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Channel: Cronaca – Cronache della Campania
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22enne morta dopo l’operazione di riduzione della stomaco, eseguita l’autopsia

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E’ stata eseguita quest’oggi l’autopsia sul corpo di Rosaria Lobascio, la 22enne di Sala Consilina morta per complicazioni sopraggiunte dopo essersi sottoposta lo scorso 30 maggio ad un intervento chirurgico di riduzione dello stomaco presso l’ospedale civile di Mercato San Severino . Ad effettuare l’esame autoptico – l’esito sara’ reso noto nelle prossime settimane – un’equipe medica del Policlinico “Federico II” di Napoli cosi’ come disposto dalla Procura della Repubblica di Nocera Inferiore ). Le esequie della giovane si terranno a Sala Consilina giovedi’, 14 giugno prossimo, alle ore 9,30 nella chiesa di Sant’Eustachio di Sala Consilina. Sul fronte indagini, undici medici, due dell’ospedale di Polla e nove dell’ospedale di Mercato San Severino, risultano iscritti nel registro degli indagati per il reato di omicidio colposo.

Cronache della Campania@2018


Litiga con la mamma e l’accoltella: arrestato minorenne

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Litiga con la mamma e l’accoltella, arrestato minorenne a Vallo della Lucania. La donna ora è ricoverata in gravi condizioni , ma non in pericolo di vita, al locale ospedale. I medici dopo averle suturate le numerose ferite inferte con un coltello dal figlio non hanno sciolto la prognosi. La donna ha perso molto sangue. Il ragazzo è stato arrestato dai carabinieri e ora si trova rinchiuso nel centro accoglienza minori, a disposizione dell’autorità giudiziaria del Tribunale per i minori di Salerno. E’ accusato di tentato omicidio. Si indaga per stabilire i motivi della lite e la causa scatenante. L’episodio ha destato molto clamore nel Cilento.

Cronache della Campania@2018

Arrestata una chirurgo: chiedeva tangenti per il riconoscimento dell’invalidità civile

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E’ accusata di concussione una donna di 64 anni, chirurgo, arrestata dai carabinieri: residente a Salerno, era stata nominata consulente tecnico dal tribunale di Nocera Inferiore nell’ambito di un procedimento giudiziario nei confronti dell’Inps per il riconoscimento dell’invalidita’ civile ad una portatrice di handicap, una 90enne di Nocera Inferiore. Il medico si era rivolta al legale della ricorrente cui aveva prospettato l’esito negativo della richiesta: il parere sarebbe potuto diventare favorevole, pero’, se le avessero consegnato sottobanco 1000 euro. L’avvocato ha sporto denuncia ai carabinieri di Sant’Antonio abate: durante il secondo incontro i militari della compagnia di Castellammare e della stazione di Sant’Antonio abate l’hanno arrestata in fragranza mentre riceveva 500 euro dalle mani dell’avvocato. Il denaro e’ stato restituito all’avente diritto.

Cronache della Campania@2018

‘Liberi’, la moglie del boss espone uno striscione al comune: la Dda apre un’inchiesta

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La Dda di Napoli ha aperto un’inchiesta sul amministrativo a Cancello Arnone in provincia di Caserta. Soprattutto alla luce di quanto accaduto durante i festeggiamenti post voto. Una foto pubblicati sui social ha fatto scattare il campanello d’allarme. Ritrae infatti un gruppetto di persone affacciate al balcone del comune con uno striscione che recita “Liberi”. Tra le persone c’è Morena De Chiara, moglie del detenuto Giovanni Sciorio, accusato di essere affiliato al clan dei Casalesi – fazione Zagaria. La donna, come ricorda Il Mattino, arrestata insieme al marito tempo fa ma ormai libera, si è spesa per tutta la campagna elettorale a favore del candidato sindaco, risultato eletto, l’avvocato Raffaele Ambrosca. Non a caso la foto di copertina del profilo Facebook della De Chiara (che reca i nomi suo e del marito detenuto) è l’immagine della lista al completo con tanto di simbolo elettorale. Sulla stessa pagina la donna esulta per il risultato delle consultazioni elettorali che hanno visto la lista “La scelta” sbaragliare le altre due compagini in gara. Sul web si trovano anche video che ritraggono la De Chiara, t-shirt della lista uscita vittoriosa dalle urne, animare il corteo di festa per Ambrosca. Il nuovo sindaco di Cancello e Arnone, contattato da Il Mattino, si è difesa sostenendo: “Stavamo vivendo tutti dei momenti convulsi, c’erano i festeggiamenti in corso per la vittoria praticamente appena acquisita. Inoltre le porte del Comune erano aperte perché erano ancora in corso le operazioni di scrutinio e di certo non si potevano controllare tutte le persone che avevano accesso al cancello d’entrata. E comunque non ho autorizzato le persone a entrare in Comune e lo striscione è stato messo a mia insaputa. Inoltre la donna in questione è una persona libera che, liberamente, ha appoggiato la mia lista, non so come avrei potuto limitare questa azione”.
Morena De Chiara insieme a suo marito, Giovanni Sciorio, e alla suocera, Giulia Tummolo, fu arrestata nel 2011 con l’accusa di aver fornito appoggio logistico ad Antonio Santamaria, capozona di Zagaria a Cancello Arnone. De Chiara è stata assolta in primo grado. Il marito, invece, Giovanni Sciorio, è in carcere con l’accusa di estorsione aggravata dal metodo mafioso.

