al 2016, le indagini relative alle attività successive sono ancora in corso e quindi riservate”.

Cronache della Campania@2019

Napoli, il clan Contini pretendeva il pizzo dall’albergatore del Vasto che ospita i rifugiati

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Napoli. Il clan camorristico Contini pretendeva da un albergatore del quartiere Vasto, che aveva stipulato con le autorità un accordo per ospitare rifugiati, “una quota per ciascun rifugiato”. E’ un particolare dell’operazione che ha portato questa mattina all’esecuzione di 126 misure cautelari nei confronti di altrettanti esponenti dei clan Contini, Mallardo e Licciardi, federati nella cosiddetta Alleanza di Secondigliano. A illustrarlo è stato il questore di Napoli, Alessandro Giuliano. Nell’ambito delle attività coordinate dalla Dda di Napoli la Squadra Mobile si è concentrata sull’articolazione del clan Contini attiva nel quartiere Vasto, zona a ridosso della Stazione centrale di Napoli e nella quale, negli ultimi anni, è aumentata esponenzialmente la presenza di migranti. L’esempio del “pizzo” sui migranti imposto all’albergatore, ha sottolineato Giuliano, “dà conto dell’ampiezza della pressione criminale del clan Contini nel Vasto e anche della rapidità e dell’agilità tipica delle organizzazioni criminali strutturate di ottenere un guadagno da situazioni contingenti, come l’aumento dei flussi migratori”.

Cronache della Campania@2019

Napoli, le donne ai vertici dell’Alleanza di Secondigliano. Un avvocato riciclava i soldi della cosca. I NOMI DEI 214 INDAGATI

