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Channel: Cronaca – Cronache della Campania
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Lite tra due uomini e aggressione alla polizia: arrestato un giovane salernitano a Napoli

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Napoli. Stanotte gli agenti dell’Ufficio Prevenzione Generale sono intervenuti in piazza Municipio dove hanno fermato e controllato due persone che stavano litigando; uno dei due ha iniziato ad inveire contro i poliziotti ed ha cercato di impossessarsi della palina di segnalazione posta all’interno dell’auto di servizio. L’uomo, S.M., 28enne salernitano con precedenti di polizia, è stato bloccato ed arrestato per tentata rapina e resistenza a pubblico ufficiale.

Cronache della Campania@2019


Giovane arrestato per evasione nel rione Berlingieri di Napoli

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Napoli. Ieri pomeriggio gli agenti dell’Ufficio Prevenzione Generale, nel corso di un servizio di controllo del territorio, nel transitare in via Monte Faito, nel rione Berlingieri, hanno notato due giovani che stavano confabulando.
Uno dei due, alla vista della volante, è scappato imboccando l’ingresso di un palazzo ma è stato bloccato e raggiunto dai poliziotti in un appartamento.
L’uomo, Silverio Di Giorgio, napoletano 26enne con precedenti di polizia, è stato arrestato per evasione dagli arresti domiciliari.

Cronache della Campania@2019

Il boss Antonio Abbinante arrestato a Scampia: era in compagnia di altri pregiudicati

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Napoli. Ieri mattina gli agenti del Commissariato Scampia, durante il servizio di controllo del territorio, hanno notato in via Aldo Moro, a Mugnano di Napoli, un uomo sottoposto alla misura della sorveglianza speciale in compagnia di altre persone, tutte note alle forze dell’ordine.
L’uomo, Antonio Abbinante, 61enne napoletano, è stato arrestato per la violazione degli obblighi previsti dalla sorveglianza speciale.
Era in auto, in una zona in cui non avrebbe dovuto essere, e ha quindi violato gli obblighi connessi alla misura di sorveglianza speciale. Per questo Antonio Abbinante, 61 anni, considerato il reggente del clan omonimo dopo l’arresto del fratello Raffaele, detto ‘Papele’, e’ ora nel carcere di Napoli di Poggioreale. A notarlo mentre transitava a bordo di una vettura in viale Aldo Moro a Mugnano, una pattuglia della polizia impegnata in servizi di controllo del territorio. Il capoclan viaggiava con la sua scorta, dato che la macchina in cui era veniva accompagnata da una seconda macchina con un altro suo fedelissimo alla guida. Due le persone denunciate. All’interno dell’auto di Abbinante, trovati i caschi da moto. Raffaele Abbinante fino al 2004 era stato il referente del boss di Scampia Paolo Di Lauro per la zona di Marano; poi, insieme, ai fratelli Antonio e Guido, allo scoppiare della prima faida, scelse di appoggiare gli Amato- Pagano e in seguito ha dato vita a un suo cartello, con i gruppi Abete e Notturno, che progressivamente da Marano ha esteso la loro influenza fino ai quartieri a nord di Napoli compreso quello di Scampia, controllando diverse fiorenti piazze di spaccio.

Cronache della Campania@2019

Aggredisce un medico al San Giovanni Bosco di Napoli e poi si scaglia contro i poliziotti: arrestato

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Napoli. Aggredisce un medico e si scaglia contro i poliziotti: arrestato 45enne ucraino. Ieri sera gli agenti dell’Ufficio Prevenzione Generale, durante il servizio di controllo del territorio, sono intervenuti presso il Pronto Soccorso dell’ospedale San Giovanni Bosco in seguito alla segnalazione di una persona in escandescenze che aveva aggredito un medico.
L’uomo, alla vista dei poliziotti, li ha minacciati ed aggrediti con dei pugni, ha tentato di fuggire ma è stato raggiunto e bloccato con difficoltà.
H.L., 45 enne cittadino ucraino regolare sul territorio nazionale, è stato arrestato per resistenza e lesioni aggravate a pubblico ufficiale.

Cronache della Campania@2019

Napoli, treni guasti la linea 1 della Metro non arriva a Garibaldi

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Problemi alla circolazione sulla linea 1 della metropolitana di Napoli. Al momento i treni effettuano esclusivamente la tratta da Piscinola a Dante, senza raggiungere la stazione Garibaldi. Secondo il sindacati Usb, il disagio è dovuto alla mancanza di tre treni, in seguito ad un guasto.