Cronache della Campania@2018

Catturato a Lusciano il capo della banda di slavi autori di rapine nelle case

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Ieri sera gli agenti della Polizia di stato della 2ª Sezione della Squadra Mobile di Napoli , in Lusciano alla via A. Rampi, dopo una intensa e complessa attività investigativa, hanno catturato il cittadino dell’ex Iugoslavia: JOVANOVIC Goran, nato a Ebu (ex Jugoslavia) 38enne, alias PETROVIC Milos, alias MILENKOVIC Dejan – destinatario del Provvedimento di Esecuzione di Pene Concorrenti n.761/14 SIEP, emesso in data 30.11.2016 dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Ancona- Ufficio Esecuzioni Penali; per la pena complessiva di anni 7, mesi 8 di reclusione e € 1600,00 di multa ed Espulsione dal territorio dello Stato. Lo stesso unitamente ad altri suoi connazionali si era reso responsabile di reati predatori in abitazioni e ville in varie zone d’Italia, facendo, nella circostanza, spesso ricorso a violenza fisica sulle vittime.Dopo una intensa attività di indagine i poliziotti hanno individuato il rifugio del catturando, facendo irruzione nell’abitazione dello Jovanovic, che veniva scovato sotto il letto della stanza della figlia dove si era nascosto nel chiaro intento di sottrarsi alla cattura.

Cronache della Campania@2018

Ischia, la Guardia Costiera sequestra un peschereccio con pesce spada

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Continuano le attività di contrasto alla Pesca Illegale da parte dell’Ufficio Circondariale Marittimo – Guardia Costiera di Ischia. L’attività di controllo condotta dagli uomini della Guardia Costiera, al Comando del comandante Alessio De Angelis, si è svolta la notte scorsa e ha portato al sequestro di esemplari di pesce spada sbarcati – già eviscerati – da un peschereccio isolano e successivamente trasportati su un mezzo non idoneo per la vendita finale in violazione della vigente normativa nazionale e delle Ordinanze di recente emanazione che ne hanno disciplinato le modalità di sbarco nei soli Porti designati dalla ICCAT- International Commission for the Conservation of Atlantic Tunas, già pubblicate e disponibili on-line sul portale web istituzionale della Guardia Costiera per la consultazione. Un altro peschereccio è stato invece multato per la detenzione di attrezzi non consentiti a bordo, in violazione della normativa nazionale in materia. L’attrezzo, una rete lunga circa 1000 mt., è stato sequestrato e sbarcato dal Moto pesca in Porto. Al comandante del predetto motopesca, è stata anche applicata la sanzione prevista dalla legge sulla licenza da pesca con la decurtazione di 8 punti di cui 4 dal titolo professionale e 4 dalla licenza di pesca.
Due pescherecci sono stati infine sanzionati per l’arruolamento abusivo di personale marittimo a bordo per l’esercizio della pesca professionale ed irregolarità nella tenuta dei documenti di bordo, quindi in violazione della normativa prevista dal Codice della Navigazione.
Sono state pertanto elevate sanzioni amministrative per un importo complessivo di euro 8700, gli esemplari di Pesce Spada sono stati invece smaltiti a cura della società di smaltimento rifiuti di Ischia. La recente normativa sulla pesca del pesce spada nel Mediterraneo ha stabilito l’obbligo di registrare e comunicare anche i quantitativi catturati di pesce spada inferiori a 50 Kg e di compilare il Modulo di dichiarazione delle catture, sbarco e trasbordo di pesce spada che deve essere consegnato all’Autorità Marittima del solo porto designato di approdo.
Si ricorda inoltre che:
– prima del rientro in porto, i comandanti di tutte le imbarcazioni da pesca autorizzate alla cattura bersaglio del pesce spada, debbono comunicare, con qualsiasi mezzo, alla competente Autorità Marittima le informazioni minime (di cui allo schema in allegato 2 al Decreto del MIPAAF del 23/02/2018 – “Misure tecniche per la pesca del pesce spada nel Mediterraneo”), inerenti le operazioni di sbarco/trasbordo degli esemplari catturati;- le richiamate operazioni di sbarco/trasbordo sono unicamente consentite nell’ambito dei soli porti designati di cui all’elenco disponibile sul sito web dell’ICCAT;
– non e’ consentito lo sbarco, il trasbordo ed il primo trasporto di esemplari non interi di pesce spada.

Gli accertamenti continueranno per tutta la stagione estiva e saranno mirati a verificare se tale illecito sia riconducibile ad un episodio isolato o se di contro possa trattarsi di un “sistema” realizzato per aumentare i profitti ed eludere i controlli necessari a garantire la tracciabilità e la salubrità del prodotto.
L’impegno della Guardia Costiera mirato ad effettuare controlli sull’intera filiera della pesca, sia in mare, che nei punti di sbarco, che nei mercati ittici e nei ristoranti, è rivolto a garantire al consumatore finale la tracciabilità del complesso percorso del pescato, che dal mare giunge fino alle nostre tavole, in modo tale da assicurarne la piena idoneità e scongiurare il verificarsi di qualsiasi criticità che possa essere collegata al consumo di un prodotto commercializzato senza i prescritti requisiti in materia di conservazione delle risorse ittiche dettati dall’applicabile normativa europea.