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Napoli. Anche le donne erano a capo dell’Alleanza di Secondigliano: oggi, come ieri, l’inchiesta sulla federazione camorristica oggetto del maxi blitz di oggi, ha confermato il ruolo apicale delle tre sorelle Anna, Maria e Rita Aieta, mogli di Francesco Mallardo, Edoardo Contini e Patrizio Bosti, e di Maria Licciardi (sorella del defunto boss Gennaro Licciardi e l’unica facente parte dei vertici ad essere sfuggita al blitz). Non solo svolgevano il compito di tenere i contatti con i boss al 41bis ma prendevano decisioni importanti per la vita del potente cartello criminale che controllava le attività illecite in alcuni quartieri di Napoli e che avevano messo in piedi anche attraverso prestanome importanti attività imprenditoriali e commerciali in tutta Italia. C’é anche un avvocato napoletano tra gli indagati nel blitz che ha portato questa mattina all’esecuzione di 126 misure cautelari. Lo ha confermato anche il procuratore capo di Napoli, Giovanni Melillo, che ha spiegato come la cosca si era impadronita di una fetta economica e imprenditoriale della città. Secondo quanto accertato dall’indagine l’Alleanza di Secondigliano svolgeva anche una sorta di tutela sostitutiva dell’ordine pubblico, “nelle loro zone tutte le attività passavano al vaglio dei Contini”. Nei mesi scorsi documentato ruolo “oppressivo del clan sugli immigrati che risiedono nella zona del Vasto Arenaccia”, aggiunge il procuratore. “Le misure cautelari riguardano 126 persone, per 86 sono stati emessi arresti in carcere, per i restanti misure cautelari meno afflittive. L’unico elemento di vertice sfuggito all’arresto è Maria Licciardi, che è attivamente ricercata”. Lo ha detto il procuratore di NAPOLI, Giovanni Melillo, nel corso di una conferenza stampa sul maxi blitz interforze eseguito oggi nei confronti di oltre un centinaio di presunti affiliati alla cosiddetta Alleanza di Secondigliano.
ECCO CHI SONO I 214 INDAGATI
Ciro Acanfora, Salvatore Acanfora, Antonio Aida, Antonio Aieta, Anna Aieta, Rita Aieta, Alessio Alfano, Salvatore Amato, Mario Ambrosio, Vincenzo Ambrosio, Giuseppe Ammendola, Francesco Anatriello, Alberto Aniello, Gaetano Attardo, Giuseppe Arduino, Alberto Aniello, Ivan Barbato, Salvatore Barbato, Giulio Barbarella, Felice Barra, Alessandro Boselli, Patrizio Bosti, Ettore Bosti, Angelo e Ciro Botta, Giovanni Botta, Lucia Botta, Marco Botta, Salvatore Botta, Nicola Botta, Salvatore Botte classe 1950, Vincenzo Botta, Vincenzo Bracale, Raffaele Brusiello, Antonio Calienno, Giovanni Candido, Lamberto Candido, Giuseppe Capece, Rosario Capozzo, Vincenzo Capozzoli, Rosario Capozzoli, Vincenzo Cardillo, Pietro Caso, Giuseppina Cecere, Antonio Ceruti, Pietro Cerbone, Ciro Chiavarone, Leopoldo Chiavarone, Raffaele Chiummariello, Giuseppe Ciccarelli, Gianluca Cimminiello, Pasquale Cino, Giuseppe Ciccarelli, Vito Cinquegrana, Diego Cinque, Ciro Ciotola, Angela Citullo, Mariano Conte, Ciullo Giuseppe, Pietro Colantuono, Luigi Colella, Salvatore Comitato, Eduardo Contini, Carlo Coppola, Ferruccio Corrado, Gennaro Corrado, Gennaro Costa, Alfredo Cuomo, Antonio Cristiano, Fabio Cristiano, Maurizio Cristiano, Tommaso Cristiano, Maurizio Cuccurese, Vincenzo Crupi, Antonio De Carluccio, Alfredo De Feo, Maurizio delle Donne, Adolfo Dello Russo, Carmine De Luca, Gennaro Del Mondo (Marano), Giuseppe Del Piano, Guglielmo De Falco, Salvatore De Luca, Antonio De Rosa, Gennaro De Rosa, Giuseppe De Rosa, Teodoro De Rosa, Rosa Diana, Ciro Di Carluccio, Giacomo D’Inverno, Vincenzo Di Giovanni, Gianluca Di Martino, Luigi Di Martino, Paolo Di Martino, Paolo Di Mauro, Pasquale Di Natale, Luigi Di Palma, Rosa Di Munno, Antonio Esposito, Domenico Esposito, Ettore e Francesco Esposito, Raffaele Esposito, Raffaella Esposito, Raffaele Esposito classe 1975, Gennaro Esposito, Gaetano Esposito (Marano), Umberto Falanga, Domenico Festa, Nunzio Finizio, Massimo Fiorentino, Gennaro Fiorillo, Luigi Folchetti, Fraumeni Carmela, Salvatore Frezza, Francesco Giamminelli, Maria Giglio, Giuseppe Giordano, Angelo Gotti, Antonio e Ciro Granato, Antonio e Emanuele Grasso, Gennaro Grossi, Francesco Gueli, Antonella Imperatore, Gennaro Improta, Maurizio Incarnato, Maria Licciardi, Domenico Lieto, Salvatore Longobardi, Mattia Luciano, Francesco Mallardo, Rosario Maisto, Luigi Manna, Francesco Manzo, Mario Marano, Giuseppe Marsiglia, Mario Matino, Luigi Mazzola, Enrico Mecheri, Salvatore Mendozzi, Salvatore Meolla, Vincenzo Merolla, Cristian Mirra, Pacifico Moccia, Carlo Molinaro, Annunziata Montella, Claudio Morescanti, Gennaro Mosca, Giuseppe Moscati, Roberto Murano, Antonio Muscerino, Giovanni Muscolino, Franco Naddeo, Domenico Natale, Giuseppe Navarra, Pasquale Navarra, Angelina Nolano, Enrico Oriunto, Vito Palma, Concetta Panico, Salvatore Pasquariello, Michele Patierno, Lucio Pellegrino, Gennaro Pelliccio, Antonio Pengue, Salvatore Percope, Giuseppe Perillo, Luigi Persico, Antonio Pesce, Salvatore Petrone, Giovanni Pettisani, Patrizio Picardi, Francesco Poderico, Luciano Poggi, Mario Pomatico, Fabio Ponticelli, Salvatore Prospero, Vincenza Quatto, Benedetta Riccio, Bruno e Gennaro Riccio, Antonio e Psquale Rinaldi, Marco Riva, Raffaele e Salvatore Romano, Nicola Rullo, Fortunato Santoriello, Susanna Saraco, Marco Sivero, Giovanni Solombrino, Antonio Soreca, Giuseppe Spina, Salvatore Staiano, Vincenzo Tarallo, Alberto, Carmine, Giuseppe, Vincenzo e Vincenzo Tolomelli, Luciano Varriale, Vincenzo Ventriglia, Raffaele e Salvatore Vittorio, Francesco Maria Volpe.

