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Channel: Cronaca – Cronache della Campania
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Bimbo ricoverato dalla nascita, salta il trasferimento in Sardegna

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E’ ancora ricoverato nel policlinico di Messina, Moise, il bambino calabrese di due anni e mezzo che da quando e’ venuto alla luce e’ sempre stato ricoverato per una grave patologia. Il piccolo deve essere trasferito a Cagliari dove lo attendono due coniugi cagliaritani della Comunita’ “Papa Giovanni XXIII” ai quali è stato affidato dal Tribunale dei Minorenni di Reggio Calabria in quanto la famiglia biologica, che vive a Polistena, versa in serie difficoltà socio-economiche. Il trasferimento era in programma domani ma a farlo saltare è stato uno shock settico che ne ha impedito le dimissioni dal nosocomio siciliano. Una vicenda che, da quando è diventata pubblica, è seguita anche dal neo-ministro della Salute Giulia Grillo. “Leggo con apprensione le notizie sullo stato di salute del piccolo Moise”, ha detto il ministro. “Stiamo monitorando la situazione e verificando che tutte le procedure di trasferimento avvengano secondo i protocolli prestabiliti” ha aggiunto Grillo, ringraziando “tutti coloro che in queste ore si stanno impegnando per il benessere di Moise”. A sollevare il caso del piccolo è stato, la settimana scorsa, il garante per l’Infanzia e l’adolescenza della Regione Calabria Antonio Marziale. Nonostante il provvedimento di affido ai coniugi sardi e di trasferimento nella pediatria di Cagliari da parte del Tribunale reggino – l’ultimo provvedimento è del dicembre 2017 – Moise è ricoverato da poco dopo la nascita nel Policlinico di Messina dove ha già contratto due infezioni. “Il bambino – ha detto Marziale – è gravemente malato, il trasferimento in famiglia affidataria è volto ad agevolare stimoli culturali ed ambientali, se non altro per garantirgli una qualità di vita migliore”. Marziale ha parlato di “colpevoli ritardi” evidenziando che le Prefetture di Reggio Calabria e Messina non sono potute intervenire perchè, seppure grave, il bambino non è considerato “in pericolo imminente di vita”, condizione che farebbe scattare l’intervento dell’aeronautica militare. Tuttavia, ha evidenziato, gli stessi medici messinesi gli hanno riferito che una terza infezione potrebbe essere fatale. Dopo l’appello di Marziale, il direttore del reparto di pediatria dell’Ospedale Pugliese-Ciaccio di Catanzaro, Giuseppe Raiola, si è offerto a titolo gratuito di assistere il bimbo in viaggio insieme al direttore della chirurgica pediatrica Domenico Salerno e all’anestesista Pietro Maglio. Per il volo lo stesso Marziale aveva dato fondo al suo bilancio ed organizzato un’aeroambulanza. Purtroppo, però, uno shock settico intervenuto nelle ultime ore ha fatto saltare tutto. Adesso sarà necessario attendere le prossime ore per valutare le condizioni di Moise.

Cronache della Campania@2018


Napoli, condannato e scarcerato il nipote del boss

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Napoli. E’ stato arrestato, condannato con rito direttissimo e subito scarcerato il nipote del boss del rione Pazzigno a San Giovanni a Teduccio. Patrizio Reale, 22enne figlio del defunto Antonio e nipote del boss detenuto Carmine ’o cinese, era stato arrestato la scorsa notte dalla polizia perché sorpreso con oltre settanta grammi di “fumo”. Processato con rito direttissimo, il giovane spacciatore è però riuscito a cavarsela con una condanna a dir poco lieve: un anno e quattro mesi con sospensione della pena, grazie al fatto che non ha ancora a carico condanne definitive. Il rampollo del rione Pazzigno è stato comunque sottoposto all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per tre volte al giorno dal lunedì al sabato. Il giovane Reale già era stato fermato a gennaio scorso perché sorpreso con sette banconote false da cento euro ciascuna. I poliziotti, sempre durante un servizio di prevenzione in via Pazzigno, lo avevano notato in sella ad uno scooter. Fu perquisito e  addosso gli furono trovate tre banconote false , poi altre quattro nascoste in un garage a lui riconducibile. In quella occasione fu solo denunciato.