Cronache della Campania@2018

Promettevano falsi posti di lavoro all’Università: sequestrati 105 mila euro ai due truffatori

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Il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Caserta ha eseguito un decreto di sequestro preventivo emesso dal G.I.P. del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere – su richiesta della locale Procura – avente ad oggetto la complessiva somma di denaro di 105.000 euro, nei confronti di due soggetti campani, P.C. (ci. 1979) e I.G. (ci. 1957), ritenuti responsabili di una truffa perpetrata nel 2016 ai danni di almeno 39 persone a cui era stata falsamente garantita l’assunzione, con un contratto a tempo indeterminato, presso l’Università degli studi di Napoli Federico II, una volta frequentato un corso di formazione a pagamento.
L’adozione della misura cautelare reale è intervenuta a conclusione di complesse indagini effettuate dalla Guardia di Finanza, dirette da questa Procura, che hanno consentito di accertare, a seguito delle denunce di alcuni dei soggetti truffati, che P.C. – millantando di essere dipendente del citato ateneo napoletano e presentandosi come assistente di un professore titolare di una cattedra presso il Dipartimento di Economia – in concorso con I.G., che gli procacciava e presentava gli inconsapevoli clienti – ha indotto ciascun aspirante a versare 3000 euro in contanti per essere inserito nell’elenco dei partecipanti ad un corso di formazione per la Pubblica Amministrazione. Elenco, questo, dal quale l’Universitàdegli Studi di Napoli Federico II avrebbe attinto i nominativi dei soggetti da assumere, con contratto a tempo indeterminato, come personale tecnico-amministrativo.
Pertanto, il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza veniva delegato da questa Procura ad escutere a sommarie informazioni i soggetti raggirati che ricostruivano, con dovizia di particolari, la truffa ordita ai loro danni nonché il professore universitario del Dipartimento di Economia, risultato completamente estraneo alla vicenda, di cui P.C. – ex dipendente amministrativo dell’ateneo napoletano – aveva dichiarato essere assistente e di cui aveva utilizzato abusivamente anche la sua e-mail istituzionale.
In particolare, le persone raggirate dichiaravano di essere entrate in contatto – attraverso conoscenti comuni – con P.C., presentatosi come dipendente dell’Università, che avrebbe proceduto all’inserimento nel suddetto elenco, e di aver ricevuto una prima convocazione (a firma dell’ignaro professore universitario), per la data del 15.09.2016, per la stipula del contratto e la presa di servizio, dopo aver effettuato il pagamento in contanti della somma richiesta. Le vittime aggiungevano che, nelle more della convocazione, si tenevano degli incontri presso un ristorante di Caserta, organizzati da I.G., dove P.C. esponeva i dettagli dell’operazione di assunzione e rinviava, di volta in volta, la data per la firma del contratto di assunzione. Uno dei soggetti truffati specificava, inoltre, che in una puntata della trasmissione televisiva “striscia la Notizia”, in onda nel mese di maggio 2017, dal titolo “Vende posti di lavoro alla Federico II di Napoli”, aveva riconosciuto nella persona intervistata, a volto coperto, proprio il falso assistente del professore universitario, P.C.
Considerata la gravita indiziaria degli elementi raccolti nel corso dell’attività d’indagine, questa Procura ha avanzato richiestadi sequestro preventivodel profitto del reato di truffa, pari ad 105.000 euro, nei confronti dei due soggetti autori della condotta criminosa. Il G.I.P., aderendo alla predetta richiesta, ha quindi emesso il provvedimento di sequestro preventivo del denaro nella disponibilità dei due truffatori. Inoltre, questa Procura ha disposto l’esecuzione di perquisizioni domiciliari presso le abitazioni dei responsabili della truffa per il sequestro del profitto del reato, al cui esito è stato sequestrato denaro pari a circa 60 mila euro.
Gli esiti di questa attività d’indagine costituiscono un’ulteriore tassello del contrasto all’illegalità economico-finanziaria esercitato da questa Procura, in sintonia con il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Caserta.

Cronache della Campania@2018

Ucciso a 17 anni nel 1998, il padre lancia un appello: ‘Chi sa parli’

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Un colpo di pistola esploso al cuore. Mori’ cosi’ il 15 luglio 1998 Pasquale Menale, 17enne di Teverola, nel Casertano, ucciso mentre era in sella  a uno scooter. Il ragazzo, studente dell’ Itc di Aversa e calciatore, figlio di gente perbene, mori’ sul colpo e su quell’omicidio, con indagini chiuse senza alcun risultato, non e’ mai stata fatta chiarezza. Il padre, Giuseppe Menale, ha voluto per la prima volta dopo 20 anni lanciare un appello a chiunque abbia potuto vedere o sentire qualcosa. In particolare si e’ rivolto al ragazzo che la sera dell’omicidio era con Pasquale. “A distanza di tanti anni, noi non sappiamo ancora cosa sia accaduto. Sulla tomba di nostro figlio c’e’ un punto interrogativo e oggi chiediamo la riapertura delle indagini e ci appelliamo alla coscienza delle persone. Chi ha visto o sa qualcosa, si faccia avanti. Quelli erano tempi difficili e i nostri territori erano senza controllo, e’ comprensibile la paura di chi allora possa aver taciuto. Ci appelliamo in modo particolare all’amico di Pasquale che, dopo quella terribile sera, non abbiamo piu’ visto affinche’ provi a ricordare cosa accadde. Gli chiediamo aiuto, in modo che nostro figlio possa avere giustizia”, dice. Al fianco di Giuseppe, oltre al sindaco di Teverola, Dario Di Matteo, anche Antonio Lombardi, presidente della Asd Acli Seidokan, l’associazione sportiva che non ha mai dimenticato Pasquale al quale ha intitolato fin da subito un memorial dal titolo “Un calcio all’indifferenza”, un’iniziativa itinerante, con il patrocinio della Regione e dei Comuni di Teverola e Cicciano, sede dell’associazione.

