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Channel: Cronaca – Cronache della Campania
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Scafati: il 30enne di Sant’Antonio Abate, Agostino Nastro, è morto schiacciato dalla sua stessa auto

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Si chiamava Agostino Nastro, il 30enne di Sant’Antonio Abate morto all’alba di stamane al confine tra Scafati e San’Antonio Abate. Il giovane amante della caccia e della natura è stato schiacciato dalla sua stessa auto. Da una prima ricostruzione fatta dagli investigatori giunti in via Sant’Antonio Abate di Scafati la sua dinamica della sua morte è molto simile alle incredibile sequenze delle serie di film “Final destination”. Agostino uscendo da una traversa laterale della strada a velocità sostenuta, è sbandato con la propria auto e si è schiantato ma non è morto subito perchè nell’urto è sbalzato fuori dall’abitacolo e la sua auto carambolando è finita sul suo corpo che era a terra o lo ha schiacciato uccidendolo. La morte di Agostino ha lasciato sgomento amici e conoscenti. la sua pagina facebook è invasa di messaggi.

Scafati: il 30enne di Sant’Antonio Abate, Agostino Nastro, è morto schiacciato dalla sua stessa auto
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Scafati, scoperta serra con piante di marijuana a Berardinetti: arrestati due di Sant’Antonio Abate

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Nella serata di ieri, i Carabinieri del Reparto Territoriale di Nocera Inferiore hanno scoperto una piantagione di marijuana in Scafati. In particolare, i militari della Sezione Operativa, hanno arrestato il 56enne Vincenzo Nastro ed il 44enne C. G., entrambi di Sant’Antonio Abate .I due avevano allestito, in un fondo agricolo in via Michelangelo Nappi nella zona di Berardinetti e di proprietà del 44enne, due serre per la coltivazione di marijuana. I militari avevano effettuato una serie di appostamenti in zona notando strani movimenti. Quando hanno fatto irruzione hanno rinvenuto  nella serra 41 piante di cannabis indica alte circa 2 metri. Per entrambi sono scattate le manette per coltivazione di sostanze stupefacenti. Sono in attesa del rito direttismo.

Scafati, scoperta serra con piante di marijuana a Berardinetti: arrestati due di Sant’Antonio Abate
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Napoli: l’Abc restituirà parte della cauzione sulla bolletta dell’acqua a 130 mila napoletani

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L’Abc, Azienda dell’acqua pubblica di Napoli, restituirà a 130mila utenti la quota di cauzione che eccede i 44 euro previsti dalla nuove norme. Lo annuncia, in una nota, la società del Comune; nella prossima bolletta, i cittadini si vedranno restituire tra i 10 e i 50 euro. Un’azione per cui – come rende noto la società – l’Abc ha impegnato una somma pari a 3,6 milioni di euro. ”Non pagano la cauzione – si spiega nella nota – i contribuenti che effettuano il pagamento della bolletta attraverso domiciliazione bancaria o postale, mentre, per decisione dell’Autorità nazionale, l’adeguamento stabilito dalla legge tocca anche quel 30 per cento dell’utenza che non ha mai versato la cauzione o ne ha versato solo una parte. Il massimo dovuto è fissato dalla legge in 44 euro e sarà rateizzato”. Sul fronte delle tariffe, Abc rende noto che secondo uno studio Federconsumatori, per il 2015 le tariffe dell’acqua di Napoli e Milano sono ”le meno care d’Italia”, con bollette inferiori ai 200 euro di media l’anno, mentre superano i 200 euro Roma, Torino e Venezia, con Firenze dove la bolletta ”raddoppia” con più di 400 euro. ”Napoli– dice il presidente di Abc, Maurizio Montalto – è la prima grande città d’Italia ad aver pubblicizzato l’acqua dando seguito al referendum del 2011. I risultati di questa scelta – aggiunge – sono sotto gli occhi di tutti: grande capacità di affrontare e risolvere le criticità, partecipazione democratica nelle scelte della gestione ed economicità del servizio”. Come si sottolinea nella nota, le tariffe di Abc sono ”determinate dall’Autorità nazionale per l’Energia elettrica, il gas e il servizio idrico e coprono i costi di gestione”, ma con ”l’acqua pubblica i cittadini di Napoli non pagano il profitto”.