Cronache della Campania@2018

Boscoreale, processo allo stalker, la donna: ‘Mi picchiava e mi minacciava’

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Boscoreale. Un mix di accuse e tentativi di scagionare il suo ex compagno a processo per stalking davanti al tribunale di Torre Annunziata. Dopo le violenza ricevute in casa la donna decise di lasciare il suo compagno e rifarsi una vita. Dalla loro relazione ne sono nati due figli, l’uomo, un 46enne, in nome dei figli ha tentato più volte di riallacciare la relazione con la 40enne diventando un vero e proprio stalker. Si è reso protagonista di pedinamenti a lei e al suo nuovo compagno, aggressioni, minacce, telefonate. Una serie di episodi che hanno trovato il loro apice la scorsa estate e che sono terminati con l’arrestato dell’uomo a febbraio. I carabinieri lo arrestano nuovamente un mese dopo. “Si appostava sotto casa e ci aspettava” – ha raccontato il nuovo compagno della donna “Una volta mi ha pedinato per tutta Boscoreale, mi ha rincorso in auto, voleva tamponarmi. Un’altra volta mi ha aggredito davanti ai suoi familiari, che per fortuna mi hanno difeso”.

Cronache della Campania@2018

Vendette il figlio appena nato ma per il Tribunale ‘Ha capacità cognitive come un bambino di 10 anni’. Niente processo

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“Aveva capacità cognitive paragonabili a quelle di un bambino di dieci anni.”, dichiara lo psichiatra del Tribunale di Torre Annunziata. Si tratta del caso di una giovane ragazza che “all’epoca dei fatti non era in grado di intendere e di volere”. Aveva appena diciannove anni ed era senza soldi né fissa dimora quando vendette suo figlio di pochi mesi a una coppia napoletana ma residente a Settimo Milanese. Per questo motivo, la ragazza madre che oggi di anni ne ha ventiquattro non può andare a processo per alterazione dello stato civile di un neonato, dunque va archiviata la sua posizione.
Era la primavera del 2014, e alla stazione ferroviaria di Napoli la giovane ragazza vendette suo figlio di meno di sei mesi ad una facoltosa coppia napoletana che non riusciva ad avere figli. La ragazza madre incassò novemila euro in contanti e salutò il piccolo, salvo poi pentirsi del gesto e denunciare la scomparsa. Le indagini dei carabinieri, coordinate dal sostituto procuratore della Procura di Torre Annunziata Mariangela Magariello, ricostruirono tutta la vicenda, fatta di degrado sociale, tossicodipendenza, prostituzione e “cattive amicizie”.
Dopo aver partorito all’ospedale di Boscotrecase nel settembre 2013, la giovane registrò il bambino con il suo cognome al Comune di Torre del Greco. Disse che era frutto di una relazione con un uomo già sposato che non poteva riconoscerlo, mentre in realtà il padre naturale era single e in carcere. In pochi mesi, tra diversi alloggi di fortuna tra Terzigno e Giugliano, incontra un mediatore e chiude l’assurda trattativa.

Cronache della Campania@2018

Napoli, delitto di Coroglio: una donna invitò il minorenne a scappare. LE INTERCETTAZIONI