Cronache della Campania@2019

Abusi edilizi e dissesto idrogeologico: tre persone denunciate ad Ischia

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Ischia. Abusivismo e dissesto idrogeologico: 3 denunce sull’isola.
Controlli serrati da parte dei carabinieri del comando stazione forestale di Casamicciola per contrastare l’abusivismo edilizio, le violazioni della normativa sul vincolo paesaggistico ed il dissesto idrogeologico.
Tre persone sono state denunciate: un 76enne di Serrara Fontana è stato denunciato per aver costruito muri lunghi fino a 27 metri e alti 5 senza alcuna autorizzazione. Nel comune di Casamicciola è stata denunciata una 91enne del posto per aver costruito abusivamente due tettoie fuori dalla propria abitazione.
In località Montegatto – Toccaneto infine, in un’area protetta da vincoli paesaggistici, i militari hanno bloccato un 36enne che aveva tagliato con una motosega e accumulato circa 20 quintali di legna di castagno. Il legname era destinato al camino della sua abitazione.

Cronache della Campania@2019

Controlli dei Forestali a Castello di Cisterna: sequestrato un autolavaggio abusivo

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Castello di Cisterna. Controlli dei carabinieri forestali della stazione di Marigliano nel territorio del comune di Castello di Cisterna.
Sequestrato un autolavaggio abusivo e denunciato il titolare.
Denunciato anche uno dei dipendenti in “nero”, un 30enne del posto. Secondo quanto riscontrato dai militari, l’uomo era percettore del reddito di cittadinanza.
Due le persone denunciate per smaltimento illecito di rifiuti: avevano lasciato su strada un mezzo adibito al trasporto di rifiuti dal cui cassone filtravano liquami maleodoranti.
Nell’ambito dello stesso servizio, i militari hanno notificato 15 sanzioni amministrative per un totale di 25mila euro.

Cronache della Campania@2019

Maltempo a Napoli, si apre una voragine in viale Calascione: tecnici e esperti di Abc al lavoro

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A causa del forte maltempo si è aperta una voragine a Napoli, in viale Calascione, zona Monte di Dio. Sul posto i tecnici del Comune e dell’azienda Abc hanno individuato il punto d’origine del cedimento. Una voragine si è aperta questa notte, a causa di infiltrazioni di acqua. Sul posto e’ intervenuta la Polizia Municipale ed il tratto di strada è stato transennato. Tecnici di ABC e del servizio fognature del Comune di Napoli sono al lavoro.

Cronache della Campania@2019


Casavatore, rifiuti e carcasse di auto in un capannone: denunciato il ‘titolare’ della discarica abusiva

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Casavatore. Rifiuti stoccati illegalmente in un capannone: denunciato l’uomo che gestiva la discarica abusiva. I carabinieri hanno scoperto 500 metri cubi di rifiuti di varia natura stoccati in violazione delle più banali norme ambientali in un capannone.
Turbine, serbatoi di carburante, pneumatici, carrozzerie e componenti meccaniche di motoveicoli e automobili, tutti miscelati tra loro e non bonificati. A finire nei guai – denunciato dai carabinieri forestali del nucleo investigativo di polizia ambientale e agroalimentare del Comando Regione Campania – il titolare di una ditta che a Casavatore gestiva senza alcun titolo autorizzativo lo smaltimento di rifiuti pericolosi e non.
Secondo quanto ricostruito dai militari, i rifiuti dovevano essere separati e posati su un terreno impermeabile al percolato.

Cronache della Campania@2019

Arrestato un pregiudicato, originario della provincia di Caserta, affiliato al clan Spada

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Il personale del Commissariato di Polizia di Stato di Gaeta ha eseguito un ordine di carcerazione emesso dalla Procura Generale della Repubblica presso la Corte di Appello di Roma a carico di un settantenne pregiudicato per diversi reati. L’uomo, D.F.R, originario della provincia di Caserta e da qualche anno residente a Gaeta, deve scontare una pena detentiva di 6 anni e 25 giorni.
Gli Agenti del Commissariato, dopo un’indagine mirata e scrupolosa, hanno arrestato l’uomo: è stato rintracciato a Gaeta, all’interno di un parcheggio, mentre era a bordo di un camper – probabilmente con l’intento di allontanarsi una volta per tutte dall’Italia.
Il pregiudicato, ritenuto dagli investigatori molto vicino al Clan Spada operante in Ostia, come disposto dall’Autorità Giudiziaria è stato associato presso la Casa Circondariale di Cassino

