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Channel: Cronaca – Cronache della Campania
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Scampia, processo ai clan Abete-Abbinante-Vanella Grassi e ai Leonardi-Marino. Tutti i 50 imputati

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Il boss latitante Umberto Accurso

Sono in cinquanta tra boss e gregari dei clan Abete-Abbinante-Nottuno e della Vanella Grassi che il 5 maggio prossimo compariranno in aula davanti al giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Napoli. Sono stati i pm Maurizio De Marco e Vincenzo Marra della Dda di Napoli a chiedere il rinvio a giudizio degli indagati contestando loro le accuse di associazione di tipo mafioso, traffico di droga e armi e il tentato omicidio del ras Giovanni Esposito ‘0 muort avvenuto nel luglio del 2012. In 32  dovranno difendersi dall’accusa di aver fatto parte del clan Leonardi visto che l’accusa si basa sulle dichiarazioni del boss, ora pentito, Giovanni Leonardi e dei suoi figli Alfredo, Felice e Giovanni. Il gruppo che diede vita alla terza faida di Scampia nel 2012 con i Leonardi-Marino e quella della Vanella Grassi da una parte e gli Abete-Abbinante-Notturno dall’altra.

Ecco l’elenco degli indagati

 

ANTONIO LEONARDI (PENTITO)

FELICE LEONARDI (PENTITO)

ALFREDO LEONARDI (PENTITO)

ANTONIO MENNETTA

ANGELO MARINO

ANTONIO DI GENNARO

GENNARO IORIO

EMANUELE DI GENNARO

CIRO MILONE

ROSARIO GUARINO (PENTITO)

GIANLUCA GIUGLIANO (PENTITO)

FRANCESCO BARONE

ROBERTO MANGANIELLO

ALFONSO VANACORE

SALVATORE BARBATO

MARCO ESPOSITO

FRANCESCO STRAZZULLI

SALVATORE CAPALDO

GAETANO RICCIO

CARMINE BATTAGLIA

SALVATORE CAPUTO

ANTONIO LUCARELLI

MICHELE SILVESTRO

SALVATORE PIEDIMONTE

VINCENZO DATI

SALVATORE AURILIO

VINCENZO AURILIO

GENNARO MAGELLI

VINCENZO ESPOSITO

GAETANO PARZIALE

ANTONIO ALTERA

ANTONIO MAROTTA

VITTORIO MAROTTA

PIETRO MAOLONI

ACCURSO UMBERTO

ARCANGELO ABBINANTE

LUCA DELL’ANNUNZIATA

GIOVANNI VITALE

ANTONIO MINCIONE

VALERIO CAIAZZO

SALVATORE DELL’AVERSANA

RAFFAELE MINCIONE(1972)

RAFFAELE MINCIONE (1985)

NICOLA MINCIONE

PASQUALINA MINCIONE

GIUSTINA MARCHESA

CARMINE ANNUNZIATA (PENTITO)

GAETANO ANNUNZIATA (PENTITO)

ADRIANO SELVA

GIUSEPPE MINICHINI

 

(nella foto il boss latitante Umbeto Accurso)


Marano: rapinano gioielleria, il titolare li blocca.La folla tenta il linciaggio

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arresto_carabinieri

Mettono a segno una rapina a mano armata in una gioielleria, il negoziante – colpito alla testa con il calcio della pistola – riesce a bloccarli tra le porte d’ingresso e di uscita nel negozio e a chiamare i carabinieri che intervengono e arrestano i banditi. E’ successo in serata a Marano dove sono finiti in manette un 17enne e un 19enne i quali hanno rischiato il linciaggio quando i militari hanno cercato di trasferirli in auto. Davanti alla gioielleria presa di mira, infatti, si era radunato un gruppo di passanti che quando hanno visto uscire i due giovani scortati dai militari dell’arma hanno cercato di aggredirli. Un carabiniere è stato costretto a ricorrere alle cure mediche. Il minorenne è finito nel centro di prima accoglienza dei Colli Aminei, a Napoli Per l’altro si sono aperte le porte del carcere di Poggioreale. In ospedale anche il gioielliere che, a causa del colpo ricevuto all’occhio, ha riportato lesioni giudicate guaribili in pochi giorni. Recuperato il bottino, composto da gioielli in oro, sequestrato lo scooter usato dai giovani rapinatori, risultato rubato a Napoli lo scorso febbraio, e la pistola, una 7,65 con matricola abrasa caricata con quattro colpi.