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Napoli. Una donna aveva invitato il 17enne del Pallonetto di Santa Lucia a scappare prima che arrivassero le forze dell’ordine per arrestarlo. Secondo le accuse degli investigatori sarebbe stato lui a fare fuoco nella notte tra domenica e lunedì a Coroglio contro Agostino Di Fiore, uccidendolo. Ma sarà l’esame dello Stube a verificare chi realmente ha sparato tra lui e il suo amico Francesco Esposito che gli aveva chiesto aiuto dopo che aveva avuto la peggio in una lite con lo stesso Di Fiore e un’altra ventina di ragazzi di Secondigliano. Il telefono del rampollo della famiglia Elia del Pallonetto di Santa Lucia era sotto intercettazione per un’altra inchiesta. Gli investigatori hanno ricostruito quanto accaduto quella notte attraverso il riascolto delle telefonate e alle testimonianze tra cui quelle di  due poliziotti  in borghese e fuori servizio e che avevano assistito alla scena e bloccato prima che scappasse Francesco Esposito. Gli avvocati Giuseppe De Gregorio e Giovanni Fusco dopo che ieri il gip ha confermato la misura cautelare per i due hanno già annunciato il ricorso al Riesame perché secondo loro ci sono molte incongruenze, a partire da chi abbia fatto fuoco realmente ma anche perché dalla lettura degli atti non si evince mai che Esposito abbia chiesto all’amico minorenne di portare la pistola. Ma agli atti c’è la testimonianza e la relazione di servizio dei due poliziotti che invece spiegano di aver visto Esposito armato. Ecco quanto scrivono e come riportato nell’ordinanza: “Era a circa 3 metri quando l’abbiamo notato. Un giovane che veniva verso di noi: età apparente sui 20 anni, corporatura esile. Indossava un paio di jeans e una camicia nera completamente aperta da cui era ben visibile il calcio di una pistola che fuoriusciva dalla cintola dei pantaloni”. Pistola che dopo l’omicidio Esposito aveva buttato in un cespuglio e ritrovata grazie alla coraggiosa testimonianza di uno dei giovani presenti sul posto e che aveva indicato alle forze dell’ordine dove si trovava. Lo stesso Esposito si era anche vantato con la fidanzata “L’aggio abbuffato e botte…”. Frase questa ascoltata dai due poliziotti che erano nei pressi della scena del delitto e che poi avevano fermato il ragazzo. Ma secondo loro a fare fuoco sarebbe stato invece il minore che poi avrebbe passato la pistola ad Esposito che a sua volta l’aveva gettata. Insomma un puzzle intricato che sarà risolto probabilmente dagli esiti dello Stube e che promette risvolti. Il minore quindi sarebbe stato incastrato dalle intercettazioni. Alle 11 e 45 di lunedì (circa 6 ore dopo l’omicidio a Coroglio di Agostino Di Fiore) sull’utenza cellulare del 17enne del Pallonetto arriva una telefonata di una donna. La polizia lo sta già cercando. E.: “Ciao”; 17enne: “We”; E.: “Ha detto Vito vattene”; 17enne: “Lo so!…stavo con lui…stavo vicino a lui…”; E.: “Cosa hai detto?”; 17enne: “Stava vicino a me” ; E.: “Va bene”. Quando poi poco dopo viene fermato dalla squadra mobile di Napoli il 17enne si fa accompagnare in ospedale perché ha delle ferite alle ginocchia riportate al momento in cui Agostino Di Fiore lo aveva investito perché lui armato aveva  esploso tre o quattro colpi in aria per intimorire il giovane. Poi invece secondo le testimonianze si sarebbe rialzato mentre la vittima era finito con l’auto contro il muro e a quel punto gli avrebbe esploso due colpi a bruciapelo da vicino, uccidendolo. Scrive il gip Paola Brunese nella convalida del fermo: “Appare evidente l’incapacità della famiglia di contrastare gli impulsi devianti del minore, capace di uscire di casa nel cuore della notte senza essere fermato dalla madre, e proporre modelli di vita regolari”. Il giovane tra l’altro é sospettato di essere un o degli autori della plateale stesa davanti alle telecamere in piazza Trieste e Trento di qualche mese fa.

Cronache della Campania@2018

Blitz antidroga a Cava de Tirreni: 11 arresti

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Dalle prime ore della mattina è in corso una vasta operazione antidroga dei Carabinieri del Comando Provinciale di Salerno nel territorio della Città di Cava de’ Tirreni. Circa duecento militari, con il supporto di unità cinofile, stanno eseguendo un’ordinanza applicativa di misure cautelari – emessa dal GIP del Tribunale di Salerno su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia – nei confronti di 11 indagati tutti ritenuti responsabili di associazione per delinquere finalizzata al traffico e spaccio di stupefacenti, ed ulteriori 10 decreti di perquisizione locale emessi a carico di altrettanti coindagati in stato di libertà.

Cronache della Campania@2018

Napoli, ambulanza sequestrata: si esaminano i filmati della video sorveglianza

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Si stanno visionando le immagini del sistema di videosorveglianza per cercare di identificare le due persone che hanno ‘sequestrato’ a Napoli un’ambulanza per soccorrere due feriti lievi in un incidente tra motorini. I Carabinieri stanno indagando sui filmati delle telecamere della zona mentre gli operatori sanitari vittime dell’aggressione hanno presentato denuncia ai militari.