Cronache della Campania@2019

Clan Gionta, palazzo Fienga diventa presidio delle forze di Polizia: l’annuncio del ministro Lamorgese

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Torre Annunziata. Palazzo Fienga, bene sequestrato al clan Gionta a Torre Annunziata, sarà un presidio delle forze dell’ordine. Lo ha annunciato il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, nel corso della conferenza stampa tenuta al termine del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica a Napoli. “Lo Stato c’è ed è un segnale positivo poter assegnare un bene confiscato a un clan alle forze di polizia. C’è su questo unanime condivisione”, ha spiegato ancora il ministro dicendo che prima dell’assegnazione ci saranno indagini tecniche per verificare la praticabilità del progetto.
Palazzo Fienga, roccaforte del boss Valentino Gionta, è stato sgomberato alcuni anni fa. E’ stato al centro dello strapotere criminale della cosca oplontina, luogo di summit e nascondigli per i pericolosi latitanti della cosca.

Cronache della Campania@2019

Il ministro dell’Interno: “A Napoli occhio elettronico contro le aggressioni ai medici”

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Napoli. “Una sala operativa tecnologicamente avanzata ci consentirà di avere un occhio elettronico per entrare nelle strutture sanitarie e avere controlli mirati nei singoli ospedali”. Lo ha annunciato il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, a Napoli per presiedere il comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, nel corso di una conferenza stampa tenuta con il prefetto Carmela Pagano, i responsabili provinciali delle forze di polizia e il sindaco Luigi de Magistris. Sarà questo uno degli strumenti per la lotta alle aggressioni al persone medico e paramedico negli ospedali napoletani. Nel 2019 sono stati 87 finora i casi registrati, soprattutto nel “San Giovanni Bosco”, dove “ci sarà un’attenzione maggiore”.

Cronache della Campania@2019

‘Lasciami stare’, ecco come la 12enne ha incastrato il prete che la molestava

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Avrebbe abusato di una bimba di 12 anni assidua frequentatrice della sua parrocchia. E’ la grave accusa contestata all’ex parroco di Trentola Ducenta , don Michele Mottola, di 59 anni, arrestato dalla Polizia di Stato su ordine del Gip del Tribunale di Napoli Nord. Ad “incastrarlo” e’ stata la vittima delle sue attenzioni morbose. La ragazzina, dopo aver subito per lungo tempo gli abusi ed averne parlato con parenti e amici senza essere creduta, ha registrato con il cellulare le conversazioni nella canonica con il sacerdote, raccogliendo il materiale che ha portato all’arresto dell’uomo. “Lasciami stare, non mi devi più toccare”, è una delle frasi emblematiche che la piccola ha registrato mentre parlava con il prete. “E solo un gioco, non facciamo niente di male” sono le significative parole pronunciate dal sacerdote; “lo sai che ti voglio bene – dice ancora il prete – vuoi un bacino?”. La 12 enne cerca di fermarlo ma lui la rassicura: “Ma guarda che non c’è nessuno. Hai paura? Abbracciami, baciami”. La vicenda è emersa nel maggio scorso, quando il Vescovo di Aversa, mons. Angelo Spinillo, sospese dal servizio don Michele Mottola. Allora l’indagine della Polizia di Stato era ai primi passi. Proprio a maggio infatti i genitori della piccola avevano consegnato le registrazioni agli agenti del Commissariato di Aversa, guidato da Vincenzo Gallozzi. Le registrazioni finirono anche sul tavolo del Vescovo, che adottò immediatamente il provvedimento canonico di sospensione, allontanando don Mottola dalla parrocchia di Trentola. Il processo canonico a carico del prete è in corso. La Diocesi ha anche informato la Procura di Napoli Nord che ha dato il via all’indagine. A giugno l’informativa della Polizia, che ha intanto sentito dei testimoni, è giunta alla Procura di Napoli Nord. La vittima ed il presunto responsabile degli abusi sono stati messi l’ una di fronte all’altro nel corso di un incidente probatorio. In questa sede, la coraggiosa 12enne ha confermato che gli abusi andavano avanti da tempo, mentre il sacerdote si è difeso dicendo che la ragazzina stava farneticando. Qualche giorno fa della vicenda se n’é occupata anche il programma “Le Iene”, a cui si sono rivolti i genitori della 12 enne. Dalle indagini e’ emerso che il prete cercava con diverse scuse di intrattenersi da solo con la piccola; la chiamava spesso in canonica, dove si sarebbero consumati gli abusi. Don Mottola, originario di Qualiano , era arrivato a Trentola Ducenta nel 2017. Qui era entrato subito in sintonia con la famiglia della bimba. Spesso andava anche a pranzo a casa loro, faceva regali alla piccola e godeva della piena fiducia dei genitori, anch’essi frequentatori della parrocchia.