Pozzuoli: litiga col fidanzato, si lancia sugli scogli e muore. Scatta l’inchiesta

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lungomare pozzuoli

Sarà l’inchiesta della polizia a stabilire la dinamica dell’incidente ed eventuali responsabili della tragedia avvenuta ieri sera a Pozzuoli dove una donna è morta lanciandosi sugli scogli sul lungomare dopo aver litigato col fidanzato. È accaduto  intorno alle ore 19.30, sul lungomare di via Napoli, vicino al parcheggio multipiano. Secondo le prime testimonianze la donna,  sarebbe stata vista scendere da uno scooter, alla cui guida c’era un uomo, per poi salire sul muretto che separa il marciapiede dal mare e cadere giù.  Sul posto sono arrivati i sanitari del 118 e i Vigili del Fuoco che hanno recuperato il corpo ancora in vita, ma in condizioni gravissime. Trasportata all’ospedale San Paolo di Fuorigrotta è deceduta poco dopo il suo arrivo.

Boscoreale: noto pusher di Torre Annunziata gambizzato al Piano Napoli

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Piano-Napoli-Boscoreale

Noto pusher di Torre Annunziata ferito in un agguato ieri sera al piano Napoli di Via Settetermini a Boscoreale. E’ accaduto ieri sera poco dopo le 22. Ciro Gallo, 29 anni si è presentato sanguinante  in ospedale a Boscotrecase, aveva due proiettili calibro 9 conficcati nella gamba destra. Ai carabinieri che lo hanno interrogato ha raccontato di essere rimasto vittima di una rapina andata male. Naturalmente il suo racconto, che fa acqua da tutte le parti, è al vaglia degli investigatori. L’agguato sarebbe scattato nella tarda serata di ieri all’altezza dell’isolato 12 del Piano Napoli, lo stesso dove nel 2014 fu ucciso Mauro Buonovolere. I carabinieri sono alla ricerca di tracce ematiche sul posto e hanno già stabilito che il racconto di Gallo, che è originario del rione Provolera di Torre Annunziata ma risulta residente ad Angri, non combacia con la traiettoria dei proiettili., Il pregiudicato si trovava in piedi e non in auto come ha raccontato. Ed è probabile che abbia discusso con i suoi sicari. Discussione probabilmente su una partita di droga non pagata e finita in un agguato.  Chi ha sparato secondo gli investigatori ha mirato alla gamba e quindi si è trattato di un avvertimento. Ora Gallo sarà nuovamente interrogato per chiarire come sono andati i fatti.

Scafati: muore d’infarto e i familiari aggrediscono gli operatori del 118 arrivati in ritardo

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pasquale cascone ambulanza

Muore d’infarto in casa e i familiari aggrediscono gli operatori del 118, colpevoli a loro dire, di essere arrivati in ritardo. E’ accaduto l’altra sera a Scafati nel parco Ylenia di via Dante Alighieri. La vittima si chiamava Pasquale Cascone e aveva 42 anni, perito assicurativo molto noto in città e a Pompei dove lavorava. Secondo la denuncia che gli operatori del 118 hanno presentato ai carabinieri i familiari della vittima hanno colpito con un posacenere in vetro uno dei soccorritori quando si sono resi conto che l’uomo era ormai morto e che non erano valsi a nulla i tentativi di rianimarlo. I familiari contestavano a quelli del 118 di essere arrivati 40 minuti dopo la telefonata di soccorso. Momenti di agitazione che sono sfociati nell’aggressione. L’operatore del 118 ha dovuto far ricorso alle cure dei medici del pronto soccorso dell’ospedale di Nocera dove gli è stato diagnosticato un lieve trauma cranico. Ora i familiari di Cascone dovranno rispondere dell’aggressione agli operatori del 118.

(nella foto un’ambulanza del 118 e nel riquadro la vittima Pasquale Cascone)

Napoli, il cardinale Sepe ai camorristi: “Siate uomini, pentitevi”

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Foto LaPresse - Marco Cantile03-05-2014 NapoliCronacaSan Gennaro, si ripete il prodigio: Sepe annuncia la liquefazione del sangueNella foto: l'arcivescovo di Napoli, cardinale Crescenzio SepePhoto LaPresse - Marco Cantile May 03, 2014 Naples, Italy NewsSan Gennaro, the miracle is repeated: Sepe announced the liquefaction of the blood In this photo: Archbishop of Naples, Cardinal Sepe