Napoli: l’Abc restituirà parte della cauzione sulla bolletta dell’acqua a 130 mila napoletani
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Agricoltore spara al suo cane, 31enne di Torre Annunziata lo denuncia

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Ha sparato con un fucile da caccia al cane del vicino, colpevole di intrufolarsi continuamente nel suo podere e aggredire i suoi agnelli e galline. Per questo un 79enne di Montalcino (Siena) è stato denunciato per maltrattamenti di animali, mentre i Carabinieri gli hanno sequestrato le armi da caccia legalmente detenute. Nella giornata di ieri l’uomo esasperato dalle continue irruzioni del cane, un meticcio di media taglia che in passato aveva ucciso alcune galline e ferito un agnello, vedendolo avvicinarsi al pollaio gli ha sparato con un fucile caricato a pallini provocandogli ferite lievi e superficiali. Il proprietario del cane, un 31enne di Torre Annunziata sentendo gli spari, è accorso nel podere vicino e ha chiamato i carabinieri che hanno richiesto all’autorità giudiziaria la revoca del porto d’armi.

Agricoltore spara al suo cane, 31enne di Torre Annunziata lo denuncia
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Cantone: “Gomorra non è la realtà e Napoli è altro”

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raffaele cantone

‘In Gomorra è stata fatta una scelta tipica dal punto di vista della vendibilità del prodotto; le buone notizie sono sempre meno appetibili e purtroppo i personaggi negativi sono anche più affascinanti. E’ un’atmosfera plumbea quella che si respira in Gomorra che non nego esistente ma è solo un pezzo della città. Non sono assolutamente contro Gomorra ma non si spacci la fiction per realtà”. Lo ha detto il presidente dell’Autorità nazionale anti corruzione Raffaele Cantone, napoletano doc, in un’intervista al Tg2000, riferendosi a ‘Gomorra 2 – La serie’, in onda in questi giorni su Sky. “C’è anche un’ altra città – ha aggiunto Cantone – che per quanto plebea e popolare prova ad arrangiarsi ma non è solo la città che spara, ammazza o spaccia droga. Credo che sia corretto dire che esiste una doppia città. Ben vengano i film come Gomorra purché che non si spacci la fiction per realtà”, ribadisce. E chiarisce: “non sono assolutamente contro Gomorra: è un film ben fatto purché si dica con chiarezza che si tratta di una fiction e non della realtà. Chi spaccia questa fiction per realtà dice una cosa solo parzialmente vera. Si racconta solo una parte di città che non coincide con Napoli. La città non è un sobborgo di qualche città sudamericana o che necessita di muri come avviene in Sud Africa, questo è assolutamente sbagliato”. Ma “questa immagine negativa sta passando tra la gente”, dice rivelando un aneddoto divertente: “ieri un’insegnante mi ha chiesto se avevo il coraggio di uscire per strada. Gli ho provato a spiegare che Napoli è una città molto più sicura di tante altre città italiane”.

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Giugliano: azzannata dal pitbull dell’amica. Lacerato il braccio di una 25enne. Ferita anche la padrona

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Una ragazza di 25 anni è stata aggredita da un pitbull ed è rimasta gravemente ferita. Il fatto è avvenuto a Giugliano  Il cane ha aggredito anche la proprietaria, una donna di 50 anni. La 25enne è stata portata all’ospedale “San Giuliano” di Giugliano, dove è stata sottoposta ad un intervento chirurgico per suturare le ferite: guarirà in 40 giorni. Meglio è andata alla 50enne che invece ha riportato ferite guaribili in otto giorni.È successo poco dopo mezzogiorno in villetta di via Innamorati la strada che porta al centro storico. La ragazza era recata a far visita dall’amica che possiede il cane. Una volta entrata nel piccolo giardino il pitbull le se avventata addosso mordendola. Le zanne hanno lacerato prima le gambe e poi le braccia.La madre dell’amica 17enne, una 50enne proprietaria dell’animale, ha tentato di bloccare la ferocia del cane restando ferita anche lei alle braccia ma per fortuna in modo lieve. Per bloccare il cane ci sono volute quattro persone che poi sono riuscite a legarlo al guinzaglio. Le due donne ferite sono state trasportate all’ospedale San Giuliano di Giugliano dove la ragazza più grave, la 28enne, è stata sottoposta ad un delicato intervento chirurgico d’urgenza ad una gamba, i medici le hanno apposto diversi punti di sutura a diverse parti del corpo e dovrà restare in ospedale per quaranta giorni. La cinquantenne, invece, ha riportato diverse ferite non gravi ed è stata dimessa con una prognosi di sette giorni.Sul luogo dell’aggressione si sono portati gli agenti del Commissariato di polizia di Giugliano, diretti dal primo dirigente Pasquale Trocino, che hanno avviato le indagini. Con loro anche i medici del servizio Veterinario dell’Azienda Sanitaria Locale Napoli2 Nord che hanno sequestrato il cane per i controlli di rito. Nei confronti dei genitori della 17enne proprietari del pitbull è scattata una denuncia presso il Tribunale di Napoli Nord per omesso controllo e lesioni gravi, atto al momento dovuto.