Cronache della Campania@2019

Attentati dinamitardi , pestaggi e droga: ai baby boss dei Ligato 120 anni di carcere nonostante la scelta del rito abbreviato

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Il gup del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha condannato a 20 anni di carcere ad Antonio Raffaele Ligato e 18 anni a sua sorella Felicia, entrambi figli del boss di Pignataro Maggiore Raffaele. Condannati anche Michele De Biase (10 anni); Davide Ianuario, l’amico del baby boss divenuto collaboratore di giustizia (6 anni); Daniele Schettini (12 anni); Anna De Fusco (9 anni); Fabio De Gennaro (10 anni); Claudio Di Bernardo (9 anni); Terence Fusco (9 anni); Luigi Mandesi (4 anni); Raffaele Palmieri (10 anni); Giuseppe Valente (10 anni).
L’inchiesta nella quale rimasero coinvolti aveva messo evidenziato come, nonostante l’arresto del capo Raffaele Ligato, i suoi figli abbiano preso in mano le redini della camorra creando una salda struttura organizzativa, con divisione dei ruoli, allo scopo di avere il monopolio del mercato delle sostanze stupefacenti . La configurazione a carattere gerarchico, era costituita da vere e proprie are di spaccio di sostanze stupefacenti gestite da insospettati capaci di smerciare oltre 50 kg di droga al mese.
Gli inquirenti, a seguito della sua scarcerazione (avvenuta il 2 dicembre 2015), Raffaele Antonio Ligato aveva dovuto affermare il proprio nuovo gruppo nel contesto ambientale ricorrendo alla violenza e mettendo in essere attentati dinamitardi e pestaggi affinché fosse che il nuovo gruppo camorristico operante nel territorio di Pignataro ed il ruolo di potere assoluto della famiglia Ligato.
Gustavo Gentile

Cronache della Campania@2019

Calciatore spacca il labbro all’arbitro dopo l’espulsione

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E’ quanto accaduto in provincia di Salerno durante una partita di seconda categoria. Durante il secondo tempo l’arbitro di turno aveva espulso, per doppia ammonizione, un calciatore negli ultimi minuti di gara. Il Il giocatore, che evidentemente non ha condiviso la decisione arbitrale, ha colpito con violenza l’arbitro al volto spaccandogli il labbro e ferendolo al mento. Follia che gli è costata una squalifica di un anno.

Cronache della Campania@2019


‘Papà li dobbiamo denunciare, sanno già tutto’, così il macellaio dei Decumani incastrò il clan Sibillo. LE INTERCETTAZIONI

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Napoli. “Ma come fai a dirgli che non sai niente, se sanno addirittura che io gli ho portato i soldi la sopra (casa Napolitano), e sanno anche il fatto del Pop (Esposito Antonio) che a Natale gli abbiamo dato 600,00 euro, mi hanno detto addirittura che quando sono sceso da la (casa Napolitano) Stavo piangendo!”.E’ il pomeriggio del 18 maggio del 2017 quando i carabinieri della compagnia Napoli centro registrano nella sala d’attesa questa conversazione tra  Gennaro Sole e il padre Francesco  titolare di una macelleria dei Decumani costretti come tutti in quella zona a pagare il pizzo al clan Sibillo. L’intercettazione è contenuta nelle 471 pagine dell’ordinanza cautelare firmate pochi giorni fa dal gip Tommasso Perrella su richiesta della Dda di Napoli che ha dato una spallata alla cosca di camorra egemone nella zona dei Decumani e dei Tribunali. la forza intimidatrice del clan era tale che nessuno aveva mai osato dire no. La richiesta estorsiva di 500 euro che i titolari della macelleria furono costretti a pagare era arrivata poco prima della Pasqua perchè vi era da pagare “la settimana doppia ai detenuti del clan in occasione della Pasqua”. Il ragazzo era stato convocato qualche mese prima in casa di Giuseppe Napolitano, padre del famigerato killer Antonio o’ nannone, a pochi passi dalla macelleria.