Un appello ai camorristi a pentirsi. Lo ha lanciato il cardinale Crescenzio Sepe dall’altare della basilica di Santa Chiaia, nel giorno del prodigio di maggio di San Gennaro. “In questi giorni, ancora una volta – ha detto Sepe – le cronache riportano luttuosi e tragici fatti accaduti nella nostra Città, nelle nostre strade, nei nostri quartieri. Un tempo, quando la notizia di un fatto luttuoso e violento, che lasciava morte e sofferenza, passava da un balcone all’altro o da una bottega alla strada, i no- stri vecchi usavano domandarsi “chi sape chi sta chiagnenno?”. E il pianto e le lacrime sono innanzitutto delle donne: o perché madri o perché figlie o perché spose o perché sorelle o perché, semplicemente, donne. E allora  vedete, non è un caso se a raccogliere il sangue del martire Gennaro sia ricordata una donna, che la tradizione chiama con il nome di Eusebia. Non è un caso se Napoli veglia su San Gennaro, ancora oggi e da secoli, con le donne, quelle che noi chiamiamo “le parenti di San Gennaro. Chissà chi sta piangendo!!”. Per questo faccio, ancora una volta, un forte e pressante appello ai violenti e spargitori di sangue: deponete le armi, arrendetevi alla giustizia e alla legalità; fatelo per la vostra salvezza, per il bene delle vostre famiglie e della nostra città. Abbiate il coraggio di smettere la violenza e di pentirvi; siate uomini. Ricorrete alla intercessione di San Gennaro. Dio, se volete, è pronto a perdonarvi e ad aiutarvi a cambiare vita”.

Napoli: 12 condanne per la cricca dei falsi ciechi e falsi invalidi che hanno truffato l’Inps per anni

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aula tribunale

Dodici condanne e un’assoluzione nel processo a carico dei presunti falsi ciechi e finti pazzi di Chiaia e Santa Lucia a Napoli che hanno percepito per anni rimborsi e pensioni di invalidità dall’Inps. Il giudice Concetta Cristiano della quarta sezione penale ha condannato a quattro anni di reclusione, più interdizione per cinque anni dai pubblici uffici Fernando Medici, funzionario dell’ufficio Invalidi civili della Municipalità, considerato uno dei personaggi chiave della cricca, e a tre anni e sei mesi di reclusione per Aniello Danaro, per il quale è stato escluso il ruolo di promotore. Gli latri ovvero i presunti beneficiari delle pensioni erogate per false invalidità sono stati condannati a due anni di carcere. Si tratta di Carlo Avolio, Giovanna Cascella, Anna Crispino, Maria Rosaria Romeo, Carmela Pipolo, Michele Spaventa, Anna De Gais e Stefania Rizzo. Mentre Maria Bernardo e Ciro Rispoli sono stati assolti per prescrizione da alcuni capi di imputazione e condannati per altri a un anno e sei mesi più 600 euro di multa.Assolto infine l’ex dipendente delle Poste, Nicola Cautero: per lui il pubblico ministero aveva invocato la condanna a otto anni e quattro mesi di reclusione, i giudici lo hanno assolto ribaltando l’impostazione accusatoria che poggiava per la gran parte sulle accuse di Salvatore Alajo, ex consigliere della Municipalità Chiaia, personaggio chiave dell’inchiesta napoletana sui falsi invalidi indicato a capo della cricca che truffava l’Inps e che, assieme ad Angelo Sacco all’epoca dei fatti dirigente della I Municipalità, sarebbe stato il deus ex machina di quella burocrazia che fabbricava pensioni in cambio di voti e consenso elettorale.