Cronache della Campania@2018


Napoletani scomparsi in Messico, il figlio incontra Fico a Montecitorio

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“Sono soddisfatto dell’incontro di ieri a Montecitorio con il presidente della Camera dei deputati Roberto Fico. Dopo 4 mesi e’ stata la prima volta che le istituzioni italiane ci stanno mettendo la faccia. Il presidente mi e’ sembrata una persona di cuore, umana. Speriamo che questa volta finalmente le promesse si traducano in atti concreti”. Cosi’ Francesco Russo, figlio, fratello e cugino dei tre napoletani scomparsi in Messico, ha commentato l’incontro di ieri pomeriggio a Montecitorio, tra il presidente della Camera, Roberto Fico, e una delegazione delle famiglie Russo e Cimmino. Per circa due ore e mezzo il presidente si e’ intrattenuto con i familiari dei tre italiani, di cui non si hanno piu’ notizie dallo scorso 31 gennaio. Ad accompagnare la delegazione e’ stato l’avvocato Claudio Falletti: “Il presidente Fico – ha detto Falleti – ci ha accolto con molta umanita’ e semplicita’. La riunione e’ durata due ore e mezza durante le quali non abbiamo avuto promesse di soluzioni immediate ma abbiamo percepito la promessa piu’ importante : l’attenzione e l’impegno sul caso”. “Ci siamo lasciati con un ‘ci vediamo presto'”. Falleti ha chiesto che “il livello del dialogo con Messico rimanga alto e credibile anche politicamente perche’ ad aver venduto i nostri connazionali sono stati dei Poliziotti, ovvero dei rappresentanti dello Stato che dovrebbero garantire la legalità”.

Cronache della Campania@2018

Agente penitenziario sequestrato e picchiato dai detenuti nel carcere di Ariano

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Un agente di polizia penitenziaria in servizio nel carcere campano di Ariano Irpino e’ stato sequestrato da alcuni detenuti. La notizia e’ diffusa dal Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (Sappe), che in una nota ritiene si tratti di un “sequestro annunciato in un carcere praticamente in mano ai detenuti”. Numerosi agenti liberi dal servizio stanno convergendo nella struttura detentiva irpina insieme ad altre forze di polizia. proprio oggi il Sappe, attraverso Donato Capece ed Emilio Fattorello, rispettivamente segretario generale e segretario nazionale per la Campania del sindacato, aveva dato notizia dell’ennesima aggressione avvenuta ieri in carcere ad Ariano Irpino. Ieri verso le 11:45, un gruppo di detenuti a custodia aperta nel nuovo padiglione, giunti presso l’infermeria del vecchio padiglione, hanno forzato il cancello d’ingresso del reparto infermeria, spingendo con forza il poliziotto che aveva provveduto all’apertura del cancello. Alcuni sono riusciti a entrare nel Reparto e aggredito con calci e pugni un agente e l’ispettore di polizia penitenziaria di Sorveglianza. “A nulla sono valse sino ad oggi le nostre denunce e le nostre azioni dirette alla nostra Amministrazione ed ad altre autorita’ e per questo e’ necessario che si provveda un immediato cambio ai vertici del carcere del Tricolle – dice Capece – il sequestro di un Agente in carcere ad Ariano Irpino e’ sintomatico di questa gravissima situazione”. Violenta anche una aggressione nel carcere di Napoli-Poggioreale, dove un detenuto ha colpito con estrema violenza un agente, spaccandogli un labbro. “Colpa e conseguenza della protesta sconsiderata e incomprensibile di un detenuto ristretto nel Padiglione Roma, che si e’ scagliato contro il poliziotto – spiega Capece – sono state smantellate le politiche di sicurezza delle carceri preferendo una vigilanza dinamica e il regime penitenziario aperto, con detenuti fuori dalle celle per almeno 8 ore al giorno con controlli sporadici e occasionali, con detenuti di 25 anni che incomprensibilmente continuano a stare ristretti in carceri minorili. Mancano agenti e se non accadono piu’ tragedie di quel che gia’ avvengono e’ solamente grazie agli eroici poliziotti penitenziari, a cui va il nostro ringraziamento”. La richiesta del Sappe e’ “di dotare anche la polizia penitenziaria di pistola taser e spray al peperoncino”.