Un mese prima e precisamente l’’8 aprile 2017 Genny era stato convocato da Giovanni Matteo, che assieme al cugino Giovanni Ingenito ha ricevuto da  Lino Sibilio il controllo di quella che era stata “la Paranza dei bimbi”. I ragazzi erano cresciuti nello stesso rione e aveva giocato a calcio nella stessa squadra. Ma ora uno lavoro e un altro fa il capo clan.
Gennaro: “Cosa è successo, dimmi”.
Giovanni: “Senti, ma un pensierino per Pasqua ce lo puoi fare?”.
Gennaro: “Un pensierino in che senso? Più 0 meno a piacere?”.
Giovanni: “Ti ricordo che a Natale non avete dato niente”.
Gennaro: “Sì, ma ve li siete presi un mese prima! Venne il Pop (Antonio Esposito, ndr) e si prese 5/600 euro! Adesso non lo so, se si tratta di un regalo a piacere e parliamo di 100/200 euro per i carcerati, non ci sono problemi”.
Giovanni: “500 euro ce li puoi mandare?”.
Gennaro: “Non lo so, adesso parlo con mio padre, però penso che sono un po’ esagerati”.
Giovanni, con voce di stupore: “Esagerati?”.
Gennaro: “Ma tu hai capito i problemi che ci sono oggi? Cioè uno non è che per esempio… Siamo amici, siamo cresciuti insieme!”.
Giovanni: “Ed è per questo che ho chiamato direttamente te”.
Gennaro: “Vi voglio venire incontro, voglio anche farvelo questo regalo, ma 500 euro sono troppi. Adesso parlo con mio padre e vediamo»”.
Giovanni: “Ti devo cercare dì più per poi scendere con la cifra?”.
Gennaro: “No, questo no!”.
Giovanni: “Mi sembra brutto, alla fine mi sembra pure brutto. Ti sto cercando il minimo , è inutile che te ne cerco 1000 per poi dire fai 300, fai 400 oppure 500 euro”.
Gennaro: “Adesso vedo papà cosa dice, perché stiamo proprio rovinati”.
Il giovane esce, nell’appartamento si continua a parlare di lui. In casa sono presenti  Grossi Enza, Napolitano Marco, Del Gavio Milena, Matteo Giovanni, Ingenito Giovanni. Quest’ultimo rimprovera il cugino Giovanni Matteo, accusandolo di essere stato troppo buono. Poi quando entra Giuseppe Napolitano dice: “Oh, ma cosa gli avete fatto a quello? È uscito da qua bianco bianco”. E il figlio Marco spiega: “Niente, si è preso collera”. Giovanni Ingenito: “Si è fatto un pianto esagerato”.Giovanni Ingenito: “Io invece penso che gli devo mettere le mani addosso! E ti dico di più, mi deve dare anche la spesa tutte le settimane, anzi tutti i sabati!”.

Padre e figlio sono costretti a denunciare i loro estorsori perché i carabinieri hanno intercettazioni, foto e filmati dai quali si evince che sono andati a casa degli uomini del clan più volte e in una circostanza con la busta con i soldi richiesti. Il 18 maggio del 2017 i Carabinieri della Compagnia di Napoli Centro convocavano Sole Francesco e Sole Gennaro in Caserma (la cui sala d’aspetto era stata preventivamente “ambientalizzata”) per escuterli a sommarie informazioni in ordine alle indebite richieste ricevute. L’ascolto delle conversazioni (captate nella predetta sala d’aspetto) intercorse tra le vittime negli uffici di p.g. (prima e dopo le relative escussioni) riscontrava pienamente gli esiti delle intercettazioni eseguite a casa Napolitano. Difatti, mentre Sole Francesco assumeva un atteggiamento inizialmente reticente, il figlio Gennaro, stanco dei soprusi subiti, riferiva al padre di aver raccontato tutti i fatti agli investigatori e, nel cercare di convincerlo a fare altrettanto, gli ricordava alcuni accadimenti (già emersi dall’ascolto delle conversazioni captate presso l’abitazione della famiglia Napolitano) che li avevano visti loro malgrado protagonisti e, in particolare, l’avvenuta consegna (in occasione delle festività pasquali 2017) ai coniugi Napolitano della busta contenente la somma loro estorta dai Sibillo nonché il pregresso versamento nelle mani di Esposito Antonio alias “ò Pop” (durante il periodo Natalizio del 2016) di una tangente dell’importo di euro 600.00. Così:

GENNARO: Ma cosa ti hanno chiesto?

FRANCESCO: Vogliono sapere se ho mai pagato qualcuno (Estorsione), e io glielo detto che non abbiamo mai pagato a nessuno.

GENNARO: E io non ho capito, mi hanno svegliato per dirci questo?

FRANCESCO: Vogliono sapere, perché dicono di avere i filmati! io glielo detto che si vengono ma gli do i panini la spesa queste cose qua!