Cronache della Campania@2019


Napoli, giovane pusher preso dalla polizia a Scampia

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Gli agenti del Commissariato Scampia hanno arrestato Giuseppe Cesareo, napoletano di 22 anni, responsabile del reato di spaccio e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Sequestrati circa 15 grammi di hashish.Ieri sera intorno alle 20, durante un’attività mirata al contrasto dello spaccio di sostanze stupefacenti, i poliziotti hanno raggiunto le spalle di un edificio in Viale della Resistenza lotto SC; lì hanno assistito a diversi scambi di droga/denaro gestiti dal giovane che avvenivano sotto i portici dello stabile.Quando gli agenti sono intervenuti, lo spacciatore ha tentato la fuga per diverse centinaia di metri ma è stato comunque raggiunto e bloccato. Indosso aveva la somma di 640,00 euro.La droga, successivamente rinvenuta sotto un’auto parcheggiata davanti all’edificio, era stata abbandonata presumibilmente da un complice che è riuscito a far perdere le proprie tracce.Per Cesareo è scattato l’arresto in attesa del rito direttissimo di stamane.

Cronache della Campania@2019

Napoli, oltre mezzo chilo di cocaina in auto: arrestato

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Gli agenti del commissariato di Secondigliano hanno arrestato un 49enne, responsabile del reato di detenzione di sostanze stupefacenti. Durante un’attività di controllo del territorio finalizzata al contrasto dello spaccio di sostanze stupefacenti, ieri sera i poliziotti hanno intercettato l’uomo in via Dello Scirocco mentre era alla guida di un’auto. All’interno della vettura è stato scoperto, nascosto sotto il sedile del passeggero, un involucro di cocaina di circa 510 grammi.

Cronache della Campania@2019

Napoli, l’Alleanza di Secondigliano aveva una talpa nell’ufficio gip

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Napoli. Nel corso dell’indagine che ha portato oggi all’arresto di 126 membri dei clan di camorra Contini, Licciardi e Mallardo federati nella famosa “Alleanza di Secondigliano”  è stato possibile, spiegano gli inquirenti, documentare come l’organizzazione, attraverso il gruppo facente capo a un esponente di spicco del clan Contini, Antonio Muscerino, aveva la capacità di anticipare l’azione di magistratura e forze dell’ordine. Questo grazie a una fitta rete di fiancheggiatori, tra cui una dipendente del ministero della Giustizia impiegata presso l’ufficio del gip del tribunale di Napoli. Concetta Panico finita agli arresti domiciliari, è imparentata con Antonio Pengue (finito in carcere), uno dei presunti affiliati al clan. Quest’ultimo, attraverso la Panico, nel gennaio del 2014, venne a conoscenza in anticipo dell’emissione di una ordinanza di custodia per 90 presunti esponenti al clan Contini. Da alcune conversazioni intercettate è stato possibile comprendere come Pengue, fosse venuto a conoscenza del provvedimento cautelare. In quell’occasione Pengue fu rassicurato sul fatto che nell’elenco non figuravano i nomi di Antonio Muscerino né degli uomini del suo gruppo. Le indagini hanno permesso di accertare che in quel periodo la donna era entrata nei file dell’inchiesta utilizzando abusivamente alcune password e consultando l’elenco degli indagati. 

Cronache della Campania@2019

Bimba morta, il padre si difende davanti al giudice: “Non l’ho uccisa”

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Sant’Egidio del Monte Albino. Si è difeso negando ogni addebito Giuseppe Passariello, il padre di Jolanda, la bimba di otto mesi deceduta tra venerdì e sabato notte all’ospedale di Nocera Inferiore. Il 37enne da domenica sera è in carcere a Salerno sottoposto ad un provvedimento di fermo d’indiziato del delitto di omicidio volontario aggravato. Stamane, il Gip Luigi Levita lo ha interrogato per la convalida del fermo nel carcere salernitano di Fuori, alla presenza del suo difensore di fiducia. Il 37enne si è difeso dalla pesante accusa che gli viene contestata dalla Procura di Nocera Inferiore, ricostruendo quanto accaduto in quella tragica sera. L’udienza, iniziata pochi minuti dopo mezzogiorno, è terminata intorno alle 15,45. Il giudice per le indagini preliminari si è riservato la decisione che dovrebbe arrivare nel tardo pomeriggio. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, Passariello avrebbe maltrattato la piccolina che non sarebbe stata soccorsa e aiutata neppure dalla mamma, anch’ella indagata, fino a provocarne la morte. L’autopsia ha evidenziato numerose ecchimosi e lividi sul corpo.