Napoli: aggredito in carcere l’orco del parco Verde. Ora è in isolamento

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caputo due

Raimondo Caputo, 43 anni, l’uomo accusato di aver violentato e ucciso la piccola Fortuna Loffredo, di 6 anni, a Parco Verde di Caivano il 24 giugno 2014, è stato aggredito da altri detenuti nella cella in cui si trovava. Lo si apprende dal Procuratore di Napoli Nord, Francesco Greco, che precisa che Caputo “presenta i segni dell’aggressione, ma nulla di grave”. Caputo è stato quindi trasferito in cella di isolamento per motivi precauzionali per la sua incolumità.  “L’aggressione – ha riferito il Procuratore Greco – è avvenuta nella giornata di ieri in circostanze sulle quali – ha sottolineato Greco – indagherà la Procura della Repubblica di Napoli, che è competente per territorio. Subito dopo l’aggressione – si è saputo da fonti penitenziarie – Caputo è stato trasferito in una cella di isolamento al terzo piano del padiglione “Roma” di Poggioreale, nella sezione “sex offenders” nella quale si trovano le persone accusate di reati sessuali. Non si è saputo se il trasferimento è stato disposto dall’autorità giudiziaria, dall’amministrazione penitenziaria o se è stato lo stesso Caputo a chiedere di essere ristretto in una cella singola. “Sicuramente – ha aggiunto Greco – nei prossimi giorni avremo contatti con la Procura di Napoli perchè, ai fini della nostra inchiesta, ci interessa sapere modalità e cause che hanno portato a questa aggressione”. Al momento della notifica dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere per l’omicidio della piccola Fortuna, venerdì scorso, Caputo era già detenuto nella casa circondariale di Poggioreale, dove si trova dal novembre 2015 perchè accusato di concorso in violenza sessuale ai danni di una delle figlie della sua convivente, che è invece agli arresti domiciliari. “Non c’e’ stato un linciaggio, anche perche’ in carcere sarebbe difficile, ma Raimondo Caputo ha subito un’aggressione da parte di alcuni detenuti. Ma nulla di grave”. Cosi il Procuratore del tribunale di Napoli Nord, Francesco Greco, dopo quanto accaduto nel carcere di Poggioreale al 44enne accusato di aver violentato e poi gettato dal terrazzo del parco Verde di Caivano la piccola Fortuna Loffredo. “Siamo in attesa di una relazione per sapere cosa e’ esattamente successo e chi sono le persone coinvolte” Sono stati gli agenti penitenziari a salvare dall’aggressione dei compagni di cella Raimondo Caputo. “L’uomo – spiega il segretario generale del Sappe, Donato Capece – era recluso nel reparto che accoglie i ‘sex offender’. Alcuni di loro ieri lo hanno aggredito a calci e pugni e solo il pronto intervento degli agenti penitenziari ha evitato per lui danni più gravi”. “Questo – aggiunge Capece – dimostra la professionalità e la dedizione del corpo di polizia penitenziaria che opera all’interno delle carceri pur in una situazione difficile di carenza di organico”.


Napoli, si continua a sparare: 17enne ferito a Cavalleggeri d’Aosta

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Polizia-Stradale-9

. Si continua a sparare a Napoli. Ieri sera un ragazzo di 17 anni è rimasto ferito ad un braccio, in circostanze sulle quali sta indagando la Polizia. Agli agenti il minore ha raccontato che, mentre percorreva via Cavalleggeri d’Aosta in sella ad una moto, gli sono stati esplosi contro due colpi di pistola, uno dei quali lo ha raggiunto a un braccio. Il giovane è stato portato all’ospedale San Paolo dove resta ricoverato in prognosi riservata ma non in pericolo di vita. . Sul posto indicato dal giovane come quello dell’agguato gli agenti non hanno trovato bossoli. Il 17enne è incensurato ma i suoi familiari risultano vicini ad ambienti criminali. Indagano i poliziotti del Commissariato di Bagnoli.

Casoria: sequestrate tre tonnellate e mezza di sigarette di contrabbando

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Sigarette-di-contrabbando

Tre tonnellate e mezza di sigarette di contrabbando sono state sequestrate dalla Guardia di Finanza che ha arrestato una persona. L’ingente carico di tabacchi lavorati esteri è stato scoperto a seguito di un controllo documentale effettuato nei confronti di un autoarticolato con targa tedesca ed autista greco sull’autostrada A1 in direzione Napoli, all’altezza dello svincolo per Casoria. I militari, insospettiti dalla documentazione del carico trasportato nonchè dall’atteggiamento assunto dall’autista del mezzo, hanno deciso di procedere ad un più approfondito controllo del carico, rappresentato da un carroponte di tipo industriale. L’approfondita ispezione del macchinario ha permesso di appurare che, all’interno della sua struttura, era stivato il carico illecito. Si trattava di sigarette di contrabbando provenienti presumibilmente dalla Grecia e giunte via mare ad Ancona. Le sigarette, una volta immesse sul mercato, avrebbero sottratto all’Erario tributi per oltre 600 mila euro.