Giugliano: azzannata dal pitbull dell’amica. Lacerato il braccio di una 25enne. Ferita anche la padrona
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Napoli, picchia la convivente e la manda in ospedale: arrestato

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Maltrattamenti-in-famiglia-quali-prove-per-ottenere-il-risarcimento

Ha picchiato la convivente ferocemente, con calci e pugni, fino a mandarla all’ospedale dove alla donna sono state diagnosticate lesioni e contusioni guaribili in 25 giorni. E’ accaduto a Napoli, dove i carabinieri sono intervenuti grazie alla segnalazione dei vicini di casa della vittima scoprendo una triste storia di maltrattamenti che andavano avanti da due anni. L’uomo, un 27enne già noto alle forze dell’ordine, è stato arrestato e portato nel carcere di Poggioreale. E’ stato bloccato dai militari dopo che si era accanito contro la convivente di 32 anni con calci e pugni perché, riferisce una nota, il manico della scopa che aveva impugnato per picchiarla si era rotto. Inutili i tentativi della donna di provare a chiedere aiuto con il telefonino. I militari hanno trovato l’apparecchio a terra rotto, insieme con macchie di sangue che il violento aveva provato a cancellare. Il 27enne dovrà rispondere di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali.

Napoli, picchia la convivente e la manda in ospedale: arrestato
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il Cardinale Sepe invita i napoletani alla Veglia Mariana contro la camorra, per il lavoro e il riscatto sociale di Napoli

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Cardinale Sepe-2

”Stiamo attraversando un preoccupante momento di delitti, di scontri tra gruppi camorristici che seminano morti e terrore. C’è angoscia perché sono soprattutto giovani quelli che spregiudicatamente si contendono il comando per i commerci e gli affari illeciti e redditizi. Per questo ho rivolto l’invito al popolo di Dio e a tutti gli uomini di buona volontà – dice oggi in un appello il cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli richiamando la lettera alla Diocesi e alla città del 15 maggio – per ritrovarci insieme ad esprimere la voglia di riscatto e di speranza, ad elevare il nostro grido di dolore per le numerose vittime, in alcuni casi innocenti, della violenza omicida, a chiedere a coloro che vivono di criminalità e camorra di pentirsi per il loro bene e di Napoli, perché il futuro non si costruisce con il sangue e le armi, ma con il coraggio degli uomini liberi e forti”. L’appuntamento con la ‘Veglia Mariana per Napoli è per martedì, 31 maggio, alle 18, da Forcella alla Cattedrale nell’ambito di una Giornata di preghiera e digiuno. ”In una mia Lettera Pastorale di qualche anno fa – prosegue il cardinale Sepe – scrissi che ‘per amore del mio popolo non tacerò’. Fedele a quell’impegno e forte dell’amore che accompagna la mia azione pastorale nella città e nel territorio della Diocesi, ho ritenuto di convocare, a nome di tutta la Chiesa, una Giornata di preghiera e digiuno, con una processione penitenziale e la Veglia Mariana per chiedere al Signore, attraverso l’intercessione della nostra Madre Celeste e del patrono San Gennaro, la pace, la serenità sociale, la civile convivenza, il rispetto della persona e della vita, la conversione di coloro che, con la violenza, lo spargimento di sangue e la prepotenza, distruggono se stessi, le loro famiglie, le nostre amate città”. ”Sono certo che tutti coloro che amano veramente Napoli  e la nostra terra saranno a Forcella per marciare poi fino alla Cattedrale” prosegue l’arcivescovo di Napoli e aggiunge: ”Saremo tantissimi, credenti e non credenti, nella preghiera, nel raccoglimento e nella condivisione. Dobbiamo far sentire la voce vera di Napoli, quella voce che è gioia di vivere, è cordialità e accoglienza, è rispetto degli altri, è speranza di futuro, è amore. Abbiamo imparato, come Chiesa, ad uscire dalle sagrestie per stare tra la gente per condividerne aspirazioni, ansie, problemi. So che non resteremo soli né in pochi, perché tutti insieme vogliamo manifestare il nostro grande amore per questa Città e per i suoi abitanti”. ”Vogliamo cantare tutti insieme la bellezza di NAPOLI, che sa aprirsi agli altri e sa conquistare l’interesse e l’ammirazione dei turisti e di chi vuole venire a investire a NAPOLI, ritenendola città sicura e degna di essere amata” conclude il cardinale Sepe.