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Camorra, il tesoro dell’Alleanza: 80 auto, 81 moto, una barca, negozi e ristoranti in tutta Italia, preziosi, edifici. Tutto sequestrato

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Figurano anche 80 auto, 81 moto, un natante di lusso, società in tutt’Italia, ristoranti, negozi di abbigliamento, diamanti, preziosi e orologi di lusso, come i Rolex, tra i beni sequestrati dalla Guardia di Finanza, per un ammontare complessivo di oltre 130 milioni, nell’ambito della maxi operazione interforze contro i clan dell’Alleanza di Secondigliano. A mettere i sigilli ai patrimoni sono stati i finanzieri del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Napoli, coordinati dal colonnello Domenico Napoletano. Tra i reati contestati, a vario titolo, figurano l’associazione mafiosa, il riciclaggio, il traffico e lo spaccio di droga, estorsioni e contrabbando. A fornire i dettagli dei beni sequestrati oggi dalla Guardia di Finanza, sono stati il generale Alessandro Barbera, comandante dello Scico e il generale Gianluigi D’Alfonso, comandante provinciale. Alla conferenza stampa, indetta dal procuratore di Napoli Giovanni Melillo, sono intervenuti il procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli, il generale dei carabinieri Pasquale Angelosanto, il direttore della Dia di Napoli Lucio Vasaturo, il questore, Alessandro Giuliano, il colonnello Ubaldo del Monaco, comandante provinciale di Napoli e il tenente colonnello Gianluca Piasentin, comandante del Ros. Il generale Barbera ha anche sottolineato i contatti privilegiati che i clan dell’Alleanza di Secondigliano avevano messo in piedi con la ‘ndrangheta per il traffico e lo spaccio di sostanze stupefacenti, in particolare di cocaina, che veniva importata dal Sud America attraverso le rotte olandesi.

Cronache della Campania@2019

Napoli, l’Arciconfraternita dei sette dolori della chiesa degli artisti impugna il commissariamento del cardinale Sepe

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Napoli. L’arciconfraternita impugna il provvedimento di commissariamento dell’arcivescovo Crescenzio Sepe. L’istituzione laica “Nostra Signora dei Sette Dolori in San Ferdinando di Palazzo”, proprietaria di una delle più prestigiose chiese di Napoli, quella denominata degli artisti, ha presentato ricorso al Tribunale Ecclesiastico contro il commissariamento. E’ un nuovo capitolo della battaglia giuridica che contrappone da aprile la Curia Arcivescovile di Napoli all’antica istituzione laica, proprietaria di alcuni immobili nel centro di Napoli e di Cappelle nella parte monumentale del cimitero di Poggioreale. A rendere nota la decisione il vicesuperiore della Arciconfraternita, l’ex generale dei carabinieri Maurizio Scoppa, eletto ad aprile dagli oltre 200 confratelli, esponenti della nobiltà e di antiche famiglie napoletane. Il legale dell’Arciconfraternita è l’ avvocato Riccardo Imperiali di Francavilla. Nel 2016 difese vittoriosamente la Deputazione del Tesoro di San Gennaro, altra istituzione laica, che gestisce la Cappella del Tesoro del patrono di Napoli, in una controversia con la Curia di Napoli che voleva cambiare i criteri di nomina dei componenti della Deputazione. Intanto i confratelli, presente lo stesso avvocato Imperiali, hanno impedito l’accesso nella Chiesa di San Ferdinando di Palazzo ai tre commissari nominati dalla Curia. “La chiesa è nostra da secoli – dice uno dei confratelli – la fondarono a metà del ‘500 cavalieri spagnoli e napoletani. Pergolesi scrisse per la nostra Arciconfraternita lo ‘Stabat Mater’ ed i re Borbone-Due Sicilie, a partire da Carlo, nel 1743, e poi i loro discendenti, hanno il titolo onorifico di Superiore della Confraternita”. “Nel 1841 il re Ferdinando II modificò per l’ultima volta lo Statuto della Confraternita – aggiunge il generale Scoppa – che da allora non è mai cambiato. Tutti i governi dell’organismo, composti dal vicesuperiore e da tre assistenti sono stati eletti a norma di questo Statuto”. Nel 2018 il cardinale Sepe varò una riforma delle Confraternite che prevedeva il nulla osta della Curia sulla nomina degli organi direttivi, il controllo dei bilanci, ed il versamento di una quota dei redditi delle Confraternite alla Curia. “La riforma non è mai stata recepita dalla nostra assemblea e dunque gli organi direttivi sono nella pienezza dei poteri – aggiunge Scoppa – abbiamo il dovere di tutelare gli interessi degli attuali confratelli e la memoria di chi ci ha preceduto. Dobbiamo lasciare intatto il patrimonio culturale e materiale della Confraternita a chi verrà dopo di noi”. Un primo ricorso, presentato, a norma di diritto canonico, allo stesso cardinale Sepe, è stato respinto. La battaglia giudiziaria si sposta ora al Tribunale Ecclesiastico di Roma. La Curia invece parla di “grave atto di insubordinazione” ed ha nominato tre commissari, che i laici non riconoscono.