Strage delle Fontanelle alla Sanità, un altro affiliato ai Vastarella è sfuggito alla morte

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strage delle fontanelle alla sanità

Le indagini sulla strage  delle Fontanelle al rione Sanità si arricchiscono ogni giorni di nuovi elementi. La squadra mobile di Napoli ha scoperto che quella sera nel circolo “Maria Santissima dell’Arco” c’era un altro componente il gruppo Vastarella. Sarebbe riuscito a non farsi vedere dal killer e poi ad allontanarsi rapidamente dalla zona senza dare nell’occhio e soprattutto evitare di farsi interrogare dalle forze dell’ordine. Ma ora sarebbe stato individuato grazie al certosino lavoro degli agenti della mobile napoletana. Ma non è il solo perché secondo la ricostruzione degli investigatori erano presenti anche altre persone estranee al clan e che solitamente frequentano il circolo. Tutte scappate. La squadra mobile sta provando ad identificarle per interrogarle. La loro testimonianza potrebbe tornare utile alle indagini. Anche se è molto più probabile che ognuno di loro dirà, una volta identificato, di non aver visto niente e di essersi gettato a terra per timore di essere colpito dai proiettili. Chi invece potrebbe dire qualcosa di più è il componente del clan che è sfuggito miracolosamente all’agguato. Ora la polizia è sulle sue tracce.

Sequestrati 3, 5 milioni di euro ad Antonio “Billy” cassiere del clan Cesarano ed esperto di piante e fiori di un serial Tv

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antonio esposito makeover

Da questa mattina i carabinieri del nucleo investigativo di Castello di Cisterna stanno eseguendo un provvedimento di sequestro, emesso dal tribunale di Napoli – sezione per l’applicazione delle misure di prevenzione, nei confronti di Antonio Esposito, detto “Billy”, 51 anni, ritenuto cassiere del clan Cesarano. I sequestri stanno avvenendo nei comuni di Castellammare di Stabia, Pompei e Boscoreale, nel Vesuviano, e in quello di di Nocera Inferiore. L’esecuzione della misura di prevenzione (personale e patrimoniale), si legge in una nota, si fonda sui fatti emersi nel corso delle numerose indagini – molte delle quali giunte sino a sentenze di condanna – che hanno segnato la storia della criminalità organizzata in Campania e nelle quali è stato evidenziato l’inserimento di Antonio Esposito nella compagine camorristica del clan “Cesarano”. Per gli inquirenti Esposito aveva lo specifico compito di sovraintendere agli interessi del clan nel settore del commercio dei fiori. Tesi avvalorata da alcuni collaboratori di giustizia. Il suo stabile inserimento nell’organizzazione criminale è stato riferito anche da diversi collaboratori di giustizia che lo hanno indicato come il ‘cassiere del clan’. A lui venivano consegnati i proventi delle attività delittuose, a lui spettava poi la consegna degli stipendi agli affiliati, pagare gli avvocati, i detenuti e curare la contabilità del clan. Il tribunale dunque concordando con l’attività d’indagine dei militari dell’Arma e accogliendone la richiesta ha disposto il sequestro di un’impresa individuale con sede a Castellammare di Stabia (con un volume d’affari di circa 200mila euro annui); 4 unità abitative (del valore totale di circa 1.850.000 euro); un solarium allestito nella sua abitazione (valente circa 50mila auro); 19 appezzamenti di terreno di circa 26metri quadrati (del valore complessivo di circa 1.050.000 euro ); 3 esercizi commerciali di 65, 60 e 15 mq (valore complessivo di circa 250mila euro);svariati rapporti bancari. I beni hanno un valore complessivo di circa 3,4 milioni di euro di euro. Uscito dal carcere tre anni fa dopo circa 10 anni “Billy” aveva ripreso la sua attività nel settore dei fiori e di  recente era anche stato tra i protagonisti della serie Tv “Extreme Makeover” condotto da Alessia Marcuzzi su Canale 5. Esposito infatti si preoccupava di rifare i giardini delle ville che comparivano in ogni puntata.