Cronache della Campania@2018

Camorra, prima pagavano il pizzo al clan Veneruso e poi ricevevano la droga da spacciare.

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L’appuntamento per pagare il pizzo ai fornitori della droga era sempre di venerdì vicino al paninaro perché chi riscuoteva era goloso. Cinquecento euro a settimana e solo dopo aver riscosso la somma si davano le indicazioni su dove e quando andare a prelevare i nuovi quantitativi della droga per alimentare la piazza. Il traffico di droga tra Volla, Cercola, Pollena Trocchia, Casalnuovo e San Giorgio a Cremano è stata sgominato dai carabinieri della compagnia di Torre del Greco con il coordinamento della Dda di Napoli e che è culminato con 14 ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip Dario Gallo. Dei 14, tre sono donne ed hanno avuto un ruolo alquanto determinante nell’attività illecita; il più giovane ha appena compiuto 20 anni. Di tutti gli indagati 12 erano liberi, 2 già detenuti per droga: 10 andranno in carcere, per 3 è scattato il divieto di dimora nella Campania, per uno l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Si tratta di Mabrouk Bouzidi detto Rocco, Alfredo Confuorto, Gennaro Cuorvo, Vincenzo De Mato,Francesco Di Marzo,Pasquale Matarazzo, Francesco Morino, Monica Morino, Giovanni Varetti, Diego Carmine Vuolo, Luciano Del Giacinto, Elisa Carbone, Luigi Picardi e Filomena Sorrentino. Dalle intercettazioni, inoltre, sono emerse le espressioni criptiche che gli spacciatori utilizzavano con i loro clienti e viceversa. Espressioni come: “il pallone… il 5″ o «”tre caffè, dove te li porto?”. O ancora conversazioni tra gli stessi esponenti delle bande: “i cornetti te li porto per dietro?” e la risposta “nooo, per dietro c’è sta macchina”, alludendo alla presenza di un’auto d’ordinanza. A confezionare le dosi erano soprattutto le donne, nelle loro case, mentre la consegna o avveniva nelle case stesse o per strada in luoghi ben precisi che si indicavano per telefono. Secondo l’ipotesi accusatoria, non avrebbero fatto parte tutti dello stesso sodalizio criminale, bensì di due diverse organizzazioni operanti nello stesso periodo e nello stesso territorio. Da una parte Pasquale Matarazzo e Monica Morino che  sarebbero presunti promotori, dirigenti e organizzatori del primo gruppo, avente centro in via Cristoforo Colombo. I due avrebbero provveduto ad acquistare la droga e far preparare le singoli dosi da distribuire sulle locali piazze di spaccio. Elisa Carbone, madre di Matarazzo avrebbe svolto il ruolo di presunta custode e cassiera. Vuolo sarebbe stato incaricato di confezionare lo stupefacente in dosi e di rifornire i presunti pusher. Francesco Morino, Sorrentino e Del Giacinto avrebbero detenuto le dosi di cocaina per lo spaccio in strada, custodendole e cedendole agli acquirenti. A capo dell’altro sodalizio vi sarebbero stati Cuorvo e De Mato. Secondo gli investigatori, Varetti sarebbe stato invece il fornitore di stupefacenti. Rocco, Confuorto, Di Marzo e Picardi, infine, avrebbero operato da pusher nella piazza di spaccio di via Alfieri, coadiuvati dai minori V.C. e E.V.
LE MISURE CAUTELARI IN CARCERE

Mabrouk (alias Rocco) Bouzidi 20 anni, Cercola ,

Alfredo Confuorto 23 anni, Volla

Gennaro Cuorvo, 28 anni, Nola

Vincenzo De Mato, 30 anni, San Giorgio a Cremano

Francesco Di Marzo, 43 anni, Pollena Trocchia

Pasquale Matarazzo, 38 anni, Volla

Francesco Morino,  42 anni, Cercola

Monica Morino, 34 anni, Volla

Giovanni Varetti,  34 anni, Volla

Diego Carmine Vuolo, 37 anni, Volla
DIVIETO DI DIMORA IN CAMPANIA
Elisa Carbone, 64 anni, Volla