Cronache della Campania@2019

La camorra lucrava sui morti: 500 euro per portare a casa un paziente deceduto

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Napoli. Il clan Contini, nell’ospedale San Giovanni Bosco di Napoli, lucrava anche sui decessi: la circostanza emerge dall’inchiesta della Procura di Napoli sull’Alleanza di Secondigliano che oggi ha portato a un maxi blitz interforze in tutta Italia. Chi aveva necessità di riavere quanto prima la salma di un proprio congiunto deceduto non doveva fare altro che rivolgersi agli uomini del clan. Versando 500 euro, ovviamente a nero, la camorra falsificava i documenti attestando che il paziente, che in realtà era morto, era invece vivo e poteva anche essere dimesso. I congiunti, a questo punto, se lo potevano portare a casa con un’ambulanza

Cronache della Campania@2019


Torre del Greco, tenta di strangolare l’ex convivente incinta per portarle via l’altro figlio: arrestato 26enne

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Torre del Greco. Nei giorni scorsi gli agenti del Commissariato di Torre del Greco hanno arrestato D.N. di 26 anni, già noto alle forze dell’ordine, accusato di maltrattamenti, atti persecutori, lesioni aggravate in danno della sua ex convivente e violazione di domicilio. I poliziotti, inviati dalla locale sala operativa, sono intervenuti presso l’abitazione dei genitori della vittima ove era stata segnalata una lite in famiglia. L’intervento degli agenti ha scongiurato il peggio perché l’uomo, arrampicatosi sul balcone, si è introdotto in casa ed ha aggredito fisicamente la sua ex compagna, in avanzato stato di gravidanza, colpendola al viso e trascinandola al suolo nel tentativo di strangolarla, nell’intento di portarle via il figlio. La donna, prontamente soccorsa e sottoposta alle necessarie cure mediche, ha reso denuncia contro il suo ex compagno il quale è stato arrestato e condotto presso la casa circondariale di Poggioreale.

Cronache della Campania@2019

Napoli, Alleanza di Secondigliano: tra gli indagati anche noto penalista napoletano  

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E’ accusato da alcuni collaboratori di giustizia di avere tenuto in piedi una interlocuzione tra il boss Edoardo Contini, detenuto al 41bis, e gli affiliati di alto rango dell’omonimo clan: si tratta di un noto avvocato napoletano che ha tra i suoi clienti anche l’altro boss Patrizio Bosti. Il penalista risulta tra le persone indagate nell’ambito della maxi operazione interforze coordinata dalla Procura di NAPOLI contro la cosiddetta Alleanza di Secondigliano (clan Contini, Licciardi e Mallardo). Stamattina le forze dell’ordine hanno eseguito delle perquisizioni nei suoi uffici. Al penalista la Direzione Distrettuale Antimafia di NAPOLI (pm Teresi, Sepe e Converso; procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli) contesta il concorso esterno in associazione mafiosa. La Procura ha chiesto che all’avvocato venisse notificata una misura cautelare, istanza rigettata pero’ dal gip di NAPOLI Roberto D’Auria.