Cronache della Campania@2018

Imprenditore edile di San Cipriano d’Aversa ucciso a Modena

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Si chiamava Raffaele Cavaliere, un imprenditore edile 67enne originario di San Cipriano d’Aversa , residente a Modena, trovato morto stamane all’interno della sua auto. Secondo gli investigatori si sarebbe trattato di un omicidio. Gli inquirenti ne sono ormai certi, dato che sono diversi gli elementi raccolti che lo lasciano intendere. La vittima e’ un 67enne originario di San Cipriano d’Aversa , lavorava nel settore dell’edilizia ed era residente a Modena. A quanto pare non aveva precedenti penali. Il cadavere e’ stato trovato nei sedili posteriori della sua Alfa Romeo. Si indaga per omicidio dopo il ritrovamento, questa mattina, del cadavere di un uomo , tra Modena e Gaggio. Sul corpo senza vita, trovato all’interno della sua auto, sono state riscontrate diverse ferite di arma da taglio. Sono in corso verifiche da parte degli agenti della squadra mobile di Modena. Al vaglio anche le immagini delle telecamere della zona e sono in corso rilievi per isolare eventuali impronte digitali sul luogo del delitto.

Cronache della Campania@2018

Abusi edilizi e condoni, indagati 5 componenti della Commissione comunale di Capri

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Il pubblico ministero della sezione Reati contro la pubblica amministrazione della Procura di Napoli, Monica Campese, ha iscritto nel registro degli indagati 5 componenti della Commissione edilizia del Comune di Capri. L’iniziativa si inquadra nell’inchiesta su abusi edilizi e condoni che i carabinieri, su delega della Procura, stanno portando avanti da due anni e si riferisce in particolare ad una pratica di condono in corso di esame. I grafici della pratica, secondo gli inquirenti, erano differenti rispetto a quelli depositati nel 1986 determinando in tal modo un aumento di volumetria. Il reato contestato e’ l’abuso d’ufficio in concorso. Precedentemente erano stati iscritti nel registro degli indagati, per la stessa pratica, il capo dell’ufficio tecnico comunale e il tecnico che aveva presentato la nuova richiesta di condono nella quale gli inquirenti hanno scoperto che erano state alterate le volumetrie. Gli avvisi di garanzia sono stati notificati agli indagati dai carabinieri della stazione isolana.

Cronache della Campania@2018

Napoli, tre anni di sorveglianza speciale per Ciro Mariano

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Napoli. Potrà dedicarsi di più ai suoi studi universitari di Storia dell’Arte l’ex boss dei Quartieri Spagnoli, Ciro Mariano ‘o picuozzo, perché avrà meno tempo per uscire di casa. I i poliziotti del commissariato Montecalvario infatti gli hanno notificato una doppia misura di sicurezza dopo che nell’aorile scorso era stato scarcerato per fine pena dopo 31 anni di carcere.  Tre anni di libertà vigilata in conseguenza di una condanna riportata nel 1994; un anno per un’altra risalente al 2002. Ogni giorno dovrà rincasare entro le 19 e poi naturalmente non potrà frequentare pregiudicati.Trascorsi 12 mesi il Tribunale di sorveglianza rivaluterà la situazione. Nel frattempo dovrà rispettare la misura. Niente cene fuori casa con la famiglia o passeggiate serali sul Lungomare Caracciolo. Ciro Mariano ora avrà più tempo da dedicare agli studi perché come egli stesso aveva raccontato in una intervista di qualche anno fa mentre era detenuto, dopo il diploma, si era iscritto all’Università e vorrebbe laurearsi in Storia dell’Arte. Del resto Napoli e gli stessi Quartieri Spagnoli gli offrono tanto da studiare in questa disciplina.

Cronache della Campania@2018

Napoli, restano in carcere i due autori dell’omicidio di Agostino Di Fiore. LE INTERCETTAZIONI