Luigi Picardi, 27 anni, Cercola

Filomena Sorrentino, 27 anni, Cercola

OBBLIGO DI PRESENTAZIONE ALLA POLIZIA

Luciano Del Giacinto 24 anni, San Giorgio a Cremano

Cronache della Campania@2018


Spaccio in famiglia e tra vicini, arrestate 6 persone a San Mango Piemonte

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Salerno. Scoperta, nel Salernitano, un’attività di spaccio di hashish e cocaina portata avanti da un intero nucleo familiare con la complicità di alcuni vicini di casa. Su delega della Direzione distrettuale antimafia, la Squadra Mobile di Salerno ha eseguito sei misure cautelari personali, di cui due in carcere, una ai domiciliari e tre misure applicative dell’obbligo di dimora, a carico di quattro uomini e due donne residenti a San Mango Piemonte. Inoltre, la Procura della Repubblica presso il Tribunale di minorenni ha delegato la polizia giudiziaria per un’ulteriore misura cautelare in carcere nei confronti di un giovane che all’epoca dei fatti era minorenne. Sono tutti accusati di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, estorsione aggravata dall’associazione mafiosa, detenzione illegale di armi da sparo. Nel corso dell’operazione sono stati sequestrati 8,5 chili di hashish e una pistola semiautomatica modificata detenuta dal minorenne. La contestazione dell’aggravante del metodo mafioso è scattata in considerazione delle gravi minacce di morte avanzate dal principale indagato nei confronti di un pusher e dei familiari di quest’ultimo a seguito del mancato pagamento di un quantitativo di stupefacente.

Cronache della Campania@2018

Traffico di droga a Cava de Tirreni: il gruppo si riforniva a Torre Annunziata

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Cava de Tirreni. Traffico di droga e spaccio: nove gli arresti a Cava de Tirreni. Il gruppo si riforniva da grossisti di Torre Annunziata. Al termine della maxi operazione condotta dai Carabinieri sono 9 le persone arrestate a Cava dei Tirreni. I militari del reparto territoriale di Nocera Inferiore hanno eseguito un’ordinanza applicativa di misura cautelare personale in carcere nei confronti di otto persone (di cui tre già detenute per altra causa) e agli arresti domiciliari nei riguardi un’altra, ritenuti responsabili di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica Distrettuale Antimafia di Salerno, sono iniziate nel novembre 2015 e hanno permesso di accertare l’esistenza di un sodalizio criminale esistente nella frazione di Santa Lucia di Cava de’ Tirreni. Un gruppo specializzato nell’acquisto, detenzione, messa in vendita, trasporto, offerta, consegna, preparazione, distribuzione e commercializzazione di sostanze stupefacenti, principalmente cocaina e crack. Nell’ambito dell’operazione, inoltre, è stato possibile ricostruire il vincolo associativo e tracciarne l’organigramma, individuando il ruolo ricoperto da ciascuno degli indagati, individuare il principale canale di approvvigionamento dello stupefacente nell’area di Torre Annunziata, arrestare in flagranza tre persone, denunciarne in stato di libertà altri due, recuperare d sequestrare 100 grammi di cocaina. L’operazione di questa mattina si pone in stretta continuità con gli arresti eseguiti a fine maggio dello scorso anno dalla Squadra Mobile di Salerno.

Cronache della Campania@2018

Assenteismo al Loreto mare, premiati i carabinieri che seguirono l’indagine

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Napoli. Indagine sull’assenteismo all’ospedale Loreto Mare: premiati i carabinieri che hanno seguito l’operazione. Il Generale di Divisione Claudio Vincelli, Comandante della Divisione Unità Specializzate dell’Arma dei Carabinieri nel corso di una cerimonia nella sede del Gruppo Carabinieri per la Tutela della Salute di Napoli ha conferito un encomio per un’importante operazione di Polizia Giudiziaria conclusasi a febbraio 2017 al Tenente Colonnello Vincenzo Maresca, ai Maggiori Roberto Vergato e Gennaro Tiano e ai militari addetti al Nucleo. Alla cerimonia ha partecipato anche la vedova del Maresciallo Maggiore Emilio Scirocco, che accompagnata dai figli ha orgogliosamente ritirato l’encomio destinato al marito, distintosi in maniera esemplare nel corso dell’attività e poi venuto a mancare per cause naturali. L’indagine è quella ormai nota su numerosi dipendenti dell’ospedale “Loreto Mare” che si erano resi responsabili di perduranti forme di assenteismo le quali, oltre a causare notevole problemi nell’erogazione dei servizi ai cittadini aveva provocato anche un ingente danno erariale. Le attività investigative avevano portato all’arresto di 55 persone e alla denuncia in stato di libertà di altri 39 soggetti, tutti ritenuti a vario titolo responsabili di associazione per delinquere finalizzata alla truffa ai danni del Servizio Sanitario Nazionale e di false attestazioni.