Napoli e provincia sono già 20 i morti di camorra dall’inizio dell’anno. Le foto

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luogo omicidio vincenzo amendola

Sono venti i morti di camorra tra Napoli e provincia dal primo gennaio ad oggi. Ben 14 solo a Napoli città gli altri sparsi in provincia tra: Melito, Marigliano, Sant’Antimo, Mariglianella, e Saviano.  Il quartiere Ponticelli è quello che detiene il record con 4 morti tutti riconducibili alla “eliminazione sistematica” di quelli vicini al clan dei pentiti Sarno. Sempre nelle periferia Est c’è da registrare l’efferato omicidio del 19 enne Vincenzino Amendola ucciso e sotterrato a San Giovanni a Teduccio per una presunta storia con la mamma di uno baby boss del clan Formicola. I morti riconducibili invece alla faida in atto tra Miano e il rione Sanità ovvero tra i Mallo-Esposito-Spina da una parte e i Lo Russo-Vastarella-Tolomelli dall’altra sono cinque anche se non tutti avvenuti nello stesso rione. Due invece quelli riconducibili alla faida nella zona Flegrea  e Soccavo-Pianura. Mentre può essere inquadrato come omicidio di camorra quello del pasticciere Giuseppe Matino avvenuto all’Arenaccia ma sol perché le indagini portano verso uno “sgarro d’amore” a un ras della zona. E poi c’è tra questi la “lupara bianca” di cui è rimasto vittima Davide Tarantino, scomparso a Giugliano ma residente a Melito e legato agli “scissionisti” di Scampia. Sono comunque complessivamente venti i morti senza contare una decina di feriti tra cui quello eccellente del ras emergente Walter Mallo. Ma la cosa che maggiormente preoccupa gli investigatori è stato il vero e proprio attacco allo Stato avvenuto a Secondigliano dove la caserma dei carabinieri è stata oggetto di un attentato con una sventagliata di mitra e ben 27 colpi che hanno centrato finestre e muri perimetrali. La stagione dei pentiti, quelle dei processi e degli arresti che avevano fermato la scia di sangue per un po di tempo sembra già essere alle spalle. sono troppi i quartieri della città ma anche in provincia dove le frizioni tra i clan sono altissime e c’è il serio rischio che scorra altro sangue.

Luigi Di Rupo, 22 anni Davide Montefusco, 34 anni Antimo Chiariello, 44 anni Mario Volpicelli, 52 anni - Giuseppe Calise, 30 anni Pasquale Zito, 21 anni Francesco Esposito, 43 anni Francesco Tafuro, 30 anni, Domenico Liguori, 35 anni Vincenzo Amendola, 18 anni Davide Tarantino, 43 anni Giuseppe Perna, 40 anni Giovanni Sarno, 54 anni Mariolino Barometro, 60 anni Pasquale Izzi, 54 anni Giuseppe Matino, 35 anni Daniele Stara, 29 anni Giuseppe Vastarella, 41 anni Salvatore Vigna, 40 anni Salvatore Vigna, 40 anni

E’ figlio di un boss dell’area flegrea il ragazzo ferito a Cavalleggeri d’Aosta

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Un 17enne incensurato, ma figlio di una capoclan, e’ stato ferito a Napoli ed e’ in prognosi riservata. E’ da chiarire la dinamica di quello che probabilmente e’ un agguato nell’ambito delle fibrillazioni nell’area tra Bagnoli e Pianura del capoluogo campano, dato che in via Cavalleggeri, dove il ragazzo sarebbe stato raggiunto da proiettili che lo hanno colpito al braccio e che hanno perforato la scocca del suo scooter, la polizia non ha trovato bossoli ne’ tracce ematiche. Il minorenne, il cui padre, A.G., e’ considerato a capo di una cosca di recente formazione, un pregiudicato con un certo spessore criminale, e’ ora in prognosi riservata all’ospedale San Paolo, ma non in pericolo di vita. Secondo quanto si e’ appreso, il 17enne non ha fornito elementi utili alla polizia.

Napoli, molesta 3 ragazzine all’uscita del Mac Donald’s: arrestato ha rischiato il linciaggio

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Importuna tre ragazzine all’uscita del Mac Donald’s, 57enne arrestato dalla polizia a Napoli. Il tempestivo intervento degli agenti delle volanti del commissariato Vicaria-Mercato ha impedito ulteriori molestie a giovanissime di eta’ compresa tra i 10 e i 12 anni , ed anche un tentativo di linciaggio. L’uomo, G.Q., separato e padre di tre figli minorenni, aveva prima avvicinato le tre, che erano andate nel locale vicino casa per mangiare un panino, poi aveva iniziato a palpeggiarle in parti intime e toccarle; ma un passante lo ha visto e ha chiamato la polizia. Il 57enne all’arrivo degli agenti ha tentato di scappare, nascondendosi dietro i contenitori della raccolta indifferenziata, ma e’ stato raggiunto e bloccato. Ci sono stati anche momenti di tensione, perche’ una trentina di mamme, residenti nel quartiere delle tre ragazzine, sono scese in strada per aggredirlo. G.Q. e’ in carcere per violenza sessuale.