GENNARO: Abbiamo pagato?! e a chi poi abbiamo pagato!

FRANCESCO: Hanno detto che abbiamo pagato! ma gliel’ho detto che non abbiamo pagato mai a nessuno a stento andiamo avanti noi figuriamoci se mi metto a pagare alla gente! Ti ripeto mi hanno detto dei filmati, mi hanno detto che mio figlio (Sole Gennaro) è andato a parlare e io li ho detto che mai nessuno è andato a parlare

FRANCESCO: Voi avete pagato, teniamo i filmati e io glielo detto che a stento andiamo avanti noi

GENNARO: E se pure avessimo pagato, cosa succede scusa!

FRANCESCO: Vogliono sapere i nomi e a chi abbiamo pagato, ma cosa gli dico se non abbiamo mai pagato a nessuno! e poi gli ho detto 10 anni fa ci stavano … che poi nemmeno pagammo.

GENNARO: Allora questi qua sanno tutto e hanno tutto in mano, sanno addirittura del fatto mio quando sono andato a portargli la busta con i soldi, e sanno anche che io mi sono fermato a parlare, hanno le foto, i video hanno addirittura le foto mie di quando sono andato a parlare con questi qua (componenti del clan Sibillo), gli ho spiegato che siamo cresciuti insieme, e che siamo dello stesso quartiere, sanno addirittura il fatto tuo, il fatto del debito che hanno Enzina (Grossi Enza) Rita (Carrano Rita/ COMUNQUE IO GLI HO DETTO TUTTO! PAPA’GLJ HO DETTO TUTTO.

FRANCESCO: E cosa vogliono ancora da me?

GENNARO: Vogliono che devi confermare quello che ho detto io!

FRANCESCO: E cosa gli devo dire?

GENNARO: Che hai pagato! (estorsione subita dal clan SIBILLO)

FRANCESCO: Ma ha chi ho pagato Gennaro!

GENNARO: Papà ma sanno tutto! io gli ho detto tutto gli ho fatto nomi, cognomi, tutto! mi hanno fatto vedere le fotografie, i video e sanno anche che i soldi che portai a Enzina (Grossi Enza) glieli misi in una busta.

FRANCESCO: Ma li hai visti i video? Le foto?

GENNARO: No! Ma gli ho detto tutto’

FRANCESCO: Io non gli dico niente!

GENNARO: E allora vuoi inguaiare a me?

FRANCESCO: Non rovinano a nessuno Gennaro! ma non hanno niente in mano

GENNARO: Tengono i video, mi hanno fatto vedere le foto di tutti quanti ma come posso dirgli il contrario se conoscono anche il particolare dei soldi e della busta! Mi hanno detto il fatto dei soldi dei 600,00 euro del Pop (Esposito Antonio).

FRANCESCO: Ma quando mai!

GENNARO: Papà tu fai una cosa, digli di si CHE HAI PAGATO poi quando sarà se ti dovessero chiedere qualcosa (fa riferimento alle persone vicino al clan Sibillo) tu gli dici che hai dovuto parlare, perchè altrimenti denunciavano me per favoreggiamento.

FRANCESCO: Io non gli voglio dire niente!

GENNARO: Come non vuoi dirgli niente! devi dirgli le stesse cose mie.

FRANCESCO: Io vado la e gli dico le stesse cose tue non penso proprio!

GENNARO: Ma come fai a dirgli che no-n sai niente, se sanno addirittura che io gli ho portato i soldi la sopra (casa Napolitano), e sanno anche il fatto del Pop (Esposito Antonio) che a Natale gli abbiamo dato 600,00 euro, mi hanno detto addirittura che quando sono sceso da la (casa Napolitano) STAVO PIANGENDO!

Cronache della Campania@2019

Napoli, area terminal abusiva nel porto sequestrata da Capitaneria e Guardia Costiera

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Napoli. La Capitaneria di Porto e la Guardia Costiera hanno posto sotto sequestro un’area di circa 600 metri quadrati all’interno del porto di napoli. E precisamente l’area nel piazzale Immacolatella Vecchia utilizzata negli ultimi anni come Terminal dalla Tirrenia. L’area in questione gestita dall’impresa De Luca, era completamente abusiva e sprovvista di qualsiasi autorizzazione. E inoltre la società non ha mai pagato niente al demanio marittimo proprietario della stessa. Inoltre l’area, utilizzata come parcheggio dalla società di navigazione e dove si trovano gabbiotti per la vigilanza e servizi, è sprovvista delle più elementari norme di sicurezza. La società che gestisce l’area è stata denunciata alla magistratura.