il Cardinale Sepe invita i napoletani alla Veglia Mariana contro la camorra, per il lavoro e il riscatto sociale di Napoli
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Castellammare: alla vigilia del voto tremano gli “omissis” del pentito Cavaliere

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Renato-Cavaliere

Castellammare trema, trema la politica, tremano i commercianti, tremano gli imprenditori,tremano i professionisti colletti bianchi, tremano quelli insospettabili che hanno fatto da “money laundry” ovvero da lavanderia dei soldi sporchi del clan.  Tutti sapevano che le dichiarazioni di Renato Cavaliere sarebbero state esplosive. Il killer pentito che fece fuoco contro il consigliere del pd, Gino Tommasino, è depositario di molti segreti del clan. O meglio “dei segreti” della cosca di Scanzano perché ha vissuto per oltre un decennio a stretto contatto a Partoria con la famiglia D’Alessandro. Lui che era originario di Gragnano, si è trasferito nella roccaforte del clan e si è spostato con una parente. E’ diventato l’ombra di Vincenzo D’Alessandro, che nel frattempo era diventato il reggente del clan, dopo gli arresti dei suoi fratelli e  degli altri vertici negli anni passati. E in questa veste ha ricevuto la fiducia della famiglia, lui e la moglie e sono diventati i depositari di tutto quello che di illecito ha ruotato negli ultimi dieci anni attorno alla potente famiglia camorristica stabiese. Lui conosce quanti tra politici, commercianti, imprenditori e professionisti sono andati ad “elemosinare” clemenza alla cosca per pagare di meno, per cortesie fatte e ricevute. Qualcuno poco attento evidentemente ha dimenticato il suo passato anche recente e si è fatto prendere dall’agone politico candidandosi direttamente o mettendo in lista parenti prossimi o acquisiti. Tutto è sotto la lente della Dda di Napoli perché i tanti omissis contenuto al momenti nei verbali depositati al processo Tommasino, del pentito Renato cavaliere contengono nel dettaglio fatti, indicano luoghi, circostanze, nomi e cognomi. Le sue dichiarazioni rischiano di diventare uno tsunami che travolgerà la città. La parte pulita della città, che è la maggioranza, chiede alle forze dell’ordine e alla magistratura sia di vigilare con estrema attenzione sul voto sia di fare finalmente luce su tutti gli affari illeciti della cosca che da oltre 30 anni tiene la città sotto scacco e di smascherare tutte le complicità per fare finalmente piazza pulita.