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Sara’ l’esame del guanto di paraffina (stub) a svelare chi ha sparato e ucciso Agostino Di Fiore, il 28enne del quartiere di Secondigliano, assassinato all’alba di lunedi’ scorso con colpi d’arma da fuoco nella zona di Coroglio, nel quartiere Bagnoli di Napoli. Con l’accusa di concorso in omicidio e porto e detenzione di arma da fuoco, sono ora chiusi nel carcere di Poggioreale e nell’istituto penale per Minori di Nisida, Francesco Esposito, 19 anni, e un 17enne legato da stretti vincoli di parentela con un elemento di spicco di un clan del cosiddetto Pallonetto di Santa Lucia. Almeno quest’ultimo, e’ emerso, era gia’ tenuto d’occhio dalle forze dell’ordine. La lite in discoteca, poi sfociata nell’omicidio di Di Fiore, sarebbe stata innescata dalla sua intromissione, non gradita, in una lite scoppiata tra Francesco Esposito e la sua fidanzata. Ne e’ nato un alterco che ha visto Esposito soccombere durante un’aggressione a cui hanno preso parte un gruppo di ragazzi di Secondigliano, di cui faceva parte anche la vittima. Esposito dopo l’accaduto, ha chiamato, piu’ volte, nel cuore della notte, l’amico diciassettenne, per chiederne l’intervento. Nel corso di queste telefonate sia la fidanzata di Esposito che altre ragazze, hanno cercato di evitare che il diciassettenne intervenisse, soprattutto cercando di convincere Francesco ad andare via: “‘o chiatto (questo il soprannome di Esposito, ndr) non lo chiamare, stammi a sentire a me”). Ma Esposito insiste: “ho litigato, ho litigato…”, “Mi puoi venire a prendere fuori al locale?”, e ancora “quelli sono di Secondigliano, sto fuori al locale”. Il minorenne, dopo le insistenze dell’amico, prende un taxi e si reca a Coroglio, dove l’amico lo stava aspettando. Poco prima dell’omicidio una pattuglia della polizia si reca nella discoteca di Bagnoli per eseguire dei controlli; alle 5,30, quando erano gia’ a bordo delle proprie vetture, i poliziotti sentono colpi d’arma da fuoco e urla in lontananza. Corrono sul luogo da cui provenivano le urla e trovano, su una strada in salita che va verso Posillipo, non molto lontano dalla discoteca, un’auto nera impattata contro il muro destro, con lo sportello del lato passeggero aperto e, all’interno, Agostino Di Fiore, accasciato, privo di vita. Gli agenti vedono anche un giovane, di circa 20 anni, poi identificato in Francesco Esposito, allontanarsi con una pistola infilata nella cintola. Il ragazzo, malgrado il tentativo di fuga, viene bloccato. Ma dell’arma nessuna traccia. Verra’ trovata poco dopo in un cespuglio. A terra vengono trovati anche tre bossoli calibro 9, dello stesso calibro della pistola trovata dai carabinieri a cui vengono delegati gli accertamenti. Subito dopo l’omicidio uno dei poliziotti accorsi sul luogo della tragedia, e’ costretto a soccorrere un giovane, verosimilmente il 17enne, che all’agente riferisce di essere stato investito: ed effettivamente il ragazzo aveva delle ferite alle gambe e i pantaloni strappati. Il giovane, pero’, fugge. Viene successivamente rintracciato, portato nell’ospedale Vecchio Pellegrini, per essere medicato e poi viene fermato
Inutilmente la ragazza che era in compagnia di Francesco Esposito, Fabiana, aveva cercato di evitare che arrivasse a Coroglio il 17enne imparentato con i boss Elia. “Sto qua io, tutto a posto, ora ce ne andiamo. Quelli di Secondigliano non ci stanno più”. Ma l’altra notte a Coroglio è stato tutto inutile. Ecco alcuni passaggi delle conversazioni tra gli indagati che sono state intercettate. Si capisce che il primo litigio tra il 19enne soprannominato “o’ chiatto” e “quelli di Secondigliano” è avvenuto nella notte tra venerdì e sabato. Mentre tra domenica e lunedì si è verificata la tragedia.

17enne: «Chi è?» Francesco: «Uè…» 17enne: «Uè» Francesco: «Dove stai?»
17enne: «Cos’è successo?» Francesco: «Mi puoi venire a prendere ora. Sto fuori al Riva» 17enne: «Come vengo fino a là?» Francesco: «Mi hanno dato venti di loro addosso. Mi devi morire tu..» Si sente in sottofondo una ragazza che dice: «o’ chiatto”, non lo chiamare, stammi a sentire» 17enne: «Ma chi?» Francesco: «E non lo so chi sono»
Sempre la ragazza in sottofondo: «stammi a sentire, non chiamare nessuno, non ti muovere, non dargli retta» Francesco: «Puoi venire? Sì o no?» 17enne: «Loro stanno qua fuori da te?»
Francesco: «Sì, fuori al parcheggio»
Sono le 4 e 55. Pochi minuti dopo le 5 il 17enne, che ha preso un taxi al Pallonetto, arriva a Coroglio. Ecco altre conversazioni intercettate.
17enne: «Io sto nel taxi. Non fate niente. Aspettate me» Francesco: «Ok. Ti aspettiamo.- Ciao»
Poco dopo lo stesso Esposito richiamava il 17enne (il cui telefo- nino era sotto controllo per un’al- tra indagine). Francesco: «Oh, sto qua fuori» 17enne: «Da che parte stai? Io sto qua fuori, sono quasi arrivato» «Francesco: «Eh, sto qua fuori» 17enne: «Ma ci stanno o no?» Francesco: «Eh, stanno qua» 17enne: «Stanno qua?» Francesco: «Eh» 17enne: «Sto venendo»

Cronache della Campania@2018

Napoli, ambulanza sequestrata dopo un’incidente stradale

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I carabinieri di Napoli indagano su un ‘sequestro’ di un’ambulanza che, ferma all’ospedale Loreto Mare, e’ stata costretta a soccorrere due persone ferite in un incidente avvenuto poco lontano. Il personale sanitario ha riferito che due persone in sella a uno scooter si sono recate nel pronto soccorso dove hanno minacciato i sanitari per costringerli a seguirli e a soccorrere i feriti nell’incidente per il quale,hanno detto,il 118 ritardava ad intervenire.