Cronache della Campania@2019

Il figlio del boss Cristiano gestiva per il clan Contini il business delle truffe agli anziani. TUTTI I NOMI DEGLI ARRESTATI

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Era Tommaso Cristiano, 38 anni, figlio del boss Tonino Cristiano, elemento apicale del clan Contini che aveva il compito di gestire il business milionario delle truffe agli anziani per conto della cosca del Vasto. Lui aveva una paranza al suo servizio ma nel blitz di oggi che ha fatto scattare  le ordinanze cautelari nei confronti dei gestori delle truffe ci sono ben 83 persone coinvolte: 13 sono finite in carcere, 23 agli arresti domiciliari, 14 con l’obbligo di presentazione alla pg. Gli altri 33 restano indagati a piede libero. Sono tutti  ritenuti a vario titolo responsabili del reato di associazione per delinquere ex 416 c.p., finalizzata alla commissione di più delitti di truffa aggravata in danno di persone anziane, con l’aggravante mafiosa per 14 di loro, ovvero della finalità di favorire il clan camorristico Contini, articolazione della potente Alleanza di Secondigliano operante nei quartieri napoletani Vasto, Arenaccia, San Giovannello e Borgo Sant’Antonio Abate, e con l’aggravante per 17 di loro della transnazionalità, aggravante contestata a 17 indagati, nei confronti di 6 di questi è stata contestata anche l’aggravante di aver agevolato l’attività dell’associazione mafiosa.

La vittima di turno era scelta in base al nome sull’elenco telefonico: quelli più desueti, secondo il gruppo di truffatori, erano di anziani che potevano cascare nella trappola. Secondo quanto emerso dalle indagini della squadra mobile, uno della banda telefonava al centralinista e indicava la via dove si trovava: il “telefonista” avviava la ricerca sulle pagine gialle e sceglieva il nome e il numero da chiamare. A Genova, dal 2015 al 2016, sono stati circa una decina i colpi messi a segno, mentre un paio nel Tigullio e altri a Savona e Sanremo. Colpi che avrebbero fruttato anche 300 mila euro a settimana. Secondo gli inquirenti, l’associazione era divisa in 10 batterie di circa otto componenti ciascuno. Tra le persone indagate e finite ai domiciliari o in carcere anche 15 donne, solitamente impegnate al telefono. Dalla questura sottolineano l’importanza di denunciare subito una truffa. Molto spesso, infatti, gli anziani non dicono nulla alle forze dell’ordine e nemmeno ai familiari. Ma denunciando immediatamente, invece, le indagini possono essere più efficaci e portare a un risultato in tempi brevi. dalle indagini è emerso anche che le batterie di truffatori operanti in Italia ma anche all’estero erano ben 11: Gruppo Urzini, Gruppo Diana-Lettieri; Gruppo Maddaloni- Diana; Gruppo degli Spagnoli; Gruppo Pecoraro-Diana; Gruppo Pecoraro-Di Frenna; Gruppo Grivano; Gruppo Pasquariello-Passariello; Gruppo Aimen; Gruppo Tesone-Bastone; Gruppo Grimaldi.

ARRESTI IN CARCERE

DIANA Espedito, nato a Napoli l’ 11.05.1966,
CRISTIANO Tommaso, nato a Napoli il 30.01.1981
DIANA Giuseppina, nata a Napoli il 06.02.1965
URZINI Luciano, nato a Napoli il 10.03.1973
URZINI Ivan, nato a Napoli il 06.01.1974
PASSARIELLO Emanuele, nato a Napoli il 02.03.1979
LETTIERI Enrico, nato a Napoli il 17.12.1985
MUROLO Luigi, nato a Napoli il 16.09.1986
ESPOSITO Roberto, nato a Napoli il22.04.l974
PECORARO Luigi, nato a Napoli il 08.06.1960
GRIMALDI Vincenzo, nato a Lacco Ameno (NA) il 9/8/1984
BEN HAJ BOUBAKER Aimen, nato Napoli l’8.01.1988
GRIMALDI Alessandro, nato a Napoli il 06.07.1996