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Napoli: è caccia al complice del baby killer che uccise Pasquale Zito per gelosia. GUARDA IL VIDEO

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omicidio zito

E’ caccia la complice del 16enne che nel febbraio scorso uccise il 22enne Pasquale Zito a Bagnoli. Gli investigatori che in tre mesi hanno risolto il caso assicurando alla giustizia il baby killer che sparò contro l’inerme Zito per motivi di gelosia stanno cercando di risalire anche al guidatore del motorino. E ora sperano che dopo la cattura il 16enne accusato di essere l’autore materiale dell’esecuzione di morte diano una mano agli investigatori e sveli il nome del suo complice. Le fasi dell’agguato che costò la vita a Pasquale Zito sono state riprese da un sistema di video sorveglianza che ha contribuito a fare luce sulla dinamica dell’accaduto. Nel video, piuttosto scuro, si intravede l’arrivo dell’auto a bordo della quale c’era la vittima che si ferma proprio in prossimità della telecamera. Poco dopo giunge anche uno scooter con due persone in sella. Dal mezzo, che si ferma qualche metro oltre l’automobile, scende un giovane, secondo gli investigatori il sedicenne, che, a piedi, raggiunge il lato guida della vettura. Subito dopo sarebbe partita la rapida e mortale raffica di proiettili che ferisce Pasquale Zito: il ragazzo morirà qualche ora dopo nell’ospedale San Paolo di Fuorigrotta.

Napoli: è caccia al complice del baby killer che uccise Pasquale Zito per gelosia. GUARDA IL VIDEO
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San Giovanni a Teduccio: gli spari dovevano colpire la casa del boss Ciro Rinaldi ma il commando ha sbagliato bersaglio

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ciro rinaldi

E’ stata una vera e propria dichiarazione di guerra la sparatoria dell’altra notte in via Sorrento a San Giovanni a Teduccio. Gli autori del raid infatti hanno commesso un clamoroso errore ma il segnale è arrivato lo stesso. Gli spari hanno colpito per sbaglio l’abitazione di una donna incensurata ma il vero obiettivo erano il balcone e le finestre della casa del boss Ciro Rinaldi detto “May way” che abita nell’appartamento sopra a quello colpito dal commando. Per gli investigatori si tratterebbe della risposta degli uomini del Mazzarella-D’Amico alla sparatoria della mercoledì notte contro i balconi di due abitazioni contigue sul corso San Giovanni a Teduccio in cui abitano Giuseppe Di Carluccio e Pasquale Troise, due pusher legati al boss Salvatore D’Amico ‘o pirata. E quel raid sarebbe opera dei Reale-Rinaldi-Formicola.La sparatoria è avvenuta quindici minuti dopo la mezzanotte. sarebbero arrivati in due in sella ad uno scooter e hanno fuoco all’impazzata contro la parete esterna e sulla porta dell’abitazione della donna (ma l’obiettivo era Rinaldi). La polizia ha trovato a terra nove bossoli, otto calibro 9×21 e uno luger. Che ci fossero venti di guerra a san Giovanni  a Teduccio e che i clan si stessero riarmando gli investigatori lo avevano già capito qualche giorno prima quando hanno ritrovato delle armi in via Pazzigno (un fucile automatico ak- 47 con caricatore inserito e una pistola semiautomatica calibro 9 con il colpo in canna e 5 cartucce nel caricatore avvolte in una coperta e nascoste sotto un cumulo di rifiuti). Dovrebbe trattarsi delle stesse armi utilizzate per fare fuoco contro le abitazioni di Di Carluccio e Troise. Ora con risposta arrivata subito da parte del “pirata” la dichiarazione di guerra è stata consegnata.

 

San Giovanni a Teduccio: gli spari dovevano colpire la casa del boss Ciro Rinaldi ma il commando ha sbagliato bersaglio
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Bimbi in schiavitù costretti a chiedere l’elemosina in tutto l’Agro: tre rom alla sbarra