Cronache della Campania@2018

Guidava messaggiando con lo smartphone, ritirata la patente per 6 mesi a Gabbiadini

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Roma. Manolo Gabbiadini, 26enne in forza al Southampton – squadra della Premier League – dopo essere stato acquistato dal Napoli nel 2017 per 15 milioni di sterline, è stato ‘pescato’ dalla polizia inglese sull’autostrada M27 mentre messaggiava con lo smartphone e, di conseguenza, condannato alla sospensione della patente per 6 mesi. Come riferisce il MailOnline, nello scorso novembre, mentre era alla guida della sua Mercedes nei pressi di Southampton, Gabbiadini era stato visto ”usare lo schermo dello smartphone come tastiera per almeno 10 secondi” (così risulta dagli atti) e quindi denunciato al tribunale di Aldershot. La condanna – in contumacia perchè il calciatore si trovava a Formentera con la famiglia – è arrivata solo in questi giorni ed ha tenuto conto del fatto che Gabbiadini era già stato multato, segnalazione sulla patente, per 3 diversi episodi di eccesso di velocità.

Cronache della Campania@2018

Napoli, ritrovati un mitragliatore Uzi e proiettili in uno stabile di via Cosenza

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Napoli. Un mitragliatore tipo Uzi, funzionante e in perfetto stato, nonchè due due contenitori di proiettili, di cui uno all’interno con 50 cartucce, l’altro con 10 cartucce, due caricatori contenenti 20 cartucce ciascuno, sono stati trovati dalla polizia all’interno di uno stabile abbandonato in via Cosenza a Napoli. Sono in corso accertamenti tecnico balistici della Polizia Scientifica per verificare se l’arma è stata usata per le recenti ‘stese’.

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Sequestro lido a Capri: indagate 17 persone: ci sono due funzionari della Soprintendenza

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Capri. Abusi edilizi a Capri, 17 indagati dopo il sequestro del lido. Falsità ideologica, abuso d’ufficio, violazioni urbanistiche e violazioni al codice della navigazione. Sono queste le accuse contestate in una inchiesta della procura di Napoli che vede 17 persone iscritte nel registro degli indagati. E’ il prosieguo di una indagine che aveva portato la settimana scorsa al sequestro di uno stabilimento balneare dotato di piscine e ristorante ad Anacapri sulla grotta Azzurra. Sono in corso perquisizioni da parte dei militari in studi professionali e nelle abitazioni di tecnici e direttori dei lavori. In particolare, sono stati acquisiti documenti all’ufficio tecnico del Comune di Anacapri relativi alla pratica e i fascicoli dei progettisti incaricati della direzione dei lavori partiti nel 2014. Nell’inchiesta sono coinvolti anche due ex funzionari della Soprintendenza per i beni architettonici, paesaggistici, storici ed artistici di Napoli.

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Droga, arrestati a Torre Annunziata una coppia di Sala Consilina

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Torre Annunziata. I militari della Compagnia Carabinieri di Torre Annunziata hanno arrestato due soggetti, trovati in possesso di 40 grammi di eroina già suddivisi in 80 dosi, mentre viaggiavano a bordo di una Fiat Punto. Gli arrestati sono un uomo di 44 anni, di Sala Consilina, già noto alle forze dell’ordine, e una donna incensurata, 38 anni, di Caggiano. I due sono stati trasferiti presso il carcere di Poggioreale e nel carcere femminile di Pozzuoli e dovranno rispondere di detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti.