Cronache della Campania@2018


I baby orchi di Castellammare restano agli arresti: la decisione del Riesame

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Castellammare di Stabia. I baby orchi stabiesi restano agli arresti nel centro di prima accoglienza dei Colli Aminei a Napoli. Il tribunale del Riesame di Napoli ha rigettato la richiesta di scarcerazione proposta dalla difesa dei tre minori accusati di aver violentato, filmato  minacciato una ragazzina di 12 anni di Gragnano. Nessun atto di clemenza nei confronti dei tre sui quali pendono pesanti accuse della Procura presso il Tribunale per i minori di Napoli. Già il Gip aveva confermato la misura imposta dalla procura ed aveva censurato sia l’atteggiamento che il comportamento assunto rispetto a quanto accaduto ad aprile scorso quando avevano violentato la ragazzina e poi l’avevano minacciata per impedirle di raccontare quanto accaduto. Un video registrato dagli stessi ragazzi mostra la vittima succube del baby branco, insultata e tenuta in stato di soggezione per tutta la durata dell’incontro. “Un comportamento — aveva scritto il Giudice nel primo provvedimento — che evidenzia l’assoluta assenza di considerazione dell’altro che, nel caso di specie, è solo uno strumento per il soddisfacimento delle proprie voglie”. I tre minori finiti agli arresti nel centro di prima accoglienza dei Colli Aminei sono ragazzi di quartiere, due provengono da famiglie legate al clan D’Alessandro di Scanzano, la roccaforte del gruppo criminale ancora egemone a Castellammare ed hanno un atteggiamento – secondo quanto riscontrato dagli inquirenti – che impedisce loro di comprendere il grande disvalore delle loro condotte. Il provvedimento dei giudici del Riesame rimarca i gravi indizi di colpevolezza nei confronti dei tre adolescenti finiti sotto accusa per violenza sessuale e minacce.

Cronache della Campania@2018

Torre Annunziata, M5S: “Domani in piazza per stop a cisterne”

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Domani, giovedì 14 giugno, alle 18.30 si terrà la manifestazione contro la costruzione di nuove cisterne per il deposito di idrocarburi a Torre Annunziata. Il corteo terminerà sul lungomare Oplonti nei pressi dell’area destinata alla costruzione dei silos da parte della società Ise Cold. Alla manifestazione prenderanno parte anche gli esponenti del Movimento 5 Stelle, il deputato Luigi Gallo e la senatrice Virginia La Mura. “La costruzione di nuovi silos per idrocarburi è uno scempio – hanno dichiarato Gallo e La Mura -, saremo in piazza con i cittadini per difendere il territorio e l’ambiente”. “Secondo le analisi dell’Arpac infatti – hanno sottolineato i pentastellati – l’area dove dovrebbero sorgere i nuovi silos risulta pesantemente inquinata da tetracloroetilene, una sostanza tossica che mette a rischio la salute”. “Quest’opera va fermata e intendiamo mettere in campo ogni strumento possibile – hanno proseguito -: l’inquinamento da tetracloroetilene è accertato, sostanze talmente nocive da richiedere una bonifica, inoltre la commissione paesaggistica ha già dato parere contrario all’opera in questione e non abbiamo ancora avuto documenti dalla soprintendenza e dal comune. Il deposito di stoccaggio della Ise Cold sorge in una zona altamente popolata e questo aumenta il rischio di esposizione dei cittadini agli agenti inquinanti”.

Cronache della Campania@2018

Condanna bis a 9 anni per Fatima la ragazza di Torre del Greco arruolata nell’Isis

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Torre del Greco. Nove anni di carcere anche Appello per Maria Giulia ‘Fatima’ Sergio la prima foreign fighter italiana, originaria di Torre del Greco, accusata di terrorismo internazionale per aver lasciato l’Italia ed essersi arruolata in Siria nell’esercito dell’Isis. A confermare la condanna inflitta nel dicembre di due anni fa per lei e per i suoi coimputati è stata oggi la prima Corte d’Assise d’Appello di Milano, presieduta da Maria Grazia Bernini, che ha accolto integralmente la richiesta del sostituto procuratore generale Nunzia Ciaravolo che ha definito Fatima, durante la sua requisitoria, “fanatica convinta”, con un ruolo fondamentale nel tentativo di convincere padre e madre, entrambi morti, e la sorella Marianna (condannata a 5 anni e 4 mesi in appello con rito abbreviato) a partire per i territori del Califfato. Per il pg la foreign fighter, addestrata pure ad usare le armi, era una “reclutatrice” ed aveva aderito “al programma criminale” dello Stato Islamico che, tra i propri obiettivi aveva quello di “uccidere i miscredenti” in qualsiasi parte del mondo fossero anche con il sacrificio del “martirio”. Così, con la sentenza di oggi, sono rimaste immutate anche le altre pene decise dalla Corte d’Assise nel dicembre 2016: 10 anni di carcere per il marito albanese di Fatima, Aldo Kobuzi (in Siria avrebbe fatto parte della “polizia religiosa”), 9 anni per la cosiddetta ‘maestra indottrinatrice’ Haik Bushra, cittadina canadese che si troverebbe in Arabia Saudita, 8 anni per Donika Coku e Seriola Kobuzi (anche loro sarebbero in Siria), madre e sorella di Aldo Kobuzi. Tutti gli imputati, infine, sono stati condannati a pagare le spese processuali. Le motivazioni della Corte saranno depositate entro 90 giorni. Maria Giulia ‘Fatima’ Sergio e Kobuzi erano partiti per andare a combattere con le milizie dell’Is nell’autunno del 2014 e di loro al momento non si sa più nulla: risultano latitanti e non si sa se siano vivi o meno. Il padre, Sergio Sergio, invece, venne arrestato assieme alla moglie Assunta Buonfiglio (per entrambi è stata dichiarata l’estinzione del reato in quanto morti nel corso del procedimento penale) e alla figlia Marianna nel luglio del 2015. Stando alle indagini dell’ex procuratore aggiunto, ora numero due alla Dna, Maurizio Romanelli, e del pm Paola Pirotta, erano tutti in procinto di lasciare Inzago, il piccolo paese nel milanese dove si erano trasferiti da Torre del Greco, per raggiungere la figlia che li incitava ad unirsi a lei via Skype con frasi del tipo: “Noi qui ammazziamo i miscredenti, tagliamo le teste e conquisteremo Roma”.