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Tratta di persone e riduzione in schiavitù: processo i tre rumeni che portavo connazionali in Italia tenendoli come schiavi e sfruttarli come mendicanti. Il pm Rocco Alfano ha chiesto e ottenuto il giudizio immediato per Zoltan Kozak, 48 anni, Mihaly Matyas, detto Miu, di 22 anni e Cornel Comaniciu, 56 anni, difesi dagli avvocati Giovanni Conte e Antonio De Donato. I tre con base in un campo nomadi a Nocera dovranno comparire a settembre prossimo dinanzi ai giudici del tribunale di Nocera Inferiore come stabilito dal gip Pietro Indinnimeo. Furono arrestati dai carabinieri del reparto territoriale di Nocera per aver fatto arrivare clandestinamente in Italia 32 persone, di cui due minori (alcuni dei quali affetti da menomazioni e disabilità fisiche e alloggiati nel campo nomadi) costretti a mendicare nei pressi di supermercati, chiese e incroci semaforici dell’Agro e della provincia e a consegnare il denaro ottenuto ai membri dell’organizzazione subendo violenze fisiche e privazioni in caso di rimostranze. Gli schiavi dovevano versare ai capi dell’organizzazione dai 10 ai 15 euro al giorno per estinguere il debito di viaggio e alloggio offerto dalla gang. I tre in concorso con altri tre connazionali, tra i quali anche il figlio minore di Kozak – secondo l’accusa – erano un vgruppo criminale che reclutavano connazionali in Romania per portarli in Italia e indurli a mendicare. Quando le povere vittime provavano a ribellarsi venivano picchiate e costrette a ritornare in strada per fornire ai capi la paga quotidiana. A occuparsi del trasporto in Italia dei connazionali Cornel Comaniciu che prendeva dai paesini più poveri del paese, diseredati ai quali paventava la possibilità di una vita migliore. Ma giunti in Italia, i rumeni – donne e uomini – venivano assegnati a una zona nella quale dovevano chiedere l’elemosina per pagare il viaggio in Italia e fornire al gruppo criminale lauti guadagni. Le vittime venivano ospitate in un campo nei pressi dello Stadio San Francesco, costretti all’accattonaggio e a vivere in una situazione di degrado e povertà. L’ospitalità e il viaggio in Italia dovevano essere pagati con turni estenuanti dinanzi ai semafori, o davanti ai luoghi di culto e negozi qualsiasi fossero le condizioni meteorologiche. Il debito non si estingueva mai e gli schiavi erano costretti per anni a sottostare alle richieste del gruppo criminale. Fino a febbraio scorso, quando i carabinieri arrestarono i tre. (r.f)

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Napoli: spari contro l’abitazione di un pregiudicato a Bagnoli

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Polizia-Stradale-9

Colpi di pistola sono stati esplosi nella notte contro un’abitazione nel quartiere di Bagnoli, a Napoli. Una donna ha riferito alla Polizia, di aver visto entrare nel cortile alcune persone con il volto coperto da caschi, urlare parole indistinte e successivamente ha sentito i colpi di pistola esplosi contro una abitazione vicino. Gli uomini del commissariato di Bagnoli e della Scientifica hanno rinvenuto quattro ogive davanti alla casa di un pregiudicato per ricettazione: l’appartamento però in questo momento è vuoto.

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Napoli: non trova posto nell’albergo e minaccia i dipendenti con un coltello. Arrestato

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minacce coltello

Notte di terrore in uno degli hotel a cinque stelle del lungomare di NAPOLI: un uomo, dopo che gli era stato detto che tutte le camere dell’albergo erano occupate, ha preso un grosso coltello da cucina e ha iniziato a minacciare il personale. Prima di essere bloccato con non poche difficoltà dagli uomini della Polizia- L’intervento degli agenti della sezione Volanti dell’ufficio Prevenzione generale, poco dopo la mezzanotte, ha così scongiurato una tragedia all’interno di uno degli hotel sul lungomare di via Partenope. A seguito della segnalazione giunta alla centrale operativa circa un uomo che stava minacciando il personale dell’albergo, i poliziotti sono giunti sul posto scorgendo nella hall un uomo che brandiva un grosso coltello per il pane, della lunghezza di 30 centimetri. L’uomo, identificato per G.M. di 49anni, poco prima, era giunto in albergo chiedendo di una camera e, al diniego del personale addetto alla portineria, aveva iniziato ad inveire e minacciare i presenti. Il 49enne, incredulo per il fatto che nessuna camera era disponibile in quanto l’hotel era al completo, come una furia si è intrufolato nella sala ristorante uscendone fuori con due coltelli, impugnando, poi, quello più grande. G.M., brandendo il coltello, non si era risparmiato nel dire, al personale alberghiero, che avrebbe fatto ”una strage” se non gli avessero fornito una camera. Con non poche difficoltà i poliziotti sono riusciti a bloccarlo e disarmarlo. Un agente, infatti, è riuscito a porsi alle sue spalle, mentre l’altro poliziotto rimaneva ben visibile innanzi al 49enne. L’intervento simultaneo ha consentito agli agenti di rendere inoffensivo l’uomo, nonostante un’attiva resistenza nel tentativo di divincolarsi dalla presa. All’interno dell’auto di G.M., parcheggiata nei pressi dell’albergo, gli agenti hanno trovato e sequestrato anche una mazza baseball. Il 49enne è stato arrestato, in quanto responsabile di resistenza a pubblico ufficiale, minacce aggravate e porto di oggetti atti ad offendere.