ARRESTI DOMICILIARI

PELUSO Emilia, nata a Napoli il 05.02.1940
POLVERINO Giuseppe, nato a Napoli il 26.08.1969
STRINO Fortunato, nato a Napoli il 05.09.1958
DONNARUMMA Ciro, nato a Napoli il 09.06.1982
IAVAZZI Raffaele, nato a Napoli il 27.09.1985
LEPRE Luisa, nata a Napoli il l 0.11.1985
MADDALONI Raffaele, nato a Napoii ii 25.05.1966
ESPOSITO Massimo, nato a Napoii ii 20. i 1.1969
TOLOMELLI Vincenzo, nato a Napoli il 22.11.1977
ESPOSITO Fabio, nato a Napoli il 06.01.198
CORVINO Pompeo Rosario, nato a Foggia il 14.02.1989
DI FRENNA Vincenzo, nato a Napoli il 17.02.1970
DI FRENNA Marco, nato a Napoli il 07.09.1976
OTTAVIANO Andrea, nato a Napoli ill8.02.1964
OTTAVIANO Carmine, nato a Napoli il 06.01.1969
AURIOLA Gennaro, nato a Napoli il 29.09.1960
SARNELLI Marco, nato a Napoli il 20/2/1988
PASQUARIELLO Alessandro, nato a Napoli il 12.06.1969
PASSARIELLO Alessio, nato a Napoli il 22.08.1980
DIGLIO Alan, nato a Napoli il24.01.1979
VOLGARE Salvatore, nato a Napoli il 20/2/1988
PISCOPO Gaetano, nato a Napoli il 07.04.1980
VERDICCHIO Mario, nato a Napoli l’11.10 .I969

OBBLIGO DI PRESENTAZIONE ALLA PG

TESTA Francesca, nata a Napoli il 12.12.1980
LETTIERI Simona, nata a Napoli il 04.08.1991
PANZUTO Francesca, nata a Napoli il20.08.1991
AMENDOLA Anna, nata a Napoli il 14.05.1985,
CARMELLINO Aleandro Vincenzo, nato a Foggia il 18.05.1989
MUCCILLO Salvatore, nato a Foggia il26.06.1981
DIANA Michele, nato a San Giorgio a Cremano il 04.11.1996
AURIOLA Vincenzo, nato a San Benedetto del Tronto il 16.06.1982
GRIVANO Alessandro, nato a Napoli ill8/8/1993
NARDELLI Salvatore, nato a Napoli il 26.11.1962,
FERRANTE Gaetano, nato a Napoli il 16.10.1972
TESONE Giovanni, nato a Napoli ill5.11.1994
BASTONE Immacolata, nata a Napoli il 16.10.1975
MICHELINI Angelo, nato a Napoli il 09.07.1995

Cronache della Campania@2019

Inchiesta dell’Espresso, boom di cocaina in Italia e in Ue

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In Europa, e in Italia, non c’è mai stata tanta cocaina pronta per il consumo. A rivelarlo è un’inchiesta dell’Espresso, in edicola da domenica e pubblicata già online su Espresso+, in cui vengono ricostruiti gli affari dei narcotrafficanti scoprendo che i carichi di cocaina bloccati nelle dogane del Vecchio Continente hanno fatto segnare nei mesi scorsi un aumento senza precedenti: quest’anno il conto complessivo potrebbe sfiorare le 200 tonnellate, contro le 150 del 2018. Nei soli porti italiani, dal primo gennaio al 31 ottobre, ne sono state sequestrate più di cinque tonnellate. Il 168% in più rispetto al 2018. Secondo le stime dell’Europol, su scala globale il business della cocaina vale ricavi per almeno 300 miliardi di euro l’anno per una produzione complessiva stimata intorno alle 2 mila tonnellate, di cui 700 finiscono in Europa, mentre il resto va quasi per intero a rifornire il mercato Nordamericano. In Italia, il porto calabrese di Gioia Tauro, a lungo il centro logistico preferito dalla ‘Ndrangheta, ha perso importanza a favore di altri scali come Genova e Livorno.

Cronache della Campania@2019

Picchia selvaggiamente la fidanzata a calci e pugni: lei in prognosi riservata, lui in carcere

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Riardo. Una giovane donna è stata massacrata dal fidanzato a calci e pugni nel corso di una violenta lite. La donna è in prognosi riservata. E’ accaduto ieri a Riardo in provincia di Caserta.
La donna si trovava in auto e i due stavano avendo un violento litigio quando, ad un certo punto, l’uomo ha iniziato ad accanirsi su di lei, pestata con violenza disumana. La donna di 29 anni ora si trova ricoverata all’ospedale di Piedimonte Matese. Il suo fidanzato Antonio Ruggiero di 26 anni è stato arrestato in breve tempo dai carabinieri in base alle nuove normative di legge del “Codice Rosso” e trasferito nel carcere di Santa Maria Capua Vetere.

Cronache della Campania@2019

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