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Imprenditore casertano ucciso Modena, fermato il socio: è della provincia di Avellino

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Un cinquantenne originario di Avellino, residente a Modena, con piccoli precedenti per reati contro il patrimonio, e’ stato fermato dalla squadra mobile della polizia di Modena poiche’ indiziato dell’omicidio di Raffaele Cavaliere, 67enne di Caserta, sempre residente a Modena, ucciso con numerose coltellate e rinvenuto cadavere, ieri, alle prime luci dell’alba tra via Emilia Est e via Mavora. L’uomo e’ socio della vittima, i due, infatti, avevano una srl nel mondo dell’edilizia. L’omicidio sarebbe avvenuto nella giornata di martedi’. Il presunto omicida avrebbe ucciso Cavaliere colpendolo piu’ volte con un cutter, poi, pare, si sarebbe fatto venire a prendere non lontano dal luogo del delitto, da una persona gia’ identificata e sentita dagli inquirenti. Il movente resta quello economico, ovvero dissidi fra i due legati ai soldi.

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L’ imprenditore Fontana assolto dall’ accusa usura nel Casertano

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Il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha assolto dall’accusa di usura l’imprenditore Giovanni Fontana, patron del Villa Literno Calcio, squadra militante nel campionato dilettantistico di Promozione. La vicenda giudiziaria risale a qualche anno fa, quando un dipendente comunale, all’epoca in servizio al comune di Villa Literno, fu accusato di appropriazione indebita in relazione a dei soldi derivanti dall’incasso di cambiali protestate. In quella occasione il dipendente riferi’ che il suo gesto era dipeso dal fatto che era oberato dei debiti ed era vittima di usura; tra gli “strozzini” che gli avrebbero prestato i soldi richiedendo poi interessi usurai, il pubblico ufficiale indico’ proprio Fontana, imprenditore del settore rifiuti e del trasporto merci molto noto a Villa Literno soprattutto per la sua avventura calcistica, tesa al rilancio della locale squadra. Fontana si e’ sempre dichiarato innocente, tanto da controdenunciare per calunnia il suo accusatore. Il Tribunale, al termine del dibattimento, ha accolto la tesi del legale dell’imputato, Enzo Guida, che ha presentato elementi che hanno scagionato l’imprenditore.

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Trasferiti i boss della rivolta dal carcere di Ariano Irpino

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Un detenuto trasferito non appena finita la rivolta e altri venti, in gran parte del Napoletano, seguiranno a breve la stessa sorte dell’uomo che ieri nel primo pomeriggio ha guidato la rivolta nel carcere di Ariano Irpino. Sono i primi provvedimenti adottati in seguito ai fatti di ieri, per i quali l’assistente capo della polizia penitenziaria Claudio Picariello e’ finito in ospedale dopo essere stato sequestrato dai detenuti, e altri tre colleghi si sono fatti refertare per le escoriazioni riportate nel sedare la protesta violenta. Gia’ nella serata di ieri sono stati tutti dimessi. A breve sono attesi provvedimenti anche da parte della procura di Benevento che coordina le indagini. La rivolta e’ scoppiata ieri nel primo pomeriggio per un detenuto con problemi psichici che ha cominciato a dare in escandescenze. L’uomo voleva ottenere un trasferimento in altra struttura e i compagni hanno pensato che avesse subito maltrattamenti da parte della polizia penitenziaria. Una trentina di reclusi, ai quali si sono aggiunti altri man mano che la tensione cresceva, gli ha dato man forte nella protesta. La rivolta e’ cominciata nella decima e undicesima sezione, secondo quanto ricostruito dalla polizia penitenziaria che ha la delega per le indagini. I detenuti del nuovo padiglione, dove il regime e’ meno rigido che in altre sezioni, hanno cominciato a inveire contro gli agenti, a minacciare e a lanciare oggetti. In poco tempo hanno forzato i cancelli e sono riusciti a circondare l’assistente capo Picariello, che ha trovato rifugio in un box. Nella tensione generale, tra i detenuti che protestavano violentemente e gli agenti che cercavano una strada per liberare il collega, quest’ultimo ha avvertito un malore. E solo dopo che i rivoltosi hanno avvertito i lamenti per un forte dolore al petto da parte di Picariello, e’ cominciata una trattativa, guidata dal direttore del carcere Gianfranco Marcello. Due agenti si sono offerti in ostaggio in cambio della liberazione del collega. Scambio accettato e Picariello e’ stato trasferito all’ospedale “Frangipane” di Ariano Irpino. Per lui soltanto qualche giorno di assoluto riposo per far passare il forte stress emotivo. Gli agenti che sono riusciti a inserirsi nella protesta hanno quindi riportato alla calma quanti protestavano, chiarendo l’equivoco sorto sul detenuto psichiatrico. La protesta e’ rientrata poco dopo le 17. Nel frattempo al carcere di Ariano erano arrivati rinforzi da polizia e carabinieri. Piu’ di un centinaio di uomini in assetto anti sommossa erano pronti a fare irruzione, nel caso in cui la protesta fosse degenerata ulteriormente. Quello di ieri ha segnato il picco degli episodi di intemperanza da parte dei detenuti nel carcere di Avellino. Il giorno precedente un agente penitenziario era stato aggredito violentemente da un detenuto nel reparto infermeria. Altri episodi si erano registrati in precedenza. Personale sotto organico e popolazione carceraria superiore al previsto. Piu’ volte, assieme alle organizzazioni sindacali della polizia penitenziaria, il direttore del carcere Gianfranco Marcello ha denunciato una situazione difficile da gestire, che con il periodo estivo diventa ancor piu’ insostenibile. Il Sappe ha chiesto un incontro urgente al ministro della Giustizia per risolvere la situazione, che non riguarda solo il penitenziario irpino, ma tutte le strutture detentive.