Terra dei fuochi: operazione a Casavatore, 12 persone indagate

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casavatore rifiuti

Dodici persone – titolari di fabbrica e di autoarticolati – sono indagati nell’ambito di dell’operazione “Terra dei Fuochi” condotta dalla Polizia locale di Casavatore , sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Napoli Nord. I reati ipotizzati sono, a vario titolo, gestione illegale di rifiuti, trasporto, recupero, smaltimento e intermediazione senza prescritta autorizzazione, trasporto illecito. Il titolare di una fabbrica è anche accusato di scarico nel suolo di acque reflue industriali contenenti sostanze pericolose. Le indagini vennero avviate dal sostituto procuratore della Repubblica Federico Bisceglia, deceduto successivamente in un incidente stradale.

L’indagine sulla pedofilia la Parco Verde si allarga ad altri inquilini. Chiesta la riesumazione del corpo del piccolo Antonio

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Nuovi scenari potrebbero arrivare da Caivano. L’inchiesta sulla pedofilia al Parco Verde non si ferma dopo l’arresto di Raimondo Caputo l’uomo finito in manette con l’accusa di avere ripetutamente violentato e poi ucciso la piccola Fortuna. L’avvocato Angelo Pisani, legale del padre e dei nonni della bimba di 6 anni volata dal sesto piano due anni fa, chiede alla Procura “la riesumazione del corpo di Antonio Giglio, morto circa un anno prima di Fortuna ma in circostanze drammaticamente simili”. Il bambino e’ deceduto dopo essere caduto dalla finestra “mentre guardava in cielo un elicottero”: questa la testimonianza che la mamma ha ripetuto piu’ volte agl’inquirenti. Antonio Giglio era, figlio di Marianna Fabozzi, compagna di Raimondo Caputo, si, proprio l’uomo arrestato per la morte di Fortuna. “Bisogna accertare se davvero sia stato un evento accidentale e auspichiamo anche un intervento dei Carabinieri del Ris, affinche’ con i loro rilievi ed indagini mirate, possano stabilire con esattezza, la dinamica, la traiettoria o quant’altro possa chiarire una volta per tutte la causa reale della sua morte, se sia stata cioe’ davvero accidentale o volontaria” ha dichiarato l’avvocato Pisani. Non e’ escluso che i magistrati possano allargare il campo delle indagini ad altre morti “sospette”. Dal carcere di Poggioreale invece, giungono dettagli sull’aggressione subita da Raimondo Caputo, l’uomo accusato di aver violentato e ucciso la piccola Fortuna. Il direttore del penitenziario napoletano Antonio Fullone fa sapere che l’uomo e’ stato trasferito in una cella singola dopo che “e’ stato colpito con un pugno al volto da uno dei suoi compagni di cella e che verra’ elevato il livello di sicurezza anche nei confronti dei famigliari del detenuto per timore di ulteriori ritorsioni”.  Intanto si potrebbe allargare ad altri inquilini di quello che viene definito il ‘palazzo dell’orrore’ del Parco Verde a Caivano l’indagine per l’omicidio della piccola Fortuna Loffredo, delitto per il quale è stato al momento accusato come responsabile il vicino di casa Raimondo Caputo, che avrebbe più volte abusato sessualmente della bimba di sei anni. E’ quanto filtra dalla sede della Procura della Repubblica di Napoli Nord ad Aversa (Caserta) che conduce le indagini sul tragico episodio. Iscritti nel registro della Procura i due inquilini cui sono stati contestati i reati di false dichiarazioni al pm e favoreggiamento, per aver depistato le indagini sin dai primi momenti successivi alla morte di Fortuna. Due aspetti dell’inchiesta strettamente collegati, perché – secondo gli inquirenti – è probabile che qualche altro residente nel palazzo abbia fatto qualcosa di più che sviare le indagini. Gli elementi certi – a giudizio degli investigatori – riguardano la presenza di più presunti pedofili nello stabile: oltre alla situazione di Caputo, già in carcere per abusi sessuali, c’è la vicenda riguardante Salvatore Mucci, ovvero colui che per primo soccorse Fortuna e la pose in auto agonizzante per accompagnarla in ospedale. Mucci è stato arrestato nel dicembre 2014 per abusi sessuali sulla figlia di 12 anni; pochi mesi dopo toccò alla compagna, accusata dello stesso reato. C’è poi la stessa compagna di Caputo già da mesi agli arresti domiciliari per concorso in abusi sessuali ai danni di una delle tre figlie, in quanto avrebbe sempre assistito al violenze del convivente senza denunciare nulla. In totale sono almeno cinque i bimbi dello stabile vittime di abusi. Un vero e proprio giro di pedofili che potrebbe aver coperto le responsabilità dell’omicidio Fortuna, e un anno prima, quelle sulla morte di Antonio Giglio, figlio della compagna di Caputo, caduto dal settimo piano del palazzo. Gli inquirenti sarebbero intanto vicini all’identificazione dei responsabili del lancio della molotov verso la finestra della compagna di Caputo.