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Sant’ Antonio Abate: commozione ai funerali del 30enne morto nell’incidente a Scafati

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Grande commozione e partecipazione per l’ultimo saluto ad Agostino Nastro, il 30enne morto in un incidente stradale sabato mattina a Scafati, in via Sant’Antonio Abate. Oggi pomeriggio alle 16 si sono celebrati i funerali nella Parrocchia Maria S.S. del Buonconsiglio a Sant’Antonio Abate. “Lasciando nel cuore di quanti l’hanno conosciuto un vuoto incolmabile. Nel nostro cuore vivrai per sempre” hanno scritto i familiari sul manifesto funebre fatto affiggere in tutto il paese. A dare l’ultimo saluto ad Agostino Nastro, il papà Pasquale, la mamma Rosa e il fratello Giuseppe con gli zii, la nonna e tantissimi amici. Le esequie sono partite alle 16 dall’abitazione del giovane in via Casa Carrafiello, dove la salma è giunta dal Cimitero di Scafati alle 14. Un lungo corteo per l’ultimo viaggio di Agostino Nastro, 30enne, fabbro e amante della natura e della caccia che è morto in un tragico incidente, sabato mattina alle 6,15. L’auto sulla quale viaggiva, una Lancia Y, si era ribaltata. Il giovane era stato scaraventato fuori dall’abitacolo finendo sotto la sua stessa automobile. Nessuno scampo per il 30enne. Quando erano arrivati sul posto vigili del fuoco e operatori del 118 Agostino Nastro era già morto. Per i carabinieri della Tenenza di Scafati nessun dubbio sulla dinamica, Nastro aveva perso il controllo dell’auto, il pm della Procura di Nocera Inferiore infatti non aveva disposto l’esame autoptico sul corpo della vittima. La notizia della morte di Nastro aveva gettato nello sconforto l’intera comunità abatese, il 30enne era un giovane benvoluto da tutti, le sue passioni erano la caccia e i funghi. Sulla sua bacheca social fino ad ieri si sono succeduti i ricordi e i messaggi degli amici e dei familiari ad un giovane scomparso prematuramente in circostanze tragiche e improvvise.  

Sant’ Antonio Abate: commozione ai funerali del 30enne morto nell’incidente a Scafati
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Omicidio a Calvizzano: uomo ucciso dentro al bar

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Un uomo è stato ucciso in un bar di Calvizzano, in provincia di Napoli. L’omicidio è avvenuto in via Pietro Nenni. Sul fatto indagano i carabinieri. L’uomo si chiama Ferdinando Pecchia, ha 39 anni ed è padre di tre figli. Pecchia faceva l’idraulico ed era incensurato. Stava giocando ad una slot machine Ferdinando Pecchia. Secondo una prima ricostruzione dei Carabinieri, una persona è entrata all’interno del locale ed ha sparato contro Pecchia almeno quattro colpi di arma da fuoco. L’uomo è morto all’ istante. E’ verosimile che al momento dell’agguato ci potessero essere anche altre persone all’interno del bar. La modalità è quella di un agguato ma la vittima, Ferdinando Pecchia, quarantenne, al momento risulta incensurato. E’ per questo che gli inquirenti non escludono alcuna ipotesi: eventuali collegamenti con la criminalità organizzata ma anche fatti relativi alla vita privata. Probabilmente al momento dell’agguato erano presenti nel bar, dove Pecchia stava giocando ad una slot machine, anche altre persone: probabili testimoni che potrebbero far luce sull’ agguato.

Omicidio a Calvizzano: uomo ucciso dentro al bar
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Pagani, pusher incalliti violano i domiciliari per spacciare: in manette Alfonso Pepe e Carmine Fortino

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Nonostante fossero agli arresti domiciliari per droga i  Carabinieri del Reparto Territoriale di Nocera Inferiore li hanno sorpresi più volte in violazione delle prescrizioni e dopo aver segnalato la cosa alla Procura di Nocera stamane è arrivata la misura cautelare e i due sono stati arrestati e portati nel carcere di Fuorni. Si tratta di Alfonso Pepe di 37anni e d el 23enne Carmine Fortino, entrambi paganesi.