Cronache della Campania@2018

Studente di Salerno va a fare la spesa con genitori e sparisce a Pisa

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Uno studente universitario di 25 anni e’ scomparso ieri sera, a Pisa, nei pressi di un supermercato cittadino dove si era recato a fare la spesa in compagnia dei genitori. Di Francesco D’Angelo, originario di Salerno, non si hanno piu’ notizie dalle 20 di ieri quando il padre e la madre hanno dato l’allarme perche’ era sparito. Il giovane, secondo i familiari che hanno presentato una formale di denuncia di scomparsa, non sarebbe mai entrato nel supermercato: il padre ha lasciato lui e sua madre davanti al centro commerciale per andare a posteggiare l’auto e quando si e’ ricongiunto con la moglie il figlio non c’era piu’. Il giovane non ha con se’ ne’ portafoglio, ne’ documenti, ne’ telefono cellulare e da ieri lo stanno cercando polizia e carabinieri. Secondo i familiari di D’Angelo non si tratta di un allontanamento volontario.

Cronache della Campania@2018

Ambulanza sequestrata: indagano i carabinieri. Borrelli: “Sono cavernicoli”

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Napoli. Ambulanza e medici sequestrati per soccorrere due feriti lievi in uno scontro tra motorini. Sul nuovo episodio, dopo quello di dieci giorni fa nel centro storico, indagano i carabinieri. Le ambulanze in effetti erano due: una inviata dalla centrale del 118, l’altra prelevata con la forza dal pronto soccorso dell’ospedale napoletano Loreto Mare da due energumeni in sella a uno scooter, per soccorrere i due feriti lievi (codice giallo e verde) a causa di uno scontro tra motorini. A spiegare i fatti, con dovizia di particolari cosa è accaduto, un post pubblicato sul gruppo Facebook “Nessuno tocchi Ippocrate”, creato appositamente da un medico napoletano per rendere note le violenze a cui sono esposti i sanitari. “Si tratta dell’aggressione numero 44 del 2018 – si legge nel post -, la richiesta di soccorso relativa all’incidente riguarda un incidente stradale tra due motorini (codice giallo e codice verde) avvenuto in corso Arnaldo Lucci (non molto lontano dall’ospedale Loreto Mare, ndr)”. Nel post sul gruppo viene anche sottolineato che “l’invio dell’ambulanza per un codice giallo è ‘nel più breve tempo possibile’ e si differenzia dal codice rosso che, invece, è ‘invio immediato'”. “La centrale del 118 invia la postazione di piazza del Gesù. Contemporaneamente un gruppo di facinorosi, presenti sul luogo dell’incidente, si dirige verso l’ospedale Loreto Mare con le proprie motociclette, entrano facilmente nel pronto soccorso, e sequestrano l’equipaggio 118 della postazione alzando di peso autista ed infermiera, li costringono a procurarsi una barella (ne erano sprovvisti in quanto impegnata con altro paziente) e li trascinano fisicamente nel mezzo di soccorso costringendoli a guidare fino a Corso Arnaldo Lucci”. Il personale del 118 ha fatto regolare denuncia ai carabinieri contro ignoti – annuncia il post -. Le telecamere del pronto soccorso hanno però ripreso tutto e le immagini saranno, a breve, all’esame degli inquirenti. “A breve – conclude il post su Fb – avverrà l’identificazione dei colpevoli”. Lo scorso 28 maggio un’ambulanza è stata sequestrata nel centro di Napoli, nell’ospedale Vecchio Pellegrini, dopo un incidente mortale tra scooter. Il giorno dopo un infermiere venne preso a colpi di casco per costringerlo a portare i feriti di un incidente stradale in un ospedale piuttosto che in quello indicato dalla centrale. Il 20 maggio, infine, un’ambulanza interviene all’alba in un parcheggio di una discoteca nella zona di Coroglio a Napoli per soccorrere un ragazzo ubriaco ma un folto gruppo di persone pretende attenzione, con violenza e minacce agli operatori del ‘118’, per un altro giovane gravemente ferito in un incidente stradale avvenuto contemporaneamente lì vicino. Alla fine giunge un altro mezzo di soccorso e porta in ospedale entrambi.
“La storia dell’Ambulanza sequestrata si ripete ancora e questa volta è toccato a un mezzo del 118 fermo nei pressi del Loreto Mare” afferma il consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli, componente della Commissione Sanità. “Ancora una volta la violenza e l’inciviltà hanno preso il sopravvento e, così come ho detto al direttore generale, con il quale ho parlato esprimendogli la mia solidarietà per estenderla agli operatori del 118, è necessario che si faccia di tutto per identificare e punire i responsabili di quest’ennesimo atto delinquenziale che ha messo a rischio l’incolumità del personale sanitario e la stessa vita dei feriti nell’incidente. Si comportano come cavernicoli e vanno fermati”.

Cronache della Campania@2018

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