Cronache della Campania@2019

Si è spenta Loredana Simioli, addio all’attrice napoletana. Borrelli: “Profondamente addolorato dalla sua scomparsa, se ne va un’amica e una grande attrice”

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“Sono profondamente addolorato dalla scomparsa di Loredana Simioli. Se ne va un’amica e una grande attrice che con dignità e determinazione ha lottato fino all’ultimo giorno contro il cancro. Per me non è stata solo la sorella del mio fraterno amico Gianni Simioli ma una bravissima artista che ha rappresentato un riferimento sotto il profilo della forza e della voglia di vivere. Il suo modo dignitoso di affrontare la malattia ha rappresentato un grande esempio. Di lei ci resteranno i ricordi e le sue interpretazioni che l’hanno affermata tra le migliori attrici napoletane degli ultimi anni”. Lo afferma il consigliere regionale dei Verdi Francesco Emilio Borrelli sulla scomparsa di Loredana Simioli, l’attrice napoletana classe 1978 deceduta al termine di una lunga malattia. La sua carriera era iniziata a cavallo tra gli anni Novanta e Duemila in Telegaribaldi, al fianco di suo fratello Gianni. Come attrice ha recitato in Reality (2012) di Matteo Garrone, premiato al Festival di Cannes, oltre che in Gorbaciof (2010), L’amore buio (2009), Si accettano miracoli (2014), Perez (2014), Troppo napoletano (2016) e Nato a Casal di Principe (2017). La sua carriera artistica prese il via nel 1994 in teatro con “Il processo di Kafka”. Nel 2012 ha ricevuto il premio come Miglior Attrice Drammatica al Festival di Castellammare. Nei mesi scorsi aveva presentato il videoclip “Io non ho vergogna” raccontando la sua personale esperienza di lotta contro il male che la affliggeva. Domani, giovedì 27 giugno, alle 18,00 si terranno i funerali in forma laica presso la sala Gemito, sita al II piano della Galleria Principe di Napoli, di fronte il Museo Archeologico Nazionale, dove, a partire dalle 17,00, sarà allestita la camera ardente.

Cronache della Campania@2019

Piantagione di marijuana su un terrazzo di via Tasso: denunciato un 49enne sequestrate 117 piantine

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Un 49enne napoletano è stato denunciato dai poliziotti del commissariato San Ferdinando per il reato di coltivazione di sostanze stupefacenti. I poliziotti, in seguito ad accurate indagini, sono intervenuti presso l’abitazione dell’uomo in via Tasso dove, nel giardino terrazzato di pertinenza, questi aveva avviato una rigogliosa piantagione di marijuana. Gli agenti hanno estirpato  117 piante di altezza variabile dai 20 cm agli oltre due metri;  tutte le piante erano raggiunte da un sistema di irrigazione goccia a goccia e supportate da fertilizzante; in casa aveva trovato spazio la “nursery” delle piantine ancora in fase di germinazione. I poliziotti hanno anche rinvenuto e sequestrato otto vasi di vetro con marijuana già essiccata oltre a tutto il materiale per la coltivazione.

Cronache della Campania@2019

Ordine dei medici di Napoli, Scotti:”Smantellato sistema criminale”

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«L’azione dello Stato ha liberato un presidio cruciale nell’assistenza territoriale nella città di Napoli dal giogo del malaffare. Come presidente dell’Ordine dei Medici ritengo sia ora importante ricordare anche quanti sforzi e quanto sacrificio vi sia dietro questo risultato. Al di là dell’azione encomiabile delle forze dell’ordine e della magistratura, non ci si deve dimenticare del duro lavoro al quale sono sottoposti i medici di quel presidio, uomini e donne che hanno subìto negli anni moltissime mortificazione professionali e che nonostante tutto non hanno mai smesso di tenere fede al giuramento prestato». Così Silvestro Scotti commenta l’operazione anticamorra messa a segno dalla
Procura di Napoli. L’intento di Scotti è anche quello di disinnescare pericolose dinamiche di banalizzazione dei fatti che potrebbero portare ad una «criminalizzazione dei medici». Il rischio, dice, «è quello di gettare via il bambino con l’acqua sporca». Se è vero che i clan hanno trovato negli anni terreno fertile all’interno del San Giovanni Bosco, altrettanto vero è che i primi a rispondere all’appello anticamorra lanciato dal commissario Verdoliva nei mesi scorsi sono stati proprio i medici. «Uomini e donne – ricorda il presidente dell’Ordine di Napoli – che hanno subìto aggressioni e intimidazioni, e che nonostante tutto non hanno mai abbassato la testa. Il San Giovanni Bosco – conclude – sta vivendo un profondo periodo di cambiamento in positivo. La speranza è che si continui in questo senso e che anche i cittadini comprendano sempre l’esigenza di un’alleanza forte. Solo ricordandosi di essere tutti dalla stessa parte si potrà sperare di avere una sanità migliore»

Cronache della Campania@2019

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