Napoli, la famiglia di Fortuna in tv: “Vogliamo l’ergastolo per Caputo”

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‘Pomeriggio 5’ apre oggi sul caso della piccola Fortuna, la bambina di 6 anni violentata e uccisa il 24 giugno 2014. Per quei reati è stato arrestato il compagno della vicina di casa, Raimondo Caputo. “Sono felice che sia stato trovato un colpevole, anche se nessuno potrà restituirmi mia figlia. Io lo sapevo che era stata ammazzata”, afferma in collegamento la mamma di Fortuna, Domenica. “Io ho sempre detto ‘vedete su al settimo piano’, io lo sospettavo che veniva da lì la mano che ha ucciso mia figlia”. “L’ultimo ricordo che ho – racconta – è quando mi ha detto che andava a giocare su con l’amichetta. Poi dopo un po’ mi chiama il papà di mio figlio dicendomi che Chicca era caduta. E lì non ho capito più nulla. Poi quando mi hanno detto che era morta, io sono morta con lei. Non era possibile che si fosse buttata nel vuoto da sola”. “Io sospettavo della compagna” di Raimondo “perché ogni volta cambiava versione. Se è complice lei è peggio di lui”, conclude Domenica. “Noi sospettavamo ma non si può condannare una persona senza avere le prove”, aggiunge Vincenzo, il nonno della piccola. “Lei non ci ha mai detto niente, non ci ha mai parlato delle sevizie, altrimenti l’avremmo ancora qui con noi. Se la giustizia va avanti gli dovrebbero dare l’ergastolo. Ma al momento l’ergastolo ce l’abbiamo noi”, ha detto Vincenzo.

Mariglianella: incendio in un’azienda di carrelli, muore un operaio

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vigili del fuoco-7-6

Un operaio è morto in un incendio divampato in un’azienda specializzata nella realizzazione di carrelli elevatori a Mariglianella, in provincia di Napoli. Sul posto sono intervenuti i Carabinieri di Brusciano e i Vigili del fuoco che hanno domato le fiamme. L’incendio, nel quale ha perso la vita l’uomo, si è sviluppato in uno dei locali dello stabile in via Quasimodo.  Sono in corso accertamenti per chiarire le cause dell’incendio. I carabinieri di Brusciano sono intervenuti in via Quasimodo presso l’azienda “Menichini Industriale e Navale srl”, specializzata nella realizzazione di carrelli elevatori, dove, poco prima, l’incendio si era sviluppato in uno dei locali dello stabile. Le fiamme sono state domate dai vigili del fuoco intervenuti sul posto. In atto accertamento dei militari dell’arma e dei caschi rossi per appurare le cause.

Donna con problemi psichici appicca incendio al suo appartamento al Vomero

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incendio al vomero

Una donna con problemi psichici ha appiccato  un incendio nella sua abitazione al Vomero. E’ accaduto in serata al vico Petraio, strada senza uscita a cui si accede da via Luigia Sanfelice cosa questa che ha causato anche gravi disagi ai vigili del fuoco intervenuti sul posto. sono stati i vicini della donna a chiedere i soccorsi. Le fiamme in breve tempo si sono propagate a tutto il monolocale dove viveva la donna. Tra l’altro, come hanno segnalato gli stessi abitanti della zona, le colonnine per gli idranti, installate a seguito di lavori pubblici una decina di anni fa, non erano attaccate alle rete dell’acquedotto municipale e quindi i vigili del fuoco hanno difficoltà nell’approvvigionamento dell’acqua per spegnare le fiamme. La donna per fortuna è stata tratta in salvo. nell’appartamento i vigili hanno trovato condizioni igieniche precarie con rifiuti sparsi ovunque. Le condizioni della donna tra l’altro erano state più volte segnalate all’Asl.

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