“Concluse in tarda notte alla presenza del capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria Santi Consolo le operazioni di ripristino del reparto detentivo devastato dai 110 detenuti che ieri avevano inscenato una rivolta interna nel carcere di Ariano Irpino, anche con sequestro di 3 appartenenti alla Polizia Penitenziaria”. Lo rende noto Leo Beneduci, segretario generale del sindacato di polizia penitenziaria Osapp. “Per quanto abbiamo appreso – prosegue il sindacalista – nonostante i danni ingentissimi e la particolare violenza con tanto di minacce e sequestro di unita’ di personale, non ci sarebbero state particolari conseguenze o provvedimenti di una qualche natura sanzionatoria nei confronti dei reclusi, tranne il trasferimento di un unico soggetto dal carcere di Ariano Irpino a quello di Avellino e cio’ conferma le preoccupazioni che, come sindacato, avevamo gia’ espresso, per un carcere in cui i detenuti la farebbero da tempo da padroni”. Un “buonismo a spese dei contribuenti (non viene neanche richiesto il risarcimento dei danni alle celle detentive)” che “oltre a rendere incerte le pene ha come diretto effetto il continuo rischio per l’incolumita’” degli agenti.

Cronache della Campania@2018

Castellammare, operaio di una ditta esterna a Fincantieri cade da impalcatura: è grave

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Castellammare. Incidente sul lavoro questa notte nei cantieri navali di Castellammare. Un operaio è rimasto ferito gravemente dopo essere caduto da una impalcatura mentre era al lavoro. Solo la fortuna ha voluto che l’incidente non si trasformasse nell’ennesimo episodio di morte sul lavoro. Il giovane, un operaio di colore, che lavora per una delle ditte esterne a Fincantieri era su uno dei ponti e stava pitturando una parte del troncone della nave in costruzione. Il giovane ha perso l’equilibro ed è caduto giù. Immediatamente soccorso e portato in ambulanza all’ospedale di Castellammare con numerose fratture in varie parti del corpo. E’ in gravi condizioni ma non in pericolo di vita.

Cronache della Campania@2018

Napoli, rintracciato il recordman delle multe: ne aveva accumulate ben 676

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Napoli. Nei suoi confronti erano state elevate ben 676 contravvenzioni per infrazioni al codice della strada ma non era stato finora possibile notificarle per irreperibilita’ dichiarata. Gli agenti della polizia municipale di Napoli, pero’, sono riusciti a rintracciarlo e lo hanno convocato al comando dove, una dietro l’altra, gli hanno consegnate tutte le multe. L’uomo, un 32enne napoletano, e’ stato individuato grazie a verifiche ed accertamenti incrociati tra Agenzia delle Entrate ed utenze Enel, telefono e gas.

Cronache della Campania@2018

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