Carmine Fortino Alfonso Pepe

Pagani, pusher incalliti violano i domiciliari per spacciare: in manette Alfonso Pepe e Carmine Fortino
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Salerno, il record del parcheggiatore abusivo di Torre del Greco: deve 161mila euro al Comune

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Parcheggiatore abusivo di Torre del Greco è diventato il recordman delle multe a Salerno. P. I. 4o anni, “lavora” nei vicoli adiacenti alla stazione a pochi passi dal centro e nonostante abbia ricevuto un foglio di via obbligatorio per tre anni dal comune di Salerno da parte della Questura, negli ultimi tre anni si è beccato la bellezza di 210 contravvenzioni da 771 euro cadauna. Risultato oggi il parcheggiatore corallino risulterebbe debitore di ben 161. 910 euro con il comune di Salerno. Debito che naturalmente D. I. non si sogna nemmeno di onorare. Ha piccoli precedenti penali e nonostante i fermi ricevuti arriva ogni giorno con la sua auto per svolgere il suo lavoro. Tariffa: “dotto’ so due euro”. Il mese scorso fu anche  coinvolto in una rissa scoppiata in piazza Vittorio Veneto. Il 40enne ebbe la peggio riportando una ferita da arma da taglio all’altezza dei polmoni. Dopo il ricovero di qualche settimana in ospedale il recordman delle multe è tornato imperterrito al suo posto di “lavoro” e a chiedere: “Dottò, so’ due euro”.

Salerno, il record del parcheggiatore abusivo di Torre del Greco: deve 161mila euro al Comune
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Napoli, tentano di rubare uno scooter: preso un 21enne, scappa il complice

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Gli agenti del Commissariato San Ferdinando hanno arrestato G.B. 21enne, napoletano per tentato furto in concorso con altra persona. Alle prime luci dell’alba, i poliziotti in servizio di controllo del territorio, percorrendo via Supportico D’Astuti, hanno notato due ragazzi mentre forzavano il bloccasterzo di uno scooter parcheggiato nei pressi dell’abitazione della vittima. Immediatamente intervenuti, gli agenti hanno raggiunto i due che, vistisi sorpresi, hanno tentato di fuggire. Pertanto, gli agenti hanno bloccato il 21enne che lasciava cadere a terra lo scooter mentre il complice riusciva a far perdere le proprie tracce nei vicoli adiacenti. I poliziotti hanno arrestato il 21enne che in mattinata sarà giudicato con il rito direttissimo. Lo scooter è stato quindi restituito all’ ignara vittima. Ore contate per il complice.

Napoli, tentano di rubare uno scooter: preso un 21enne, scappa il complice
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Ercolano: discarica di rifiuti speciali scoperta in località Castelluccio in pieno Parco del Vesuvio

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Rifiuti speciali scoperti nel cuore del Parco Nazionale del Vesuvio nel territorio di Ercolano: questa mattina il procuratore aggiunto della Repubblica di Napoli Nunzio Fragliasso e il sostituto Francesca De Renzis hanno svolto un sopralluogo, insieme ai carabinieri del Noe e della tenenza locale e ad agenti della polizia municipale, in una cava in località Castelluccio per verificarne le condizioni. Nell’area interessata, che si estende per circa 15 ettari, sono stati trovati circa 150-200mila metri cubi di rifiuti speciali sversati lì anni fa: scarti da demolizioni, indumenti usati in parte combusti, carcasse di auto, bidoni, pneumatici. Al momento sono stati effettuati dei campionamenti sui rifiuti che l’Arpac (agenzia regionale per l’ambiente della Campania) dovrà analizzare. Successivamente saranno messe in campo le procedure per la bonifica dei suoli. Sotto osservazione vi sono anche altre aree vicine alla cava, nel Parco Nazionale del Vesuvio.

Ercolano: discarica di rifiuti speciali scoperta in località Castelluccio in pieno Parco del Vesuvio
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